dalla biblioteca _________________ Curatore Mario Grillandini n°30 ____________________________________________________________ Settembre 2015 NOTE DI SERVIZIO Si informa che la Biblioteca riaprirà al pubblico nei giorni di martedì e venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 11.30, a partire dal 15/09/2015. L’apertura pomeridiana del mercoledì è prevista in concomitanza con l’inizio dei corsi. UN PO’ DI ANTROPOLOGIA CULTURALE Homo religiosus Se vogliamo esplorare la dimensione Dio, non possiamo che ottenere risposte inconcludenti e non definitive. Altra cosa, invece, se vogliamo parlare di Sacro. In tutte le lingue indoeuropee, Sacro assume il significato di “separato”: da una parte vi è l’ignoto ed il mistero, dall’altra l’uomo con le sue paure, le sue angoscie e la sua ignoranza. Collegata alla nozione di Sacro è la religione. Etimologicamente deriva da RE-LIGARE, unire insieme, il Sacro agli esseri umani. Poiché ciò non può avvenire in modo diretto, ci si rivolge a mediatori come stregoni, sciamani, venerandi della comunità. Nasce in tal modo la classe sacerdotale. Col passare dei millenni le religioni divengono sempre più sofisticate. Esse si esprimono in simboli, miti, forme rituali che comprendono sistemi di orientamento del pensiero e della psiche, fornendo spiegazioni sul mondo e stabilendo modelli di riferimento. A questo punto poniamoci alcune domande: dove e quando è cominciato questo comportamento religioso dell’uomo? Da dove viene la credenza religiosa della vita dopo la morte e dell’esistenza di esseri soprannaturali? Gli antropologi fanno risalire l’homo religiosus a circa 135.000 anni fa, quando i Neandertal incominciarono a seppellire i loro morti con grande sensibilità e cura: nelle tombe venivano deposti fiori e manufatti che dovevano servire nell’aldilà. Che cosa ha spinto questi nostri lontani antenati a credere in un’altra vita ed in esseri divini? Le uniche motivazioni plausibili sono la PAURA ed i SOGNI. Il potere della paura è un sentimento atavico che ancora oggi alberga nella psiche umana. Paura dell’ignoto, del buio, dei ragni , dei serpenti, dell’altro, percipito come minaccia e tante altre ancora, apparentemente inspiegabili ma altrettanto reali. L’uomo di Neandertal non avrebbe mai potuto spiegarsi cose come fulmini, incendi, eclissi, terremoti, inondazioni, il buio della notte ed il sorgere del sole. Cos’altro avrebbe potuto pensare ci fosse dietro questi fenomeni se non esseri soprannaturali da placare, temere e venerare. Per spiegare l’esistenza della vita dopo la morte gli antropologi privilegiano la via del sogno. I sogni possono essere vividi, reali e toccanti. L’uomo ancestrale, una volta sveglio, può spiegare il sogno solo pensando che la persona sognata non poteva che non essere viva quando è venuta a trovarlo, quindi non è morta, ma dimora da un’altra parte. Da allora si sono sviluppati ed evoluti schemi di comportamento ritualistico e temi mitologici che si sono diffusi mediante un processo di propagazione che va dal neandertaliano alle caverne di Cro-Magnon, fino ad arrivare alle nostre cattedrali. QUANDO BATTERI E VIRUS FANNO LA STORIA Nel 701 a.C. Gerusalemme era sotto assedio da parte del re di Assiria Sennacherib che, dopo aver sconfitto una coalizione di Egiziani, Fenici, Filistei ed Ebrei, si accingeva a conquistare il piccolo regno di Giuda. Improvvisamente l’assedio fu tolto dopo che gran parte dell’esercito assiro cadde vittima di una epidemia tanto misteriosa quanto letale. Gli Assiri semplicemente se ne andarono. Per il più grande impero dell’epoca non ne valeva più la pena. Per gli Ebrei, invece, la liberazione fu un segno del cielo che, nella storia, avrebbe avuto conseguenze di lunga durata. Di qualunque tipo fosse la pestilenza, a Gerusalemme riequilibrò la situazione. Se il regno di Giuda fosse scomparso dalla storia, che ne sarebbe stato delle religioni monoteistiche derivanti dall’Ebraismo - Cristianesimo ed Islamismo - unitamente alle culture che ne discendono? Le malattie, quindi, vanno considerate i jolly della storia, un fattore imprevisto che può mutare il corso degli eventi futuri, senza possibilità di porvi rimedio. Nel 404 a.C., nel corso della seconda guerra del Peloponneso, la peste che infuriò ad Atene per oltre un anno portò alla sua sconfitta ed al conseguente crollo della sua egemonia. Un attacco di dissenteria fiaccò le forze prussiane che invasero la Francia nel 1792 e, dopo la sconfitta di Valnuy, convinse il comandante prussiano a fare dietro front e tornare in patria, salvando, di fatto, la Rivoluzione Francese. Le epidemie di tifo e dissenteria costituirono il “dietro le quinte” della sconfitta di Napoleone in Russia. Solo alcuni esempi, ma proviamo a pensare alle conseguenze se le cose fossero andate diversamente. L’ANGOLO DEL LATINISTA VIRIBUS UNITIS. Con la forza uniti. Motto adottato da Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria e re d’Ungheria. “Viribus unitis” era anche il nome dell’ammiraglia della Flotta austriaca che, il 1° novembre 1918, si trovava nel munitissimo porto di Pola, quando il Maggiore Raffaele Rossetti ed il Tenente medico Raffaele Paolucci , penetrati nella rada, collocarono sotto la chiglia della nave un ordigno esplosivo, detto Mignatta , che la fece affondare. Tre giorni dopo finiva la guerra.