Copyright © 2007 CLEAN via Diodato Lioy 19, 80134 Napoli telefax 0815524419-5514309 www.cleanedizioni.it [email protected] Desidero esprimere un sentito ringraziamento a Mario Losasso per il costante e affettuoso incoraggiamento e apporto critico. Sommario Tutti i diritti riservati E vietata ogni riproduzione ISBN 978-88-8497-101-2 Editing Anna Maria Cafiero Cosenza Grafica Costanzo Marciano Presentazione Mario Losasso 6 Introduzione 9 Le superfici mutevoli e i paradigmi del costruire contemporaneo 13 Trasformazione del concetto di superficie Superfici multimediali Edifici interattivi Il paradigma delle tecnologie informatiche Interpretare la mutevolezza 23 Superficie Virtuale Interattività Evento Interfaccia Superfici mediatiche 31 Serigrafia Retroilluminazione Retroproiezione Schermi L’innovazione tecnologica dei vetri cromogenici Vetri Vetri Vetri Vetri 43 fotocromici termocromici elettrocromici a cristalli liquidi L’impiego dei vetri LCD nel progetto architettonico 57 I dispositivi a cristalli liquidi Le mesofasi Display LCD Soluzioni innovative per il progetto Involucri interattivi 73 Tecniche, linguaggi, trasparenze Interazioni fisiche e interazioni immateriali Involucri mutevoli e prestazioni ambientali In copertina Kunsthaus, Graz, 2003 Realities:united, progetto per una facciata multimediale (fonte: Realities:united website) Bibliografia / Siti web 93 Superfici Mutevoli 30 Sistemi informatici di interfaccia. zione di uno spazio illusorio che si materializza sotto la forma di un evento causato dal soggetto. Affinché si possa attuare questo scambio tra elemento artificiale ed utente dell’opera, bisogna ricorrere necessariamente a sistemi di interfaccia che collegano un’azione ad una risposta. Il fruitore dell’architettura diventa esso stesso soggetto di un’esperienza e a sua volta produttore di un’esperienza; ciò comporta che la progettazione attuale deve comprendere anche il fruitore come fattore attivo nel progetto dell’ambiente costruito interattivo. Le tecnologie per il progetto diventano dunque un fattore culturale, sia che esse definiscano materialmente gli spazi, sia che esse determinino, secondo la gestione degli spazi stessi, le condizioni affinché il soggetto determini l’evento, nella sua unicità e irripetibilità. Superfici mediatiche Superfici Mutevoli 32 nella pagina accanto M. Fuksas, EuroparK, Salisburgo. La doppia pelle serigrafata e retroilluminata viene utilizzata per finalità prestazionalimediatiche. Herzog & de Meuron, IKMZ BTU Cottbus, Germania, 19982004. Visione dell’edificio illuminato, sezione orizzontale del dettaglio della facciata. 1. S. Perrella e R. Carpenter, Mobius House Study, 1998. 2. La serigrafia consente, applicando prima della tempra del vetro degli smalti ceramici, di realizzare porzioni di lastre opache dalle differenti forme, che emergono rispetto alla superfice Il campo di applicazione dell'architettura è orientato da tempo a comprendere i nuovi ambiti dello spazio digitale che definiscono sistemi instabili, luoghi a-topici, zone di passaggio e che determinano modificazioni nell'ambito professionale oltre che nel processo produttivo dell’architettura attraverso un ampliamento dell’apporto delle tecnologie al progetto. Attraverso le tecnologie digitali, l'architettura scopre una possibile espansione delle sue aree di interesse, insinuandosi all'interno di uno spazio virtuale diffuso che non è più possibile considerare separato dall'ambiente fisico. L'idea stessa di spazio si sta modificando in funzione delle contrazioni temporali e delle nuove dimensioni d'intervento prodotte dai media. Toyo Ito ha scritto di recente che “attraverso la diffusione di diverse nuove forme di media, la fluidità acquista sempre maggiore validità. Quanto più lo spazio urbano e architettonico è controllato dai media, tanto più esso diventa cinematico e fluido. Da una parte i nostri corpi materiali non sono altro che un meccanismo primitivo, che assume aria ed acqua e li fa circolare. Dall'altra esiste un altro tipo di corpo all'interno del quale circola informazione, e quel corpo che è connesso al resto del mondo attraverso diverse forme di media contenenti microchips. Oggi siamo obbligati a pensare come combinare architettonicamente questi due diversi corpi e trovare uno spazio appropriato per lo sviluppo del terzo corpo”1. Fra le varie parti dell’edificio, sono le superfici che esprimono i più elevati livelli di interattività, contribuendo a rendere mutevole non solo la percezione ma anche il significato delle architetture. Caratteristica essenziale affinché una superficie di un edificio possa trasmettere ed essere mediatica, grazie a trattamenti e dispositivi, è quella della trasparenza dei materiali costituenti l’involucro, attraverso i quali si possa scoprire un profondità non tanto fisica, spaziale, ma carica di simbolismi che lasci il campo all’esperienza personale di ognuno nel vedere raffigurate le metafore della cultura contemporanea. Questo è parte del fascino dei progetti e delle realizzazioni attuali basate su tecnologie capaci di soddisfare i requisiti di mutevolezza delle facciate mediatiche. trasparente. Serigrafia L’operazione più semplice al fine di ottenere una superficie mutevole si basa sulla riproduzione di immagini, testi o loghi pubblicitari sullo strato di finitura esterno degli involucri edilizi realizzati con diverse tipologie di materiali, purché trasparenti. Esempio emblematico è il trattamento di superfici vetrate tramite serigrafia2. Questa è ottenuta con l’applicazione, in genere sulla superficie del vetro, di un deposito di smalto ceramico prima della tempra delle lastre. Tale trattamento consente sia di ottenere diverse percezioni spaziali a seconda delle condizioni di illuminamento o di posizione differente fisica nello spazio da parte del fruitore sia di abbattere il carico termico dell’edificio filtrando i raggi solari. Si configura in tal modo un sistema Superfici mediatiche 33 34 Superfici Mutevoli di tipo mediatico senza dover utilizzare tecnologie o elementi tecnici aggiuntivi in facciata. Nel progetto per la nuova biblioteca dell’Università Tecnologica di Brandeburgo Cottbus (BTU), che ha visto la costruzione nel 2004, gli architetti Herzog & de Meuron realizzano una facciata in cui un velo bianco è serigrafato su entrambi i lati dell’involucro vetrato dell’edificio. L’edificio vetrato della biblioteca si erge invitante di fronte all’ingresso principale del campus e da questo punto di osservazione appare come un corpo ancorato al parco. Quando ci si avvicina, la biblioteca assume un aspetto completamente nuovo; testi di lingue ed alfabeti diversi sono sovrapposti in così tanti strati sulla pelle esterna dell’edificio da non risultare più leggibili, anche se l’origine del segno scritto rimane inequivocabile. Il disegno, eliminando la durezza del vetro e rendendo omogeneo il corpo dell’edificio, rompe il riflesso e filtra i raggi luminosi migliorando le qualità di illuminazione e microclima degli spazi interni. Retroilluminazione Questo sistema, utilizzato in edifici spesso costituiti da facciate a doppia pelle, dove corpi illuminanti di vario genere vengono inseriti nell’intercapedine tra i due sistemi di chiusura, determina particolari effetti ottici e luminosi, controllati il più delle volte da software e programmi computerizzati in grado di comporre immagini statiche o in movimento. Esempio emblematico è la Torre dei Venti di Toyo Ito, nei pressi della stazione di Yokohama; la Torre dei Venti non è un vero e proprio edificio, ma l’involucro ellissoidale di uno sfiato di aerazione per l’impianto di condizionamento d’aria utilizzato dal centro commerciale ospitato sotto il piano stradale in un’area centrale della città. La Torre, avvolta in un cilindro di allumino perforato e circondata da dodici anelli al neon rivestiti da lastre riflettenti in materiale acrilico, modifica l’immagine del suo prospetto tramite 1280 piccole lampade sensibili all’intensità e alla variazione del vento, della luce, della temperatura e al numero dei decibel prodotti dal traffico urbano. La Torre è una sorta di meraviglioso caleidoscopio studiato da Ito in collaborazione con il TL Yamagiwa Laboratory e governato da due computer installati ai piedi della torre. E l’involucro dell’oggetto quindi il supporto di questa architettura anche quando avvolge, come in questo caso, il nulla: una “guaina” di alluminio, a volte permeabile all’esterno, pellicola trasparente mutevole e sensibile, oppure in altre condizioni riflettente e materica. E la sua pelle esterna ad indicare che le architetture-evento non sono più costruzione di oggetti statici, ma ricerca e sperimentazione di volumi mobili e transitori. Sono proprio queste qualità che danno forza alla Torre dei Venti e che la impongono al caos della sua area metropolitana. Altro esempio di grande impatto mediatico è la facciata realizzata dallo studio berlinese realities:united per il Museo di Arte Contempora- Superfici mediatiche 35 Toyo Ito, Torre dei Venti, Yokohama-shi, Kanagawa, 1986. Le tecnologie elettroniche e digitali determinano la mutevolezza dell’involucro con differenti configurazioni della facciata. Superfici Mutevoli 36 Toyo Ito, Torre dei Venti, Yokohama-shi, Kanagawa, 1986. particolare del sistema di illuminamento. 3. A. Cornaro, “Alta tecnologia a bassa risoluzione”, www.architettura.it Superfici mediatiche 37 Peter Cook e Colin Fournier, Kunsthaus, Graz, 2003, vista e assonometria. nea progettato da Peter Cook, ex Archigram, e Colin Fournier, a Graz in Austria. Al tramonto, dietro l'involucro traslucido di metacrilato (PMMA) color petrolio, “occhieggiano” 930 luci circolari fluorescenti, veri e propri pixel a scala urbana. La luminosità di ciascuna di esse può essere variata in modo progressivo grazie ad un controllo computerizzato. Per mezzo di un software appositamente ideato, il grande schermo (20x45 m) è in grado di trasmettere filmati con una frequenza di 20 frame al secondo: ne deriva un'immagine evanescente tanto più astratta nella sua incerta bicromia da “superotto”, quanto più poetica. Di giorno l’involucro è ricettore degli eventi che lo circondano (sui pannelli traslucidi sono riflesse le cupole tondeggianti della città storica e le luci delle automobili in corsa), di notte diviene divulgatore di prodotti dell'arte. “Ancora una volta l'architettura parla il linguaggio e si serve della tecnologia della pubblicità, non la comunicazione esplicita dai contorni definiti del "I am a monument" venturiano, bensì un flusso di energia che veicola un sottile ed implicito messaggio (proprio della meta-pubblicità) che ha nelle allusioni, nella libera interpretazione e nella comunicazione one to one la propria forza”3. Retroproiezione Il sistema della retroproiezione consente di visualizzare, su una pelle traslucida realizzata ad una specifica distanza dall’involucro, sia video che immagini grazie a proiettori collocati nell’intercapedine tra i due si- Superfici Mutevoli 38 Superfici mediatiche 39 Peter Cook e Colin Fournier, Kunsthaus, Graz, 2003, vista interna. Realities:united, J. Edler e T. Edler, Kunsthaus, Graz, 2003, progetto della facciata, disposizione dei corpi illuminanti, e particolare delle lampade fluorescenti. Superfici Mutevoli 40 Superfici mediatiche 41 immagini, informazioni, pubblicità. Il LED è una sorgente di luce artificiale ottenuta attraverso l’impiego di un semiconduttore in grado di convertire direttamente la corrente elettrica in luce. Gli schermi LED sono costituiti da migliaia di piccole sorgenti di luce disposte in modo da comporre un video luminoso dove ogni LED corrisponde ad un pixel. Nel caso di rivestimento di intere facciate, vengono disposti diversi pannelli singoli accostati a coprire l’intera superficie tutti gestiti da un unico software per ottenere la continuità delle immagini, dei video, delle informazioni. Gianni Ranaulo, Port Administration, San Diego, USA, 2001, progetto. Times Square, New Yorka, applicazioni di schermi sulla facciata degli edifici. Gianni Ranaulo, Liquid Square, Caserta, Italia, 2001, progetto stemi di facciata. Il numero dei proiettori dipende dalle dimensioni dello schermo e dalla presenza di una o più proiezini differenti. Grazie a questa tecnica si apre un nuovo campo di applicazione costituito dal recupero dei grandi contenitori urbani poiché la tecnologia costruttiva si basa sulla realizzazione di un telaio aggiuntivo edificato indipendentemente ed esternamente rispetto al volume dell’edificio preesistente. Inoltre grazie ai ritorni economici che si possono ottenere proiettando spots pubblicitari sulla nuova “pelle” riescono più facilmente attuabili dal punto di vista finanziario interventi di riqualificazione urbana. Schermi L’applicazione di schermi LED risale agli anni ‘70 quando alcuni edifici di importanti nodi urbani (Times square a New York e Piccadilly Circus a Londra) furono dotati di pannelli contenenti migliaia di piccole sorgenti di luce (LED) dove è possibile visualizzare infinite e disparate Superfici Mutevoli 42 Tra le innovazioni nel campo delle superfici trasparenti, ed in particolare del vetro, i dispositivi cromogenici forniscono un notevole contributo alle caratteristiche di mutevolezza degli involucri. Questi dispositivi nascono da innovazioni che riguardano materiali e processi di produzione, e che consentono di ottenere prodotti Piccadilly Circus, Londra, applicazioni di schermi sulla facciata degli edifici.