Il Twiggy compie 5 anni: si festeggia con una serie

Paura per Joni Mitchell: la grande
songwriter americana ora ricoverata
in ospedale
Los Angeles (California), 1 aprile 2015 – E’
“ricoverata in terapia intensiva per essere
sottoposta a una serie di esami clinici” Joni
Mitchell, trasferita d’urgenza in un ospedale di
Los Angeles dopo essere stata trovata ieri
pomeriggio priva di sensi nella sua abitazione
della megalopoli californiana. La 71enne
cantautrice canadese, secondo quanto riferito in
una nota pubblicata sul suo sito on-line, aveva
comunque ripreso conoscenza gia’ durante il
trasporto in ambulanza. Attualmente rimane
“cosciente e con il morale alto”, precisa il
comunicato che, nel preannunciare ulteriori
aggiornamenti mano a mano che si susseguiranno i bollettini medici, invita i
fan ad “accendere una candela e cantare una canzone, facendole gli auguri”.
L’artista, al secolo Roberta Joan Anderson, una carriera costellata di premi
e riconoscimenti, un canzoniere che ne ha fatto un’icona non solo della
musica contemporanea ma anche del costume, da anni soffre della cosiddetta
sindrome di Morgellons, una discussa patologia caratterizzata da sensazioni
cutanee quali fitte, prurito, formicolio, punture, come se il corpo fosse
aggredito da parassiti in realta’ inesistenti. Negli ambienti medici
americani e’ considerata per lo piu’ una semplice forma di psicosi, ma
Mitchell ha piu’ volte dichiarato di volersi battere affinche’ chi ne e’
affetto “riceva la credibilita’ che gli e’ dovuta”. (AGI)
Concorso per giovani talenti nel
settore musicale intitolato a Carlo
Lorenzo Cazzullo
GALLARATE, 1 aprile 2015 – Fino all’11 aprile è possibile iscriversi alla
seconda edizione del concorso musicale per giovani talenti intitolato a Carlo
Lorenzo Cazzullo e promosso dall’Associazione Musica al Sacro Cuore in
collaborazione con il Comune di Gallarate.
Scopo del concorso, che si terrà il 9 e il 10 maggio al teatro delle Arti, è
promuovere l’attività di giovani talenti impegnati nel settore della musica
di qualità ed è rivolto esclusivamente alla musica strumentale. Possono
parteciparvi musicisti solisti o riuniti in formazioni da camera per un
massimo di cinque elementi e di età non superiore ai 25 anni, residenti nel
territorio della provincia di Varese o studenti iscritti a una scuola
musicale con sede nel territorio provinciale.
La prova del concorso consisterà nell’esecuzione di uno o più brani scelti
dai candidati nell’ambito di un intero programma da concerto da loro
presentato: a tutti verrà rilasciato un attestato di partecipazione, mentre i
primi tre classificati riceveranno borse di studio e i primi due la
possibilità di esibirsi in concerto nella stagione autunnale 2015 proposta
dall’Associazione Musica al Sacro Cuore.
Il modulo d’iscrizione e il bando completo sono scaricabili dal sito
www.aloisianum.it.
Le serate del concorso sono inserite nella programmazione Gallarate Classic
coordinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Gallarate, tra le
proposte organizzate dall’Associazione Musica al Sacro Cuore, che tra l’altro
propone anche il 17 aprile il concerto sinfonico, al teatro Condominio
Vittorio Gassman, dell’Orchestra Donizetti di Bergamo diretta dal maestro
Roberto Rizzi Brignoli, con musiche di Beethoven e Mozart. A differenza degli
altri concerti di Gallarate Classic, a ingresso gratuito, per questo evento i
biglietti sono al costo di 20 euro (10 per i minorenni) e le prenotazioni si
raccolgono scrivendo a [email protected] o telefonando al numero
333.1649490.
Gli altri appuntamenti curati dall’associazione Musica al Sacro Cuore sono
l’11 maggio alle ore 21 al Teatro delle Arti, con il concerto per violino
solo del maestro Vincenzo Bolognese e il 29 maggio alla stessa ora al teatro
del Popolo con il concerto per pianoforte e orchestra d’archi con al
pianoforte il maestro Giacomo Battarino.
Nasce il Premio Strega ragazzi:
presentazione alla Fiera del libro di
Bologna
La conferenza stampa di presentazione
BOLOGNA, 30 marzo 2015- di SARA MAGNOLINasce il premio Strega ragazzi i cui primi vincitori, scelti dai giovani 6/16
anni divisi per età in due fasce, saranno proclamati il prossimo anno alla
fiera del libro per ragazzi di bologna. L’annuncio è stato dato nella
conferenza stampa inaugurale della Bologna children’s book fair tenuta dal
presidente di bolognafiere duccio campagnoli, dal presidente del centro del
libro e della lettura del ministero della cultura romano montroni, dal
direttore della fondazione bellonci Stefan petrocchi e dal presidente
dell’aie marco polillo. Un premio che si sta progettando e che vedrà la prima
premiazione proprio nell’anno dei 70 anni dello strega.
Le due cinquine di finalisti suddivise tra 6 e 12 anni e tra 13 e 16 saranno
tese note a ottobre in occasione dell’iniziativa libriamoci e coinvolgerà poi
le scuole e direttamente i ragazzi per decretare i vincitori. Un rapporto ,
quelli con le scuole, che lo stesso montroni ha sottolineato come
fondamentale per sviluppare la lettura fin da piccoli. Per quanto riguarda il
premio strega ragazzi si sta lavorando attorno al meccanismo per arrivare a
strutturarli tecnicamente nei dettagli senza escludere a priori anche
un’apertura a letteratura straniera per ragazzi.
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Eric Clapton “Slowhand” compie 70
anni: uno tra i più grandi
chitarristi della storia
VARESE, 30 marzo 2015- di LUCIANO PRIORIEric Clapton, signore della chitarra rock, festeggia i suoi settant’anni con
un album antologico. Il musicista, che è nato il 30 marzo 1945 a Ripley,
nella contea inglese del Surrey, ripercorre infatti con Forever Man, un
confanetto antologico con 51 tracce che
coprono 30 anni di carriera, la sua
carriera da solista. Ma la storia di
“Slowhand”(mano lenta come è stato
soprannominato per il suo stile)
abbraccia in realtà mezzo secolo di
musica, passando dai gruppi che hanno
scritto la storia del rock-blues –
Yarbirds, John Mayall& the
Bluesbreackers, Cream, Blind Faith,
Delaney & Bonnie, Derek and the Dominos –
l’affermazione da solista che negli anni
ha attraversato differenti stili musicali, dal blues di matrice tradizionale
al rock psichedelico, dal reggae al pop rock. Di quella straordinaria
generazione di chitarristi inglesi nati nella prima metà degli anni 40 che ha
posto le basi del rock moderno fonando la figura del “guitar hero”, Eric
Clapton è forse l’unico che è riuscito a raggiungere uno status di
concertista al di sopra di ogni categoria. La naturalezza con cui Clapton
passa dall’adorato blues di Robert Johnson alla musica indiana di Ravi
Shankar(come è accaduto per il concerto omaggio al suo grande amico George
Harrison) al jazz con Wyntton Marsalis senza mai perdere nulla della sua
naturalezza e della sua comunicatività ha pochi eguali. Clapton è una
leggenda ma è riuscito a mantenere una grande freschezza di idee anche se,
nel giugno del 2014, ha confessato ad Uncut di essere stanco dei viaggi e dei
ritmi delle tournée.
<<Ci sono un sacco di cose che vorrei ancora fare, ma sto pensando anche alla
pensione. Penso di potermi permettere ancora di registrare ma non voglio
diventare imbarazzante sul palco – ha detto – la mia vera battaglia sono i
viaggi se potessi suonare nei paraggi, potrei ancora andare avanti>>. Se
prendesse questa decisione sarebbe veramente un peccato perchè ha raggiunto
un livello che trascende la sua storia ed è diventato anche un cantante
impeccabile. A ben vedere, la sua è la storia di un individualista
insofferente alla vita nella band che ha alle spalle esperienza decisiva per
l’evoluzione del rock: l’inizio folgorante con i Bluesbreackes di J. Mayall,
gli Yarbirds, la gloriosa quanto tempestosa vicenda con i Cream insieme a
Jack Bruce e Ginger Baker, la prima super band della storia, i Blind Faith,
Deleney & Bonnie, Dereck & The Dominos(dove incotrò Duane Allman)sono tutte
esperienze durate poco. Non è un caso se ripose l’offerta di entrare nei
Beatles quando Harrison se ne era andato;era troppo amico di George e, come
racconta lui stesso in uno degli splendidi Dvd BeatlesAntology non era fatto
per suonare in una band. Però non molto tempo dopo accettò di far parte del
gruppo che suona nel primo album della Plastic Ono Band di John Lennon e Yoko
Ono.
Al pari dei suoi colleghi coetanei, anche lui ha alle spalle qualche disastro
esistenziale: la scoperta di essere stato cresciuto dai nonni e non dai
genitori, che quella accanto a lui era la madre e non la sorella, il padre
mai conosciuto, la droga e l’alcolismo che l’avevano praticamente portato
lontano dalla musica, il rimorso di
essersi innamorato della moglie di George
Harrison(proprio questa vicenda ha
ispirato Layla, uno dei suoi capolavori).
Da tutto questo non è uscito felicemente
imboccando la strada che lo ha portato
fino ai nostri giorni, passando anche per
la tragedia della morte assurda di
Connor, il figlio avuto con Loris Del
Santo, precipitato dalla finestra di un grattacielo. Da quella esperienza è
scaturito Tears In Haeven, uno dei titoli più famosi del suo repertorio. Nel
frattempo ad Antigua ha fondato una clinica per il reab chiamata Crossroads,
come il capolavoro di Robert Johson e il festival che ogni anno organizza
chiamando i migliori chitarristi del Pianeta. A quel festival ha invitato
anche l’amico Pino Daniele, cui ha dedicato un brano, Pino 5, in occasione
della morte del musicista napoletano. Nonostante si fossero lasciati a colpi
di minacce di morte ha vissuto in modo serafico la reunion dei
Cream(certamente Ginger Baker e J. Bruce ne avevano più bisogno di lui) per
quattro concerti nel 2005 alla Royal Albert Hall di Londra. Lo chiamano
sempre”Slowhand” per la fluidità del suo stile e la chiarezza del fraseggio,
il suo nome è da decenni sinonimo di chitarrista virtuoso, il suo aplomb così
British e la sua musica sono di più lontano dall’idea di pensione si possa
immaginare.
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“La Famiglia Tadini” ora diventa
serie televisiva: un successo per la
compagnia teatrale varesina Tournée
VARESE, 29 marzo 2015 È stato presentato giovedì scorso al Palace Grand Hotel
Varese (via Manara), il nuovo progetto televisivo della Compagnia Teatrale
Tournée di Varese, frutto della collaborazione tra F2T Entertainment Srl (di
Francesca Mancuso e Fabio Corradi),
Studio FM di Francesca Mancuso insieme a
Infinity Solutions di Lugano ed Exformat
Comunicazione. Con l’occasione la
Compagnia ha festeggiato anche i 20 anni
di carriera: il gruppo, fondato da Fabio
Corradi, dal 1994 si è specializzato nel
genere della commedia brillante, portando
i suoi lavori nel territorio (provincia
di Varese e oltre) fino a raggiungere
varie città italiane e anche estere (è
stata molto apprezzata durante un tour a Boston, Stati Uniti). Ieri è stato
presentato il nuovo progetto “Dal palco alla televisione-Una nuova sit-com”,
un esperimento innovativo nel panorama varesino: “La Famiglia Tadini” si
prepara ad approdare sul piccolo schermo con i suoi divertenti personaggi.
Sono già state sceneggiate 50 puntate e sono già state girate le prime 4
della serie (riprese e montaggio sono state effettuate negli studi di Ala,
Trento). Per quanto riguarda la distribuzione, sono stati presi contatti con
diverse tv locali (puntando innanzitutto a una distribuzione provinciale e
regionale) e svizzere. «Questo progetto televisivo nasce da un percorso di 20
anni – ha dichiarato ieri il regista, autore e attore Fabio Corradi – e
sentivamo che passaggio dal palco al video doveva arrivare. D’altra parte
questo tipo di storia si adatta bene alla tv, tutto è nato in modo naturale».
Il progetto nasce a partire dal 2011, quando la Compagnia Tournée decise di
trasformare le loro pièce in vere e proprie puntate teatrali, rappresentate
una volta al mese:l’esperimento ebbe luogo al Miv-Multisala Impero Varese nel
2012 con un pubblico variegato composto da molte famiglie con bambini. È
proprio il concetto di famiglia che sta alla base della nuova sit-com: «è
un’idea che affonda le radici nel grande teatro, basti pensare alle tante
famiglie teatrali come i Rame – ha aggiunto Corradi, spiegando che – di fatto
anche noi siamo ormai una grande famiglia: sono quasi tutti attori storici,
che hanno iniziato questo cammino 20 anni fa, dando sempre la massima
disponibilità». Parlando di modelli, il metro di paragone della Compagnia
Tournée si basa su esempi come “I Robinson”: in comune hanno lo stesso stile
brillante, ma, come ha spiegato il regista, «in quel caso le storie erano
state scritte apposta per la sit-com, nel nostro i testi sono nati in ambito
teatrale». Spontaneità, improvvisazione: anche una battuta sbagliata può
offrire nuovi spunti. Sono questi gli ingredienti de “La Famiglia Tadini”:
ieri è stato presentato anche il trailer della nuova sit-com e sono stati
mostrati alcuni spezzoni tratti dalle prime puntate. “La Famiglia Tadini”
racconta una storia in cui gli spettatori possono facilmente ritrovarsi: il
capofamiglia Ezio e sua moglie si trovano a fare i conti con il futuro
genero: la figlia Michela si è innamorata di un botanico, ma il padre nella
sua ignoranza crede che sia un semplice contadino. Lui per la figlia vorrebbe
un laureato in Medicina o Economia e Commercio, ma si troverà a fare i conti
con una ragazza piuttosto determinata. Nella sit-com ci sono altri divertenti
Fabio Corradi
personaggi come gli zii Luciana e Vittorio: una coppia senza figli che, con
la scusa di andarli a trovare, finisce con l’”insediarsi” stabilmente presso
i Tadini.
«Il nostro intento è quello di fidelizzare lo spettatore – ha spiegato
Corradi – per questo ogni puntata inizia e finisce e il matrimonio sembra non
arrivare mai». Lo stile della Compagnia Tournée si ispira ai grandi maestri
come Totò e Aldo Fabrizi: i personaggi e le storie si basano sulla vita
reale: «l’obiettivo è far ridere il pubblico – ha proseguito il regista –
senza aspetti irriverenti o maleducati e portando sempre dei contenuti».
Corradi oltre al cast ha voluto ringraziare Francesca Mancuso, «l’unica vera
impresaria rimasta dalle nostre parti», ha sottolineato. Per quanto riguarda
la regia, è stato anticipato che nel proseguo del progetto c’è l’intenzione
di affidarla a Ettore Imparato, con cui c’è una collaborazione che dura da
anni. La serata di ieri è proseguita con un doppio omaggio a due artisti
grandi amici della Compagnia: l’attore Elio Veller (era presente la figlia
Veronica), scomparso nel 2012 e il cabarettista Marino Guidi, scomparso nel
2006. Presente alla serata di ieri anche l’attore Flavio Sala (anche lui ha
lavorato con la Compagnia Tournée in più occasioni), divenuto celebre con la
serie “Frontaliers”, sit-com prodotta dalla RSI (Radiotelevisione Svizzera) e
approdata poi anche sul grande schermo.
Sabrina Ferilli di scena al Delle
Arti di Gallarate con lo spettacolo
“Signori…le patè de la maison”
GALLARATE, 29 marzo 2015 – di SARA MAGNOLI –
E venne il giorno di Sabrina Ferilli. A
Gallarate, al teatro delle Arti, tutto è
pronto per accogliere, lunedì 30 e martedì
31 marzo alle 21, all’interno della
quarantasettesima stagione teatrale, la
bella attrice, sul palcoscenico accanto a
Maurizio Micheli e Pino Quartullo per lo
spettacolo “Signori… le paté de la maison!”.
Su regia dello stesso Micheli e ispirata alla pièce francese “Le Prénom” di
Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière (dalla quale era a sua volta
stato tratto il film francese “Cena fra amici” e, recentemente, l’italiano
“Il nome del figlio” di Francesca Archibugi), la commedia mette al centro
proprio una cena di famiglia. Marito, moglie, fratello, cognata, amico del
cuore, cibo preparato con pazienza e amore dalla padrona di casa aiutata
dalla madre esperta e pignola e l’annuncio di una nascita imminente con nome
da scegliere per il piccolo. Ma nel calore delle mura domestiche non si cela
solo il piacere di stare insieme, ma anche la voglia di dirsi cose mai dette
e tenute dentro per tanti anni. Tutto il bene e tutto il male possibile,
proprio come nelle “miglior famiglie”, tra sorprese e scherzi che si credono
innocenti e goliardici e che invece possono inaspettatamente rivelare
imbarazzanti realtà. Fino a far diventare il “paté” culinario un vero e
proprio pasticcio di sentimenti, emozioni, azioni per protagonisti.
Commedia brillante e grottesca al tempo stesso, porta sul palcoscenico delle
Arti ancora una volta un cast eccezionale e di qualità, invitando in qualche
modo il pubblico, seppur in senso figurato, a sedersi a tavola con i
personaggi e a partecipare, grazie al ritmo del lavoro, a quanto accade in
scena. Vedendo trasformato il menù preparato nei dettagli fin dalla mattina
dalla padrona di casa in una cena piena di colpi di scena, burle e
rivelazioni imprevedibili. Tra sorrisi, ma anche qualche lacrima.
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Eugenio Finardi e Vittorio Cosma oggi
a Varese: ” Le ragazze di Osaka” e
“Alelluja” incantano il pubblico
VARESE, 28 marzo 2015- di GIANNI BERALDO-
Finardi oggi in Piazza del Podestà
Davvero una bella sorpresa quella organizzata dalla Casa del Disco e dal
maestro e musicista Vittorio Cosma, ideatore del festival Microcosmi che si
svolge da un paio di anni a Comerio, dove musica arte e filosofia diventano
un unico crogiolo artistico.
Insomma un festival che una volta lo si poteva definire come alternativo.
Esattamente come la carriera del cantautore Eugenio Finardi, invitato dallo
stesso Cosma (amico e collaboratore di Finardi da molti anni) a promuovere
il festival suonando nel tardo pomeriggio di oggi qualche pezzo in piazza del
Podestà.Così, dopo una breve visita e una chiacchierata con il proprietario
della Casa del Disco Mauro Gritti, e un aperitivo consumato ai tavoli del
“Biffi”, ecco Finardi abbracciare la sua fida sei corde acustica dando il
via, (verso le 18 )a questo mini set, accompagnato dallo stesso Cosma alle
tastiere.
Alla Casa del Disco
Poche le canzoni offerte alla platea improvvisata (due di Finardi e una solo
musicale di Cosma), ma di grande impatto emotivo. Come l’iniziale “Alleluja”
di Leonard Cohen. Brano non semplice da interpretare ma che il cantautore
milanese è riuscito fare proprio grazie a quella splendida voce che tutti
riconoscono. Peccato per l’impianto acustico davvero scadente, però il senso
dell’iniziativa rimane intatto.
Stiamo parlando appunto del Festival Microcosmi e la raccolta fondi tramite
la piattaforma crowfounding. Sistema di sovvenzionamento in rete piuttosto
semplice nella sua applicazione ma straordinariamente efficace come resa.
Crowfounding ricordato più volte ai presenti da Cosma. Maestro che in questa
ora di intrattenimento ha raccontato di come ha conosciuto Finardi e
l’amicizia che ne è scaturita negli anni.
Anche Finardi ha raccontato brevemente alcuni episodi della sua lunga
carriera, e della sua vita più in generale <<Ricordo ancora la trasferta alla
fine degli anni Sessanta al mitico Festival all’Isola di Wight (festival che
si svolge tutt’ora, ndr) in Inghilterra: partimmo da Milano io e Alberto
Camerini su un “cinquantino” tramutato in chopper. Fummo bloccati alla
frontiera in quanto non avevamo targa. a quei tempi infatti in Italia per
questa cilindrata non era prevista targa, Dopo aver parlato con l’ambasciata
italiana, ci permisero di entrare ma applicando una targa provvisoria d
plastica che forse dovrei avere conservata. Una volta arrivati sul posto
incontrammo pure Fabio Treves. Momenti memorabili, festival dove suonò anche
il grande Jimi Hendrix>>. Poi un pensiero ai negozi di musica indipendenti
<<bisogna salvarli, tornare a comprare musica ne negozi come quello alle mie
spalle dove vi consigliano e hanno passione per questo lavoro, per la
musica>>. C’è spazio per i ricordi e piccole polemiche <<la promozione
musical è cambiata, così come i luoghi dei concerti sempre più grandi ma poco
socializzanti. In Italia poi sono scomparsi i grandi Festival residence come
invece esistono da sempre all’estero. Gli spazi dove suonare sono sempre
meno. Per fortuna esistono piccole realtà che credono ancora nelle buone
proposte artistiche, le stesse che vengono snobbate magari dalla città medio
grandi. Prendiamo Varese: l’ultimo concerto che tenni mi pare fu circa
vent’anni fa ai Giardini, per il resto concerti in piccole realtà provinciali
del varesotto>>.
Finardi e Cosma
Anedotti, storie e…musica. Così dopo il brano di Cohen e quello musicale di
Cosma utilizzato per una colonna sonora di un film, ecco la bellissima e
conclusiva “Le ragazze di Osaka”, tratto dall’album “Dal Blu” del 1987;
bellissima versione anche in questo caso con la gente basita al cospetto di
tanta classe e spontaneità Lunghi applausi sinceri, foto di rito, poi i
saluti e un arrivederci a Microcosmi.
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I Plateali in scena sabato al
Santuccio: ultimo atto del torneo
d’improvvisazione teatrale
VARESE, 27 marzo 2015– I Plateali sono
l’unica compagnia autorizzata a portare
in scena nel varesotto, a Como e nel
Canton Ticino il format dello spettacolo
comico più rappresentato al
mondo. L’Associazione Culturale Plateali
opera sul territorio di Varese e
Provincia dal 2000 ed è la sola realtà
locale autorizzata a promuovere e mettere
in scena il Match di Improvvisazione
Teatrale®. L’Associazione produce e
realizza più di 20 spettacoli/anno, più
di 20 Match di improvvisazione teatrale®
Amatori e Professionisti con un seguito di pubblico di oltre 3000 persone
l’anno e di oltre 2000 contatti fissi via mailing list e social network.
I Plateali gestiscono corsi di teatro a Varese e laboratori di
improvvisazione in Provincia di Varese, Como e Canton Ticino.