Gli impianti elettrici nei Locali di Pubblico Spettacolo Gianfranco Tripi Req. Part. Pag. 1 ING. GIANFRANCO TRIPI Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento Titolo XIII DM 19/08/96 Rispetto misure generali: innesco, propagazione, selettività, salvaguardia VVF ING. GIANFRANCO TRIPI Alimentazione di sicurezza (Cap.56) per illuminazione, allarme, rilevazione, impianti di estinzione incendi, ascensori antincendi (oltre 24m) DM 19 agosto 1996 Req. Part. Pag. 3 TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI. 13.1 GENERALITA'. Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformità alla L. 186/68). In particolare ai fini della prevenzione degli incendi gli impianti elettrici: - non devono costituire causa primaria di incendio o di esplosione; - non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura deve essere compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali; - devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza); - devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni "protette" e devono riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. … ING. GIANFRANCO TRIPI DM 19 agosto 1996 TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI. 13.1 GENERALITA'. … I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti di sicurezza: a) illuminazione; b) allarme; c) rivelazione; d) impianti di estinzione degli incendi; e) ascensori antincendio. La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza deve essere attestata con la procedura di cui alla legge 5 marzo 1990, n. 46, e successivi regolamenti di applicazione. Req. Part. Pag. 4 ING. GIANFRANCO TRIPI DM 19 agosto 1996 TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI. 13.2 IMPIANTI ELETTRICI DI SICUREZZA. L'alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione: - breve (< 0,5 s) per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione; - media (< 15 s) per ascensori antincendio e impianti idrici antincendio. Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza deve consentire lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima viene stabilita per ogni impianto come segue: Req. Part. - rivelazione e allarme: 30 minuti; - illuminazione di sicurezza: 1 ora; Pag. 5 - ascensori antincendio: 1 ora; - impianti idrici antincendio: 1 ora. ING. GIANFRANCO … TRIPI DM 19 agosto 1996 TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI. 13.2 IMPIANTI ELETTRICI DI SICUREZZA. … L'installazione dei gruppi elettrogeni deve essere conforme alle regole tecniche vigenti. L'impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita, e non inferiore a 2 lux negli altri ambienti accessibili al pubblico. Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma purche' assicurino il funzionamento per almeno 1 ora. Req. Part. Pag. 6 13.3 QUADRI ELETTRICI GENERALI. Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio. ING. GIANFRANCO TRIPI DM 19 agosto 1996 TITOLO XIII - IMPIANTI ELETTRICI. TITOLO XIV - SISTEMA DI ALLARME. I locali devono essere muniti di un sistema di allarme acustico realizzato mediante altoparlanti con caratteristiche idonee ad avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. Il comando di attivazione del sistema di allarme deve essere ubicato in un luogo continuamente presidiato. Req. Part. Pag. 7 ING. GIANFRANCO TRIPI Il rischio incendio degli impianti elettrici nelle norme CEI Le caratteristiche che devono possedere gli impianti elettrici, ben enunciate in termini di principio nelle norme di prevenzione incendi, trovano ampio riscontro nelle norme CEI che integrano il dettato delle regole tecniche di prevenzione incendi. Req. Part. Pag. 8 ING. GIANFRANCO TRIPI Il rischio incendio degli impianti elettrici nelle norme CEI Principali riferimenti normativi affinché gli impianti elettrici non costituiscano causa primaria d’incendio o di esplosione e non forniscano alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi: Norma CEI 64-8/4 (Prescrizioni per la sicurezza): Protezione contro gli effetti termici (Cap. 42) Protezione delle condutture contro le sovracorrenti (Cap. 43) Norma CEI 64-8/5 (Scelta ed installazione dei componenti elettrici): Scelta e messa in opera delle condutture avente lo scopo di ridurre al minimo la propagazione dell’incendio (Sez. 527) Dispositivi di protezione contro le sovracorrenti (Sez. 533) Norma CEI 64-8/7 - Ambienti ed applicazioni particolari - Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Norma CEI 64-8/7 - Ambienti ed applicazioni particolari - Sezione 752: Impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento Norma CEI 64-8/7 - Ambienti ed applicazioni particolari - Sez. 711: Fiere Norma CEI 11-17 - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica – Linee in cavo: Req. Part. Pag. 9 Provvedimenti contro l’incendio (Punto 5.7.3) Guida CEI 64-54: Guida per l’integrazione degli impianti elettrici negli edifici Locali di Pubblico Spettacolo CEI 64-15 Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e artistica ING. GIANFRANCO TRIPI MISURE CONTRO L’INNESCO: Sez.422 Affinché i componenti elettrici non costituiscano pericolo di innesco, oltre alle varie prescrizioni previste dalla Norma CEI 648, occorre: • osservare le istruzioni di installazione del costruttore tenendo conto delle diverse condizioni di impiego; • i componenti elettrici che possono raggiungere temperature superficiali tali da poter innescare l’incendio dei materiali adiacenti, devono essere installati su o entro elementi costituiti da materiali che resistano a tali temperature e che abbiano una bassa conducibilità termica; Req. Part. Pag. 10 • i componenti elettrici che nel loro funzionamento ordinario siano tali da produrre archi o scintille, devono essere totalmente racchiusi in elementi di materiale resistente agli archi; • ovvero ING. GIANFRANCO TRIPI MISURE CONTRO L’INNESCO Req. Part. Pag. 12 ING. GIANFRANCO TRIPI PROTEZIONE PASSIVA: REAZIONE AL FUOCO 22/05/14 13 REAZIONE AL FUOCO Impiego di materiali con idoneo comportamento rispetto all’azione del calore e del fumo REAZIONE AL FUOCO Grado di partecipazione di un materiale al fuoco da cui è investito. Materiali (mobili imbottiti, mobili, tendaggi, materiale scenico, vernici ignifughe per legno) suddivisi in 6 classi: •- classe 0: materiale incombustibile •- classe 1: materiale difficilmente combustibile •- ............. 22/05/14 •- classe 5: materiale facilmente combustibile 14 REAZIONE AL FUOCO REAZIONE AL FUOCO PROTEZIONE PASSIVA: Individuazione classe di reazione al fuoco 22/05/14 15 REAZIONE AL FUOCO REAZIONE AL FUOCO PROTEZIONE PASSIVA: •Obbligo apposizione marchio di conformità sui manufatti •Obbligo dichiarazione di conformità produttore 22/05/14 16 REAZIONE AL FUOCO Reazione al fuoco prodotti da costruzione secondo DM 10/3/2005 (attuazione di direttive europee) 22/05/14 19 Reazione al fuoco dei materiali DM 10/3/2005 Impiego a Parete Classe italiana Classe europea (DM 10/03/05 e DM 15/03/05) I Classe 1 (A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1), (A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1) II Classe 2 (A2-s1,d2), (A2-s2,d2), (A2-s3,d2), (B-s3,d0), (B-s3,d1), (B-s1,d2), (B-s2,d2), (B-s3,d2), (C-s1,d0), (C-s2,d0), (C-s1,d1), (C-s2,d1) III Classe 3 (C-s3,d0), (C-s3,d1), (C-s1,d2), (C-s2,d2), (C-s3,d2), Impiego a pavimento (D-s2,d0), Classe italiana (D-s1,d0), Classe europea (DM (D-s1,d1), 10/03/05 e(D-s2,d1) DM 15/03/05) I Classe 1 (A2FL-s1), (A2FL-s2), (BFL-s1), (BFL-s2) II Classe 2 (CFL-s1), (CFL-s2) Impiego a Soffitto III Classe 3 (DFL-s1), (DFL-s2) Classe italiana Classe europea (DM 10/03/05 e DM 15/03/05) I Classe 1 (A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1), (A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0) II Classe 2 (B-s3,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1), (B-s3,d1), (C-s1,d0), (C-s2,d0) III Classe 3 22/05/14 (C-s3,d0), (C-s1,d1), (C-s2,d1), (C-s3,d1), (D-s1,d0), (D-s2,d0) 20 Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 64-8/4 art 422.5 Quando i componenti elettrici installati nello stesso locale contengono liquido infiammabile in quantità significativa (almeno 25 l), si devono prendere precauzioni per evitare che il liquido in fiamme ed i prodotti di combustione del liquido stesso (fiamme, fumo, gas tossici) si propaghino alle altre parti dell’edificio, i.e.: Req. Part. Pag. 23 fosse di drenaggio che raccolgano le fuoriuscite di liquido e ne assicurino l’estinzione in caso di incendio; installando i componenti elettrici in compartimenti antincendio ventilati solo verso l’esterno installando barriere o altri mezzi adatti ad evitare lo spargimento del liquido in fiamme. Per quantità inferiori a 25 l è sufficiente prendere precauzioni per evitare la diffusione del liquido, quali appositi bacini di contenimento. ING. GIANFRANCO TRIPI Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17 Le condutture elettriche, costituite da uno o più conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano il loro isolamento, supporto, fissaggio e protezione meccanica, possono rappresentare ammasso di materiale suscettibile di incendiarsi, alimentare e propagare l’incendio, qualunque sia la causa di innesco. Il rischio è innanzitutto legato al comportamento al fuoco dei cavi Req. Part. Pag. 24 ING. GIANFRANCO TRIPI Classificazione dei cavi ai fini antincendio Req. Part. Pag. 25 ING. GIANFRANCO TRIPI Classificazione cavi Cavi senza particolari requisiti nei confronti del fuoco (quasi scomparsi dal mercato); Cavi non propaganti la fiamma CEI 20-35 propagano incendio se installati in fasci o a meno di 250 mm; Cavi non propaganti l’incendio CEI 20-22 Cavi resistenti al fuoco CEI 20-36 – CEI EN 50200 – CEI EN 50362 Cavi a bassa emissione di fumo e di gas CEI 20-38 Ing. Gianfranco TRIPI Cavi senza particolari requisiti nei confronti del fuoco quasi scomparsi dal mercato Ing. Gianfranco TRIPI CAVI RESISTENTI AL FUOCO BS 6387 Questa prova descrive le prove di resistenza al fuoco, anche in combinazione con getti d'acqua o shock meccanici. Il cavo è mantenuto sotto tensione di esercizio e non si devono verificare interruzioni nè cortocircuiti Resistenza al Fuoco ( Cat. A B C S) Il cavo è sottoposto all'azione di una fiamma con la stessa metodologia delle norme IEC 60331, ma con durata e temperature diverse. Resistenza al Fuoco e all'Acqua (Cat. W) Il cavo è sottoposto all'azione di una fiamma a 650°C per 15 min. + ulteriori 15 min. di fiamma e spruzzi d'acqua Ing. Gianfranco TRIPI CAVI RESISTENTI AL FUOCO BS 6387: Resistenza al Fuoco con Shock Meccanici (Cat. X Y Z) Il cavo è montato su un pannello verticale e sollecitato da una barra d'acciaio per 15 minuti mentre è sottoposto all'azione di una fiamma Tabella delle prestazioni Prova Categoria Resistenza al Fuoco 650 °C per 3 ore A 750 °C per 3 ore B 950 °C per 3 ore C 950 °C per 20 minuti S Resistenza al Fuoco e all' Acqua 650 °C W Resistenza al Fuoco con Shock Meccanici 650 °C X 750 °C Y Ing. Gianfranco TRIPI Z 950 °C CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 Ing. Gianfranco TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 Ing. Gianfranco TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 Ing. Gianfranco TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI FUMO E GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 Ing. Gianfranco TRIPI CLASSIFICAZIONE CAVI Materiale Tipo di cavo Isolamento Non propagante la fiamma PVC Gomma Non propaganti l’incendio PVC PVC EPR Resistente al fuoco Gomma reticolata speciale Ossido di magnesio A bassa emissione di fumi Gomma G10 reticolata Ossido di magnesio Guaina --------PVC (antiabrasiva) --------PVC PVC (speciale) Sigla cavo H07V-K(1) HO7 RN-F(1) FG100M1/M2(2) Isolamento minerale (1) Cavo per energia - (2) Cavo per energia o per segnalazione o comando - (3) Non esistono cavi con sigle armonizzate Ing. Gianfranco TRIPI CEI 20-35 N07V-K(1) N1VV-K (2) FG5/RG5/UG5(2) Gomma reticolata speciale (2) (3) Rame Isolante minerale PVC speciale M1 EPR speciale M2 Rame Norma di riferimento CEI 20-22 CEI 20-45 CEI 20-39 CEI 20-38 CEI 20-37 Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17 Non costituiscono pericolo di propagazione di incendio: Req. Part. Pag. 43 • i cavi direttamente interrati (senza tubo o canale protettivo), non considerati oggetto di incendio; • i cavi non propaganti la fiamma installati in aria individualmente o distanziati tra loro di almeno 25 cm nei tratti paralleli; • i cavi non propaganti l’incendio installati in aria in fasci in quantità tale che il volume unitario di materiale combustibile presente in ogni fascio non superi quello della prova secondo la norma che essi hanno superato ING. GIANFRANCO TRIPI Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-7 Al di sopra di tali condizioni e in ogni caso sempre per i cavi senza particolari requisiti installati in aria, la possibilità di propagazione di un incendio dei cavi deve essere considerata. Req. Part. Pag. 44 Occorre una valutazione del rischio connesso con tale evento, che deve tenere conto: della probabilità che l’incendio possa innescarsi e svilupparsi (caratteristiche dei cavi, modalità di installazione, presenza di fattori esterni - elettrici e non di possibile innesco, presenza di personale, disponibilità di mezzi di intervento); delle possibili conseguenze dell’incendio (danni diretti ed indiretti alle persone, danni indiretti agli impianti, danni per indisponibilità degli stessi). ING. GIANFRANCO TRIPI BARRIERE TAGLIAFIAMMA Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17 Req. Part. Pag. 46 ING. GIANFRANCO TRIPI Sbarramenti tagliafiamma previsti per: • cavi installati in aria (su passerelle, su supporti, in galleria) • cavi in cunicolo od in canale ventilati o sede di circolazione d’aria. Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17 In genere sufficienti sbarramenti disposti in corrispondenza delle pareti e solette attraversate, non superando: – 5 m nei percorsi verticali (10 m per cavi CEI 20-22), – 10 m nei percorsi orizzontali (non necessari per cavi CEI 20-22). Nei percorsi misti opportuni aggiungere sbarramenti alla base dei tratti verticali. Raccomandati sbarramenti antifiamma, qualunque sia il tipo di cavi, all’entrata di quadri o altre apparecchiature elettriche possibili sedi di archi o di incendio. Req. Part. Pag. 47 ING. GIANFRANCO TRIPI Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-7 BARRIERE TAGLIAFIAMMA SBARRAMENTI: Secondo Capitolo 527 CEI 64-8 no Attraversa elementi costitutivi di edifici con resistenza al fuoco specificata? BARRIERA TAGLIAFIAMMA ESTERNA: Non necessaria Req. Part. BARRIERA TAGLIAFIAMMA INTERNA: Da verificare Pag. 48 ING. GIANFRANCO TRIPI si BARRIERA TAGLIAFIAMMA ESTERNA: certificata secondo DM 07/08/12 BARRIERA TAGLIAFIAMMA INTERNA: Da verificare Cap. 527.2 Barriere interne in caso di attraversamenti pareti REI Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-7 SBARRAMENTI: Secondo Capitolo 527 CEI 64-8 tubi/canali Barriere tagliafiamma interne NECESSARIE certificate DM 07/08/12 È metallico o non propagante la fiamma no no si Grado IP 33 no si Le estremità sono in Custodie IP 33 si Sez. interna 710 mm2 Req. Part. no si si Pag. 49 Barriere tagliafiamma interne NON NECESSARIE Locale chiuso no ING. GIANFRANCO TRIPI Rischio propagazione: adozione prescrizioni CEI 11-17 Altri provvedimenti per limitare i danni dell’incendio di cavi: Req. Part. Pag. 50 ING. GIANFRANCO TRIPI • rivelatori antincendio, antincendio utili soprattutto negli ambienti non oggetto di sorveglianza diretta o quando si vuole aumentare la tempestività di intervento; • protezione antincendio attiva, attiva ad intervento manuale o automatico, opportuna in caso di rischio elevato e scarsa sorveglianza; • segregazione funzionale, funzionale attuata posando i cavi dei circuiti interessati su percorsi opportunamente distanziati dagli altri o schermati con materiali adatti a contenere gli effetti del fuoco, allo scopo di frazionare il campo di possibile sviluppo dell’incendio, preservando la funzionalità di una parte dei circuiti in relazione a considerazioni di sicurezza o continuità di esercizio; • impiego di cavi resistenti al fuoco, fuoco per la salvaguardia della funzionalità dei circuiti, particolarmente di quelli legati a funzioni di sicurezza; • riduzione delle temperature di servizio e massima di cortocircuito dei cavi. Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Req. Part. Pag. 52 ING. GIANFRANCO TRIPI Definizione Ambienti MA.R.C.I. Ambienti che presentano in caso d’incendio un rischio maggiore di quello che presentano gli ambienti ordinari. Sono necessarie prescrizioni integrative di quelle contenute nel Capitolo 42 al fine di ridurre ulteriormente Req. Part. Pag. 53 la probabilità che l’impianto elettrico sia causa d’innesco e/o di propagazione di un incendio ING. GIANFRANCO TRIPI Individuazione Req. Part. Pag. 54 Dipende da: densità di affollamento; massimo affollamento ipotizzabile; capacità di deflusso o di sfollamento; entità del danno ad animali e/o cose; comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali impiegati nei componenti dell’edificio; presenza di materiali combustibili; tipo di utilizzazione dell’ambiente; situazione organizzativa (adeguati mezzi di segnalazione ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento, addestramento del personale, distanza del più vicino distaccamento VVF, esistenza di VVF aziendali ecc.). ING. GIANFRANCO TRIPI Individuazione Tali parametri devono essere opportunamente esaminati nel più vasto ambito della valutazione dei rischi e della prevenzione incendi, a monte del progetto elettrico (D.Lgs. 81/08 e ss.mm. e ii.) In generale, in assenza di valutazioni eseguite come sopra indicato, gli ambienti dove si svolgono le attività elencate nel DPR 151/2011 sono considerati ambienti a maggior rischio in caso di incendio. Req. Part. Pag. 55 In generale, gli ambienti dove non si svolgono le attività elencate nel DPR 151/2011 non sono ambienti a maggior rischio in caso di incendio; tuttavia, essi possono essere ambienti a maggior rischio in caso di incendio se si verificano le condizioni della slide precedente NB: Il DM 10/3/1998 definisce tre livelli di rischio di incendio (elevato, medio, basso); in genere sono considerati a maggior rischio in caso di incendio gli ambienti con rischio almeno MEDIO ING. GIANFRANCO TRIPI Classificazione Req. Part. Pag. 56 ING. GIANFRANCO TRIPI Classificazione Luoghi art.751.03 Luoghi art.751.03.2 (ex tipo A) - Luoghi con elevata densità di affollamento o con elevato tempo di sfollamento in caso d’incendio o caratterizzati per l’elevato danno ad animali e cose. Rientrano in questo caso ad esempio gli ospedali, le carceri, i locali sotterranei frequentati dal pubblico. Req. Part. Pag. 57 Possono considerarsi tali: Le att. 65, 66, 67, 68, 69, 71 DPR 151/2011 Ulteriore possibile riferimento: densità di affollamento > 0,4 pers/m2 NB di pag 265: l’individuazione di tali ambienti fra le attività soggette a controllo dei VVF è effettuata dal MI sentito il parere del CCTS di PI ING. GIANFRANCO TRIPI Classificazione Luoghi art.751.03 Req. Part. Pag. 58 Luoghi art.751.03.3 (ex tipo B) - Luoghi con Ambienti a maggior rischio in caso di incendio in quanto aventi strutture portanti combustibili Rientrano in questi ambienti gli edifici costruiti interamente in legno senza particolari requisiti antincendio (ad esempio le baite) NB di pag 265: l’individuazione di tali ambienti fra le attività soggette a controllo dei VVF è effettuata dal MI sentito il parere del CCTS di PI ING. GIANFRANCO TRIPI Classificazione Luoghi art.751.03 Req. Part. Pag. 59 Luoghi art.751.03.4 (ex tipo C) - Ambienti a maggior rischio in caso di incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito Possono considerarsi tali: - Ambienti con carico d’incendio specifico di progetto > 450 MJ/m2 - att. 12, 14, 15, 34, 36, 43, 44, 47, ecc. DPR 151/2011 ING. GIANFRANCO TRIPI Allegato B CEI 64-8/7-2007 CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO Solidi Liquidi Gas Si Ti 40°C polveri No No Si Ti Tamb. Si No Applicazione CEI 31-88 e 31-56: Rischio di esplosione Il materiale può trovarsi in aria a T Ti. No Si No Il materiale può formare nebbia Si Si No No C.i. specifico di progetto 450 MJ/mq Req. Part. Pag. 60 No Allegato L D.Lgs.81 Luogo Ordinario CEI 64-8 Applicazione CEI 31-87 e 31-35: Rischio di Si esplosione Si Si Sezione 751 CEI 64-8 Allegato L D.Lgs.81 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali per tutti gli ambienti della Sez.751 Req. Part. Pag. 64 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I. Installazione dei componenti strettamente necessari (escluso le condutture che possono anche transitare) Divieto di installazione di apparecchi elettrici contenenti liquidi infiammabili lungo le vie d’uscita (esclusi i condensatori ausiliari incorporati negli apparecchi) Riduzione superfici riscaldanti e tenute a distanza dai materiali combustibili: Per apparecchiature diverse da corpi illuminanti: possibile adozione misure come da DM 12/04/1996 (generatori di aria calda e/o i moduli a tubi radianti) Req. Part. Pag. 65 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I. Negli ambienti con presenza di pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione devono essere posti in luoghi a disposizione esclusiva del personale addetto, oppure entro involucri apribili con chiave o attrezzo. Fanno eccezione i dispositivi destinati per l’evacuazione Req. Part. Pag. 66 Tutti i componenti elettrici (tubazioni, scatole derivazione, ecc.) devono essere protetti contro gli effetti termici sia in funzionamento ordinario, sia in situazione di guasto. Per i componenti a vista privi di norme di prodotto, criteri di prova come Sez. 422 assumendo per la prova al filo incandescente 650 °C anziché 550°C ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I. Criteri di prova per i componenti a vista privi di norme di prodotto (Sez. 422) Req. Part. Pag. 67 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni Prescrizionigenerali generalicomponenti componentielettrici elettricinei neiluoghi luoghiMA.R.C.I. MA.R.C.I. Apparecchi di illuminazione : adozione distanze di sicurezza da oggetti combustibili illuminati se non diversamente indicato dal costruttore, almeno: Potenza apparecchio (in W) 100 300 500 > 500 Req. Part. Pag. 68 ING. GIANFRANCO TRIPI Distanza D (in m) 0.5 0,8 1 Possibili distanze > Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I. Schermo di sicurezza se in caso di rottura possono proiettare materiale incandescente (es. lampade ad alogeni e alogenuri), Protetti contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche Eventuali dispositivi di limitazione della temperatura devono essere provvisti di ripristino esclusivamente di tipo manuale Req. Part. Pag. 69 ING. GIANFRANCO TRIPI Installazione apparecchiature Prescrizioni generali componenti elettrici nei luoghi MA.R.C.I. Req. Part. Pag. 72 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C Condutture utilizzabili: Sono suddivise in tre gruppi in funzione della capacità di innesco e/o propagazione dell’incendio Req. Part. Pag. 74 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C 1° gruppo - Non Innescano e non Propagano: Conduttura incassata in struttura incombustibile Tubo protettivo metallico o isolante NO ossigeno Canaletta o tubo metallico IP4X NO ossigeno Req. Part. Pag. 75 ING. GIANFRANCO TRIPI Cavo ad isolamento minerale (ossido di magnesio) con guaina in rame (conduttore di protezione) NO Combustibile Req. Part. Pag. 76 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C 2° gruppo – Condutture che Propagano (poco usate). Conduttore di protezione concentrico Guaina isolante Cavo multipolare con conduttore di protezione concentrico e guaina isol. Guaina di rame Guaina isolante Cavo ad isolamento minerale con guaina esterna isolante Conduttore di protezione Req. Part. Guaina isolante Pag. 77 Cavo multipolare con schermo metallico sulle singole anime ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali per luoghi tipo A, B, C 3° gruppo – Condutture che Innescano e Propagano Conduttore di protezione Cavo multipolare con conduttore di protezione senza particolari requisiti di posa Canale metallico IP < 4X o passerella Canali non metallici con grado di protezione IP 4X Req. Part. Pag. 78 Binario elettrificato/condotto a sbarre IP4X ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali Sezione 751 Condutture: Misure contro propagazione PER TUTTI I TIPI DI CONDUTTURE … sbarramenti tagliafiamma esterni e interni in tutti gli attraversamenti di elementi REI (art.527.2 CEI 64-8) certificati secondo DM 07/08/12 Req. Part. Pag. 79 ING. GIANFRANCO TRIPI Attenzione! … Non sono le barriere CEI 11-17 !!! (art.5.7.03:Sbarramenti tagliafiamma: forma e dimensione adatte ad impedire lo scavalcamento della fiamma) Prescrizioni generali Sezione 751 Condutture: Misure contro propagazione???? Req. Part. Pag. 80 ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali Sezione 751 Condutture: Misure contro propagazione SOLO PER CONDUTTURE tipo b - c Soluzioni ALTERNATIVE Cavi CEI 20-35 Cavi CEI 20-22 installati singolarmente In numero secondo norma OVVERO OVVERO distanziati > 25 cm In numero superiore ma con sbarramenti Req. Part. OVVERO installati in canali IP4X Pag. 82 art.5.7.03 CEI 11-17 Sbarramenti OVVERO Cavedi REI OVVERO Rivelazione OVVERO Protezione attiva ING. GIANFRANCO TRIPI Prescrizioni generali Sezione 751 Condutture: Misure contro propagazione Soluzioni per tipo b – c Art.5.7.3 CEI 11-17 Sbarramenti Compartimentazione CAVI NO CEI 20-22: 10m in orizzontale + 5m in verticale Gallerie CAVI e Req. Part. CAVI CEI 20-22: 10m in verticale Pag. 83 ING. GIANFRANCO TRIPI Sotto quadri Rivelazione incendi (ambienti non oggetto di sorveglianza diretta) Prescrizioni generali Sezione 751 Condutture: Misure contro l’innesco Sovracorrenti Guasto a terra Protezione per TUTTE all’inizio del circuito (fuori compartimento) compartimento Protezione SOLO per 3° gruppo* Sistemi TN e TT: Differenziale Distribuzione: Idn ≤1A Altri circuiti: Idn ≤ 300 mA Guasti resistivi Idn ≤ 30 mA ING. GIANFRANCO TRIPI Sistema IT Controllo isolamento + apertura o allarme *esclusi circuiti di sicurezza o condutture in involucri >IP4X tranne tratto finale per collegamento all’utilizzatore CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 + CEI 20-22 E LUOGHI 751.03.2 Req. Part. Pag. 90 CEI 64-8 – Art. 751.04.3 Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti di cui in 751.03.02 Per i cavi delle condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) si deve valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti. A tal fine (SE ESISTE IL RISCHIO !!!) sono considerati adatti i cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN 60332-3 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 61034 (CEI 2037) per quanto riguarda le prove. Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 e alla Norma CEI 20-20/15. ING. GIANFRANCO TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 + CEI 20-22 E LUOGHI 751.03.2 CEI 11-17 (2006) – Art.5.7.4 Provvedimenti contro il fumo Allorché i cavi siano installati in notevole quantità in ambienti chiusi con elevata presenza di persone e di difficile e lenta evacuazione, si devono adottare sistemi di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, ricorrere all’impiego di cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI 20-37) per quanto riguarda le prove. Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI Req. Part. Pag. 91 20-13, CEI 20-38 (Cavi isolati con gomma non propaganti l’incendio e a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi) ING. GIANFRANCO TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI CEI 20-37 + CEI 20-38 + CEI 20-22 E LUOGHI 751.03.2 CEI 11-17 (2006) – Art. 5.7.5 Sviluppo di gas tossici o corrosivi •Qualora cavi in quantità rilevanti siano installati in ambienti chiusi con presenza di elevato numero di persone o di apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi brucino sviluppando gas tossici o corrosivi. •Ove tale pericolo sussista si devono utilizzare cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI 20-37) per quanto riguarda le prove. Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 Req. Part. Pag. 92 ING. GIANFRANCO TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI Valutazione rischio Req. Part. Pag. 95 ING. GIANFRANCO TRIPI CAVI A BASSO SVILUPPO DI GAS TOSSICI O CORROSIVI Valutazione rischio Req. Part. Pag. 96 ING. GIANFRANCO TRIPI Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento Decreto 19 agosto 1996 Quadro generale protetto dall’incendio Elettropompe antincendi con alimentazione di riserva Allarme antincendi mediante diffusione sonora ad altoparlanti Apparecchi di segnalazione sempre accesi su Uscite Sicurezza 2 lux in ambienti accessibili al pubblico Sez 752 e CEI 64-54 Cabina di trasformazione: compartimento antincendio accessibile da esterno o con disimpegno da zone pubblico Sorgenti di sicurezza: locale REI Sala, Atrio e Ingresso: sdoppiamento circuiti illum. Emergenza Oltre 1000 spettatori: ovunque 2 circuiti di illuminazione emergenza Segnalazione ottica e acustica intervento protezioni contro i Corto Circuiti su impianti di sicurezza Ing. Gianfranco TRIPI Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento Cabina di trasformazione (Sez 752 e CEI 64-54) (752.3.2): in aggiunta a Cap.7.6 CEI 11-1 … compartimento antincendio accessibile DALL'ESTERNO o DA DISIMPEGNO NON ACCESSIBILE AL PUBBLICO In caso di trasformatori in olio: • fossa di raccolta con diaframma tagliafuoco • mezzi per impedire spandimento olio fuori cabina • Con vasca di raccolta comune: capienza doppia del volume di olio del trasformatore più grande. Ing. Gianfranco TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento Sezione 752.3.6: Illuminazione ordinaria Ambiente Sala Impianto Illuminazione ordinaria Illuminaz. Ord. ambienti annessi >100 mq Apparecchi illuminazione resistenti a fiamma e accensione (13.3. CEI 34-21) Protezione contro urti (scena e magazzini): (752.55.2 - 752.55.5 - 752.56.6) Ing. Gianfranco TRIPI Ripristino automatico luce in sala in caso di interruzione proiezione (Cir. 16/51) Nr. Di circuiti 2 2 Accensione e spegnimento graduabili (Circ.16/51) Distanze di sicurezza Sez. 422 da tendaggi in funzione potenza !!! Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54) Circuiti interni al locale: Alimentati a tensione non superiore a 400 V fatta salva l’alimentazione di lampade a scarica a catodo freddo. Prese a spina fisse • prese a portata di mano nei luoghi accessibili al pubblico protette singolarmente contro le sovracorrenti (752.55.1) • Negli altri casi, raggruppate sotto la stessa protezione in numero non superiore a 5 • Installate in modo da prevenire danneggiamenti Req. Part. • Se di tipo domestico direzione di inserzione spine Pag. 104 orizzontale ING. GIANFRANCO TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54) Req. Part. Pag. 105 Protezione delle lampade: • Non a portata di mano del pubblico (altezza > 2,5 m indipendentemente dal tipo di lampada e dalla tensione di alimentazione, in relazione agli effetti termici) • Negli ambienti di passaggio collocate e protette in modo da non poter essere danneggiate da urti o da altre azioni meccaniche • Lampade per illuminazione generale del palcoscenico e degli ambienti di servizio ad installazione fissa a 2,5 m dal pavimento, IP4X e protette contro gli urt Apparecchi di illuminazione • Resistenti alla fiamma e all'accensione (CEI 34-21) • In presenza di pericoli da urto, apparecchi dotati di protezione specifica o realizzata sul posto senza alterare l'equilibrio termico dell'apparecchio ING. GIANFRANCO TRIPI Selettività orizzontale: Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54) Req. Part. Pag. 106 Ambiente Sala Impianto Illuminazione ordinaria Nr. Di circuiti 2 Prese fisse In base al numero Altri apparecchi di tipo fisso 1 Illuminaz. Ord. ambienti annessi >100 mq 2 Palcoscenico Illuminazione ordinaria Locali annessi Prese fisse Altri apparecchi di tipo fisso Alimentaz. ord. sipario di sicurezza Uffici e locali Illuminazione ordinaria servizio Prese fisse Cabina di Illuminazione ordinaria proiezione Prese fisse Alimentazione apparecchi di proiezione 1 1 Secondo il numero 1 1 1 Secondo il numero 1 Secondo il numero 1 ING. GIANFRANCO TRIPI Locali di pubblico spettacolo e intrattenimento: IMPIANTI TEMPORANEI Ing. Gianfranco TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento (Sez 752 e CEI 64-54) Allestimento Scena (Apparecchi alimentati con cavo flessibile) Prolunghe: provviste di presa interbloccata per correnti superiori a 16 A presa con dispositivo di ritenuta che ne impedisca il distacco involontario per correnti fino a 16 A cavi di tipo non propagante la fiamma (Norma CEI 20-35) e guaina antiabrasiva Alimentazione consigliata: più quadri prese distribuiti lungo perimetro della scena e in corrispondenza di ogni piano al fine di minimizzare la lunghezza delle prolunghe Req. Part. Pag. 109 ING. GIANFRANCO TRIPI ING. GIANFRANCO TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento Impianti temporanei CAVI PER POSA MOBILE PER USO ESTERNO PER USO INTERNO Guaina antiabrasiva Guaina antiabrasiva + CEI 20-35 (752.52.4) H07RN-F (CEI 20-19/4), H07BQ-F (CEI 2019/10) ovvero FG7O-K (Sez 704 CEI 64-8) (FROR: CEI 20-20/1 e 2, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2; FM9OZ1: CEI 20-22 III) … CONTROLLO PROPAGAZIONE !!! Ing. Gianfranco TRIPI SCELTA DEI CAVI Cavi per posa mobile: la Sez 704 della norma CEI 64-8 (cantieri) richiede cavi H07RN-F, ovvero: • H cavo armonizzato • 07 tensione di isolamento pari a 450/750 V • R isolante in stirene/butadiene • N guaina in policloroprene • F conduttore a corda flessibile per posa mobile o similari (FG7O-K e H07BQ-F) Cavi per posa fissa: la Guida 64-17, (cantieri), ammette l’utilizzo del diffuso N1VV-K per tutte le modalità di posa in opera. Ing. Gianfranco TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento Impianti temporanei PROTEZIONE CONDUTTURE DA SCHIACCIAMENTO, TAGLIO/ABRASIONE Condutture accessibili Protezione meccanica Cavi armati (711.52 fiere) Condutture inaccessibili Distanziamento CEI 64-15 Posa aerea/interrata DERIVAZIONI E GIUNZIONI REALIZZATE IN CASSETTE !!! (752.52.5) Ing. Gianfranco TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento DERIVAZIONI E GIUNZIONI REALIZZATE IN CASSETTE !!! (752.52.5) Ing. Gianfranco TRIPI DERIVAZIONI E GIUNZIONI REALIZZATE IN CASSETTE !!! (752.52.5) Ing. Gianfranco TRIPI Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento Impianti temporanei CONDUTTURE INACCESSIBILI: DISTANZIAMENTO 2.10 CEI 64-15 0,6m Ing. Gianfranco TRIPI 2,25m Locali di Pubblico Spettacolo e intrattenimento Impianti temporanei Misure contro l’innesco Rif. CEI 64-15 Prese a spina con protezione differenziale 30 mA Distanziamento NO Pubblico Intralcio Cavi multipolari con PE Ing. Gianfranco TRIPI Luoghi di tipo B Cap.751.03.3 Req. Part. Pag. 120 ING. GIANFRANCO TRIPI Luoghi di tipo B Cap.751.03.3 Strutture combustibili Grado di protezione IP 4X per i componenti montati su od entro strutture combustibili che nel funzionamento ordinario possono produrre archi o scintille con emissione di particelle incandescenti costituenti fonti di innesco. Esempio: apparecchi di illuminazione incassati all’interno di controsoffitti in classe I di reazione al fuoco: IP4X è necessario per le parti in tensione (vano di alimentazione delle lampade) ma non per le lampade stesse Req. Part. Componenti esclusi: interruttori luce e similari – prese a spina uso Pag. 121 domestico – interruttori automatici 16A/3kA ING. GIANFRANCO TRIPI Luoghi di tipo C Cap.751.03.4 Req. Part. Pag. 122 ING. GIANFRANCO TRIPI Luoghi di tipo C Prescrizioni per luoghi di tipo C No stillicidio di combustibili liquidi su componenti Grado di protezione almeno IP4X: per gli involucri dei componenti (escluse condutture) per gli apparecchi d’illuminazione (escluse le lampade) per morsettiere e collettori motori (altre parti attive IP2X) protezione IP 4X non è richiesta per: Prese a spina per uso domestico e similare Req. Part. Interruttori luce e similari Pag. 123 Interruttori Magnetotermici fino a 16A Icn 3 kA ING. GIANFRANCO TRIPI Luoghi di tipo C 3m 3m conduttura conduttura 1,5 m 1,5 m 1,5 m 1,5 m 1,5 m conduttura conduttura Req. Part. Materiale combustibile Pag. 125 Fascia di rispetto ING. GIANFRANCO TRIPI Luoghi di tipo C Req. Part. Se esiste il rischio di sversamenti: adeguare il grado di protezione IP (> IP 4X) Se la polvere sugli involucri comporta rischio d’incendio: provvedimenti atti ad evitare temperature eccessive. Se esiste il rischio d’incendio dovuti a polvere o a fibre: corpi illuminanti con Tsup controllata anche in caso di guasto. Pag. 126 ING. GIANFRANCO TRIPI Fiere, Mostre e Stand (Sez. 711) Req. Part. Pag. 129 ING. GIANFRANCO TRIPI Fiere, Mostre e Stand (Sez. 711) Devono essere utilizzati cavi: non propaganti la fiamma (CEI 20-35) se in posa singola; non propaganti l’incendio (CEI 20-22) se posati in fascio; a bassa emissione di fumi (CEI 20-37/3) e gas tossici e corrosivi (CEI 20-37/2), se posati in ambienti interni di cui in 751.03.2 per l’elevata densità di affollamento o l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio, senza un sistema di rilevazione incendi. NOTA Per gli stand o le strutture destinati ad essere montati in più luoghi, con la presenza o meno di un sistema di rilevazione incendi, si consiglia l’impiego di cavi conformi alle norme CEI EN 50267, serie CEI 20-37/2 (LSOH). Req. Part. Pag. 130 cavi unipolari o multipolari chiusi in tubi protettivi o canali metallici e non metallici, aventi caratteristiche di protezione contro l’incendio in accordo con le norme CEI EN 50086 e CEI EN 50085 ed aventi un grado di protezione almeno IP4X ING. GIANFRANCO TRIPI Edifici Pregevoli per Arte e Storia Req. Part. Pag. 131 ING. GIANFRANCO TRIPI Decreto 20 maggio 1992 n°569 Norme di sicurezza per gli edifici storici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre. art.8 - Impianti elettrici 2. ... illuminazione di sicurezza, .... 3. L’edificio deve essere protetto contro le scariche atmosferiche, secondo la normativa tecnica vigente. Req. Part. Pag. 132 ING. GIANFRANCO TRIPI DPR 30 giugno 1995, n. 418 Norme di sicurezza per edifici di interesse storico – artistico destinati a biblioteche ed archivi 6 - Impianti elettrici. 6.2. ... sistema di illuminazione delle vie di esodo ... 6.3. L'edificio deve essere protetto contro le scariche Req. Part. atmosferiche. Pag. 133 ING. GIANFRANCO TRIPI Edifici Pregevoli per arte e storia Edifici soggetti a tutela ex Legge 1089/39 Esistenza di vincoli che limitano le possibilità di intervento Necessità di provvedimenti alternativi a quelli previsti dalle norme generali impianti e dalle Sezione 751 e 752 della norma CEI 64-8 Req. Part. Pag. 134 ING. GIANFRANCO TRIPI Norma CEI 64-15 individua varianti a sicurezza equivalente Edifici Pregevoli per arte e storia CEI 64-15 Locale Gruppo elettrogeno: Compartimento antincendio REI 120 Impianto di rivelazione opportunità impianto di estinzione Locale UPS/accumulatori: Req. Part. Compartimento antincendio REI 120 + CEI 21-39 Impianto di rivelazione opportunità impianto di estinzione Pag. 136 ING. GIANFRANCO TRIPI Edifici Pregevoli per arte e storia CEI 64-15 Quadri elettrici: ammessi nei locali con presenza di pubblico alle seguenti condizioni: Quadro elettrico generale distanziato dal pubblico Portello con chiusura a chiave o altro attrezzo Req. Part. Pag. 137 ING. GIANFRANCO TRIPI Impianti sportivi DM 18/03/1996 Req. Part. Pag. 148 ING. GIANFRANCO TRIPI Decreto 18 marzo 1996 (integrato con DM 06/06/05) Impianti Sportivi art.17 - impianti elettrici Rispetto misure generali (innesco, propagazione, selettività, posizione protette e segnalazione); impianti di sicurezza: illuminazione; allarme; rilevazione; impianti di estinzione incendi. Req. Part. Pag. 149 ... alimentazione automatica ad interruzione breve (< 0,5 sec) per ... segnalazione, allarme ed illuminazione e ad interruzione media (< 15 sec) per gli impianti idrici antincendio. ING. GIANFRANCO TRIPI Decreto 18 marzo 1996 (integrato con DM 06/06/05) Impianti Sportivi art.17 - impianti elettrici (segue) L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza deve consentire lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima viene stabilita per ogni impianto come segue: •segnalazione e allarme: 30 minuti; •illuminazione e impianti idrici: 1 ora. Gli impianti al chiuso, quelli all'aperto per i quali è previsto l'uso notturno e gli ambienti interni degli impianti sportivi all'aperto, ... illuminazione di sicurezza. Req. Part. Pag. 150 ... Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio per consentire di porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività . ING. GIANFRANCO TRIPI Decreto 6 giugno 2005 Impianti Sportivi - Videosorveglianza Art.1 - Sistemi di ripresa e registrazione televisiva per Stadi di capienza > 10.000 Dotazione: • alimentazione sussidiaria (di riserva); • un apparato di regia delle riprese in sala di controllo • apparecchi di ripresa (analogici/digitali) + sistemi fotografici digitali protetti dai rischi di danneggiamento/manomissione, in tutti i varchi di accesso e deflusso, nei settori riservati al pubblico (esclusi i locali igienici), nelle aree interne accessibili al pubblico, aree esterne destinate alle operazioni di prefiltraggio; • impianto di illuminazione in grado di assicurare, oltre alla piena ed efficace visibilità dell’area di gioco, l’illuminazione adeguata della zona spettatori e delle aree, anche esterne, interessate al transito o stazionamento del pubblico. Req. Part. Pag. 153 ING. GIANFRANCO TRIPI Decreto 6 giugno 2005 Impianti Sportivi - Videosorveglianza Art. 2 (Approvazione dei sistemi di ripresa) Illuminazione dell’impianto, sistemi di alimentazione elettrica sussidiaria, sala controllo: elementi essenziali per il rilascio della licenza di cui all’articolo 68 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Approvazione del sistema da parte del rappresentate della Questura nell’ambito della Commissione provinciale di Req. Part. vigilanza di cui all’articolo 142 del Reg. TULPS Pag. 154 ING. GIANFRANCO TRIPI SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI CARICHI SOSPESI Req. Part. Pag. 155 Negli ultimi anni vari incidenti dovuti al collasso di strutture temporanee per sovraccarico o non corretto montaggio di carichi sospesi, ancorati o appoggiati in quota ovvero mossi meccanicamente tramite gru, argani, piattaforme di lavoro e simili. Trattasi di televisioni, schermi, proiettori, corpi illuminanti, casse audio, americane, pedane per sollevamento scene o artisti, diversi dagli elementi costruttivi considerati e dimensionati nel progetto strutturale del locale e quindi già verificati in sede di collaudo statico. ING. GIANFRANCO TRIPI SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI CARICHI SOSPESI Circolare del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del 1 aprile 2011 n°1689: Req. Part. Pag. 156 ING. GIANFRANCO TRIPI Occorre garantire: idoneità statica delle strutture fisse o temporanee di ancoraggio adeguatezza delle condizioni di ancoraggio pianificazione ed attuazione degli interventi di manutenzione di tali elementi scenotecnici e/o di arredo, SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI CARICHI SOSPESI Req. Part. Pag. 157 Secondo la circolare, per attestare la sicurezza dei carichi sospesi, occorre la seguente documentazione, a firma di tecnico qualificato: documentazione tecnica illustrativa circa la presenza, tipologia e consistenza dei carichi sospesi; schemi dei sistemi di sospensione evidenzianti, ove presenti, i sistemi complessi (ad esempio strutture di sostegno a loro volta sospese ad altre strutture), carichi dinamici (carichi che si muovono o possono farlo durante lo spettacolo) e gli eventuali motori; certificazione sulla idoneità statica del sistema complessivo dei carichi sospesi effettivamente in opera, corredata dalla documentazione certificativa dei singoli componenti del sistema; attestazione di conoscenza e osservanza delle condizioni di esercizio e delle verifiche periodiche (con relative modalità attuative) fissate in ambito progettuale e/o previste dalla normativa vigente (per esempio quelle sui motori), nonché dei termini di utilizzo di componenti soggetti ad scadenza quali fasce, funi o altro, a firma del responsabile dell'attività o manifestazione. ING. GIANFRANCO TRIPI