Inverter 3kVcc/400Vca per l’alimentazione degli impianti presenti lungo le linee ferroviarie Paride Delucca Eugenio Fedeli, Aldo Isi Luca Luciani, Marco Mungivera RFI - Direzione Produzione Bologna, Italia Sysco SpA Roma, Italia Abstract— La disponibilità su tutta la rete ferroviaria principale della tensione 3kVcc dovuta alla presenza della catenaria di Trazione Elettrica, può consentire di cogliere l’opportunità di utilizzare tale sorgente di alimentazione per la generazione, mediante un inverter appositamente sviluppato, di una tensione industriale da 400V in corrente alternata nei luoghi difficilmente raggiungibili da utenze elettriche interne od esterne oppure in caso di necessità di alimentazioni di emergenza per fuori servizio dei sistemi di alimentazione in bassa tensione. I. Introduzione Negli impianti a servizio della rete ferroviaria non di rado si manifesta la necessità di alimentare carichi a bassa tensione (bt) industriale (400 Vca) o nelle località di servizio o lungo le linee ferroviarie. Ciò implica la costruzione di cabine di trasformazione alimentate in media tensione (MT) con prelievo ed allacciamenti alla rete MT Interna o del Distributore Esterno al Gruppo FS (es. ENEL). Tutto ciò con notevole dispendio di risorse economiche e tempi di realizzazione di norma in conflitto con le necessità temporali dell’utente rispetto ai tempi di fornitura e costruzione di impianti in MT. Su tutta la rete ferroviaria di RFI è però disponibile un sistema alimentato da Sottostazioni Elettriche di RFI SpA che convertono la tensione primaria a 66/132 kVca energizzando la catenaria per la trazione elettrica (TE) a 3kV in corrente continua. E’ pertanto disponibile una fonte di alimentazione costante ed omogenea e l’alternativa alle cabine di trasformazione può essere rappresentata da un dispositivo in grado di convertire la tensione continua della linea di contatto TE in tensione alternata fruibile dagli impianti e dalla apparecchiature funzionanti a tensione industriale (400 Vca). Il dispositivo in questione è un INVERTER in grado di fornire in uscita una corrente alternata partendo dalla tensione continua applicata ai morsetti di ingresso. La possibilità di installare un INVERTER nelle adiacenze del binario prelevando la tensione di alimentazione direttamente dalla catenaria TE riduce in modo considerevole i tempi ed i costi di posa, attivazione ed utilizzo rispetto alle tradizionali cabine di trasformazione MT/BT. II. Caratteristiche tecniche L’utilizzo delle più moderne ed affidabili tecnologie nel campo dei dispositivi di commutazione, IGBT con Vce 6400V e correnti commutate fino a 750 A, ha permesso di realizzare un convertitore ad alte prestazioni ed elevato rendimento (> 90% a pieno carico) in unico stadio di potenza direttamente collegato alla linea di alimentazione TE. L’eliminazione dello stadio iniziale abbassatore, normalmente presente in questo genere di applicazioni con tensione in ingresso 3.4 kVcc nominali, rappresenta, senza dubbio, la più importante delle innovazioni tecnologiche introdotte da questo convertitore. L’inverter è realizzato in configurazione ponte ad “H” trifase, ogni ramo costituito da due IGBT (alta tensione/alta corrente) insiste direttamente sul primario del trasformatore adattatore di tensione ad elevato isolamento. Il rapporto di trasformazione è pari a 1670/400. La tensione efficace al primario è ottenuta mediante modulazione PWM dei dispositivi di commutazione, la frequenza di commutazione di 900Hz, in abbinamento alla reattanza inglobata nel trasformatore ed al filtro di uscita, permette di ricostruire al secondario una sinusoide a bassa distorsione armonica con gradiente di tensione dv/dt particolarmente contenuto. Gli IGBT con tali caratteristiche hanno limiti derivanti dalle perdite di commutazione che, in virtù degli elevati valori di tensione e corrente, sono relativamente alte. Il costruttore del componente, fornendo a corredo una ampia documentazione tecnica per il corretto utilizzo, indica quali frequenze di commutazione preferenziali quelle non superiori a 1.2 kHz al fine di contenere tali perdite e garantire il funzionamento entro i regimi termici caratteristici del componente. Si deduce che la scelta di una circuitazione che utilizzi IGBT di queste taglie, se da un lato permette di ottenere una macchina di elevate prestazioni ed elevata potenza, dall’altro impone l’utilizzo di un filtro di uscita di taglia superiore rispetto ad un analogo convertitore con frequenze di commutazione superiori (10-15 kHz) ma che non potrebbe permettere il raggiungimento della potenza del convertitore proposto con tensione di alimentazione 3kVcc. A garanzia di un corretto smaltimento del calore prodotto, gli IGBT, sono montati su speciali dissipatori in alluminio e ventilati in ambiente condizionato la cui temperatura è costantemente abbattuta da una unità di trattamento aria di opportuna potenza. Il confronto fra un sistema tradizionale e quello proposto è semplificato dalle rappresentazioni di figura 1 e 2 Fig.1 – Sistema di conversione tradizionale a doppio stadio Fig.2 – Sistema di conversione tradizionale monostadio La figura 1 illustra, in modo semplificato, lo schema di un convertitore di tipo tradizionale con il primo stadio abbassatore, essenzialmente costituito da un sistema in grado di generare un onda quadra, generalmente a duty cycle variabile e frequenza fissa, che viene applicato, attraverso speciali trasformatori, alla successiva sezione raddrizzatrice la quale, in uscita, alimenta il DC bus generalmente a 750 Vcc. In queste applicazioni l’elemento attivo è costituito da Thiristori o GTO le cui tensioni di lavoro sono in linea con le tensioni di alimentazione del sistema. Il loro utilizzo impone però circuitazioni complesse e gravose dal punto di vista della dissipazione termica e dei pilotaggi. Il raddrizzamento è generalmente costituito da diodi rettificatori veloci ad alta tensione, alta corrente, con perdite non trascurabili. Questa configurazione è in grado di permettere l’impiego nel successivo stadio INVERTER di dispositivi ad IGBT che fino a pochi anni fa avevano tensione massima Vce non superiore a 2400 V. La figura 2 mostra, invece, sempre in modo semplificato, il sistema adottato nel convertitore presentato in questa memoria, nel quale non è più presente lo stadio abbassatore e la tensione VAT è direttamente collegata, a valle del filtro di ingresso, allo stadio INVERTER. L’indubbio vantaggio di questa configurazione è rappresentato appunto dalla notevole riduzione dei componenti utilizzati e dalla semplificazione del circuito che si traduce in: Migliore affidabilità; Riduzione di pesi ed ingombri; Riduzione delle perdite complessive e conseguente miglioramento del rendimento totale; Riduzione dei tempi di manutenzione e ricerca guasti. La frequenza di commutazione relativamente bassa, impone, per l’ottenimento di una tensione a basso contenuto armonico, l’adozione di un filtro di uscita LC di taglia consistente, la cui dinamica, relativamente lenta, è compensata dalla elevata velocità di calcolo del microprocessore utilizzato, rendendo la risposta del sistema perfettamente in linea con le esigenze di esercizio del convertitore. Nelle diverse esecuzioni il convertitore è alimentabile con le tensioni normalmente disponibili in ambito ferroviario: - V nominale 3000 Vcc con variazioni 2900÷4000 V; - V nominale 1500 Vcc con variazioni 1100÷1900 V; - V nominale 750 Vcc con variazioni 550÷1000 V. Il trasformatore, del gruppo DzN0, permette di compensare, entro limiti molto ampi, l’eventuale squilibrio del carico, riducendone gli effetti al primario e consentendo all’inverter di lavorare in condizioni ottimali. Detta apparecchiatura, oltre che realizzare l’adattamento della tensione, realizza l’isolamento galvanico fra la linea TE ed il carico alimentato, garantendo un livello di sicurezza estremamente elevato grazie anche alla realizzazione con impregnazione totale con autoclave a vuoto spinto e vernici isolanti essiccate in forno. Tutti i trasformatori sono sottoposti a prova di rigidità dielettrica per un minuto alla tensione di 18.5 kVca; la prova viene ripetuta irrorando il trasformatore, su tutti i lati, con acqua di fonte per la verifica della tenuta dielettrica in condizioni di aria ambiente con percentuale di umidità prossima al 100%. Il cuore dell’elettronica di controllo per la generazione della terna trifase è costituito da un microprocessore a 32 bit di ultima generazione ed elevatissima velocità di calcolo. All’elettronica di controllo afferiscono tutti i segnali di misura provenienti dai trasduttori ad effetto HALL inseriti nel circuito di potenza, l’elaborazione di questi segnali permette al circuito di controllo di ottenere una efficace regolazione della tensione di uscita, garantendone la stabilità entro la tolleranza del +/1% in condizioni di carico statico e del +/- 5% in condizioni di carico dinamico con rientro nella tensione nominale in 40 ms (due periodi della V di output) dopo i transitori di presa e rilascio carichi. Il dimensionamento dei circuiti di potenza, elettromeccanici ed elettronici, tiene conto della necessità di sovraccaricare il convertitore fino al 150% della sua potenza nominale per un tempo di almeno 5 minuti; protezioni elettroniche controllano in maniera continua i valori delle temperature e delle correnti in gioco, arrestando il funzionamento della macchina quando vengano superate le soglie di sicurezza impostate. Un’ulteriore protezione è prevista nel caso di superamento della massima corrente in uscita, compreso sovraccarico, nei transitori di presa di carico. Questa protezione, detta di “secondo limite”, interviene riducendo la tensione di uscita quando la corrente erogata supera la soglia comprensiva del sovraccarico e della tolleranza. La riduzione di tensione è funzione della corrente richiesta mantenendola costante nella soglia di secondo limite, questa condizione viene sostenuta per circa 5 secondi, trascorsi i quali viene generato un allarme funzionale con arresto della macchina. Questa funzione, oltre che rappresentare una protezione per il convertitore, risulta utile per gestire l’intervento delle protezioni dei carichi alimentati con distacco degli stessi senza interferire con il regolare funzionamento dei restanti circuiti. La trasmissione degli impulsi PWM di pilotaggio agli IGBT collegati al 3 kVcc di alimentazione è realizzata con fibra ottica in modo da garantire l’isolamento galvanico fra sezioni funzionanti in Media Tensione e circuiti bt. Le schede di pilotaggio degli IGBT trasformano gli impulsi ottici provenienti dal sistema di regolazione in impulsi elettrici idonei al corretto funzionamento degli IGBT ed al contempo realizzano l’isolamento galvanico fra lo stadio AT e la regolazione. Nelle schede di pilotaggio, una per ogni IGBT, è realizzato un circuito in grado di verificare costantemente i parametri funzionali del dispositivo ad essa collegato, qualora, per ragioni di sovraccarico oltre il limite o di malfunzionamenti, i parametri funzionali assumano valori critici per l’integrità dello stesso, la scheda genera un allarme (DESAT) che, trasferito sempre mediante fibra ottica alla regolazione, produce l’arresto del convertitore. Una ulteriore ed altrettanto importante innovazione è rappresentata dall’adozione di un PLC che sovraintende al funzionamento della macchina. Esso scambia costantemente informazioni con il circuito di regolazione e con un posto di controllo remoto. Il PLC remotizza tutte le informazioni sullo stato funzionale, sulle grandezze elettriche e sulle eventuali anomalie di malfunzionamento e riceve da remoto e trasferisce al regolatore le richieste di avviamento e di arresto. Il PLC oltre a trasferire informazioni consente il Telecomando e Telecontrollo dell’apparecchiatura dai Posti Centrali (PCS o DOTE) o comunque da siti periferici locali utilizzando nei casi in esercizio i protocolli standard in RFI, utilizzando i canali trasmissivi HW più comuni come ad esempio fibre ottiche, cavi in rame e comunicazioni via etere GSM e/o GSM-R. Il convertitore è autonomo dal punto di vista energetico, ossia non necessita di ulteriori fonti di alimentazione per il suo primo avviamento ed è dotato di presa di emergenza per alimentazione dei circuiti ausiliari a 24 Vcc alimentabile da GE portatile esterno od accumulatori poi da rimuovere. Un micro convertitore 3000/24 Vcc della Potenza di 120W esterno alla macchina fornisce energia sufficiente a caricare un sistema di accumulo a super condensatori; ciò oltre a rappresentare ulteriore innovazione consente ai sistemi di controllo ed al PLC di trasferire informazioni in caso di mancanza delle rete TE al posto remoto, inoltre, il sistema ha energia sufficiente per manovrare il sezionatore manovrabile sottocarico posto a monte ed a protezione/sezionamento del convertitore, quando da remoto venga trasmessa la richiesta di avviamento della macchina. Relativamente all’esercizio le macchina è progettata per “non propagare il guasto” essa, infatti, in caso di guasto grave dispone delle sicurezze necessarie per arrestare immediatamente il suo funzionamento e scollegarsi dalla linea di alimentazione MT, inviando al posto di controllo remoto (Posto Centrale DOTE) la segnalazione di avaria. Sul pannello di controllo del convertitore è presente un display touch screen che visualizza costantemente lo stato funzionale del convertitore. Il menù di navigazione permette di accedere alle diverse pagine video che visualizzano gli stati dei dispositivi di sezionamento, le temperature interne, i parametri funzionali e gli eventuali allarmi generati. A prevenzione delle interferenze con le correnti codificate del segnalamento circolanti nelle rotaie, il convertitore dispone di un dispositivo di rilevazione di correnti armoniche generate e ricadenti nella maschera FS 96, Specifica 370582 rev 10. Il dispositivo controlla costantemente il contenuto armonico della corrente in transito nel circuito di alimentazione del convertitore, nel caso una componente risultasse, per ampiezza e per durata, all’interno della maschera, viene generato un allarme con arresto del convertitore con relativa segnalazione della presenza di allarme al posto remoto. Il dispositivo in questione analizza costantemente ampiezza e durata delle armoniche della corrente circolante nella sezione di ingresso a 3kVcc, e qualora risultassero, per durata o per ampiezza al di fuori dei limiti previsti dalla Maschera FS96, genera un allarme che blocca istantaneamente il funzionamento del convertitore. Per la sicurezza dell’operatore, il convertitore è dotato di: - Controllore di continuità dei negativi funzionali (ritorno TE); - Controllore di continuità dei collegamenti a terra (PE); - Interblocchi elettrici ed a chiave degli accessi alle parti in tensione. L’apertura accidentale di uno dei collegamenti verso terra (PE) o verso negativo (ritorno TE), eseguiti in doppio cavo indipendente, genera istantaneamente un allarme funzionale che oltre ad arrestare il funzionamento del convertitore apre il sezionatore da palo posto a monte del circuito di alimentazione MT. Una ulteriore innovazione introdotta è rappresentata dalla possibilità di selezionare, dal pannello locale a fronte quadro o dal monitor remoto, le modalità funzionali della macchina: 1. Possibilità di alimentare il carico in modalità “Rampa” o in modalità a “Gradino”; 2. Selezionare la tensione di uscita su quattro livelli: “360”, “380”, “400” e “410” Vca mantenendo costanti le caratteristiche di stabilità nominali. La modalità di cui al punto 1, alimentazione a rampa, permette di fornire alimentazione a carichi speciali quali trasformatori o carichi fortemente induttivi, che in alimentazione a gradino potrebbero generare extracorrenti di spunto in grado di creare Fig. 3 – Schema del convertitore installato a Melzo sulla linea Milano-Venezia perturbazioni in rete tali da provocare intempestivi interventi delle protezioni. La modalità di cui al punto 2 permette di recuperare le eventuali cadute di tensione introdotte dalla linea verso il carico quando questa sia lunga o particolarmente articolata in successive trasformazioni. Per gli utilizzi in ambito ferroviario il convertitore può erogare alle diverse tensioni generalmente utilizzate: - 1000 Vac, trifase o monofase a frequenza 50 Hz; - 400 Vac, trifase o monofase alla frequenza 50 Hz; - 230 Vac, trifase o monofase alla frequenza 50 Hz; La combinazione del sistema di uscita permette inoltre di ottenere tutte le tensioni in ca ed in cc normalmente utilizzate. Per quanto sopra il convertitore può essere utilizzato per alimentare - Sistemi di alimentazione di sicurezza delle gallerie, luci e forza motrice; - Sistemi di alimentazione impianti di segnalamento; - Sale tecniche per il segnalamento; - Locali tecnici in stazioni presenziate e non; - Sistemi di alimentazione per passaggi a livello a barriere mobili; - Impianti RED per snevamento deviatoi; Realizzabile in esecuzione da interno o da esterno nelle soluzioni SHELTER o in CONTAINER con dimensioni che vanno da 1500mm(L)x2000mm(H)x800mm(P) per la taglia minima da 15 kVA a 2400mm(L)x2600mm(H)x6000mm(P) per la taglia al momento massima da 400 kVA. III. Applicazione in Campo Rete Ferroviaria Italiana ha messo in esercizio negli scorsi mesi un convertitore di questo genere della potenza di 200 kVA costruito dalla SYSCO-CEA SpA ed installato a Melzo sulla linea Milano-Venezia nella giurisdizione della Direzione Territoriale Produzione di Milano con la funzione di seconda fonte di alimentazione dell’apparato ACC provvisorio in container su carri ferroviari realizzato ed in esercizio in tale località. Nello schema riportato nella fig.3 si riporta lo schema elettrico funzionale del convertitore che alimenta l’Apparato Centrale Computerizzato (ACC) presente presso la stazione di Melzo tramite un commutatore installato nel quadro bt che alimenta la Centralina di alimentazione dell’apparato in parola o attraverso la tensione proveniente da utenza bt di ente fornitore esterno al Gruppo FS. Durante i test, le prove e le verifiche tecniche eseguite dal costruttore e da RFI è stata alimentata la centralina in parola per alcune ore con risultati molto positivi, verificando contemporaneamente parametri elettrici e le sicurezze di previste dal sistema, comandando l’apparecchiatura sia da locale che da remoto. IV. Conclusioni Le positive risultanze della sperimentazione in esercizio del convertitore oggetto di questa memoria ne hanno messo in luce la versatilità, la robustezza e l’affidabilità in esercizio. La possibilità di alimentare direttamente dalla catenaria TE tutte le utenze funzionanti a tensione e frequenza industriale 400 Vca in luoghi difficilmente raggiungibili da utenze elettriche interne od esterne oppure in caso di necessità di alimentazioni di emergenza per fuori servizio dei sistemi di alimentazione in bassa tensione consentirà di ridurre in modo considerevole i tempi ed i costi di posa, attivazione ed utilizzo rispetto alle tradizionali cabine di trasformazione MT/BT. REFERENCES Lucio Mayer: Impianti Ferroviari, CIFI, Roma E. Fedeli, S. A. Pignari, and G. Spadacini, “High-frequency experimental characterization of impedance bonds used in railway systems,” in Proc. 8th Int. Symp. Electromagn. Compat.. Hamburg, Germany, 2008, pp. 13–18. Foto 1 – Convertitore da 200kVA installato a Melzo Fig. 4 – Vista anteriore/posteriore del convertitore da 200kVA S. A. Pignari, G. Spadacini, and E. Fedeli, “Measurement and assessment of exposure limits for the static magnetic field generated by large inductors for railway applications,” IEEE Trans. Electromagn. Compat., vol. EMC-53, no. 3, pp. 638-644, Aug. 2011. E. Fedeli, S. A. Pignari, and G. Spadacini, “Fast and accurate measurement of radiated emissions of moving trains according to IEC 62236,” in Proc. 9th World Congress on Railway Research (WCRR 2011), Lille, France, May 2226, 2011, pp. 1-8. Rogowski W. and Steinhaus W.: “Die messing der magnetischen spanning”, Archiv fur Elektrotechnik, 1912, 1, pp. 141-150. Ziegler, S., Woodward R. C., Iu, H. H. C., and Borle L. J.: “Current sensing techniques: a review,” IEEE Sensors Journal, Vol 4, pp. 354-376, September 2009. A. P. J. van Deursen, H. W. M. Smulders, and R. A. A. de Graaff, IEEE Trans. on Instrum. and Meas., Vol. 55, pp. 316-326, February 2006. A. 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