Le paludi calcaree: “piccole acque” di grande valore - CSC-CAI

Le paludi calcaree: “piccole acque” di grande valore
LE PALUDI CALCAREE E LA DIRETTIVA HABITAT
Le paludi calcaree sono considerate habitat di interesse comunitario prioritari sulla base della Direttiva Habitat
(92/43/CEE).
HABITAT 7210 – PALUDI CALCAREE CON CLADIUM MARISCUS
Le paludi, in base alla classificazione di Pickler (1945), sono corpi idrici a profondità variabile che a massimo
invaso non arrivano mai al metro, ma che più spesso giungono appena il mezzo metro di profondità. Queste
“piccole acque” rappresentano dei bacini “astatici”, cioè che presentano variazioni di livello molto ampie, con
grande disponibilità di acqua nei periodi piovosi, fino al totale prosciugamento estivo. La principale caratteristica di
questi ambienti è pertanto la loro instabilità nel tempo.
L’habitat, caratterizzato dalla dominanza falasco (Cladium mariscus), è considerato prioritario in quanto sempre
più minacciato dalla generale e progressiva riduzione delle aree palustri.
La specie guida, Cladium mariscus, è una pianta erbacea con fusto eretto e robusto, che può raggiungere
l’altezza di 2 metri. I fiori sono raccolti in spighe brune.
Si tratta di una pianta elofita (da hélos = “palude” e phyton =
“pianta”), cioè di una pianta che, radicante sul fondo, rimane
con la porzione basale quasi sempre sommersa, mentre fiori
e foglie emergono dall’acqua. È una condizione intermedia
fra le piante terrestri e le piante acquatiche vere e proprie.
Cladium mariscus colonizza le aree periferiche di laghi e
fiumi, in stazioni inondate nei periodi piovosi e asciutte
d’estate; si sviluppa su terreni calcarei ben ossigenati e
poveri di nutrimenti.
Tende a formare popolamenti puri (marisceti) o comunque
accompagnati da poche specie, quali la cannuccia di palude
(Phragmites australis).
DOVE IN REGIONE
CLADIUM MARISCUS
In Regione l’habitat ha estensione ridotta ed è presente solamente al Bosco della Mesola (Parco del Delta del
Po - FE) e all’Oasi di Punte Alberete (RA).
ITINERARI
Al Bosco della Mesola è possibile osservare il marisceto
lungo lo Scolo del Bassone e lo Scolo dei Frassini,
percorrendo l’itinerario del Parco che, seguendo lo Stradone
Maggiore,
conduce
al
Laghetto
dell’Elciola.
Lunghezza del percorso: 3 km circa
All’Oasi di Punte Alberete sono presenti fitti popolamenti di
falasco lungo le rive degli specchi d’acqua. La visita può
essere effettuata unicamente lungo un itinerario ad anello,
che parte dal parcheggio sulla statale 309 Romea.
Lunghezza del percorso: 3,5 km
MARISCETO A PUNTE ALBERETE (RA)
CONSERVAZIONE
Il marisceto rappresenta un ambiente temporaneo, per quanto durevole in alcune particolari condizioni, che tende
ad evolvere in tempi relativamente brevi, per interrimento, verso altre formazioni, meno igrofile. L’attuale fase di
antropizzazione del territorio e rende ancora più precari questo habitat, considerato relitto di un periodo climatico
postglaciale più caldo e umido dell’attuale (atlantico, 8000-4500 anni dal presente).
La vulnerabilità è dunque elevatissima ma il declino è fondato, non solo su elementi di natura climatica, ma anche
su fattori antropici: in passato infatti queste zone, considerate poco produttive, sono state bonificate o utilizzate
come discariche. Per la conservazione dell’habitat è necessario rallentare il naturale interrimento dei corpi idrici,
grazie alla periodica rimozione del materiale vegetale (foglie, tronchi, …) dai corpi idrici.