Le porte di Siena. Gli artefatti: cognizione, pratiche e società

CENTRO STUDI UNIVERSITA’ DELLA CALIFORNIA
Siena, lezione del 20 luglio 2009
Le porte di Siena. Gli artefatti: cognizione, pratiche e società
Massimo Squillacciotti
Acquerello di Henny Boccianti.
Foto da “Il colore della città” e “Terra di Siena”.
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Alcune premesse:
L’Antropologia cognitiva studia i processi mentali che vengono
attivati nel sapere e nel fare dell’Uomo e, viceversa, che
attivano il sapere ed il fare dell’Uomo.
In particolare i processi mentali sono la messa in relazione di
“cose” secondo una logica che può essere diversa tra le diverse
culture; chiamiamo questa logica e questo processo:
cognizione.
I processi mentali, la messa in relazione, la cognizione riguardano
“cose” che sono interne ed esterne all’Uomo, materiali e
immateriali, individuali e sociali e che costituiscono un sapere a
due facce: un saper-sapere ed un saper-fare, ugualmente
potenti ed importanti per la continuità della società.
Artefatto è prodotto materiale realizzato dall’uomo (con le mani:
manufatto): che contiene il sapere tecnico del suo produttore
che si pone come strumento per una pratica socialmente
riconosciuta
che si pone come interfaccia o medium con i suoi fruitori
che presuppone un processo cognitivo di astrazione e
rappresentazione.
Un tipo di artefatto è quello che si realizza nella produzione di una
immagine
materiale,
attraverso
un
processo
di
rappresentazione di una “cosa” (materiale o immateriale).
Immagine significa: forma esteriore di un oggetto materiale
percepibile attraverso la vista o di una idea resa materiale e
visibile attraverso la sua rappresentazione.
Il termine rappresentazione ha due significati: di “messa in scena”
(performance) e di resa iconica di una “cosa” attraverso la
restituzione delle regole (sintassi) che formano quella “cosa”.
Anche la lingua è un sistema di rappresentazione oltre che di
comunicazione.
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Esempi di artefatti
Pietra levigata del Paleolitico medio (100mila a.c.).
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Tavola di Uruk: scrittura cuneiforme mesopotamica (2000 a.c.),
acquerello di Henny Boccianti da “Di segni e di scritture”.
“Mola”, prodotto tessile delle donne kuna di Panamá(1984).
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La città Siena
Grazie allo sviluppo della cartografia siamo abituati a vedere la città
dall’alto ed a pensarla come se noi ci volassimo sopra.
Questa è la pianta di Siena secondo il piano regolatore del 1953.
A leggere questa pianta, possiamo individuare solo alcune aree
della città perché le riconosciamo a condizione che già
conosciamo Siena, ne abbiamo cioè una certa pratica.
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Non siamo capaci - e la posizione della pianta non ci mette in grado
- di identificare altri luoghi o nomi; la sua rappresentazione è
funzionale ad un sapere tecnico specifico: quello urbanistico.
Comunque, se la pianta ci venisse proposta in una prospettiva con
l’immagine ruotata di 180 gradi, forse non riconosceremmo
neanche di che città si tratta a meno di non girare noi intorno
all’immagine (o viceversa in una situazione reale, cioè con la
pianta tra le mani)…
C’è forse una prospettiva “giusta”…?
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Per me questa è la prospettiva “giusta”: la pianta è girata di solo 90
gradi e riconosco ogni parte della città perché Porta Romana è
messa in basso lungo l’asse del mio entrare abituale a Siena da
questa porta, provenendo dalla via Cassia a “sud” di Siena…
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Le porte di Siena
Arriviamo al nostro gioco: ammesso che le porte della città siano 6
(e non 7), “come” posso rappresentarle e con quali “codici” di
organizzazione ed espressione del pensiero?
Proviamo
1) Scrivo i nomi delle porte in una lista, decidendo da quale porta
partire per l’elencazione (enumerazione), magari anche
segnando in rosso per ciascuna porta la relativa direzione ed il
percorso verso cui dà luogo:
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2) Ma allora posso passare dalla lista con l’elenco dei nomi ad una
rappresentazione più elaborata, di tipo “grafico”:
3) Se usassi un criterio di tipo “ragioneria” o di tabella, abbiamo:
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4) Avvicinandoci al criterio, forma o rappresentazione di tipo mappa:
ma anche:
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Il gioco de “Le porte di Siena” può continuare individuando ulteriori
criteri e tipi di rappresentazione (geometria delle forme,
mandala, tangram, stelle…) a seconda della creatività
personale, dei codici culturali, delle funzioni comunicative…
In conclusione con questo “gioco” abbiamo messo in luce aspetti
della cognizione, dell’artefatto e della rappresentazione, un po’
come con questi schemi riassuntivi, elaborati da Valentina
Lusini:
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ALLEGATI
Novità da Siena…, in fatto di mappe e porte della città di Siena,
ottobre 2009.
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