Castello_7 di domenica 8 gennaio 2017

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Parrocchia S. Michele a Castello, via S. Michele a Castello, 14, 50141 Firenze, tel. 055451335
Lettera settimanale ai parrocchiani
Anno Ventiseiesimo
11
n.
8 gennaio 2017
SEGNO DI CONTRADDIZIONE
Informazioni parrocchiali, non in commercio, riprodotto in proprio
Finite le feste natalizie con tutte le
loro consuetudini millenarie, il vangelo di Matteo che quest’anno ci accompagna nella riflessione liturgica,
ci impone una verifica sul vero significato della nascita del Signore Gesù,
che nel corso dei secoli è stato nascosto e contraddetto dal perdurare
delle usanze e manifestazioni precristiane che celebravano in questi giorni il dio Saturno.
Era questa nell’antica Roma la festa
più popolare e più cara alle persone
di ogni condizione sociale anche perché si imbandivano mense sontuose
per i poveri e gli schiavi. Erano giorni
durante i quali si scambiavano doni e
si festeggiava con conviti e banchetti
che spesso finivano in orge e giochi
d’azzardo. I saturnali terminavano il
25 dicembre con la festa del “sole invitto” (dies solis invicti) che riprende il
sopravvento sulle tenebre dopo il solstizio di inverno.
Nel mondo diventato cristiano si introdusse in questa data il ricordo della nascita del Signore, sostituendolo
a quello della rinascita del sole. Alla
nascita di Gesù fu associato tutto il
bagaglio di feste e usanze che furono
per così dire “battezzate”.
Nascita del Signore e festa della
luce, festa dei regali e della fratellanza universale, diventarono un tutt’uno
nel nome della nuova religione e del
potere della chiesa a scapito del vero
senso della nascita del Cristo, così
come ce la presentano i vangeli. Senso che la predicazione cristiana oggi
non riesce più a far emergere dal rumore festaiolo sul quale il consumismo
celebra i suoi fasti.
Quella degli uomini di chiesa fu così
una conquista che oggi paghiamo a
caro prezzo, perché sotto le apparenze di una festa cristiana si è affermata
la vittoria del consumismo e i saturnali
sono tornati a celebrare i loro fasti.
Qual è allora il vero senso del Natale del Signore che abbiamo perduto?
Come e con quali contenuti possiamo
affermare che in Gesù Dio è con noi?
Il racconto dell’evangelista Matteo
fin da principio ci prospetta un contesto diverso da tutto ciò che noi chiamiamo natalizio.
Il bambino che è nato ha infatti
subito da fare i conti con il potere di
Erode che lo vuole sopprimere. La sua
prima esperienza è quella della fuga
lasciandosi dietro una scia di sangue
e di morte. Quasi un presagio che traspare spesso più o meno velatamente
in tutto il racconto evangelico.
Gesù è sotto tutti gli aspetti un “segno di contraddizione” (Lc. 2, 34) nei
confronti del potere sotto qualsiasi
forma esso si presenti.
Iddio con noi, l’Emmanuele, è una
presenza scomoda perché il regno
che annuncia e che ormai si è avvicinato e reso presente, come dice la
voce del Padre nel racconto del battesimo del Signore (Mat. 3,17), chiede
una scelta radicale per la giustizia.
Quella giustizia che Gesù dice di voler portare a compimento, ma non da
solo (il verbo è al plurale: “noi”).
Giustizia intesa come ricerca di un
progetto che impegna ad una continua lotta e ad una continua scelta
perché il mondo si trasformi non per
un giorno e nella finzione di un anniversario, ma in una realtà duratura di
comunione e di pace.
Comunione e pace che può riempire di gioia solo se ci rendiamo conto
che la presenza del Cristo nel mondo è nello stesso tempo, come ha
detto papa Francesco, un mistero
di speranza e di tristezza, in quanto
l’amore non è accolto e la vita nei
suoi vari aspetti viene scartata.
Il grido di Giovanni il Battista:
“Convertitevi”, verrà ripreso da Gesù
stesso dopo le tentazioni nel deserto e all’inizio della sua predicazione (Mat. 4,17). Conversione verso la
giustizia significa rendere possibile e
concreto il progetto delle beatitudini (Mat. 5,1-12).
Diventa allora questo il vero senso del Natale, cioè della nascita e
della presenza nel mondo del Figlio,
fatto uomo, del Dio-con-noi. Una
presenza che dà speranza all’umanità, ma non per tranquillizzarla e
confermarla nella quiete egoistica
dei consumi, ma per prospettare
quel destino di dolore da riscattare, di salvezza da portare là dove
oppressione, egoismo, violenza calpestano la vita e la dignità di ogni
uomo.
Una presenza che chiede, a chi si
impegna in questo cammino di giustizia, di mettere in conto l’esito della vicenda umana di Gesù e di tutti i
suoi discepoli, a partire da Giovanni Battista. Tutti quelli che, dai primi
tempi ad oggi, hanno speso la loro
vita per la salvezza e la speranza di
coloro a cui il potere l’ha tolta, hanno conosciuto il sacrificio, la sconfitta e spesso la morte.
Per il discepolo di Gesù infatti è
detta l’ultima beatitudine: “Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia” (Mat. 5,12).
Questo ci mette dinanzi il Natale
del Signore e questo è ciò che abbiamo dimenticato.
don Paolo Aglietti
GIUSTIZIA
di Annamaria Fabri
Non è facile per noi oggi comprendere la parola giustizia quando la troviamo scritta nella Bibbia perché siamo legati ad un concetto antico
che deriva direttamente dalla cultura greco-romana.
La giustizia era intesa ed è così ancora oggi,
come una regola che guida l’agire fornendo
una norma a cui gli uomini si devono attenere:
giusto è così chi osserva la legge, tanto che nel
linguaggio comune noi ancora oggi intendiamo
la giustizia in rapporto all’osservanza della legge
e la associamo a ciò di cui si occupano i tribunali.
Nella bibbia invece il concetto di giustizia non
si basa sulla conformità o meno ad una norma
data o ai criteri che regolano i rapporti tra le persone stabiliti da una autorità o da una convenzione sociale, ma diventa l’entrare in un rapporto di
fede (Gen. 15,6) con un Dio che si è legato al suo
popolo con un Patto con il quale Dio interviene
nella storia. Sottoporsi al giudizio di Dio significa
quindi ottenere da lui quella giustizia alla quale
Egli si è impegnato.
La giustizia di cui parlano i libri dell’antico e del
nuovo testamento è quindi il dono di Dio che salva il suo popolo e deriva direttamente dalla sua
fedeltà e dalla sua misericordia (cfr. Sal. 103,6).
In una parola: giustizia è salvezza.
Dall’agire di Dio nei confronti del suo popolo
nasce l’esigenza che anche il popolo mostri altrettanta fedeltà e misericordia. Fedeltà nei confronti di Dio, misericordia nei confronti del prossimo. Il giusto quindi sarà colui che si farà guidare
dalla giustizia di Dio (Isaia 58,8) compiendo opere
giuste e restando fedele all’alleanza, così come
Dio è sempre fedele.
Fedele a questo modo di pensare, il vangelo di
Matteo metterà la giustizia di Dio come base del
progetto di salvezza che Cristo inaugura con la
sua presenza (Matteo 3,15). In questo senso sono
“beati” coloro che hanno fame e sete della giustizia (5,6) cioè tutti coloro che ricercano il pieno
compiersi della giustizia antica nella novità del
Regno (5,20; 6,33) che si annuncia come il trionfo
definitivo e il compimento della Legge che Gesù
Cristo non è venuto ad abrogare, ma a portare a
pienezza (cfr. 5,18).
Giusto sarà quindi chi, come Giuseppe, lo sposo
di Maria (1, 19), è attento alla voce di Dio e risponde prontamente ottenendo così una giustizia simile a quella di Abramo.
NOTIZIE DALLE MISSIONI
Carissimo don Paolo e carissimi amici di Castello,
quest’anno arrivo a farvi gli auguri in ritar- e la possibilità di prendere qualche libro con
dissimo... sono arrivata qui da meno di due contenuti cristiani. Un piccolo seme gettato,
mesi ma mi sembra sia passato un secolo che parte da relazioni semplici e vere.
da quando ci siamo visti.
Vi mando qualche foto.
Nelle baraccopoli abbiamo già portato
Vi mando anche la foto della nostra coil Gesù Bambino e dal 3 dicembre, ogni sa- munità internazionale: Mireille e Eudoxie delbato abbiamo festeggiato in parrocchia il la Repubblica del Congo, Tee thailandese,
Natale, l’ultimo giovedì 22 con le mamme, Agnese, Elisabetta ed io italiane... un bel
sempre delle baraccopoli, per la maggior gruppo...
parte buddiste e con un buon numero di
musulmane. È stato davvero un bel momento.
Vi racconto di questo ultimo Natale.
All’inizio abbiamo ascoltato la canzone
“Prayers of mothers” (preghiera delle madri)
di quelle quattromila donne ebree e palestinesi che nell’ottobre scorso hanno fatto una
marcia di 14 giorni da nord a sud della Palestina per chiedere al governo israeliano un
impegno maggiore per la pace.
Era per noi la fratellanza che Gesù ci insegna al di là di ogni nostra differenza ed è
anche un segno di quanto l’unione nell’aQuest’anno per me Natale è credere
more può essere forte contro ogni tipo di
davvero
di essere amata e amati da Dio, e
male o nemico (argomento da sviluppare
per il prossimo anno, come queste donne di questo vivere. Non è una favoletta per
delle baraccopoli unite possono cambiare farci andare avanti tranquilli, è la verità di
cui anche se ci sentiamo cristiani (e, come
qualcosa nel loro ambiente sociale).
Dopo abbiamo visto un breve video di me, con voti religiosi) davvero non viviamo.
Che possiamo credere sempre di più in
testimonianze di persone thailandesi protestanti, alcuni sono musicisti che qui cono- questo Dio che ci ama e cambiare un po’
scono, un altro un autore di testi di canzoni e per vivere di Lui e non di noi stessi!
un altro ancora il proprietario di una grossa
Un forte abbraccio e con gratitudine vi
catena di centri commerciali. Tutti raccon- auguro buon anno!! Scusate ancora del ritavano del loro rapporto con Gesù, come la tardo nello scrivervi.
vita avesse trovato un senso in lui.
Ciao,
Dopo, noi dello staff, abbiamo fatto una
Valentina
recita di Natale con alcune donne che partecipavano, io ero una delle pecore... e lì
hanno riso da morire!! Dopo siamo passati al
Bingo con i nomi natalizi (presepe, albero di
Natale...) e si sono aperte le danze...
Ho visto delle donne contente, e che in
qualche modo si sono sentite amate, curate e felici che qualcuno si fosse interessato
a loro. Alla fine hanno ricevuto un piccolo
pacco dono, con cose molto semplici ed utili: saponette, dentifricio, asciugamani, riso...
Giovani congolesi di Bukavu hanno scritto una “lettera ai popoli del mondo”. Eccone degli stralci.
Buongiorno, popoli del mondo!
Vi auguro pace, gioia,
saggezza per vivere nell’intimità con Dio, con voi stessi
e con gli altri.
Vorrei che sapeste che
l’Africa è un continente
vasto e meraviglioso, che
è diventato un campo di
battaglia. È dall’epoca coloniale che noi, Africani subsahariani, subiamo
guerre e violenze di ogni tipo, con conseguenti
fame e fuga di popolazioni. Ancora in questi
decenni, viviamo guerre causate dai nostri fratelli, dai nostri politici e anche da stranieri.
Ci addolora il pensiero dei nostri fratelli e sorelle morti per guerre che non li riguardavano e
ci dispiace vedere le nostre ricchezze sfruttate
da altri continenti. La guerra ci ha anche priva-
ti dei nostri genitori, gran parte della popolazione è poverissima e privata dei suoi diritti.
Alcuni fra voi, alla ricerca di materie prime,
di avorio, di legname, maltrattano l’Africa e
quando noi vogliamo reclamare i nostri diritti
presso le nostre autorità, non siamo ascoltati:
sappiamo che sono anche corrotte da voi. Provocando la guerra in certi paesi d’Africa, contribuite al loro arretramento.
E voi che fabbricate armi, voi che le fate arrivare nei nostri Paesi, smettete questa pratica,
perché esse sono alla base dei flagelli che lacerano l’Africa. Promuovete la pace e non la
guerra.
Fratelli e sorelle del mondo fateci posto vicino a voi come vostri amici. Siamo figli di un
solo Padre che ci ha domandato di amarci l’un
l’altro...
RESOCONTO CARITAS - S. VINCENZO
La Caritas S. Vincenzo comunica il resoconto della sua attività nell’anno 2016
OFFERTE RACCOLTE
€. 4.112,50
USCITE PER SUSSIDI VARI
€.
510,91
PER ACQUISTI DI ALIMENTARI
€. 2.741,00
PRODOTTI DISTRIBUITI NELL’ANNO 2015
Zucchero
Kg. 163
Burro
Kg. 47
Scatolame
Kg 49
Riso
Kg. 194
Pom. pelati
Kg. 159
Caffè
Kg. 32
Pasta
Kg. 576
Legumi vari
Kg. 249
Olio
lt. 153
Form.grana
Kg. 105
Passata pom. Kg. 150
Latte
lt. 1238
Prodotti vari per circa Kg. 180
Di questi prodotti circa il 40% sono stati acquistati e il 60% sono stati donati
AVVENTO DI FRATERNITÀ
la raccolta di questo anno per le intenzioni dell’Avvento di Fraternità
è stata di € 7.514,60=
di cui € 2.400,00 dal Centro Anziani, che ringrazia di cuore tutti coloro che hanno contribuito
a far sì che il Centro Anziani, con il proprio mercatino di Natale, abbia potuto raccogliere e
devolvere questa cifra per le intenzioni dell’Avvento.
CALENDARIO
Domenica 8 gennaio: Battesimo del Signore - orario festivo consueto
Martedì 10 gennaio:
ore 15.30 Catechesi degli Adulti c/o il Centro Anziani
ore 21,15 Catechesi degli adulti in parrocchia.
Mercoledì 11 gennaio: ore 17.45 Corso di ebraico biblico in parrocchia
Domenica 15 gennaio: 2a del Tempo Ordinario - orario festivo consueto
Castello_7 è anche a questo indirizzo: http://users.libero.it/don.paolo.aglietti e-mail: [email protected]
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