Le malattie complesse si studiano analizzando il

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Lunedì 24 settembre 2012
Ricerca, innovazione e tecnologia
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Un Polo per l’energia da fonti rinnovabili
P
■■ UNIROMA2 / Il laboratorio Genetico diventa centro di eccellenza nello studio del rischio genomico
Le malattie complesse si studiano
analizzando il comportamento dei geni
Dall’Università di Roma Tor Vergata i più avveniristici studi nel campo della genetica.
Scoperta una proteina che protegge dall’infarto e dall’arteriosclerosi
G
enetica, malattie croniche
e degenerative sono alcune delle aree in cui si ha la ricerca medica di punta all’Università Uniroma2 Tor Vergata.
“L’ateneo - spiega il professor
Giuseppe Novelli, già preside
di Medicina e ora responsabile del laboratorio Genetico
- è centro di eccellenza per lo
studio del rischio genomico
per le malattie complesse (diabete, arteriosclerosi, psoriasi..)
e la ricerca è protesa a capire
le basi genetiche di tali malattie”. Tra i risultati, “la scoperta
della Loxina, un recettore del
colesterolo ossidato e dunque
una proteina che protegge
dall’infarto e dall’arteriosclerosi”, che Tor Vergata ha brevettato a livello internazionale.
Inoltre, “stiamo rilevando la
sua importanza nella protezione contro il cancro della
mammella e del colon”.
Dal laboratorio, novità sulla
psoriasi, la cui predisposizio-
ne “non è legata solo ai geni
che hanno a che fare con l’immunità, ma anche con la pelle.
Ci sono dei geni cioè - illustra
Novelli - che producono proteine protettive per il derma.
Chi ne ha una minore produzione ha anche una pelle meno
protetta”. Pubblicato quest’anno, poi, il lavoro sulla rigenerazione di un polmone di topo
con sue cellule staminali, dopo
averglielo distrutto facendogli
mangiare silicio. Una via che
Gli umanisti supportati fortemente dalla tecnologia
I
crocifissi lignei oggi si studiano applicando la tecnologia della diagnostica per
immagini; l’e-book modifica la modalità di
fruizione dell’oggetto culturale e sollecita
una produzione di testualità creativa che
non prescinde dal web. Il professor Rino Caputo, ordinario di Letteratura italiana presso il corso di laurea in Beni Culturali (vi è
incardinato anche il Dams) dell’ateneo Tor
Vergata, esemplifica come il rapporto con la
tecnologia e i saperi connessi oggi siano parte integrante delle competenze che trasmet-
tono le facoltà umanistiche. “Competenze
che vengono sviluppate - aggiunge - per formare un umanista non solo dotto, ma versatile, che può applicare i suoi saperi in diversi
ambiti”. La tecnologia, dunque, è in stretto
rapporto con la didattica per corsi di studio
di altissimo profilo, fra l’altro per quanto attiene l’archeologia e la storia dell’arte. Quanto al Dams, lo sforzo dell’ateneo è di favorire
la formazione nelle prestazioni artistiche
che, per lo meno a Roma, offrono ancora opportunità di lavoro.
Matematica, Fisica e Scienze naturali il vanto dell’ateneo
N
ell’ambito della macro area Matematica,
Fisica e Scienze naturali, il dipartimento di Matematica di Tor Vergata è articolato con 85 docenti e una ricerca che dal 2006
guadagna i vertici delle classifiche nazionali
(valutazione Miur) ed europee, con ricadute
concrete di grande valore: negli ultimi tre anni
ha ottenuto 5 finanziamenti dall’Erc, l’European Research Council, di 1 milione ciascuno
per 5 anni.
“Nel 2007 e nel 2010 per due volte consecutivamente siamo rientrati tra i 20 migliori
centri di eccellenza per la Matematica in Eu-
ropa - spiega il direttore Domenico Marinucci
- e nel 2007 eravamo l’unico dipartimento di
Matematica italiano menzionato”, sottolineando come tali risultati consentano anche di
attrarre fondi e dunque di investirli nell’assunzione di giovani dopo il dottorato. Fra le
ricerche di punta finanziate con risorse Erc,
quelle riguardanti i fondamenti matematici
della teoria quantistica dei campi; matematica e sistemi dinamici; probabilità, statistica
e cosmologia. Tra le altre aree attive, la finanza matematica, la teoria dei numeri e la
crittografia, la meccanica celeste, la teoria
potrebbe aprire nuovi orizzonti per la fibrosi polmonare,
oggi incurabile.
La ricerca sulle malattie neurodegenerative è il campo
d’azione del professor Diego
Centonze: “è assodata la relazione tra l’infiammazione
del sistema nervoso centrale
e la neurodegenerazione premette - e la differenza tra
le malattie (sclerosi multipla,
encefaliti, Parkinson, Alzheimer) risiede nel grado o qualità dell’infiammazione che
accompagna il danno neurodegenerativo”, sintetizza il medico. A Tor Vergata “abbiamo
identificato il ruolo dell’alterazione della trasmissione sinaptica nel danno degenerativo in corso di sclerosi multipla
e sono stati identificati diversi
target terapeutici, soprattutto
all’interno del sistema di trasmissione glutammatergico”.
Non da ultimo, la ricerca del
professor Davide Lauro sulle
malattie metaboliche, in particolare il diabete mellito e il
diabete mellito di tipo 2, per
le quali sta studiando “le vie di
regolazione dell’azione dell’insulina”, spiega il docente. “Le
ricerche, che stiamo condu-
annelli fotovoltaici con molecole organiche anziché
silicio, di colore variabile, trasparenti e dunque facile
integrazione architettonica. E poi fotovoltaico “flessibile”,
per copertura di serre e persino per realizzare “tende fotovoltaiche” utilizzabili dalla Protezione civile.
Sono le frontiere su cui opera il Polo solare organicoRegione Lazio, alla cui origine vi è una convenzione fra
l’Università Tor Vergata e la Regione per lo sviluppo del
fotovoltaico di terza generazione e della tecnologia connessa. Condirettore della struttura è il professor Aldo Di
Carlo, docente presso il dipartimento di Ingegneria elettronica dell’ateneo.
“Le molecole organiche - spiega - possono essere di origine
naturale o sviluppate in laboratorio. Hanno costi ridotti e,
specie quelle originate in laboratorio, raggiungono un’efficienza del 10-12% a fronte del 16% del silicio”.
I risultati delle ricerche hanno già originato 4 spin-off e
un consorzio pubblico privato. “La possibilità di innovare
che questi materiali offrono è infinita”, conclude Di Carlo.
Lauree in inglese per la facoltà di Economia
N
elle performance da primato che l’Economia dell’Università Tor Vergata ha guadagnato, ponendosi negli
ultimi anni o al primo o tra le prime tre posizioni delle
classifiche più serie, un ruolo determinante lo gioca il livello della ricerca. Essa fin dalla fine degli anni ottanta
ha beneficiato dell’importante esperienza che hanno fatto
i suoi studenti emigrati in America e poi tornati per diventare docenti. “Tor Vergata, insieme alla Bocconi di Milano,
ha costituito un mondo a sé in Italia - spiega il professor
Gustavo Piga, docente di Economia politica -. Scardinando vecchie logiche di rapporto tra professori e allievi, ha
incoraggiato i suoi giovani ad andare all’estero e al contempo ad attirare a sé chi ha fatto quest’esperienza e porta
con sé gli studi di frontiera sulla materia”. è grazie a questo background che Tor Vergata ha creato più di vent’anni
fa dottorati tutti in inglese con “programmi durissimi, ma
professionalmente premianti” ed è stata la prima facoltà di
economia ad attivare quattro lauree magistrali in inglese.
cendo, sono rivolte all’identificazione di potenziali biomarcatori precoci di malattia
in pazienti ad alto rischio per
l’insorgenza del diabete mellito di Tipo 2 e delle complicanze croniche ad esso associate.
Sono state individuate delle
nuove molecole che modulano la disfunzione epatica, e
attualmente si sta analizzando
il loro ruolo come potenziali
biomarcatori di disfunzione
epatica ”, conclude.
Renato
Lauro, rettore
Università
Tor Vergata di
Roma
del controllo ottimo e l’analisi digitale di suoni
ed immagini. Al dipartimento di Biologia afferisce il corso di laurea in Biotecnologie che,
negli anni, alla laurea breve ha aggiunto due
percorsi di laurea magistrale: in Biotecnologie
Mediche e in Biotecnologie Industriali. “Ciò
che siamo riusciti a salvare nel nuovo Statuto dell’ateneo, e che riteniamo fondamentale,
è l’interdipartimentalità del corso - spiega il
professor Mario Lo Bello -, poiché l’esperienza
maturata in questi anni ha consentito a docenti e studenti di uscire dal proprio stretto
ambito di competenza misurandosi con l’interazione dei saperi”. Biotecnologie Mediche,
in stretta collaborazione con Medicina per
esempio, da questo punto di vista, ne è un
emblema. “Puntano all’applicazione terapeutica delle tecnologie derivanti dalla biologia”,
sintetizza Lo Bello. La ricerca del biotecnologo dovrebbe avere uno sbocco naturale negli
spin-off cui sta mirando l’Università Tor Vergata, evidenzia Lo Bello, per dare opportunità
di lavoro anche in un’area, il Lazio, in cui non
c’è una forte presenza industriale del settore.
Due le linee di ricerca particolarmente sviluppate nelle Biotecnologie Mediche. “Quella
dedicata alla chemioprevenzione per combattere in particolare le malattie neurogenerative
anche attraverso l’alimentazione naturale; lo
sviluppo di biomarcatori in grado di rilevare
e trasmettere informazioni utili per tempo su
malattie tumorali, neurologiche e croniche”.