&ALA ..424~1501109§~151 tv1, 11Ada k I _i t .4111-115, lir . zar 4■111 Pisa , 1 5 Novembre 1 879 ANNO VII. li Num. 38. Luzza Deus Vos benedica, dummodo Veritas FIDE ET OPERIBUS praecedat, comitetur et seguatur. p:sipulecD=c smyrrrimAi\T _Ara= pubblica OGNI SABATO A domicilio in tutta l'Italia — Un anno L. 4. 60 — Un semestre L. 2, 30 — Un trimestre L. l, 15. — All'Uffizio — Un anno L. 4, 00 — Un semestre L. 2, CO — Un trimestre L. 1, 00. Un numero separato costa cera. 7, arretrato 14. N articolo dell'Osservatore LA VERGINE IMMACOLATA . QUADRO OLEOGRAFICO Stante la sua importanza e la giustezza dei pensieri che vi sono esposti vogliamo far conoscere ai nostri lettori il seguente articolo, che sotto la modesta rubrica di ultime notizie, si leggeva nel n. 251 dell' autorevole periodico l' Osservatore Romano. di centimetri 38 per 53. stupendo per composizione, per vaghezza ed armonia di tinte, e di un effetto delizioso; uno certo dei lavori più belli della Pontificia Società Oleografica. In mezzo al quadro campeggia la VERGINE IMMACOLATA in forma di una celestiale visione. A destra si vede Pio IX inginocchiato che la proclama a tutto l'universo, mentre a lui vicino sta UN ANGELO che mostra la tessera sine labe concepla e la STORIA in atto di registrare il faustissimo evento; dall'altra parte LA RELIGIONE, LA FORTEZZA, LA MANSUETUDINE, LA PACE. Nella parte inferiore del quadro l'ARCANGELO SAN MICHELE combatte vittorioso l'idra dalle sette teste e difende il VATICANO che è sotto la protezione della Madre di Dio. Il prezzo del quadro spedito franco per posta arrotolato in cilindro di legno è di LIRE 10; e di LIRE 18 in telaio con cornice dorata spedito entro cassa in porto assegnato per ferrovia. I nostri Associati, che ne daranno la commissione a noi direttamente con vaglia postale entro lettera franca, godranno una diminuzione di LIRE 2 sui prezzi indicati e di più riceveranno in dono per un anno il giornale settimanale GIARDINETTO DI MARIA Cito comincierà a vedere la luce il giorno 8 dicembre p. v. Quelli che prima di acquistare il quadro desiderassero riceverne la fotografia, ne facciano a noi domanda con cartolina postale da cent. 15 e sarà loro trasmessa gratuitamente. Il quadro sarà spedito a tutti i committenti nel giorno 25 corrente. Pauroso, sconfortante, quasi disperato è sentimento dell' Opinione del 26 ottobre nell'articolo intitolate la politica estera e l' Balia. Vi si compiange l'isolamento di questa; e favellandosi della politica di Bisrnark, si trema a causa della supposta pacificazione dello Stato Germafico colla Chiesa cattolica; si giunge fino a prevedere che il Grande Cancelliere tedesco, in compenso delle scarse concessioni che darà alla Chiesa in Germania, purchè essa lo assecondi nella politica interna di lui, prometterà un maggiore appoggio alla Curia Pontificia fuori di Germania, e vuolsi che il governo e i lettori ponderino a roido enesto amaro sospetto cui, l'Opinione dice, non mette fuori a caso ma con meditato disegno. Queste paure dei giornale ebraico hanno un fondamento non certo ideale, attesa la falsa posizione in cui si è messa l'Italia spogliando il Papato dei suoi temporali diritti ; difatti chi non sa che con questo ardito passo il governo commise un grosso sbaglio? Credeva forse di aver per le mani nn affare dinastico e di poter trattare il Papa come il Re di Napoli o il Granduca di Toscana? Ma queste cause son ben diverse. Fondamento incrollabile di tutta la vasta associazione le cui membra sono sparse sulla faccia della terra; vertice dell' autorità che governa questo corpo morale ; centro del suo organismo e principio della sua vita e del suo movimento, • APPENDICE IL PENITENTE DI PIO VII P_ L-ANTE (Dai francese) I. All'epoca dei viaggio di Pio VII a Parigi ne/ 18N, eravi un uomo che vedevasi dappertutto: uscisse il Papa o rientrasse, si affacciasse allo sportello della carrozza o alla ,finestra del palazzo in cui alloggiava, tornasse dalle Tuileries o da Notre-Dame. Quell'uomo che sempre trovavasi innanzi al S. Padre, sembrava avere un trenta anni, ma i suoi lineamenti avevano perduto la loro freschezza, ed i suoi capelli erano già bianchi. L'esteriore ne era negletto senza annunziare indigenza: di giovanile altro non aveva 'ibMgaia§~-1 P. PP. IX. agli Scrittori della Croce Pisana) PREZZO ANTICIPATO DI ABBONAMENTO. AVVERTENZE. L'Ufficio della Direzione e Amministrazione è alla Tipografia posta via della Faggiola n. 8. - Le lettere non francate si respingono. - I manoscritti ancorchè non pubblicati non si restituiscono. - Si renderà conto dei libri e giornali rimessi all'Uffizio qualora sieno conformi allo spirito del periodico. - Gli annunzi cent. 15 per linea o spazio di linea. DEL. SIG. (:Pio 1X. non poteva essere colpito tanto gravemente, senza che tutte le altre membra se ne risentissero. L'attentato alla sua indipendenza era mi delitto contro l'indipendenza di tutte le coscienze, era un passo ad incatenare la universale Autorità Spirituale. Polche è a sapersi da tutti che l'indipendenza delle coscienze umano vive nella Chiesa per l' indipendenza del suo Capo. Tolta questa, la schiavitù dello spirito è proclamata in principio. Ha dunque la società cristiana un diritto inalienabile alla indipendenza del suo Capo. E pel capo d'un' associazione universale, come la Chiesa, non sl dà indipendenza senza sovranità. Ora, siccome i fedeli, in quella che sono figli della Chiesa, sono cittadini di vari Stati ed entrano come parte nel loro organismo, non poteva infliggersi loro colpo si fatale senza che i governi interessati a mantenere la tranquillità e i diritti dei loro sudditi cattolici se ne preoccupassero. E tanto più efficacemente lo dovevano fare, in quanto che nelle moderne teorie di Governo l'autonomia e la libertà della Chiesa rivestono in quasi tutti gli Stati d'Europa la forma di mutue concessioni tra la Suprema Autorità Ecclesiastica e la Suprema A u tori tà civile. Come trattare dunque con una Autorità Suprema schiava d'un Governo spesso inferiore di gran lunga al proprio? Come mantenersi l'affezione dei sudditi cattolici sanzionando massimo di questa sorta e ponendo in non calo gli appassionati loro reclami ? Lo creda l' Opinione, i governi d'Europa si preoccupano della situazione del Papato più che ella non pensa, e i signori del palazzo della Consulta potrebbero dirgliene qualche cosa. 2 vero che vi è stato un tempo in cui i gabinetti europei erano in mano di persone benevole alla rivoluzione o per somiglianza di massime o per interessi del momento. Ma i Beust e simili amici sono inesorabilmente caduti, il M> conservato che due occhi vivi, ma mesti, e che assumevano una strana espressione allorclnè. li fissava sul Sommo Pontefice. Spesso Pio VII ringraziava la Provvidenza che negli impenetrabili suoi consigli lo aveva condotto in Francia, ove non riceveva che omaggi in luogo d' insulti o d'indifferenza. Uomini che si erano macchiati di ogni specie di delitti durante la tempesta rivoluzionaria, presi, nel vederlo, da rispetto, da terrore o da pentimento, cadevano ai suoi piedi, confessando i propri falli, e chiedendo perdono. Sapienti che negavano l'immortalità dell'anima, e facevano pompa d'ateisino, soggiogati da una sua parola o da un suo sguardo, s'inginocchiavano ad un tratto sul suo passaggio e ricevevano piangendo l' apostolica benedizione. E Pio VII con gioia sovrumana gustava quese inattesi trionfi, ringraziando l'Onnipotente che aveva improntato in lui i due segni della grandezza celeste, la dolcezza e la maestà. Egli comprese tosto che quell'uomo che cosi ostinatamente il seguia, doveva avere esso pure qualche rivelazione straordinaria da fargli. Un giorno adunque, in cui si recava a Saint- T91/P4*~~~1~"<allinin.1".~§~ _ " • - - Cloud, il S. Padre fece fermare la sua carrozza all' ingresso dei Campi Elisi, ed assicuratosi con l'occhio che l'incognito seguiva ancora i suoi passi, per mezzo di uno dei suoi nfficiali fecelo avvertito che il Papa desiderava parlargli. L'uomo si avanzò a passi lenti. Quando giunse dinanzi alla carrozza, cadde in ginocchio abbassando la testa senza parlare. Il Papa si chinò verso di lui con bontà dicendogli — È molto tempo che ci seguite, figlio mio: con quale intenzione? Che avete da domandarci ? forse la nostra paterna benedizione? L'incognito fe' con la testa un segno nega. tivo. — Qual'è il vostro nome? L'incognito mosse le labbra, ma il Papa solo intese la risposta. — Desiderate confessarvi a Noi ? — Si, Padre santo, il mio delitto à ben grande; un solo uomo al mondo, ne son persuaso, può avere ricevuto da Dio tal potere da darmi una penitenza e l'assoluzione , e questo uomo siete voi. — Figlio mio, disse gravemente Pio VII, non bisogna giammai dubitare della Divina miserieor- .4~ t, ~dr* no spera possedere in sè stessa, divisa e maledetta dagli uomini e da Dio. Q. D. 3 il Principe di Bisrnark è troppo grande uomo li Stato, e troppo illuminato per non intendere la voce dell'interesse del proprio Sovrano e del proprio paese e farsi cuculiare dalle gracchiate dell'Opinione e suoi padroni. Sia convinta l' Opinione giornale che tempo verrà in cui l'opinione pubblica di Europa non sarà più quella nè del 1860 nè del 1870, ma l'irrequietezza dei cattolici farà pressione sui Governi; e allora, se questi entrati in una via più conservatrice e in vista dei pericoli sociali rinsaviti daranno una mano agli aborriti clericali facendoli partecipare al potere, domanderanno all'Italia che cosa ha fatto del Papato; a qual termine ha condotto quella secolare istituzione cara a tutti gli onesti, necessaria al benessere dei popoli. Che rispondera l'Italia? che farà? E se nell'interno della Penisola sviluppandosi i semi di discordia e gli umori cancrenosi che ribollono, diverrà l'Italia il fornite dei principii sovvertitori della pace d'Europa, crede l' Opinione che i Governi saranno disposti, per l'amore platonico dell'Italia rivoluzionaria, a lasciare che quei semi producano i loro frutti? e che i fondi segreti proseguano ad alimentare Io spirito rivoluzionario a casa loro come fin qui l'hanno tollerato? Queste considerazioni mostrano con quanta leggerezza si sia fin qui proceduto; a quali pericoli abbiano esposto ed espongano tuttora la indipendenza e l'integrità della Nazione coloro che la formarono avendo oppresso il papato e pur volendolo opprimere ancora di vantaggio. Essi nel breve palmo della loro mano vogliono chiudere questa gigantesca autorità, e sembrano simili a quello stolto che in una scorza di noce voleva raccogliere il mare. Che farà dunque l'Italia? L'Italia è ancora a tempo di rimediare a tutti i suoi guai; è ancora a tempo di conservare i beni della indipendenza e dell'integrità, sebbene con mali mezzi acquislata ; è ancora a tempo a salvare il suo avvenire. La sua fortuna è che l'offeso è Pontefice, il quale per quanto abbia sentito e senta i torti ricevuti, non può dimenticare la sua natura di Padre degl'Italiani. Si riconcilii adunque l'Italia col Papa, lo restituisca nella condizione di libertà, d'indipendenza, di sovranità vera e territoriale; in una parola nella condizione a Lui fatta dalla Provvidenza da secoli, e la sua sicurezza è ottenuta. Poichè non v'è dubbio che facendo questa pace onoratissima, sarebbe la patria nostra amata e rispettata da tutte le altre nazioni che in essa vedrebbero rispettato ed amato il Padre di tutti i cattolici. Nè solo sarebbe rispettata; ma ancora temuta. Perocchè con tante ricchezze di natura ed arte, coi commerci rivenuti floridi, colle sue numerose marine, coli' industrie incoraggiate, colla gioventù balda e animosa che raccoglie in pochissimo tempo, riacquisterebbe quella dignità, quel posto di onore da cui tanti anni di aberrazioni e di tumulti 1' han fatta cadere e cui indar- Nell'occasione che S. E. R.ma Monsignor Donnino Donnini già Proposto di Barga, ed ora Vescovo di Montaleino faceva qui ritorno da Roma, una Deputazione di questa Collegiata si muoveva ad incontrarlo verso il Borgo a Mozzano ; alla porta del paese fu accolto dal clero e dalla popolazione che plaudente lo accompagnò fino alla canonica al suono di tutte le campane. Pi à tat;di anche la Banda civica faceva plauso al suo ritorno con liete armonie. Nel giorno 17 poi tutto il clero di questo Vicariato presentò alla prefata Eccellenza R.ma il dono di un anello col seguente indirizzo: Eccellenza Reverendissima La vostra esaltazione all' alta dignità vescovile cui piacque destinarvi il regnante Pontefice Leone XIII, mentre da un lato ci ha ricolmi di giubilo, dall'altro ci ha carrionato somma tristezza. si, noi facemmo plauso all'alta mente del Sommo Gerarca che ha saputo discernere e premiare in voi la dottrina, la prudenza, la mitezza, la fermezza e tutte le altre doti che adornano il bell'animo vostro, e .di cui ci deste larghe prove nel tempo, ahi troppo breve, che fu da voi governata, la nostra insigne Collegiata. Con noi applaudirono i nostri concittadini e andarono superbi della vostra elezione che onora la vostra e la loro patria. Tanta gioia ed esultanza peraltro fu amareggiata dal pensiero della vostra dipartita da noi. Ma se il nostro Gollegio lamenta la perdita più che di un superiore vigilante e giusto (lasciateci dir così) di un padre, di un amico; il povero lamenta le vostre beneficenze, i cittadini la dignità e insieme la gentilezza de' vostri modi. Come dunque non esser compresi da sommo dolore al pensiero della vostra perdita? Sebbene dolenti noi ci umiliamo davanti ai decreti del Cielo che vi offre un più vasto campo a far conoscere ed esercitare le vostre virtù sacerdotali. In mezzo .alle cure della vostra diocesi deh non vi sia grave di rammentarvi delle pecorelle che ora lasciate, dei vostri concit- dia. Il vostro fallo è forse assai grave, ma ta bontà di Dio è certamente molto più grande. — Dopo ciò che ho commesso, riprese l'incognito, la cui voce diveniva ognora più debole, è forse oltraggiare il Cielo lo sperare nel suo perdono. — Un simile pensiero fa oltraggio alla Divina clemenza: se vivete ancora, ciò accade, voi lo vedete, perchè Iddio vuol lasciarvi tempo al pentimento. Vi ascolterò questa sera. — Padre santo armatevi di coraggio: fate che siamo soli, che le porte siano ben chiuse, che le mura soffochino la mia voce! Pio 'VII pensò un istante, e gettò sull'incognito uno sguardo che penetrò i ripostigli più intimi del suo cuore: poi dopo breve silenzio: — Prendete questo foglio firmato dalle nostre mani , disse; con questo potrete essere introdotto a qualunque ora presso di Noi. L' incognito prese la carta, la ripose nelle sue tasche, si abbassò fino a terra e disparve. La sera di questo giorno egli ebbe col sommo Pontefice un colloquio che si prolungò per più di due ore. Nessuno giammai saprà ciò che passò fra loro in quel solenne abboccamento; ma quando fu terminato ed il Papa ebbe suonato il suo campanello, il cardinal P .... che per il primo s'introdusse presso il S. Padre, rimase sorpreso del pallore del suo volto, e voleva dare ordine affinchè fosse arrestato l'incognito. Pio VII fermò con un gesto il cardinale e con un altro congedò l'uomo di cui aveva intesa la confessione. — Noi vi scriveremo da Roma, gli disse con voce esile e che sembrava avere perduta l'ordinaria sua inflessione di dolcezza: aspettate la nostra decisione, e adempite la vostra penitenza. Io, vicario di Dio in terra, e il cardinale qui presente inalzeremo ogni giorno una speciale preghiera per voi. Due mesi dopo questo colloquio, uno straniero presentavasinnanzi al Sindaco della piccola citta di *** dichiarando di fissare colà il suo domicilio. La vita di questo individuo presto divenne l'oggetto della generale curiosità. Egli si stabilì all'estremità della città in un casolare isolato,dinanzi al quale non passavano tre persone nel corso del giorno. Una donna che egli esattamente retribuiva, recavagli al mattino la sua 4 ONORI A mon DONNINI NUOVO VESCOVO DI MONTALCINO Ci scrivono da Barga: tadini, dei vostri colleghi in special modo che serbavano imperitura memoria dell' amore fraterno con cui presiedeste al loro governo, delle gentilezze con cui li ricolmaste, e che ora da voi implorano umilmente la Pastorale benedizione. Seguono le firme. A. questo indirizzo letto dal signore arcidiacono Raffaello Salvi, che poi presentò lo anello, Monsignor Donnini rispose, che accoglieva di buon grado il dono del suo clero; e che il prezioso anello, simbolo di unione, come gli avrebbe ricordato il connubio spirituale colla sua mistica sposa la chiesa di Montalcino, gli sarebbe pure rimasto sempre avanti agli occhi qual memoria giocondissima della bella armonia che fra lui e lo stesso suo clero erasi mantenuta inalterata nel breve periodo del suo governo in quella Parrocchia, e in quel Vicariato. Quindi rivolse parole di ringraziamento a tutti i presenti , non solo per la cooperazione all'offerta che allora gli facevano, ma ancora per le molte dimostrazioni , con cui lo avevano onorato dopo la sua promozione alla dignità vescovile, dignità di cui riconoscevasi immeritevole. Implorò poi la carità delle loro preghiere per ottenere dal Cielo la grazia di non venir meno giammai ai doveri del suo nuovo ministero, e di non tradire nè la Chiesa, riè le anime. E per mostrare in qual conto tenesse il suo clero, dichiarò di averlo avuto presente in Roma allorchè si trovò ai piedi del S. Padre, implorando tanto nella prima quanto nelr ultima udienza a favore di esso 1' apostolica benedizione. Volle poi che tutti avessero un ricordo di quel giorno, che quanto a se chiamava solenne, e donò loro una medaglia commemorativa a chi del primo, a chi del secondo anno del pontificato di Leone XIII che raccomandò con moltò interesse alle preghiere di ciascuno pel bene della Chiesa e della civile società. x. UNA. VISITA._ A. IPISA xe I forestieri che in carrozza si recano a vedere i nostri monumenti, nel passare dalla piazza dei Cavalieri difficilmente andrebbero esenti da una fermata che fa il vetturino per additare loro una ala del palazzo Finocchietti, intorno alla quale facendo da Cicerone, chi sa quante fole da ad essi ad intendere sul conprovvista per tutta la giornata: un pane e dell' acqua. Dormiva su due tavole, e sebbene in quell'epoca l'inverno fosse nel suo massimo rigore, egli non accendeva fuoco giammai. Il suo mobiliare componevasi di una tavola, di una rozza sedia, e di un gran crocifisso: aveva inoltre un libro sul quale spesso meditava: era la Bibbia. I solitari della Tebaide non vivevano certo con maggiore austerità. La sorpresa fu ancora più grande, quando, giunta la domenica, si vide quell'uomo uscire di casa nero-vestito, con gli occhi bassi, dirigersi verso la chiesa parrocchiale, ed arrivato sotto il portico sostenuto da due pesanti colonne, arrestarsi presso uno dei pilastri, mettersi in ginocchio sul nudo marmo ed assistere in tale posizione al S. Sacrifizio. Terminata la messa, sì allontanò lentamente e senza parere di accorgersi del bisbiglio che aveva sollevato intorno a se : scorgevasi solamente un pallore straordinario sul suo volto. (continua) k &ALA ALLA' A. s, t Io z .. IO. Al allr■ %.1r""j' trk 111..1■•••••••• te Ugolino e sulla famosa Torre della uomo valorosissimo che, come dice il falne. Roncioni, parve che fosse nato solamente La fine (Ti quell' infelice conte essendo per la districzione dei Pisani (2). Questi, nota a tutti, parrebbe superfluo che noi saputo che l'armata nemica si era imdovessimo occuparcene; ma pure per non postata presso lo scoglio della Meloria a lasciare una lacuna difettosa nella nostra tre sole miglia di distanza dalla foce del Visita, uopo si è riandarne brevemente porto pisano, paventarono di cimentarsi la storia; e non colla poesia dei roman- C011 forze tanto superiori alle proprie. Si zieri, ma colla genuina narrazione degli tenne perciò consiglio dai senatori e castorici. Il Conte Ugolino della Gherar- pitani, discutendosi se si dovesse o no desca è tale personaggio della nostra accettare la pugna. I più vecchi erano patria storia, che ben vale la pena a del saggio parere di Iacopo Villani che diceva non esser conveniente uscire dalle parlare di lui. Era egli uno dei feudatarii del regno fortificazioni ; ma il conte Ugolino, o per insipienza o per malignità, sosteneva dodi Cagliari in Sardegna, quando, profitad ogni costo affrontare il nemico. versi tando del cattivo stato della patria, coSventuratamente prevalse il suo parere; minciò, coi compagni, a non voler paPisani, ebbri di un mal' inteso amor ed i gare il censo solito e a disprezzare il in bell'ordine divisi in mossero patrio, Senato pisano. Condannato perciò come prima composta di 25 gala schiere: tre ribelle e nemico di Pisa, venne spogliato Potestà Alberto Modal lere era condotta del giudicato di Sardegna, e trovossi 20 era guidata seconda di altre rosini ; la costretto a fuggire con altri nella vicina Lucca. L' esule conte insieme ai guelfi da Messer' Andreotto Saracini ; e della cacciati di Pisa si mise d'accordo coi terza, che era il corpo di battaglia conFiorentini per fare scorrerie e danneg- tenente il resto dell'armata, era capo e giare i paesi vicini ai monti pisani. Non conduttore lo steso conte Ugolino (Dal potendo prendere il castello dt Vico, ab- Borgo 297 e seg.). Il Roncioni ed il bruciarono S. Giovanni alla Vena ed al- Tronci recano i nomi dei capitani delle tri borghi. Oltre ai Fiorentini, i ribelli galere (alcune delle quali erano loro proerano coadiuvati dai Lucchesi, dal vica- prie), ed essi appartengono alle più illurio dell'Imperator Carlo e da altri con- stri nostre prosapie. Si può giustamente federati. L' esercito avea circa 1500 Ca- affermare che tra militi e duci tutta la valli e gran fanteria ( Tranci, an. 1276). nobiltà Pisana era rappresentata in quelI Pisani, vedendosi inferiori di numero e l'impresa. E pensare che tanto fiore di patriziato e di gioventù, tanto nerbo di di forze, fecero con incredibile ardore un fosso lungo dieci miglia con steccati forze e tanti generosi sacritizii fatti doe bertesche di legno, dalle vicinanze del- veano esser'immolati all'ambizione di un uomo Così fu pur troppo, e così dola città fin quasi a Pontedera per impedire il passo ai nemici. Questi dopo vea esser (come osservano i nostri croaver seminate rovine per il paese, si nisti) per giusto giudizio di Dio, il qua'spinsero fino alla badia di San Savino le volle punire Pisa del sacrilego delitto cOl'idea .di metter l'assedio a Pisa. Al- commesso circa 44 addietro, allorquando lora i Pisani si videro costretti a scende- nello stesso mar Tirreno i suoi figli afre a patti con essi, e doverono soggia- frontarono le navi che conducevano a cere alla dura condizione di richiathare Roma molti prelati 'Porestieri, chiamati a in patria i fuorusciti, tra i quali era il un Concilio da Papa Gregorio IX, e queprimo il conte Ugolino. Costui niente più sti fecero prigionieri in ossequio all'Imambiva che di farsi signore di Pisa e di peratore Federigo, persecutore della Chievendicarsi de'torti ricevuti. Intanto so- sa (3). La battaglia della Meloria fece rossegpraggiunse un' opportunità. a lui favorevole per agire: fu come ammiraglio, in- giare di sangue le onde marine e fu per sieme ad Andreotto Saracini, mandato i pisani una vera disfatta. Era quel giorcontro Genova , dove l' armata pisana no la domenica sei agosto 1284 , e la potè a suo agio disfogare l'antico livore sorte con volubil capriccio quel giorno contro i Genovesi, i quali poc'anzi avea.- stesso stato tante e tante volte faustissino mosso contro la Sardegna. Non si simo per Pisa (4), cambiò in un giorno fece però dai Pisani un tentativo energi- di luttuosa memoria, siccome quello in co per prender Genova, come la sorte cui nelle acque della Meloria naufragava avrebbe loro permesso di fare in quella irreparabilmente la pisana potenza. Fubuona congiuntura; invece si piegarono rono prese dai Genovesi (secondo il Tronalla proposta dei nemici , di accettare ci e il Roncioni) ventotto galere, e vencioè una grande battaglia al largo, e tuna affondate. Varie sono le opinioni dopo fatti i convenienti preparativi. Il circa il numero dei Pisani morti. o fatti Dal Borgo in questo punto appone a de- prigionieri: è indubitato però che fu imlitto al conte Ugolino l' aver' egli, come menso. Basti che tanti furono i nostri conammiraglio, trascurato l'interesse della cittadini portati in Genova e chiusi nelle patria col non profittare dell'opportunità carceri, che nacque il proverbio Chi vuol veder Pisa vada a Genova. che se gli presentava d' impossessarsi della città di Genova rivale di Pisa, ma Pisa infatti sembrò come spopolata è da osservarsi che se ciò fu uno sbaglio dopo sì gran perdita di suoi figli. per parte di lui e de' compagni, forse E il conte Ugrolino che figura fece in dipese dalla ragione d' onore mesa in- quella famosa giornata? ... Lo vedremo nanzi dai Genovesi, i quali fecero inten- nel prossimo numero. dere armata Pisana non esser cosa D. S. onorevole l'assalire d'improvviso ed alla (1) I Pisani per ispregio lanciarono contro sprovveduta una città nemica con forte i necnici frecce d'argento e sassi coperti di pannerbo di navi e di soldati (1). Ad ogni no scarlatto. (Dal Borgo II, 288, Tronci pag. modo però è evidente che di qui inco244 ediz. antica). (2) Lib. IX. pag. 607. Questo autore dice che minciano i guai della nostra Repubblica. il numero delle navi genovesi era di 130. Infatti poco tempo dopo accadde la ter(3) 11 Dal Borgo al torno I, dissertazione IV ribile battaglia della Meloria, le cui conparla a lungo per dimostrare elio il detto gaseguenze troppo riuscirono funeste per stigo presso la Meloria è stato ideato dal partito Guelfo. E vero senza dubbio che nel 1240 Pisa. i Pisani fecero prigioniere le navi dov'erano i Armarono i Genovesi 144 galere e prelati tra le isole del Giglio e Montecristo e tre posero a capo dell'armata Uberto Doria, sole ne affonlarono nelle quali erano soli laici . - L. I secondo quel che le,ggevasi in un manoscritto prezioso dello Spedale di S. Chiara; ma potrebbe il medesimo essere stato scritto da persona ghibellina, interessata a ricoprire l'azione non lodevole dei Pisani. Ad ogni modo, ammesso pure che essi non abbiano annegato alcuno di quegli ecclesiastici e che tutti abbiano trattati coi riguardi accennati in quel documento, rimane però il fatto biasimevole di avere intercettato il pacifico viaggio di quei ministri della Religione, cui i supremi interessi della Chiesa chiamava ai piedi del Vicario di Cristo. Poco monta che da Federigo essi vengano considerati come ribelli e nemici dell' Impero. (4) Le vittorie riportato dai Pisani il 6 agosto sono sei; e perciò avevano eletto S. Sisto P. e M. in cornpatrono, essendo quello il giorno di sua festa. Ma di ciò parleremo altrove. Cose locali Lunedì decorso, in occasione della inaugurazione degli studi medico-chirurgici, il prof. Puccianti lesse un bellissimo discorso, che ci dicono splendido nella forma e nei concetti ed affettuosissimo, consacrato alla memoria del compianto Prof. Marcacci .ultimamente rapito alla patria e alla scienza. Crediamo che il discorso sarà dato alle stam pe. Volentieri rettifichiamo un errore incorso nel numero passato circa il numero degli studenti della nostra Universitft che dalla medesima si sono congedati: essi sono in numero di 30, come con sicurezza afferma un giornale locale. È poi da osservarsi che nel decorso anno il numero dei giovani inscritti al detto patrio Ateneo era stato eccezionalmente superiore a quello degli anni passati. Del resto lo stato attuale della nostra citta è tranquillo; e i forestieri possono bene deporre su ciò qualunque dubbio e apprensione. E la stagione stessa non invita quest'anno al bel soggiorno di Pisa? — A..quest' epoca del vapore e dell'elettrico è venuta meno ogni pazienza nell'attendere. Forse èquesta una delle ragioni per cui a certi farmachi tuttochè preziosi, ma che richieggono una lunga cura se ne preferiscono altri che agiscono a grande velocità. Perciò al prsente nelle malattie spesso si ottengono subitanei miglioramenti ma precari e non già guarigioni radicali. Quindi non è maraviglia se l'accumularsi dei germi infettivi , che intossicano il sangue , oggidi rendano spesso micidiali anche quelle malatie che prima non lo erano. — La Salsapariglia è un farmaco che non ha pari come ricostituente e che oltre ad ogni altro giova a'debellare la scrofola, la podraga, l'artritide, i reumatismi cronici , il morbo mercuriale, ecc. Il Cav. Mazzolíni valendosi delle ultime scoperte della scienza ha formato uno Sciroppo in cui essendo base la Pariglina ha saputo associare altri elementi che ne convalidano l'azione depurativa e son diretti a debellare i diversi Virus che attosicano l' economia Animale. Lo Sciroppo di Pariglina composto, trovasi nello Stabilimento chimico del Cav. Giacomo Mazzolini, in Roma, e in L'iati. alla Farmacia Paladini Lungarno Regio (unico deposito). Facciamo osservare ai nostri lettori la favorevole occasione di acquistare eccellenti Orologi a discretissimi prezzi, raccomandando ad essi di leggere la inserzione sotto il titolo Fabbrica di Orologi di Ernesto Bloch lterderer in Zurigo. - Questa rinomata casa manda ad ognuno anche un solo Orologio direttamente e senza sensale, di eccellente qualità, senza difetti, ed a bassisimi prezzi. 43> Notizie italiane Uii po'di politica — L'incertezza o l'oscurità che regna nel governo è tanto grande che non si sa più a che santo votarsi per venire a capo di un iota. La discordia, già assoluta regina fra le file dei destri e dei sinistri, ora si impadronisce anche dello stesso ministero dove il ministro delle finanze tiene fermo . sulla esposizione del bilancio fatto qualche setti- ' %Ntsr - - irw ~~1~ - mana fa, mentre altri ministri vorrebbero modificate le pessime previsioni del Grimaldi mediante un rimescolamento delle diverse partite, per mantenere, dicono essi, il prestigio del partito e così ingannare sempre il povero popolo italiano come si è fatto dal 59 al giorno d'oggi da tutti i destri e i sinistri che hanno potuto avere il mestolo in mano. Monumento a Galvani — Domenica passata è stata scoperta a Bologna la statua di Luigi Galvani nato nella stessa città il 9 settembre 1737 e morto il 4 dicembre 1798. Colla scoperta della elettricità animale arricchì la scienza e dette nuovo impulso alla fisica e colla sua pietà e religione mostrò che si può essere grandi scienziati senza essere atei. Sempre conseguente a sè stesso non sacrificò mai la sua coscienza egli onori e piuttosto che prestare il giuramento civico di fedeltà alla repubblica Cisalpina preferì di lasciare la cattedra universitaria perdendone anche lo stipendio e si ritirò a vita privata. Onore al grande Italiano. ! • Sciopero d'avvocati a — A Cagliari tutti gli avvocati hanno ricu- sato di andare ai tribunali e alla corte d'Assise e d' Appello mettendosi in sciopero perchè il guardiano delle carceri sequestrò ad uno di eS3i delle note prese in carcere nel visitare un suo cliente; il guardiano ne riferì al procuratore del Re il quale pur consentendo che tali note fossero trasmesse all'avvocato, pur dette ordini precisi perchè non si rinnuovasse lo sconcio. L' avvocato a sua volta riferì l'accaduto al consiglio dell'ordine dal quale fu stabilito lo sciopero. Quindi tutti i tribunali sono chiusi e la giustizia ne soffre. , Aumento della ferma militare — È intenzione del ministro della guerra di chia- mare le classi sotto le armi al primo di gennaio e di sostenere davanti alle Camere che vanno chiamate in avvenire al primo novembre. Dicesi che proporrà anche una legge per portare la ferma da tre anni a cinque. Nascita principesca — S. A. la Granduchessa Alice di Toscana ha dato felicemente alla luce una principessa, a cui sono stati imposti i nomi di Anna, Maria, Teresa. Il battesimo ebbe luogo a Lindau e la tenne al sacro fonte S. A. la Contessa di Chambord zia dell'augusta puerpera. Una catastrofe a Napoli — La sera del 7 corrente i solai della Caserma di Marina a Napoli sprofondarono tutti nei sotterranei abitati per la manifattura del pane. Vi rimasero sepolti due operai e il «figlio dell'ufficiale Tispoli ; gli altri poterono salvarsi. Nei sotterranei sono rimasti sepolti circa 3600 sacchi di farina e molti quintali di biscotto. I trappisti — Il priore dei Trappisti delle Tre fontane a Roma ha inviato al Senatore conte Torelli 300 bottiglie dell'estratto d'Eucalitto fabbricato dai suoi frati, perché venga distribuito agli impiegati ferroviari affetti da febbri di malaria. Il conte Torelli nella lettera di ringraziamento promette di far sapere al predetto priore quali saranno gli effetti di quest'estratto. Dopo l'altare i troni — Riportammo nel numero decorso il sacrilego telegramma inviato dai democratici a Garibaldi. Anche a Genova non mancarono nel giorno (lei morti, gli insulti e le sediziose e riprovevoli invettive ma a ben altro indirizzo. Ecco un saggio del nefando Dies irae che intuonava il Popolo di quella città: « Anime di Ruffino, Vecchieri, Barsanti, sorgete col petto e colla fronte sdegnosa e mostrate alle turbe ignare e credenti il forato seno dal piombo di Savoia. « La rivoluzione ò dietro ai nostri passi; essa ci saluta e ci sospinge, e noi figli d'eroi l' abbandoneremo per un sorriso di Re? « Guai a coloro che ci attraverseranno il cammino! Si avvicina alfine il giorno della rivoluzione fecondatrice di ben altra giustizia che non la presente; porgiamole il nostro braccio di appoggio ». ------PISA Quindi distruzione dell'altare e del trono. Povera nostra patria!! Furto di S5,000 lire. La sera del 4 a Torino,,ignoti.ladri, scavalcando due mura di cinta e rotnperidb un uscio, penetrarono in via Bidone nell'alloggio del sig. Berio sottotenente di fanteria. Scassinarono un baule ed un armadio, togliendo dal primo 67,000 lire in carte valori, e dal secondo oro e gioielli per 1' arnmoutare di Lire 18,000. G-<2—‹* Notizie estere Irrancia — Le Camere sono convOcate pel 27, ed oggi si comincia a dubitare sul serio se i lavori potranno essere &riai in tempo nel palazzo del Lussemburgo e Borbone Molti mormorano contro Gambetta, che impose l'aper tura del Parlamento per quel giorno. — Il presidente del ministero, -5,7v'addington, avrebbe insistito presso il Grevy perciò voglia permettergli di lasciare ad altri il portafoglio. Grevy però non ha consentito. — Giulio Sitnon ha compito il suo rapporto sul!a legge Ferry. La commissione del Senato sarà convocata per intenderlo il giorno stesso dell'apertura. — Le severità del sig. Lepère. docile istrumento del Gambetta, non hanno intimidito gli abitanti della Vandea. Un altro banchetto legittimista annunziato dall'Esperence, in questi termini: « Un gran nernero dei nostri amici non avendo potuto trovar posto al banchetto della Roche-sur-Yon il 24 dello scorso ottobre, li avvisiamo che un nuovo banchetto avrà luogo a Chollans il mercoledì 19 novembre a mezzogiorno.» incebellterra — L'Inghilterra ha domandato alla Turchia la cessione di un piccolo porto, presso Botum, per erigervi una stazione di carbone. In seguito vi costruirebbe un grande arsenale e la Russia avrebbe il nemico annidato nel Mar Nero. I Vescovi cattolici d'Irlanda preoccupati dalle cattive condizioni in cui versano gli operai hanno ricorso al lord Vicerè per ottenere da lui l'or-dine di lavori straordinari onde soccorrere la miseria di questi sudditi della regina Vittoria. Spagna — L' arciduchessa Cristina arriverà, in incognito, il 20 novembre alla frontiera spagnola. Sara ricevuta ad Iran da una deputazione delle Cortes e dai dignitari del palazzo Par. do, presso Madrid. Il matrimonio è fissato poi primo decembre e l imperator d' Austria sarà rappresentato dall'Arciduca Ranieri. L'Arciduchessa Maria Cristina riceverà. come regina di Spagna, dal giorno in cui sarà celebrato il suo matrimonio col re e finchè sussisterà questo matrimonio, la dotazione annua di 450, 000 pezzelle. Nel caso di vedovanza e finchè øc CALSIOINIE non contrarrà un nuovo matrimonio la somma annua assegnatale sarà di 250, 000 pezzette. Il presidente della repubblica francese ha mandato due vasi di Sèvres al re Alfonso ed un altro alla futura regina per reg4lo di nozze. Germania — Bismarck è ammalato. L' imperatore Guglielmo avendo telegrafato a Varzin, dove si trova il gran cencelliere , per avere delle notizie sulla salute del principe, ha ricevuto una risposta poco soddisfacente. Sembra secondo questa risposta che non si conti più sulla presenza del cancelliere a Berlino durante il soggiorno in questa città dello Czar e dello Czarew i tek. . D-44)-0 S e i a,i. n ci II.a Fuggi insetto volatile il primiero, Se l' altro chiaro afferma, il terzo nega ;. Romano Imperatore fu l' intero. m.. Genitor di mio padre è il mio secondo, Formansi col primiero i mesi e gli anni. Condannato il tota/ fu nel profondo. Un elegante premio sarà spedito a quell'associato cheentro il 4 dicembre ci avrà rimesso il maggior numero di spiegazioni delle Sciarade pubblicate nel mese di novembre. A parità di merito deciderà la sorte. DIARIO SACRO 17ovembre ›le 16 Dom. XXIV dopo la Pent. Festa del Patrocinio della B. V. Maria. Al Duomo, circa ore 10 e mea. Processione e Benedizione del SS. Sacramento , essendo la Terza del mese. In S. Sisto festa in suffragio delle Anime Purganti. Messa cantata ed Esposizionea ore 11; la sera predica ed analoga funzione con Bene--. dizione. Festa pure di suffragio in S. Iacopo, nel sobborgo alle Piagge. 17 Lun. S. Gregorio Taumaturgo. V. e C. In S. Tommaso dei Cherici festa dell'Angelico giovinetto S. Stanislao Kostka. Nella mattina a ore 7 e mez. Messa con Comunione generale, e messe lette fino a mezzogiorno. La sera a ore '23, orazione panegirica del Santo, Benedizione, canto dell' inno e bacio della Reliquia. In S. Sisto solenni Suffra ii pei Defonti. 18 Mart. Dedicazione delle Basiliche di S. P ietto in Vaticano e di S. Paolo fuor delle mura a Roma. 19 Merc.. S. Elisabetta Ved. Regina d'Ungheria e com. di S. Ponziano P. e M. 20 Giov. Ottava dei Ss. Efisio e Patito. Mm. In S. Torpè a ora '23 e mez. comincia il Triduo di S. Giio‘anni della Croce. 21 Ven. Presentazione della B. V. Maria al Tempio di Gerusalemme. in S. Tommaso dei Cherici a ore 2.3 e mez. funzione mensile di S. Luigi Gonzaga. '22 Sab. S. Cecilia V. e M. - g . F. 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