contiene I.P. Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale | D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, NE/PD | tassa riscossa/taxe perçue/Padova WWW.VOCEISONTINA.EU Anno LI - Numero 44 Speciale Firenze 5-8 Chiesa Locale 11 21 novembre 2015 - Euro 1,00 Chiesa 12 Il 5° Convegno ecclesiale GMG: i segni in diocesi Il Giubileo dei ragazzi della nostra Arcidiocesi e della Madonna di Loreto messi a disposizione della diocesi e testimonianze L dei componenti della delegazione ’itinerario del L Crocifisso di S.Damiano al 22 al 25 aprile il D pellegrinaggio a Roma: 200 i posti Unitalsi 14 Giornata dell’Adesione abato 28 S novembre il rinnovo del "sì" e le elezioni per gli organi della Sottosezione EDITORIALE Una Voce per rompere il silenzio di Mauro Ungaro D omenica 22 novembre, festa di Cristo Re, le comunità della diocesi sono chiamate a rivolgere un’attenzione particolare al settimanale diocesano "Voce Isontina". Attenzione che diviene impegno per una sua maggiore conoscenza e diffusione - specie fra gli operatori pastorali - ma anche sostegno economico attraverso la raccolta delle offerte durante le messe domenicali come pluridecennale consuetudine. "Non si può riportare indietro l’orologio. La conoscenza si svilupperà sempre di più in rete. Ma quello che distingue un giornale sono le notizie, non il supporto fisico. Quindi non credo che i giornali di carta scompariranno, la carta è una tecnologia molto pratica, si stropiccia e sbatacchia senza rompersi". Mi piace spesso citare questa frase ai "profeti di sventura" che anche nel nostro mondo ecclesiale, profetizzano da decenni l’ormai imminente scomparsa della notizia su carta e, quindi, anche dei settimanali diocesani. L’autore di quelle parole non è un attempato giornalista figlio del tempo in cui la macchina da scrivere era ancora strumento insostituibile nelle redazioni ma un cinquantenne americano, Jimmy Wales il fondatore dell’enciclopedia collaborativa gratuita online Wikipedia. Confesso che talvolta mi capita di chiedere, a chi mi si qualifica come "lettore di Voce Isontina" - di persona o sui socialnetwotk - perché, magari da tanti anni, ripeta settimanalmente il gesto di attenzione al nostro periodico. Certamente qualcuno mi risponde "per abitudine" però in tanti sottolineano due elementi. Innanzitutto la necessità di trovare uno spunto ed un aiuto per "leggere gli eventi"; per una riflessione su quanto avviene attorno a noi, in un mondo la cui complessità è direttamente proporzionale alla sua globalizzazione. In un’ottica, però, mai generalista ma che ha come suo punto irrinunciabile di partenza e riferimento la Parola. Accanto a ciò, l’opportunità di ritrovare un’agorà, uno spazio dove possano avere ancora cittadinanza "le buone notizie" e dove sia possibile uno scambio di quelle esperienze e di quelle idee che prendono vita nel quotidiano cammino di formazione ed evangelizzazione che impegna nelle nostre comunità sacerdoti, consacrati e laici. continua a pagina 9 "Utilizzare il nome di Dio per giustificare la violenza è una bestemmia!" Papa Francesco "Fare il vescovo a Gorizia? Per me è una grazia grande (e spero si veda)": intervista al vescovo Carlo a tre anni dal suo arrivo in diocesi (pag. 2-3) Musica 18 Sabato 21 a Fiumicello il Requiem di Fauré Gorizia 20 Celebrata a S.Rocco la Giornata provinciale del Ringraziamento Gorizia 20 La messa in grotta, per una domenica diversa dal solito Monfalcone 24 Madonna della Salute: l’attualità di una festa 2 Sabato, 21 novembre 2015 "N on dobbiamo mai dare per scontata la pace: dobbiamo lavorare per la pace. Ho già ricordato in altra occasione che se non si lavora per la pace qualcun altro in ogni caso lavora per la guerra". Così l’arcivescovo Carlo commenta i tragici fatti accaduti nello scorso fine settimana a Parigi. Ed il suo pensiero va a quelle parole pronunciate un anno fa a Redipuglia da papa Francesco: "Siamo davvero in presenza di una terza guerra mondiale combattuta a pezzi". Lo incontriamo a poche ore dal rientro in diocesi da Firenze dove ha vissuto i giorni del Convegno ecclesiale della Chiesa italiana. Monsignore, non possiamo iniziare questa intervista senza una domanda sui fatti recentemente accaduti a Parigi. Che cosa ne pensa? Sono state già dette molte cose, forse troppe. Quando ho avuto le prime notizie ho pensato subito che papa Francesco ha proprio ragione. Mi sono venute in mente le sue parole pronunciate qui da noi a Redipuglia: siamo davvero in presenza di una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. In effetti noi siamo tutti impressionati dagli attentati di Parigi, ma negli stessi giorni sono accadute altre stragi altrettanto crudeli e sanguinarie. Il fatto è che noi ci accorgiamo della guerra e del terrorismo solo quando capita vicino a noi o coinvolge uno o più europei. Ma possiamo fare qualcosa? Certo. Anzitutto non dare per scontata la pace e lavorare per la pace. Ho già ricordato in altra occasione che se non si lavora per la pace qualcun altro in ogni caso lavora per la guerra. Occorre impegnarci per la pace ognuno con le proprie responsabi- L’intervista lità. Ovviamente anzitutto i governanti che hanno in mano le sorti del mondo e che devono evitare soluzioni in apparenza ovvie, cioè la guerra … "a fin di bene", e intervenire in maniera seria, coordinata ed efficace. Da semplice cittadino mi domando per esempio: chi ha venduto e vende le armi allo stato islamico? perché la questione israelo-palestinese non è mai stata risolta? perché si sono fatte guerre, come la seconda del Golfo, basandosi su informazioni false e con esiti disastrosi? che sbocchi di lavoro e di vita ci sono per milioni di giovani e giovanissimi che vivono nei paesi arabi e non solo? (giovani spesso istruiti, ma senza futuro, facilmente indottrinabili …). “Fare il vescovo a Gorizia? Per me è una grazia grande (e spero si veda)” E noi cittadini normali che cosa siamo chiamati a fare per la pace? L’ho indicato nella lettera sulla pace in occasione dell’anniversario dell’inizio della prima guerra mondiale. Aggiungo l’importanza di non lasciarsi prendere dalla paura e di evitare di seguire chi cavalca o nutre paure. E cercare con pazienza di conoscere situazioni e persone, di dare sempre valore alla dignità di ciascuno, di cercare con prudenza e coraggio percorsi di riconciliazione (non è facile, lo sappiamo bene qui da noi, con ferite ancora non del tutto chiuse dopo 70 anni dall’ultima guerra). Qualche giorno fa a Firenze si è concluso il Convegno della Chiesa italiana. So che lei vi ha partecipato con altri sei goriziani. Che cosa ha portato a casa dal Convegno di Firenze? Quali sono le cose che l’hanno maggiormente colpita nei lavori e nel discorso del Papa? Il Convegno di Firenze è stata una significativa esperienza di Chiesa. Diversamente da altri convegni precedenti non ci sono stati dei "big" o dei "professori", ma è stato L’impegno della Chiesa diocesana nella costruzione della pace ma anche nell’accoglienza agli immigrati; le sfide che "l’iniziare" alla vita cristiana le nuove generazioni pone oggi alle nostre comunità ed il senso vero dell’ormai imminente Giubileo della Misericordia nell’intervista al vescovo Carlo a tre anni dal suo arrivo in diocesi un momento sereno e anche entusiasta di ascolto e di confronto. Il discorso di papa Francesco e, forse, ancora di più il suo stile sono ora più recepiti dalla Chiesa italiana che sta imparando a essere meno "maestra" onniscente, meno giudice severo, meno lobby che pretende riconoscimenti, ma una comunità di discepoli del Signore più sciolta, più umile, più essenziale, più gioiosa. E anche a ringraziare di più per le tante ricchezze che ci sono in essa di fedeltà al Vangelo, di impegno concreto per le comunità, di servizio semplice ed efficace ai poveri. Penso che si esca da Firenze non tanto con un programma, ma con uno stile diverso, più sinodale e più evangelico. Come recepire in diocesi questo stile di sinodalità? Qualcosa stiamo già facendo. Penso alla significativa esperienza delle assemblee diocesane, ai cammini comuni di aggiornamento laici-chierici, ai consigli e ai vari organismi di comunione. Possiamo certo migliorare anche con qualche attenzione di metodo (interessante il metodo di lavoro di Firenze basato su grandi gruppi di 100 persone, divisi in tavoli da 10 e con una saggia regia di facilitatori ben preparati e la presenza di persone capaci di fare sintesi di tutti gli apporti), con più capacità di ascolto, con un migliore discernimento comune che parta dalla Parola di Dio. E le indicazioni di papa Francesco che ha riproposto alla Chiesa italiana la Evangelii gaudium? Ritengo non si tratti anzitutto di fare convegni di studio su questo documento o di analizzarlo con precisione in tutte le sue parti. Neppure di sospendere i cammini diocesani per leggere e sperabilmente attuare quanto scritto da papa Francesco. Lui stesso ha invitato alla creatività. Penso allora sia importante ricollocare ciò che in questi anni abbiamo individuato come prioritario per la nostra diocesi - il riferimento alla Parola di Dio, la riflessione su chi è la Chiesa e chi è il cristiano, la riscoperta del battesimo, l’iniziazione cristiana, le unità pastorali, ecc. - dentro il quadro offerto della Evangelii gaudium "per trarre da essa - così ha detto papa Francesco criteri pratici e per attuare le sue disposi- L’intervista Sabato, 21 novembre 2015 3 “Il nostro settimanale mi sembra faccia già un ottimo lavoro di informazione e di formazione sia sui problemi e le iniziative delle parrocchie, delle associazioni e della diocesi, sia su temi di più ampio respiro. Certo, non spetta a un settimanale offrire notizie e riflessioni in generale su questioni nazionali o mondiali, ma tocca a questo strumento aiutare a rileggere ciò che avviene nella Chiesa e nel mondo a partire dal punto di vista della nostra Chiesa” ” zioni" in riferimento al nostro specifico cammino. L’anno pastorale della nostra diocesi è incentrato sul Vangelo di Luca: cosa dice Luca al cristiano del nostro tempo? Come stanno vivendo le comunità la riscoperta dell’incontro con la Parola? Il messaggio centrale di Luca è che Cristo è venuto per i peccatori, che il perdono precede la conversione, che la conversione è fare festa per il perdono ricevuto. Non per niente è chiamato il Vangelo della misericordia. Il messaggio evangelico non è ovvio come può sembrare. Il Vangelo non lo conosciamo già, ma dobbiamo metterci al suo ascolto lasciando da parte i nostri schemi preconfezionati. In questo senso è importante "lavorare" sulla Parola, anche con il semplice metodo indicato nella lettera pastorale: chiedersi chi sono i soggetti, che cosa fanno, che cosa dicono e imparare a identificarci con loro per "entrare" dentro il Vangelo. Le persone e le comunità che accolgono la fatica della "lectio", ne stanno già provando la gioia. L’Anno Santo si sta avvicinando. Cosa significherà per la nostra Chiesa attraversare la Porta Santa? Più che i diversi appuntamenti, che ci saranno a cominciare dalla duplice apertura della porta santa in Duomo nella veglia di sabato 12 dicembre e della Basilica di Aquileia la domenica 13 dicembre pomeriggio, è importante cogliere e vivere il messaggio del Giubileo: la misericordia da accogliere per noi e da vivere per gli altri, in particolare attraverso le opere di misericordia spirituale e corporale. Mi auguro poi che l’iniziativa delle "oasi della misericordia" non offra solo un’occasione per accostarsi al sacramento della confessione, ma esse siano luoghi di accoglienza e di ascolto anche per persone in ricerca. L’impegno a nuovi percorsi di iniziazione cristiana: perché è importante ripartire dagli adulti? È proprio necessario abbandonare quanto fatto sino ad oggi? Non bisogna abbandonare niente, né giudicare negativamente quanto fatto in passato, ma occorre rispondere alla domanda su come oggi "iniziare" alla vita cristiana i figli di genitori cristiani e anche chi da ragazzo, adolescente, giovane o adulto non ancora battezzato si avvicina alla fede. E’ il contesto che è radicalmente cambiato: un’ora "scolastica" di catechismo poteva andare bene quando la conoscenza di Gesù e una esperienza di fede, perfettibile ma vera, erano assicurate al ragazzo dalla famiglia, dalla comunità cristiana e persino dalla scuola e dalla società. Ora tutto è diverso. Occorre però che i genitori e la stessa comunità cristiana non "deleghino" a degli specialisti (i catechisti) l’iniziazione dei ragazzi e degli adolescenti, ma ritornino a essere soggetti e protagonisti di essa. Chiesa diocesana ed accoglienza degli immigrati: a che punto siamo? Le persone che fuggono da situazioni di guerra e di fame sono tante e lo saranno sempre di più in futuro. Le istituzioni e la stessa politica sembrano molto incerti sul da farsi e in qualche caso rischiano di scaricare su altri le loro responsabilità o, persino, pensano per calcolo politico non a gestire le emozioni e le (legittime) paure e apprensioni della gente, ma a sfruttarle e ad amplificarle. I problemi ci sono, sono complessi e le soluzioni facili non sono a portata di mano a nessun livello (dall’Europa in giù). Però nel frattempo ci sono le persone: possiamo ignorarle, lasciarle al freddo, non ascoltarle, non aiutarle per quello che riusciamo? E’ quello che con i mezzi limitati che abbiamo, incoraggiati anche dai molti appelli di papa Francesco, si cerca di fare: la Caritas, ma anche parrocchie, associazioni e persone di buona volontà. Occorre però continuare la conoscenza del fenomeno, la riflessione e maturare nell’impegno. Come favorire tutto ciò a proposito di questo tema e di altri? Utilizzando i mezzi che sono a disposizione. Tra questi - è giusto riconoscerlo e sottolinearlo - c’è anche Voce Isontina. Il nostro settimanale mi sembra faccia già un ottimo lavoro di informazione e di formazione sia sui problemi e le iniziative delle parrocchie, delle associazioni e della diocesi, sia su temi di più ampio respiro. Certo, non spetta a un settimanale offrire notizie e riflessioni in generale su questioni nazionali o mondiali, ma tocca a questo strumento aiutare a rileggere ciò che avviene nella Chiesa e nel mondo a partire dal punto di vista della nostra Chiesa. Un esempio è quanto dicevo poco fa circa il Convegno di Firenze: occorre essere informati su come è andato e a quali conclusioni è arrivato, ma occorre farlo chiedendoci come ci mette in gioco. Sappiamo del suo impegno nella Caritas triveneta e italiana e con i cappellani delle carceri: quali attese da un mondo di cui non si parla quasi mai? Sono impegni che mi sono stati chiesti (ogni vescovo della regione segue un settore e molti vescovi italiani hanno incarichi a livello nazionale) e che ho accolto volentieri. Le caritas del triveneto (compresa ovviamente la nostra) sono una realtà di cui andare fieri: concrete, impegnate, capaci di riflessione e di formazione, attente alle emergenze ma anche capaci di guardare lontano. E, da quanto capisco, la stessa cosa si può dire delle caritas anche di altre regioni e di quella italiana. I cappellani delle carceri sono persone davvero ammirevoli, con un compito non facile, ma di grande fede e intelligenza e coadiuvate da volontari e associazioni molto disponibili. Ma il tema carcere (durante il Convegno di Firenze ne ho visitato uno un po’ particolare) meriterebbe di essere ripreso con più calma e profondità. Un’ultima domanda di curiosità: dopo tre anni è contento di fare il vescovo di Gorizia? Certo. Per me è una grazia grande e spero si veda. a cura di Mauro Ungaro Speciale Firenze Sabato, 21 novembre 2015 5 I giorni fiorentini nella cronaca di due partecipanti: dall’emozione dell’incontro con papa Francesco alla condivisione nei lavori di gruppo Il Convegno,come l’abbiamo vissuto Lunedì 9 novembre Puntuali alle ore 9.00 siamo partiti da Gradisca alla volta di Firenze per partecipare al 5° Convegno Nazionale ecclesiale della Chiesa Cattolica: Don Moris, Fulvio, Suor Maria Elena, Denis e noi due, Martina e Michela, a rappresentare l’Arcidiocesi di Gorizia insieme al vescovo Carlo. La giornata è stata positiva e ricca di entusiasmo: nel pomeriggio, dopo aver lasciato i bagagli all’albergo assegnatoci, ci siamo recati nella Basilica di Santa Maria Novella, dove ci siamo radunati assieme ad altri convegnisti provenienti da diverse diocesi. Da qui è partita la processione tra le vie del centro città, che aveva come punto d’arrivo la Cattedrale di Firenze, nella quale sono confluiti altri convegnisti partiti da altre tre cChiese della città. Si è svolta qui la cerimonia di apertura, durata un paio d’ore, che ha visto quale intervento principale quello di Mons Nosiglia, Vescovo di Torino e presidente del comitato organizzatore. Il momento più emozionante della giornata è stato senz’altro quello della processione: un fiume umano che si è snodato per le vie della città gigliata, alla volta della Cattedrale, con davanti la Croce, i Vescovi ed Cardinali e dietro tutti i laici. E la gente che ci guardava passare si è riversata incuriosita fuori dai bar per vedere "cosa stesse succedendo", incredula, stupita di tanto movimento. La cattedrale ci ha accolto in tutta la sua bellezza e maestosità e l’accoglienza degli organizzatori è stata eccezionale. Nel sistemarci e nel percorrere le vie di Firenze siamo, sin dal primo momento, stati aiutati dall’esercito di volontari che silenziosamente e garbatamente ci hanno offerto tutte le informazioni necessarie per muoverci nella città e ci hanno accompagnato nelle diverse destinazioni …. e questo è solo l’inizio. Martedì 10 novembre In una giornata baciata da un caldo e radioso sole autunnale i partecipanti al Convegno e la città di Firenze hanno accolto Papa Francesco. Il Papa ha incontrato in mattinata i partecipanti nel Duomo di Firenze; le sue parole sono state precedute da tre testimonianze: il percorso di fede di Francesca Masserelli, la storia di Pierluigi e Gabrielle Proietti, divorziati e risposati dopo la nullità, e la splendida e commovente testimonianza di don Bledar Xhuli, arrivato in Italia dall’Albania, accolto e salvato da un prete, ora è parroco in una parrocchia fiorentina. Il Papa ha presentato tre sentimenti di Gesù che danno forma all’umanesimo cristiano; innanzitutto, l’umiltà: non dobbiamo avere l’ossessione di perseverare la propria gloria, ma la gloria di Dio. In secondo luogo il disinteres- se, ovvero la ricerca della felicità di chi ci sta accanto, l’impegno per rendere questo mondo un posto migliore. Infine, la beatitudine: la ricchezza del sacrificio e della solidarietà, del condividere, in quanto il cristiano ha in sè la gioia del Vangelo. Con due tentazioni da sconfiggere: il pelagianesimo e lo gnosticismo. Si tratta di parole importanti, intense e che andranno ancora approfondite, visti i molte- È stato un bel lavorare: abbiamo potuto esprimere liberamente le proprie esperienze personali plici spunti che offrono al cammino che la Chiesa è chiamata a fare. Al pomeriggio ci siamo trasferiti allo Stadio Franchi, dove il Papa ha celebrato la messa; la città ha accolto il Santo Padre con tanto entusiasmo, gioia ed affetto (oltre ad un’organizzazione impeccabile). In serata ci siamo ritrovati alla Fortezza da basso, dove siamo stati introdotti ai lavori veri e propri del convegno, con un dialogo sulle cinque vie, grazie agli ottimi e ricchi interventi di don Mauro Mergola sdb, della prof.ssa Valentina Soncini, del dott. Vincenzo Morgante, del prof. e scrittore Alessandro D’Avenia e di p. Jean Paul Hernandez sj. Mercoledì 11 novembre La giornata di oggi è stata caratterizzata dai lavori di gruppo che hanno occupato quasi tutto il giorno. Dopo una Santa Messa molto raccolta alle sette del mattino e celebrata presso la Basilica di Santa Maria Novella dal Card Angelo Bagnasco, la giornata è poi proseguita con i lavori di gruppo nella Fortezza da Basso, capolavoro dell’ architettura militare del rinascimento e dal 1967 principale struttura del polo fieristico di Firenze: e’ questo il luogo in cui si è svolto il convegno: dopo un primo momento comunitario nella sala plenaria dove abbiamo ascoltato gli interventi del prof Mauro Magatti e il prof Mons. Giuseppe Lorizio, è seguita la divisione in gruppi per l’avvio dei lavori secondo le cinque vie. Ognuno di noi è stato assegnato ad un tavolo composto da dieci persone, in una sala che ne conteneva alla fine un centinaio di partecipanti. Io ero in uno dei tavoli in cui si è affrontato il Verbo ABITARE. E’ stata una bellissima esperienza, perché mi sono ritrovata con 9 persone provenienti da diverse diocesi italiane, che coprivano da nord a sud tutta l’Italia: da Asti a Catanzaro, con la presenza anche di un rappresentante della Sardegna. Le quattro ore di lavori, tanto temute, sono passate velocemente. Alla sera ci siamo concessi una bella e piacevole passeggiata per le vie del centro di Firenze. Per domani c’è in serbo l’incontro dei convegnisti con la Città di Firenze: io ho scelto una parrocchia di periferia… pronti per un’altra avventura che non può che arricchirci dentro! se di Firenze, nonchè dai saluti dell’imam di Firenze Izzedin Elzir e del rabbino capo della comunità ebraica di Firenze Rav Joseph Levi. A seguire sono proseguiti i lavori di gruppo: innanzitutto i delegati hanno contribuito alla redazione della sintesi del lavoro di ogni singolo tavolo, dove si è cercato di evidenziare soprattutto le note positive emerse e presentare alcune proposte concrete. I facilitatori hanno poi brevemente presentato le sintesi, a seguire c’è stato ancora un momento di confronto sulle stesse. Nel pomeriggio i delegati hanno incontrato la città di Firenze: gli organizzatori hanno individuato 30 realtà, poi divise in tre grandi ambiti: Firenze e la sua Chiesa, storia e testimoni; Vita pastorale della Chiesa fiorentina oggi; Realtà ed esperienze sociali e culturali a Firenze. Io, ad esempio, ho avuto modo di conoscere il Centro internazionale studenti La Pira che accoglie e aiuta nell’inserimento sociale (sopratutto con l’insegnamento della lingua) bambini e giovani che studiano nelle scuole e università fiorentine. In serata, noi delegati dell’Arcidiocesi di Gorizia, abbiamo anche visitato la mostra Bellezza divina, allestita per l’occasione a Palazzo Strozzi, dov’era esposta anche la Crocifissione bianca di Marc Chagall, una delle opere d’arte più apprezzate da Papa Francesco. Giovedì 12 novembre Venerdì 13 novembre La giornata odierna prevedeva un programma particolarmente ricco e variegato. Dopo la celebrazione eucaristica mattutina ci siamo ritrovati alla Fortezza per la preghiera ecumenica, presieduta da mons. Galantino e arricchita dalle riflessioni di p. Georgij Blatinskij, arciprete della Chiesa ortodossa russa di Firenze e della prof.ssa Letizia Tomassone, pastora della Chiesa Valde- E siamo così giunti alla fine del 5^ Convegno nazionale ecclesiale della Chiesa Italiana, che attraverso l’analisi dei cinque verbi, uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare, ha tracciato il percorso che la Chiesa italiana farà nel prossimo decennio. Nella mattinata sono state presentate le "corpose sintesi" elaborate da cinque esperti, che hanno avuto l’arduo com- pito di riassumere tutti i lavori fatti nei gruppi il giorno precedente, ognuno per la via assegnata: una ventina di minuti in cui sono state fatte emergere le diverse opinioni su come viene effettivamente vissuto il verbo assegnato nelle diverse comunità e a seguire le proposte concrete nate dallo scambio nei tavoli. Si sono rivelate molto interessanti e complete a mio avviso le relazioni dell’abitare, dell’annunciare e del trasfigurare, facendo emerge- Il Papa ha presentato tre sentimenti di Gesù che danno forma all’umanesimo cristiano: umiltà, disinteresse, beatitudine re a mio parere invece un po’ di cose già sentite o vissute le vie dell’uscire e dell’educare. La conclusione è spettata poi al Card Angelo Bagnasco, che con molta pacatezza e umiltà, ha ripreso nuovamente le cinque sintesi esortando poi tutti a trovare il coraggio di uscire e di incontrare e di operare con uno stile sinodale, accettando anche le debolezze della Chiesa. Prima di lasciare Firenze abbiamo pranzato per l’ultima volta tutti assieme alla Fortezza da Basso e stavolta siamo capitati vicino ai delegati della Diocesi di Vicenza, con i quali abbiamo passato un bel momento conviviale chiaccherando piacevolemente sulle nostre realtà... e anche questo è valore aggiunto per una Chiesa che cambia. Ore 15.00 puntuali per la partenza, per fare ritorno nelle nostre case, nelle nostre comunità. E adesso sì che inizia l’avventura! Michela Becci Martina Valentincic 6 Speciale Firenze Sabato, 21 novembre 2015 ANNUNCIARE La II^ via percorsa durante il Convegno, è quella dell’annunciare. L’annuncio è ciò che distingue la vita di un cristiano, è un "dovere" non solo dei consacrati, ma di ogni battezzato. Annuncio che trova il suo contenuto fondamentale nel kerigma: "Puntate all’essenziale, al kerigma. Non c’è nulla di più solido, sicuro e profondo di quest’annuncio", così ci ha ricordato lo stesso papa Francesco. Ma la questione non è solo di contenuti; dal confronto è emersa anzitutto la necessita di un annuncio che abbia il sapore della gioia in quanto la Chiesa cresce anzitutto per attrazione e non per proselitismo. Avendo sullo sfondo la dimensione dell’umanesimo, il luogo principale in cui Dio passa è proprio l’umano e questo aspetto trova la sua conferma nell’incarnazione: Il Verbo si è fatto carne per cui anche la nostra "dottrina" deve essere carne. In questa linea si inserisce l’immagine di una Chiesa che ha un volto di madre e che trova il suo modello nei nostri volti concreti, reali di madri e famiglie. Per cercare di concretizzare questi pensieri è necessario passare da una attenzione esclusiva verso chi viene evangelizzato a una specifica attenzione a chi evangelizza. Qui emerge tutta l’importanza della comunità ecclesiale come soggetto di evangelizzazione e al suo interno, in particolare, delle famiglie. Si è detto di dare molta importanza alla formazione, sia dei consacrati come quella dei laici; di continuare il rinnovamento degli itinerari per l’iniziazione cristiana già avviato in molte diocesi, con l’attenzione di non creare ulteriori corsi, ma per-corsi. In molti gruppi è emersa anche l’importanza del linguaggio con cui annunciamo, che è essenziale e sul quale oggi siamo fortemente in crisi. Molte volte il linguaggio che la Chiesa usa, rischia di essere poco efficace soprattutto con le nuove generazioni. Quale linguaggio usare? Forse, più che una questione di metodo, è una questione di stile: una comunicazione chiara, diretta, semplice e immediata. Sono emerse altre due indicazioni; anzitutto la centralità del vangelo, un vangelo che possiamo annunciare non soltanto a parole, ma anche attraverso l’arte, la musica, il teatro… e Firenze, in questo, è davvero un grande esempio. Infine l’importanza della domenica, il giorno senza il quale non possiamo vivere. Riappropriarsi della domenica quale giorno di festa, d’incontro, di preghiera, di riposo: è il luogo privilegiato in cui parlare al cuore dell’uomo di oggi, stando lontani "da potere, vetrine e denaro" (papa Francesco). don Moris ABITARE Abitare….Voce del Verbo…. è con questo slogan che è stato presentato a tutti i convegnisti del 5^ Convegno nazionale di Firenze il verbo "Abitare", uno dei cinque verbi che hanno caratterizzato l’evento. A lanciare questa, e le altre vie, ci ha pensato una clip di due minuti, in cui, a flash, sono stati proiettati fotogrammi di quello che per noi oggi è l’abitare: situazioni di disagio, emarginazione, lontananza tra le persone, per concludersi poi in un’immagine di accoglienza che dovrebbe invece essere il simbolo e la sintesi di quello che noi vorremmo fosse nel prossimo futuro ormai nella Chiesa "Abitare le nostre comunità". Questo verbo, non slegato certamente dagli altri (uscire, annunciare, educare e trasfigurare), è stato affrontato si nelle relazioni introduttive, ma molto sui tavoli di lavoro. Ne sono emerse diverse possibilità per at- Abbiamo chiesto ad alcuni dei delegati diocesani presenti a Firenze di raccontarci quanto emerso nel corso dei gruppi di lavoro cui hanno preso parte durante le giornate del Convegno tuare tale strada. Alla fine è stato tracciato un percorso composto dalle esperienze che in parte già molte parrocchie hanno fatto o stanno sperimentando magari con fatica: le scuole di formazione socio politica per preparare dei laici pronti ad una cittadinanza attiva che sappia abitare il territorio e colloquiare con le altre istituzioni, le case di accoglienza a persone in stato di bisogno, la possibilità di conoscere le famiglie per invogliarle ad incontrare l’altro, la promozione di una pastorale del condominio, della condivisione. Dalla sintesi emerge che queste relazioni buone che ci troviamo ad abitare nelle nostre comunità parrocchiali, e che dobbiamo rilanciare praticamente nella vita di tutti i giorni, possono essere sintetizzate da alcuni verbi: ascoltare, lasciare spazio, accogliere. Io credo che questo noi già nelle nostre comunità lo stiamo facendo, ma ancora manchi la consapevolezza dell’importanza di tali gesti, che accorciano le distanze, che permettono alle persone di entrare in relazione, per poi sentirsi accompagnati nella vita di tutti i giorni. Lo stesso card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nella sua relazione finale ha invitato tutti e i 2200 convegnisti "ad accogliere e a mettere in pratica il vigoroso e paterno invito alla missionarietà che le viene dal Papa. Una Chiesa "in uscita", cioè umile e inquieta, capace di prendersi cura non tanto di se stessa, ma degli uomini e delle donne del nostro tempo, a partire dagli ultimi, dagli "scartati". Una Chiesa che per annunciare il Vangelo nei diversi ambienti si apre più che mai all’"incontro" e vuole contare sulla creatività dei giovani e su un rinnovato protagonismo dei laici". Se saremo in grado di cambiare atteggiamento, di aprirci a queste novità, anche facendo le solite attività parrocchiali, allora avremo fatto, a mio modesto parere, un grande passo in avanti e saremo riusciti a capire come abitare le nostre comunità, grandi o piccole che siano. L’impressione che ho avuto e che è emerso anche dai tavoli di lavoro, è che c’è una gran fame di "abitare" che, accompagnato ad un "uscire" consapevole, ci permetterà veramente di "annunciare" la Parola di Dio senza porci tanti problemi, facilitando anche l’azione educativa, che necessita chia- Speciale Firenze Le vie del nuovo Umanesimo ramente dell’adozione di nuovi strumenti, per trasmettere i concetti educativi e pedagoci di base in una forma che raggiunga i più e che si dimostri attraente verso coloro che la ascoltano. A mio avviso non bastano più le azioni intraprese per garantire una casa per tutti, occorre adottare un nuovo stile, che ci permetta di entrare in empatia con l’altro e fra le diverse comunità in sinergia con le istituzioni, troppo spesso incapaci di sopperire all’effettivo bisogno delle persone. Per abitare è necessario relazionarsi con l’altro, altrimenti rimarremo delle comunità vuote, che non riescono più a dialogare e quindi faremo rimanere lettera morta una Parola così importante come è quella della "Parola di Dio". Ma alla base di tutto non può mancare l’amore che ci spinge a dialogare con l’altro, che ci permette di "andare a casa" di chi non conosciamo, di farci conoscere, di aprire nuovi orizzonti. Michela Becci EDUCARE Una parola significativa che è stata evocata più volte nel corso del Convegno è "sinodalità"; è proprio questo che, secondo me, riassume maggiormente l’esperienza vissuta a Firenze: un "sinodo" tenuto da tutta la Chiesa italiana, tra vescovi, presbiteri, laici tutti in una sola assemblea rappresentativa e tutti espressione, a uguale titolo, della Chiesa. E’ stata infatti una circostanza in cui non si è avvertita alcuna distinzione tra il "vertice" e la "base", in quanto tutti eravamo a formare la grande base da cui far nascere il Nuovo Umanesimo, in Gesù Cristo. Come delegato per il verbo "educare" posso riferire alcuni stralci della sintesi complessiva - ossia la Relazione di Suor Pina Del Core, FMA, Preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium affiancando anche alcuni stralci del mio Tavolo di lavoro: RELAZIONE: partendo dalla consapevolezza della "nativa vocazione della Chiesa ad essere comunità che educa, che vive coerentemente la propria fede come dono ricevuto e come consegna per le nuove generazioni", "la comunità cristiana punta sull’educazione integrale della persona e sulla credibilità dell’educatore che si pone innanzitutto come testimone, come chi è stato lui per primo ’educato’ da Cristo e ha trovato in Lui il senso della sua vita". Occorrono riconoscere ed evitare "due tentazioni indicate da papa Francesco nel suo discorso nella Cattedrale di Firenze si applicano bene anche all’educazione: c’è il rischio cioè da una parte di privilegiare l’attivismo e di cedere ad una "burocratizzazione impersonale" delle dinamiche formative; dall’altra, di assecondare una certa tendenza all’astrazione e all’intellettualismo slegato dall’esperienza". "Priorità ineludibile è la formazione degli adulti, o meglio degli educatori, perché prendano in mano la propria primaria responsabilità educativa nei confronti delle nuove generazioni, curando anche la propria formazione personale (autoformazione). L’attenzione alla famiglia e l’accompagnamento delle famiglie resti una priorità nella progettazione pastorale delle comunità ecclesiali locali". TAVOLO: "Nella concreta azione educativa e preventiva particolare attenzione viene e va riservata ancor di più alla famiglia. Si avverte il bisogno urgente di un suo passaggio da oggetto a soggetto della pastorale, attraverso un strategia che ne consenta l’accompagnamento in tutto il suo percorso e non solo nei tempi forti (preparazione al matrimonio, battesimo etc.), anche allo scopo di restituirle il ruolo di primo soggetto educante. In tal senso si annoverano varie esperienze che vedono al centro famiglie che si pongono al servizio delle altre in percorsi di formazione che passano anche attraverso l’accompagnamento e la condivisione". RELAZIONE: "Un’altra linea fondamentale va nella direzione di investire nuove energie per rinnovare la formazione dei sacerdoti, dei religiosi/e e dei laici, anche mediante momenti formativi comuni tra Sabato, 21 novembre 2015 7 Una Chiesa in “uscita”, cioè umile e inquieta, capace di prendersi cura non tanto di se stessa, ma degli uomini e delle donne del nostro tempo, a partire dagli ultimi, dagli “scartati” presbiteri, famiglie e consacrati". TAVOLO: "occorre creare momenti di formazione alla pari (sacerdoti, religiosi, laici) in cui rileggere alla luce del Vangelo la propria esperienza e poter così elaborare e realizzare insieme (in rete) dei progetti educativi attenti alle povertà e ai nuovi bisogni". RELAZIONE: "Non va considerato concluso, inoltre, il processo di rinnovamento dell’iniziazione cristiana e dei suoi strumenti, a partire da quelli catechistici". TAVOLO: "L’iniziazione cristiana non dovrebbe limitarsi al solo catechismo rivolto ai bambini ma coinvolgere sempre più le stesse famiglie in percorsi comuni e integrati: catechismo a rotazione nella casa di ogni bambino, momenti comuni di formazione figli/genitori". "Ripensare la catechesi dell’iniziazione cristiana come punto di partenza di una educazione permanente ponendo al centro, nell’intero percorso, la famiglia come luogo naturale, fisico e sociale perché la famiglia possa diventare soggetto della pastorale ordinaria". Denis Delbello 8 Sabato, 21 novembre 2015 Speciale Firenze Il dopo-Convegno Il modo migliore per dialogare? Fare qualcosa insieme! I n questa settimana mi hanno Questo Convegno probabilmente scritto in tanti. non ci lascia grandi documenti; Per chiedermi se ho visto il Papa, se l’ho visto da vicino, se sarebbe auspicabile che ci lasciasse dal vivo è diverso da come appare un metodo di lavorare, di camminare, in tv. Ho risposto di sì, l’ho visto, ho insieme per aiutarci reciprocamente avuto la fortuna di vederlo da a costruire una Chiesa vicino. E ho ripensato al momento del suo veramente in uscita arrivo nel Duomo di Firenze, ai delegati assiepati lungo la navata particolare attenzione ai poveri, alla ricerca del bene che applaudivano, fotografavano, acclamavano il comune, ai giovani, invitati a superare l’apatia, a Pontefice; a tutte quelle persone, me compresa, così impegnarsi, immergersi nel dialogo sociale e politico, serie e composte nella vita di tutti giorni che sono a "non guardare dal balcone la vita". balzate sulle sedie pur di intravedere per un attimo, Un discorso che soprattutto invita all’incontro e al per cercare di incrociare lo sguardo per un secondo dialogo, ricordandoci che "le nostre stesse con l’uomo che, con la forza delle sue parole e del suo formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un esempio, sta cercando di far cambiare marcia alla incontro tra culture, comunità e istanze differenti". Chiesa. Perché quello che alla fine resta del momento Consapevoli che il miglior modo per dialogare è più importante di questo Convegno, sono le parole, la quello di fare qualcosa insieme. forza e il vigore con cui sono state pronunciate. E i delegati hanno cercato di metterlo in pratica da Un discorso programmatico per la Chiesa italiana che subito, nell’ambito dei lavori di gruppo, ma anche nei dovrà essere riletto e approfondito, viste le numerose momenti di pausa, di condivisione. sollecitazioni che offre. Certi che non saranno le belle parole a cambiare le Un discorso che si rivolge a pastori e gregge, in cose, che nessuno ha in tasca la soluzione pronta e quanto cristiani e in quanto cittadini responsabili e perfetta; ma pronti a raccontare e a porsi in ascolto, a consapevoli delle proprie azioni e scelte; con una condividere e a mettersi in gioco. Ponendo l’attenzione (e non siamo abituati a farlo) su quello che funziona, quello che di buono già c’è; perché a criticare siamo bravi tutti, soprattutto nella polemica fine a sé stessa che però non porta a nessun cambiamento. Questo Convegno probabilmente non ci lascia grandi documenti o proclami; sarebbe auspicabile che ci lasciasse un metodo, un modo di lavorare, di camminare, insieme. Pur consapevoli delle diversità, della varietà delle situazioni, dei problemi e delle soluzioni possibili, ma anche certi che solo aiutandoci reciprocamente a camminare insieme potremmo costruire una Chiesa veramente in uscita, portatrice di un messaggio e di un annuncio che sappia essere attuale anche oggi. Martina Valentincic Società dalla prima Due indicazioni precise a cui cerchiamo, di settimana in settimana, di rispondere realizzando i numeri di Voce Isontina che giungono nelle vostre case e sviluppando ulteriormente il sito internet www.voceisontina.eu (che sta registrando un numero di accessi in continuo aumento) inteso anche come contenitore di quegli approfondimenti che per motivi di spazio e di tempo Sabato, 21 novembre 2015 ✎ L’EDITORIALE | Una Voce per rompere il silenzio non possono essere accolti nell’edizione cartacea. Come slogan della Giornata di Voce 2015 e della Campagna abbonamenti 2016 abbiamo voluto scegliere una frase di papa Francesco: "Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto". Il settimanale diocesano è apparentemente ben piccola cosa se raffrontato ad altri mezzi attraverso cui oggi il mondo comunica; lo è ancora di più se edito in una realtà di Mauro Ungaro territorialmente non molto estesa come quella della nostra diocesi. Ma la sua Voce può dare voce a quanti altrimenti rimarrebbero afoni, aiutando a rompere quel silenzio che la "globalizzazione dell’indifferenza" diffonde e che fa così comodo a tanti. Per farlo, però, abbiamo bisogno prima di tutto del 9 sostegno e della vicinanza dei nostri lettori. Di chi sottoscrive l’abbonamento e di chi acquista la sua copia in chiesa o in edicola. Piccoli gesti che non consideriamo mai scontati, soprattutto in tempi di ristrettezza economica come quelli che le nostre famiglie stanno vivendo da troppo tempo. A tutti- anche per questo - il "grazie" più sincero. [email protected] Domenica 22 la Giornata del nostro settimanale Cari lettori, è ormai diventato una tradizione questo nostro dialogo con cui, nella Giornata di Voce, la redazione fa il punto sull’ultimo anno di attività ed anticipa alcune delle novità per i prossimi dodici mesi. Dal primo numero di dicembre saremo costretti a ritoccare i prezzi: quello della singola copia passerà da 1 euro a 1,20 euro mentre l’abbonamento per il 2016 passerà da 45 a 48 euro. Le quote erano ferme dal gennaio 2002: abbiamo cercato di rinviare il più possibile questo adeguamento nonostante in questo periodo le tariffe per la spedizione postale siano aumentate del 500%, il costo delle spese tipografiche di quasi il 50% a fronte della riduzione di oltre l’80% del contributo statale per l’editoria. Alla fine anche noi abbiamo dovuto cedere, ultimi fra i settimanali del nordItalia (che in alcuni casi, anche a noi territorialmente vicini, hanno da tempo portato il prezzo di una copia a 1,50 euro). Nonostante il periodo di crisi, speriamo che questo onere economico che chiediamo ai lettori non faccia venire meno il rapporto instaurato sino ad oggi. Abbiamo veramente bisogno del sostegno di tutti i lettori perchè Voce continui ad essere voce della nostra Chiesa e della società del nostro territorio. Questi ultimi mesi sono stati segnati da una serie di cambiamenti importanti nella vita del nostro settimanale. Abbiamo rinnovato innanzitutto la veste grafica ottenendo molti consensi ed apprezzamenti. Non sono mancate le (giuste!) critiche, Un anno conVoce Grazie al potenziamento delle redazioni locali, è stato possibile rispondere a quella richiesta di maggiore attenzione al territorio rivoltaci da molti operatori pastorali specie per quanto riguardava la tipologia della carta usata inizialmente: proprio le vostre segnalazioni ci hanno portato a scegliere successivamente una carta diversa, con maggiore percentuale di bianco, che permette una maggiore leggibilità. Ringraziamo per queste e le altre segnalazioni, suggerimenti ma anche per le critiche (sempre costruttive) che settimanalmente riceviamo: ci aiutano a migliorare il nostro lavoro, cercando di rispondere alle attese di tutti i lettori. Notevole successo ha ottenuto anche il sito www.voceisontina.eu come testimoniato dall’incremento costante nel numero di accessi. Dopo la fase iniziale di sperimentazione, dal primo dicembre l’accesso completo (in particolare allo sfogliatore) sarà riservato ai soli ab- bonati. Per ottenere le password di accesso, una volta rinnovato l’abbonamento, sarà sufficiente inviare un’email a [email protected]. Tale innovazione permetterà, fra l’altro, di offrire agli abbonati anche quegli approfondimenti e speciali che, per ovvii, motivi di spazio, non possono trovare spazio sull’edizione cartacea. Ma la vera novità – come avrete senz’altro avuto modo di apprezzare – è l’aumento dello spazio dedicato alle notizie provenienti dai decanati della diocesi. Grazie all’avvio del potenziamento delle redazioni locali, è stato possibile rispondere a quella richiesta di maggiore attenzione al territorio rivoltaci da molti lettori, sacerdoti ed operatori pastorali. Abbiamo cercato di dare sempre maggiore spazio alle “buone notizie” - come sottolinea il direttore nel suo editoriale - provenienti dalla quotidianità delle comunità parrocchiali e della Chiesa diocesana. Certamente non è venuta meno l’attenzione alla Chiesa universale (ed in particolare al Magistero di papa Francesco che così profondamente sta segnando questo inizio del terzo millennio per la Chiesa) ma anche alle grandi problematiche che la società globalizzata pone all’attenzione di ciascuno di noi. Prima fra tutte quella migrazione di interi popoli in fuga dalle guerre e dalla fame che così intensamente sta interessando il territorio della nostra diocesi. Per continuare nel nostro impegno abbiamo bisogno del vostro sostegno nella convinzione che una Chiesa che perde il proprio settimanale è una Chiesa afona. La redazione Prosegue - dopo il successo degli anni scorsi - la proposta di una tariffa "sostenitore" che permetta di far giungere Voce a chi ne rimarrebbe privo Le "istruzioni" per la Giornata A nche quest’anno, nella domenica di Cristo Re, tutte le comunità della diocesi sono invitate a celebrare la Giornata di sostegno e promozione del settimanel. Abbonamento In tutte le copie i lettori troveranno il bollettino per rinnovare l’abbonamento. Chi ne fosse rimasto privo, senza potrà richiederlo presso la sede di "Voce". I prezzi dell’abbonamento sono: - abbonamento ordinario + accesso all’area riservata dell’edizione digitale: euro 48; - abbonamento sostenitore + accesso all’area riservata dell’edizione digitale: euro 60; . abbonamento benemerito + accesso all’area riservata dell’edizione digitale: euro 100. Per l’estero le quote sono di euro 115 per i Paesi europei e di euro 135 per quelli extraeuropei. Le offerte della Giornata Ricordiamo ai parroci ed ai responsabili amministrativi delle parrocchie, che le offerte raccolte nella Giornata durante le messe parrocchiali potranno essere versate: - presso la sede di Voce Isontina o l’Ufficio Cassa della Curia; - tramite bonifico bancario sul cc presso la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, Agenzia 1 di Gorizia IBAN: IT 88 E 06340 12411 07402006889B - sul c.c. postale n. 10656494 intestato a Voce Isontina via Arcivescovado, 4 Gorizia Per motivi fiscali di bilancio, invitiamo a versare quanto raccolto entro il 31 dicembre 2015. La tariffa "sostenitore" L’aumento delle spese postali ed i ridotti contributi da parte dello Stato ci hanno costretto ormai da alcuni anni a ridurre il numero delle copie inviate in omaggio a quanti, in Italia e all’estero, ci chiedevano di ricevere "Voce" gratuitamente: biblioteche, scuole, case circondariali,c omunità dove sono presenti religiosi che hanno vissuto per periodi più o meno lunghi nella nostra diocesi mantenendo con essa legami di amicizia. Sono però anche molte le persone soprattutto anziane - che, dopo spesso decenni di fedeltà al settimanale ci comunicano di non poter rinnovare l’abbonamento a causa della crisi economica. Dopo l’adesione degli anni scorsi, proponiamo anche quest’anno la tariffa "Sostenitore" di 60 euro: 12 soli euro oltre la tariffa normale dell’abbonamento che permetteranno però di sostenere il giornale e di contribuire a farlo arrivare anche a chi altrimenti ne resterebbe senza.Grazie sin d’ora a tutti anche a nome di chi beneficerà di tale iniziativa ! 10 Società Sabato, 21 novembre 2015 Una guerra "mondiale" combattuta "a pezzi" C’è un fronte eminentemente culturale, un fronte in cui si combatte una battaglia che ha al centro la natura dell’uomo, il suo senso e il suo destino G li attentati terroristici a Parigi non segnano l’inizio di una guerra, sono piuttosto un’altra battaglia della "guerra mondiale a pezzi" che Papa Francesco ha denunciato mesi fa e che da anni sta frantumando il sistema internazionale, convivendo con la globalizzazione e anzi essendo paradossalmente legata a essa in vari modi. Proprio perché si tratta di un fenomeno allo stesso tempo "mondiale" e "a pezzi", serve capacità di discernimento per comprendere una situazione molto complessa e serve un nuovo modo di pensare per affrontarla. Non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti, ma stiamo vivendo un cambiamento di epoca, come ha detto il Papa "Serve capacità a Firenze, in un contesto che nulla aveva a di discernimento che fare con il terrorismo, ma mostrando la consueta visione complessiva di lungo peper comprendere che non si lascia schiacciare sul paruna situazione complessa" riodo, ticolare e sul contingente. Gli attentati di Parigi, così come quelli nel di Stefano Costelli quartiere sciita di Beirut e l’abbattimento dell’aereo russo decollato da Sharm elSheikh, sono collegati a quanto avviene in Siria e in Iraq, ossia alla lotta ingaggiata contro l’Isis. Siamo davanti a una guerra che si combatte su tre fronti: quello più convenzionale e prettamente militare si trova in Medio Oriente. C’è poi un fronte militare non convenzionale che si combatte a casa nostra con l’attività di intelligence, in società sempre più multiculturali che non sempre sono in grado di rispondere adeguatamente alle sfide poste dalla trasformazione epocale della loro natura. Infine c’è un fronte eminentemente culturale, un fronte in cui si combatte una battaglia delle idee, una battaglia che ha al centro la natura dell’uomo, il suo senso e il suo destino. Questo fronte è ovviamente transnazionale, globale, e collega gli altri due. Il fronte militare è il più facile da comprendere e probabilmente anche da affrontare, a patto di volerlo fare davvero. L’origine dell’Isis è complessa come il quadro globale in cui si inserisce. Ogni movimento armato ha bisogno per nascere di un ambiente che ne favorisca lo sviluppo e di un’ideologia che lo guidi. La nascita dell’Isis è legata a una serie di errori commessi da molti attori: dittatori locali, potenze regionali che si combattono per procura, stati occidentali che con politiche avventuristiche e interessate hanno destabilizzato aree intere del Medio Oriente e del Nord Africa. Ormai però è inutile recriminare sul passato. L’Isis non si inserisce (seppure con la forza) nelle logiche del sistema internazionale così come lo conosciamo, ma mira a sovvertirlo, peraltro con metodi di inaudita brutalità. Per questo motivo è necessario fermarlo. Finalmente, sembra che fra la Conferenza di Vienna sulla Siria e il G-20 in Turchia si stia sviluppando una trama diplomatica che coinvolge tutti gli attori importanti dell’area, compresa l’Arabia Saudita e l’Iran. Sul secondo fronte, quello del terrorismo in Europa e negli Stati Uniti, è necessario intensificare l’attività d’intelligence e fare di tutto per fermare le cellule terroristiche mentre si stanno organizzando, perché presidiare ogni possibile obiettivo di attentati è tecnicamente infattibile. I terroristi si muovono da uno stato all’altro, comunicano, collaborano. E’ fondamentale pensare e agire all’unisono, aumentare la collaborazione fra i servizi e i corpi di polizia, come nell’indagine che ha portato all’arresto di 17 persone in tutta Europa proprio la scorsa settimana. È però cruciale anche ripensare le nostre società, trovare forme giuste ed efficaci di gestione della multiculturalità, perché (per usare una sola immagine) le banlieue parigine sono nelle stesse pessime condizioni in cui versavano dieci anni fa, all’epoca delle famose rivolte. Qui giungiamo al terzo fronte, il fronte culturale e ideale. L’Europa, è ancora in grado di proporre un’idea di società fondata sul rispetto per ogni vita, che esca dall’egoismo, sia rivolta alla solidarietà, sia davvero integralmente umana e dunque incomparabilmente più giusta e attraente dell’odio propagandato dai fanatici dell’Isis? Solo se vinceremo questa sfida per una nuova Europa e una nuova epoca insieme ai musulmani contrari al terrorismo che abitano fra noi, potremo vincere la "terza guerra mondiale a pezzi". Il massacro dei civili a Parigi: non solo parole e immagini I l dito sulla tastiera del computer vorrebbe scorrere per scrivere qualche pensiero, qualche parola sulla strage di Parigi. Sarebbe più che normale e giusto ma, ai bordi della cronaca, accade a volte qualcosa che invita a fermarsi. Un fiume di parole sta correndo attraverso i media ed è bene che sia così. Perché allora una sosta che potrebbe essere intesa come difficoltà o incapacità di esprimere un pensiero dopo tanto sgomento e tanta paura? Forse perché, ai bordi della cronaca, ci si può, a volte, fermare per distinguere la voce del Nulla nel rumore delle armi dalla voce dell’Infinito nel rumore di porte che si aprono. Due rumori contrapposti nella stessa notte, mentre sul terreno ci sono corpi senza vita e si sentono urla disperate. Ma come raccontare con il linguaggio dei media queste voci, questi rumori? Il massacro di Parigi esige il racconto della disumanità di chi spara e con non minor forza esige il racconto dell’umanità di chi invia messaggi e compie gesti di solidarietà. Perché vincano la speranza e la fiducia. E adesso? Non a caso così titolava a tutta pagina un quotidiano nazionale italiano due giorni dopo la strage. È la stessa domanda che ci si pose l’11 settembre 2001 con l’attentato alle Torri Gemelle. È la stessa domanda che ci si pose di Quel silenzio notturno... fronte alla catasta di cadaveri nei campi di sterminio nazisti o di fronte ai corpi umiliati e straziati nelle carceri e nei gulag del comunismo. "E adesso? È la stessa domanda che ci si pose l’11 settembre 2001 con l’attentato alleTorri Gemelle" Le risposte sono note ma il male, la crudeltà, la disumanità le hanno cancellate e le cancellano in fretta. Gli attentati terroristici rivendicati dall’Isis ne sono una tragica conferma. E adesso? Questa domanda diventa, ai bordi della cronaca, un invito a rallentare, seppur provvisoriamente, la gara mediatica. Ci sono certamente parole vere che corrono lungo le autostrade dell’informazione ma che non possono essere in grado di rispondere ai perché esistenziali. D’altra parte, ci sono risposte che non vanno cercate nei media che possono portare fino alla soglia del mistero ma poi cedono il passo alla ricerca, lasciano il passo al silenzio. Essi per primi sono consapevoli della loro inadeguatezza e sanno che non è loro compito varcare quella soglia. Così, nel silenzio che sale ai bordi della cronaca quasi impercettibilmente arriva, tra le altre, la domanda di Elie Wiesel dopo il suo incontro con il male nei campi di sterminio nazisti. “Ho capito lo sdoppiamento dell’interrogazione che l’uomo moderno subisce: come ho diritto di domandare al Giudice di tutti gli uomini perché hai permesso Auschwitz così lui ha diritto di domandarci: perché avete rovinato la mia creazione? Con che diritto avete tagliato gli alberi della vita per farne un altare alla gloria della morte?” La sosta silenziosa ai bordi della cronaca del massacro di Parigi invita alla rilettura delle parole di Elie Wiesel: “Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai”. Parole che riempiono di voci il silenzio ai bordi della cronaca di una notte di terrore. Un silenzio breve, una sosta necessaria per riprendere il cammino, per dare una risposta di speranza alla domanda: “E adesso?”. Paolo Bustaffa Chiesa Locale ✎ LA PAROLA DELLA DOMENICA | XXXIV^ dom. T.O. - Cristo Re A conclusione dell’anno liturgico, la Chiesa celebra la festa di Cristo Re. Celebra cioè Cristo risorto ed asceso al cielo che dal Padre ha ricevuto ogni potere in cielo e in terra e che estende, così, la sua signoria sull’intero universo. Il testo che la Liturgia ci propone lo troviamo nel Quarto Vangelo: Giovanni dedica i i capitoli 18-19 alla passione di Gesù. Il temaguida è quello della regalità. In questa scena, in particolare, Gesù si dichiara Re della Verità. Iniziamo con una domanda: in che senso Gesù è Re? È Re perché non solo è scelto e inviato da Dio (come Davide), ma perché è lui stesso il Figlio di Dio. È Re perché non si impone con la violenza e il sopruso, ma con la forza dell’amore: "Beati i miti perché avranno in eredità la terra" (Mt 5,5). Proprio per questo sarà anche giudice: proprio perché ha donato tutto se stesso può chiedere a noi molto. A volte farebbe più comodo avere un re che schiaccia la libertà e impone con la violenza il suo volere, perché di fronte a una tale situazione è giustificata la ribellione, ma di fronte a Gesù, mite e umile di cuore, la ribellione è disarmata in partenza, si è conquistati dall’amore e a colui che ha donato tutto se stesso non si può che rispondere donando tutto, accogliendolo senza riserve. Colpisce, poi, in seconda battuta, il dialogo/confronto tra Gesù e Pilato. Probabilmente per 11 Agenda di Mons. Paolo Nutarelli Gesù Cristo, Re della Verità il procuratore romano è un dialogo come altri all’inizio: interroga Gesù per dovere, chissà, forse, per correttezza ma probabilmente non si aspetta nulla da questo interrogatorio, se non la conferma di ciò che già pensa del suo scomodo imputato. Potremmo fermarci un istante e chiederci se anche il nostro incontro con Cristo è semplicemente un dovere o un mettere a posto la coscienza o, invece, una continua ricerca in Lui di un rapporto vero, profondo, autentico. In questo incontro è probabile che Pilato intuisca qualcosa ma, poi, non ha la forza di continuare. Ha paura ad andare avanti e, come se si fermasse sull’uscio della porta ma qualcosa gli impedisse di entrare. La Fede in Cristo è un continuo approfondire; non c’è meta o traguardo. È necessario, però, avere il coraggio di osare, di andare "oltre" e di non fermarsi. il versetto 37 ci aiuta a comprendere il significato della regalità di Gesù. Infatti qui si esplicita la missione stessa del Agenda ■ Domenica 22 Gruppo Samuel Domenica 22 novembre ci sarà il secondo appuntamento con il Gruppo Samuel, il gruppo di giovani che vogliono vivere la vita come vocazione e sono disposti ad interrogarsi a 360° su ciò che il Signore desidera per loro. L’incontro inizia alle 16.00 presso il convento delle suore di Nostra Signora in via S. Chiara a Gorizia. Parte centrale del pomeriggio è l’approfondimento di un testo del vangelo di Luca commentato da sr. Rosangela e poi lasciato alla preghiera personale. Seguirà un tempo di condivisione e qualche istruzione sulla vita spirituale. La giornata si concluderà con un momento di fraternità. Per maggiori informazioni: [email protected] ■ Lunedì 30 Zelatrici Signore: "per questo sono nato, per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Come per Pilato anche per noi nasce sposate la domanda: che cos’è la verità?. Quando Ponzio Pilato chiese a Gesù: "Cos’è la verità?" Gesù rimase in silenzio. Gesù rimase in silenzio non perché la verità non esiste, ma perché la verità è tanto vasta da essere indefinibile. La verità è immensa, enorme e non può essere confinata in una parola, a forma ideale per ricevere l’eucarestia è sotto le due specie del pane e del vino. Lo dice molto chiaramente l’introduzione generale al Messale Romano: "La santa comunione esprime con maggior pienezza la sua forma di segno, se viene fatta sotto le due specie. Risulta infatti più evidente il segno del banchetto eucaristico" e la rispondenza del rito liturgico al comando del Signore. Per questa ragione la Chiesa consente di dare la comunione sotto entrambe le specie in occasione di ogni "celebrazione particolarmente espressiva del senso della comunità cristiana". Per ragioni di comodità nel contesto italiano è molto raro vedere comunità non può essere ridotta al linguaggio. Esiste. Riprendendo Silvano Fausti, "Pilato è chiamato, come tutti, ad uscire dalla menzogna ed ascoltare la voce di colui che è verità. Gesù è il pastore, il Pastore buono bello: viene a liberare le sue pecore, chiamandole per nome". Nel Pane che spezziamo chiediamo la capacità di superare le difficoltà della nostra vita e , soprattuto, possiamo riscoprire che solo in Cristo, via, verità e vita, c’è la vera salvezza. ❚❚ Martedì 1° e mercoledì 2 dicembre I segni della GMG in diocesi N el cammino dei giovani della diocesi di quest’anno una tappa importante sarà la visita del Crocefisso di S. Damiano e della Madonna di Loreto che stanno girando tutte le diocesi italiane. Nella diocesi di Gorizia la Croce e la Madonna saranno presenti l’1 e 2 dicembre: arriveranno da Udine e poi andranno a Trieste. Il luogo di consegna la mattina del 1° dicembre sarà il Seminario Interdiocesano di Castellerio. Nel pomeriggio dello stesso giorno un gruppo di giovani porterà questi segni nella Casa Circondariale di Gorizia. Il momento più importante, e che vorrebbe coinvolgere tutti i giovani della diocesi, sarà martedì 1° dicembre a comin- ✎ FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS | Come si riceve la comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo? L Sabato, 21 novembre 2015 che in forma abituale distribuisce l’eucarestia nel Corpo e Sangue di Cristo, ma sarebbe auspicabile che diventi parte della vita ordinaria delle parrocchie. La comunione sotto le due specie può essere fatta per intinzione: il ministro della comunione intinge la particola nel calice dicendo "il Corpo e il Sangue di Cristo" e la porge al fedele che la riceve direttamente in bocca e dice: "Amen". Oppure si può fare la comunione sotto le due specie assumendo separatamente il Corpo che può essere ricevuto in mano o in bocca e come al solito all’acclamazione "Corpo di Cristo" si risponde "Amen" e poi ci si sposta dal ministro che ha il calice. Porgendo il calice viene detto "Sangue di Cristo" a cui si risponde "Amen". Il calice ciare dalle 20.00 presso la parrocchia della Marcelliana a Monfalcone. Il ritrovo sarà alla Casa della Gioventù dove si inizierà con un insieme di teatro e dinamiche di gruppo che permetterà di conoscere da vicino questi segni importanti per la storia della spiritualità in Italia. La seconda parte della serata si svolgerà nella vicina chiesa dove si ascolterà la parola del vescovo e dove sarà possibile, per chi lo desidera, accedere al sacramento della Riconciliazione. Nel giorno di mercoledì 2 dicembre il Crocefisso e la Madonna saranno ospiti del monastero Totus Tuus Maria di piazza S. Antonio a Gorizia e nel pomeriggio viaggeranno verso il Collegio del Mondo Unito di Duino dove ci sarà un incontro ecumenico. di Don Nicola Ban Con regolarità in molte parrocchie e comunità della diocesi si prega perché i giovani vivano la propria vita come vocazione e perché coloro che sono chiamati al sacerdozio abbiano il coraggio di rispondere "eccomi". A livello diocesane sono le Zelatrici del Seminario a mantenere viva la preghiera per le vocazioni. Il nome "zelatrici" è un po’ fuorviante, perché sono presenti sempre anche diversi uomini che hanno a cuore la stessa missione. Il prossimo appuntamento sarà lunedì 30 alle 15 presso la chiesa del S. Cuore in via Nizza a Gorizia. Come al solito ci sarà un tempo di adorazione guidata e poi la possibilità di stare un po’ insieme e di ricevere i biglietti di auguri scritti dall’arcivescovo. Sarà possibile parcheggiare nel cortile di Stella Matutina. Dall’agenda dell’arcivescovo Domenica 22 Novembre - 11.15, Cervignano, Parrocchia di S. Michele Arcangelo: celebrazione del sacramento della Confermazione di adulti del Decanato di Aquileia, Cervignano e Visco. - Nel pomeriggio, presso l’Istituto di Nostra Signora a Gorizia, incontro del Gruppo Samuel. Lunedì 23 Novembre - 11.00, Sinagoga di Gorizia: Commemorazione 72° anniversario deportazione comunità ebraica di Gorizia. - 20.00, Cormons: incontro sulle Unità Pastorali. Martedì 24 Novembre - Zelarino: Incontro della Conferenza Episcopale Triveneta. Mercoledì 25 Novembre - In mattinata, in Arcivescovado: udienze libere riservate ai soli sacerdoti. - Nel pomeriggio, incontro con un sacerdote nel luogo del suo ministero. - 20.30, Ronchi, Parrocchia S. Lorenzo: Coordinamento di Pastorale Giovanile Giovedì 26 Novembre - 10.00, Arcivescovado: Collegio dei Consultori - 12.00, Arcivescovado: Giunta del Consiglio Presbiterale. viene preso in mano dal fedele che può assumere il Sangue. Chiaramente se qualcuno preferisce non ricevere il vino, o se ci sono dei motivi per non bere al calice (malattie, rossetto particolarmente abbondante...) può sempre evitare la comunione con il Sangue di Cristo. Visto che si tratta di un gesto di comunione bisogna avere attenzione nel bere una quantità moderata in modo lasciarne anche agli altri. Venerdì 27 Novembre - In mattinata, in Arcivescovado: udienze. - 18.00, Gradisca, Parrocchia di S. Valeriano: S. Messa Patrono Sabato 28 Novembre - 15.30, Arcivescovado: Consiglio Pastorale Diocesano. 12 Chiesa Sabato, 21 novembre 2015 Appuntamento dal 22 al 25 aprile Monfalcone Giubileo dei ragazzi: anche la diocesi sarà presente a Roma ■ R.n.S. T ra i grandi eventi che caratterizzeranno la celebrazione del Giubileo della Misericordia a Roma ci sarà anche un appuntamento riservato in modo particolare ai ragazzi dai 13 ai 16 anni. Mentre per i giovani sopra i 16 anni sarà possibile partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno si terrà a Cracovia e che sin d’ora si preaannuncia come l’evento più grande e importante del Giubileo, per i cresimandi o i cresimati ci sarà questa tre giorni a Roma il 23-24-25 aprile 2016. Il programma prevede la partenza dalla nostra diocesi nel pomeriggio di venerdì 22 aprile con dei pullman organizzati a livello diocesano. La sistemazione avverrà nei luoghi messi a disposizione dall’organizzazione che prevede l’alloggio molto spartano a terra dove dormire con stuoino e sacco a pelo. La mattina di sabato 23 sarà dedicata al pellegrinaggio alla basilica di San Pietro: attraverso un percorso Incontro con Salvatore Martines Domenica 24 mattina l’appuntamento è in piazza S. Pietro dove sarà papa Francesco a presiedere la celebrazione eucaristica tematico si arriverà fino al colonnato dove sarà possibile vivere la riconciliazione e poi si entrerà in Basilica attraverso la porta santa. La sera del sabato è prevista una grande festa allo Stadio Olimpico. Domenica 24 aprile mattina l’appuntamento è in piazza S. Pietro dove sarà papa Francesco a presiedere la celebrazione eucaristica. Nel pomeriggio della domenica e nella mattinata di lunedì 25 ci sarà il tempo per una passeggiata nella Roma storica e turistica. Lungo gli itinerari turistici ci saranno delle tende dove verranno raccontate le sette opere di misericordia. Il ritorno è previsto nella tarda serata di lunedì 25 aprile. I gruppi di ragazzi dovranno essere accompagnati dai loro catechisti, educatori, animatori. Si stanno attendendo informazioni più precise da Roma in merito ad alcune questioni logistiche (alloggi, vitto, pass per i pullman) per stabilire il costo dell’esperienza che si cercherà di tenere il più contenuto possibile (che si spera possa essere contenuto sotto i 150 euro). Le iscrizioni saranno coordinate dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile e cominceranno dal mese di gennaio sul sito www.gopagio.org. I posti disponibili per la diocesi sono 200. Il Rinnovamento nello Spirito Santo, come già lo scorso anno, ha predisposto per i sacerdoti della Regione un incontro di Fraternità sacerdotale, al fine d ravvivare la gioia del conoscersi, condividere preghiera, esperienze e molto altro, nella convivialità. A conclusione dell’itineriario annuale che ha fatto l’attuale Fraternità parlerà il Presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, sull’"Anno della Misericordia" che sta per iniziare. Potrà aggiornare i presenti su altri argomenti dell’attuale vita della Santa Chiesa. Attualmente egli assicura la sua presenza e la sua opera in vari organismi cattolici: membro dei Pontific Consigli per l’Evangelizzazione, per la Famiglia, per i Laici e quale presidente della Fondazione Vaticana “Centro Famiglia di Nazareth” a Nazareth. L’incontro è previsto lunedì 23 novembre presso la parrocchia San Nicolò a Monfalcone. Il programma prevede alle 9.30 l’accoglienza, la recita comunitaria dell’Ora media, l’incontro con Salvatore Martinez. Dopo un momento di pausa, vi sarà la condivisione e poi alle 13 il pranzo. Per qualsiasi informazione o chiarimento ci si può rivolgere al n. cell. 3207265902 (sig.ra Lina) o scrivere un email [email protected]. Per chi desidera partecipare solo al pranzo, si chiede di avvisare. Don Francesco Fragiacomo e Eugenio Flamigni DonVittor: amore per tutti, entusiasmo per i giovani Il sacerdote è spirato mercoledì 11 in Comunità sacerdotale: era stato parroco a Mossa, Cervignano del Friuli, Sant’Ignazio e Mariano N uovo lutto nel presbiterio diocesano. Nella notte di mercoledì 11 novembre è ritornato alla Casa del Padre mons. Bruno Vittor. Nato ad Aquileia il 18 dicembre 1924, era stato ordinato il 12 luglio 1950 nella basilica di Aquileia dall’Arcivescovo Carlo Margotti. I suoi primi impegni pastorali lo videro cooperatore a S. Ambrogio a Monfalcone, a Visco e ai Ss. Pietro e Paolo in Gradisca. Successivamente fu vicario economo in Piazzutta a Gradisca ed a Scodovacca. Nel giugno 1959 venne nominato parroco a Mossa; per 13 anni fu alla guida della comunità sino a quando l’arcivescovo Lo dicevano di salute mons. Pietro Cocolin lo nominò parroco cagionevole, destinto ad a Cervignano del Friuli nel luglio 1972. Sei anni dopo - luglio 1978 - il trasferimento andare presto con i più... Gorizia quale parroco di Sant’Ignazio, e invece ci ha appena detto aincaricò che mantenne per quattro anni fino alla nomina a parroco di Mariano del addio, a novanta e passa! Friuli nel settembre 1982. Dopo venticinque anni, nel luglio 2007, don Bruno ridi Ferruccio Tassin nunciò alla parrocchia. Durante questo periodo era stato anche assistente delle Familiari del Clero e dell’Apostolato della preghiera diocesano. Nominato canonico penitenziere del Capitolo metropolitano, ritornò a vivere Gorizia: quotidiana in questi anni è stata la sua presenza in duomo per ascoltare quanti a lui si accostavano nel sacramento della confessione od anche solo per un colloquio. La liturgia di commiato è stata presieduta dal vescovo Carlo sabato 14 novembre nella basilica di Aquileia. Lo dicevano di salute cagionevole, destinto ad andare presto con i più. E invece, don Bruno Vittor, poi canonico a Gorizia, ci ha appena detto addio, a novanta e passa! Per chi lo ha conosciuto, è certo che Domineddio ha fatto un affare a lasciarlo su questa terra, dove non tutti si sbracciano in riconoscenza per chi ha dato; co- sì anche per lui. A Visco è arrivato nel 1952, cappellano dell’irsuto e coltissimo mons. Angelo Trevisan, bisiaco, una delle vittime vive della grande guerra (era stato curato dei profughi a Pottendorf ). Come al suo cappellano precedente, don Silvano Piani (meteora come tempo, stratosfera come azione), lasciò immediatamente mano libera. Trevisan, non vecchio, si sentiva ancora la grande guerra addosso, ma credette nei giovani. E don Bruno, Aquileiese, era giovane quando arrivò a Visco (del ’24, ci approdò nel ’52). Era un bel giovane, simpatico, non simpatia dei vuoti, ma di quelli che "sentivano insieme"; così il successo con i giovani (e non solo), in campo maschile e femminile, fu totale. Rafforzò lo splendido lavoro di don Silvano Pieni, consegnò al nuovo parroco don Umberto Miniussi, nel 1953, una parrocchia viva di associazioni e di azione, talchè, Miniussi, in ambiente così bene arato, riuscì in un’ impresa, mai riuscita ai suoi predecessori, creare la azione cattolica maschile degli adulti! Ricavò un ricreatorio dal vecchio "foledor" nella centa della chiesa - don Bruno - e lì fece crescere la gioventù che con lui rallegrò, materialmente le strade del paese. Chierichetti a frotte, partecipazione gioiosa alla vita parrocchiale; accompagnò alla morte il vecchio decano e, solo, ma insieme con tutto il paese, promosse il Congresso Eucaristico decanale del 1953. Migliaia di persone a Visco, a piedi e con ogni mezzo. A guidare, lui con la sua modesta cotta bianca, mai sollecitato da protagonismi beceri e volgari. Qualcuno (e aveva 29 anni) del clero, non sempre prodigo di lodi, lo definì "il decanissimo"; sembrava scherzosa irrisione, ed era realtà. Prima di andare altrove, preparò l’ingresso di un altro grande sacerdote, don Umberto Miniussi, fra un mare di gente di tanti paesi. Fu l’ultima manifestazione di massa (sin ora) per l’arrivo di un prete. Gli passò una parrocchia in polpa, soprattutto come disposizione d’animo; e don Miniussi seppe farla crescere e crescere ancora, per anni e anni… I rari paesani vischesi, che ad Aquileia hanno assistito al suo addio da questo mondo, potranno dire a chi lo ha conosciuto che l’epilogo è stato degno degli inizi. U.N.I.T.A.L.S.I. Sottosezione di Gorizia - Novembre 2015 ✎Misericordiare "M isericordiare" - andate pure a cercare questo termine nel vocabolario: non lo troverete. Primo perché è un’ altro dei termini "scovati" dal nostro Vice-Assistente nazionale, don Danilo, il quale cerca anche in questo modo di far entrare nella nostra Associazione il principio di rinnovamento. "Ecclesia semper reformanda", la Chiesa deve rinnovarsi sempre. E noi, Associazione laicale, espressione della Chiesa, non possiamo farne a meno. Secondo perché la costante ricerca di novità terminologica è finalizzata ad una permanente scoperta di ruolo relazionale. Ma per aggiornare ed aggiornarsi basta mettere in circolazione un nuovo termine e "riformarne" il contenuto oppure la riforma parte da altrove? "Misericordiare" significa ripartire dal di dentro, dal cuore. La misericordia di Dio trova la sua fonte nel suo dono totale e supremo che, si, coinvolge anche la corporeità del Cristo, ma trova la sua ragione d’essere nel vero, pieno e totale Amore oblativo. Può essere misericordioso solo chi ama, chi della propria vita ha fatto un generoso dono di se agli altri e per gli altri. Il sacrificio in questo contesto non è un schiacciamento ed oppressione della persona, ma oblazione della metà del proprio cuore a favore degli altri. Solo metà? Si, solo metà! Uno può amare gli altri solo se è capace di amare se stesso! Chi incentra metà del proprio impegno d’amore verso se stesso, riesce a porre questa parte a servizio della relazione Diouomo. In questa metà Dio si rivela all’uomo e plasma il suo cuore. Soltanto allora l’altra metà sarà capace di mettersi in relazione con il prossimo, usando misericordia. Infatti, misero di cuore significa provato, sofferente, addolorato di cuore - non avendo la possibilità di impegnare la totalità della cordialità a proprio favore, in modo egoistico, ma impegnando la metà all’altro, attraverso l’azione salvifica di Dio. Per consentire al cuore di unire le due parti è neccessario un costante movimento, una costante palestra del cuore. Mi ricordo, mentre frequentavo la scuola media, che il prof. di ginnastica (allora si indicava così l’odierno insegnante di educazione fisica) si era fratturato un gamba e faceva le lezioni ingessato. Vista l’incapacità di muoversi ha optato per fare lezione sedentaria, quindi teoretica, facciale. Risultato? Lascio a voi la risposta. Così pure con il cuore misericordioso. Esso non può svilupparsi consultando i testi del Papa e introducendosi sempre più in profondità nella Parola di Dio. Ha bisogno di muoversi. L’itinerario formativo dell’ anno che abbiamo appena iniziato prevede appunto questo: ascoltare la Parola, condividerne i contenuti, operare negli spazi. Solo così la nostra formazione, seppure occuperà un po’ del nostro tempo, potrà considerarsi veramente fruttuosa. Parola senza azione non può entrare nello stile unitalsiano. Azione senza Parola è sconosciuta allo stile unitalsiano. E allora? Condividiamo le serate di formazione che ci saranno proposte nei prossimi mesi per fare del nostro un cuore misericordioso che possa dire insieme ad altri cuori (misericordi)AMO, (misericor)DIAMO, (mise)RICORDIAMO. Don Carlo Bolcina ❚❚ Sabato 28 novembre la Giornata dell’Adesione Tre appuntamenti da non mancare! Sabato 21 novembre Festa della Madonna della Salute: alle ore 14.30, a Pieris presso la Chiesa Parrocchiale, si terrà la celebrazione della Santa Messa e a seguire la processione, il personale è invitato a partecipare in divisa. Sabato 28 novembre Giornata dell’Adesione, l’invito è per le ore 17 presso la Comunità Sacerdotale per la cerimonia religiosa con il rinnovo dell’impegno di adesione, (non ci sarà la S. Messa). Tutti i soci ausiliari ed effettivi sono chiamati a rinnovare il loro impegno di partecipazione alla vita dell’Associazione, un rito semplice, ma essenziale, profondo, importante, che coincide con l’avvio del nuovo anno liturgico. Con l’occasione il Presidente Nazionale Salvatore Pagliuca, invia un messaggio che lo facciamo anche nostro: L’augurio che possiamo scambiarci reciprocamente con il nostro "SI" è che la giornata dell’Adesione, così come tutte le giornate della storia dell’Unitalsi e di chi la abita, sia davvero pregna del Vangelo, immagine di un progetto di vita associativa da inseguire senza riserve e senza compromessi, perché il Signore ha disposto che "quelli che annunziano il Vangelo vivano del Vangelo". ◗ Fiocco azzurro Felicitazione ai genitori Siria e Igor e al fratellino Rafael per la nascita di Aleksander. Auguri vivissimi da tutta la Sottosezione. Al termine della cerimonia dell’Adesione, presso la stessa sede alle 17.30, in seconda convocazione avrà inizio l’Assemblea degli elettori e si svolgeranno le votazioni per il rinnovo delle cariche elettive della Sottosezione. Per costruire insieme il futuro della Sottosezione è molto importante la tua partecipazione e la tua responsabilità. votazione per l’elezione del Presidente della Sottosezione e votazione per l’elezione di cinque Consiglieri della Sottosezione. L’orario di apertura delle operazioni elettorali è fissata per le ore 17.45 e l’ora di chiusura improrogabilmente alle ore 19.15. Seguirà un momento di agape fraterna. È tempo di rinnovamento, partecipiamo quindi tutti con convinzione. Martedì 8 dicembre Come di consueto incontreremo i nostri amici disabili e quanti hanno condiviso i viaggi e la permanenza a Lourdes per scambiarci gli auguri per le prossime festività. L’appuntamento è presso la Chiesa di S. Giuseppe, rione Largo Isonzo a Monfalcone alle ore 11.30 per la S .Messa con la comunità locale, a seguire il pranzo comunitario presso il vicino Oratorio parrocchiale g.c., animazione e lotteria. Per partecipare telefonare in sede lasciando un messaggio al n. 0481/535554. ◗ Condoglianze Tutta la Sottosezione Unitalsi partecipa al lutto della Chiesa goriziana per il ritorno alla casa del Padre di Mons. Bruno Vittor, sempre vicino agli ammalati e ai soffe enti durante i nostri pellegrinaggi a Lourdes. La sua testimonianza rimarrà sempre viva in tutti noi e lo ricorderemo nelle preghiere. Incontrare il Bureau medical di Lourdes L’ esperienza del Bureau Medical è sempre qualcosa che ti tocca il cuore e può diventare un modo per leggere Lourdes, sottolineando che il grande miracolo di Lourdes è l’insieme degli ammalati, che affrontano senza lamentazioni il pellegrinaggio. E’ toccare con mano tutta quella sofferenza che viene distribuita e compartecipata da tutti, sofferenza evidente, ma attenuata, dove il singolo problema viene ridimensionato e dove non prevale la rassegnazione, ma scaturisce la forza. Il Bureau Medical rimane un luogo di grande interesse per le vicende di vita, di sofferenza e di fede illustrate. E’ il luogo dove i pellegrini che suppongono di aver beneficiato di una guarigione straordinaria devono rivolgersi all’Ufficio delle Constatazioni; in seguito i casi verranno trasmessi al Comitato Medico Internazionale di Lourdes, dove verranno studiati. L’Ufficio delle Constatazioni ha come compito, conferitogli dal Vescovo di Tarbes e Lourdes, di registrare le testimonianze delle persone che ritengono di essere state guarite per l’intercessione della Madonna e quindi poterle verificare. Nel 1859, il professor Vergez, titolare della Facoltà di Medicina di Monpellier, fu incaricato di esaminare alcune guarigioni, in particolar modo sette di esse, avvenute prima del 1862. Nel 1905, Pio X chiese di "sottomettere a un processo regolare" le guarigioni più notevoli, per tale motivo sorse l’Ufficio delle Constata- zioni Mediche. E’ necessario dire che, su circa 7.000 segnalazioni di casi di guarigioni registrate a Lourdes dal tempo delle apparizioni fino ad oggi, solo 69 sono i casi riconosciuti come miracoli dalla Chiesa. L’ultimo miracolo riconosciuto è quello di un’italiana originaria di Pavia, Danila Castelli, guarita alle Piscine nel 1989. Nel maggio 1989, nel corso di un pellegrinaggio a Lourdes, la Castelli esce dalle Piscine del Santuario dove è stata immersa e sperimenta una straordinaria sensazione di benessere. Ella dichiara, poco dopo, la sua guarigione istantanea al Bureau delle Costatazioni Mediche di Lourdes. Dopo cinque riunioni (1989, 1992, 1994, 1997 e 2010) il Bureau constata la guarigione con votazione palese ed unanime: "La signora Castelli è guarita, in modo completo e duraturo, dalla data del suo pellegrinaggio a Lourdes nel 1989, e quindi da 21 anni, della sindrome della quale soffriva e ciò senza alcun rapporto con gli interventi e le terapie subite". Da allora la Castelli ha ripreso una vita del tutto normale. La Commissione Medica Internazionale di Lourdes (CMIL) nella sua riunione del 19 novembre 2011 a Parigi ha certificato che "il modo della sua guarigione resta inspiegato allo stato attuale delle conoscenze scientifiche". Il 20 giugno 2013 Monsignor Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia, la diocesi di residenza di Danila Castelli, ha dichiarato il carattere "prodigioso miracoloso" ed il valore di "segno" di questa guarigione. I giudizi e i pareri del CMIL sono stati re- si più rigidi a seguito ed alla luce dei tanti progressi scientifici, diagnostici e terapeutici della scienza medica. Oggi le malattie vengono diagnosticate con precisione e curate in modo specifico, da qui la difficoltà per i componenti del CMIL di definire la guarigione un miracolo e precisamente dire che la guarigione è "eccezionale, inattesa, inspiegabile o non spiegabile allo stato attuale della scienza". Il Comitato si riunisce una volta all’anno e prende in esame i dossiers da trattare. Quando tutti gli elementi sono disponibili (cosa che può richiedere anche parecchio tempo) con votazione il Comitato dichiara o nega che la guarigione sia non-spiegabile allo stato attuale delle conoscenze scientifiche. E’ richiesta la votazione positiva dei 2/3 del Comitato per rendere affermativa la constatazione del miracolo. Il miracolo non è solamente un fatto sensazionale, ma implica anche una dimensione spirituale. Così, per essere qualificata come miracolosa una guarigione, essa deve manifestare due condizioni: che avvenga secondo delle modalità straordinarie e imprevedibili e che sia vissuta in un contesto di fede. Sarà perciò indispensabile che si crei un dialogo tra la scienza medica e la Chiesa. Questo dialogo a Lourdes c’è sempre stato. Ognuno di noi, se ha accompagnato dei pellegrini, anche sani nel corpo, ha verificato quali miracoli sono avvenuti nel loro cuore. Clara Zuch (1. continua) 16 Cultura Sabato, 21 novembre 2015 ● Un racconto di Rosaria De Vitis Piemonti Vita quotidiana M a siamo in autunno o in primavera? Questo si chiedeva Anna mentre sgambettava verso il parco dell’Isonzo. Aprire la finestra, vedere quel cielo, quel sole e decidere di prendersi una mattinata libera dagli intrighi familiari era stato un tutt’uno. Vantaggi dell’età, d’altronde ogni età li ha, basta saperli o volerli cogliere. Arrivò in riva al fiume, splendido nella sua luminosa veste verde-azzurra, mentre l’autunno intorno sciorinava una tavolozza di colori che andavano dal rosso al verde, dal marrone al giallo. Meraviglioso. Un canto di lode al Creatore si sprigionava da quel luogo, magico in tutte le stagioni. Eppure non si vedeva intorno anima viva. Strano come la città non viva il proprio fiume, che scorre solitario come avulso da una realtà, che preferisce riconoscersi nelle austere mura del Castello. Per Anna invece quello era il luogo ideale dove immergersi, per acquistare forza e bellezza, quasi un lavacro dell’anima. Dopo essersi riempita gli occhi di tutta la bellezza circostante si sedette su di una panchina. Ed ecco che, all’improvviso, riemerse quello che lei chiamava "il vuoto di vita". Era una sensazione di angosciosa negatività, che da qualche tempo la offuscava, specie di sera impedendole di prendere sonno, mentre di giorno di solito sonnecchiava nel fondo delle attività quotidiane. C’era da aspettarselo: novem- bre è sempre novembre. Il mese dei morti. Il mese dei ricordi. Ad uno ad uno ti passano davanti i volti di persone care, di amici, anche di conoscenti, con cui t’incontravi durante il tragitto a scambiare saluti e racconti. Poi all’improvviso, niente, scomparsi per sempre. E con il passar del tempo ti accorgi che più numerosi diventano gli amici andati di là che quelli rimasti. Allora il labirinto di ricordi t’inghiotte, per prospettarti rapporti indecisi o peggio ottusi per la privazione di slanci, di verità o affossati nel dolore d’incomprensioni, anche con persone che pure amavi e tanto. Strano come la morte insegni a leggere la vita e gli affetti e le vicende ormai irrimediabilmente concluse. Bilancio sempre negativo, per tutti, anche per chi apparentemente più fortunato. Un nuvolone nero aveva offuscato il sole. - Accidenti a te - si disse Anna - quante volte ti ho detto di non ingolfarti in bilanci. Niente da fare, stai diventando una vecchia lamentosa. Ormai sembrano inutili i calci che dai al pensiero, per farlo procedere avanti, torna sempre indietro e mai una volta che torni contento. Per fortuna che mi sono portata la rivista "La Civiltà Cattolica", la lettura è un ottimo rimedio al pensiero scemo. S’immerse nella lettura, ottima, specie da quando i discorsi di papa Francesco occupavano spazi importanti. Parole di fiducia e speranza: Dio è gioia. I cristiani dovrebbero trasmettere la Sua gioia,perchè sono i salvati dalla Sua misericordia. I messaggeri della buona novella. La gioia e la speranza nel futuro dovrebbe essere la loro caratteristica. E difatti il filosofo Nietzsche diceva: mi convertirò quando vedrò i cristiani gioiosi e fiduciosi. Se davvero credessero a quello che professano non dovrebbero mai sentirsi tristi o affranti, ma essere la luce e la speranza del mondo. Eppure se ne vedono pochi di cristiani gioiosi, di solito hanno il muso lungo come e anche più degli atei.Anna si sentiva coinvolta da quella lettura, quasi un atto d’accusa per un dovere incompiuto. Ma che fare quando il tarlo dell’insoddisfazione ti prende? Non ti puoi certo dare una martellata in testa, per smettere di pensare che non ne hai azzeccata una giusta? Credenti o meno, purtroppo ci sono giornate, che nascono male e con cui bisogna fare i conti. - È questo il demone della insoddisfazione che può trasformarsi in depressione.- continuava l’articolo S’insinua come un veleno da cui può nascere invidia e gelosia, maldicenza e menzogna, chiusura del cuore ad ogni spiraglio di positività. Si vedono allora le ombre invece della luce, la colpa invece del perdono e l’angoscia offusca ogni gioia. Si tratta di una vera e propria tentazione molto pericolosa, quasi una malattia del nostro tempo, che può ostacolare persino il rapporto fiducioso con il "STRANO COME LA CITTÀ NON VIVA IL PROPRIO FIUME, CHE SCORRE SOLITARIO COME AVULSO DA UNA REALTÀ, CHE PREFERISCE RICONOSCERSI NELLE AUSTERE MURA DEL CASTELLO" divino. Ma l’antidoto esiste . Anna si aspettava chissà quale ritrovato miracoloso o pratica complicata. E invece no, l’antitodo è sempre quello, il più semplice, alla portata di tutti: la preghiera. Ogni volta che il pensiero s’incupisce, si comincia a pregare e allora, se davvero di tentazione si tratta, constatando che non solo non funziona, ma è controproducente, il tentativo di allontanarci dalla fonte della gioia si autoannulla. Più semplice di così, forse anche troppo. - Funzionerà davvero? - si chiese Anna- Sono in tanti a dire che grande è la forza della preghiera. Si può provare. Maria Rosaria DeVitis Piemonti Presentato a Gorizia il libro di L. Baratter Alto Adige e Trentino: le drammatiche vicende fra le due guerre mondiali L "La Storia non appartiene a nessuno ma può servire a chiunque per conoscere le proprie radici, senza le quali non si può vivere con lucidità il presente" a concomitanza di diverse iniziative aveva fatto temere per la partecipazione del pubblico alla conferenza di venerdì 13 novembre alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, invece una sessantina di persone hanno seguito con molta attenzione l’apertura del dott. Georg Meyr e della dott.ssa Lidia Caccamo che hanno introdotto l’autore Lorenzo Baratter e la sua opera "Le Dolomiti del Terzo Reich". Una organica ed attenta ricostruzione delle vicende dell’Alto Adige - Sud Tirolo e del Trentino dalla prima guerra mondiale fino alla fine del secondo conflitto. I partecipanti, all’inizio, hanno scoperto che durante la prima guerra mondiale, l’internamento dei civili riguardò anche quella regione in modo altrettanto massiccio quanto nel Goriziano. Le iniziali promesse (verso le "popolazioni dei territori") da parte dell’Italia vincitrice del primo conflitto furono smentite dai fatti e, ben presto, emersero figure nefaste come Tolomei che si affannò a inventarsi nomi italiani sia per la toponomastica che per i cognomi delle persone. Mentre da noi fu la Chiesa a difendere la minoranza ed al suo interno la componente slovena, nelle chiese e nelle sacrestie, insegnò meglio che potè la lingua alle nuove generazioni, in Alto Adige fu organizzata una vera scuola clandestina. La stipulazione degli accordi tra Mussolini e Hitler segnò il definitivo abbandono dei sudtirolesi al fascismo e portò all’Anschluss cioè al trasferimento sostanzialmente coatto di popolazione in Germania. La resistenza si espresse con i Dableiber cioè coloro che, sotto la spinta del prelato Gamper, per non perdere le loro terre ed i loro masi, optarono per l’Italia, finendo però per essere considerati traditori dai loro conterranei. Il peggio ebbe inizio con la costituzione dell’Alpenvorland dopo l’8 settembre 1943. Ha colpito i presenti il dramma dei malati psichici e degli handicappati per i quali i nazisti, come per gli ebrei, procedettero alla loro deportazione ed eliminazione. E’ stata fatta menzione al capitolo poco conosciuto di via Rasella, dove il battaglione della Vermacht, era in realtà un battaglione di alto atesini coattivamente arruolati e definito battaglione volontari, come accadeva anche da noi nell’Adriatische Küstenland. Dopo l’attentato lo stesso Kappler informò i commilitoni che avrebbero avuto l’onore di vendicare i loro camerati caduti. La vicenda viene descritta ben a partire dal rifiuto di questi, in quanto cattolici, di eseguire la rappresaglia e con il risultato di essere accusati a loro volta di vigliaccheria e spediti sul fronte orientale dal quale molti non ritornarono. Infine la conclusione finale nella quale è stato messo on evidenza, dopo il periodo drammatico degli attentati degli anni sessanta e settanta, la raggiunta pacificazione. Nella presentazione Baratter osserva, e vogliamo sottolinearlo, che "i protagonisti della Storia sono gli Uomini, tutti gli Uomini, senza vincitori nè vinti.. la Storia non appartiene a nessuno ma può servire a chiunque per conoscere le proprie radici, senza le quali non si può vivere con lucidità il presente" . Guardando di riflesso alla situazione sul nostro territorio che presenta tante similitudini con l’Alto Adige, è onesto proporre la sua chiusura: "Oggi che l’Unione Europea è impegnata a riunire sotto un’unica bandiera popoli e nazioni con caratteristiche e culture diverse, è determinante conoscere la Storia sotto un’ottica rigorosa e possibilmente imparziale..". L’autore nel suo libro ricorda che presenta "questo lavoro libero da condizionamenti che continuano a imporre e riproporre visioni di comodo, senza subire le pressioni ideologiche dei partiti che hanno dominato il dopoguerra e l’atteggiamento di molti esponenti della cultura, convinti che appartenere a fasce d’élite comporti molti diritti e pochi doveri, compreso quello di contribuire con onestà intellettuale a far conoscere le realtà del passato". Una occasione in più per leggere e riflettere anche da parte di italiani e sloveni che, nel bene e nel male, oltre al fascismo e al nazismo, le generazioni di chi ci ha preceduto e noi, alla fine, devono fare i conti anche con il comunismo ed i suoi effetti. Franco Miccoli Musica, Sport & Spettacoli Agenda Sabato, 21 novembre 2015 17 Sino il 5 marzo ritorna il teatro di figura al Bratu¬ ■ Gorizia Doppio Fronte Sarà presentato sabato 21 con inizio alle ore 20.45, nell’ambito della stagione del Teatro Giuseppe Verdi di Gorizia, lo spettacolo Doppio Fronte oratorio per la Grande Guerra di e con Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia. Lo spettacolo, che ha debuttato al Ravenna Festival 2014, approda a Gorizia dopo una serie di repliche su tutto il territorio nazionale e si colloca significativamente nelle celebrazioni del primo conflitto mondiale che hanno, proprio in Gorizia , uno dei loro centri più rilevanti e decisivi. Concepito in forma di oratorio Doppio Fronte racconta la prima guerra mondiale unendo insieme, in un’unica trama, i conflitti combattuti nelle trincee sui monti e il dramma del vissuto quotidiano dove le donne condussero da sole una costante battaglia di sopravvivenza per mantenere la famiglia. I testi sono tratti dalle lettere dal fronte, dalle memorie dei combattenti (tra cui Gadda e Ungaretti), dai diari di uomini e donne che vissero la guerra " in casa". I canti appartengono a quel grande repertorio cui dette vita il sanguinoso conflitto e le sue battaglie: canti patriottici, canti contro la guerra, Trilussa, E. A. Mario e la canzone anonima "Gorizia tu sei maledetta", canto straordinario e indimenticabile delle soffe enze quotidiane e terribili dei nostri soldati. Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi, accompagnati dal Gruppo Freevoices di Capriva del Friuli diretto da Manuela Marussi e da Luca Garlaschelli al contrabbasso, Massimo Marcer alla tromba, Albert Florian Mihai alla fisarmonica e Paolo Rocca al clarinetto, intessono un dialogo serrato e drammatico che porta lo spettatore ad immergersi negli orrori e nelle tragedie di quella che papa Benedetto XV ebbe a definire l’inutile strage. A Pomeriggi d’inverno: nove spettacoli d’autore ogni spettacolo è la mela per tutti, in un piccolo momento conviviale. Il tutto ri- con sipario alle 16.30, "I brutti anatroccoli", la produzione di Unoteatro/Stilema di e con Silvano Antonelli, liberamente ispirata alla fiaba di Hans Christian Andersen. Sabato 16 gennaio, appuntamento con la prima nazionale di "Z le avventure di Zorro". Ispirato al film muto degli anni Venti "The Mark of Zorro" di Fred Niblo, lo spettacolo dimostra come la tradizione dei burattini possa ancora oggi misurarsi con i linguaggi contemporanei. Si prosegue, sabato 23 gennaio, con "Io sono un ladro di bestiame (felice)", di e con Gek Tessaro. Una pièce dedicata alla magia del disegno che permette di parlare con tutti e raccontare a chiunque e ovunque. Sabato 30 gennaio, ancora una pièce d’autore: "Storie del Buon Dio", prodotto da Teatro Causa, è liberamente ispirato all’opera omonima di Rainer Maria Rilke, ed è affidato in scena a Laura Nardi e Amandio Pinheiro. Sfilano così i tredici racconti, incentrati sulla figura di Dio, scritti da Rilke nel 1899: storie "narrate ai grandi perché le ripetano ai bambini". vventure e fiabe d’autore nel cartellone 2015 - 2016 dei "Pomeriggi d’inverno" a Gorizia, la Stagione regionale del teatro di Figura. Nove spettacoli d’autore, dal 28 novembre al 5 marzo 2016 al Kulturni Center Bratu¬ di Gorizia, per ritrovare i classici dell’infanzia. Consuetudine ormai radicata, alla fine di Consuetudine radicata, alla fine di ogni spettacolo è la mela per tutti in un momento conviviale gorosamente bio e se possibile a chilometri zero. Ad accogliere il pubblico, fuori abbonamento sabato 28 novembre sarà "L’anatra, la morte e il tulipano", uno spettacolo di rara bellezza e intelligenza tratto da Wolf Erlbruch. Un gioco di squadra che ha riunito sapienza drammaturgica danza, parole e musica dal vivo grazie agli artisti Bruno Franceschini, Aldo Rendina, Federica Tardito e alla compagnia Sosta Palmizi". Farà seguito sabato 12 dicembre, sempre Sabato 13 febbraio il testimone passerà allo spettacolo di Teatro Distinto, "Verso casa", scritto e diretto da Daniel Gol, Laura Marchegiani e Alessandro Nosotti. Un attore racconta, attraverso l’utilizzo di oggetti evocativi e fotografie custodite con cura, la vicenda di due personaggi anziani, teneri e comici, forse due nonni. Sabato 20 febbraio appuntamento con la produzione CTA "Berta è scappata", su testo di Fernando Marchiori, interpretata da Serena Di Blasio per adattamento drammaturgico e regia di Antonella Caruzzi. Lo spettacolo ci riporta a piccoli rituali domestici - filo conduttore dello spettacolo il gioco del "campanon" - ed evoca una storia di amicizia, di sentimenti, di solidarietà, in una Gorizia ancora divisa dalla frontiera tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest. Penultimo spettacolo, sabato 27 febbraio, nel segno di Daniel Defoe: "Robinson Crusoe. L’avventura" è la produzione di Teatro Pirata. Gran finale, sabato 5 marzo, con il classico di Charles Perrault, "La bella addormentata nel bosco". Abbonamenti e prevendite in corso presso CTA Gorizia (tel 0481537280). Rappresentazioni, proiezioni e laboratori per una riflessione sul tema del disagio sociale S Giornate di formazione O ltre alle rappresentazioni teatrali la rassegna comprende una parte formativa e interattiva dedicata ai giovani studenti delle scuole e a chi semplicemente è interessato, attraverso la partecipazione ai laboratori di formazione al teatro condotti da esperti nel settore. Gli incontri saranno ospitati dalla sala consiliare della Provincia di Gorizia. Sabato 21 novembre si terrà il laboratorio dedicato al teatro emozionale (con Dalò), mentre sabato 28 (dalle 9.30 alle 12.30) Martina Serban condurrà il laboratorio di danzaterapia secondo il modello proposto da Maria Fux. Ilteatrosocialeprotagonista nelle“AltreEspressività” ei località toccate, sette sale ad accogliere spettacoli e proiezioni. Sono alcuni dei numeri della diciottesima edizione di "Altre Espressività", la rassegna di teatro sociale organizzata dall’assessorato al Welfare della Provincia di Gorizia in collaborazione con il Consorzio isontino servizi integrati (Cisi), la Consulta regionale delle associazioni di persone disabili e delle loro famiglie e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, in programma sino a sabato 28 novembre. Un appuntamento ormai fisso, diventato punto di riferimento addirittura a livello nazionale: la rassegna goriziana si propone di innescare una riflessione costruttiva sul tema del disagio sociale, attraverso molteplici esperienze portate in scena da compagnie che, pur arrivando da territori anche molto distanti e diversi tra loro, condividono il percorso che ha come traguardo un proscenio. In questa diciottesima edizione la rassegna accoglie quasi una ventina di compagnie di teatro sociale locali, nazionali e straniere, che nascono ed operano nei campi della disabilità e del disagio mentale e trattano tematiche di rilevanza sociale. Venerdì 20 novembre il Kinemax di piazza Vittoria proporrà alle 10 la proiezione del docufilm "Dancing with Maria", del regista goriziano Ivan Gergolet. Prodotto da Transmedia, Imaginada (Argentina) e Staragara (Slovenia). La proiezione sarà accompagnata da una performance curata da Martina Serban e da un dibattito. Lo stesso giorno, ma alle 20.30, il Teatro comunale di Cormons accoglierà "Fotogrammi", della compagnia Azzurro del Centro terapeutico riabilitativo Villa Santa Maria della Pace di Medea, mentre alle 21 andrà in scena "A mio agio nel disagio" (Overnight in art di Romans) e alle 22 è in programma "Il viaggio", con l’associazione Mulino Rosenkranz di Pordenone. Lunedì 23 sarà la volta di "In via di definizione" (gruppo teatro dell’Isis Buonarroti di Monfalcone) e di "Poesie e suoni", della Barvana Klapa Sklad Mitjia ¤uk di Trieste, in scena rispettivamente alle 10.30 e alle 11.15. Martedì 24 si torna al Kulturni dom di Gorizia, con il teatro forum "Alettosenzacena" (compagnia la Torre di Lavariano) e "3.500 parole" (L’Urlo di Brindisi), alle 10 e 11.30. Giovedì 26 la compagnia teatrale studentesca dell’Isis Cossar di Gorizia proporrà al teatro comunale di Monfalcone "Chiediamo aiuto", mentre a seguire saliranno sul palco i partecipanti al laboratorio di formazione di Erica Gasparinic e Gioele Peressini. Infine, venerdì 27 la Sala Bergamas di Gradisca ospiterà "Oracoli", della compagnia Il dirigibile del Centro diurno del Dipartimento di Salute mentale dell’Ausl di Forlì; alle 20, sempre nella Città della Fortezza, il "galà" finale con tutti i rappresentanti delle compagnie, le autorità e i partner dell’iniziativa, ospitato nella sede gradiscana del Cisi. 18 Sabato, 21 novembre 2015 Musica, Sport & Spettacoli Sabato 21 novembre a Fiumicello Il Requiem di Fauré nel ricordo dei caduti S abato 21 novembre alle 20.45, Le parole "Requiem aeternam" che nella cornice della neo restaurata chiesa parrocchiale non solo hanno il compito di aprire e di San Valentino a Fiumicel- chiudere l’opera, ma sono enfatizzate lo, verranno proposte le memorabili pagine del Requiem op. 48 di Ga- ad ogni occorrenza nel testo briel Fauré per soli, coro, organo e orchestra, in occasione delle cele- di Vanni Feresin brazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale. Protagonisti la Corale "San Vito" di Marano Lagunare, ti i grandi compositori si sono confrontati con i comvoce solista il soprano Daniela Martin, all’organo Denis plessi testi latini della "Messa da Morto" e tra i numeFormentin, direttore concertatore il maestro Giulio Ta- rosissimi Requiem composti nella storia della musica, a partire dal Rinascimento, per accompagnare il rito vian. Gabriel Faurè fu un celebre e prolifico compositore cattolico nella messa dei defunti, quasi tutti sono infrancese (1845 - 1924), volontario di guerra nel 1870, al centrati sugli aspetti drammatici e spesso melodramsuo ritorno a Parigi insegnò alla scuola Niedermeyer, matici della morte e del giudizio divino. Gabriel Fauré fu organista in molte chiese e maestro di cappella alla inevece propone una sua personale e pacata idea della Madeleine. Nel 1896 successe a J. Massenet come inse- morte: "E’ così che io sento la morte: come una felice lignante di composizione al conservatorio e nel 1905 a T. berazione, un’aspirazione alla gioia dell’aldilà, piuttoDubois come direttore; nello stesso anno entrò all’isti- sto che come un passaggio doloroso". Il suo Requiem tuto de France, lasciò il conservatorio nel 1920 a stet- esprime un sentimento di rassegnazione, come si evintancinque anni. Fauré fu uno dei massimi musicisti del- ce dalla rilevanza data alle parole "Requiem aeternam" la Francia a cavallo tra il XIX e il XX secolo: le sue opere che non solo hanno il compito di aprire e chiudere si riconoscono distintamente sia per la finezza della l’opera, ma sono enfatizzate ad ogni occorrenza nel testo. Fu eseguito per la prima volta nel 1888 ai funerali melodia sia per l’equilibrio della composizione. Così il Requiem, opera 48, non fu composto per una dell’architetto francese Lesoufaché nella chiesa della persona in particolare, ma, come lui stesso ammise, "fu Madeleine e si scrisse che il Requiel di Fauré fosse "una solamente per il piacere di farlo". In sostanza quasi tut- ninna nanna della morte". Il contrappunto vocale del Musicalmente Il ritorno di Friedman C ari amici della Voce, in attesa della grande Fiera del Disco che si terrà al Palasport di Chiarbola a Trieste domenica 29 novembre dalle 9 alle 19 con orario continuato e con la presenza di espositori da varie nazioni europee, vi ricordo che sono presente su Facebook con una pagina a mio nome e che potete chiedermi l’amicizia in cambio di tanta musica, vi propongo alcune novità discografuche. First comes the night - Chris Isaak Sono passati almeno sei anni dall’ultimo album del singer / songwriter. Questa volta Chris ha registrato il disco a Nashville e non è un caso che tra i produttori, oltre al fidato Mark Needham, ci siano Paul Worley e, soprattutto, Dave Cobb (il produttore del momento: Jason Isbell, Chris Stapleton, Sturgill Simpson). First Come The Night è un disco di canzoni nuove, non di covers (come il precedente), un disco in cui il nostro palesa varie influenze, dal blues a Dylan, dalla canzone d’autore a brani di formazione folk rock. Isaak è ormai un cantante maturo, quasi un crooner (non per nulla viene paragonato a Roy Orbison ) e con questo disco rasenta quasi la perfezione. L’edizione deluxe contiene cinque canzoni in più (tre veramente belle) ed anche un libretto più completo. Loneliest Man I ever met - Kimky Friedman Questo è un evento. Il primo disco con canzoni nuove (in parte) o incise appositamente per Kinky Friedman, da quaranta anni a questa parte. Infatti Loneliest Man I ever met (scritta molti anni fa ma mai incisa ), vede il texano (musicista, scrittore, umorista ) collaborare con Willie Nelson in una strepitosa versione di Bloody Mary Morning (con Bobbie Nelson e parte della band di Willie), ma anche rileggere brani di Dylan (Girl From The North Country), Waits (Christmas Card From a Hooker in Minneapolis), Mama’s Hungry Eyes (Merle Haggard). Tutto da ascoltare con grande attenzione. Ricordiamo inoltre che in questi non felici giorni per il mondo è mancato il grande compositore e pianista di New Orleans Allen Toussaint (nella foto), artifice sin dai tardi anni cinquanta di ottimi album a suo nome. Giuliano Almerigogna Requiem è ben costruito e ricco di cromatismi, l’uso dell’organo deriva dall’importanza che Cesar Franck ha avuto nel campo organistico in tutta l’Europa, i colori sono molto delicati e i forti emergono all’improvviso. Una prima stesura avvenne già nel 1887, ma ci furono altre tre versioni, nel 1888, nel 1893 e nel 1900. L’opera è concepita per solisti, coro misto, organo e orchestra, ed è articolata in sette movimenti 1) Requiem aeternam - Kyrie; 2) Offertorium; 3) Sanctus; 4) Pie Jesu; 5) Aguns Dei; 6) Libera me; 7) in Paradisum. Il quarto movimento, "Pie Jesu", l’aria per il soprano solista, è il più famoso. L’emsemble guidato dal maestro Giulio Tavian, eclettico musicista, compositore, direttore di coro e d’orchestra, insegnante, storico e storico dell’arte, può contare sull’orchestra filarmonica "Città di Monfalcone", sulle solide voci della corale "San Vito" e sulla competenza dell’organista Denis Formentin e del soprano Daniela Martin. 20 Gorizia Sabato, 21 novembre 2015 A S.Rocco il Ringraziamento provinciale Saper leggere con realismo alla luce della fede i guai che affliggono il creato L a chiesa di San Rocco ha Il richiamo dell’arcivescovo Carlo ospitato domenica scorsa la all’enciclica "Laudato Sii" celebrazione provinciale del Ringraziamento organizzata di papa Francesco dalla Coldiretti isontina. nel corso dell’annuale appuntamento È stato l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli a presiedere la organizzato dalla Coldiretti solenne liturgia eucaristica, provinciale concelebrata dal parroco di San Rocco, mons. Dipiazza ed inquinamento e cambiamenti climatici, la perdita accompagnata dal coro parrocchiale "Santa Lucia" con l’esecuzione della "Messa di San Durì" di Orlando della biodiversità, il deterioramento della qualità della vita, ecc. - ma anche tutto ciò che c’è di positivo nel Dipiazza, alla presenza delle autorità civili e militari creato e di cui oggi vogliamo ringraziare il Signore". della provincia e delle rappresentanze del mondo Da qui, da parte di mons. Redaelli, l’invito a cogliere agricolo e produttivo. la celebrazione del ringraziamento come occasione "L’intera creazione - ha ricordato il presule nella sua che "deve rafforzarsi il nostro impegno, ciascuno omelia - partecipa della situazione dialettica, insieme secondo le proprie responsabilità, a prendersi cura di tribolazione e di speranza che concerne anche i della casa comune in cui l’intera umanità abita"; e rapporti fra gli uomini e le nazioni". "Come ci ha questo - ricordando proprio le parole di papa ricordato papa Francesco con la sua enciclica Francesco - nell’ottica di quella "ecologia integrata, "Laudato si’" sulla cura della casa comune - ha da elaborare in un dialogo con tutti; dell’assunzione proseguito - dobbiamo saper leggere con realismo e di corretti stili di vita; dell’educazione all’alleanza tra alla luce della fede i guai che affliggono il creato per l’umanità e l’ambiente; della conversione ecologica; colpa dell’uomo - il papa ne elenca molti: Agenda ■ S. Andrea Festa patronale La parrocchia di Sant’Andrea di Gorizia si appresta a celebrare la festa patronale. Il programma delle iniziative prevede lunedì 23 un laboratorio parrocchiale sul tema »Iniziazione cristiana ieri ed oggi. E domani« dedicato ai C.pa.pa., ai catechisti, ai genitori. Mercoledì 25, giornata penitenziale, con dalle 18.15 nell’oratorio San Giuseppe confessioni e direzione spirituale con mons. mons. Renato Podberšic. Venerdì 27, in ricreatorio, vernice della mostra Makrame di Fabiole Torroni alle ore 20 con la partecipazione dei ragazzi del catechismo. Sabato 28 nel parco parrocchiale laboratorio di Avvento ed alle 19 nella chiesa parrocchiale celebrazione della santa messa. Domenica 29 alle 9.30 in piazza mercatino in attesa del Natale ed alle 10 nella parrocchiale Santa messa presieduta da mons. Anton Jamnik, vescovo ausiliare di Lubiana. A seguire, in piazza, consegna della tredicesima edizione della «Spiga«. Alle ore 11.15 messa presieduta da don Karlo Bol¤ina, parroco decano. Nel pomeriggio alle 17.30 vespero solenne ed alle 18 nel ricreatorio momento comunitario. Lunedì 20 alle 19 in chiesa santa messa solenne e venerdì 4 dicembre, alle 12 in ricreatorio, spettacolo teatrale per i bambini. ■ Mostre/2 Le forze che cambiano la storia Il Centro Studium ha allestito nelle scorse settimana nei locali del Liceo "Paolino d’Aquileia" una mostra su "Le forze che cambiano la storia: dall’unità d’Italia ad oggi". La mostra ha voluto documentare la ricchezza della storia italiana: fatta di opere, iniziative sociali, realtà che hanno dato vita alla welfare society, frutto di energia costruttiva, inventiva e solidarietà. Il percorso presenta l’operatività sociale nel periodo che va dall’unità al dopoguerra, fino al boom degli anni ’60. Inoltre off e spunti di riflessione sull’attuale momento di stallo che il Paese sta vivendo e sulle opportunità e capacità di riprendere coscienza del valoro dello Stato e della Costituzione. La prima e la seconda parte dell’esposizione, dal 23 novembre al 6 dicembre, verranno proposte rispettivamente nella chiesa di Piazzutta ed in quella di Straccis. (FOTO CROBE) della ecologia della vita quotidiana; della giustizia tra le generazioni...". All’offertorio sono stati portati all’altare i doni della terra mentre al termine del rito il presule ha benedetto i mezzi agricoli e di lavoro schierati sulla piazza. Successivamente, nell’area del vicino campo sportivo "Baiamonti", si è svolto un momento di incontro conviviale - con i prodotti del territorio "rigorosamente a chilometri zero" - nel corso del quale il presidente ed il direttore della Coldiretti provinciale, Antonio Bressan e Ivo Bozzato, hanno fatto il punto sul delicato momento che il settore agricolo sta vivendo nel nostro Paese. ❚❚ Campagnuzza La messa in grotta per una domenica diversa dal solito D omenica 8 novembre, complice una giornata dal sapore primaverile, i parrocchiani della chiesa di Madonna della Misericordia di Campagnuzza si sono recati in trasferta a San Martino del Carso (località Casali Neri). Don Fulvio ha guidato il gruppo fin nelle buie profondita carsiche per rinsaldare la luce della fede. L’iniziativa si è svolta in collaborazione con il C.A.I. (Club Alpino Italiano) sezione di Gorizia e con il gruppo Speleologico Sezione di Gorizia e l’ANA (Associazione Nazionale Alpini) sezione di Gorizia. Mai come quest’anno l’adesione alla celebrazione è stata così alta. La gioia della presenza di tante famiglie con i loro bambini e ragazzi ha reso ancora più intima e sentita questa meravigliosa e atipica cerimonia. "Un cuor solo, un’anima sola per la tua gioia o Signore"."Lumen fidei"come ci ricorda Papa Francesco. La possiamo vedere attorno a noi, dentro di noi e nei nostri cari, persino nelle profondità della terra, spesso associata al male, all’oscurità e alle nostre paure. Il coro a cappella del Club Alpino italiano ha scandito la celebrazione eucaristica con canti della nostra tradizione. Momenti indimenticabili di unione e fraternità, di piena condivisione che hanno fatto ritornare alla mente i riferimenti al modo di vivere delle prime comunità cristiane. Al termine della messa tutti sono ritornati "a riveder le stelle" per dirla con Dante Alighieri: la giornata si presentava ancora splendente ed è risultata particolarmente favorevole per un ulteriore momento di aggregazione per una parrocchia sempre più unita e in continua crescita fremente di attività. Lisa Garbellini ◆ Alla scuola delle Ancelle Piccoli cittadini del mondo sin dalla materna D omenica la festa dell’Accoglienza è stata davvero allegra, spensierata e divertente, anche grazie ai Danzerini di Lucinico che hanno coinvolto grandi e piccini in balli divertenti e danze tradizionali. Scuola e folklore, due realtà storiche della società goriziana unite per condividere un momento speciale di vita dei bambini e delle loro famiglie. Punto di contatto fra le due istituzioni è il progetto educativo e didattico di quest’anno, "Io, tu, noi ….cittadini del mondo" che , intende stimolare ed esercitare consapevolmente la cittadinanza attiva nei bambini (ed anche nei genitori e nelle famiglie) attraverso un percorso di laboratori creativi realizzati in collaborazione con il CTA, Centro teatro di Animazione e Figure di Gorizia e sostenuto dalla Fondazione Carigo. Il fine è quello di sviluppare la centralità e la partecipazione del bambino alla vita sociale del proprio ambiente per acquisire un senso di identità e di appartenenza alla propria comunità e per prepararsi a una crescita responsabile e solidale come "cittadino del mondo". Punto di partenza è Gorizia, la nostra città con le sue caratteristiche e tradizioni. Durante l’anno la Scuola materna Ancelle di Gesù Bambino, accoglie mediamente 45 bambini, dai 3 ai 6 anni, con un orario di apertura dalle 7.30 alle 16.30 volto a favorire una miglior "conciliazione vita/lavoro" dei genitori. Molti ed innovativi i progetti che la Scuola si propone di realizzare quest’anno, per of- UN’IMMAGINE DELLA FESTA DELL’ACCOGLIENZA ALLA MATERNA DELLE ANCELLE DI GESÙ BAMBINO. frire ai bambini ed alle bambine importanti momenti di crescita per uno sviluppo naturale e felice. Quest’anno accanto ai percorsi di lavoro predisposti dalle insegnanti ed all’insegnamento della religione cattolica, in collaborazione con Don Michele si affiancano laboratori di musica, d’Inglese (metodo Hocus Lotus con docente certificata), di motricità, percorso Yoga "Emozioni in gioco" per piccoli e tanto tempo per il gioco e la danza. I nostri piccoli diventeranno dei veri e propri cittadini vivendo in un ambiente nel quale i propri diritti diventano azioni giochi abbraccio silenzio, guida e scuole. F.R. Gorizia Sabato, 21 novembre 2015 21 Un momento di approfondimento della storia della comunità ebraica cittadina nella ricorrenza della deportazione degli ebrei goriziani, il 23 novembre 1944 Enrico Rocca,figura da riscoprire C ompito degli anniversari è quello di ricordare avvenimenti rilevanti nella storia dell’interessato/a, la memoria è infatti un antidoto rispetto all’impietoso scorrere del tempo che consuma le esistenze umane. Non possiamo quindi dimenticare un avvenimento brutale come la deportazione degli ebrei goriziani, in buona parte vecchi e malati, che vedevano nella loro tarda età un baluardo contro la violenza nazifascista, poiché il male, rappresentato qui dalla più completa indifferenza nei confronti degli altri esseri umani, considerati semplicemente e spaventosamente materiale da eliminare, è un fattore sempre presente nell’animo umano ed è proprio contro il male, nelle sue più diverse sfaccettature, che dobbiamo continuare a combattere. La ricorrenza del 23 novembre dovrebbe quindi essere un momento di riflessione su questa tematica, ma anche un momento di approfondimento della storia della comunità ebraica goriziana che, se effettuato oggettivamente, consente di capire meglio la città di oggi. Credo che la figura di Enrico Rocca (Gorizia 1895-Roma 1944) sia emblematica per la storia goriziana della prima metà del Novecento. Certamente questo nome a Gorizia non significa niente. I più informati si ricorderanno forse di una via Rocca nel quartiere Montesanto, immagino però che tutto si fermi lì. Le vicende umane di questo vivacissimo ebreo goriziano, morto suicida a Roma nel 1944, sono emerse dalla polvere del tempo da una decina d’anni, rimanendo però note nel ristretto gruppo degli intellettuali che si occupano della cultura di Trieste e dintorni tra le due guerre mondiali. E’ stato persino dimenticato dal grande convegno di tre giorni che si è svolto a Ferrara gno profondo di reagire positivamente allo choc per il crollo di tutti i valori che lo avevano formato. Ma l’anno delle leggi razziali sconvolge atrocemente anche questi tentativi: Zweig è costretto ad abbandonare l’Austria trovando rifugio in Inghilterra (morirà poi suicida in Brasile), Rocca rimane a Roma, ma può continuare a scrivere solo usando pseudonimi e, alla fine, viene colpito dalla morte letteraria. Nel 1940 torna in visita a Gorizia e nel suo diario annota "alla bonaria popolazione autoctona s’è andata aggiungendo una spuria… mescolanza piccolo-borghese d’agenti, funzionari… che si crede in colonia e sindaca e spadroneggia. … L’oppressione totale di un regime che si pretende identico alla patria… ha fatto impallidire il ricordo delle senili e inefficienti vessazioni dell’Austria e Francesco Giuseppe, in confronto ai nuovi despoti, rischia d’apparire un grande imperatore liberale". Dopo la destituzione di Mussolini Rocca può tornare finalmente al giornalismo, dive- Si reca a Venezia per completare gli studi. Affascinato dalla vita politica, si arruola volontario nell’esercito italiano all’inizio di Ottobre e che riguardava l’Ebraismo del Friuli Venenzia Giulia, organizzato dalla fondazione museo nazionale dell’Ebraismo italiano. Immagino e spero però che Claudio Magris, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro (Non luogo a procedere), riesca a rendere effettivamente nota la figura di questo ebreo goriziano ad un pubblico più ampio. Intanto mi par giusto ricordarlo finalmente nella sua cit- tà, perché è una delle componenti ignorate del suo passato recente. Come la città di Gorizia infatti anche Enrico Rocca tra il 1922 e il 1938 vede svalutarsi tutti i valori sui quali poggiava la sua formazione umana. Figlio di un ebreo italiano e di una goriziana "doc", BiceGentilli, cresciuto negli ultimi anni della Gorizia multiculturale, come altri membri dell’alta borghesia del Litorale, perfettamente conscia dell’imminente crollo dell’Impero, si reca in Italia (a Venezia) per il completamento degli studi. Lì viene affascinato dalla vivacità della vita politica e decide quindi di arruolarsi volontario nell’esercito italiano. Ferito due volte proprio sul fronte dell’Isonzo trascorre la convalescenza a Roma dove decide di stabilirsi. Collabora con va- ri giornali tra i quali anche "Il popolo d’Italia", diretto da Mussolini. Come altri giovani viene attratto dal Fascismo della prima ora e, inviato della testata mussoliniana, partecipa nel 1924 ad una crociera in Sudamerica organizzata dal regime. Questo è il primo dei tanti viaggi dai quali nasceranno articoli e libri e che gli consentiranno di conoscere diverse personalità e di distanziarsi lentamente dal giornalismo politico e da un’Italia che sempre meno corrisponde alle sue aspettative. Decisivo per la sua evoluzione intellettuale è l’incontro con Stefan Zweig, finissimo letterato vienennese, autore di quel "Mondo di ieri", dove Rocca si sente perfettamente a suo agio. Inizia quindi la sua attività di germanista, scrittore e traduttore, rispondente probabilmente al biso- ❚❚ A Palazzo Attems F nendo direttore del "Il Lavoro italiano", incarico che accetta con grande entusiasmo. Tale attività dura sfortunatamente pochissimo, poiché dopo l’8 settembre 1943 si ritrova a dover fuggire in Molise per sottrarsi agli occupanti tedeschi per poi passare a Napoli e collaborare alla radio americana. Liberata Roma vi fa ritorno, ma viene denunciato come fascista. Il 20 luglio del 1944 Enrico Rocca si getta dal quarto piano del palazzo in cui risiede. Orietta Altieri Agenda Le opere di Dugo per "Dipingere il silenzio" ino al 31 gennaio è visitabile a Palazzo Attems - Petzenstein la mostra "Franco Dugo. Dipingere il silenzio. Opere 1997 - 2015". La personale dell’artista nasce da una collaborazione tra Credito Cooperativo - Cassa Rurale ed Artigiana di Lucinico Farra e Capriva, Provincia di Gorizia e Musei Provinciali, riuniti per dare vita al "Progetto Arte", fortemente voluto proprio dalla BCC. "Da tempo si ragionava su come intervenire a livello artistico - ha commentato Renzo Medeossi, presidente della Cassa Rurale -: l’attenzione alla cultura da parte della Decisivo per la sua evoluzione intellettuale è l’incontro con Stefan Zweig, letterato vienennese nostra realtà è sempre alta ma volevamo proporre qualcosa di organico. Ecco quindi "Progetto Arte" con il quale l’Istituto rende omaggio alle personalità artistiche più significative del territorio, ormai pubblicamente affermate, e di valorizzare i giovani. Il Consiglio ha valutato di iniziare questa esperienza con un artista ben noto e ben rappresentativo dell’arte ’goriziana’. La mostra, diretta e curata da Giancarlo Pauletto, curatore anche del catalogo, vede una selezione - operata dallo stesso Franco Dugo insieme al direttore - di opere dal 1997 ad oggi: "abbiamo ragionato sul ■ Pastor Incontro formativo NELLA FOTO DI RENZO CROBE UN’IMMAGINE DELL’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI DUGO A PALAZZO ATTEMS. taglio da dare a questa mostra e abbiamo deciso di partire dal ciclo de "L’uomo nei castagni" fino ad arrivare all’ultimo tema affrontato quest’anno, le sfumature di un paesaggio sormontato da una grande nuvola al tramonto, colto nel corso di una passeggiata tra Lucinico e Mossa", ha raccontato l’artista. La mostra è visitabile da mercoledì a domenica dalle 10 alle 17 (giovedì fino alle 19). Se.Tre. Giovedi 26 il Pastor Angelicus di Via Rabatta, Sala Marcuzzi alle 18, ospita il secondo dei quattro appuntamenti del ciclo "Percorsi InFormativi" organizzati dal Circolo Medeot. Titolo della seconda tappa sarà "Occupazione diffico à economiche e misure a sostegno del reddito - Diritto all’indipendenza e alla dignità dell’individuo" dove al centro del discorso della serata verrà messo proprio l’individuo e attorno a questo si svilupperanno le varie tematiche, nell’ottica di quell’impegno cattolico per il sociale animato da spirito di gratuità che pone la persona al centro. Dopo l’introduzione del presidente Rojic seguiranno dapprima gli interventi del dott. Dreossi e di un esponente della Caritas diocesana. Modererà l’incontro il vicepresidente Eddy Manzan. 22 Bassa Friulana Sabato, 21 novembre 2015 La Città Possibile A Cervignano al via il 3° anno di attività del laboratorio di progettazione A Cervignano continua il percorso iniziato nel 2012 dal comitato La Città Possibile: riprende e continua, cioè, quello che si potrebbe definire un laboratorio di progettazione partecipativa che si pone l’obiettivo di avvicinare i cittadini, con particolare riferimento ai più giovani, per discutere di Politica all’insegna della Città Possibile. Nel blog attivato per promuovere il percorso si Dopo anni di attesa si sistema Parco Europa L’intervento sull’area verde di Cervignano porterà in particolare all’interramento dei corsi d’acqua e che in passato sono stati oggetto di numerose proteste per sporcizia ed odori legge: "La Città Possibile è un’idea. Un’idea che parte da lontano e che si sviluppa all’interno di un gruppo di cervignanesi che ha deciso di lavorare ad un progetto per ricostruire e rendere praticabile e proficuo quel percorso politico che deve portare il cittadino verso una nuova attenzione alla cosa pubblica (res publica) e quindi alla cittadinanza nella polis (Cervignano) che trova nell’impegno politico la sua più alta forma di espressione". Anche per il 2015/2016 il percorso si snoderà attraverso un ciclo 5 incontri aperti a tutti, su temi di interesse generale, ma con specifico riferimento F inalmente, dopo anni di attesa, il parco Europa sarà adeguatamente sistemato. Si tratta, in particolare, di un intervento teso a sistemare l’area verde. Ma ciò che è più importante è che si provvederà a interrare i corsi d’acqua che lo attraversano e che in passato sono stati oggetto di numerose proteste per la sporcizia e gli odori non proprio piacevoli che si levavano da essi, specie d’estate. Non si contavano, inoltre, insetti e alghe. In particolare, il canale che scorre nei pressi del chiosco. L’intervento di tombatura dei canali sarà eseguito dal Cafc (Consorzio acquedotto Friuli Centrale). Non solo, ma si provvederà al rifacimento degli esistenti servizi igienici e sarà rimesso a nuovo anche il bar presente al parco. Il Comune, inoltre, acquisterà alcuni nuovi giochi per i piccoli ospiti. I lavori partiranno entro i primi mesi del 2016 e, con la collaborazione della Forestale, si potrà adeguatamente intervenire sulle varie essenze arboree presenti nel parco. al territorio cervignanese. Il primo incontro si terrà presso la sala civica della Biblioteca di Cervignano in via Trieste 33, con inizio alle ore 20,30 lunedì 23 novembre. La serata dal titolo "Viaggio tra la 1^ e la 3^ Repubblica" avrà come moderatore Oscarre Lepre, già assessore provinciale e regionale (DC) e come ospiti/relatori: Attilio Vuga (ex Sindaco Cividale), Enrico Bulfone (già consigliere regionale PSI), Vittorio Zanon (Direttore La Panarie), Manuela Celotti (sindaco di Treppo Grande, PD) e Elena Bianchi (capogruppo M5S in Consiglio regionale FVG). Vanno valorizzate e comunque sistemate come si conviene da personale competente. C’è poi da considerare la posizione centrale del parco in questione e anche dal fatto che, nel corso degli anni, questi è divenuto un punto di riferimento per i tanti giovani che lo frequentano, non soltanto per socializzare, ma anche per partecipare ai vari concerti ed eventi che sono promossi nel periodo estivo. Ma il parco ha bisogno di una nuova connotazione, rivolta anche alle famiglie. Un primo passo, in questa direzione, appare oltre alla sistemazione dei suddetti corsi d’acqua, con la collocazione dei nuovi giochi. Le attrezzature, come panchine e i servizi, oltre che sistemati, vanno comunque controllati, per evitare, come è accaduto in diverse circostanze, che siano oggetto di vandalismo. Con l’ovvia considerazione che, poi, i costi ricadono inevitabilmente sulla collettività. Si potrebbe pensare a un impianto di videosorveglianza per i punti più sensibili. Bruno Arcangeli ❚❚ Tapogliano Agenda Una targa per don Antonio Marcuzzi ■ Ruda iconoscenza per contemporanei? Rara. Per gente che se n’è andata da un pezzo: fenomeno da mosche bianche. Ma per don Antonio Marcuzzi (Tapogliano 1805 -Visco 1855), un bel ricordo c’è stato. Sulla sua casa natale di Tapogliano (ora abitata da Giuseppe - Pino - Marcuzzi) è stata posta una lapide che lo ricorda con le sue benemerenze. Infanzia difficile per la miseria; eccellenza negli studi; grande carità da pastore, distinto come ispettore scolastico, che si prodigò per l’istruzione, anche quella femminile; amò la scienza (socio della Società Agraria di Gorizia); assistette i colerosi a Joannis nell’epidemia del 1836 e a Visco in quella del 1855 che lo vide soccombere). Propugnò l’insegnamento del tedesco anche ai figli di povera gente, per far sì che nessun impiego nell’impero fosse loro precluso. Ne ha parlato Ferrucco Tassin; ha benedetto la lapide mons. Ennio Tuni; ha salutato i numerosi presenti il sindaco di Campolongo e Tapogliano Cristina Masutto. La manifestazione è stata promossa dal Circolo Don Clemente Corsig, dai Donatori di Sangue di Campolongo e Tapogliano, con il patrocinio del Comune Si svolgerà lunedì 23, alle 20, presso la sala R. Cian del Circolo Acli di Ruda un incontro sulle tematiche del Gioco d’azzardo patologico e dipendenze varie. Per approfondire il problema connesso al diffonde si fuori misura delle slot, la direzione del Circolo ha voluto cogliere la concomitanza dell’apertura di un centro d’ascolto presso le Acli di Fiumicello proprio sullo scottante problema. Con il patrocinio del Comune e la disponibilità delle strutture dell’Azienda Sanitaria del Basso Friuli e Isontino, all’incontro parteciperanno la dott.ssa Valentina Vidal, psicoterapeuta, la dott.ssa Luisa Donini, psichiatra, la dott.ssa Alessia Aldrigo psicologa e l’avv. Dimitri Tomasin. Gli interventi saranno coordinati da Sergio Iacuzzo referente "Progetto Centro Ascolto di Fiumicello. R Aiello Incontro sul gioco d’azzardo Nella festa di San Carlo tanti i visitatori che anche quest’anno hanno riempito le vie del paese Una fiera che si ripete da 2 secoli I l tempo splendido ha favorito l’afflusso di visitatori provenienti da tutta la regione e non solo: numeri che hanno sancito il successo della 200°^ fiera di San Carlo, un’infinità di gente ha riempito tutte le vie e le piazze del paese all’interno della quale c’erano numerosissime attrattive ludiche, culturali, gastronomiche, che hanno catturato l’attenzione dei visitatori. La banda di Metnitz, il gruppo "Arco Asburgica" con costumi e balli ’800eschi e l’Arciduca Markus Salvator Asburgo-Lorena sono stati protagonisti d’eccezione della memorabile giornata. Tra le altre iniziative ben sei mostre di cui una su "Il piacere del ricamo", una "1815-1915 ai tempi dell’impero. Tra mito, storia e costume" e quattro organizzate dal "Circolo Navarca" e tra queste una mostra fotografica che si teneva nel "Museo della Civiltà Contadina del Friuli Imperiale" dal tema decisamente accattivante: "Innamorati ad Aiello", alla quale era abbinata anche una votazione per decretare quali fossero le tre foto più significative. L’obiettivo del fotografo doveva cogliere un soggetto particolarmente interessante ed inusuale, e le opere esposte, ben 38, hanno presentato immagini di soggetti disparati, persone, bambini, animali, piante, cose, persino motociclette, che mostravano momenti gioiosi ed affettuosi di vita assieme. I visitatori della mostra sono stati numerosissimi e con piacevole stupore gli organizzatori hanno constatato un altissimo numero di votanti, ben 1400, che hanno determinato quale era la foto più bella, perciò decretata non da una giuria ma dalla partecipazione popolare. Ecco i vincitori: il terzo posto è andato alla foto numero 30 intitolata " Soffici Carezze" di Edy Lovisetto di Cervignano del Friuli, con 129 voti, al posto d’onore si è classificata la numero 6 intitolata "Fin che la rete non ci separi" di Eva Visintin di Aiello, con 144 voti, mentre il primo posto con un punteggio elevatissimo, 227 voti, è andato alla foto numero 26 scattata da Daniele Boschi di Aiello dal titolo " A vinc cun la vespa a sessanta das gnocis cu la cariola". Livio Nonis Bassa Friulana Festosa celebrazione a Ruda Il canto del "te Deum" per esprimere il "grazie" della Comunità al Signore U na bella Giornata del Rin- All’offertorio c’è stata graziamento si è vissuta domenica scorsa anche in la bella partecipazione di tutti Ruda. i bambini presenti che hanno recato Immersi in un’ideale atmosfera autunnale con i colori della stagione ed alla mensa eucaristica un frutto i tappeti di fogli cadute, nella verde della terra, seguiti dai cesti colmi oasi del ricreatorio si è tenuta una partecipata ed intensa giornata del degli agricoltori di turno Grazie a Dio per tutti i doni ricevuti. La sala "don Cesco Plet" era gremita al massimo e hanno donato per il nostro presente e per il nostro fusplendida la presenza di tanti bambini e di tante giova- turo. Poi sulla piattaforma sportiva occupata da trattori di ni famiglie. Il rito liturgico è stato intenso e reso gioioso dal suono antica e recente proposizione, tra i quali ben figurava anche un’autolettiga della Croce Verde, si è dipanato il delle chitarre ed il canto di tanti fedeli. All’omelia don Giampiero Facchinetti, ha ricordato sì i cammino benedicente del celebrante seguito da un cuterribili eventi parigini ma ha poi formulato un vivo rioso seguito dei piccoli presenti. ringraziamento per l’Amore che Dio ci riserva sempre Poi tutti i chiamati della Giornata, con il Sindaco Pale ci è vicino soprattutto nei momenti più duri, donan- mina Mian in testa, le Rappresentanze politiche, assodo forza e serenità per poter continuare a vivere e a co- ciative e contadine, si sono accostati alle ricche tavolate di pregiati prodotti di stagione ed ai vini delle cantine struire un mondo migliore. All’offertorio c’è stata la bella partecipazione di tutti i nostrane, accanto ai favolosi dolci di mamme e nonne bambini presenti che hanno recato alla mensa eucari- del paese. stica un frutto della terra, seguiti dai cesti colmi degli Insomma una giornata di sole fuori all’aperto e dentro i cuori, per dei momenti vissuti in amicizia e per contiagricoltori di turno. Al termine della S. Messa si è alzato forte il canto del Te nuare ad aver fiducia circa i doni che Dio ancora ci riDeum per dare voce ai sentimenti più accorati delle serverà. E.R. personali riconoscenze e per ricordare anche quanti Sabato, 21 novembre 2015 23 24 Mandamento Sabato, 21 novembre 2015 Madonna della Salute: l’attualità di una festa (foto d’archivio) Testimoniamo la gioia per la salvezza ricevuta? L a salute è un bene prezioso. Il grado di salute spesso è misura del nostro essere attivi e accettati nella società. La malattia disturba e fa paura perché porta con sé dolore e separazione dalla vita ’normale’. Vogliamo essere sani e facciamo tutto quello che ci è possibile per ottenere il benessere del nostro corpo. Spesso ci rivolgiamo a Dio per ottenere una guarigione e chiediamo alla Madonna di intercedere per la nostra salute. Davanti a grandi calamità collettive la comunità cristiana ha fatto anche voti, ha promesso gesti concreti di riconoscenza se l’intercessione di Maria avesse ottenuto la grazia della loro fine. La celebrazione del 21 novembre ha avuto questa origine ed ancora oggi vede, anche qui da noi, moltissimi fedeli accorrere per una preghiera di richiesta di salute o di ringraziamento per una guarigione. Questo nostro comportamento è comprensibile, ma ci chiediamo se nella storia che stiamo vivendo e costruendo possiamo ridurre il significato di salute ad un aspetto fisico. Quante pestilenze abbiamo attorno? Quali malattie attanagliano una società umana incapace di giustizia, gravemente minata dalla corruzione, generatrice di guerre e distruzioni, disattenta davanti al degrado dell’ambiente in cui viviamo, da casa mia, cosa vedo? Divisioni, manipolatrice di persone e popoli fino muri, cataste di filo spinato, colonne a negare i valori dell’amore e impressionanti di esseri umani in fila dell’accoglienza, a tutte le dimensioni. che fuggono dalla distruzione e dalla Mentre scrivo queste parole quasi morte per cercare vita e pace. Vedo i prendo paura e penso di essere morti nel cielo del Sinai e resto inguaribile pessimista, eppure se attonito, stordito dai massacri nel guardo i telegiornali, leggo i giornali, centro di Parigi. Queste sono le mi allontano solo qualche chilometro malattie che oggi colpiscono la nostra Agenda Agenda società, che si dibatte tra una crisi e l’altra, economica e morale, e con grande difficoltà cerca una via di uscita all’avanzare della povertà, alla disoccupazione, alla mancanza di orizzonti positivi per le nuove generazioni. Questa è la peste del nostro secolo e chiudere gli occhi non serve. Vediamo, è vero, anche tanti gesti di solidarietà e di accoglienza e questo ci permette di sperare. Abbiamo bisogno di salute fisica, ma anche di tener presente l’altro e più profondo significato di questa parola. Il termine "salus" dice sì salute, ma nel Nuovo Testamento indica anche "salvezza, liberazione, bene, pace, felicità". Maria di Nazaret, che in questa occasione onoriamo come Madonna della Salute, è anche la porta scelta da Dio per entrare nel mondo e donare all’umanità la ’salvezza’. Possiamo imparare dalla sua esperienza di testimone silenziosamente attiva nel cammino del Salvatore, fin sotto la croce, e nel dare sostegno e forza alla prima comunità di credenti nel Cristo Risorto. La festa della Madonna della Salute ci invita a riflettere su due aspetti: come affrontiamo la malattia e il dolore fisico e come oggi testimoniamo concretamente la salvezza che Cristo ha donato all’umanità. La "guarigione" per la quale chiediamo ancora l’intercessione di Maria non è solo un fatto di salute fisica, riguarda il nostro modo di vivere immersi in una umanità che soffre ed alla quale dovremmo saper testimoniare la gioia della salvezza ricevuta. Il 21 novembre, nelle chiese o in processione nelle strade, ci richiama ad essere ogni giorno operosi testimoni di questa gioia con la nostra vita. A Monfalcone in Duomo alle 14 di sabato 21 la recita del rosario precederà la concelebrazione delle 14.30 presieduta dall’Arcivescovo Carlo; al termine si snoderà la processione per le vie del centro. Guido Baggi ■ Monfalcone La festa del Bosco Il 20, 21 e 22 novembre, in occasione dei festeggiamenti patronali a Monfalcone per la Madonna della Salute, tante le iniziative in programma: caldarroste, brulè, ribolla, mercatini, intrattenimenti musicali, laboratori per i bambini e tanti prodotti da forno in collaborazione con i panificatori del Mandamento Monfalconese. Inoltre, nell’ambito della manifestazione, in programma in Piazza della Repubblica, il sodalizio monfalconese organizza anche la terza edizione del concorso "Gara di dolci della Festa del Bosco". L’iniziativa è rivolta a ogni appassionato che desideri partecipare alla manifestazione con il proprio dolce (torta, crostata, muffins, biscotti o al e elaborazioni asciutte e secche, che si conservino a temperatura ambiente) realizzato utilizzando ingredienti ’a tema’ (castagne, marron glaces, frutti di bosco, zucca, noci, nocciole, mele, miele, ecc.). Ogni dolce dovrà essere necessariamente corredato dalla scheda di partecipazione allegata, firmata e compilata in ogni sua parte, parte integrante del presente bando. La consegna del dolce, dovrà avvenire presso lo stand della Pro Loco Monfalcone in Piazza della Repubblica nell’ambito della festa il giorno sabato 21 novembre, fra le ore 10 e le ore 18. L’assaggio di tutti i dolci avverrà da parte di una giuria che terrà conto non solo del gusto, ma anche dell’aspetto, della creatività e dell’uso di ingredienti a tema con il bosco. La cerimonia di premiazione avverrà domenica 22 novembre 2015 alle ore 16 in Piazza della Repubblica, Monfalcone. Dopo le votazioni della commissione, i dolci saranno distribuiti ai partecipanti, con eventuale offe ta libera. Il vincitore riceverà un premio attinente la cucina, gentilmente offe to dal negozio "Ginaldi Olimpia" - Monfalcone. Per informazioni rivolgersi a: Pro Loco Monfalcone, Via G. Mazzini n. 3 - 34074 Monfalcone (GO), tel e fax 0481/411525, e-mail [email protected], pagina facebook: Pro Loco Monfalcone. S.F. ❚❚ Le iniziative proposte dai giovani nel ricreatorio San Giuseppe È partito "Caldaia in concert" ■ Turriaco Esibizione di cori Si potrà ammirare la bravura e la simpatia del Coro Miscellaneous di Porto Viro (Rovigo) domenica 22 novembre alle 17 nella chiesa di Turriaco nel 6° concerto per Santa Cecilia. Il Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi ha conosciuto e apprezzato per la prima volta nel 2014 l’effe vescente formazione veneta diretta dalla maestra Sara Marafante a Roma in occasione della diretta televisiva di TV 2000 "La Canzone di Noi" ed ha ritrovato quest’anno il Coro a Copertino di Lecce al Festival Nazionale Cristiano XIV Premio Salentino. Il Gruppo Costumi ha voluto portarli a Turriaco perchè colpito dalla loro grande capacità di spaziare nei più diversi generi musicali: pop, rock, spiritual, melodico, sacro..., che coinvolge un pubblico eterogeneo sotto l’energica guida dalla maestra Sara Marafante Il Coro è accompagnato da validissimi musicisti agli strumenti e proporrà a Turriaco un’imperdibile repertorio. La manifestazione gode del patrocinio della BCC Turriaco, della Fondazione CARIGO ed è inserita in Nativitas dell’USCI FVG. L’ anno associativo è cominciato alla grande lo scorso fine settumana; infatti è stata organizzata da parte dei giovani del ricreatorio della Parrocchia di San Giuseppe di Monfalcone una cena d’autofinanziamento e a seguire un concerto giovanile che ha visto collaborare tra gli altri il coro giovanile Overtwelve diretti dalla maestra Francesca Moretti, la band di giovani "Falling star" costituito da ragazzi appartenenti al gruppo scout Monfalcone 3 e il gruppo del post cresima. Con il concerto di sabato 7 è stata inaugurata la rassegna "Caldaia in concert"; sei serate fino a giugno con diverse realtà musicali e canore sia del ricreatorio (come la compagnia teatrale "Amici di Alice" previsto a fine maggio e il concerto "A choral experience" del piccolo coro di Monfalcone previsto per domenica 1 maggio) sia esterne (con la band di Romans "Pavos Rojos" prevista per sabato 28 novembre e la band giovanile Baggi & the Wonderband prevista sabato 9 aprile) oltre all’appuntamento del 6 gennaio con il Piccolo Coro di Monfalcone e il gruppo vocale Overtwleve diretto dalla maestra Moretti con la direzione tecnica di Lucio Strizzolo. La rassegna è stata organizzata con l’aiuto di: associazione Benkadi di Staranzano, piadineria Randa Jo’s Bar di Monfalcone, merceria Ettore e Mariella di Panzano (Monfalcone) e della ditta Security s.r.l di Monfalcone. L’obiettivo di questi spettacoli che accompagneranno la comunità parrocchiale per tutto l’anno, oltre a mantenere il clima di comunità, è quello di raccogliere fondi per la ristrutturazione del ricreatorio parrocchiale. La manutenzione straordinaria dei serramenti e dell’impianto di riscaldamento prevede una Il gruppo dei Costumi bisiachi alla residenza di via Crociera "M spesa di circa 120.000 Euro, somma in parte coperta da un auspicabile contributo regionale: per la restante parte invece è stato proposto da parte dei consiglio del ricreatorio e dal C.Pa.Pa di organizzare questa serie di eventi. Il primo appuntamento è quindi previsto per sabato 28 alle 20.45 nei locali del ricreatorio "O. Foschian" di Monfalcone in via Isonzo 27, con ingresso libero. Il gruppo dei Pavos Rojos intratterrà il pubblico con una band di sette elementi: tastiere, percussioni, chitarra, sax, tromba e trombone e la potente voce della cantante Laurence Blasizzo, spaziando dalla black music al soul, dal funk alla musica sudamericana. Per informazioni circolo@ sangiuseppemonfalcone.it o pagina Facebook Ricreatorio "Mons. O. Foschian" Monfalcone. Andrea Poserina usica e Vita" è un progetto che il Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi di Turriaco porta avanti dal 2005, un impegno di solidarietà nell’ambito di attività di intrattenimento ed animazione rivolto agli anziani ospiti di case di riposo locali. Sabato scorso il gruppo bisiaco si è recato nella residenza per anziani di via Crociera a Monfalcone, a far visita agli ospiti della struttura che per un’ora sono diventati i primattori in quanto coinvolti nelle "Cantade" e nei balli che il gruppo folkloristico locale hanno messo in scena. Gli anziani hanno così potuto godere con grande divertimento di polke e mazurche e di canti a tutti ben noti. Un grazie di cuore al gruppo di Turriaco che ha saputo trasformare un freddo sabato in un caldo pomeriggio autunnale, con la loro compagnia allegra ed inusuale. Livio Nonis Mandamento Sabato, 21 novembre 2015 Agenda La nuova fatica editoriale di don Fabio LaGioia L’attualità di San Paolo e delle sue opere L unedì 23 alle 20 nella sala parrocchiale adiacente alla chiesa di San Marco Evangelista al Villaggio del Pescatore, sarà presentato l’ultimo lavoro letterario di don Fabio La Gioia. Alla serata interverrà il parroco di San Canzian don Alessandro Biasin. "San Paolo - La vita e le lettere" è il nuovo libro di don Fabio, parroco del Villaggio del Pescatore. L’opera edita da Aracne, che ha già pubblicato dello stesso autore anche un commento all’Apocalisse, è la seconda pubblicazione della collana Thesaurus, una collana di studi di teologia e di storia della Chiesa, di testi cioè che pongono l’accento al pensiero e sottolinea che "le stesse fonti non sono all’agire nei confronti del Dio fatto in grado di rispondere a tutte le uomo. domande sulla vita dell’apostolo" ma Il testo incomincia con un profilo questo libro ha il proposito di della vita di San Paolo, per poi soffermarsi per riflettere su alcune tracciare qualche punto essenziale questioni teologiche primarie nelle sul pensiero teologico dell’apostolo lettere dell’Apostolo: la giustizia di Dio confrontato con la Chiesa di oggi. e la giustificazione, il Vangelo e il Le fonti, gli Atti degli Apostoli e le ministero apostolico, la parusia (la lettere paoline, ci forniscono seconda venuta di Nostro Signore svariate informazioni sul Santo, che Gesù Cristo), la centralità cristologica e lo rendono uno dei personaggi la vita nuova dello Spirito. antichi tra i più conosciuti. Il libro afferma l’attualità di San Paolo Il lavoro di studio e e delle sue opere. Don Fabio, termina approfondimento fatto da don ricordando che l’Anno della Fabio, che nel 2013 ha già Misericordia indetto da Papa pubblicato un commento alla Francesco, sarà l’occasione per lettera paolina ai Romani, riflettere su "che senso ha essere 25 ■ Fogliano Calandario dei paesi bisiachi Si presenta domenica 22 alle 15 a Fogliano presso la Tenda dell’Ospitalità il Calandario dei paesi bisiachi 2016, pubblicazione promossa dal Circolo culturale e ricreativo don Eugenio Brandl di Turriaco. Giunto alla sua ventunesima edizione, il calendario - curato da Sergio Gregorin e Ivan Portelli - punta il suo zoom all’anno 1916: data in cui per la gente bisiaca iniziava il terzo anno di guerra. È su questo scenario che si indirizza la ricerca che riporta esperienze e vicissitudini di nonni e bisnonni che hanno dovuto "Convivar cu la guera" come recita il titolo del calendario. ■ Marcelliana Concerti di Santa Cecilia cristiani oggigiorno?", e San Paolo "ha ancora (e avrà sempre) qualcosa di essenziale da suggerire". Fabio Eramo Nell’ambito dei "Concerti di Santa Cecilia 2015" nel Santuario della Marcelliana domenica 22, con inizio alle 20.45, la Banda Civica Città di Monfalcone, i cori "Ermes Grion" di Monfalcone, "Elianico" di Fogliano-Redipuglia ed il Gruppo Vocale "Danica" di San Michele del Carso, con la partecipazione del mezzosoprano Elisabetta Jarc, eseguiranno la ’Missa pro pace’. Dirigerà il maestro Lamberto Soranzio. Sabato 28, con inizio alle 20.45, l’Associazione ’Voci di Donna’ presenterà un concerto de "I fiati dell Orchestra Filarmonica "Città di Monfalcone. A 40 anni dalla firma ■ In programma un convegno Una rilettura critica del Trattato di Osimo Quarant’anni fa, il 10 novembre 1975, Italia e Jugoslavia si incontravano nella cittadina marchigiana di Osimo per sottoscrivere l’importante trattato che metteva fine ad ogn possibile contenzioso sui confini t a i due Stati, aprendo lo scenario dell’integrazione europea. La Provincia e il Comune di Gorizia, l’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei e l’associazione Krožek Anton Gregor?i? hanno voluto ricordare questo importante passo, definito dal a vicepresidente provinciale Mara ?ernic "il punto di partenza per quella che è oggi l’integrazione europea. L’unitarietà del territorio italo sloveno è quello su cui dobbiamo lavorare, pensandolo come un territorio unico dal punto di vista delle possibilità e dell’economia". Nelle prossime settimane si terrà a Gorizia anche un convegno dedicato proprio al quarantennale del Trattato di Osimo, testo nel quale le parti si impegnavano in materie quali i valichi confina i, gli assi viari, la gestione delle acque comuni. Come sottolineato da Nicolò Fornasir dell’ICM, "Osimo va oggi riletto criticamente come spunto per una nuova unità di questo territorio, mirando a essere luogo di integrazione e cooperazione. Il convegno potrà essere il momento in cui vedere se la scommessa fatta 40 anni fa sia stata vincente, osservare cosa è stato fatto e cosa migliorare". Selina Trevisan 26 Mandamento Sabato, 21 novembre 2015 FOGLIANO - Il 13 settembre 1914 gli abitanti si affidarono alla Madonna della Salute per scacciare il pericolo della guerra ormai incombente anche sul loro territorio Alle origini di una tradizione "U na volta vigniva zente non solo de Foian, anca de Polas, Segrà, Redipuia, San Pier... iera un muc’ de zente e iera sempre una gran festa". Così alcune signore di Fogliano ricordano oggi quella che era la processione della Madonna della Salute, celebrata ogni anno il 21 novembre. In effetti dalle testimonianze fotografiche tuttora esistenti si può osservare quale fosse la fede e la dedizione dei foglianini (e delle popolazioni dei comuni limitrofi) verso la loro Patrona. Celeberrima è la fotografia del 1939 (la seconda processione effettuata per le vie del paese bisiaco) che ritrae l’Arcivescovo Carlo Margotti intento a guidare il sacro corteo. Ma dove si radica questa tradizione? La presenza della Confraternita del SS. Rosario dei Domenicani di Murano (i quali officiarono nella chiesetta di S. Maria in Monte fino al 1718, anno della creazione della "cappellania di Fogliano!) testimonia una devozione molto antica nel paese. Sebbene nel 1806, giunto Napoleone, la congregazione fu sciolta, il sacro corteo in onore della Madonna del S. Rosario (istituita nel 1571 da San Pio V ), documentato per la prima volta nel 1885, anno della sua istituzione, venne portato avanti negli anni. Questa processione, effettuata ogni prima domenica di ottobre (tranne quando la stessa cadeva il giorno 4 ottobre, San Francesco d’Assisi: allora la processione era spostata alla domenica successiva, l’11), fu reiterata fino al 1953. La statua della Madonna del Rosario, attualmente posta presso la chiesa di Santa Maria in Monte, possiede ancora la base lignea per esse trasportata per le vie del paese. Altro corteo mariano, effettuato anch’esso con la statua della Madonna del Rosario, era quello della "Processione delle Rose": dapprima la stessa fu Così fu il 21 novembre del 1939. Ma non si attese il 1954 per ri-onorare la memoria mariana perché nel febbraio del 1952, assieme al congresso eucaristico parrocchiale e all’incoronazione della statua della Madonna della Salute, lo stesso simulacro fu portato solennemente in processione. E, dal 1954, il voto venne sciolto annualmente secondo l’autorizzazione delle autorità religiose foglianine. Qualche tempo fa, nel riordinare la cantoria e uno stanzino del ricreatorio vecchio, mi è capitato di imbattermi in alcuni scatoloni. Uno di essi conteneva gli ex-voto che la popolazione aveva donato alla Madonna. Non solo ricami ma cuori d’argento e piccoli dipinti per un totale di trenta quadretti. Ora gli stessi sono stati ripuliti e attendono una loro più degna sistemazione, in quanto espressione della religiosità popolare e della fede più sincera. Assieme ad essi è stata Inizialmente si stabilì di sciogliere il voto a Maria ogni 25 anni. E così fu il 21 novembre del 1939 trasportata per le vie del paese, poi solamente attraverso il rione "Villette" ed infine, verso gli anni Ottanta del Novecento, scomparve. Il nome prende spunto probabilmente dai petali di rosa che le bambine lanciavano prima del passaggio del simulacro per le vie del paese. Per riprendere, però, la storia della devozione alla Madonna della Salute, bisogna tornare indietro al 1914, anno dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Probabilmente per scacciare il demone della "L Festeggiamenti patronali a Pieris Direttore responsabile: Mauro Ungaro Direzione, Redazione, Amministrazione: 34170 Gorizia - Via Seminario, 7 Telefono 0481 531663 - Fax 0481 532878 email:[email protected] Autorizzazione Tribunale di Gorizia n. 33 del Registro 7-1-1964 Stampa: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE Soc. Coop. a r. l.,Via Austria 19/b - 35127 Padova PD, tel. 049 8700713; email: [email protected]. Pubblicità: PUBLISTAR, Via Treppo, 5/B - 33100 ’ incontro con Maria nostra Madre Celeste è invito a rivedere la nostra partecipazione attiva alla vita della comunità cristiana che è famiglia delle famiglie. Imploriamo Maria per la salute fisica senza dimenticare quella spirituale in questo tempo dove i veri valori di una fraterna convivenza sembrano essere dimenticati e in pericolo". Questo il pensiero rivolto ai fedeli da don Pier Paolo Soranzo in occasione dei festeggiamenti guerra incombente sul piccolo paese rurale, la popolazione decise di dedicarsi alla Madonna della Salute, invocata per la prima volta nel 1630 nella Repubblica della Serenissima vessata da una tremenda epidemia di peste. Il 13 settembre del 1914, quindi, i foglianini fecero voto a Maria componendo questa preghiera: "Vergine amorosissima, per questo amore, che sempre portaste ai vostri figlioli in questa valle d’esilio e di pianto, degnatevi di soccorrerci nelle presenti necessità. Mirate o Madre di pietà e Misericordia, i bisogni delle anime nostre e dei nostri cari; mirate le lagrime di tante famiglie, che piangono o stanno trepidanti sulla sorte dei loro figli; muovetevi a compassione dei nostri mali, o tenerissima Madre e impetrateci da Dio la salute dell’anima e del corpo di tutti quelli che ci appartengono. O Regina, che patronali della Madonna della Salute che si venera anche a Pieris. Da giovedì 19 una serie di appuntamenti per l’occasione: alle ore 20 Santo Rosario e alle ore 20.30 un incontro sul tema della soffe enza tenuto da Suor Paola operante all’ Ospedale Burlo Garofalo di Trieste. Venerdi 20, vigilia della festa: rosario e a seguire don Paolo Bonetti introdurrà la lettura della Enciclica di Papa Francesco. Sabato 21 alle ore 10 la messa - Udine - Tel. +39 0432 299664 Email: [email protected] www.publistarudine.com Spedizione in abbonamento postale Abbonamenti: Ordinario (annuo): Euro 45,00 - Sostenitore: Euro 50,00 - Benemerito: 100,00 - Estero: Paesi europei: Euro 100,00 - Paesi extraeuropei (via aerea): Euro 125,00 - Prezzo di una copia Euro 1,00 - Una copia arretrata Euro 2,00 - L’importo dell’abbonamento può essere direttamente versato all’Amministrazione, potete ciò che volete, non vi scordate di noi nel grande pericolo, in cui ci troviamo. Noi ricorriamo a Voi, come i bambini ricorrono alla mamma loro. O Madre Amorosissima, non abbandonate i figli vostri; i figli vostri che, furono consegnati dal divin figliolo stesso morente sulla croce. Deh, dunque! Salvate il nostro Imperatore, salvate il nostro Esercito, salvate la Patria nostra. Così sia". La statua, tuttora esistente, è opera dello scultore Runggaldier della Val Gardena. Con molta probabilità nello stesso anno venne acquistata anche una pianeta dorata recante l’effige della Madonna del Perpetuo Soccorso (rimessa a nuovo nel 1993 e tuttora esistente e utilizzata), ennesima pietosa richiesta di pietà per un popolo già vessato dal conflitto. Il voto iniziale dei foglianini era quello di sciogliere il voto a Maria ogni 25 anni. festiva verrà presieduta don Giorgio Giordani e animata dal coro Capello di Begliano; alle ore 14 recita del rosario al quale alle 14.30 seguirà la celebrazione solenne offici a da mons. De Antoni. La messa sarà accompagnata dal coro delle mamme. La processione con la Banda Candotti e la sezione Unitalsi avrà il seguente percorso: vie Roma, Donatori, Anna Franck, Curtivi e Verzegnassi. Salvatore Ferrara Giornale Locale di Informazione Generale oppure a mezzo C.C.P. n. 10656494 intestato a Voce Isontina, via Arcivescovado, 4 - 34170 Gorizia Pubblicità: Tariffe a modulo (mm. 40 x 42 mm.): Euro 18; finanziari, legali: Euro 26 Tutti i diritti riservati - Esce ogni sabato. I manoscritti e le fotografie inviati alla redazione, an- Dal 1954, il voto venne sciolto annualmente secondo l’autorizzazione delle autorità religiose rinvenuta la Dedicazione di Fogliano al Cuore Immacolato di Maria, pronunciata dal Sindaco di allora, Rizzieri Bertuso, il 31 maggio 1954. Ma questa è un’altra storia sui cui ritorneremo in futuro. Ivan Bianchi e Giulia Zaghini Bibliografia - Vittori Sergio, Fogliano, Polazzo, Redipuglia: storia, leggende e tradizioni della mia gente, Ronchi, 2007 - Mario Malpera, Ivan Portelli, Santa Elisabetta, Pietre e volti, Cormons, 2000 Agenda ■ San Nicolò Essere genitori oggi Il secondo incontro organizzato dalle Acli provinciali di Gorizia "Essere genitori oggi"si volgerà il 13 novembre presso il teatro parrocchiale di San Nicolò a Monfalcone alle ore 20.30. che se non pubblicati, non si restituiscono. Il settimanale usufruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250. Informativa: Ai sensi dell'art. 13 del Dlgs del 30.06.2003 n° 196 (Codice Privacy), si precisa che i dati dei destinatari del giornale, da tempo in nostro possesso, forniti all'atto della sottoscrizione dell'abbonamento o diversamente acquisiti da enti collegati con l'Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, verranno utilizzati dalla stessa Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, editrice del settimanale, per essere inseriti in un archivio informatizzato idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo espresso divieto scritto degli interessati, oltre che per il rispetto del rapporto di abbonamento o di invio di pacchi, anche per le proprie attività istituzionali ivi comprese la comunicazione, l'informazione e la promozione, nonché per conformarsi ad obblighi normativi e di legge. Questo numero è stato chiuso in redazione alle 13 di martedì 17 novembre 2015 Cormonese - Gradiscano Sabato, 21 novembre 2015 ❚❚ A sette anni dalla morte Agenda La comunità cormonese ha fatto memoria di monsignor Trevisan U n concerto spirituale del gruppo musicale "Gli archi dei Patriarchi" con musiche di Mozart, Hendel e Vivaldi ha concluso la domenica dedicata alla memoria di monsignor Trevisan a otto anni dalla sua salita al Cielo, avvenuta il 15 novembre 2008. Alle 12 il parroco monsignor Nutarelli assieme alla comunità parrocchiale ha deposto dei fiori sulla sua tomba ed è seguito un momento di preghiera. In tutte le Celebrazioni Eucaristiche domenicali si è ricordato la testimonianza profetica che don Pino ha offerto ai cormonesi nel suo N La gerla di Penelope Agenda ■ Gorizia Cocciniglie ■ Domenica 22 servizio sacerdotale. Profetica, ad esempio, fu, tra tante, la scelta di vendere tutti i terreni della Chiesa per costruire uno spazio per i giovani e per gli adulti. Il Centro Pastorale "Trevisan" (il Ric) è un segno concreto di quanto Monsignore ha fatto per Cormons. Far memoria di monsignor Giuseppe Trevisan è stata un’occasione per la comunità cristiana di Cormòns per ringraziare del dono di averlo avuto come parroco, ma anche per rinnovare l’impegno a continuare la sua preziosa opera pastorale. ell’anno che si celebra il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale non poteva mancare un ricordo, e un omaggio, alle portatrici carniche, donne il cui apporto nella guerra fu importante ma anche poco conosciuto ai più. Lo fa la redazione Web&Voce della parrocchia di Cormons che giovedì 26 novembre presenta "La gerla di Penelope", un monologo in lettura scenica di e con Carlo Tonazzi. Lo spettacolo - sarà messo in scena alle 27 Festa del Cristo Re Per le Suore della Provvidenza la Festa del Cristo Re assume una particolare Solennità. Dopo la Santa Messa celebrata in "Infermeria", infatti, verrà esposto Cristo Eucarestia per la preghiera personale delle Suore; nel pomeriggio, alle ore 15.00, ci sarà la processione lungo i corridoi della casa ed, a seguire, il canto dei Vespri nel Santuario di Rosa Mistica alle ore 16.30. 20.30 nella sala Maria Rosa Muhli del Centro pastorale di via Pozzetto, a Cormons - è una storia d’amore sullo sfondo della Grande guerra. Un omaggio alle portatrici, che la retorica dei monumenti e delle medaglie ha ridotto a eroine, offuscandone la grande funzione di collante di una società e di una cultura bombardata dal maschilismo militare. Un omaggio ai dubbi e alle necessità di quelle donne, un omaggio al silenzio con l’erba ricresce. Le portatrici carniche erano un gruppo di donne che operarono sul fronte della Carnia trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove molto spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini. Erano tutte volontarie e non erano militarizzate. Erano dotate di un apposito bracciale rosso con stampigliato il numero del reparto dal quale dipendevano e percorrevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30-40 chilogrammi. Ogni viaggio veniva loro pagato una lira e cinquanta centesimi, pari a 3,50 euro. La loro età variava dai 15 ai 60 anni. Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser Olivotto, Maria Silverio Matiz entrambe di Timau e Rosalia Primus da Cleulis. Una di loro, Maria Plozner Mentil, 32 anni, madre di 4 figli e il marito soldato sul Carso, cadde colpita da un cecchino il 15 febbraio 1916. Come alcuni cognomi suggeriscono non tutte le portatrici erano di etnia e cultura friulana, essendo alcune provenienti da paesi friulani di minoranza tedescofona e slava. Per i soci della Pro Senectute di Sagrado Pellegrinaggio a Monte Santo Venerdì 20 novembre alle ore 18 nella sala "Incontro" della parrocchia San Rocco, Via Veniero, 1 Gorizia, il prof. Marco De Giorgio presenterà "Cocciniglie", un libro del prof. Massimo Grusovin. Leggerà alcuni brani Edi Bramuzzo e renderà più piacevole l’incontro la degustazione del Sauvignon de La Tour della Fondazione Villa Russiz, vino citato dall’autore. Cocciniglie racconta la storia della lotta di liberazione di un popolo da un tiranno. Si tratta, però di un popolo di insetti, le cocciniglie appunto, che, leggendo, aiutate a comprendere da Carlo, il protagonista del racconto, un’espressione del filosofo Emanuele Kant raggiungono con un salto evolutivo il libero arbitrio. Il tema ecologico è sempre in prima linea lungo tutto il libro. SABATO 7 NOVEMBRE LA PRO SENECTUTE DI SAGRADO HA ORGANIZZATO UN PELLEGRINAGGIO CON TRE PULLMAN SUL MONTE SANTO AL QUALE HANNO ADERITO OLTRE UN CENTINAIO DI PERSONE. DON SPONTON HA CELEBRATO LA SANTA MESSA, ACCOMPAGNATA DA DON FEDERICO ALL’ORGANO. DOPO LA MESSA I PARTECIPANTI HANNO TRASCORSO ASSIEME UN MOMENTO CONVIVIALE. Un programma particolarmente ricco con 19 giornate e oltre 70 eventi Ritorna Cormònslibri dal 20 novembre all’8 dicembre D iciannove giornate e oltre 70 eventi fra presentazioni di libri, reading, concerti e performance rtistiche originali: la decima edizioni di Cormònslibri – Festival del Libro e dell’Informazione, di scena a Cormòns dal 20 novembre all’8 dicembre, è pronta alla partenza e vedrà, come ogni anno, un’anteprima dal 20 al 25 novembre, seguita dall’inaugurazione ufficiale in programma giovedì 26 novembre alle ore 17.30 in Sala Italia. Tema di quest’anno, L’essere in gioco che verrà declinato negli ambiti della vita privata, della società, dello sport, della legalità, della politica e della salvaguardia dell’ambiente. Sarà così l’On. Manlio Di Stefano (27 novembre) racconterà della questione palestinese; il ciclista Francesco Moser (28 novembre) della sua vita da campione; il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio (29 novembre), dell’azzardo in economia e nell’informazione; e Stefano Momentè (1° dicembre) di alimentazione vegetariana. Attesissimi gli arrivi di Pino Corrias e Cinzia Poli (28 novembre), Andrea Scanzi e Piergiorgio Odifreddi (2 dicembre), del violoncellista Mario Brunello (3 dicembre), dei filosofi Gianni Vattimo e Aldo Rovatti (4 dicembre) del teologo Vito Mancuso (8 dicembre) e di Marco Anzovino (7 dicembre). Cormonslibri è anche il Festival delle diversità ed è la prima rassegna che chiama a raccolta i richiedenti asilo per effettuare il servizio di sala, i carcerati per gli incontri di lettura (5 dicembre) e la banda Free Tones del Basaglia di Gorizia (8 dicembre) per la musica, proprio a dimostrare che le diversita’ possono realmente arricchire tutti. Di carcere e di diritti dei detenuti si parlerà inoltre nell’incon- tro con il Senatore Luigi Manconi (5 dicembre); d’immigrazione con Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di solidarietà, Don Pierluigi Dipiazza e Andrea Bellavite (21 novembre), di mafia con Luana De Francisco, Ugo Dinello e Giampiero Rossi e di politica italiana con Tommaso Cerno (8 dicembre). Cormònslibri quest’anno vanta importanti conferme fra cui Cormònslibri per le scuole: oltre 1.500 studenti arriveranno a Cormòns grazie a dieci bus forniti da APT e verranno coinvolti in numerose iniziative, prima fra tutte la Giornata della Legalità (5/12) che vedrà protagonista l’ex magistrato e politico Antonio Ingroia. Cormonslibri è anche eventi musicali che brillano all’interno della rassegna: si potrà così assistere, fra l’altro, alla letture di Luciano Roman dei Canti del Leopardi, al reading di Moni Ovadia (30 npvembre).