PROCEDURA VALUTATIVA PER LA CHIAMATA NEL RUOLO DI PROFESSORE DI SECONDA FASCIA PER IL SETTORE CONCORSUALE 11/A5 – SCIENZE DEMOETNOANTROPOLOGICHE SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE M-DEA/01 – DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE (Decreto del Rettore n. 313 del 27 marzo 2015, pubblicato sull’Albo Ufficiale di Ateneo) CANDIDATA NADIA BREDA GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE La candidata Nadia Breda, laureata in Lettere e Filosofia presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, ha conseguito nel 1999 il dottorato in Scienze Etnoantropologiche presso l’Università di Roma “La Sapienza” e, nel 2013, l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) al ruolo di professore di seconda fascia per il settore concorsuale 11/A5 - settore scientifico-disciplinare M-DEA/01. Dal 2001 la candidata è ricercatrice a tempo indeterminato per il settore MDEA/01 presso l’università di Firenze e attualmente afferisce al Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (SCIFOPSI) della stessa Università. Ha ricoperto con continuità diversi incarichi di insegnamento all’interno di CdS triennali e di lauree specialistiche e magistrali. È stata ed è impegnata in diversi progetti di ricerca, sia nazionali che internazionali, incentrati soprattutto su temi di antropologia dell’ambiente, con una specifica attenzione riservata all’acqua e alle questioni di gender nell’uso delle risorse locali (cfr., ad es., il ruolo di direttrice scientifica dell’“Accordo internazionale di collaborazione culturale e scientifica tra l’Università degli Studi di Firenze e l’Università ‘Abdelmalek Essaadi’ di Tetouan”, in Marocco; oppure la funzione di responsabile italiana della candidatura di un progetto di collaborazione italo-francese – programma GALILEO 2015-2016, sul tema “Ciclo dell’acqua nei contesti della produzione: narrazioni pubbliche e dimensioni tacite”). Durante i suoi studi universitari la dott.ssa Breda ha frequentato l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, stabilendo con i docenti di quell’istituzione un rapporto continuativo e di decisa importanza nella sua formazione e nel suo lavoro anche più recente. Si veda a questo proposito la prefazione e cura della traduzione italiana del volume di Philippe Descola Par delà nature et culture (Oltre Natura e Cultura, 2014). Dopo alcuni saggi di minor impegno, nel 2000, riprendendo il suo lavoro di dottorato, la candidata ha pubblicato il libro I respiri della palude, testo che 1 ha sollecitato un ampio interesse e dibattito, sia a livello locale (nord-est italiano) per le sue implicazioni politiche, sia per i suoi aspetti teorici in ambito etnoantropologico. Nella stessa prospettiva di impegno culturale e politico sulla difesa del patrimonio ambientale, sui problemi della biodiversità e dei processi di antropizzazione, dal 1997 la candidata ha collaborato continuativamente con enti privati e pubblici, Musei ed Enti territoriali interessati alla salvaguardia del patrimonio naturalistico, usufruendo di borse di studio, di incarichi di ricerca, di finanziamenti Murst, etc. Le esperienze di questi lavori hanno costituito la premessa per il libro Bibo. Dalla palude ai cementi, una storia esemplare (2010), testo discusso in più occasioni disciplinari e in particolare in occasione del convegno ASA Anthropology and Enlightenment (giugno 2014). Successivamente la candidata si è occupata di “Terzo paesaggio”, pubblicando con Franco Lai un volume dal titolo Antropologia del Terzo paesaggio (2011), i cui esiti sono stati discussi in varie occasioni con associazioni, ricercatori, insegnanti di Liceo e docenti universitari. Nei suoi ultimi lavori la candidata si è impegnata in due nuovi campi di ricerca: Antropologia e antroposofia e Antropologia della musica. Nel primo caso si tratta per la candidata di ripensare i propri interessi alla luce di alcune esperienze di comunità di un’agricoltura omeodinamica; nel secondo di sperimentare nuove forme pedagogiche e di didattica sociale legate alle proprie competenze in campo musicale. Complessivamente l’attività della candidata, sul piano della didattica, della ricerca e delle iniziative di terza missione, e la sua produzione scientifica sono sicuramente meritevoli di attenzione ed evidenziano negli anni una buona capacità di ricerca e una decisa continuità di interessi sulla base di una matura formazione teorica. La commissione formula unanime un giudizio molto positivo ai fini della presente valutazione. CANDIDATA MARIA ELENA GIUSTI GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE La candidata Maria Elena Giusti, nell’a.a. 1995/1996 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Antropologia-Etnologia e Storia delle tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Firenze; nel 2002 ha vinto un Assegno di ricerca (triennale) presso il Dipartimento di Storia delle Arti, Musica e Spettacolo dell’Università di Firenze per una ricerca sul Teatro popolare in area lucchese; e dal 2005 è ricercatrice a tempo indeterminato per il settore M-DEA/01 presso la cattedra di Antropologia culturale, Facoltà di Lettere, Università di Firenze. Attualmente afferisce al Dipartimento SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo) 2 della stessa Università. Nel 2013 la candidata ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) al ruolo di professore di seconda fascia per il settore concorsuale 11/A5 - settore scientifico-disciplinare M-DEA/01. Dalla fine degli anni Novanta la candidata ha ottenuto incarichi di docenza e ha svolto con continuità corsi di Tradizioni popolari, di Antropologia culturale e di Etnologia Europea presso l’Università di Firenze, prima per il vecchio ordinamento, poi per le lauree di primo e secondo livello. La dott.ssa Giusti è stata anche impegnata in attività di tutoraggio e di tipo organizzativo, ad es. come delegata di Facoltà per il Polo Universitario Penitenziario o come componente della commissione didattica della LM in Studi Geografici e Antropologici. In tutto il suo lavoro la candidata evidenzia grande competenza, serietà e passione, sia attraverso il prezioso recupero di raccolte molto spesso inedite di letteratura, teatro e poesia popolare (Raccolte Barbi, Giannini, Venturelli), sia attraverso un intenso e filologicamente attento lavoro sul campo, in particolare nell’area dell’alta Toscana. Il materiale raccolto, catalogato e “ragionato” è stato oggetto, negli anni Ottanta e Novanta, di collaborazione con il Centro per la raccolta, lo studio e la valorizzazione delle tradizioni popolari della provincia di Lucca e di altre analoghe istituzioni ed è stato argomento di seminari, interventi a Convegni e di numerose pubblicazioni su riviste specializzate come i Quaderni dell’Istituto di Linguistica dell’Università di Urbino e Lares. In questa direzione di ricerca si segnalano in particolare i lavori sulle raccolte Barbi (1990) e Venturelli (2002). Dal 2000 circa la candidata, pur nella continuità con il precedente lavoro, ha focalizzato un particolare aspetto della cultura popolare: l’etnobotanica come pratica e immaginario legati alle erbe nelle tradizioni e nella medicina popolare. Su questo tema la candidata ha fatto ricerca sul campo, partecipato a convegni e prodotto numerosi saggi. Ricca è, specie per questa seconda area di interessi, la produzione in lingua inglese su riviste e in occasione di convegni internazionali. Nel periodo 2003-2005 è stata responsabile scientifico per la parte italiana del prestigioso Progetto RUBIA: “Circum Mediterranean ethnobotanical and ethnographic heritage in traditional technologies, tools and uses of wild and neglected cultivated plants for food, medicine, textiles, dying and handicrafts”. Inoltre, si segnala la responsabilità scientifica (2010-2011) del Progetto INCONTRO EU Marittimo IT-FR- Maritime. Nel complesso la candidata Maria Elena Giusti manifesta una significativa competenza nella ricerca, esercitata essenzialmente sul terreno dell’antropologia teatrale, degli studi sulla poesia popolare, delle relazioni tra oralità e scrittura, dei saperi tecnici e naturalistici, dei patrimoni culturali e dei beni DEA. Le sue pubblicazioni e le molteplici e continuative attività sul versante della didattica e della 3 terza missione sono sicuramente degne di attenzione e interesse. La commissione formula unanime un giudizio positivo ai fini della presente valutazione. CANDIDATA EMANUELA ROSSI GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE La candidata Emanuela Rossi, laureata a Roma presso l’Università “La Sapienza” nel 1993, consegue nel 2003 il dottorato di ricerca presso la medesima università. Dal 2010 è ricercatrice a tempo indeterminato per il settore M-DEA/01 presso il Dipartimento SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo) dell’Università di Firenze. Nel 2013 la candidata ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) al ruolo di professore di seconda fascia per il settore concorsuale 11/A5 - settore scientifico-disciplinare M-DEA/01. Dal 2010 la dott.ssa Rossi, dopo alcuni anni in cui ha insegnato Antropologia Culturale come docente a contratto, tiene in affidamento, presso il SAGAS, l’insegnamento di Antropologia dei Patrimoni Culturali e, dall’a.a. 2011-2012, quello di Etnologia Europea. Dall’a.a. 2012-2013 è docente di Antropologia del Patrimonio presso la Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università di Perugia e di Transcultural Aesthetics, Ethnography and Cultural Bias all’interno del Master universitario in Museums Studies promosso e organizzato dal Marist College e dall’Istituto Lorenzo de’ Medici in convenzione con il SAGAS. Inoltre, dall’a.a. 2011-2012 ha tenuto per tre anni consecutivi il modulo di Qualitative Research Method nell’ambito del Master in Urban Analysis and Managment attivato nell’Università di Firenze dal Dipartimento SAGAS. All’interno dello stesso Dipartimento svolge anche diverse attività di tipo istituzionale e organizzativo: come delegata per l’Orientamento e Erasmus-Socrates del CdS in Storia e Tutela dei Beni Archeologici, Artistici, Archivistici e Librari e della LM in Studi Geografici e Antropologici; come componente della Commissione per l’Internazionalizzazione e dei Comitati per le attività digitali e per la diffusione della terza missione (Public Engagement) del Dipartimento. Nell’ultimo decennio, grazie a borse di ricerca e a contratti di collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali (in particolare: Museo Nazionale di Antropologia ed Etnologia dell'Università di Firenze, Government of Canada International Council for Canadian Studies), la candidata ha svolto studi su esperienze di museografia collaborativa e sui processi di indigenizzazione museale (Canada), in particolare all’interno di un gruppo di ricerca diretto da Ruth Phillips della Carleton University. Le pubblicazioni della candidata mostrano piena congruenza con le tematiche 4 del settore disciplinare o con tematiche interdisciplinari ad esso pertinenti e una continuità di riflessione teorica di buon livello scientifico, in particolare per quanto riguarda temi e prospettive di studio legate alla museologia e più in generale alla memoria e alla costruzione dell’identità. È da sottolineare la collocazione dei lavori della candidata all’interno del panorama internazionale della ricerca, soprattutto per quanto riguarda i temi della museologia, della museografia e dei processi di indigenizzazione delle stesse. La monografia del 2006, Passione da Museo. Per una storia del collezionismo etnografico: il museo di antropologia di Vancouver, dà conto della ricerca condotta dalla candidata, in successivi soggiorni, in Canada presso il Museo di Antropologia di Vancouver, della cui storia Emanuela Rossi propone una propria analisi. Vengono esaminate nel libro le pratiche del collezionismo, dei diversi attori – il collezionista, il filantropo, l’antropologo - che sono intervenuti storicamente nella formazione del museo. Sulla tematica museale, negli anni successivi, la candidata ha pubblicato, nelle riviste specialistiche italiane Lares, Nuova museologia e Antropologia museale, saggi che affrontano in modo innovativo problemi specifici della storia museale italiana (Museo di Storia naturale dell’Università di Firenze) e il profilo scientifico di figure note, come Lamberto Loria, e meno note, come Amy Bernardy, Ettore Guatelli, Carlo Piaggia. Dalla museologia la candidata sviluppa la propria ricerca in territori attigui, lavorando, nella prospettiva di un’antropologia riflessiva, sulle storie di vita, su temi legati all’identità e alla patrimonializzazione della memoria. Nel complesso la candidata evidenzia una significativa conoscenza della letteratura nazionale e internazionale e una chiara consapevolezza dei problemi, sia teorici che metodologici, connessi con le iniziative espositive in campo antropologico. Dimostra altresì una matura capacità di partecipare al dibattito nazionale e internazionale su tali temi e di sollecitare riflessioni e discussioni all’interno del settore di studi di riferimento (cfr., ad es., la recente cura del volume Forme di antropologia. Il Museo Nazionale di Antropologia e Etnologia di Firenze, 2014, e la partecipazione al Convegno della neonata Società italiana di Antropologia applicata, con un intervento, Musei e politiche della rappresentazione. L’indigenizzazione della National Gallery di Ottawa, di prossima pubblicazione). Complessivamente la candidata Emanuela Rossi dà dimostrazione di una attività didattica consolidata e continuativa e di una attività di ricerca e di produzione scientifica di alto livello, in grado di fornire un contributo di rilievo all’avanzamento degli studi nel campo soprattutto della museografia di interesse demoetnoantropologico. La commissione formula unanime un giudizio ottimo ai fini della presente valutazione. 5 La commissione, con deliberazione unanime, dopo aver espresso la valutazione in merito alle candidate Nadia Breda, Maria Elena Giusti, Emanuela Rossi in relazione al settore scientifico disciplinare M-DEA/01, individua la candidata Emanuela Rossi idonea a svolgere le funzioni didattiche e di ricerca per le quali è stato pubblicato il bando, per le seguenti motivazioni: l’attività didattica consolidata e continuativa; la rilevante attività di ricerca; l’alto livello della produzione scientifica; la significativa esperienza internazionale; l’impegno sul piano organizzativo e istituzionale. 6