Gli impianti elettrici nei Locali di Pubblico Spettacolo

Gli impianti elettrici nei
Locali di Pubblico Spettacolo
Gianfranco Tripi
Req. Part.
Pag. 1
ING. GIANFRANCO TRIPI
Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento
Titolo XIII
DM 19/08/96
Rispetto misure
generali: innesco,
propagazione,
selettività,
salvaguardia VVF
ING. GIANFRANCO TRIPI
Alimentazione di sicurezza
(Cap.56) per illuminazione,
allarme, rilevazione, impianti di
estinzione incendi,
ascensori antincendi (oltre 24m)
DM 19 agosto 1996
Req. Part.
Pag. 3
TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI.
13.1 GENERALITA'.
Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformità alla L.
186/68).
In particolare ai fini della prevenzione degli incendi gli impianti
elettrici:
- non devono costituire causa primaria di incendio o di esplosione;
- non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione
degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura deve
essere compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli
locali;
- devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non
provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza);
- devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni
"protette" e devono riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si
riferiscono.
…
ING. GIANFRANCO TRIPI
DM 19 agosto 1996
TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI.
13.1 GENERALITA'.
…
I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti di
sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione degli incendi;
e) ascensori antincendio.
La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza deve essere
attestata con la procedura di cui alla legge 5 marzo 1990, n. 46, e
successivi regolamenti di applicazione.
Req. Part.
Pag. 4
ING. GIANFRANCO TRIPI
DM 19 agosto 1996
TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI.
13.2 IMPIANTI ELETTRICI DI SICUREZZA.
L'alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione:
- breve (< 0,5 s) per gli impianti di rivelazione, allarme e
illuminazione;
- media (< 15 s) per ascensori antincendio e impianti idrici
antincendio.
Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo
automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.
L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza deve consentire lo
svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il
tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima viene stabilita
per ogni impianto come segue:
Req. Part.
- rivelazione e allarme: 30 minuti;
- illuminazione di sicurezza: 1 ora;
Pag. 5
- ascensori antincendio: 1 ora;
- impianti idrici antincendio: 1 ora.
ING. GIANFRANCO
… TRIPI
DM 19 agosto 1996
TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI.
13.2 IMPIANTI ELETTRICI DI SICUREZZA.
…
L'installazione dei gruppi elettrogeni deve essere conforme alle
regole tecniche vigenti.
L'impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello
di illuminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza dal
piano di calpestio lungo le vie di uscita, e non inferiore a 2 lux negli
altri ambienti accessibili al pubblico.
Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma
purche' assicurino il funzionamento per almeno 1 ora.
Req. Part.
Pag. 6
13.3 QUADRI ELETTRICI GENERALI.
Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posizione
facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio.
ING. GIANFRANCO TRIPI
DM 19 agosto 1996
TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI.
TITOLO XIV - SISTEMA DI ALLARME.
I locali devono essere muniti di un sistema di allarme acustico
realizzato mediante altoparlanti con caratteristiche idonee ad
avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di
incendio. Il comando di attivazione del sistema di allarme deve
essere ubicato in un luogo continuamente presidiato.
Req. Part.
Pag. 7
ING. GIANFRANCO TRIPI
Il rischio incendio degli impianti elettrici nelle norme CEI
Le caratteristiche che devono possedere gli
impianti elettrici, ben enunciate in termini di
principio nelle norme di prevenzione incendi,
trovano ampio riscontro nelle norme CEI che
integrano il dettato delle regole tecniche di
prevenzione incendi.
Req. Part.
Pag. 8
ING. GIANFRANCO TRIPI
Il rischio incendio degli impianti elettrici nelle norme CEI
Principali riferimenti normativi affinché gli impianti elettrici non
costituiscano causa primaria d’incendio o di esplosione e non
forniscano alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi:

Norma CEI 64-8/4 (Prescrizioni per la sicurezza):

Protezione contro gli effetti termici (Cap. 42)
 Protezione delle condutture contro le sovracorrenti (Cap. 43)

Norma CEI 64-8/5 (Scelta ed installazione dei componenti elettrici):

Scelta e messa in opera delle condutture avente lo scopo di ridurre al minimo la propagazione
dell’incendio (Sez. 527)
 Dispositivi di protezione contro le sovracorrenti (Sez. 533)

Norma CEI 64-8/7 - Ambienti ed applicazioni particolari - Sezione 751:
Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Norma CEI 64-8/7 - Ambienti ed applicazioni particolari - Sezione 752:
Impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento
Norma CEI 64-8/7 - Ambienti ed applicazioni particolari - Sez. 711: Fiere

Norma CEI 11-17 - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione
dell’energia elettrica – Linee in cavo:
Req. Part.
Pag. 9

Provvedimenti contro l’incendio (Punto 5.7.3)

Guida CEI 64-54: Guida per l’integrazione degli impianti elettrici negli edifici
Locali di Pubblico Spettacolo
CEI 64-15 Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e
artistica
ING. GIANFRANCO TRIPI
MISURE CONTRO L’INNESCO: Sez.422
Affinché i componenti elettrici non costituiscano pericolo di
innesco, oltre alle varie prescrizioni previste dalla Norma CEI 648, occorre:
• osservare le istruzioni di installazione del costruttore tenendo
conto delle diverse condizioni di impiego;
• i componenti elettrici che possono raggiungere temperature
superficiali tali da poter innescare l’incendio dei materiali
adiacenti, devono essere installati su o entro elementi costituiti
da materiali che resistano a tali temperature e che abbiano una
bassa conducibilità termica;
Req. Part.
Pag. 10
• i componenti elettrici che nel loro funzionamento ordinario
siano tali da produrre archi o scintille, devono essere totalmente
racchiusi in elementi di materiale resistente agli archi;
• ovvero
ING. GIANFRANCO TRIPI
MISURE CONTRO L’INNESCO
Req. Part.
Pag. 12
ING. GIANFRANCO TRIPI
PROTEZIONE PASSIVA:
REAZIONE AL FUOCO
22/05/14
13
REAZIONE AL FUOCO
Impiego di materiali con idoneo comportamento rispetto
all’azione del calore e del fumo
REAZIONE AL FUOCO
Grado di partecipazione di un materiale al fuoco da
cui è investito.
Materiali (mobili imbottiti, mobili, tendaggi, materiale scenico,
vernici ignifughe per legno) suddivisi in 6 classi:
•- classe 0: materiale incombustibile
•- classe 1: materiale difficilmente combustibile
•- .............
22/05/14
•- classe 5: materiale facilmente combustibile
14
REAZIONE
AL FUOCO
REAZIONE
AL FUOCO
PROTEZIONE PASSIVA:
Individuazione classe di reazione al fuoco
22/05/14
15
REAZIONE
AL FUOCO
REAZIONE
AL FUOCO
PROTEZIONE PASSIVA:
•Obbligo apposizione marchio di conformità sui
manufatti
•Obbligo dichiarazione di conformità produttore
22/05/14
16
REAZIONE AL FUOCO
Reazione al fuoco prodotti da costruzione secondo DM
10/3/2005 (attuazione di direttive europee)
22/05/14
19
Reazione al fuoco dei materiali
DM 10/3/2005
Impiego a Parete
Classe italiana Classe europea (DM 10/03/05 e DM 15/03/05)
I
Classe 1
(A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1),
(A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1)
II
Classe 2
(A2-s1,d2), (A2-s2,d2), (A2-s3,d2), (B-s3,d0), (B-s3,d1), (B-s1,d2),
(B-s2,d2), (B-s3,d2), (C-s1,d0), (C-s2,d0), (C-s1,d1), (C-s2,d1)
III Classe
3
(C-s3,d0), (C-s3,d1), (C-s1,d2), (C-s2,d2), (C-s3,d2),
Impiego
a pavimento
(D-s2,d0),
Classe italiana (D-s1,d0),
Classe europea
(DM (D-s1,d1),
10/03/05 e(D-s2,d1)
DM 15/03/05)
I
Classe 1
(A2FL-s1), (A2FL-s2), (BFL-s1), (BFL-s2)
II Classe 2
(CFL-s1), (CFL-s2)
Impiego a Soffitto
III Classe 3
(DFL-s1), (DFL-s2)
Classe italiana Classe
europea (DM 10/03/05 e DM 15/03/05)
I
Classe 1
(A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1),
(A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0)
II
Classe 2
(B-s3,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1), (B-s3,d1), (C-s1,d0), (C-s2,d0)
III
Classe 3
22/05/14
(C-s3,d0), (C-s1,d1), (C-s2,d1), (C-s3,d1), (D-s1,d0), (D-s2,d0)
20
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 64-8/4 art 422.5
Quando i componenti elettrici installati nello stesso locale
contengono liquido infiammabile in quantità significativa
(almeno 25 l), si devono prendere precauzioni per evitare
che il liquido in fiamme ed i prodotti di combustione del
liquido stesso (fiamme, fumo, gas tossici) si propaghino
alle altre parti dell’edificio, i.e.:



Req. Part.
Pag. 23
fosse di drenaggio che raccolgano le fuoriuscite di liquido e ne
assicurino l’estinzione in caso di incendio;
installando i componenti elettrici in compartimenti antincendio
ventilati solo verso l’esterno
installando barriere o altri mezzi adatti ad evitare lo spargimento del
liquido in fiamme.
Per quantità inferiori a 25 l è sufficiente prendere
precauzioni per evitare la diffusione del liquido, quali
appositi bacini di contenimento.
ING. GIANFRANCO TRIPI
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17
Le condutture elettriche, costituite da uno o più
conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano il
loro isolamento, supporto, fissaggio e protezione
meccanica, possono rappresentare ammasso di
materiale suscettibile di incendiarsi, alimentare e
propagare l’incendio, qualunque sia la causa di
innesco.
Il rischio è innanzitutto legato al comportamento al
fuoco dei cavi
Req. Part.
Pag. 24
ING. GIANFRANCO TRIPI
Classificazione dei cavi ai fini antincendio
Req. Part.
Pag. 25
ING. GIANFRANCO TRIPI
Classificazione cavi





Cavi senza particolari requisiti nei confronti del fuoco
(quasi scomparsi dal mercato);
Cavi non propaganti la fiamma CEI 20-35
propagano incendio se installati in fasci o a meno di 250 mm;
Cavi non propaganti l’incendio CEI 20-22
Cavi resistenti al fuoco CEI 20-36 – CEI EN 50200 – CEI EN
50362
Cavi a bassa emissione di fumo e di gas CEI 20-38
Ing. Gianfranco TRIPI
Cavi senza particolari requisiti nei confronti del fuoco

quasi scomparsi dal mercato
Ing. Gianfranco TRIPI
CAVI RESISTENTI AL FUOCO
BS 6387
Questa prova descrive le prove di resistenza al fuoco, anche in combinazione con
getti d'acqua o shock meccanici. Il cavo è mantenuto sotto tensione di esercizio e
non si devono verificare interruzioni nè cortocircuiti
Resistenza al Fuoco ( Cat. A B C S)
Il cavo è sottoposto all'azione di una fiamma con la
stessa metodologia delle norme IEC 60331, ma con
durata e temperature diverse.
Resistenza al Fuoco e all'Acqua (Cat. W)
Il cavo è sottoposto all'azione di una fiamma a 650°C
per 15 min. + ulteriori 15 min. di fiamma e spruzzi
d'acqua
Ing. Gianfranco TRIPI
CAVI RESISTENTI AL FUOCO
BS 6387: Resistenza al Fuoco con Shock Meccanici (Cat. X Y Z)
Il cavo è montato su un pannello verticale e sollecitato da
una barra d'acciaio per 15 minuti mentre è sottoposto
all'azione di una fiamma
Tabella delle prestazioni
Prova
Categoria
Resistenza al Fuoco
650 °C per 3 ore
A
750 °C per 3 ore
B
950 °C per 3 ore
C
950 °C per 20 minuti
S
Resistenza al Fuoco e all' Acqua
650 °C
W
Resistenza al Fuoco con Shock Meccanici
650 °C
X
750 °C
Y
Ing. Gianfranco TRIPI
Z
950 °C
CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38
Ing. Gianfranco TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38
Ing. Gianfranco TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38
Ing. Gianfranco TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38
Ing. Gianfranco TRIPI
CLASSIFICAZIONE CAVI
Materiale
Tipo di cavo
Isolamento
Non propagante
la fiamma
PVC
Gomma
Non propaganti
l’incendio
PVC
PVC
EPR
Resistente al
fuoco
Gomma reticolata speciale
Ossido di magnesio
A bassa
emissione di fumi
Gomma G10 reticolata
Ossido di magnesio
Guaina
--------PVC (antiabrasiva)
--------PVC
PVC (speciale)
Sigla cavo
H07V-K(1)
HO7 RN-F(1)
FG100M1/M2(2)
Isolamento minerale
(1) Cavo per energia - (2) Cavo per energia o per segnalazione o comando - (3) Non esistono cavi con sigle armonizzate
Ing. Gianfranco TRIPI
CEI 20-35
N07V-K(1)
N1VV-K (2)
FG5/RG5/UG5(2)
Gomma reticolata speciale
(2) (3)
Rame
Isolante minerale
PVC speciale M1 EPR
speciale M2
Rame
Norma di
riferimento
CEI 20-22
CEI 20-45
CEI 20-39
CEI 20-38
CEI 20-37
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17
Non costituiscono pericolo di propagazione di
incendio:
Req. Part.
Pag. 43
• i cavi direttamente interrati (senza tubo o canale
protettivo), non considerati oggetto di incendio;
• i cavi non propaganti la fiamma installati in aria
individualmente o distanziati tra loro di almeno
25 cm nei tratti paralleli;
• i cavi non propaganti l’incendio installati in aria in
fasci in quantità tale che il volume unitario di
materiale combustibile presente in ogni fascio
non superi quello della prova secondo la norma
che essi hanno superato
ING. GIANFRANCO TRIPI
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-7
Al di sopra di tali condizioni e in ogni caso sempre per i
cavi senza particolari requisiti installati in aria, la
possibilità di propagazione di un incendio dei cavi deve
essere considerata.
Req. Part.
Pag. 44
Occorre una valutazione del rischio connesso con tale
evento, che deve tenere conto:
della probabilità che l’incendio possa innescarsi e
svilupparsi (caratteristiche dei cavi, modalità di
installazione, presenza di fattori esterni - elettrici e non di possibile innesco, presenza di personale, disponibilità
di mezzi di intervento);
delle possibili conseguenze dell’incendio (danni diretti ed
indiretti alle persone, danni indiretti agli impianti, danni
per indisponibilità degli stessi).
ING. GIANFRANCO TRIPI
BARRIERE TAGLIAFIAMMA
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17
Req. Part.
Pag. 46
ING. GIANFRANCO TRIPI
Sbarramenti tagliafiamma
previsti per:
• cavi installati in aria (su
passerelle, su supporti, in
galleria)
• cavi in cunicolo od in canale
ventilati o sede di circolazione
d’aria.
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17
In genere sufficienti sbarramenti disposti in
corrispondenza delle pareti e solette
attraversate, non superando:
– 5 m nei percorsi verticali (10 m per cavi CEI
20-22),
– 10 m nei percorsi orizzontali (non necessari
per cavi CEI 20-22).
Nei percorsi misti opportuni aggiungere
sbarramenti alla base dei tratti verticali.
Raccomandati sbarramenti antifiamma,
qualunque sia il tipo di cavi, all’entrata di
quadri o altre apparecchiature elettriche
possibili sedi di archi o di incendio.
Req. Part.
Pag. 47
ING. GIANFRANCO TRIPI
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-7
BARRIERE TAGLIAFIAMMA
SBARRAMENTI: Secondo Capitolo 527 CEI 64-8
no
Attraversa elementi
costitutivi di edifici con
resistenza
al fuoco specificata?
BARRIERA TAGLIAFIAMMA
ESTERNA: Non necessaria
Req. Part.
BARRIERA TAGLIAFIAMMA
INTERNA: Da verificare
Pag. 48
ING. GIANFRANCO TRIPI
si
BARRIERA TAGLIAFIAMMA
ESTERNA: certificata secondo
DM 07/08/12
BARRIERA TAGLIAFIAMMA
INTERNA: Da verificare
Cap. 527.2 Barriere interne in
caso di attraversamenti pareti REI
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-7
SBARRAMENTI: Secondo Capitolo 527 CEI 64-8
tubi/canali
Barriere tagliafiamma interne
NECESSARIE certificate DM 07/08/12
È metallico o non
propagante la fiamma
no
no
si
Grado  IP 33
no
si
Le
estremità sono in
Custodie  IP 33
si
Sez. interna  710 mm2
Req. Part.
no
si
si
Pag. 49
Barriere tagliafiamma interne
NON NECESSARIE
Locale chiuso
no
ING. GIANFRANCO TRIPI
Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17
Altri provvedimenti per limitare i danni dell’incendio di
cavi:
Req. Part.
Pag. 50
ING. GIANFRANCO TRIPI
• rivelatori antincendio,
antincendio utili soprattutto negli ambienti non
oggetto di sorveglianza diretta o quando si vuole aumentare la
tempestività di intervento;
• protezione antincendio attiva,
attiva ad intervento manuale o
automatico, opportuna in caso di rischio elevato e scarsa
sorveglianza;
• segregazione funzionale,
funzionale attuata posando i cavi dei circuiti
interessati su percorsi opportunamente distanziati dagli altri o
schermati con materiali adatti a contenere gli effetti del fuoco, allo
scopo di frazionare il campo di possibile sviluppo dell’incendio,
preservando la funzionalità di una parte dei circuiti in relazione a
considerazioni di sicurezza o continuità di esercizio;
• impiego di cavi resistenti al fuoco,
fuoco per la salvaguardia della
funzionalità dei circuiti, particolarmente di quelli legati a funzioni
di sicurezza;
• riduzione delle temperature di servizio e massima di
cortocircuito dei cavi.
Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Req. Part.
Pag. 52
ING. GIANFRANCO TRIPI
Definizione
Ambienti MA.R.C.I.
Ambienti che presentano in caso d’incendio un rischio
maggiore di quello che presentano gli ambienti ordinari.
Sono necessarie prescrizioni integrative di quelle
contenute nel Capitolo 42 al fine di ridurre
ulteriormente
Req. Part.
Pag. 53
la
probabilità
che
l’impianto
elettrico sia causa d’innesco e/o di propagazione
di un incendio
ING. GIANFRANCO TRIPI
Individuazione
Req. Part.
Pag. 54
Dipende da:
 densità di affollamento;
 massimo affollamento ipotizzabile;
 capacità di deflusso o di sfollamento;
 entità del danno ad animali e/o cose;
 comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali impiegati
nei componenti dell’edificio;
 presenza di materiali combustibili;
 tipo di utilizzazione dell’ambiente;
 situazione organizzativa (adeguati mezzi di segnalazione ed
estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento,
addestramento del personale, distanza del più vicino
distaccamento VVF, esistenza di VVF aziendali ecc.).
ING. GIANFRANCO TRIPI
Individuazione
Tali parametri devono essere opportunamente esaminati nel più
vasto ambito della valutazione dei rischi e della prevenzione
incendi, a monte del progetto elettrico (D.Lgs. 81/08 e ss.mm. e ii.)
In generale, in assenza di valutazioni eseguite come sopra
indicato, gli ambienti dove si svolgono le attività elencate nel DPR
151/2011 sono considerati ambienti a maggior rischio in caso di
incendio.
Req. Part.
Pag. 55
In generale, gli ambienti dove non si svolgono le attività elencate
nel DPR 151/2011 non sono ambienti a maggior rischio in caso di
incendio;
tuttavia, essi possono essere ambienti a maggior rischio in caso di
incendio se si verificano le condizioni della slide precedente
NB: Il DM 10/3/1998 definisce tre livelli di rischio di incendio
(elevato, medio, basso); in genere sono considerati a maggior
rischio in caso di incendio gli ambienti con rischio almeno MEDIO
ING. GIANFRANCO TRIPI
Classificazione
Req. Part.
Pag. 56
ING. GIANFRANCO TRIPI
Classificazione Luoghi art.751.03

Luoghi art.751.03.2 (ex tipo A) - Luoghi con
elevata densità di affollamento o con elevato tempo
di sfollamento in caso d’incendio o caratterizzati per
l’elevato danno ad animali e cose.
Rientrano in questo caso ad esempio gli ospedali, le carceri, i
locali sotterranei frequentati dal pubblico.
Req. Part.
Pag. 57
Possono considerarsi tali:
 Le att. 65, 66, 67, 68, 69, 71 DPR 151/2011
 Ulteriore possibile riferimento: densità di affollamento > 0,4 pers/m2
NB di pag 265: l’individuazione di tali ambienti fra le attività soggette a
controllo dei VVF è effettuata dal MI sentito il parere del CCTS di PI
ING. GIANFRANCO TRIPI
Classificazione Luoghi art.751.03

Req. Part.
Pag. 58
Luoghi art.751.03.3 (ex tipo B) - Luoghi con
Ambienti a maggior rischio in caso di incendio in
quanto aventi strutture portanti combustibili
Rientrano in questi ambienti gli edifici costruiti interamente in legno
senza particolari requisiti antincendio (ad esempio le baite)
NB di pag 265: l’individuazione di tali ambienti fra le attività soggette a
controllo dei VVF è effettuata dal MI sentito il parere del CCTS di PI
ING. GIANFRANCO TRIPI
Classificazione Luoghi art.751.03

Req. Part.
Pag. 59
Luoghi art.751.03.4 (ex tipo C) - Ambienti a
maggior rischio in caso di incendio per la
presenza
di
materiale
infiammabile
o
combustibile
in
lavorazione, convogliamento,
manipolazione o deposito
Possono considerarsi tali:
- Ambienti con carico d’incendio specifico di progetto > 450 MJ/m2
- att. 12, 14, 15, 34, 36, 43, 44, 47, ecc. DPR 151/2011
ING. GIANFRANCO TRIPI
Allegato B CEI 64-8/7-2007
CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO
Solidi
Liquidi
Gas
Si
Ti  40°C
polveri
No
No
Si
Ti  Tamb.
Si
No
Applicazione
CEI 31-88 e 31-56:
Rischio di
esplosione
Il materiale
può trovarsi in
aria a T  Ti.
No
Si
No
Il materiale
può formare
nebbia
Si
Si
No
No
C.i. specifico
di progetto
 450 MJ/mq
Req. Part.
Pag. 60
No
Allegato L
D.Lgs.81
Luogo Ordinario
CEI 64-8
Applicazione
CEI 31-87 e 31-35:
Rischio di
Si
esplosione
Si
Si
Sezione 751
CEI 64-8
Allegato L
D.Lgs.81
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali per tutti gli ambienti della
Sez.751
Req. Part.
Pag. 64
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I.

Installazione dei componenti strettamente necessari (escluso le
condutture che possono anche transitare)

Divieto di installazione di apparecchi elettrici contenenti liquidi
infiammabili lungo le vie d’uscita
(esclusi i condensatori ausiliari incorporati negli apparecchi)

Riduzione superfici riscaldanti e tenute a distanza dai materiali
combustibili:
Per apparecchiature diverse da corpi illuminanti:
possibile adozione misure come da DM 12/04/1996
(generatori di aria calda e/o i moduli a tubi radianti)
Req. Part.
Pag. 65
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I.

Negli ambienti con presenza di pubblico, i dispositivi
di manovra, controllo e protezione devono essere
posti in luoghi a disposizione esclusiva del personale
addetto, oppure entro involucri apribili con chiave o
attrezzo. Fanno eccezione i dispositivi destinati per
l’evacuazione

Req. Part.
Pag. 66
Tutti i componenti elettrici (tubazioni, scatole
derivazione, ecc.) devono essere protetti contro
gli effetti termici sia in funzionamento ordinario,
sia in situazione di guasto.
Per i componenti a vista privi di norme di
prodotto, criteri di prova come Sez. 422
assumendo per la prova al filo incandescente
650 °C anziché 550°C
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I.
Criteri di prova per i componenti a vista privi di norme di prodotto
(Sez. 422)
Req. Part.
Pag. 67
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni
Prescrizionigenerali
generalicomponenti
componentielettrici
elettricinei
neiluoghi
luoghiMA.R.C.I.
MA.R.C.I.
Apparecchi di illuminazione :

adozione distanze di sicurezza da oggetti combustibili
illuminati

se non diversamente indicato dal costruttore, almeno:
Potenza apparecchio (in W)
100
300
500
> 500
Req. Part.
Pag. 68
ING. GIANFRANCO TRIPI
Distanza D (in m)
0.5
0,8
1
Possibili distanze >
Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I.



Schermo di sicurezza se in caso di
rottura possono proiettare materiale
incandescente (es. lampade ad alogeni e
alogenuri),
Protetti contro le prevedibili sollecitazioni
meccaniche
Eventuali dispositivi di limitazione della
temperatura devono essere provvisti di
ripristino esclusivamente di tipo manuale
Req. Part.
Pag. 69
ING. GIANFRANCO TRIPI
Installazione apparecchiature
Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I.
Req. Part.
Pag. 72
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C
Condutture utilizzabili:
Sono suddivise in tre gruppi in
funzione della capacità di innesco e/o
propagazione dell’incendio
Req. Part.
Pag. 74
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C

1° gruppo - Non Innescano e non Propagano:
Conduttura incassata in struttura incombustibile
Tubo protettivo metallico o isolante
NO ossigeno
Canaletta o tubo metallico
IP4X
NO ossigeno
Req. Part.
Pag. 75
ING. GIANFRANCO TRIPI
Cavo ad isolamento minerale (ossido di magnesio)
con guaina in rame (conduttore di protezione)
NO Combustibile
Req. Part.
Pag. 76
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C

2° gruppo – Condutture che Propagano (poco usate).
Conduttore di protezione concentrico
Guaina isolante
Cavo multipolare con conduttore di protezione concentrico e guaina isol.
Guaina di rame
Guaina isolante
Cavo ad isolamento minerale con guaina esterna isolante
Conduttore di protezione
Req. Part.
Guaina isolante
Pag. 77
Cavo multipolare con schermo metallico sulle singole anime
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C

3° gruppo – Condutture che Innescano e Propagano
Conduttore di protezione
Cavo multipolare con conduttore di protezione
senza particolari requisiti di posa
Canale metallico IP < 4X o passerella
Canali non metallici con grado
di protezione IP  4X
Req. Part.
Pag. 78
Binario elettrificato/condotto a sbarre IP4X
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali Sezione 751
Condutture: Misure contro propagazione
PER TUTTI
I TIPI DI CONDUTTURE …
sbarramenti tagliafiamma esterni e interni in tutti gli
attraversamenti di elementi REI (art.527.2 CEI 64-8)
certificati secondo DM 07/08/12
Req. Part.
Pag. 79
ING. GIANFRANCO TRIPI
Attenzione! … Non sono le barriere CEI 11-17 !!!
(art.5.7.03:Sbarramenti tagliafiamma: forma e
dimensione adatte ad impedire lo scavalcamento
della fiamma)
Prescrizioni generali Sezione 751
Condutture: Misure contro propagazione????
Req. Part.
Pag. 80
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali Sezione 751
Condutture: Misure contro propagazione
SOLO PER CONDUTTURE tipo b - c
Soluzioni
ALTERNATIVE
Cavi CEI 20-35
Cavi CEI 20-22
installati
singolarmente
In numero secondo norma
OVVERO
OVVERO
distanziati > 25 cm
In numero superiore ma
con sbarramenti
Req. Part.
OVVERO
installati in canali IP4X
Pag. 82
art.5.7.03 CEI 11-17
Sbarramenti
OVVERO
Cavedi REI
OVVERO
Rivelazione
OVVERO
Protezione attiva
ING. GIANFRANCO TRIPI
Prescrizioni generali Sezione 751
Condutture: Misure contro propagazione
Soluzioni per tipo b – c
Art.5.7.3 CEI 11-17
Sbarramenti
Compartimentazione
CAVI NO CEI 20-22:
10m in orizzontale +
5m in verticale
Gallerie CAVI e
Req. Part.
CAVI CEI 20-22:
10m in verticale
Pag. 83
ING. GIANFRANCO TRIPI
Sotto quadri
Rivelazione incendi
(ambienti non oggetto
di sorveglianza diretta)
Prescrizioni generali Sezione 751
Condutture: Misure contro l’innesco
Sovracorrenti
Guasto a terra
Protezione per TUTTE
all’inizio del circuito
(fuori compartimento)
compartimento
Protezione SOLO per
3° gruppo*
Sistemi TN e TT:
Differenziale
Distribuzione: Idn ≤1A
Altri circuiti: Idn ≤ 300 mA
Guasti resistivi Idn ≤ 30 mA
ING. GIANFRANCO TRIPI
Sistema IT
Controllo isolamento
+
apertura o allarme
*esclusi circuiti di sicurezza o
condutture in involucri >IP4X tranne
tratto finale per collegamento
all’utilizzatore
CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38 + CEI 20-22 E LUOGHI 751.03.2
Req. Part.
Pag. 90
CEI 64-8 – Art. 751.04.3 Prescrizioni aggiuntive per gli
ambienti di cui in 751.03.02
 Per i cavi delle condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) si deve
valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e
corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e
dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose,
al fine di adottare opportuni provvedimenti.
 A tal fine (SE ESISTE IL RISCHIO !!!) sono considerati adatti i
cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN
60332-3 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 61034 (CEI 2037) per quanto riguarda le prove. Le tipologie di cavo sopra
riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 e alla
Norma CEI 20-20/15.
ING. GIANFRANCO TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38 + CEI 20-22 E LUOGHI 751.03.2
CEI 11-17 (2006) – Art.5.7.4 Provvedimenti contro il fumo
Allorché i cavi siano installati in notevole quantità in ambienti
chiusi con elevata presenza di persone e di difficile e lenta
evacuazione, si devono adottare sistemi di posa atti ad impedire il
dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, ricorrere
all’impiego di cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme
CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI
20-37) per quanto riguarda le prove.
Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI
Req. Part.
Pag. 91
20-13, CEI 20-38 (Cavi isolati con gomma non propaganti
l’incendio e a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi)
ING. GIANFRANCO TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI
CEI 20-37 + CEI 20-38 + CEI 20-22 E LUOGHI 751.03.2
CEI 11-17 (2006) – Art. 5.7.5 Sviluppo di gas tossici o corrosivi
•Qualora cavi in quantità rilevanti siano installati in ambienti chiusi con
presenza di elevato numero di persone o di apparecchiature particolarmente
vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi
stessi brucino sviluppando gas tossici o corrosivi.
•Ove tale pericolo sussista si devono utilizzare cavi senza alogeni (LSOH)
rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN
50268 (CEI 20-37) per quanto riguarda le prove.
Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI
20-38
Req. Part.
Pag. 92
ING. GIANFRANCO TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI
Valutazione rischio
Req. Part.
Pag. 95
ING. GIANFRANCO TRIPI
CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI
Valutazione rischio
Req. Part.
Pag. 96
ING. GIANFRANCO TRIPI
Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento
Decreto 19 agosto 1996

Quadro generale protetto
dall’incendio

Elettropompe antincendi con
alimentazione di riserva

Allarme antincendi mediante
diffusione sonora ad altoparlanti

Apparecchi di segnalazione sempre
accesi su Uscite Sicurezza

2 lux in ambienti accessibili al
pubblico
Sez 752 e CEI 64-54
 Cabina di trasformazione:




compartimento antincendio
accessibile da esterno o con
disimpegno da zone pubblico
Sorgenti di sicurezza: locale REI
Sala, Atrio e Ingresso:
sdoppiamento circuiti illum.
Emergenza
Oltre 1000 spettatori: ovunque 2
circuiti di illuminazione emergenza
Segnalazione ottica e acustica
intervento protezioni contro i Corto
Circuiti su impianti di sicurezza
Ing. Gianfranco TRIPI
Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento
Cabina di trasformazione (Sez 752 e CEI 64-54)

(752.3.2): in aggiunta a Cap.7.6 CEI 11-1 …
compartimento antincendio accessibile
DALL'ESTERNO
o
DA DISIMPEGNO NON ACCESSIBILE AL PUBBLICO
In caso di trasformatori in olio:
• fossa di raccolta con diaframma tagliafuoco
• mezzi per impedire spandimento olio fuori cabina
• Con vasca di raccolta comune: capienza doppia
del volume di olio del trasformatore più grande.
Ing. Gianfranco TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento

Sezione 752.3.6: Illuminazione ordinaria
Ambiente
Sala
Impianto
Illuminazione ordinaria
Illuminaz. Ord. ambienti annessi >100 mq
Apparecchi
illuminazione
resistenti a fiamma
e accensione
(13.3. CEI 34-21)
Protezione contro
urti
(scena e magazzini):
(752.55.2 - 752.55.5
- 752.56.6)
Ing. Gianfranco TRIPI
Ripristino automatico
luce in sala in caso di
interruzione proiezione
(Cir. 16/51)
Nr. Di circuiti
2
2
Accensione e
spegnimento
graduabili
(Circ.16/51)
Distanze di
sicurezza Sez. 422
da tendaggi in
funzione potenza !!!
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54)

Circuiti interni al locale:
Alimentati a tensione non superiore a 400 V fatta salva
l’alimentazione di lampade a scarica a catodo freddo.

Prese a spina fisse
• prese a portata di mano nei luoghi accessibili al pubblico
protette singolarmente contro le sovracorrenti (752.55.1)
• Negli altri casi, raggruppate sotto la stessa protezione in
numero non superiore a 5
• Installate in modo da prevenire danneggiamenti
Req. Part.
• Se di tipo domestico direzione di inserzione spine
Pag. 104
orizzontale
ING. GIANFRANCO TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54)
Req. Part.
Pag. 105

Protezione delle lampade:
• Non a portata di mano del pubblico (altezza > 2,5 m
indipendentemente dal tipo di lampada e dalla tensione di
alimentazione, in relazione agli effetti termici)
• Negli ambienti di passaggio collocate e protette in modo da
non poter essere danneggiate da urti o da altre azioni
meccaniche
• Lampade per illuminazione generale del palcoscenico e
degli ambienti di servizio ad installazione fissa a 2,5 m dal
pavimento, IP4X e protette contro gli urt

Apparecchi di illuminazione
• Resistenti alla fiamma e all'accensione (CEI 34-21)
• In presenza di pericoli da urto, apparecchi dotati di
protezione specifica o realizzata sul posto senza alterare
l'equilibrio termico dell'apparecchio
ING. GIANFRANCO TRIPI
Selettività orizzontale:
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54)
Req. Part.
Pag. 106
Ambiente
Sala
Impianto
Illuminazione ordinaria
Nr. Di circuiti
2
Prese fisse
In base al numero
Altri apparecchi di tipo fisso
1
Illuminaz. Ord. ambienti annessi >100 mq
2
Palcoscenico Illuminazione ordinaria
Locali annessi
Prese fisse
Altri apparecchi di tipo fisso
Alimentaz. ord. sipario di sicurezza
Uffici e locali Illuminazione ordinaria
servizio
Prese fisse
Cabina di
Illuminazione ordinaria
proiezione
Prese fisse
Alimentazione apparecchi di proiezione
1
1
Secondo il numero
1
1
1
Secondo il numero
1
Secondo il numero
1
ING. GIANFRANCO TRIPI
Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento:
IMPIANTI TEMPORANEI
Ing. Gianfranco TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54)
Allestimento Scena (Apparecchi alimentati con cavo flessibile)
Prolunghe: provviste di
 presa interbloccata per correnti superiori a 16 A
 presa con dispositivo di ritenuta che ne impedisca il distacco
involontario per correnti fino a 16 A
 cavi di tipo non propagante la fiamma (Norma CEI 20-35) e
guaina antiabrasiva
Alimentazione consigliata:
 più quadri prese distribuiti lungo perimetro della scena e in
corrispondenza di ogni piano al fine di minimizzare la
lunghezza delle prolunghe
Req. Part.
Pag. 109
ING. GIANFRANCO TRIPI
ING. GIANFRANCO TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento
Impianti temporanei

CAVI PER POSA MOBILE
PER USO ESTERNO
PER USO INTERNO
Guaina antiabrasiva
Guaina antiabrasiva + CEI 20-35
(752.52.4)
H07RN-F (CEI 20-19/4), H07BQ-F (CEI 2019/10) ovvero FG7O-K (Sez 704 CEI 64-8)
(FROR: CEI 20-20/1 e 2, CEI 20-22 II, CEI
20-37/2; FM9OZ1: CEI 20-22 III)
…
CONTROLLO PROPAGAZIONE !!!
Ing. Gianfranco TRIPI
SCELTA DEI CAVI


Cavi per posa mobile: la Sez 704 della norma CEI 64-8
(cantieri) richiede cavi H07RN-F, ovvero:
• H cavo armonizzato
• 07 tensione di isolamento pari a 450/750 V
• R isolante in stirene/butadiene
• N guaina in policloroprene
• F conduttore a corda flessibile per posa mobile
o similari (FG7O-K e H07BQ-F)
Cavi per posa fissa: la Guida 64-17, (cantieri), ammette
l’utilizzo del diffuso N1VV-K per tutte le modalità di posa in
opera.
Ing. Gianfranco TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento
Impianti temporanei

PROTEZIONE CONDUTTURE DA SCHIACCIAMENTO, TAGLIO/ABRASIONE
Condutture
accessibili
Protezione
meccanica
Cavi armati
(711.52 fiere)
Condutture
inaccessibili
Distanziamento
CEI 64-15
Posa
aerea/interrata
DERIVAZIONI E GIUNZIONI REALIZZATE IN CASSETTE !!!
(752.52.5)
Ing. Gianfranco TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento
DERIVAZIONI E GIUNZIONI REALIZZATE IN CASSETTE !!!
(752.52.5)
Ing. Gianfranco TRIPI
DERIVAZIONI E GIUNZIONI REALIZZATE IN CASSETTE !!!
(752.52.5)
Ing. Gianfranco TRIPI
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento
Impianti
temporanei
CONDUTTURE INACCESSIBILI: DISTANZIAMENTO
2.10 CEI 64-15
0,6m
Ing. Gianfranco TRIPI
2,25m
Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento
Impianti
temporanei
Misure contro l’innesco
Rif. CEI 64-15
Prese a spina con
protezione
differenziale 30 mA
Distanziamento
NO
Pubblico
Intralcio
Cavi
multipolari
con PE
Ing. Gianfranco TRIPI
Luoghi di tipo B Cap.751.03.3
Req. Part.
Pag. 120
ING. GIANFRANCO TRIPI
Luoghi di tipo B
Cap.751.03.3
Strutture combustibili
 Grado di protezione IP  4X per i componenti montati su od entro
strutture combustibili che nel funzionamento ordinario possono
produrre archi o scintille con emissione di particelle incandescenti
costituenti fonti di innesco.
Esempio: apparecchi di illuminazione incassati all’interno di
controsoffitti in classe  I di reazione al fuoco:
IP4X è necessario per le parti in tensione (vano di alimentazione
delle lampade) ma non per le lampade stesse
Req. Part.
Componenti esclusi: interruttori luce e similari – prese a spina uso
Pag. 121
domestico – interruttori automatici 16A/3kA
ING. GIANFRANCO TRIPI
Luoghi di tipo C Cap.751.03.4
Req. Part.
Pag. 122
ING. GIANFRANCO TRIPI
Luoghi di tipo C
Prescrizioni per luoghi di tipo C

No stillicidio di combustibili liquidi su componenti

Grado di protezione almeno IP4X:
 per gli involucri dei componenti (escluse condutture)
 per gli apparecchi d’illuminazione (escluse le lampade)
 per morsettiere e collettori motori (altre parti attive IP2X)

protezione IP 4X non è richiesta per:
 Prese a spina per uso domestico e similare
Req. Part.
 Interruttori luce e similari
Pag. 123
 Interruttori Magnetotermici fino a 16A Icn 3 kA
ING. GIANFRANCO TRIPI
Luoghi di tipo C
3m
3m
conduttura
conduttura
1,5 m
1,5 m
1,5 m
1,5 m
1,5 m
conduttura
conduttura
Req. Part.
Materiale combustibile
Pag. 125
Fascia di rispetto
ING. GIANFRANCO TRIPI
Luoghi di tipo C
Req. Part.

Se esiste il rischio di sversamenti:
adeguare il grado di protezione IP (> IP 4X)

Se la polvere sugli involucri comporta rischio d’incendio:
provvedimenti atti ad evitare temperature eccessive.

Se esiste il rischio d’incendio dovuti a polvere o a fibre:
corpi illuminanti con Tsup controllata anche in caso di
guasto.
Pag. 126
ING. GIANFRANCO TRIPI
Fiere, Mostre e Stand (Sez. 711)
Req. Part.
Pag. 129
ING. GIANFRANCO TRIPI
Fiere, Mostre e Stand (Sez. 711)
Devono essere utilizzati cavi:
non propaganti la fiamma (CEI 20-35) se in posa singola;
non propaganti l’incendio (CEI 20-22) se posati in fascio;
a bassa emissione di fumi (CEI 20-37/3) e gas tossici e corrosivi
(CEI 20-37/2), se posati in ambienti interni di cui in 751.03.2 per
l’elevata densità di affollamento o l’elevato tempo di sfollamento
in caso di incendio, senza un sistema di rilevazione incendi.
NOTA Per gli stand o le strutture destinati ad essere montati in più luoghi, con la
presenza o meno di un sistema di rilevazione incendi, si consiglia l’impiego di cavi
conformi alle norme CEI EN 50267, serie CEI 20-37/2 (LSOH).

Req. Part.
Pag. 130
cavi unipolari o multipolari chiusi in tubi
protettivi o canali metallici e non metallici,
aventi caratteristiche di protezione contro
l’incendio in accordo con le norme CEI EN
50086 e CEI EN 50085 ed aventi un grado di
protezione almeno IP4X
ING. GIANFRANCO TRIPI
Edifici Pregevoli per Arte e Storia
Req. Part.
Pag. 131
ING. GIANFRANCO TRIPI
Decreto 20 maggio 1992 n°569
Norme di sicurezza per gli edifici storici destinati a musei, gallerie,
esposizioni e mostre.
art.8 - Impianti elettrici
2. ... illuminazione di sicurezza, ....
3. L’edificio deve essere protetto contro le scariche atmosferiche,
secondo la normativa tecnica vigente.
Req. Part.
Pag. 132
ING. GIANFRANCO TRIPI
DPR 30 giugno 1995, n. 418
Norme di sicurezza per edifici di interesse storico – artistico
destinati a biblioteche ed archivi
6 - Impianti elettrici.
6.2. ... sistema di illuminazione delle vie di esodo ...
6.3. L'edificio deve essere protetto contro le scariche
Req. Part.
atmosferiche.
Pag. 133
ING. GIANFRANCO TRIPI
Edifici Pregevoli per arte e storia
Edifici soggetti a tutela ex Legge 1089/39
Esistenza di vincoli che limitano le possibilità di
intervento
Necessità di provvedimenti alternativi a quelli
previsti dalle norme generali impianti e dalle
Sezione 751 e 752 della norma CEI 64-8
Req. Part.
Pag. 134
ING. GIANFRANCO TRIPI
Norma CEI 64-15
individua varianti a sicurezza
equivalente
Edifici Pregevoli per arte e storia
CEI 64-15
Locale Gruppo elettrogeno:

Compartimento antincendio REI 120

Impianto di rivelazione

opportunità impianto di estinzione
Locale UPS/accumulatori:
Req. Part.

Compartimento antincendio REI 120 + CEI 21-39

Impianto di rivelazione

opportunità impianto di estinzione
Pag. 136
ING. GIANFRANCO TRIPI
Edifici Pregevoli per arte e storia
CEI 64-15
Quadri elettrici:
ammessi nei locali con presenza di pubblico alle seguenti
condizioni:

Quadro elettrico generale distanziato dal pubblico

Portello con chiusura a chiave o altro attrezzo
Req. Part.
Pag. 137
ING. GIANFRANCO TRIPI
Impianti sportivi
DM 18/03/1996
Req. Part.
Pag. 148
ING. GIANFRANCO TRIPI
Decreto 18 marzo 1996 (integrato con DM 06/06/05)
Impianti Sportivi
art.17 - impianti elettrici
Rispetto misure generali (innesco, propagazione, selettività,
posizione protette e segnalazione);
impianti di sicurezza:
illuminazione;
allarme;
rilevazione;
impianti di estinzione incendi.
Req. Part.
Pag. 149
... alimentazione automatica ad interruzione breve (< 0,5 sec)
per ... segnalazione, allarme ed illuminazione e ad interruzione
media
(< 15 sec) per gli impianti idrici antincendio.
ING. GIANFRANCO TRIPI
Decreto 18 marzo 1996 (integrato con DM 06/06/05)
Impianti Sportivi
art.17 - impianti elettrici (segue)
L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza deve consentire lo
svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il
tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima viene stabilita
per ogni impianto come segue:
•segnalazione e allarme: 30 minuti;
•illuminazione e impianti idrici: 1 ora.
Gli impianti al chiuso, quelli all'aperto per i quali è previsto l'uso
notturno e gli ambienti interni degli impianti sportivi all'aperto, ...
illuminazione di sicurezza.
Req. Part.
Pag. 150
... Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posizione
facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio per
consentire di porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività .
ING. GIANFRANCO TRIPI
Decreto 6 giugno 2005
Impianti Sportivi - Videosorveglianza

Art.1 - Sistemi di ripresa e registrazione televisiva per Stadi di
capienza > 10.000
Dotazione:
• alimentazione sussidiaria (di riserva);
• un apparato di regia delle riprese in sala di controllo
• apparecchi di ripresa (analogici/digitali) + sistemi fotografici
digitali protetti dai rischi di danneggiamento/manomissione, in
tutti i varchi di accesso e deflusso, nei settori riservati al pubblico
(esclusi i locali igienici), nelle aree interne accessibili al pubblico,
aree esterne destinate alle operazioni di prefiltraggio;
• impianto di illuminazione in grado di assicurare, oltre alla piena
ed efficace visibilità dell’area di gioco, l’illuminazione adeguata
della zona spettatori e delle aree, anche esterne, interessate al
transito o stazionamento del pubblico.
Req. Part.
Pag. 153
ING. GIANFRANCO TRIPI
Decreto 6 giugno 2005
Impianti Sportivi - Videosorveglianza
Art. 2 (Approvazione dei sistemi di ripresa)

Illuminazione dell’impianto, sistemi di alimentazione elettrica
sussidiaria, sala controllo: elementi essenziali per il rilascio
della licenza di cui all’articolo 68 del Testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza.

Approvazione del sistema da parte del rappresentate della
Questura nell’ambito della Commissione provinciale di
Req. Part.
vigilanza di cui all’articolo 142 del Reg. TULPS
Pag. 154
ING. GIANFRANCO TRIPI
SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI CARICHI SOSPESI


Req. Part.
Pag. 155
Negli ultimi anni vari incidenti dovuti al
collasso di strutture temporanee per
sovraccarico o non corretto
montaggio di carichi sospesi, ancorati
o appoggiati in quota ovvero mossi
meccanicamente tramite gru, argani,
piattaforme di lavoro e simili.
Trattasi di televisioni, schermi,
proiettori, corpi illuminanti, casse
audio, americane, pedane per
sollevamento scene o artisti, diversi
dagli elementi costruttivi considerati e
dimensionati nel progetto strutturale
del locale e quindi già verificati in
sede di collaudo statico.
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SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI CARICHI SOSPESI
Circolare del Dipartimento dei vigili del
fuoco, del soccorso pubblico e della
difesa civile del 1 aprile 2011 n°1689:
Req. Part.
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Occorre garantire:
idoneità statica delle strutture fisse o
temporanee di ancoraggio
adeguatezza delle condizioni di
ancoraggio
pianificazione ed attuazione degli
interventi di manutenzione di tali
elementi scenotecnici e/o di arredo,
SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI CARICHI SOSPESI
Req. Part.
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Secondo la circolare, per attestare la sicurezza dei carichi sospesi,
occorre la seguente documentazione, a firma di tecnico qualificato:
documentazione tecnica illustrativa circa la presenza, tipologia e
consistenza dei carichi sospesi;
schemi dei sistemi di sospensione evidenzianti, ove presenti, i sistemi
complessi (ad esempio strutture di sostegno a loro volta sospese ad
altre strutture), carichi dinamici (carichi che si muovono o possono farlo
durante lo spettacolo) e gli eventuali motori;
certificazione sulla idoneità statica del sistema complessivo dei carichi
sospesi effettivamente in opera, corredata dalla documentazione
certificativa dei singoli componenti del sistema;
attestazione di conoscenza e osservanza delle condizioni di esercizio
e delle verifiche periodiche (con relative modalità attuative) fissate in
ambito progettuale e/o previste dalla normativa vigente (per esempio
quelle sui motori), nonché dei termini di utilizzo di componenti soggetti
ad scadenza quali fasce, funi o altro, a firma del responsabile
dell'attività o manifestazione.
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