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Pisa , 1 5 Novembre 1 879
ANNO VII.
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Num. 38.
Luzza
Deus Vos benedica, dummodo Veritas
FIDE ET OPERIBUS
praecedat, comitetur et seguatur.
p:sipulecD=c smyrrrimAi\T _Ara=
pubblica
OGNI SABATO
A domicilio in tutta l'Italia — Un anno L. 4. 60 — Un semestre L. 2, 30 — Un trimestre L. l, 15. — All'Uffizio — Un
anno L. 4, 00 — Un semestre L. 2, CO — Un trimestre
L. 1, 00.
Un numero separato costa cera. 7, arretrato 14.
N articolo dell'Osservatore
LA VERGINE IMMACOLATA
. QUADRO OLEOGRAFICO
Stante la sua importanza e la giustezza
dei pensieri che vi sono esposti vogliamo far
conoscere ai nostri lettori il seguente articolo, che sotto la modesta rubrica di ultime
notizie, si leggeva nel n. 251 dell' autorevole
periodico l' Osservatore Romano.
di centimetri 38 per 53.
stupendo per composizione, per vaghezza
ed armonia di tinte, e di un effetto delizioso; uno
certo dei lavori più belli della Pontificia Società
Oleografica.
In mezzo al quadro campeggia la VERGINE
IMMACOLATA in forma di una celestiale visione.
A destra si vede Pio IX inginocchiato che la proclama a tutto l'universo, mentre a lui vicino sta
UN ANGELO che mostra la tessera sine labe concepla e la STORIA in atto di registrare il faustissimo evento; dall'altra parte LA RELIGIONE, LA
FORTEZZA, LA MANSUETUDINE, LA PACE. Nella
parte inferiore del quadro l'ARCANGELO SAN MICHELE combatte vittorioso l'idra dalle sette teste
e difende il VATICANO che è sotto la protezione
della Madre di Dio.
Il prezzo del quadro spedito franco per posta arrotolato in cilindro di legno è di LIRE 10;
e di LIRE 18 in telaio con cornice dorata spedito entro cassa in porto assegnato per ferrovia.
I nostri Associati, che ne daranno la commissione a noi direttamente con vaglia postale
entro lettera franca, godranno una diminuzione
di LIRE 2 sui prezzi indicati e di più riceveranno in dono per un anno il giornale settimanale
GIARDINETTO DI MARIA Cito comincierà a vedere
la luce il giorno 8 dicembre p. v.
Quelli che prima di acquistare il quadro desiderassero riceverne la fotografia, ne facciano
a noi domanda con cartolina postale da cent. 15
e sarà loro trasmessa gratuitamente.
Il quadro sarà spedito a tutti i committenti
nel giorno 25 corrente.
Pauroso, sconfortante, quasi disperato è
sentimento dell' Opinione del 26 ottobre nell'articolo intitolate la politica estera e l' Balia. Vi
si compiange l'isolamento di questa; e favellandosi della politica di Bisrnark, si trema a causa
della supposta pacificazione dello Stato Germafico colla Chiesa cattolica; si giunge fino a prevedere che il Grande Cancelliere tedesco, in
compenso delle scarse concessioni che darà alla
Chiesa in Germania, purchè essa lo assecondi
nella politica interna di lui, prometterà un maggiore appoggio alla Curia Pontificia fuori di
Germania, e vuolsi che il governo e i lettori
ponderino a roido enesto amaro sospetto cui,
l'Opinione dice, non mette fuori a caso ma con
meditato disegno.
Queste paure dei giornale ebraico hanno un
fondamento non certo ideale, attesa la falsa posizione in cui si è messa l'Italia spogliando il
Papato dei suoi temporali diritti ; difatti chi non
sa che con questo ardito passo il governo commise un grosso sbaglio? Credeva forse di aver
per le mani nn affare dinastico e di poter trattare il Papa come il Re di Napoli o il Granduca
di Toscana? Ma queste cause son ben diverse.
Fondamento incrollabile di tutta la vasta associazione le cui membra sono sparse sulla faccia
della terra; vertice dell' autorità che governa
questo corpo morale ; centro del suo organismo
e principio della sua vita e del suo movimento,
•
APPENDICE
IL PENITENTE DI PIO VII
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L-ANTE
(Dai francese)
I.
All'epoca dei viaggio di Pio VII a Parigi ne/
18N, eravi un uomo che vedevasi dappertutto:
uscisse il Papa o rientrasse, si affacciasse allo
sportello della carrozza o alla ,finestra del palazzo in cui alloggiava, tornasse dalle Tuileries
o da Notre-Dame. Quell'uomo che sempre trovavasi innanzi al S. Padre, sembrava avere un
trenta anni, ma i suoi lineamenti avevano perduto la loro freschezza, ed i suoi capelli erano
già bianchi. L'esteriore ne era negletto senza annunziare indigenza: di giovanile altro non aveva
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P. PP. IX.
agli Scrittori della Croce Pisana)
PREZZO ANTICIPATO DI ABBONAMENTO.
AVVERTENZE.
L'Ufficio della Direzione e Amministrazione è alla Tipografia
posta via della Faggiola n. 8. - Le lettere non francate
si respingono. - I manoscritti ancorchè non pubblicati
non si restituiscono. - Si renderà conto dei libri e giornali rimessi all'Uffizio qualora sieno conformi allo spirito del
periodico. - Gli annunzi cent. 15 per linea o spazio di linea.
DEL. SIG.
(:Pio 1X.
non poteva essere colpito tanto gravemente,
senza che tutte le altre membra se ne risentissero. L'attentato alla sua indipendenza era mi
delitto contro l'indipendenza di tutte le coscienze, era un passo ad incatenare la universale
Autorità Spirituale. Polche è a sapersi da tutti
che l'indipendenza delle coscienze umano vive
nella Chiesa per l' indipendenza del suo Capo.
Tolta questa, la schiavitù dello spirito è proclamata in principio. Ha dunque la società cristiana un diritto inalienabile alla indipendenza
del suo Capo. E pel capo d'un' associazione universale, come la Chiesa, non sl dà indipendenza
senza sovranità.
Ora, siccome i fedeli, in quella che sono
figli della Chiesa, sono cittadini di vari Stati
ed entrano come parte nel loro organismo, non
poteva infliggersi loro colpo si fatale senza che
i governi interessati a mantenere la tranquillità
e i diritti dei loro sudditi cattolici se ne preoccupassero. E tanto più efficacemente lo dovevano fare, in quanto che nelle moderne teorie
di Governo l'autonomia e la libertà della Chiesa
rivestono in quasi tutti gli Stati d'Europa la
forma di mutue concessioni tra la Suprema Autorità Ecclesiastica e la Suprema A u tori tà civile.
Come trattare dunque con una Autorità Suprema schiava d'un Governo spesso inferiore di
gran lunga al proprio? Come mantenersi l'affezione dei sudditi cattolici sanzionando massimo
di questa sorta e ponendo in non calo gli appassionati loro reclami ? Lo creda l' Opinione, i governi d'Europa si preoccupano della situazione
del Papato più che ella non pensa, e i signori
del palazzo della Consulta potrebbero dirgliene
qualche cosa. 2 vero che vi è stato un tempo
in cui i gabinetti europei erano in mano di persone benevole alla rivoluzione o per somiglianza
di massime o per interessi del momento. Ma i
Beust e simili amici sono inesorabilmente caduti,
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conservato che due occhi vivi, ma mesti, e che
assumevano una strana espressione allorclnè. li
fissava sul Sommo Pontefice.
Spesso Pio VII ringraziava la Provvidenza
che negli impenetrabili suoi consigli lo aveva condotto in Francia, ove non riceveva che omaggi
in luogo d' insulti o d'indifferenza. Uomini che
si erano macchiati di ogni specie di delitti durante la tempesta rivoluzionaria, presi, nel vederlo, da rispetto, da terrore o da pentimento,
cadevano ai suoi piedi, confessando i propri falli,
e chiedendo perdono. Sapienti che negavano l'immortalità dell'anima, e facevano pompa d'ateisino, soggiogati da una sua parola o da un suo
sguardo, s'inginocchiavano ad un tratto sul suo
passaggio e ricevevano piangendo l' apostolica
benedizione.
E Pio VII con gioia sovrumana gustava quese inattesi trionfi, ringraziando l'Onnipotente che
aveva improntato in lui i due segni della grandezza celeste, la dolcezza e la maestà. Egli comprese tosto che quell'uomo che cosi ostinatamente il seguia, doveva avere esso pure qualche rivelazione straordinaria da fargli.
Un giorno adunque, in cui si recava a Saint-
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Cloud, il S. Padre fece fermare la sua carrozza
all' ingresso dei Campi Elisi, ed assicuratosi con
l'occhio che l'incognito seguiva ancora i suoi
passi, per mezzo di uno dei suoi nfficiali fecelo
avvertito che il Papa desiderava parlargli.
L'uomo si avanzò a passi lenti. Quando giunse dinanzi alla carrozza, cadde in ginocchio abbassando la testa senza parlare. Il Papa si chinò
verso di lui con bontà dicendogli
— È molto tempo che ci seguite, figlio mio:
con quale intenzione? Che avete da domandarci ?
forse la nostra paterna benedizione?
L'incognito fe' con la testa un segno nega.
tivo.
— Qual'è il vostro nome?
L'incognito mosse le labbra, ma il Papa solo
intese la risposta.
— Desiderate confessarvi a Noi ?
— Si, Padre santo, il mio delitto à ben grande; un solo uomo al mondo, ne son persuaso,
può avere ricevuto da Dio tal potere da darmi
una penitenza e l'assoluzione , e questo uomo
siete voi.
— Figlio mio, disse gravemente Pio VII, non
bisogna giammai dubitare della Divina miserieor-
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no spera possedere in sè stessa, divisa e maledetta dagli uomini e da Dio.
Q. D.
3 il Principe di Bisrnark è troppo grande uomo
li Stato, e troppo illuminato per non intendere
la voce dell'interesse del proprio Sovrano e del
proprio paese e farsi cuculiare dalle gracchiate
dell'Opinione e suoi padroni. Sia convinta l' Opinione giornale che tempo verrà in cui l'opinione
pubblica di Europa non sarà più quella nè del
1860 nè del 1870, ma l'irrequietezza dei cattolici farà pressione sui Governi; e allora, se questi entrati in una via più conservatrice e in vista dei pericoli sociali rinsaviti daranno una
mano agli aborriti clericali facendoli partecipare
al potere, domanderanno all'Italia che cosa ha
fatto del Papato; a qual termine ha condotto
quella secolare istituzione cara a tutti gli onesti,
necessaria al benessere dei popoli. Che rispondera l'Italia? che farà? E se nell'interno della
Penisola sviluppandosi i semi di discordia e gli
umori cancrenosi che ribollono, diverrà l'Italia
il fornite dei principii sovvertitori della pace
d'Europa, crede l' Opinione che i Governi saranno disposti, per l'amore platonico dell'Italia rivoluzionaria, a lasciare che quei semi producano
i loro frutti? e che i fondi segreti proseguano
ad alimentare Io spirito rivoluzionario a casa
loro come fin qui l'hanno tollerato?
Queste considerazioni mostrano con quanta
leggerezza si sia fin qui proceduto; a quali pericoli abbiano esposto ed espongano tuttora la
indipendenza e l'integrità della Nazione coloro che
la formarono avendo oppresso il papato e pur
volendolo opprimere ancora di vantaggio. Essi
nel breve palmo della loro mano vogliono chiudere questa gigantesca autorità, e sembrano simili a quello stolto che in una scorza di noce
voleva raccogliere il mare.
Che farà dunque l'Italia? L'Italia è ancora
a tempo di rimediare a tutti i suoi guai; è ancora a tempo di conservare i beni della indipendenza e dell'integrità, sebbene con mali mezzi
acquislata ; è ancora a tempo a salvare il suo
avvenire. La sua fortuna è che l'offeso è Pontefice, il quale per quanto abbia sentito e senta i
torti ricevuti, non può dimenticare la sua natura di Padre degl'Italiani. Si riconcilii adunque
l'Italia col Papa, lo restituisca nella condizione
di libertà, d'indipendenza, di sovranità vera e
territoriale; in una parola nella condizione a Lui
fatta dalla Provvidenza da secoli, e la sua sicurezza è ottenuta.
Poichè non v'è dubbio che facendo questa
pace onoratissima, sarebbe la patria nostra amata
e rispettata da tutte le altre nazioni che in essa
vedrebbero rispettato ed amato il Padre di tutti
i cattolici. Nè solo sarebbe rispettata; ma ancora
temuta. Perocchè con tante ricchezze di natura
ed arte, coi commerci rivenuti floridi, colle sue
numerose marine, coli' industrie incoraggiate,
colla gioventù balda e animosa che raccoglie in
pochissimo tempo, riacquisterebbe quella dignità,
quel posto di onore da cui tanti anni di aberrazioni e di tumulti 1' han fatta cadere e cui indar-
Nell'occasione che S. E. R.ma Monsignor Donnino Donnini già Proposto di
Barga, ed ora Vescovo di Montaleino faceva qui ritorno da Roma, una Deputazione di questa Collegiata si muoveva ad
incontrarlo verso il Borgo a Mozzano ;
alla porta del paese fu accolto dal clero
e dalla popolazione che plaudente lo accompagnò fino alla canonica al suono di
tutte le campane. Pi à tat;di anche la Banda civica faceva plauso al suo ritorno con
liete armonie. Nel giorno 17 poi tutto il
clero di questo Vicariato presentò alla
prefata Eccellenza R.ma il dono di un
anello col seguente indirizzo:
Eccellenza Reverendissima
La vostra esaltazione all' alta dignità vescovile cui piacque destinarvi il regnante
Pontefice Leone XIII, mentre da un lato
ci ha ricolmi di giubilo, dall'altro ci ha carrionato somma tristezza.
si, noi facemmo plauso all'alta mente del
Sommo Gerarca che ha saputo discernere e
premiare in voi la dottrina, la prudenza, la
mitezza, la fermezza e tutte le altre doti che
adornano il bell'animo vostro, e .di cui ci
deste larghe prove nel tempo, ahi troppo breve, che fu da voi governata, la nostra insigne Collegiata. Con noi applaudirono i nostri concittadini e andarono superbi della vostra elezione che onora la vostra e la loro
patria.
Tanta gioia ed esultanza peraltro fu amareggiata dal pensiero della vostra dipartita da noi. Ma se il nostro Gollegio lamenta
la perdita più che di un superiore vigilante
e giusto (lasciateci dir così) di un padre, di
un amico; il povero lamenta le vostre beneficenze, i cittadini la dignità e insieme la
gentilezza de' vostri modi. Come dunque non
esser compresi da sommo dolore al pensiero
della vostra perdita? Sebbene dolenti noi ci
umiliamo davanti ai decreti del Cielo che vi
offre un più vasto campo a far conoscere ed
esercitare le vostre virtù sacerdotali.
In mezzo .alle cure della vostra diocesi
deh non vi sia grave di rammentarvi delle
pecorelle che ora lasciate, dei vostri concit-
dia. Il vostro fallo è forse assai grave, ma ta
bontà di Dio è certamente molto più grande.
— Dopo ciò che ho commesso, riprese l'incognito, la cui voce diveniva ognora più debole,
è forse oltraggiare il Cielo lo sperare nel suo
perdono.
— Un simile pensiero fa oltraggio alla Divina clemenza: se vivete ancora, ciò accade, voi
lo vedete, perchè Iddio vuol lasciarvi tempo al
pentimento. Vi ascolterò questa sera.
— Padre santo armatevi di coraggio: fate
che siamo soli, che le porte siano ben chiuse,
che le mura soffochino la mia voce!
Pio 'VII pensò un istante, e gettò sull'incognito uno sguardo che penetrò i ripostigli più
intimi del suo cuore: poi dopo breve silenzio:
— Prendete questo foglio firmato dalle nostre mani , disse; con questo potrete essere introdotto a qualunque ora presso di Noi.
L' incognito prese la carta, la ripose nelle
sue tasche, si abbassò fino a terra e disparve.
La sera di questo giorno egli ebbe col sommo Pontefice un colloquio che si prolungò per
più di due ore. Nessuno giammai saprà ciò che
passò fra loro in quel solenne abboccamento;
ma quando fu terminato ed il Papa ebbe suonato il suo campanello, il cardinal P .... che per
il primo s'introdusse presso il S. Padre, rimase
sorpreso del pallore del suo volto, e voleva
dare ordine affinchè fosse arrestato l'incognito.
Pio VII fermò con un gesto il cardinale e con
un altro congedò l'uomo di cui aveva intesa la
confessione.
— Noi vi scriveremo da Roma, gli disse
con voce esile e che sembrava avere perduta
l'ordinaria sua inflessione di dolcezza: aspettate
la nostra decisione, e adempite la vostra penitenza. Io, vicario di Dio in terra, e il cardinale
qui presente inalzeremo ogni giorno una speciale
preghiera per voi.
Due mesi dopo questo colloquio, uno straniero presentavasinnanzi al Sindaco della piccola citta di *** dichiarando di fissare colà il
suo domicilio.
La vita di questo individuo presto divenne
l'oggetto della generale curiosità. Egli si stabilì all'estremità della città in un casolare isolato,dinanzi al quale non passavano tre persone
nel corso del giorno. Una donna che egli esattamente retribuiva, recavagli al mattino la sua
4
ONORI A mon DONNINI
NUOVO VESCOVO DI MONTALCINO
Ci scrivono da Barga:
tadini, dei vostri colleghi in special modo che
serbavano imperitura memoria dell' amore
fraterno con cui presiedeste al loro governo,
delle gentilezze con cui li ricolmaste, e che
ora da voi implorano umilmente la Pastorale
benedizione.
Seguono le firme.
A. questo indirizzo letto dal signore arcidiacono Raffaello Salvi, che poi presentò lo
anello, Monsignor Donnini rispose, che accoglieva di buon grado il dono del suo clero;
e che il prezioso anello, simbolo di unione,
come gli avrebbe ricordato il connubio spirituale colla sua mistica sposa la chiesa di Montalcino, gli sarebbe pure rimasto sempre avanti
agli occhi qual memoria giocondissima della
bella armonia che fra lui e lo stesso suo clero erasi mantenuta inalterata nel breve periodo del suo governo in quella Parrocchia,
e in quel Vicariato. Quindi rivolse parole di
ringraziamento a tutti i presenti , non solo
per la cooperazione all'offerta che allora gli
facevano, ma ancora per le molte dimostrazioni , con cui lo avevano onorato dopo la
sua promozione alla dignità vescovile, dignità
di cui riconoscevasi immeritevole. Implorò poi
la carità delle loro preghiere per ottenere
dal Cielo la grazia di non venir meno giammai ai doveri del suo nuovo ministero, e di
non tradire nè la Chiesa, riè le anime. E per
mostrare in qual conto tenesse il suo clero,
dichiarò di averlo avuto presente in Roma
allorchè si trovò ai piedi del S. Padre, implorando tanto nella prima quanto nelr ultima udienza a favore di esso 1' apostolica benedizione. Volle poi che tutti avessero un
ricordo di quel giorno, che quanto a se chiamava solenne, e donò loro una medaglia
commemorativa a chi del primo, a chi del
secondo anno del pontificato di Leone XIII
che raccomandò con moltò interesse alle preghiere di ciascuno pel bene della Chiesa e
della civile società. x.
UNA. VISITA._ A. IPISA
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I forestieri che in carrozza si recano a vedere i nostri monumenti, nel passare dalla piazza dei Cavalieri difficilmente andrebbero esenti da una fermata
che fa il vetturino per additare loro una
ala del palazzo Finocchietti, intorno alla
quale facendo da Cicerone, chi sa quante fole da ad essi ad intendere sul conprovvista per tutta la giornata: un pane e dell' acqua. Dormiva su due tavole, e sebbene in
quell'epoca l'inverno fosse nel suo massimo rigore, egli non accendeva fuoco giammai. Il suo
mobiliare componevasi di una tavola, di una rozza sedia, e di un gran crocifisso: aveva inoltre
un libro sul quale spesso meditava: era la Bibbia. I solitari della Tebaide non vivevano certo
con maggiore austerità.
La sorpresa fu ancora più grande, quando,
giunta la domenica, si vide quell'uomo uscire
di casa nero-vestito, con gli occhi bassi, dirigersi verso la chiesa parrocchiale, ed arrivato sotto il portico sostenuto da due pesanti colonne,
arrestarsi presso uno dei pilastri, mettersi in
ginocchio sul nudo marmo ed assistere in tale
posizione al S. Sacrifizio. Terminata la messa, sì
allontanò lentamente e senza parere di accorgersi del bisbiglio che aveva sollevato intorno a se :
scorgevasi solamente un pallore straordinario
sul suo volto.
(continua)
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te Ugolino e sulla famosa Torre della uomo valorosissimo che, come dice il
falne.
Roncioni, parve che fosse nato solamente
La fine (Ti quell' infelice conte essendo per la districzione dei Pisani (2). Questi,
nota a tutti, parrebbe superfluo che noi saputo che l'armata nemica si era imdovessimo occuparcene; ma pure per non postata presso lo scoglio della Meloria a
lasciare una lacuna difettosa nella nostra tre sole miglia di distanza dalla foce del
Visita, uopo si è riandarne brevemente porto pisano, paventarono di cimentarsi
la storia; e non colla poesia dei roman- C011 forze tanto superiori alle proprie. Si
zieri, ma colla genuina narrazione degli tenne perciò consiglio dai senatori e castorici. Il Conte Ugolino della Gherar- pitani, discutendosi se si dovesse o no
desca è tale personaggio della nostra accettare la pugna. I più vecchi erano
patria storia, che ben vale la pena a del saggio parere di Iacopo Villani che
diceva non esser conveniente uscire dalle
parlare di lui.
Era egli uno dei feudatarii del regno fortificazioni ; ma il conte Ugolino, o per
insipienza o per malignità, sosteneva dodi Cagliari in Sardegna, quando, profitad ogni costo affrontare il nemico.
versi
tando del cattivo stato della patria, coSventuratamente
prevalse il suo parere;
minciò, coi compagni, a non voler paPisani,
ebbri
di un mal' inteso amor
ed
i
gare il censo solito e a disprezzare il
in
bell'ordine divisi in
mossero
patrio,
Senato pisano. Condannato perciò come
prima
composta di 25 gala
schiere:
tre
ribelle e nemico di Pisa, venne spogliato
Potestà
Alberto Modal
lere
era
condotta
del giudicato di Sardegna, e trovossi
20 era guidata
seconda
di
altre
rosini
;
la
costretto a fuggire con altri nella vicina
Lucca. L' esule conte insieme ai guelfi da Messer' Andreotto Saracini ; e della
cacciati di Pisa si mise d'accordo coi terza, che era il corpo di battaglia conFiorentini per fare scorrerie e danneg- tenente il resto dell'armata, era capo e
giare i paesi vicini ai monti pisani. Non conduttore lo steso conte Ugolino (Dal
potendo prendere il castello dt Vico, ab- Borgo 297 e seg.). Il Roncioni ed il
bruciarono S. Giovanni alla Vena ed al- Tronci recano i nomi dei capitani delle
tri borghi. Oltre ai Fiorentini, i ribelli galere (alcune delle quali erano loro proerano coadiuvati dai Lucchesi, dal vica- prie), ed essi appartengono alle più illurio dell'Imperator Carlo e da altri con- stri nostre prosapie. Si può giustamente
federati. L' esercito avea circa 1500 Ca- affermare che tra militi e duci tutta la
valli e gran fanteria ( Tranci, an. 1276). nobiltà Pisana era rappresentata in quelI Pisani, vedendosi inferiori di numero e l'impresa. E pensare che tanto fiore di
patriziato e di gioventù, tanto nerbo di
di forze, fecero con incredibile ardore
un fosso lungo dieci miglia con steccati forze e tanti generosi sacritizii fatti doe bertesche di legno, dalle vicinanze del- veano esser'immolati all'ambizione di un
uomo Così fu pur troppo, e così dola città fin quasi a Pontedera per impedire il passo ai nemici. Questi dopo vea esser (come osservano i nostri croaver seminate rovine per il paese, si nisti) per giusto giudizio di Dio, il qua'spinsero fino alla badia di San Savino le volle punire Pisa del sacrilego delitto
cOl'idea .di metter l'assedio a Pisa. Al- commesso circa 44 addietro, allorquando
lora i Pisani si videro costretti a scende- nello stesso mar Tirreno i suoi figli afre a patti con essi, e doverono soggia- frontarono le navi che conducevano a
cere alla dura condizione di richiathare Roma molti prelati 'Porestieri, chiamati a
in patria i fuorusciti, tra i quali era il un Concilio da Papa Gregorio IX, e queprimo il conte Ugolino. Costui niente più sti fecero prigionieri in ossequio all'Imambiva che di farsi signore di Pisa e di peratore Federigo, persecutore della Chievendicarsi de'torti ricevuti. Intanto so- sa (3).
La battaglia della Meloria fece rossegpraggiunse un' opportunità. a lui favorevole per agire: fu come ammiraglio, in- giare di sangue le onde marine e fu per
sieme ad Andreotto Saracini, mandato i pisani una vera disfatta. Era quel giorcontro Genova , dove l' armata pisana no la domenica sei agosto 1284 , e la
potè a suo agio disfogare l'antico livore sorte con volubil capriccio quel giorno
contro i Genovesi, i quali poc'anzi avea.- stesso stato tante e tante volte faustissino mosso contro la Sardegna. Non si simo per Pisa (4), cambiò in un giorno
fece però dai Pisani un tentativo energi- di luttuosa memoria, siccome quello in
co per prender Genova, come la sorte cui nelle acque della Meloria naufragava
avrebbe loro permesso di fare in quella irreparabilmente la pisana potenza. Fubuona congiuntura; invece si piegarono rono prese dai Genovesi (secondo il Tronalla proposta dei nemici , di accettare ci e il Roncioni) ventotto galere, e vencioè una grande battaglia al largo, e tuna affondate. Varie sono le opinioni
dopo fatti i convenienti preparativi. Il circa il numero dei Pisani morti. o fatti
Dal Borgo in questo punto appone a de- prigionieri: è indubitato però che fu imlitto al conte Ugolino l' aver' egli, come menso. Basti che tanti furono i nostri conammiraglio, trascurato l'interesse della cittadini portati in Genova e chiusi nelle
patria col non profittare dell'opportunità carceri, che nacque il proverbio
Chi vuol veder Pisa vada a Genova.
che se gli presentava d' impossessarsi
della città di Genova rivale di Pisa, ma
Pisa infatti sembrò come spopolata
è da osservarsi che se ciò fu uno sbaglio dopo sì gran perdita di suoi figli.
per parte di lui e de' compagni, forse
E il conte Ugrolino che figura fece in
dipese dalla ragione d' onore mesa in- quella famosa giornata? ... Lo vedremo
nanzi dai Genovesi, i quali fecero inten- nel prossimo numero.
dere armata Pisana non esser cosa
D. S.
onorevole l'assalire d'improvviso ed alla
(1) I Pisani per ispregio lanciarono contro
sprovveduta una città nemica con forte
i necnici frecce d'argento e sassi coperti di pannerbo di navi e di soldati (1). Ad ogni
no scarlatto. (Dal Borgo II, 288, Tronci pag.
modo però è evidente che di qui inco244 ediz. antica).
(2) Lib. IX. pag. 607. Questo autore dice che
minciano i guai della nostra Repubblica.
il numero delle navi genovesi era di 130.
Infatti poco tempo dopo accadde la ter(3) 11 Dal Borgo al torno I, dissertazione IV
ribile battaglia della Meloria, le cui conparla a lungo per dimostrare elio il detto gaseguenze troppo riuscirono funeste per
stigo presso la Meloria è stato ideato dal partito Guelfo. E vero senza dubbio che nel 1240
Pisa.
i Pisani fecero prigioniere le navi dov'erano i
Armarono i Genovesi 144 galere e
prelati tra le isole del Giglio e Montecristo e tre
posero a capo dell'armata Uberto Doria,
sole ne affonlarono nelle quali erano soli laici
.
-
L. I
secondo quel che le,ggevasi in un manoscritto
prezioso dello Spedale di S. Chiara; ma potrebbe il medesimo essere stato scritto da persona
ghibellina, interessata a ricoprire l'azione non
lodevole dei Pisani. Ad ogni modo, ammesso pure che essi non abbiano annegato alcuno di quegli ecclesiastici e che tutti abbiano trattati coi
riguardi accennati in quel documento, rimane
però il fatto biasimevole di avere intercettato
il pacifico viaggio di quei ministri della Religione, cui i supremi interessi della Chiesa chiamava ai piedi del Vicario di Cristo. Poco monta
che da Federigo essi vengano considerati come
ribelli e nemici dell' Impero.
(4) Le vittorie riportato dai Pisani il 6 agosto sono sei; e perciò avevano eletto S. Sisto P.
e M. in cornpatrono, essendo quello il giorno di
sua festa. Ma di ciò parleremo altrove.
Cose locali
Lunedì decorso, in occasione della inaugurazione degli studi medico-chirurgici, il prof.
Puccianti lesse un bellissimo discorso, che ci dicono splendido nella forma e nei concetti ed affettuosissimo, consacrato alla memoria del compianto Prof. Marcacci .ultimamente rapito alla
patria e alla scienza.
Crediamo che il discorso sarà dato alle
stam pe.
Volentieri rettifichiamo un errore incorso
nel numero passato circa il numero degli studenti della nostra Universitft che dalla medesima si sono congedati: essi sono in numero di
30, come con sicurezza afferma un giornale locale. È poi da osservarsi che nel decorso anno
il numero dei giovani inscritti al detto patrio
Ateneo era stato eccezionalmente superiore a
quello degli anni passati. Del resto lo stato attuale della nostra citta è tranquillo; e i forestieri possono bene deporre su ciò qualunque dubbio
e apprensione. E la stagione stessa non invita
quest'anno al bel soggiorno di Pisa?
— A..quest' epoca del vapore e dell'elettrico è venuta meno ogni pazienza nell'attendere. Forse èquesta
una delle ragioni per cui a certi farmachi tuttochè
preziosi, ma che richieggono una lunga cura se ne
preferiscono altri che agiscono a grande velocità. Perciò al prsente nelle malattie spesso si ottengono subitanei miglioramenti ma precari e non già guarigioni
radicali.
Quindi non è maraviglia se l'accumularsi dei germi
infettivi , che intossicano il sangue , oggidi rendano
spesso micidiali anche quelle malatie che prima non
lo erano. — La Salsapariglia è un farmaco che non
ha pari come ricostituente e che oltre ad ogni altro
giova a'debellare la scrofola, la podraga, l'artritide,
i reumatismi cronici , il morbo mercuriale, ecc.
Il Cav. Mazzolíni valendosi delle ultime scoperte
della scienza ha formato uno Sciroppo in cui essendo
base la Pariglina ha saputo associare altri elementi
che ne convalidano l'azione depurativa e son diretti
a debellare i diversi Virus che attosicano l' economia
Animale.
Lo Sciroppo di Pariglina composto, trovasi nello
Stabilimento chimico del Cav. Giacomo Mazzolini, in
Roma, e in L'iati. alla Farmacia Paladini Lungarno
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Notizie italiane
Uii po'di politica — L'incertezza o
l'oscurità che regna nel governo è tanto grande
che non si sa più a che santo votarsi per venire a capo di un iota. La discordia, già assoluta regina fra le file dei destri e dei sinistri,
ora si impadronisce anche dello stesso ministero dove il ministro delle finanze tiene fermo
. sulla esposizione del bilancio fatto qualche setti-
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mana fa, mentre altri ministri vorrebbero modificate le pessime previsioni del Grimaldi mediante un rimescolamento delle diverse partite,
per mantenere, dicono essi, il prestigio del partito e così ingannare sempre il povero popolo
italiano come si è fatto dal 59 al giorno d'oggi
da tutti i destri e i sinistri che hanno potuto
avere il mestolo in mano.
Monumento a Galvani — Domenica passata è stata scoperta a Bologna la statua di Luigi Galvani nato nella stessa città il 9
settembre 1737 e morto il 4 dicembre 1798. Colla
scoperta della elettricità animale arricchì la
scienza e dette nuovo impulso alla fisica e colla
sua pietà e religione mostrò che si può essere
grandi scienziati senza essere atei. Sempre conseguente a sè stesso non sacrificò mai la sua
coscienza egli onori e piuttosto che prestare il
giuramento civico di fedeltà alla repubblica Cisalpina preferì di lasciare la cattedra universitaria perdendone anche lo stipendio e si ritirò
a vita privata. Onore al grande Italiano. !
•
Sciopero d'avvocati a
— A Cagliari tutti gli avvocati hanno ricu-
sato di andare ai tribunali e alla corte d'Assise
e d' Appello mettendosi in sciopero perchè il
guardiano delle carceri sequestrò ad uno di eS3i
delle note prese in carcere nel visitare un suo
cliente; il guardiano ne riferì al procuratore del
Re il quale pur consentendo che tali note fossero trasmesse all'avvocato, pur dette ordini precisi perchè non si rinnuovasse lo sconcio.
L' avvocato a sua volta riferì l'accaduto
al consiglio dell'ordine dal quale fu stabilito lo
sciopero. Quindi tutti i tribunali sono chiusi e
la giustizia ne soffre.
,
Aumento della ferma militare
— È intenzione del ministro della guerra di chia-
mare le classi sotto le armi al primo di gennaio e di sostenere davanti alle Camere che vanno chiamate in avvenire al primo novembre. Dicesi che proporrà anche una legge per portare
la ferma da tre anni a cinque.
Nascita principesca — S. A. la
Granduchessa Alice di Toscana ha dato felicemente alla luce una principessa, a cui sono stati
imposti i nomi di Anna, Maria, Teresa. Il battesimo ebbe luogo a Lindau e la tenne al sacro
fonte S. A. la Contessa di Chambord zia dell'augusta puerpera.
Una catastrofe a Napoli — La
sera del 7 corrente i solai della Caserma di Marina a Napoli sprofondarono tutti nei sotterranei
abitati per la manifattura del pane. Vi rimasero
sepolti due operai e il «figlio dell'ufficiale Tispoli ; gli altri poterono salvarsi. Nei sotterranei
sono rimasti sepolti circa 3600 sacchi di farina
e molti quintali di biscotto.
I trappisti — Il priore dei Trappisti
delle Tre fontane a Roma ha inviato al Senatore
conte Torelli 300 bottiglie dell'estratto d'Eucalitto
fabbricato dai suoi frati, perché venga distribuito
agli impiegati ferroviari affetti da febbri di malaria. Il conte Torelli nella lettera di ringraziamento promette di far sapere al predetto
priore quali saranno gli effetti di quest'estratto.
Dopo l'altare i troni — Riportammo nel numero decorso il sacrilego telegramma inviato dai democratici a Garibaldi.
Anche a Genova non mancarono nel giorno
(lei morti, gli insulti e le sediziose e riprovevoli
invettive ma a ben altro indirizzo. Ecco un saggio del nefando Dies irae che intuonava il Popolo
di quella città: « Anime di Ruffino, Vecchieri,
Barsanti, sorgete col petto e colla fronte sdegnosa e mostrate alle turbe ignare e credenti
il forato seno dal piombo di Savoia.
« La rivoluzione ò dietro ai nostri passi;
essa ci saluta e ci sospinge, e noi figli d'eroi
l' abbandoneremo per un sorriso di Re?
« Guai a coloro che ci attraverseranno il
cammino! Si avvicina alfine il giorno della rivoluzione fecondatrice di ben altra giustizia che
non la presente; porgiamole il nostro braccio di
appoggio ».
------PISA
Quindi distruzione dell'altare e del trono.
Povera nostra patria!!
Furto di S5,000 lire. La sera
del 4 a Torino,,ignoti.ladri, scavalcando due mura di cinta e rotnperidb un uscio, penetrarono
in via Bidone nell'alloggio del sig. Berio sottotenente di fanteria. Scassinarono un baule ed un
armadio, togliendo dal primo 67,000 lire in carte
valori, e dal secondo oro e gioielli per 1' arnmoutare di Lire 18,000.
G-<2—‹*
Notizie estere
Irrancia — Le Camere sono convOcate
pel 27, ed oggi si comincia a dubitare sul serio
se i lavori potranno essere &riai in tempo nel
palazzo del Lussemburgo e Borbone Molti mormorano contro Gambetta, che impose l'aper
tura del Parlamento per quel giorno.
— Il presidente del ministero, -5,7v'addington, avrebbe insistito presso il Grevy perciò voglia permettergli di lasciare ad altri il portafoglio. Grevy
però non ha consentito.
— Giulio Sitnon ha compito il suo rapporto sul!a
legge Ferry. La commissione del Senato sarà
convocata per intenderlo il giorno stesso dell'apertura.
— Le severità del sig. Lepère. docile istrumento del Gambetta, non hanno intimidito gli abitanti
della Vandea. Un altro banchetto legittimista
annunziato dall'Esperence, in questi termini:
« Un gran nernero dei nostri amici non avendo potuto trovar posto al banchetto della
Roche-sur-Yon il 24 dello scorso ottobre, li avvisiamo che un nuovo banchetto avrà luogo a
Chollans il mercoledì 19 novembre a mezzogiorno.»
incebellterra — L'Inghilterra ha domandato alla Turchia la cessione di un piccolo porto, presso Botum, per erigervi una stazione di
carbone. In seguito vi costruirebbe un grande
arsenale e la Russia avrebbe il nemico annidato
nel Mar Nero.
I Vescovi cattolici d'Irlanda preoccupati dalle
cattive condizioni in cui versano gli operai hanno ricorso al lord Vicerè per ottenere da lui l'or-dine di lavori straordinari onde soccorrere la miseria di questi sudditi della regina Vittoria.
Spagna — L' arciduchessa Cristina arriverà, in incognito, il 20 novembre alla frontiera
spagnola. Sara ricevuta ad Iran da una deputazione delle Cortes e dai dignitari del palazzo Par.
do, presso Madrid. Il matrimonio è fissato poi
primo decembre e l imperator d' Austria sarà
rappresentato dall'Arciduca Ranieri.
L'Arciduchessa Maria Cristina riceverà. come regina di Spagna, dal giorno in cui sarà celebrato il suo matrimonio col re e finchè sussisterà questo matrimonio, la dotazione annua di
450, 000 pezzelle. Nel caso di vedovanza e finchè
øc
CALSIOINIE
non contrarrà un nuovo matrimonio la somma
annua assegnatale sarà di 250, 000 pezzette.
Il presidente della repubblica francese ha
mandato due vasi di Sèvres al re Alfonso ed un
altro alla futura regina per reg4lo di nozze.
Germania — Bismarck è ammalato.
L' imperatore Guglielmo avendo telegrafato a
Varzin, dove si trova il gran cencelliere , per
avere delle notizie sulla salute del principe, ha
ricevuto una risposta poco soddisfacente. Sembra
secondo questa risposta che non si conti più sulla presenza del cancelliere a Berlino durante il
soggiorno in questa città dello Czar e dello Czarew i tek.
.
D-44)-0
S e i a,i. n ci
II.a
Fuggi insetto volatile il primiero,
Se l' altro chiaro afferma, il terzo nega ;.
Romano Imperatore fu l' intero.
m..
Genitor di mio padre è il mio secondo,
Formansi col primiero i mesi e gli anni.
Condannato il tota/ fu nel profondo.
Un elegante premio sarà spedito a quell'associato cheentro il 4 dicembre ci avrà rimesso il maggior numero di
spiegazioni delle Sciarade pubblicate nel mese di novembre.
A parità di merito deciderà la sorte.
DIARIO SACRO
17ovembre
›le 16 Dom. XXIV dopo la Pent. Festa del Patrocinio della B. V. Maria. Al Duomo, circa ore 10 e mea.
Processione e Benedizione del SS. Sacramento , essendo la Terza del mese. In S. Sisto festa in suffragio
delle Anime Purganti. Messa cantata ed Esposizionea ore 11; la sera predica ed analoga funzione con Bene--.
dizione. Festa pure di suffragio in S. Iacopo, nel sobborgo alle Piagge.
17 Lun. S. Gregorio Taumaturgo. V. e C. In S.
Tommaso dei Cherici festa dell'Angelico giovinetto
S. Stanislao Kostka. Nella mattina a ore 7 e mez. Messa con Comunione generale, e messe lette fino a mezzogiorno. La sera a ore '23, orazione panegirica del
Santo, Benedizione, canto dell' inno e bacio della Reliquia. In S. Sisto solenni Suffra ii pei Defonti.
18 Mart. Dedicazione delle Basiliche di S. P ietto
in Vaticano e di S. Paolo fuor delle mura a Roma.
19 Merc.. S. Elisabetta Ved. Regina d'Ungheria
e com. di S. Ponziano P. e M.
20 Giov. Ottava dei Ss. Efisio e Patito. Mm. In
S. Torpè a ora '23 e mez. comincia il Triduo di S.
Giio‘anni della Croce.
21 Ven. Presentazione della B. V. Maria al Tempio
di Gerusalemme. in S. Tommaso dei Cherici a ore
2.3 e mez. funzione mensile di S. Luigi Gonzaga.
'22 Sab. S. Cecilia V. e M.
-
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Alle persone non conoscute rimettiamo gli oggetti soltanto mediante rimessiva dello importo, o per
vaglia postale, o contro biglietti di banco; e per quegli oggetti di piccolo valore anche contro francobolli.
S'indirizza con piena fiducia.
Ernst Bloch-Rdderer,
Schiitzenstrasse — ZURIGO (Svizzera).
1879: TIP. DELLA SPERANZA DI P. MARIOTTI E C.' VIA LA PAGGIOLA N. 8.
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