"Utilizzare il nome di Dio per giustificare la violenza è una bestemmia!"

contiene I.P.
Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale |
D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1,
NE/PD | tassa riscossa/taxe perçue/Padova
WWW.VOCEISONTINA.EU
Anno LI - Numero 44
Speciale Firenze
5-8
Chiesa Locale
11
21 novembre 2015 - Euro 1,00
Chiesa
12
Il 5° Convegno
ecclesiale
GMG: i segni
in diocesi
Il Giubileo
dei ragazzi
della nostra
Arcidiocesi
e della Madonna
di Loreto
messi a disposizione
della diocesi
e testimonianze
L
dei componenti
della delegazione
’itinerario del
L
Crocifisso di
S.Damiano
al 22 al 25 aprile il
D
pellegrinaggio a
Roma: 200 i posti
Unitalsi
14
Giornata
dell’Adesione
abato 28
S
novembre il
rinnovo del "sì" e le
elezioni per gli organi
della Sottosezione
EDITORIALE
Una Voce
per rompere il silenzio
di Mauro Ungaro
D
omenica 22 novembre, festa di
Cristo Re, le comunità della diocesi sono chiamate a rivolgere
un’attenzione particolare al settimanale diocesano "Voce Isontina". Attenzione che diviene impegno per una sua
maggiore conoscenza e diffusione - specie
fra gli operatori pastorali - ma anche sostegno economico attraverso la raccolta
delle offerte durante le messe domenicali
come pluridecennale consuetudine.
"Non si può riportare indietro l’orologio.
La conoscenza si svilupperà sempre di più
in rete. Ma quello che distingue un
giornale sono le notizie, non il supporto
fisico. Quindi non credo che i giornali di
carta scompariranno, la carta è una
tecnologia molto pratica, si stropiccia e
sbatacchia senza rompersi".
Mi piace spesso citare questa frase ai
"profeti di sventura" che anche nel nostro
mondo ecclesiale, profetizzano da
decenni l’ormai imminente scomparsa
della notizia su carta e, quindi, anche dei
settimanali diocesani.
L’autore di quelle parole non è un
attempato giornalista figlio del tempo in
cui la macchina da scrivere era ancora
strumento insostituibile nelle redazioni
ma un cinquantenne americano, Jimmy
Wales il fondatore dell’enciclopedia
collaborativa gratuita online Wikipedia.
Confesso che talvolta mi capita di
chiedere, a chi mi si qualifica come
"lettore di Voce Isontina" - di persona o sui
socialnetwotk - perché, magari da tanti
anni, ripeta settimanalmente il gesto di
attenzione al nostro periodico.
Certamente qualcuno mi risponde "per
abitudine" però in tanti sottolineano due
elementi.
Innanzitutto la necessità di trovare uno
spunto ed un aiuto per "leggere gli
eventi"; per una riflessione su quanto
avviene attorno a noi, in un mondo la cui
complessità è direttamente proporzionale
alla sua globalizzazione. In un’ottica,
però, mai generalista ma che ha come suo
punto irrinunciabile di partenza e
riferimento la Parola.
Accanto a ciò, l’opportunità di ritrovare
un’agorà, uno spazio dove possano avere
ancora cittadinanza "le buone notizie" e
dove sia possibile uno scambio di quelle
esperienze e di quelle idee che prendono
vita nel quotidiano cammino di
formazione ed evangelizzazione che
impegna nelle nostre comunità sacerdoti,
consacrati e laici.
continua a pagina 9
"Utilizzare il nome di Dio
per giustificare la violenza
è una bestemmia!"
Papa Francesco
"Fare il vescovo a Gorizia?
Per me è una grazia grande
(e spero si veda)":
intervista al vescovo Carlo
a tre anni dal suo arrivo in diocesi
(pag. 2-3)
Musica
18
Sabato 21
a Fiumicello
il Requiem di Fauré
Gorizia
20
Celebrata a S.Rocco
la Giornata provinciale
del Ringraziamento
Gorizia
20
La messa in grotta,
per una domenica
diversa dal solito
Monfalcone 24
Madonna della
Salute: l’attualità
di una festa
2
Sabato, 21 novembre 2015
"N
on dobbiamo mai dare per
scontata la pace: dobbiamo lavorare per la pace. Ho già ricordato in altra occasione che
se non si lavora per la pace qualcun altro in
ogni caso lavora per la guerra". Così l’arcivescovo Carlo commenta i tragici fatti accaduti nello scorso fine settimana a Parigi.
Ed il suo pensiero va a quelle parole pronunciate un anno fa a Redipuglia da papa
Francesco: "Siamo davvero in presenza di
una terza guerra mondiale combattuta a
pezzi".
Lo incontriamo a poche ore dal rientro in
diocesi da Firenze dove ha vissuto i giorni
del Convegno ecclesiale della Chiesa italiana.
Monsignore, non possiamo iniziare questa intervista senza una domanda sui
fatti recentemente accaduti a Parigi. Che
cosa ne pensa?
Sono state già dette molte cose, forse troppe.
Quando ho avuto le prime notizie ho pensato subito che papa Francesco ha proprio
ragione. Mi sono venute in mente le sue parole pronunciate qui da noi a Redipuglia:
siamo davvero in presenza di una terza
guerra mondiale combattuta a pezzi. In effetti noi siamo tutti impressionati dagli attentati di Parigi, ma negli stessi giorni sono
accadute altre stragi altrettanto crudeli e
sanguinarie. Il fatto è che noi ci accorgiamo
della guerra e del terrorismo solo quando
capita vicino a noi o coinvolge uno o più
europei.
Ma possiamo fare qualcosa?
Certo. Anzitutto non dare per scontata la
pace e lavorare per la pace. Ho già ricordato in altra occasione che se non si lavora
per la pace qualcun altro in ogni caso lavora per la guerra. Occorre impegnarci per
la pace ognuno con le proprie responsabi-
L’intervista
lità. Ovviamente anzitutto i governanti che
hanno in mano le sorti del mondo e che devono evitare soluzioni in apparenza ovvie,
cioè la guerra … "a fin di bene", e intervenire in maniera seria, coordinata ed efficace. Da semplice cittadino mi domando per
esempio: chi ha venduto e vende le armi allo stato islamico? perché la questione israelo-palestinese non è mai stata risolta? perché si sono fatte guerre, come la seconda del
Golfo, basandosi su informazioni false e
con esiti disastrosi? che sbocchi di lavoro e
di vita ci sono per milioni di giovani e giovanissimi che vivono nei paesi arabi e non
solo? (giovani spesso istruiti, ma senza futuro, facilmente indottrinabili …).
“Fare il vescovo
a Gorizia?
Per me
è una grazia
grande
(e spero si veda)”
E noi cittadini normali che cosa siamo
chiamati a fare per la pace?
L’ho indicato nella lettera sulla pace in occasione dell’anniversario dell’inizio della
prima guerra mondiale. Aggiungo l’importanza di non lasciarsi prendere dalla paura e di evitare di seguire chi cavalca o nutre paure. E cercare con pazienza di
conoscere situazioni e persone, di dare sempre valore alla dignità di ciascuno, di cercare con prudenza e coraggio percorsi di riconciliazione (non è facile, lo sappiamo
bene qui da noi, con ferite ancora non del
tutto chiuse dopo 70 anni dall’ultima guerra).
Qualche giorno fa a Firenze si è concluso il Convegno della Chiesa italiana. So
che lei vi ha partecipato con altri sei goriziani. Che cosa ha portato a casa dal
Convegno di Firenze? Quali sono le cose
che l’hanno maggiormente colpita nei
lavori e nel discorso del Papa?
Il Convegno di Firenze è stata una significativa esperienza di Chiesa. Diversamente
da altri convegni precedenti non ci sono
stati dei "big" o dei "professori", ma è stato
L’impegno della Chiesa diocesana nella costruzione
della pace ma anche nell’accoglienza agli immigrati;
le sfide che "l’iniziare" alla vita cristiana le nuove generazioni
pone oggi alle nostre comunità ed il senso vero dell’ormai
imminente Giubileo della Misericordia nell’intervista al
vescovo Carlo a tre anni dal suo arrivo in diocesi
un momento sereno e anche entusiasta di
ascolto e di confronto. Il discorso di papa
Francesco e, forse, ancora di più il suo stile
sono ora più recepiti dalla Chiesa italiana
che sta imparando a essere meno "maestra" onniscente, meno giudice severo, meno lobby che pretende riconoscimenti, ma
una comunità di discepoli del Signore più
sciolta, più umile, più essenziale, più gioiosa. E anche a ringraziare di più per le tante ricchezze che ci sono in essa di fedeltà al
Vangelo, di impegno concreto per le comunità, di servizio semplice ed efficace ai poveri. Penso che si esca da Firenze non tanto con un programma, ma con uno stile
diverso, più sinodale e più evangelico.
Come recepire in diocesi questo stile di
sinodalità?
Qualcosa stiamo già facendo. Penso alla significativa esperienza delle assemblee diocesane, ai cammini comuni di aggiornamento laici-chierici, ai consigli e ai vari
organismi di comunione. Possiamo certo
migliorare anche con qualche attenzione
di metodo (interessante il metodo di lavoro di Firenze basato su grandi gruppi di 100
persone, divisi in tavoli da 10 e con una
saggia regia di facilitatori ben preparati e
la presenza di persone capaci di fare sintesi di tutti gli apporti), con più capacità di
ascolto, con un migliore discernimento comune che parta dalla Parola di Dio.
E le indicazioni di papa Francesco che
ha riproposto alla Chiesa italiana la
Evangelii gaudium?
Ritengo non si tratti anzitutto di fare convegni di studio su questo documento o di
analizzarlo con precisione in tutte le sue
parti. Neppure di sospendere i cammini
diocesani per leggere e sperabilmente attuare quanto scritto da papa Francesco.
Lui stesso ha invitato alla creatività. Penso
allora sia importante ricollocare ciò che in
questi anni abbiamo individuato come
prioritario per la nostra diocesi - il riferimento alla Parola di Dio, la riflessione su
chi è la Chiesa e chi è il cristiano, la riscoperta del battesimo, l’iniziazione cristiana, le unità pastorali, ecc. - dentro il quadro
offerto della Evangelii gaudium "per trarre da essa - così ha detto papa Francesco criteri pratici e per attuare le sue disposi-
L’intervista
Sabato, 21 novembre 2015
3
“Il nostro
settimanale mi
sembra faccia già
un ottimo lavoro di
informazione e di
formazione sia sui
problemi e le
iniziative delle
parrocchie, delle
associazioni e della
diocesi, sia su temi
di più ampio
respiro. Certo, non
spetta a un
settimanale offrire
notizie e riflessioni
in generale su
questioni nazionali
o mondiali, ma
tocca a questo
strumento aiutare a
rileggere ciò che
avviene nella
Chiesa e nel mondo
a partire dal punto
di vista della nostra
Chiesa”
”
zioni" in riferimento al nostro specifico
cammino.
L’anno pastorale della nostra diocesi è
incentrato sul Vangelo di Luca: cosa dice Luca al cristiano del nostro tempo?
Come stanno vivendo le comunità la riscoperta dell’incontro con la Parola?
Il messaggio centrale di Luca è che Cristo è
venuto per i peccatori, che il perdono precede la conversione, che la conversione è fare festa per il perdono ricevuto. Non per
niente è chiamato il Vangelo della misericordia. Il messaggio evangelico non è ovvio
come può sembrare. Il Vangelo non lo conosciamo già, ma dobbiamo metterci al
suo ascolto lasciando da parte i nostri schemi preconfezionati. In questo senso è importante "lavorare" sulla Parola, anche
con il semplice metodo indicato nella lettera pastorale: chiedersi chi sono i soggetti,
che cosa fanno, che cosa dicono e imparare a identificarci con loro per "entrare"
dentro il Vangelo. Le persone e le comunità
che accolgono la fatica della "lectio", ne
stanno già provando la gioia.
L’Anno Santo si sta avvicinando. Cosa significherà per la nostra Chiesa attraversare la Porta Santa?
Più che i diversi appuntamenti, che ci saranno a cominciare dalla duplice apertura della porta santa in Duomo nella veglia
di sabato 12 dicembre e della Basilica di
Aquileia la domenica 13 dicembre pomeriggio, è importante cogliere e vivere il messaggio del Giubileo: la misericordia da accogliere per noi e da vivere per gli altri, in
particolare attraverso le opere di misericordia spirituale e corporale. Mi auguro poi
che l’iniziativa delle "oasi della misericordia" non offra solo un’occasione per accostarsi al sacramento della confessione, ma
esse siano luoghi di accoglienza e di ascolto anche per persone in ricerca.
L’impegno a nuovi percorsi di iniziazione cristiana: perché è importante ripartire dagli adulti? È proprio necessario
abbandonare quanto fatto sino ad oggi?
Non bisogna abbandonare niente, né giudicare negativamente quanto fatto in passato, ma occorre rispondere alla domanda
su come oggi "iniziare" alla vita cristiana i
figli di genitori cristiani e anche chi da ragazzo, adolescente, giovane o adulto non
ancora battezzato si avvicina alla fede. E’ il
contesto che è radicalmente cambiato:
un’ora "scolastica" di catechismo poteva
andare bene quando la conoscenza di Gesù e una esperienza di fede, perfettibile ma
vera, erano assicurate al ragazzo dalla famiglia, dalla comunità cristiana e persino
dalla scuola e dalla società. Ora tutto è diverso. Occorre però che i genitori e la stessa
comunità cristiana non "deleghino" a degli specialisti (i catechisti) l’iniziazione dei
ragazzi e degli adolescenti, ma ritornino a
essere soggetti e protagonisti di essa.
Chiesa diocesana ed accoglienza degli
immigrati: a che punto siamo?
Le persone che fuggono da situazioni di
guerra e di fame sono tante e lo saranno
sempre di più in futuro. Le istituzioni e la
stessa politica sembrano molto incerti sul
da farsi e in qualche caso rischiano di scaricare su altri le loro responsabilità o, persino, pensano per calcolo politico non a gestire le emozioni e le (legittime) paure e
apprensioni della gente, ma a sfruttarle e
ad amplificarle. I problemi ci sono, sono
complessi e le soluzioni facili non sono a
portata di mano a nessun livello (dall’Europa in giù). Però nel frattempo ci sono le
persone: possiamo ignorarle, lasciarle al
freddo, non ascoltarle, non aiutarle per
quello che riusciamo? E’ quello che con i
mezzi limitati che abbiamo, incoraggiati
anche dai molti appelli di papa Francesco,
si cerca di fare: la Caritas, ma anche parrocchie, associazioni e persone di buona
volontà. Occorre però continuare la conoscenza del fenomeno, la riflessione e maturare nell’impegno.
Come favorire tutto ciò a proposito di
questo tema e di altri?
Utilizzando i mezzi che sono a disposizione.
Tra questi - è giusto riconoscerlo e sottolinearlo - c’è anche Voce Isontina. Il nostro
settimanale mi sembra faccia già un ottimo lavoro di informazione e di formazione
sia sui problemi e le iniziative delle parrocchie, delle associazioni e della diocesi, sia
su temi di più ampio respiro. Certo, non
spetta a un settimanale offrire notizie e riflessioni in generale su questioni nazionali o mondiali, ma tocca a questo strumento aiutare a rileggere ciò che avviene nella
Chiesa e nel mondo a partire dal punto di
vista della nostra Chiesa. Un esempio è
quanto dicevo poco fa circa il Convegno di
Firenze: occorre essere informati su come è
andato e a quali conclusioni è arrivato, ma
occorre farlo chiedendoci come ci mette in
gioco.
Sappiamo del suo impegno nella Caritas triveneta e italiana e con i cappellani delle carceri: quali attese da un mondo di cui non si parla quasi mai?
Sono impegni che mi sono stati chiesti (ogni
vescovo della regione segue un settore e
molti vescovi italiani hanno incarichi a livello nazionale) e che ho accolto volentieri.
Le caritas del triveneto (compresa ovviamente la nostra) sono una realtà di cui andare fieri: concrete, impegnate, capaci di riflessione e di formazione, attente alle
emergenze ma anche capaci di guardare
lontano. E, da quanto capisco, la stessa cosa si può dire delle caritas anche di altre regioni e di quella italiana. I cappellani delle carceri sono persone davvero
ammirevoli, con un compito non facile, ma
di grande fede e intelligenza e coadiuvate
da volontari e associazioni molto disponibili. Ma il tema carcere (durante il Convegno di Firenze ne ho visitato uno un po’
particolare) meriterebbe di essere ripreso
con più calma e profondità.
Un’ultima domanda di curiosità: dopo
tre anni è contento di fare il vescovo di
Gorizia?
Certo. Per me è una grazia grande e spero si
veda.
a cura di Mauro Ungaro
Speciale Firenze
Sabato, 21 novembre 2015
5
I giorni fiorentini nella cronaca di due partecipanti: dall’emozione
dell’incontro con papa Francesco alla condivisione nei lavori di gruppo
Il Convegno,come l’abbiamo vissuto
Lunedì 9 novembre
Puntuali alle ore 9.00 siamo
partiti da Gradisca alla volta di
Firenze per partecipare al 5°
Convegno Nazionale ecclesiale della Chiesa Cattolica: Don
Moris, Fulvio, Suor Maria Elena, Denis e noi due, Martina e
Michela, a rappresentare l’Arcidiocesi di Gorizia insieme al
vescovo Carlo.
La giornata è stata positiva e
ricca di entusiasmo: nel pomeriggio, dopo aver lasciato i bagagli all’albergo assegnatoci, ci
siamo recati nella Basilica di
Santa Maria Novella, dove ci
siamo radunati assieme ad altri convegnisti provenienti da
diverse diocesi. Da qui è partita la processione tra le vie del
centro città, che aveva come
punto d’arrivo la Cattedrale di
Firenze, nella quale sono confluiti altri convegnisti partiti da
altre tre cChiese della città.
Si è svolta qui la cerimonia di
apertura, durata un paio d’ore,
che ha visto quale intervento
principale quello di Mons Nosiglia, Vescovo di Torino e presidente del comitato organizzatore.
Il momento più emozionante
della giornata è stato senz’altro quello della processione:
un fiume umano che si è snodato per le vie della città gigliata, alla volta della Cattedrale, con davanti la Croce, i
Vescovi ed Cardinali e dietro
tutti i laici.
E la gente che ci guardava passare si è riversata incuriosita
fuori dai bar per vedere "cosa
stesse succedendo", incredula, stupita di tanto movimento.
La cattedrale ci ha accolto in
tutta la sua bellezza e maestosità e l’accoglienza degli organizzatori è stata eccezionale.
Nel sistemarci e nel percorrere
le vie di Firenze siamo, sin dal
primo momento, stati aiutati
dall’esercito di volontari che
silenziosamente e garbatamente ci hanno offerto tutte le
informazioni necessarie per
muoverci nella città e ci hanno
accompagnato nelle diverse
destinazioni …. e questo è solo l’inizio.
Martedì 10 novembre
In una giornata baciata da un
caldo e radioso sole autunnale
i partecipanti al Convegno e la
città di Firenze hanno accolto
Papa Francesco. Il Papa ha incontrato in mattinata i partecipanti nel Duomo di Firenze;
le sue parole sono state precedute da tre testimonianze: il
percorso di fede di Francesca
Masserelli, la storia di Pierluigi
e Gabrielle Proietti, divorziati
e risposati dopo la nullità, e la
splendida e commovente testimonianza di don Bledar Xhuli,
arrivato in Italia dall’Albania,
accolto e salvato da un prete,
ora è parroco in una parrocchia fiorentina.
Il Papa ha presentato tre sentimenti di Gesù che danno forma all’umanesimo cristiano;
innanzitutto, l’umiltà: non
dobbiamo avere l’ossessione
di perseverare la propria gloria, ma la gloria di Dio.
In secondo luogo il disinteres-
se, ovvero la ricerca della felicità di chi ci sta accanto, l’impegno per rendere questo
mondo un posto migliore. Infine, la beatitudine: la ricchezza
del sacrificio e della solidarietà, del condividere, in quanto il
cristiano ha in sè la gioia del
Vangelo.
Con due tentazioni da sconfiggere: il pelagianesimo e lo gnosticismo.
Si tratta di parole importanti,
intense e che andranno ancora approfondite, visti i molte-
È stato un bel
lavorare: abbiamo
potuto esprimere
liberamente
le proprie esperienze
personali
plici spunti che offrono al
cammino che la Chiesa è chiamata a fare.
Al pomeriggio ci siamo trasferiti allo Stadio Franchi, dove il
Papa ha celebrato la messa; la
città ha accolto il Santo Padre
con tanto entusiasmo, gioia ed
affetto (oltre ad un’organizzazione impeccabile).
In serata ci siamo ritrovati alla
Fortezza da basso, dove siamo
stati introdotti ai lavori veri e
propri del convegno, con un
dialogo sulle cinque vie, grazie
agli ottimi e ricchi interventi di
don Mauro Mergola sdb, della
prof.ssa Valentina Soncini, del
dott. Vincenzo Morgante, del
prof. e scrittore Alessandro
D’Avenia e di p. Jean Paul Hernandez sj.
Mercoledì 11 novembre
La giornata di oggi è stata caratterizzata dai lavori di gruppo che hanno occupato quasi
tutto il giorno.
Dopo una Santa Messa molto
raccolta alle sette del mattino e
celebrata presso la Basilica di
Santa Maria Novella dal Card
Angelo Bagnasco, la giornata è
poi proseguita con i lavori di
gruppo nella Fortezza da Basso, capolavoro dell’ architettura militare del rinascimento e
dal 1967 principale struttura
del polo fieristico di Firenze: e’
questo il luogo in cui si è svolto il convegno: dopo un primo
momento comunitario nella
sala plenaria dove abbiamo
ascoltato gli interventi del prof
Mauro Magatti e il prof Mons.
Giuseppe Lorizio, è seguita la
divisione in gruppi per l’avvio
dei lavori secondo le cinque
vie.
Ognuno di noi è stato assegnato ad un tavolo composto da
dieci persone, in una sala che
ne conteneva alla fine un centinaio di partecipanti.
Io ero in uno dei tavoli in cui si
è affrontato il Verbo ABITARE.
E’ stata una bellissima esperienza, perché mi sono ritrovata con 9 persone provenienti
da diverse diocesi italiane, che
coprivano da nord a sud tutta
l’Italia: da Asti a Catanzaro,
con la presenza anche di un
rappresentante della Sardegna.
Le quattro ore di lavori, tanto
temute, sono passate velocemente.
Alla sera ci siamo concessi una
bella e piacevole passeggiata
per le vie del centro di Firenze.
Per domani c’è in serbo l’incontro dei convegnisti con la
Città di Firenze: io ho scelto
una parrocchia di periferia…
pronti per un’altra avventura
che non può che arricchirci
dentro!
se di Firenze, nonchè dai saluti dell’imam di Firenze Izzedin
Elzir e del rabbino capo della
comunità ebraica di Firenze
Rav Joseph Levi.
A seguire sono proseguiti i lavori di gruppo: innanzitutto i
delegati hanno contribuito alla redazione della sintesi del
lavoro di ogni singolo tavolo,
dove si è cercato di evidenziare soprattutto le note positive
emerse e presentare alcune
proposte concrete. I facilitatori hanno poi brevemente presentato le sintesi, a seguire c’è
stato ancora un momento di
confronto sulle stesse.
Nel pomeriggio i delegati hanno incontrato la città di Firenze: gli organizzatori hanno individuato 30 realtà, poi divise
in tre grandi ambiti: Firenze e
la sua Chiesa, storia e testimoni; Vita pastorale della Chiesa
fiorentina oggi; Realtà ed esperienze sociali e culturali a Firenze. Io, ad esempio, ho avuto modo di conoscere il Centro
internazionale studenti La Pira
che accoglie e aiuta nell’inserimento sociale (sopratutto con
l’insegnamento della lingua)
bambini e giovani che studiano nelle scuole e università fiorentine.
In serata, noi delegati dell’Arcidiocesi di Gorizia, abbiamo
anche visitato la mostra Bellezza divina, allestita per l’occasione a Palazzo Strozzi, dov’era esposta anche la
Crocifissione bianca di Marc
Chagall, una delle opere d’arte
più apprezzate da Papa Francesco.
Giovedì 12 novembre
Venerdì 13 novembre
La giornata odierna prevedeva
un programma particolarmente ricco e variegato.
Dopo la celebrazione eucaristica mattutina ci siamo ritrovati alla Fortezza per la preghiera ecumenica, presieduta
da mons. Galantino e arricchita dalle riflessioni di p. Georgij
Blatinskij, arciprete della Chiesa ortodossa russa di Firenze e
della prof.ssa Letizia Tomassone, pastora della Chiesa Valde-
E siamo così giunti alla fine del
5^ Convegno nazionale ecclesiale della Chiesa Italiana, che
attraverso l’analisi dei cinque
verbi, uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare, ha
tracciato il percorso che la
Chiesa italiana farà nel prossimo decennio.
Nella mattinata sono state presentate le "corpose sintesi"
elaborate da cinque esperti,
che hanno avuto l’arduo com-
pito di riassumere tutti i lavori
fatti nei gruppi il giorno precedente, ognuno per la via assegnata: una ventina di minuti in
cui sono state fatte emergere le
diverse opinioni su come viene
effettivamente vissuto il verbo
assegnato nelle diverse comunità e a seguire le proposte
concrete nate dallo scambio
nei tavoli. Si sono rivelate molto interessanti e complete a
mio avviso le relazioni dell’abitare, dell’annunciare e del
trasfigurare, facendo emerge-
Il Papa ha presentato
tre sentimenti di Gesù
che danno forma
all’umanesimo
cristiano: umiltà,
disinteresse, beatitudine
re a mio parere invece un po’
di cose già sentite o vissute le
vie dell’uscire e dell’educare.
La conclusione è spettata poi
al Card Angelo Bagnasco, che
con molta pacatezza e umiltà,
ha ripreso nuovamente le cinque sintesi esortando poi tutti
a trovare il coraggio di uscire e
di incontrare e di operare con
uno stile sinodale, accettando
anche le debolezze della Chiesa.
Prima di lasciare Firenze abbiamo pranzato per l’ultima
volta tutti assieme alla Fortezza da Basso e stavolta siamo
capitati vicino ai delegati della
Diocesi di Vicenza, con i quali
abbiamo passato un bel momento conviviale chiaccherando piacevolemente sulle
nostre realtà... e anche questo
è valore aggiunto per una
Chiesa che cambia.
Ore 15.00 puntuali per la partenza, per fare ritorno nelle
nostre case, nelle nostre comunità.
E adesso sì che inizia l’avventura!
Michela Becci
Martina Valentincic
6
Speciale Firenze
Sabato, 21 novembre 2015
ANNUNCIARE
La II^ via percorsa durante il Convegno, è
quella dell’annunciare. L’annuncio è ciò
che distingue la vita di un cristiano, è un
"dovere" non solo dei consacrati, ma di
ogni battezzato. Annuncio che trova il suo
contenuto fondamentale nel kerigma:
"Puntate all’essenziale, al kerigma. Non c’è
nulla di più solido, sicuro e profondo di
quest’annuncio", così ci ha ricordato lo
stesso papa Francesco.
Ma la questione non è solo di contenuti;
dal confronto è emersa anzitutto la necessita di un annuncio che abbia il sapore della gioia in quanto la Chiesa cresce anzitutto per attrazione e non per proselitismo.
Avendo sullo sfondo la dimensione dell’umanesimo, il luogo principale in cui Dio
passa è proprio l’umano e questo aspetto
trova la sua conferma nell’incarnazione: Il
Verbo si è fatto carne per cui anche la nostra "dottrina" deve essere carne. In questa linea si inserisce l’immagine di una
Chiesa che ha un volto di madre e che trova il suo modello nei nostri volti concreti,
reali di madri e famiglie. Per cercare di concretizzare questi pensieri è necessario passare da una attenzione esclusiva verso chi
viene evangelizzato a una specifica attenzione a chi evangelizza.
Qui emerge tutta l’importanza della comunità ecclesiale come soggetto di evangelizzazione e al suo interno, in particolare, delle famiglie. Si è detto di dare molta
importanza alla formazione, sia dei consacrati come quella dei laici; di continuare il
rinnovamento degli itinerari per l’iniziazione cristiana già avviato in molte diocesi, con l’attenzione di non creare ulteriori
corsi, ma per-corsi. In molti gruppi è emersa anche l’importanza del linguaggio con
cui annunciamo, che è essenziale e sul
quale oggi siamo fortemente in crisi.
Molte volte il linguaggio che la Chiesa usa,
rischia di essere poco efficace soprattutto
con le nuove generazioni.
Quale linguaggio usare? Forse, più che una
questione di metodo, è una questione di
stile: una comunicazione chiara, diretta,
semplice e immediata. Sono emerse altre
due indicazioni; anzitutto la centralità del
vangelo, un vangelo che possiamo annunciare non soltanto a parole, ma anche attraverso l’arte, la musica, il teatro… e Firenze, in questo, è davvero un grande
esempio. Infine l’importanza della domenica, il giorno senza il quale non possiamo
vivere. Riappropriarsi della domenica quale giorno di festa, d’incontro, di preghiera,
di riposo: è il luogo privilegiato in cui parlare al cuore dell’uomo di oggi, stando lontani "da potere, vetrine e denaro" (papa
Francesco).
don Moris
ABITARE
Abitare….Voce del Verbo…. è con questo
slogan che è stato presentato a tutti i convegnisti del 5^ Convegno nazionale di Firenze il verbo "Abitare", uno dei cinque
verbi che hanno caratterizzato l’evento.
A lanciare questa, e le altre vie, ci ha pensato una clip di due minuti, in cui, a flash,
sono stati proiettati fotogrammi di quello
che per noi oggi è l’abitare: situazioni di disagio, emarginazione, lontananza tra le
persone, per concludersi poi in un’immagine di accoglienza che dovrebbe invece essere il simbolo e la sintesi di quello che noi
vorremmo fosse nel prossimo futuro ormai
nella Chiesa "Abitare le nostre comunità".
Questo verbo, non slegato certamente dagli altri (uscire, annunciare, educare e trasfigurare), è stato affrontato si nelle relazioni introduttive, ma molto sui tavoli di
lavoro.
Ne sono emerse diverse possibilità per at-
Abbiamo chiesto ad alcuni dei delegati diocesani
presenti a Firenze di raccontarci quanto emerso
nel corso dei gruppi di lavoro
cui hanno preso parte
durante le giornate del Convegno
tuare tale strada.
Alla fine è stato tracciato un percorso composto dalle esperienze che in parte già molte parrocchie hanno fatto o stanno sperimentando magari con fatica: le scuole di
formazione socio politica per preparare dei
laici pronti ad una cittadinanza attiva che
sappia abitare il territorio e colloquiare con
le altre istituzioni, le case di accoglienza a
persone in stato di bisogno, la possibilità
di conoscere le famiglie per invogliarle ad
incontrare l’altro, la promozione di una pastorale del condominio, della condivisione.
Dalla sintesi emerge che queste relazioni
buone che ci troviamo ad abitare nelle nostre comunità parrocchiali, e che dobbiamo rilanciare praticamente nella vita di
tutti i giorni, possono essere sintetizzate da
alcuni verbi: ascoltare, lasciare spazio, accogliere.
Io credo che questo noi già nelle nostre comunità lo stiamo facendo, ma ancora manchi la consapevolezza dell’importanza di
tali gesti, che accorciano le distanze, che
permettono alle persone di entrare in relazione, per poi sentirsi accompagnati nella
vita di tutti i giorni.
Lo stesso card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nella sua relazione finale ha
invitato tutti e i 2200 convegnisti "ad accogliere e a mettere in pratica il vigoroso e paterno invito alla missionarietà che le viene
dal Papa. Una Chiesa "in uscita", cioè umile e inquieta, capace di prendersi cura non
tanto di se stessa, ma degli uomini e delle
donne del nostro tempo, a partire dagli ultimi, dagli "scartati". Una Chiesa che per
annunciare il Vangelo nei diversi ambienti
si apre più che mai all’"incontro" e vuole
contare sulla creatività dei giovani e su un
rinnovato protagonismo dei laici".
Se saremo in grado di cambiare atteggiamento, di aprirci a queste novità, anche facendo le solite attività parrocchiali, allora
avremo fatto, a mio modesto parere, un
grande passo in avanti e saremo riusciti a
capire come abitare le nostre comunità,
grandi o piccole che siano.
L’impressione che ho avuto e che è emerso
anche dai tavoli di lavoro, è che c’è una
gran fame di "abitare" che, accompagnato
ad un "uscire" consapevole, ci permetterà
veramente di "annunciare" la Parola di Dio
senza porci tanti problemi, facilitando anche l’azione educativa, che necessita chia-
Speciale Firenze
Le vie
del nuovo
Umanesimo
ramente dell’adozione di nuovi strumenti,
per trasmettere i concetti educativi e pedagoci di base in una forma che raggiunga i
più e che si dimostri attraente verso coloro
che la ascoltano.
A mio avviso non bastano più le azioni intraprese per garantire una casa per tutti,
occorre adottare un nuovo stile, che ci permetta di entrare in empatia con l’altro e fra
le diverse comunità in sinergia con le istituzioni, troppo spesso incapaci di sopperire all’effettivo bisogno delle persone.
Per abitare è necessario relazionarsi con
l’altro, altrimenti rimarremo delle comunità vuote, che non riescono più a dialogare
e quindi faremo rimanere lettera morta
una Parola così importante come è quella
della "Parola di Dio".
Ma alla base di tutto non può mancare
l’amore che ci spinge a dialogare con l’altro, che ci permette di "andare a casa" di
chi non conosciamo, di farci conoscere, di
aprire nuovi orizzonti.
Michela Becci
EDUCARE
Una parola significativa che è stata evocata più volte nel corso del Convegno è "sinodalità"; è proprio questo che, secondo
me, riassume maggiormente l’esperienza
vissuta a Firenze: un "sinodo" tenuto da
tutta la Chiesa italiana, tra vescovi, presbiteri, laici tutti in una sola assemblea rappresentativa e tutti espressione, a uguale
titolo, della Chiesa. E’ stata infatti una circostanza in cui non si è avvertita alcuna distinzione tra il "vertice" e la "base", in
quanto tutti eravamo a formare la grande
base da cui far nascere il Nuovo Umanesimo, in Gesù Cristo.
Come delegato per il verbo "educare" posso riferire alcuni stralci della sintesi complessiva - ossia la Relazione di Suor Pina
Del Core, FMA, Preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium affiancando anche alcuni stralci del mio
Tavolo di lavoro:
RELAZIONE: partendo dalla consapevolezza della "nativa vocazione della Chiesa
ad essere comunità che educa, che vive
coerentemente la propria fede come dono
ricevuto e come consegna per le nuove generazioni", "la comunità cristiana punta
sull’educazione integrale della persona e
sulla credibilità dell’educatore che si pone
innanzitutto come testimone, come chi è
stato lui per primo ’educato’ da Cristo e ha
trovato in Lui il senso della sua vita". Occorrono riconoscere ed evitare "due tentazioni indicate da papa Francesco nel suo
discorso nella Cattedrale di Firenze si applicano bene anche all’educazione: c’è il rischio cioè da una parte di privilegiare l’attivismo
e
di
cedere
ad
una
"burocratizzazione impersonale" delle dinamiche formative; dall’altra, di
assecondare una certa tendenza all’astrazione e all’intellettualismo slegato
dall’esperienza".
"Priorità ineludibile è la formazione degli
adulti, o meglio degli educatori, perché
prendano in mano la propria primaria responsabilità educativa nei confronti delle
nuove generazioni, curando anche la propria formazione personale (autoformazione).
L’attenzione alla famiglia e l’accompagnamento delle famiglie resti una priorità nella progettazione pastorale delle comunità
ecclesiali locali".
TAVOLO: "Nella concreta azione educativa
e preventiva particolare attenzione viene e
va riservata ancor di più alla famiglia. Si avverte il bisogno urgente di un suo passaggio da oggetto a soggetto della pastorale,
attraverso un strategia che ne consenta
l’accompagnamento in tutto il suo percorso e non solo nei tempi forti (preparazione
al matrimonio, battesimo etc.), anche allo
scopo di restituirle il ruolo di primo soggetto educante. In tal senso si annoverano
varie esperienze che vedono al centro famiglie che si pongono al servizio delle altre
in percorsi di formazione che passano anche attraverso l’accompagnamento e la
condivisione".
RELAZIONE: "Un’altra linea fondamentale
va nella direzione di investire nuove energie per rinnovare la formazione dei sacerdoti, dei religiosi/e e dei laici, anche mediante momenti formativi comuni tra
Sabato, 21 novembre 2015
7
Una Chiesa
in “uscita”,
cioè umile
e inquieta,
capace
di prendersi
cura non tanto
di se stessa,
ma degli
uomini
e delle donne
del nostro
tempo, a partire
dagli ultimi,
dagli “scartati”
presbiteri, famiglie e consacrati".
TAVOLO: "occorre creare momenti di formazione alla pari (sacerdoti, religiosi, laici)
in cui rileggere alla luce del Vangelo la propria esperienza e poter così elaborare e realizzare insieme (in rete) dei progetti educativi attenti alle povertà e ai nuovi bisogni".
RELAZIONE: "Non va considerato concluso, inoltre, il processo di rinnovamento dell’iniziazione cristiana e dei suoi strumenti,
a partire da quelli catechistici".
TAVOLO: "L’iniziazione cristiana non dovrebbe limitarsi al solo catechismo rivolto
ai bambini ma coinvolgere sempre più le
stesse famiglie in percorsi comuni e integrati: catechismo a rotazione nella casa di
ogni bambino, momenti comuni di formazione figli/genitori". "Ripensare la catechesi dell’iniziazione cristiana come punto di partenza di una educazione
permanente ponendo al centro, nell’intero
percorso, la famiglia come luogo naturale,
fisico e sociale perché la famiglia possa diventare soggetto della pastorale ordinaria".
Denis Delbello
8
Sabato, 21 novembre 2015
Speciale Firenze
Il dopo-Convegno
Il modo migliore
per dialogare? Fare
qualcosa insieme!
I
n questa settimana mi hanno
Questo Convegno probabilmente
scritto in tanti.
non ci lascia grandi documenti;
Per chiedermi se ho visto il
Papa, se l’ho visto da vicino, se
sarebbe auspicabile che ci lasciasse
dal vivo è diverso da come appare
un metodo di lavorare, di camminare,
in tv.
Ho risposto di sì, l’ho visto, ho
insieme per aiutarci reciprocamente
avuto la fortuna di vederlo da
a costruire una Chiesa
vicino.
E ho ripensato al momento del suo
veramente in uscita
arrivo nel Duomo di Firenze, ai
delegati assiepati lungo la navata
particolare attenzione ai poveri, alla ricerca del bene
che applaudivano, fotografavano, acclamavano il
comune, ai giovani, invitati a superare l’apatia, a
Pontefice; a tutte quelle persone, me compresa, così
impegnarsi, immergersi nel dialogo sociale e politico,
serie e composte nella vita di tutti giorni che sono
a "non guardare dal balcone la vita".
balzate sulle sedie pur di intravedere per un attimo,
Un discorso che soprattutto invita all’incontro e al
per cercare di incrociare lo sguardo per un secondo
dialogo, ricordandoci che "le nostre stesse
con l’uomo che, con la forza delle sue parole e del suo
formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un
esempio, sta cercando di far cambiare marcia alla
incontro tra culture, comunità e istanze differenti".
Chiesa. Perché quello che alla fine resta del momento
Consapevoli che il miglior modo per dialogare è
più importante di questo Convegno, sono le parole, la
quello di fare qualcosa insieme.
forza e il vigore con cui sono state pronunciate.
E i delegati hanno cercato di metterlo in pratica da
Un discorso programmatico per la Chiesa italiana che
subito, nell’ambito dei lavori di gruppo, ma anche nei
dovrà essere riletto e approfondito, viste le numerose
momenti di pausa, di condivisione.
sollecitazioni che offre.
Certi che non saranno le belle parole a cambiare le
Un discorso che si rivolge a pastori e gregge, in
cose, che nessuno ha in tasca la soluzione pronta e
quanto cristiani e in quanto cittadini responsabili e
perfetta; ma pronti a raccontare e a porsi in ascolto, a
consapevoli delle proprie azioni e scelte; con una
condividere e a mettersi in gioco. Ponendo
l’attenzione (e non siamo abituati a farlo) su quello
che funziona, quello che di buono già c’è; perché a
criticare siamo bravi tutti, soprattutto nella polemica
fine a sé stessa che però non porta a nessun
cambiamento. Questo Convegno probabilmente non
ci lascia grandi documenti o proclami; sarebbe
auspicabile che ci lasciasse un metodo, un modo di
lavorare, di camminare, insieme.
Pur consapevoli delle diversità, della varietà delle
situazioni, dei problemi e delle soluzioni possibili, ma
anche certi che solo aiutandoci reciprocamente a
camminare insieme potremmo costruire una Chiesa
veramente in uscita, portatrice di un messaggio e di
un annuncio che sappia essere attuale anche oggi.
Martina Valentincic
Società
dalla prima
Due indicazioni precise a cui
cerchiamo, di settimana in
settimana, di rispondere
realizzando i numeri di Voce
Isontina che giungono nelle
vostre case e sviluppando
ulteriormente il sito internet
www.voceisontina.eu (che sta
registrando un numero di
accessi in continuo aumento)
inteso anche come contenitore
di quegli approfondimenti che
per motivi di spazio e di tempo
Sabato, 21 novembre 2015
✎ L’EDITORIALE | Una Voce per rompere il silenzio
non possono essere accolti
nell’edizione cartacea.
Come slogan della Giornata di
Voce 2015 e della Campagna
abbonamenti 2016 abbiamo
voluto scegliere una frase di
papa Francesco: "Non cadiamo
nell’indifferenza che umilia,
nell’abitudinarietà che
anestetizza l’animo e
impedisce di scoprire la novità,
nel cinismo che distrugge.
Apriamo i nostri occhi per
guardare le miserie del mondo,
le ferite di tanti fratelli e sorelle
privati della dignità e
sentiamoci provocati ad
ascoltare il loro grido di aiuto".
Il settimanale diocesano è
apparentemente ben piccola
cosa se raffrontato ad altri
mezzi attraverso cui oggi il
mondo comunica; lo è ancora
di più se edito in una realtà
di Mauro Ungaro
territorialmente non molto
estesa come quella della
nostra diocesi. Ma la sua Voce
può dare voce a quanti
altrimenti rimarrebbero afoni,
aiutando a rompere quel
silenzio che la
"globalizzazione
dell’indifferenza" diffonde e
che fa così comodo a tanti.
Per farlo, però, abbiamo
bisogno prima di tutto del
9
sostegno e della vicinanza dei
nostri lettori. Di chi sottoscrive
l’abbonamento e di chi
acquista la sua copia in chiesa
o in edicola.
Piccoli gesti che non
consideriamo mai scontati,
soprattutto in tempi di
ristrettezza economica come
quelli che le nostre famiglie
stanno vivendo da troppo
tempo.
A tutti- anche per questo - il
"grazie" più sincero.
[email protected]
Domenica 22 la Giornata del nostro settimanale
Cari lettori,
è ormai diventato una tradizione questo nostro dialogo con cui, nella Giornata di Voce, la redazione fa il punto sull’ultimo anno di attività ed anticipa
alcune delle novità per i prossimi dodici mesi.
Dal primo numero di dicembre saremo
costretti a ritoccare i prezzi: quello della singola copia passerà da 1 euro a 1,20
euro mentre l’abbonamento per il 2016
passerà da 45 a 48 euro. Le quote erano
ferme dal gennaio 2002: abbiamo cercato di rinviare il più possibile questo
adeguamento nonostante in questo periodo le tariffe per la spedizione postale
siano aumentate del 500%, il costo delle spese tipografiche di quasi il 50% a
fronte della riduzione di oltre l’80% del
contributo statale per l’editoria.
Alla fine anche noi abbiamo dovuto cedere, ultimi fra i settimanali del nordItalia (che in alcuni casi, anche a noi territorialmente vicini, hanno da tempo
portato il prezzo di una copia a 1,50 euro).
Nonostante il periodo di crisi, speriamo
che questo onere economico che chiediamo ai lettori non faccia venire meno
il rapporto instaurato sino ad oggi. Abbiamo veramente bisogno del sostegno
di tutti i lettori perchè Voce continui ad
essere voce della nostra Chiesa e della
società del nostro territorio.
Questi ultimi mesi sono stati segnati da
una serie di cambiamenti importanti
nella vita del nostro settimanale.
Abbiamo rinnovato innanzitutto la veste grafica ottenendo molti consensi ed
apprezzamenti.
Non sono mancate le (giuste!) critiche,
Un anno
conVoce
Grazie al potenziamento
delle redazioni locali,
è stato possibile rispondere
a quella richiesta di maggiore
attenzione al territorio rivoltaci
da molti operatori pastorali
specie per quanto riguardava la tipologia della carta usata inizialmente: proprio le vostre segnalazioni ci hanno portato a scegliere successivamente una
carta diversa, con maggiore percentuale di bianco, che permette una maggiore leggibilità. Ringraziamo per queste e
le altre segnalazioni, suggerimenti ma
anche per le critiche (sempre costruttive) che settimanalmente riceviamo: ci
aiutano a migliorare il nostro lavoro,
cercando di rispondere alle attese di tutti i lettori.
Notevole successo ha ottenuto anche il
sito www.voceisontina.eu come testimoniato dall’incremento costante nel
numero di accessi. Dopo la fase iniziale
di sperimentazione, dal primo dicembre l’accesso completo (in particolare
allo sfogliatore) sarà riservato ai soli ab-
bonati. Per ottenere le password di accesso, una volta rinnovato l’abbonamento, sarà sufficiente inviare un’email
a [email protected]. Tale innovazione permetterà, fra l’altro, di offrire
agli abbonati anche quegli approfondimenti e speciali che, per ovvii, motivi di
spazio, non possono trovare spazio sull’edizione cartacea.
Ma la vera novità – come avrete senz’altro avuto modo di apprezzare – è l’aumento dello spazio dedicato alle notizie
provenienti dai decanati della diocesi.
Grazie all’avvio del potenziamento delle redazioni locali, è stato possibile rispondere a quella richiesta di maggiore
attenzione al territorio rivoltaci da molti lettori, sacerdoti ed operatori pastorali.
Abbiamo cercato di dare sempre maggiore spazio alle “buone notizie” - come
sottolinea il direttore nel suo editoriale
- provenienti dalla quotidianità delle comunità parrocchiali e della Chiesa diocesana.
Certamente non è venuta meno l’attenzione alla Chiesa universale (ed in particolare al Magistero di papa Francesco
che così profondamente sta segnando
questo inizio del terzo
millennio per la Chiesa) ma anche alle
grandi problematiche che la società globalizzata pone all’attenzione di ciascuno di noi. Prima fra tutte quella migrazione di interi popoli in fuga dalle
guerre e dalla fame che così intensamente sta interessando il territorio della nostra diocesi.
Per continuare nel nostro impegno abbiamo bisogno del vostro sostegno nella convinzione che
una Chiesa che perde il proprio settimanale è una Chiesa afona.
La redazione
Prosegue - dopo il successo degli anni scorsi - la proposta di una tariffa
"sostenitore" che permetta di far giungere Voce a chi ne rimarrebbe privo
Le "istruzioni" per la Giornata
A
nche quest’anno, nella domenica di Cristo Re, tutte le comunità della diocesi sono invitate a
celebrare la Giornata di sostegno e promozione del settimanel.
Abbonamento
In tutte le copie i lettori troveranno il
bollettino per rinnovare
l’abbonamento.
Chi ne fosse rimasto privo, senza potrà
richiederlo presso la sede di "Voce".
I prezzi dell’abbonamento sono:
- abbonamento ordinario + accesso
all’area riservata dell’edizione digitale:
euro 48;
- abbonamento sostenitore + accesso
all’area riservata dell’edizione digitale:
euro 60;
. abbonamento benemerito + accesso
all’area riservata dell’edizione digitale:
euro 100.
Per l’estero le quote sono di euro 115
per i Paesi europei e di euro 135 per
quelli extraeuropei.
Le offerte della Giornata
Ricordiamo ai parroci ed ai
responsabili amministrativi delle
parrocchie, che le offerte raccolte nella
Giornata durante le messe parrocchiali
potranno essere versate:
- presso la sede di Voce Isontina o
l’Ufficio Cassa della Curia;
- tramite bonifico bancario sul cc
presso la Cassa di Risparmio del Friuli
Venezia Giulia, Agenzia 1 di Gorizia IBAN: IT 88 E 06340 12411
07402006889B
- sul c.c. postale n. 10656494 intestato
a Voce Isontina via Arcivescovado, 4 Gorizia
Per motivi fiscali di bilancio, invitiamo
a versare quanto raccolto entro il 31
dicembre 2015.
La tariffa "sostenitore"
L’aumento delle spese postali ed i
ridotti contributi da parte dello Stato ci
hanno costretto ormai da alcuni anni a
ridurre il numero delle copie inviate in
omaggio a quanti, in Italia e all’estero,
ci chiedevano di ricevere "Voce"
gratuitamente: biblioteche, scuole,
case circondariali,c omunità dove sono
presenti religiosi che hanno vissuto
per periodi più o meno lunghi nella
nostra diocesi mantenendo con essa
legami di amicizia.
Sono però anche molte le persone soprattutto anziane - che, dopo spesso
decenni di fedeltà al settimanale ci
comunicano di non poter rinnovare
l’abbonamento a causa della crisi
economica.
Dopo l’adesione degli anni scorsi,
proponiamo anche quest’anno la
tariffa "Sostenitore" di 60 euro: 12 soli
euro oltre la tariffa normale
dell’abbonamento che permetteranno
però di sostenere il giornale e di
contribuire a farlo arrivare anche a chi
altrimenti ne resterebbe senza.Grazie
sin d’ora a tutti anche a nome di chi
beneficerà di tale iniziativa !
10
Società
Sabato, 21 novembre 2015
Una guerra
"mondiale"
combattuta "a pezzi"
C’è un fronte eminentemente culturale, un fronte
in cui si combatte una battaglia che ha al centro
la natura dell’uomo, il suo senso e il suo destino
G
li attentati terroristici a Parigi
non segnano l’inizio di una guerra, sono piuttosto un’altra battaglia della "guerra mondiale a
pezzi" che Papa Francesco ha denunciato
mesi fa e che da anni sta frantumando il sistema internazionale, convivendo con la
globalizzazione e anzi essendo paradossalmente legata a essa in vari modi. Proprio perché si tratta di un fenomeno allo
stesso tempo "mondiale" e "a pezzi", serve capacità di discernimento per comprendere una situazione molto complessa
e serve un nuovo modo di pensare per affrontarla. Non stiamo vivendo un’epoca di
cambiamenti, ma stiamo vivendo un cambiamento di epoca, come ha detto il Papa
"Serve capacità
a Firenze, in un contesto che nulla aveva a
di discernimento
che fare con il terrorismo, ma mostrando la
consueta visione complessiva di lungo peper comprendere
che non si lascia schiacciare sul paruna situazione complessa" riodo,
ticolare e sul contingente.
Gli attentati di Parigi, così come quelli nel
di Stefano Costelli
quartiere sciita di Beirut e l’abbattimento
dell’aereo russo decollato da Sharm elSheikh, sono collegati a quanto avviene in
Siria e in Iraq, ossia alla lotta ingaggiata contro l’Isis.
Siamo davanti a una guerra che si combatte su tre fronti: quello più convenzionale e prettamente militare si trova in Medio Oriente. C’è poi un fronte militare
non convenzionale che si combatte a casa nostra con l’attività di intelligence, in
società sempre più multiculturali che non sempre sono in grado di rispondere
adeguatamente alle sfide poste dalla trasformazione epocale della loro natura.
Infine c’è un fronte eminentemente culturale, un fronte in cui si combatte una
battaglia delle idee, una battaglia che ha al centro la natura dell’uomo, il suo senso e il suo destino. Questo fronte è ovviamente transnazionale, globale, e collega gli altri due.
Il fronte militare è il più facile da comprendere e probabilmente anche da affrontare, a patto di volerlo fare davvero. L’origine dell’Isis è complessa come il
quadro globale in cui si inserisce. Ogni movimento armato ha bisogno per nascere di
un ambiente che ne favorisca lo sviluppo e
di un’ideologia che lo guidi.
La nascita dell’Isis è legata a una serie di
errori commessi da molti attori: dittatori
locali, potenze regionali che si combattono
per procura, stati occidentali che con politiche avventuristiche e interessate hanno
destabilizzato aree intere del Medio Oriente e del Nord Africa.
Ormai però è inutile recriminare sul passato. L’Isis non si inserisce (seppure con la
forza) nelle logiche del sistema internazionale così come lo conosciamo, ma mira a
sovvertirlo, peraltro con metodi di inaudita brutalità. Per questo motivo è necessario
fermarlo. Finalmente, sembra che fra la
Conferenza di Vienna sulla Siria e il G-20 in
Turchia si stia sviluppando una trama diplomatica che coinvolge tutti gli attori importanti dell’area, compresa l’Arabia Saudita e l’Iran.
Sul secondo fronte, quello del terrorismo
in Europa e negli Stati Uniti, è necessario
intensificare l’attività d’intelligence e fare
di tutto per fermare le cellule terroristiche
mentre si stanno organizzando, perché
presidiare ogni possibile obiettivo di attentati è tecnicamente infattibile. I terroristi si
muovono da uno stato all’altro, comunicano, collaborano. E’ fondamentale pensare e
agire all’unisono, aumentare la collaborazione fra i servizi e i corpi di polizia, come
nell’indagine che ha portato all’arresto di
17 persone in tutta Europa proprio la scorsa settimana. È però cruciale anche ripensare le nostre società, trovare forme giuste
ed efficaci di gestione della multiculturalità, perché (per usare una sola immagine)
le banlieue parigine sono nelle stesse pessime condizioni in cui versavano dieci anni fa, all’epoca delle famose rivolte. Qui
giungiamo al terzo fronte, il fronte culturale e ideale. L’Europa, è ancora in grado di
proporre un’idea di società fondata sul rispetto per ogni vita, che esca dall’egoismo,
sia rivolta alla solidarietà, sia davvero integralmente umana e dunque incomparabilmente più giusta e attraente dell’odio propagandato dai fanatici dell’Isis? Solo se
vinceremo questa sfida per una nuova Europa e una nuova epoca insieme ai musulmani contrari al terrorismo che abitano fra
noi, potremo vincere la "terza guerra mondiale a pezzi".
Il massacro dei civili a Parigi: non solo parole e immagini
I
l dito sulla tastiera del computer
vorrebbe scorrere per scrivere
qualche pensiero, qualche parola
sulla strage di Parigi. Sarebbe più
che normale e giusto ma, ai bordi della
cronaca, accade a volte qualcosa che
invita a fermarsi. Un fiume di parole
sta correndo attraverso i media ed è
bene che sia così. Perché allora una
sosta che potrebbe essere intesa come
difficoltà o incapacità di esprimere un
pensiero dopo tanto sgomento e tanta
paura?
Forse perché, ai bordi della cronaca, ci
si può, a volte, fermare per distinguere
la voce del Nulla nel rumore delle armi
dalla voce dell’Infinito nel rumore di
porte che si aprono.
Due rumori contrapposti nella stessa
notte, mentre sul terreno ci sono corpi
senza vita e si sentono urla disperate.
Ma come raccontare con il linguaggio
dei media queste voci, questi rumori?
Il massacro di Parigi esige il racconto
della disumanità di chi spara e con
non minor forza esige il racconto
dell’umanità di chi invia messaggi e
compie gesti di solidarietà.
Perché vincano la speranza e la
fiducia.
E adesso?
Non a caso così titolava a tutta pagina
un quotidiano nazionale italiano due
giorni dopo la strage.
È la stessa domanda che ci si pose l’11
settembre 2001 con l’attentato alle
Torri Gemelle.
È la stessa domanda che ci si pose di
Quel silenzio
notturno...
fronte alla catasta di cadaveri nei campi di
sterminio nazisti o di fronte ai corpi umiliati
e straziati nelle carceri e nei gulag del
comunismo.
"E adesso? È la stessa
domanda che ci si pose
l’11 settembre 2001
con l’attentato
alleTorri Gemelle"
Le risposte sono note ma il male, la
crudeltà, la disumanità le hanno
cancellate e le cancellano in fretta.
Gli attentati terroristici rivendicati
dall’Isis ne sono una tragica conferma.
E adesso? Questa domanda diventa, ai
bordi della cronaca, un invito a
rallentare, seppur provvisoriamente, la
gara mediatica.
Ci sono certamente parole vere che
corrono lungo le autostrade
dell’informazione ma che non
possono essere in grado di rispondere
ai perché esistenziali. D’altra parte, ci
sono risposte che non vanno cercate
nei media che possono portare fino
alla soglia del mistero ma poi cedono il
passo alla ricerca, lasciano il passo al
silenzio. Essi per primi sono
consapevoli della loro inadeguatezza e
sanno che non è loro compito varcare
quella soglia.
Così, nel silenzio che sale ai bordi della
cronaca quasi impercettibilmente
arriva, tra le altre, la domanda di Elie
Wiesel dopo il suo incontro con il male
nei campi di sterminio nazisti. “Ho
capito lo sdoppiamento
dell’interrogazione che l’uomo
moderno subisce: come ho diritto di
domandare al Giudice di tutti gli
uomini perché hai permesso
Auschwitz così lui ha diritto di
domandarci: perché avete rovinato la
mia creazione? Con che diritto avete
tagliato gli alberi della vita per farne un
altare alla gloria della morte?”
La sosta silenziosa ai bordi della
cronaca del massacro di Parigi invita
alla rilettura delle parole di Elie Wiesel:
“Mai dimenticherò quel silenzio
notturno che mi ha tolto per l’eternità
il desiderio di vivere. Mai
dimenticherò quegli istanti che
assassinarono il mio Dio e la mia
anima, e i miei sogni, che presero il
volto del deserto. Mai dimenticherò
tutto ciò, anche se fossi condannato a
vivere quanto Dio stesso. Mai”.
Parole che riempiono di voci il silenzio
ai bordi della cronaca di una notte di
terrore. Un silenzio breve, una sosta
necessaria per riprendere il cammino,
per dare una risposta di speranza alla
domanda: “E adesso?”.
Paolo Bustaffa
Chiesa Locale
✎ LA PAROLA DELLA DOMENICA |
XXXIV^ dom. T.O. - Cristo Re
A
conclusione dell’anno
liturgico, la Chiesa celebra
la festa di Cristo Re. Celebra
cioè Cristo risorto ed asceso al
cielo che dal Padre ha ricevuto
ogni potere in cielo e in terra e
che estende, così, la sua signoria
sull’intero universo.
Il testo che la Liturgia ci propone
lo troviamo nel Quarto Vangelo:
Giovanni dedica i i capitoli 18-19
alla passione di Gesù. Il temaguida è quello della regalità. In
questa scena, in particolare,
Gesù si dichiara Re della Verità.
Iniziamo con una domanda: in
che senso Gesù è Re? È Re
perché non solo è scelto e
inviato da Dio (come Davide),
ma perché è lui stesso il Figlio di
Dio. È Re perché non si impone
con la violenza e il sopruso, ma
con la forza dell’amore: "Beati i
miti perché avranno in eredità la
terra" (Mt 5,5). Proprio per
questo sarà anche giudice:
proprio perché ha donato tutto
se stesso può chiedere a noi
molto. A volte farebbe più
comodo avere un re che
schiaccia la libertà e impone con
la violenza il suo volere, perché
di fronte a una tale situazione è
giustificata la ribellione, ma di
fronte a Gesù, mite e umile di
cuore, la ribellione è disarmata
in partenza, si è conquistati
dall’amore e a colui che ha
donato tutto se stesso non si può
che rispondere donando tutto,
accogliendolo senza riserve.
Colpisce, poi, in seconda
battuta, il dialogo/confronto tra
Gesù e Pilato. Probabilmente per
11
Agenda
di Mons. Paolo Nutarelli
Gesù Cristo,
Re della Verità
il procuratore romano è un
dialogo come altri all’inizio:
interroga Gesù per dovere,
chissà, forse, per correttezza ma
probabilmente non si aspetta
nulla da questo interrogatorio, se
non la conferma di ciò che già
pensa del suo scomodo
imputato.
Potremmo fermarci un istante e
chiederci se anche il nostro
incontro con Cristo è
semplicemente un dovere o un
mettere a posto la coscienza o,
invece, una continua ricerca in
Lui di un rapporto vero,
profondo, autentico.
In questo incontro è probabile
che Pilato intuisca qualcosa ma,
poi, non ha la forza di
continuare. Ha paura ad andare
avanti e, come se si fermasse
sull’uscio della porta ma
qualcosa gli impedisse di
entrare. La Fede in Cristo è un
continuo approfondire; non c’è
meta o traguardo. È necessario,
però, avere il coraggio di osare,
di andare "oltre" e di non
fermarsi.
il versetto 37 ci aiuta a
comprendere il significato della
regalità di Gesù. Infatti qui si
esplicita la missione stessa del
Agenda
■ Domenica 22
Gruppo Samuel
Domenica 22 novembre ci sarà il secondo
appuntamento con il Gruppo Samuel, il
gruppo di giovani che vogliono vivere la
vita come vocazione e sono disposti ad
interrogarsi a 360° su ciò che il Signore
desidera per loro.
L’incontro inizia alle 16.00 presso il
convento delle suore di Nostra Signora in
via S. Chiara a Gorizia. Parte centrale del
pomeriggio è l’approfondimento di un
testo del vangelo di Luca commentato da
sr. Rosangela e poi lasciato alla preghiera
personale. Seguirà un tempo di
condivisione e qualche istruzione sulla
vita spirituale.
La giornata si concluderà con un
momento di fraternità. Per maggiori
informazioni:
[email protected]
■ Lunedì 30
Zelatrici
Signore: "per questo sono nato,
per rendere testimonianza alla
verità. Chiunque è dalla verità,
ascolta la mia voce".
Come per Pilato anche per noi
nasce sposate la domanda: che
cos’è la verità?. Quando Ponzio
Pilato chiese a Gesù: "Cos’è la
verità?" Gesù rimase in silenzio.
Gesù rimase in silenzio non
perché la verità non esiste, ma
perché la verità è tanto vasta da
essere indefinibile. La verità è
immensa, enorme e non può
essere confinata in una parola,
a forma ideale per ricevere
l’eucarestia è sotto le due specie
del pane e del vino. Lo dice molto
chiaramente l’introduzione
generale al Messale Romano: "La santa
comunione esprime con maggior
pienezza la sua forma di segno, se viene
fatta sotto le due specie. Risulta infatti
più evidente il segno del banchetto
eucaristico" e la rispondenza del rito
liturgico al comando del Signore.
Per questa ragione la Chiesa consente di
dare la comunione sotto entrambe le
specie in occasione di ogni
"celebrazione particolarmente
espressiva del senso della comunità
cristiana".
Per ragioni di comodità nel contesto
italiano è molto raro vedere comunità
non può essere ridotta al
linguaggio. Esiste. Riprendendo
Silvano Fausti, "Pilato è
chiamato, come tutti, ad uscire
dalla menzogna ed ascoltare la
voce di colui che è verità. Gesù è
il pastore, il Pastore buono bello:
viene a liberare le sue pecore,
chiamandole per nome".
Nel Pane che spezziamo
chiediamo la capacità di
superare le difficoltà della nostra
vita e , soprattuto, possiamo
riscoprire che solo in Cristo, via,
verità e vita, c’è la vera salvezza.
❚❚ Martedì 1° e mercoledì 2 dicembre
I segni della GMG in diocesi
N
el cammino dei giovani della diocesi di quest’anno una tappa importante sarà la visita del Crocefisso di S. Damiano e della
Madonna di Loreto che stanno girando
tutte le diocesi italiane.
Nella diocesi di Gorizia la Croce e la Madonna saranno presenti l’1 e 2 dicembre:
arriveranno da Udine e poi andranno a
Trieste.
Il luogo di consegna la mattina del 1° dicembre sarà il Seminario Interdiocesano
di Castellerio.
Nel pomeriggio dello stesso giorno un
gruppo di giovani porterà questi segni
nella Casa Circondariale di Gorizia.
Il momento più importante, e che vorrebbe coinvolgere tutti i giovani della diocesi, sarà martedì 1° dicembre a comin-
✎ FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS |
Come si riceve la comunione
con il Corpo e il Sangue di Cristo?
L
Sabato, 21 novembre 2015
che in forma abituale distribuisce
l’eucarestia nel Corpo e Sangue di Cristo,
ma sarebbe auspicabile che diventi parte
della vita ordinaria delle parrocchie.
La comunione sotto le due specie può
essere fatta per intinzione: il ministro
della comunione intinge la particola nel
calice dicendo "il Corpo e il Sangue di
Cristo" e la porge al fedele che la riceve
direttamente in bocca e dice: "Amen".
Oppure si può fare la comunione sotto le
due specie assumendo separatamente il
Corpo che può essere ricevuto in mano o
in bocca e come al solito
all’acclamazione "Corpo di Cristo" si
risponde "Amen" e poi ci si sposta dal
ministro che ha il calice.
Porgendo il calice viene detto "Sangue di
Cristo" a cui si risponde "Amen". Il calice
ciare dalle 20.00 presso la parrocchia della Marcelliana a Monfalcone.
Il ritrovo sarà alla Casa della Gioventù dove si inizierà con un insieme di teatro e
dinamiche di gruppo che permetterà di
conoscere da vicino questi segni importanti per la storia della spiritualità in Italia. La seconda parte della serata si svolgerà nella vicina chiesa dove si ascolterà
la parola del vescovo e dove sarà possibile, per chi lo desidera, accedere al sacramento della Riconciliazione.
Nel giorno di mercoledì 2 dicembre il Crocefisso e la Madonna saranno ospiti del
monastero Totus Tuus Maria di piazza S.
Antonio a Gorizia e nel pomeriggio viaggeranno verso il Collegio del Mondo Unito di Duino dove ci sarà un incontro ecumenico.
di Don Nicola Ban
Con regolarità in molte
parrocchie e comunità della
diocesi si prega perché i
giovani vivano la propria vita
come vocazione e perché coloro
che sono chiamati al sacerdozio
abbiano il coraggio di
rispondere "eccomi". A livello
diocesane sono le Zelatrici del
Seminario a mantenere viva la
preghiera per le vocazioni. Il
nome "zelatrici" è un po’
fuorviante, perché sono
presenti sempre anche diversi
uomini che hanno a cuore la
stessa missione.
Il prossimo appuntamento sarà
lunedì 30 alle 15 presso la
chiesa del S. Cuore in via Nizza
a Gorizia. Come al solito ci sarà
un tempo di adorazione
guidata e poi la possibilità di
stare un po’ insieme e di
ricevere i biglietti di auguri
scritti dall’arcivescovo. Sarà
possibile parcheggiare nel
cortile di Stella Matutina.
Dall’agenda dell’arcivescovo
Domenica 22
Novembre
- 11.15, Cervignano, Parrocchia di S.
Michele Arcangelo: celebrazione del
sacramento della Confermazione di
adulti del Decanato di Aquileia,
Cervignano e Visco.
- Nel pomeriggio, presso l’Istituto di
Nostra Signora a Gorizia, incontro del
Gruppo Samuel.
Lunedì 23 Novembre
- 11.00, Sinagoga di Gorizia:
Commemorazione 72° anniversario
deportazione comunità ebraica di
Gorizia.
- 20.00, Cormons: incontro sulle Unità
Pastorali.
Martedì 24 Novembre
- Zelarino: Incontro della Conferenza
Episcopale Triveneta.
Mercoledì 25
Novembre
- In mattinata, in Arcivescovado:
udienze libere riservate ai soli
sacerdoti.
- Nel pomeriggio, incontro con un
sacerdote nel luogo del suo ministero.
- 20.30, Ronchi, Parrocchia S. Lorenzo:
Coordinamento di Pastorale Giovanile
Giovedì 26 Novembre
- 10.00, Arcivescovado: Collegio dei
Consultori
- 12.00, Arcivescovado: Giunta del
Consiglio Presbiterale.
viene preso in mano dal fedele che può
assumere il Sangue. Chiaramente se
qualcuno preferisce non ricevere il vino,
o se ci sono dei motivi per non bere al
calice (malattie, rossetto
particolarmente abbondante...) può
sempre evitare la comunione con il
Sangue di Cristo.
Visto che si tratta di un gesto di
comunione bisogna avere attenzione nel
bere una quantità moderata in modo
lasciarne anche agli altri.
Venerdì 27 Novembre
- In mattinata, in Arcivescovado:
udienze.
- 18.00, Gradisca, Parrocchia di S.
Valeriano: S. Messa Patrono
Sabato 28 Novembre
- 15.30, Arcivescovado: Consiglio
Pastorale Diocesano.
12
Chiesa
Sabato, 21 novembre 2015
Appuntamento dal 22 al 25 aprile
Monfalcone
Giubileo dei ragazzi:
anche la diocesi
sarà presente a Roma
■ R.n.S.
T
ra i grandi eventi che
caratterizzeranno la
celebrazione del Giubileo della
Misericordia a Roma ci sarà
anche un appuntamento riservato in
modo particolare ai ragazzi dai 13 ai
16 anni.
Mentre per i giovani sopra i 16 anni
sarà possibile partecipare alla
Giornata Mondiale della Gioventù che
quest’anno si terrà a Cracovia e che
sin d’ora si preaannuncia come
l’evento più grande e importante del
Giubileo, per i cresimandi o i
cresimati ci sarà questa tre giorni a
Roma il 23-24-25 aprile 2016.
Il programma prevede la partenza
dalla nostra diocesi nel pomeriggio di
venerdì 22 aprile con dei pullman
organizzati a livello diocesano.
La sistemazione avverrà nei luoghi
messi a disposizione
dall’organizzazione che prevede
l’alloggio molto spartano a terra dove
dormire con stuoino e sacco a pelo.
La mattina di sabato 23 sarà dedicata
al pellegrinaggio alla basilica di San
Pietro: attraverso un percorso
Incontro
con Salvatore Martines
Domenica 24 mattina
l’appuntamento è
in piazza S. Pietro dove
sarà papa Francesco
a presiedere la
celebrazione eucaristica
tematico si arriverà fino al colonnato
dove sarà possibile vivere la
riconciliazione e poi si entrerà in
Basilica attraverso la porta santa. La
sera del sabato è prevista una grande
festa allo Stadio Olimpico.
Domenica 24 aprile mattina
l’appuntamento è in piazza S. Pietro
dove sarà papa Francesco a
presiedere la celebrazione eucaristica.
Nel pomeriggio della domenica e
nella mattinata di lunedì 25 ci sarà il
tempo per una passeggiata nella
Roma storica e turistica.
Lungo gli itinerari turistici ci saranno
delle tende dove verranno raccontate
le sette opere di misericordia.
Il ritorno è previsto nella tarda serata
di lunedì 25 aprile.
I gruppi di ragazzi dovranno essere
accompagnati dai loro catechisti,
educatori, animatori.
Si stanno attendendo informazioni
più precise da Roma in merito ad
alcune questioni logistiche (alloggi,
vitto, pass per i pullman) per stabilire
il costo dell’esperienza che si
cercherà di tenere il più contenuto
possibile (che si spera possa essere
contenuto sotto i 150 euro).
Le iscrizioni saranno coordinate dal
Servizio Diocesano di Pastorale
Giovanile e cominceranno dal mese
di gennaio sul sito www.gopagio.org.
I posti disponibili per la diocesi sono
200.
Il Rinnovamento nello Spirito Santo,
come già lo scorso anno, ha predisposto
per i sacerdoti della Regione un incontro
di Fraternità sacerdotale, al fine d
ravvivare la gioia del conoscersi,
condividere preghiera, esperienze e molto
altro, nella convivialità.
A conclusione dell’itineriario annuale che
ha fatto l’attuale Fraternità parlerà il
Presidente nazionale del Rinnovamento
nello Spirito, Salvatore Martinez,
sull’"Anno della Misericordia" che sta per
iniziare. Potrà aggiornare i presenti su
altri argomenti dell’attuale vita della
Santa Chiesa. Attualmente egli assicura la
sua presenza e la sua opera in vari
organismi cattolici: membro dei Pontific
Consigli per l’Evangelizzazione, per la
Famiglia, per i Laici e quale presidente
della Fondazione Vaticana “Centro
Famiglia di Nazareth” a Nazareth.
L’incontro è previsto lunedì 23 novembre
presso la parrocchia San Nicolò a
Monfalcone. Il programma prevede alle
9.30 l’accoglienza, la recita comunitaria
dell’Ora media, l’incontro con Salvatore
Martinez. Dopo un momento di pausa, vi
sarà la condivisione e poi alle 13 il
pranzo. Per qualsiasi informazione o
chiarimento ci si può rivolgere al n. cell.
3207265902 (sig.ra Lina) o scrivere un email [email protected]. Per chi
desidera partecipare solo al pranzo, si
chiede di avvisare.
Don Francesco Fragiacomo
e Eugenio Flamigni
DonVittor: amore
per tutti, entusiasmo
per i giovani
Il sacerdote è spirato mercoledì 11 in Comunità
sacerdotale: era stato parroco a Mossa,
Cervignano del Friuli, Sant’Ignazio e Mariano
N
uovo lutto nel presbiterio diocesano. Nella notte di mercoledì 11
novembre è ritornato alla Casa
del Padre mons. Bruno Vittor.
Nato ad Aquileia il 18 dicembre 1924, era
stato ordinato il 12 luglio 1950 nella basilica di Aquileia dall’Arcivescovo Carlo
Margotti.
I suoi primi impegni pastorali lo videro
cooperatore a S. Ambrogio a Monfalcone,
a Visco e ai Ss. Pietro e Paolo in Gradisca.
Successivamente fu vicario economo in
Piazzutta a Gradisca ed a Scodovacca.
Nel giugno 1959 venne nominato parroco
a Mossa; per 13 anni fu alla guida della
comunità sino a quando l’arcivescovo
Lo dicevano di salute
mons. Pietro Cocolin lo nominò parroco
cagionevole, destinto ad
a Cervignano del Friuli nel luglio 1972. Sei
anni dopo - luglio 1978 - il trasferimento
andare presto con i più...
Gorizia quale parroco di Sant’Ignazio,
e invece ci ha appena detto aincaricò
che mantenne per quattro anni
fino alla nomina a parroco di Mariano del
addio, a novanta e passa!
Friuli nel settembre 1982. Dopo venticinque anni, nel luglio 2007, don Bruno ridi Ferruccio Tassin
nunciò alla parrocchia. Durante questo
periodo era stato anche assistente delle
Familiari del Clero e dell’Apostolato della preghiera diocesano.
Nominato canonico penitenziere del Capitolo metropolitano, ritornò a vivere Gorizia: quotidiana in questi anni è stata la sua presenza in duomo per
ascoltare quanti a lui si accostavano nel sacramento della confessione od anche solo per un colloquio. La liturgia di commiato è stata presieduta dal vescovo Carlo sabato 14 novembre nella basilica di Aquileia.
Lo dicevano di salute cagionevole, destinto ad andare presto con i più.
E invece, don Bruno Vittor, poi canonico a Gorizia, ci ha appena detto addio, a
novanta e passa!
Per chi lo ha conosciuto, è certo che Domineddio ha fatto un affare a lasciarlo
su questa terra, dove non tutti si sbracciano in riconoscenza per chi ha dato; co-
sì anche per lui.
A Visco è arrivato nel 1952, cappellano dell’irsuto e coltissimo mons. Angelo Trevisan,
bisiaco, una delle vittime vive della grande guerra (era stato curato dei profughi a
Pottendorf ).
Come al suo cappellano precedente, don
Silvano Piani (meteora come tempo, stratosfera come azione), lasciò immediatamente mano libera. Trevisan, non vecchio,
si sentiva ancora la grande guerra addosso, ma credette nei giovani. E don Bruno,
Aquileiese, era giovane quando arrivò a Visco (del ’24, ci approdò nel ’52). Era un bel
giovane, simpatico, non simpatia dei vuoti, ma di quelli che "sentivano insieme";
così il successo con i giovani (e non solo), in
campo maschile e femminile, fu totale.
Rafforzò lo splendido lavoro di don Silvano Pieni, consegnò al nuovo parroco don
Umberto Miniussi, nel 1953, una parrocchia viva di associazioni e di azione, talchè, Miniussi, in ambiente così bene arato,
riuscì in un’ impresa, mai riuscita ai suoi
predecessori, creare la azione cattolica maschile degli adulti!
Ricavò un ricreatorio dal vecchio "foledor"
nella centa della chiesa - don Bruno - e lì
fece crescere la gioventù che con lui rallegrò, materialmente le strade del paese.
Chierichetti a frotte, partecipazione gioiosa alla vita parrocchiale; accompagnò alla morte il vecchio decano e, solo, ma insieme con tutto il paese, promosse il
Congresso Eucaristico decanale del 1953.
Migliaia di persone a Visco, a piedi e con
ogni mezzo. A guidare, lui con la sua modesta cotta bianca, mai sollecitato da protagonismi beceri e volgari. Qualcuno (e
aveva 29 anni) del clero, non sempre prodigo di lodi, lo definì "il decanissimo";
sembrava scherzosa irrisione, ed era realtà.
Prima di andare altrove, preparò l’ingresso di un altro grande sacerdote, don Umberto Miniussi, fra un mare di gente di tanti paesi. Fu l’ultima manifestazione di
massa (sin ora) per l’arrivo di un prete. Gli
passò una parrocchia in polpa, soprattutto come disposizione d’animo; e don Miniussi seppe farla crescere e crescere ancora, per anni e anni…
I rari paesani vischesi, che ad Aquileia
hanno assistito al suo addio da questo
mondo, potranno dire a chi lo ha conosciuto che l’epilogo è stato degno degli inizi.
U.N.I.T.A.L.S.I.
Sottosezione di Gorizia - Novembre 2015
✎Misericordiare
"M
isericordiare" - andate
pure a cercare questo
termine nel vocabolario:
non lo troverete. Primo
perché è un’ altro dei termini "scovati" dal
nostro Vice-Assistente nazionale, don
Danilo, il quale cerca anche in questo
modo di far entrare nella nostra
Associazione il principio di
rinnovamento. "Ecclesia semper
reformanda", la Chiesa deve rinnovarsi
sempre. E noi, Associazione laicale,
espressione della Chiesa, non possiamo
farne a meno. Secondo perché la costante
ricerca di novità terminologica è
finalizzata ad una permanente scoperta
di ruolo relazionale.
Ma per aggiornare ed aggiornarsi basta
mettere in circolazione un nuovo termine
e "riformarne" il contenuto oppure la
riforma parte da altrove? "Misericordiare"
significa ripartire dal di dentro, dal cuore.
La misericordia di Dio trova la sua fonte
nel suo dono totale e supremo che, si,
coinvolge anche la corporeità del Cristo,
ma trova la sua ragione d’essere nel vero,
pieno e totale Amore oblativo. Può essere
misericordioso solo chi ama, chi della
propria vita ha fatto un generoso dono di
se agli altri e per gli altri. Il sacrificio in
questo contesto non è un schiacciamento
ed oppressione della persona, ma
oblazione della metà del proprio cuore a
favore degli altri. Solo metà? Si, solo metà!
Uno può amare gli altri solo se è capace di
amare se stesso! Chi incentra metà del
proprio impegno d’amore verso se stesso,
riesce a porre
questa parte a
servizio della
relazione Diouomo. In questa
metà Dio si rivela
all’uomo e
plasma il suo
cuore. Soltanto
allora l’altra metà
sarà capace di
mettersi in
relazione con il
prossimo,
usando misericordia. Infatti, misero di
cuore significa provato, sofferente,
addolorato di cuore - non avendo la
possibilità di impegnare la totalità della
cordialità a proprio favore, in modo
egoistico, ma impegnando la metà
all’altro, attraverso l’azione salvifica di
Dio.
Per consentire al cuore di unire le due
parti è neccessario un costante
movimento, una costante palestra del
cuore. Mi ricordo, mentre frequentavo la
scuola media, che il prof. di ginnastica
(allora si indicava così l’odierno
insegnante di educazione fisica) si era
fratturato un gamba e faceva le lezioni
ingessato. Vista l’incapacità di muoversi
ha optato per fare lezione sedentaria,
quindi teoretica, facciale. Risultato?
Lascio a voi la risposta.
Così pure con il cuore misericordioso.
Esso non può svilupparsi consultando i
testi del Papa e introducendosi sempre
più in profondità nella Parola di Dio. Ha
bisogno di muoversi.
L’itinerario formativo dell’ anno che
abbiamo appena iniziato prevede
appunto questo: ascoltare la Parola,
condividerne i contenuti, operare negli
spazi. Solo così la nostra formazione,
seppure occuperà un po’ del nostro
tempo, potrà considerarsi veramente
fruttuosa. Parola senza azione non può
entrare nello stile unitalsiano. Azione
senza Parola è sconosciuta allo stile
unitalsiano.
E allora? Condividiamo le serate di
formazione che ci saranno proposte nei
prossimi mesi per fare del nostro un
cuore misericordioso che possa dire
insieme ad altri cuori (misericordi)AMO,
(misericor)DIAMO, (mise)RICORDIAMO.
Don Carlo Bolcina
❚❚ Sabato 28 novembre la Giornata dell’Adesione
Tre appuntamenti da non mancare!
Sabato 21 novembre
Festa della Madonna della Salute: alle
ore 14.30, a Pieris presso la Chiesa Parrocchiale, si terrà la celebrazione della
Santa Messa e a seguire la processione, il
personale è invitato a partecipare in divisa.
Sabato 28 novembre
Giornata dell’Adesione, l’invito è per le
ore 17 presso la Comunità Sacerdotale
per la cerimonia religiosa con il rinnovo
dell’impegno di adesione, (non ci sarà la
S. Messa). Tutti i soci ausiliari ed effettivi sono chiamati a rinnovare il loro impegno di partecipazione alla vita dell’Associazione, un rito semplice, ma
essenziale, profondo, importante, che
coincide con l’avvio del nuovo anno liturgico.
Con l’occasione il Presidente Nazionale
Salvatore Pagliuca, invia un messaggio
che lo facciamo anche nostro: L’augurio
che possiamo scambiarci reciprocamente con il nostro "SI" è che la giornata dell’Adesione, così come tutte le giornate
della storia dell’Unitalsi e di chi la abita,
sia davvero pregna del Vangelo, immagine di un progetto di vita associativa da
inseguire senza riserve e senza compromessi, perché il Signore ha disposto che
"quelli che annunziano il Vangelo vivano del Vangelo".
◗
Fiocco azzurro
Felicitazione ai genitori Siria e Igor e
al fratellino Rafael per la nascita di
Aleksander. Auguri vivissimi da tutta
la Sottosezione.
Al termine della cerimonia dell’Adesione, presso la stessa sede alle 17.30, in seconda convocazione avrà inizio l’Assemblea degli elettori e si svolgeranno le
votazioni per il rinnovo delle cariche
elettive della Sottosezione. Per costruire
insieme il futuro della Sottosezione è
molto importante la tua partecipazione e
la tua responsabilità. votazione per l’elezione del Presidente della Sottosezione e
votazione per l’elezione di cinque Consiglieri della Sottosezione.
L’orario di apertura delle operazioni elettorali è fissata per le ore 17.45 e l’ora di
chiusura improrogabilmente alle ore
19.15. Seguirà un momento di agape fraterna.
È tempo di rinnovamento, partecipiamo
quindi tutti con convinzione.
Martedì 8 dicembre
Come di consueto incontreremo i nostri
amici disabili e quanti hanno condiviso i
viaggi e la permanenza a Lourdes per
scambiarci gli auguri per le prossime festività.
L’appuntamento è presso la Chiesa di S.
Giuseppe, rione Largo Isonzo a Monfalcone alle ore 11.30 per la S .Messa con la
comunità locale, a seguire il pranzo comunitario presso il vicino Oratorio parrocchiale g.c., animazione e lotteria. Per
partecipare telefonare in sede lasciando
un messaggio al n. 0481/535554.
◗
Condoglianze
Tutta la Sottosezione Unitalsi partecipa al lutto della Chiesa goriziana per il ritorno alla casa del Padre di
Mons. Bruno Vittor, sempre vicino agli ammalati e ai soffe enti durante i nostri pellegrinaggi a Lourdes.
La sua testimonianza rimarrà sempre viva in tutti noi e lo ricorderemo nelle preghiere.
Incontrare il Bureau medical di Lourdes
L’
esperienza del Bureau Medical
è sempre qualcosa che ti tocca
il cuore e può diventare un
modo per leggere Lourdes,
sottolineando che il grande miracolo di
Lourdes è l’insieme degli ammalati, che
affrontano senza lamentazioni il pellegrinaggio. E’ toccare con mano tutta
quella sofferenza che viene distribuita e
compartecipata da tutti, sofferenza evidente, ma attenuata, dove il singolo problema viene ridimensionato e dove non
prevale la rassegnazione, ma scaturisce
la forza.
Il Bureau Medical rimane un luogo di
grande interesse per le vicende di vita, di
sofferenza e di fede illustrate. E’ il luogo
dove i pellegrini che suppongono di aver
beneficiato di una guarigione straordinaria devono rivolgersi all’Ufficio delle
Constatazioni; in seguito i casi verranno
trasmessi al Comitato Medico Internazionale di Lourdes, dove verranno studiati.
L’Ufficio delle Constatazioni ha come
compito, conferitogli dal Vescovo di Tarbes e Lourdes, di registrare le testimonianze delle persone che ritengono di essere state guarite per l’intercessione
della Madonna e quindi poterle verificare.
Nel 1859, il professor Vergez, titolare della Facoltà di Medicina di Monpellier, fu
incaricato di esaminare alcune guarigioni, in particolar modo sette di esse, avvenute prima del 1862. Nel 1905, Pio X
chiese di "sottomettere a un processo regolare" le guarigioni più notevoli, per tale motivo sorse l’Ufficio delle Constata-
zioni Mediche.
E’ necessario dire che, su circa 7.000 segnalazioni di casi di guarigioni registrate a Lourdes dal tempo delle apparizioni
fino ad oggi, solo 69 sono i casi riconosciuti come miracoli dalla Chiesa.
L’ultimo miracolo riconosciuto è quello
di un’italiana originaria di Pavia, Danila
Castelli, guarita alle Piscine nel 1989.
Nel maggio 1989, nel corso di un pellegrinaggio a Lourdes, la Castelli esce dalle Piscine del Santuario dove è stata immersa e sperimenta una straordinaria
sensazione di benessere. Ella dichiara,
poco dopo, la sua guarigione istantanea
al Bureau delle Costatazioni Mediche di
Lourdes. Dopo cinque riunioni (1989,
1992, 1994, 1997 e 2010) il Bureau constata la guarigione con votazione palese
ed unanime: "La signora Castelli è guarita, in modo completo e duraturo, dalla
data del suo pellegrinaggio a Lourdes nel
1989, e quindi da 21 anni, della sindrome
della quale soffriva e ciò senza alcun rapporto con gli interventi e le terapie subite". Da allora la Castelli ha ripreso una
vita del tutto normale. La Commissione
Medica Internazionale di Lourdes
(CMIL) nella sua riunione del 19 novembre 2011 a Parigi ha certificato che "il
modo della sua guarigione resta inspiegato allo stato attuale delle conoscenze
scientifiche". Il 20 giugno 2013 Monsignor Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia,
la diocesi di residenza di Danila Castelli,
ha dichiarato il carattere "prodigioso miracoloso" ed il valore di "segno" di
questa guarigione.
I giudizi e i pareri del CMIL sono stati re-
si più rigidi a seguito ed alla luce dei tanti progressi scientifici, diagnostici e terapeutici della scienza medica.
Oggi le malattie vengono diagnosticate
con precisione e curate in modo specifico, da qui la difficoltà per i componenti
del CMIL di definire la guarigione un miracolo e precisamente dire che la guarigione è "eccezionale, inattesa, inspiegabile o non spiegabile allo stato attuale
della scienza".
Il Comitato si riunisce una volta all’anno
e prende in esame i dossiers da trattare.
Quando tutti gli elementi sono disponibili (cosa che può richiedere anche parecchio tempo) con votazione il Comitato dichiara o nega che la guarigione sia
non-spiegabile allo stato attuale delle
conoscenze scientifiche. E’ richiesta la
votazione positiva dei 2/3 del Comitato
per rendere affermativa la constatazione
del miracolo.
Il miracolo non è solamente un fatto sensazionale, ma implica anche una dimensione spirituale. Così, per essere qualificata come miracolosa una guarigione,
essa deve manifestare due condizioni:
che avvenga secondo delle modalità
straordinarie e imprevedibili e che sia
vissuta in un contesto di fede. Sarà perciò indispensabile che si crei un dialogo
tra la scienza medica e la Chiesa. Questo
dialogo a Lourdes c’è sempre stato.
Ognuno di noi, se ha accompagnato dei
pellegrini, anche sani nel corpo, ha verificato quali miracoli sono avvenuti nel
loro cuore.
Clara Zuch
(1. continua)
16
Cultura
Sabato, 21 novembre 2015
● Un racconto di Rosaria De Vitis Piemonti
Vita quotidiana
M
a siamo in autunno o in
primavera? Questo si chiedeva Anna mentre sgambettava verso il parco dell’Isonzo. Aprire la finestra, vedere
quel cielo, quel sole e decidere di
prendersi una mattinata libera dagli
intrighi familiari era stato un tutt’uno. Vantaggi dell’età, d’altronde
ogni età li ha, basta saperli o volerli
cogliere. Arrivò in riva al fiume,
splendido nella sua luminosa veste
verde-azzurra, mentre l’autunno intorno sciorinava una tavolozza di colori che andavano dal rosso al verde,
dal marrone al giallo.
Meraviglioso.
Un canto di lode al Creatore si sprigionava da quel luogo, magico in tutte le stagioni. Eppure non si vedeva
intorno anima viva. Strano come la
città non viva il proprio fiume, che
scorre solitario come avulso da una
realtà, che preferisce riconoscersi
nelle austere mura del Castello.
Per Anna invece quello era il luogo
ideale dove immergersi, per acquistare forza e bellezza, quasi un lavacro dell’anima.
Dopo essersi riempita gli occhi di
tutta la bellezza circostante si sedette su di una panchina.
Ed ecco che, all’improvviso, riemerse quello che lei chiamava "il vuoto
di vita". Era una sensazione di angosciosa negatività, che da qualche
tempo la offuscava, specie di sera
impedendole di prendere sonno,
mentre di giorno di solito sonnecchiava nel fondo delle attività quotidiane. C’era da aspettarselo: novem-
bre è sempre novembre. Il mese dei
morti. Il mese dei ricordi. Ad uno ad
uno ti passano davanti i volti di persone care, di amici, anche di conoscenti, con cui t’incontravi durante il
tragitto a scambiare saluti e racconti.
Poi all’improvviso, niente, scomparsi per sempre.
E con il passar del tempo ti accorgi
che più numerosi diventano gli amici andati di là che quelli rimasti.
Allora il labirinto di ricordi t’inghiotte, per prospettarti rapporti indecisi
o peggio ottusi per la privazione di
slanci, di verità o affossati nel dolore
d’incomprensioni, anche con persone che pure amavi e tanto. Strano come la morte insegni a leggere la vita
e gli affetti e le vicende ormai irrimediabilmente concluse. Bilancio sempre negativo, per tutti, anche per chi
apparentemente più fortunato.
Un nuvolone nero aveva offuscato il
sole.
- Accidenti a te - si disse Anna - quante volte ti ho detto di non ingolfarti in
bilanci. Niente da fare, stai diventando una vecchia lamentosa. Ormai
sembrano inutili i calci che dai al
pensiero, per farlo procedere avanti,
torna sempre indietro e mai una volta che torni contento. Per fortuna che
mi sono portata la rivista "La Civiltà
Cattolica", la lettura è un ottimo rimedio al pensiero scemo. S’immerse nella lettura, ottima, specie da quando i discorsi di papa
Francesco occupavano spazi importanti.
Parole di fiducia e speranza: Dio è
gioia. I cristiani dovrebbero trasmettere la Sua gioia,perchè sono i salvati dalla Sua misericordia. I messaggeri della buona novella. La gioia e la
speranza nel futuro dovrebbe essere
la loro caratteristica. E difatti il filosofo Nietzsche diceva: mi convertirò
quando vedrò i cristiani gioiosi e fiduciosi. Se davvero credessero a
quello che professano non dovrebbero mai sentirsi tristi o affranti, ma
essere la luce e la speranza del mondo.
Eppure se ne vedono pochi di cristiani gioiosi, di solito hanno il muso
lungo come e anche più degli atei.Anna si sentiva coinvolta da quella
lettura, quasi un atto d’accusa per un
dovere incompiuto.
Ma che fare quando il tarlo dell’insoddisfazione ti prende? Non ti puoi
certo dare una martellata in testa,
per smettere di pensare che non ne
hai azzeccata una giusta? Credenti o
meno, purtroppo ci sono giornate,
che nascono male e con cui bisogna
fare i conti.
- È questo il demone della insoddisfazione che può trasformarsi in depressione.- continuava l’articolo S’insinua come un veleno da cui può
nascere invidia e gelosia, maldicenza
e menzogna, chiusura del cuore ad
ogni spiraglio di positività. Si vedono allora le ombre invece della luce,
la colpa invece del perdono e l’angoscia offusca ogni gioia. Si tratta di
una vera e propria tentazione molto
pericolosa, quasi una malattia del
nostro tempo, che può ostacolare
persino il rapporto fiducioso con il
"STRANO COME
LA CITTÀ NON
VIVA
IL PROPRIO
FIUME,
CHE SCORRE
SOLITARIO
COME AVULSO
DA UNA REALTÀ,
CHE PREFERISCE
RICONOSCERSI
NELLE AUSTERE
MURA DEL
CASTELLO"
divino. Ma l’antidoto esiste . Anna si aspettava chissà quale ritrovato miracoloso o pratica complicata.
E invece no, l’antitodo è sempre
quello, il più semplice, alla portata di
tutti: la preghiera.
Ogni volta che il pensiero s’incupisce, si comincia a pregare e allora, se
davvero di tentazione si tratta, constatando che non solo non funziona,
ma è controproducente, il tentativo
di allontanarci dalla fonte della gioia
si autoannulla. Più semplice di così,
forse anche troppo.
- Funzionerà davvero? - si chiese Anna- Sono in tanti a dire che grande è
la forza della preghiera. Si può provare.
Maria Rosaria DeVitis Piemonti
Presentato a Gorizia il libro di L. Baratter
Alto Adige e Trentino:
le drammatiche vicende
fra le due guerre mondiali
L
"La Storia
non appartiene a nessuno
ma può servire a chiunque
per conoscere le proprie radici,
senza le quali non si può vivere
con lucidità il presente"
a concomitanza di diverse
iniziative aveva fatto temere
per la partecipazione del
pubblico alla conferenza di
venerdì 13 novembre alla
Fondazione Cassa di Risparmio di
Gorizia, invece una sessantina di
persone hanno seguito con molta
attenzione l’apertura del dott.
Georg Meyr e della dott.ssa Lidia
Caccamo che hanno introdotto l’autore Lorenzo
Baratter e la sua opera "Le Dolomiti del Terzo Reich".
Una organica ed attenta ricostruzione delle vicende
dell’Alto Adige - Sud Tirolo e del Trentino dalla prima
guerra mondiale fino alla fine del secondo conflitto.
I partecipanti, all’inizio, hanno scoperto che durante
la prima guerra mondiale, l’internamento dei civili
riguardò anche quella regione in modo altrettanto
massiccio quanto nel Goriziano.
Le iniziali promesse (verso le "popolazioni dei
territori") da parte dell’Italia vincitrice del primo
conflitto furono smentite dai fatti e, ben presto,
emersero figure nefaste come Tolomei che si affannò
a inventarsi nomi italiani sia per la toponomastica
che per i cognomi delle persone.
Mentre da noi fu la Chiesa a difendere la minoranza
ed al suo interno la componente slovena, nelle chiese
e nelle sacrestie, insegnò meglio che potè la lingua
alle nuove generazioni, in Alto Adige fu organizzata
una vera scuola clandestina.
La stipulazione degli accordi tra Mussolini e Hitler
segnò il definitivo abbandono dei sudtirolesi al
fascismo e portò all’Anschluss cioè al trasferimento
sostanzialmente coatto di popolazione in Germania.
La resistenza si espresse con i Dableiber cioè coloro
che, sotto la spinta del prelato Gamper, per non
perdere le loro terre ed i loro masi, optarono per
l’Italia, finendo però per essere considerati traditori
dai loro conterranei.
Il peggio ebbe inizio con la costituzione
dell’Alpenvorland dopo l’8 settembre 1943.
Ha colpito i presenti il dramma dei malati psichici e
degli handicappati per i quali i nazisti, come per gli
ebrei, procedettero alla loro deportazione ed
eliminazione.
E’ stata fatta menzione al capitolo poco conosciuto di
via Rasella, dove il battaglione della Vermacht, era in
realtà un battaglione di alto atesini coattivamente
arruolati e definito battaglione volontari, come
accadeva anche da noi nell’Adriatische Küstenland.
Dopo l’attentato lo stesso Kappler informò i
commilitoni che avrebbero avuto l’onore di
vendicare i loro camerati caduti. La vicenda viene
descritta ben a partire dal rifiuto di questi, in quanto
cattolici, di eseguire la rappresaglia e con il risultato
di essere accusati a loro volta di vigliaccheria e
spediti sul fronte orientale dal quale molti non
ritornarono.
Infine la conclusione finale nella quale è stato messo
on evidenza, dopo il periodo drammatico degli
attentati degli anni sessanta e settanta, la raggiunta
pacificazione. Nella presentazione Baratter osserva, e
vogliamo sottolinearlo, che "i protagonisti della
Storia sono gli Uomini, tutti gli Uomini, senza
vincitori nè vinti.. la Storia non appartiene a nessuno
ma può servire a chiunque per conoscere le proprie
radici, senza le quali non si può vivere con lucidità il
presente" .
Guardando di riflesso alla situazione sul nostro
territorio che presenta tante similitudini con l’Alto
Adige, è onesto proporre la sua chiusura: "Oggi che
l’Unione Europea è impegnata a riunire sotto
un’unica bandiera popoli e nazioni con
caratteristiche e culture diverse, è determinante
conoscere la Storia sotto un’ottica rigorosa e
possibilmente imparziale..".
L’autore nel suo libro ricorda che presenta "questo
lavoro libero da condizionamenti che continuano a
imporre e riproporre visioni di comodo, senza subire
le pressioni ideologiche dei partiti che hanno
dominato il dopoguerra e l’atteggiamento di molti
esponenti della cultura, convinti che appartenere a
fasce d’élite comporti molti diritti e pochi doveri,
compreso quello di contribuire con onestà
intellettuale a far conoscere le realtà del passato".
Una occasione in più per leggere e riflettere anche da
parte di italiani e sloveni che, nel bene e nel male,
oltre al fascismo e al nazismo, le generazioni di chi ci
ha preceduto e noi, alla fine, devono fare i conti
anche con il comunismo ed i suoi effetti.
Franco Miccoli
Musica, Sport & Spettacoli
Agenda
Sabato, 21 novembre 2015
17
Sino il 5 marzo ritorna il teatro di figura al Bratu¬
■ Gorizia
Doppio Fronte
Sarà presentato sabato 21 con inizio alle
ore 20.45, nell’ambito della stagione del
Teatro Giuseppe Verdi di Gorizia, lo
spettacolo Doppio Fronte oratorio per la
Grande Guerra di e con Lucilla Galeazzi e
Moni Ovadia. Lo spettacolo, che ha
debuttato al Ravenna Festival 2014,
approda a Gorizia dopo una serie di
repliche su tutto il territorio nazionale e
si colloca significativamente nelle
celebrazioni del primo conflitto mondiale
che hanno, proprio in Gorizia , uno dei
loro centri più rilevanti e decisivi.
Concepito in forma di oratorio Doppio
Fronte racconta la prima guerra mondiale
unendo insieme, in un’unica trama, i
conflitti
combattuti
nelle trincee
sui monti e il
dramma del
vissuto
quotidiano
dove le donne
condussero da
sole una
costante battaglia di sopravvivenza per
mantenere la famiglia.
I testi sono tratti dalle lettere dal fronte,
dalle memorie dei combattenti (tra cui
Gadda e Ungaretti), dai diari di uomini e
donne che vissero la guerra " in casa". I
canti appartengono a quel grande
repertorio cui dette vita il sanguinoso
conflitto e le sue battaglie: canti
patriottici, canti contro la guerra,
Trilussa, E. A. Mario e la canzone anonima
"Gorizia tu sei maledetta", canto
straordinario e indimenticabile delle
soffe enze quotidiane e terribili dei nostri
soldati.
Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi,
accompagnati dal Gruppo Freevoices di
Capriva del Friuli diretto da Manuela
Marussi e da Luca Garlaschelli al
contrabbasso, Massimo Marcer alla
tromba, Albert Florian Mihai alla
fisarmonica e Paolo Rocca al clarinetto,
intessono un dialogo serrato e
drammatico che porta lo spettatore ad
immergersi negli orrori e nelle tragedie di
quella che papa Benedetto XV ebbe a
definire l’inutile strage.
A
Pomeriggi d’inverno:
nove spettacoli d’autore
ogni spettacolo è la mela per tutti, in un
piccolo momento conviviale. Il tutto ri-
con sipario alle 16.30, "I brutti anatroccoli", la produzione di Unoteatro/Stilema di e con Silvano Antonelli, liberamente ispirata alla fiaba di Hans
Christian Andersen.
Sabato 16 gennaio, appuntamento con la
prima nazionale di "Z le avventure di
Zorro". Ispirato al film muto degli anni
Venti "The Mark of Zorro" di Fred Niblo,
lo spettacolo dimostra come la tradizione dei burattini possa ancora oggi misurarsi con i linguaggi contemporanei.
Si prosegue, sabato 23 gennaio, con "Io
sono un ladro di bestiame (felice)", di e
con Gek Tessaro. Una pièce dedicata alla
magia del disegno che permette di parlare con tutti e raccontare a chiunque e
ovunque.
Sabato 30 gennaio, ancora una pièce
d’autore: "Storie del Buon Dio", prodotto da Teatro Causa, è liberamente ispirato all’opera omonima di Rainer Maria
Rilke, ed è affidato in scena a Laura Nardi e Amandio Pinheiro. Sfilano così i tredici racconti, incentrati sulla figura di
Dio, scritti da Rilke nel 1899: storie "narrate ai grandi perché le ripetano ai bambini".
vventure e fiabe d’autore nel cartellone 2015 - 2016 dei "Pomeriggi d’inverno" a Gorizia, la Stagione regionale del teatro di
Figura. Nove spettacoli d’autore, dal 28
novembre al 5 marzo 2016 al Kulturni
Center Bratu¬ di Gorizia, per ritrovare i
classici dell’infanzia.
Consuetudine ormai radicata, alla fine di
Consuetudine radicata,
alla fine di ogni spettacolo
è la mela per tutti
in un momento conviviale
gorosamente bio e se possibile a chilometri zero.
Ad accogliere il pubblico, fuori abbonamento sabato 28 novembre sarà "L’anatra, la morte e il tulipano", uno spettacolo di rara bellezza e intelligenza tratto da
Wolf Erlbruch. Un gioco di squadra che
ha riunito sapienza drammaturgica danza, parole e musica dal vivo grazie agli artisti Bruno Franceschini, Aldo Rendina,
Federica Tardito e alla compagnia Sosta
Palmizi".
Farà seguito sabato 12 dicembre, sempre
Sabato 13 febbraio il testimone passerà
allo spettacolo di Teatro Distinto, "Verso
casa", scritto e diretto da Daniel Gol,
Laura Marchegiani e Alessandro Nosotti.
Un attore racconta, attraverso l’utilizzo
di oggetti evocativi e fotografie custodite
con cura, la vicenda di due personaggi
anziani, teneri e comici, forse due nonni.
Sabato 20 febbraio appuntamento con la
produzione CTA "Berta è scappata", su
testo di Fernando Marchiori, interpretata da Serena Di Blasio per adattamento
drammaturgico e regia di Antonella Caruzzi. Lo spettacolo ci riporta a piccoli rituali domestici - filo conduttore dello
spettacolo il gioco del "campanon" - ed
evoca una storia di amicizia, di sentimenti, di solidarietà, in una Gorizia ancora divisa dalla frontiera tra l’Europa
dell’Est e dell’Ovest.
Penultimo spettacolo, sabato 27 febbraio, nel segno di Daniel Defoe: "Robinson
Crusoe. L’avventura" è la produzione di
Teatro Pirata. Gran finale, sabato 5 marzo, con il classico di Charles Perrault, "La
bella addormentata nel bosco". Abbonamenti e prevendite in corso presso CTA
Gorizia (tel 0481537280).
Rappresentazioni, proiezioni e laboratori
per una riflessione sul tema del disagio sociale
S
Giornate di formazione
O
ltre alle rappresentazioni teatrali la rassegna
comprende una parte formativa e interattiva dedicata
ai giovani studenti delle scuole e a chi semplicemente
è interessato, attraverso la partecipazione ai laboratori di
formazione al teatro condotti da esperti nel settore.
Gli incontri saranno ospitati dalla sala consiliare della
Provincia di Gorizia.
Sabato 21 novembre si terrà il laboratorio dedicato al
teatro emozionale (con Dalò), mentre sabato 28 (dalle 9.30
alle 12.30) Martina Serban condurrà il laboratorio di
danzaterapia secondo il modello proposto da Maria Fux.
Ilteatrosocialeprotagonista
nelle“AltreEspressività”
ei località toccate, sette sale
ad accogliere spettacoli e proiezioni.
Sono alcuni dei numeri della
diciottesima edizione di "Altre
Espressività", la rassegna di teatro
sociale organizzata dall’assessorato
al Welfare della Provincia di Gorizia
in collaborazione con il Consorzio
isontino servizi integrati (Cisi), la
Consulta regionale delle associazioni di persone disabili e delle loro famiglie e il sostegno della Fondazione
Cassa di Risparmio di Gorizia, in programma sino a sabato 28 novembre.
Un appuntamento ormai fisso, diventato punto di riferimento addirittura a livello nazionale: la rassegna
goriziana si propone di innescare
una riflessione costruttiva sul tema
del disagio sociale, attraverso molteplici esperienze portate in scena da
compagnie che, pur arrivando da
territori anche molto distanti e diversi tra loro, condividono il percorso che ha come traguardo un proscenio.
In questa diciottesima edizione la
rassegna accoglie quasi una ventina
di compagnie di teatro sociale locali, nazionali e straniere, che nascono
ed operano nei campi della disabilità e del disagio mentale e trattano tematiche di rilevanza sociale.
Venerdì 20 novembre il Kinemax di
piazza Vittoria proporrà alle 10 la
proiezione del docufilm "Dancing
with Maria", del regista goriziano
Ivan Gergolet. Prodotto da Transmedia, Imaginada (Argentina) e Staragara (Slovenia). La proiezione sarà
accompagnata da una performance
curata da Martina Serban e da un dibattito.
Lo stesso giorno, ma alle 20.30, il Teatro comunale di Cormons accoglierà
"Fotogrammi", della compagnia Azzurro del Centro terapeutico riabilitativo Villa Santa Maria della Pace di
Medea, mentre alle 21 andrà in scena "A mio agio nel disagio" (Overnight in art di Romans) e alle 22 è in
programma "Il viaggio", con l’associazione Mulino Rosenkranz di Pordenone.
Lunedì 23 sarà la volta di "In via di
definizione" (gruppo teatro dell’Isis
Buonarroti di Monfalcone) e di "Poesie e suoni", della Barvana Klapa
Sklad Mitjia ¤uk di Trieste, in scena
rispettivamente alle 10.30 e alle
11.15.
Martedì 24 si torna al Kulturni dom
di Gorizia, con il teatro forum "Alettosenzacena" (compagnia la Torre di
Lavariano) e "3.500 parole" (L’Urlo di
Brindisi), alle 10 e 11.30.
Giovedì 26 la compagnia teatrale studentesca dell’Isis Cossar di Gorizia
proporrà al teatro comunale di Monfalcone "Chiediamo aiuto", mentre a
seguire saliranno sul palco i partecipanti al laboratorio di formazione di
Erica Gasparinic e Gioele Peressini.
Infine, venerdì 27 la Sala Bergamas
di Gradisca ospiterà "Oracoli", della
compagnia Il dirigibile del Centro
diurno del Dipartimento di Salute
mentale dell’Ausl di Forlì; alle 20,
sempre nella Città della Fortezza, il
"galà" finale con tutti i rappresentanti delle compagnie, le autorità e i
partner dell’iniziativa, ospitato nella
sede gradiscana del Cisi.
18
Sabato, 21 novembre 2015
Musica, Sport & Spettacoli
Sabato 21 novembre a Fiumicello
Il Requiem di Fauré
nel ricordo dei caduti
S
abato 21 novembre alle 20.45, Le parole "Requiem aeternam" che
nella cornice della neo restaurata chiesa parrocchiale non solo hanno il compito di aprire e
di San Valentino a Fiumicel- chiudere l’opera, ma sono enfatizzate
lo, verranno proposte le memorabili pagine del Requiem op. 48 di Ga- ad ogni occorrenza nel testo
briel Fauré per soli, coro, organo e
orchestra, in occasione delle cele- di Vanni Feresin
brazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale.
Protagonisti la Corale "San Vito" di Marano Lagunare, ti i grandi compositori si sono confrontati con i comvoce solista il soprano Daniela Martin, all’organo Denis plessi testi latini della "Messa da Morto" e tra i numeFormentin, direttore concertatore il maestro Giulio Ta- rosissimi Requiem composti nella storia della musica,
a partire dal Rinascimento, per accompagnare il rito
vian.
Gabriel Faurè fu un celebre e prolifico compositore cattolico nella messa dei defunti, quasi tutti sono infrancese (1845 - 1924), volontario di guerra nel 1870, al centrati sugli aspetti drammatici e spesso melodramsuo ritorno a Parigi insegnò alla scuola Niedermeyer, matici della morte e del giudizio divino. Gabriel Fauré
fu organista in molte chiese e maestro di cappella alla inevece propone una sua personale e pacata idea della
Madeleine. Nel 1896 successe a J. Massenet come inse- morte: "E’ così che io sento la morte: come una felice lignante di composizione al conservatorio e nel 1905 a T. berazione, un’aspirazione alla gioia dell’aldilà, piuttoDubois come direttore; nello stesso anno entrò all’isti- sto che come un passaggio doloroso". Il suo Requiem
tuto de France, lasciò il conservatorio nel 1920 a stet- esprime un sentimento di rassegnazione, come si evintancinque anni. Fauré fu uno dei massimi musicisti del- ce dalla rilevanza data alle parole "Requiem aeternam"
la Francia a cavallo tra il XIX e il XX secolo: le sue opere che non solo hanno il compito di aprire e chiudere
si riconoscono distintamente sia per la finezza della l’opera, ma sono enfatizzate ad ogni occorrenza nel testo. Fu eseguito per la prima volta nel 1888 ai funerali
melodia sia per l’equilibrio della composizione.
Così il Requiem, opera 48, non fu composto per una dell’architetto francese Lesoufaché nella chiesa della
persona in particolare, ma, come lui stesso ammise, "fu Madeleine e si scrisse che il Requiel di Fauré fosse "una
solamente per il piacere di farlo". In sostanza quasi tut- ninna nanna della morte". Il contrappunto vocale del
Musicalmente
Il ritorno di Friedman
C
ari amici della Voce, in attesa della grande Fiera del Disco che si terrà al
Palasport di Chiarbola a Trieste domenica 29 novembre dalle 9 alle 19 con
orario continuato e con la presenza di espositori da varie nazioni europee, vi ricordo che sono presente su Facebook con una pagina a mio nome e che potete chiedermi l’amicizia in cambio di tanta musica, vi propongo alcune novità discografuche.
First comes the night - Chris Isaak
Sono passati almeno sei anni dall’ultimo album del singer / songwriter. Questa
volta Chris ha registrato il disco a Nashville e non è un caso che tra i produttori, oltre al fidato Mark Needham, ci siano Paul Worley e, soprattutto, Dave Cobb
(il produttore del momento: Jason Isbell, Chris Stapleton, Sturgill Simpson).
First Come The Night è un disco di canzoni nuove, non di covers (come il precedente), un disco in cui il nostro palesa varie influenze, dal blues a Dylan, dalla canzone d’autore a brani di formazione folk rock. Isaak è ormai un cantante
maturo, quasi un crooner (non per nulla viene paragonato a Roy Orbison ) e
con questo disco rasenta quasi la perfezione. L’edizione deluxe contiene cinque
canzoni in più (tre veramente belle) ed anche un libretto più completo.
Loneliest Man I ever met - Kimky Friedman
Questo è un evento. Il primo disco con canzoni nuove (in parte) o incise appositamente per Kinky Friedman, da
quaranta anni a
questa parte.
Infatti Loneliest
Man I ever met
(scritta molti anni
fa ma mai incisa ),
vede il texano (musicista, scrittore,
umorista ) collaborare con Willie Nelson in una strepitosa versione di
Bloody Mary Morning (con Bobbie
Nelson e parte della band di Willie),
ma anche rileggere
brani di Dylan (Girl
From The North
Country), Waits
(Christmas Card
From a Hooker in
Minneapolis), Mama’s Hungry Eyes (Merle Haggard). Tutto da ascoltare con grande attenzione.
Ricordiamo inoltre che in questi non felici giorni per il mondo è mancato il grande compositore e pianista di New Orleans Allen Toussaint (nella foto), artifice sin
dai tardi anni cinquanta di ottimi album a suo nome.
Giuliano Almerigogna
Requiem è ben costruito e ricco di cromatismi, l’uso
dell’organo deriva dall’importanza che Cesar Franck ha
avuto nel campo organistico in tutta l’Europa, i colori
sono molto delicati e i forti emergono all’improvviso.
Una prima stesura avvenne già nel 1887, ma ci furono
altre tre versioni, nel 1888, nel 1893 e nel 1900.
L’opera è concepita per solisti, coro misto, organo e orchestra, ed è articolata in sette movimenti 1) Requiem
aeternam - Kyrie; 2) Offertorium; 3) Sanctus; 4) Pie Jesu; 5) Aguns Dei; 6) Libera me; 7) in Paradisum. Il quarto movimento, "Pie Jesu", l’aria per il soprano solista, è
il più famoso.
L’emsemble guidato dal maestro Giulio Tavian, eclettico musicista, compositore, direttore di coro e d’orchestra, insegnante, storico e storico dell’arte, può contare sull’orchestra filarmonica "Città di Monfalcone",
sulle solide voci della corale "San Vito" e sulla competenza dell’organista Denis Formentin e del soprano Daniela Martin.
20
Gorizia
Sabato, 21 novembre 2015
A S.Rocco il Ringraziamento provinciale
Saper leggere con realismo
alla luce della fede
i guai che affliggono il creato
L
a chiesa di San Rocco ha
Il richiamo dell’arcivescovo Carlo
ospitato domenica scorsa la
all’enciclica "Laudato Sii"
celebrazione provinciale del
Ringraziamento organizzata
di papa Francesco
dalla Coldiretti isontina.
nel corso dell’annuale appuntamento
È stato l’arcivescovo Carlo Roberto
Maria Redaelli a presiedere la
organizzato dalla Coldiretti
solenne liturgia eucaristica,
provinciale
concelebrata dal parroco di San
Rocco, mons. Dipiazza ed
inquinamento e cambiamenti climatici, la perdita
accompagnata dal coro parrocchiale "Santa Lucia"
con l’esecuzione della "Messa di San Durì" di Orlando della biodiversità, il deterioramento della qualità della
vita, ecc. - ma anche tutto ciò che c’è di positivo nel
Dipiazza, alla presenza delle autorità civili e militari
creato e di cui oggi vogliamo ringraziare il Signore".
della provincia e delle rappresentanze del mondo
Da qui, da parte di mons. Redaelli, l’invito a cogliere
agricolo e produttivo.
la celebrazione del ringraziamento come occasione
"L’intera creazione - ha ricordato il presule nella sua
che "deve rafforzarsi il nostro impegno, ciascuno
omelia - partecipa della situazione dialettica, insieme
secondo le proprie responsabilità, a prendersi cura
di tribolazione e di speranza che concerne anche i
della casa comune in cui l’intera umanità abita"; e
rapporti fra gli uomini e le nazioni". "Come ci ha
questo - ricordando proprio le parole di papa
ricordato papa Francesco con la sua enciclica
Francesco - nell’ottica di quella "ecologia integrata,
"Laudato si’" sulla cura della casa comune - ha
da elaborare in un dialogo con tutti; dell’assunzione
proseguito - dobbiamo saper leggere con realismo e
di corretti stili di vita; dell’educazione all’alleanza tra
alla luce della fede i guai che affliggono il creato per
l’umanità e l’ambiente; della conversione ecologica;
colpa dell’uomo - il papa ne elenca molti:
Agenda
■ S. Andrea
Festa patronale
La parrocchia di Sant’Andrea di Gorizia si
appresta a celebrare la festa patronale.
Il programma delle iniziative prevede lunedì
23 un laboratorio parrocchiale sul tema
»Iniziazione cristiana ieri ed oggi. E
domani« dedicato ai C.pa.pa., ai catechisti,
ai genitori. Mercoledì 25, giornata
penitenziale, con dalle 18.15 nell’oratorio
San Giuseppe confessioni e direzione
spirituale con mons. mons. Renato
Podberšic. Venerdì 27, in ricreatorio, vernice
della mostra Makrame di Fabiole Torroni alle
ore 20 con la partecipazione dei ragazzi del
catechismo. Sabato 28 nel parco
parrocchiale laboratorio di Avvento ed alle
19 nella chiesa parrocchiale celebrazione
della santa messa. Domenica 29 alle 9.30 in
piazza mercatino in attesa del Natale ed alle
10 nella parrocchiale Santa messa
presieduta da mons. Anton Jamnik, vescovo
ausiliare di Lubiana. A seguire, in piazza,
consegna della tredicesima edizione della
«Spiga«. Alle ore 11.15 messa presieduta da
don Karlo Bol¤ina, parroco decano. Nel
pomeriggio alle 17.30 vespero solenne ed
alle 18 nel ricreatorio momento
comunitario. Lunedì 20 alle 19 in chiesa
santa messa solenne e venerdì 4 dicembre,
alle 12 in ricreatorio, spettacolo teatrale per
i bambini.
■ Mostre/2
Le forze
che cambiano la storia
Il Centro Studium ha allestito nelle scorse
settimana nei locali del Liceo "Paolino
d’Aquileia" una mostra su "Le forze che
cambiano la storia: dall’unità d’Italia ad
oggi".
La mostra ha voluto documentare la
ricchezza della storia italiana: fatta di
opere, iniziative sociali, realtà che hanno
dato vita alla welfare society, frutto di
energia costruttiva, inventiva e solidarietà.
Il percorso presenta l’operatività sociale nel
periodo che va dall’unità al dopoguerra, fino
al boom degli anni ’60. Inoltre off e spunti di
riflessione sull’attuale momento di stallo
che il Paese sta vivendo e sulle opportunità e
capacità di riprendere coscienza del valoro
dello Stato e della Costituzione.
La prima e la seconda parte dell’esposizione,
dal 23 novembre al 6 dicembre, verranno
proposte rispettivamente nella chiesa di
Piazzutta ed in quella di Straccis.
(FOTO CROBE)
della ecologia della vita quotidiana; della giustizia tra
le generazioni...".
All’offertorio sono stati portati all’altare i doni della
terra mentre al termine del rito il presule ha
benedetto i mezzi agricoli e di lavoro schierati sulla
piazza.
Successivamente, nell’area del vicino campo sportivo
"Baiamonti", si è svolto un momento di incontro
conviviale - con i prodotti del territorio
"rigorosamente a chilometri zero" - nel corso del
quale il presidente ed il direttore della Coldiretti
provinciale, Antonio Bressan e Ivo Bozzato, hanno
fatto il punto sul delicato momento che il settore
agricolo sta vivendo nel nostro Paese.
❚❚ Campagnuzza
La messa in grotta
per una domenica
diversa dal solito
D
omenica 8 novembre, complice
una giornata dal sapore primaverile, i parrocchiani della chiesa di
Madonna della Misericordia di
Campagnuzza si sono recati in trasferta a
San Martino del Carso (località Casali Neri).
Don Fulvio ha guidato il gruppo fin nelle
buie profondita carsiche per rinsaldare la
luce della fede.
L’iniziativa si è svolta in collaborazione con
il C.A.I. (Club Alpino Italiano) sezione di
Gorizia e con il gruppo Speleologico Sezione di Gorizia e l’ANA (Associazione Nazionale Alpini) sezione di Gorizia.
Mai come quest’anno l’adesione alla celebrazione è stata così alta.
La gioia della presenza di tante famiglie
con i loro bambini e ragazzi ha reso ancora più intima e sentita questa meravigliosa
e atipica cerimonia.
"Un cuor solo, un’anima sola per la tua gioia o Signore"."Lumen fidei"come ci ricorda
Papa Francesco.
La possiamo vedere attorno a noi, dentro di
noi e nei nostri cari, persino nelle profondità della terra, spesso associata al male, all’oscurità e alle nostre paure.
Il coro a cappella del Club Alpino italiano
ha scandito la celebrazione eucaristica con
canti della nostra tradizione.
Momenti indimenticabili di unione e fraternità, di piena condivisione che hanno
fatto ritornare alla mente i riferimenti al
modo di vivere delle prime comunità cristiane.
Al termine della messa tutti sono ritornati
"a riveder le stelle" per dirla con Dante Alighieri: la giornata si presentava ancora
splendente ed è risultata particolarmente
favorevole per un ulteriore momento di aggregazione per una parrocchia sempre più
unita e in continua crescita fremente di attività.
Lisa Garbellini
◆ Alla scuola delle Ancelle
Piccoli cittadini
del mondo sin
dalla materna
D
omenica la festa dell’Accoglienza è stata davvero allegra, spensierata e divertente, anche grazie
ai Danzerini di Lucinico che hanno coinvolto grandi e piccini in balli divertenti e danze tradizionali. Scuola e folklore,
due realtà storiche della società goriziana
unite per condividere un momento speciale di vita dei bambini e delle loro famiglie.
Punto di contatto fra le due istituzioni è il
progetto educativo e didattico di quest’anno, "Io, tu, noi ….cittadini del mondo" che
, intende stimolare ed esercitare consapevolmente la cittadinanza attiva nei bambini (ed anche nei genitori e nelle famiglie)
attraverso un percorso di laboratori creativi realizzati in collaborazione con il CTA,
Centro teatro di Animazione e Figure di
Gorizia e sostenuto dalla Fondazione Carigo. Il fine è quello di sviluppare la centralità e la partecipazione del bambino alla vita sociale del proprio ambiente per
acquisire un senso di identità e di appartenenza alla propria comunità e per prepararsi a una crescita responsabile e solidale
come "cittadino del mondo". Punto di partenza è Gorizia, la nostra città con le sue
caratteristiche e tradizioni.
Durante l’anno la Scuola materna Ancelle
di Gesù Bambino, accoglie mediamente 45
bambini, dai 3 ai 6 anni, con un orario di
apertura dalle 7.30 alle 16.30 volto a favorire una miglior "conciliazione vita/lavoro"
dei genitori.
Molti ed innovativi i progetti che la Scuola
si propone di realizzare quest’anno, per of-
UN’IMMAGINE DELLA FESTA
DELL’ACCOGLIENZA ALLA MATERNA
DELLE ANCELLE DI GESÙ BAMBINO.
frire ai bambini ed alle bambine importanti momenti di crescita per uno sviluppo naturale e felice. Quest’anno accanto ai percorsi di lavoro predisposti dalle insegnanti
ed all’insegnamento della religione cattolica, in collaborazione con Don Michele si
affiancano laboratori di musica, d’Inglese
(metodo Hocus Lotus con docente certificata), di motricità, percorso Yoga "Emozioni in gioco" per piccoli e tanto tempo
per il gioco e la danza.
I nostri piccoli diventeranno dei veri e propri cittadini vivendo in un ambiente nel
quale i propri diritti diventano azioni giochi abbraccio silenzio, guida e scuole.
F.R.
Gorizia
Sabato, 21 novembre 2015
21
Un momento di approfondimento della storia della comunità ebraica cittadina
nella ricorrenza della deportazione degli ebrei goriziani, il 23 novembre 1944
Enrico Rocca,figura da riscoprire
C
ompito degli anniversari è quello di ricordare avvenimenti rilevanti
nella
storia
dell’interessato/a, la memoria
è infatti un antidoto rispetto
all’impietoso scorrere del tempo che consuma le esistenze
umane.
Non possiamo quindi dimenticare un avvenimento brutale
come la deportazione degli
ebrei goriziani, in buona parte
vecchi e malati, che vedevano
nella loro tarda età un baluardo contro la violenza nazifascista, poiché il male, rappresentato qui dalla più completa
indifferenza nei confronti degli altri esseri umani, considerati semplicemente e spaventosamente
materiale
da
eliminare, è un fattore sempre
presente nell’animo umano ed
è proprio contro il male, nelle
sue più diverse sfaccettature,
che dobbiamo continuare a
combattere.
La ricorrenza del 23 novembre
dovrebbe quindi essere un
momento di riflessione su
questa tematica, ma anche un
momento di approfondimento della storia della comunità
ebraica goriziana che, se effettuato oggettivamente, consente di capire meglio la città di
oggi.
Credo che la figura di Enrico
Rocca (Gorizia 1895-Roma
1944) sia emblematica per la
storia goriziana della prima
metà del Novecento.
Certamente questo nome a
Gorizia non significa niente. I
più informati si ricorderanno
forse di una via Rocca nel
quartiere Montesanto, immagino però che tutto si fermi lì.
Le vicende umane di questo
vivacissimo ebreo goriziano,
morto suicida a Roma nel
1944, sono emerse dalla polvere del tempo da una decina
d’anni, rimanendo però note
nel ristretto gruppo degli intellettuali che si occupano della
cultura di Trieste e dintorni tra
le due guerre mondiali.
E’ stato persino dimenticato
dal grande convegno di tre
giorni che si è svolto a Ferrara
gno profondo di reagire positivamente allo choc per il crollo di tutti i valori che lo avevano formato.
Ma l’anno delle leggi razziali
sconvolge atrocemente anche
questi tentativi: Zweig è costretto ad abbandonare l’Austria trovando rifugio in Inghilterra (morirà poi suicida in
Brasile), Rocca rimane a Roma,
ma può continuare a scrivere
solo usando pseudonimi e, alla fine, viene colpito dalla
morte letteraria.
Nel 1940 torna in visita a Gorizia e nel suo diario annota "alla bonaria popolazione autoctona s’è andata aggiungendo
una spuria… mescolanza piccolo-borghese d’agenti, funzionari… che si crede in colonia e sindaca e spadroneggia.
… L’oppressione totale di un
regime che si pretende identico alla patria… ha fatto impallidire il ricordo delle senili e
inefficienti vessazioni dell’Austria e Francesco Giuseppe, in
confronto ai nuovi despoti, rischia d’apparire un grande imperatore liberale".
Dopo la destituzione di Mussolini Rocca può tornare finalmente al giornalismo, dive-
Si reca a Venezia
per completare gli
studi. Affascinato
dalla vita politica,
si arruola volontario
nell’esercito italiano
all’inizio di Ottobre e che riguardava l’Ebraismo del Friuli
Venenzia Giulia, organizzato
dalla fondazione museo nazionale dell’Ebraismo italiano.
Immagino e spero però che
Claudio Magris, in occasione
dell’uscita del suo ultimo libro
(Non luogo a procedere), riesca
a rendere effettivamente nota
la figura di questo ebreo goriziano ad un pubblico più ampio.
Intanto mi par giusto ricordarlo finalmente nella sua cit-
tà, perché è una delle componenti ignorate del suo passato
recente.
Come la città di Gorizia infatti
anche Enrico Rocca tra il 1922
e il 1938 vede svalutarsi tutti i
valori sui quali poggiava la sua
formazione umana.
Figlio di un ebreo italiano e di
una goriziana "doc", BiceGentilli, cresciuto negli ultimi anni
della Gorizia multiculturale,
come altri membri dell’alta
borghesia del Litorale, perfettamente conscia dell’imminente crollo dell’Impero, si reca in Italia (a Venezia) per il
completamento degli studi.
Lì viene affascinato dalla vivacità della vita politica e decide
quindi di arruolarsi volontario
nell’esercito italiano. Ferito
due volte proprio sul fronte
dell’Isonzo trascorre la convalescenza a Roma dove decide
di stabilirsi. Collabora con va-
ri giornali tra i quali anche "Il
popolo d’Italia", diretto da
Mussolini. Come altri giovani
viene attratto dal Fascismo
della prima ora e, inviato della
testata mussoliniana, partecipa nel 1924 ad una crociera in
Sudamerica organizzata dal
regime. Questo è il primo dei
tanti viaggi dai quali nasceranno articoli e libri e che gli consentiranno di conoscere diverse personalità e di distanziarsi
lentamente dal giornalismo
politico e da un’Italia che sempre meno corrisponde alle sue
aspettative. Decisivo per la sua
evoluzione intellettuale è l’incontro con Stefan Zweig, finissimo letterato vienennese, autore di quel "Mondo di ieri",
dove Rocca si sente perfettamente a suo agio. Inizia quindi la sua attività di germanista,
scrittore e traduttore, rispondente probabilmente al biso-
❚❚ A Palazzo Attems
F
nendo direttore del "Il Lavoro
italiano", incarico che accetta
con grande entusiasmo. Tale
attività dura sfortunatamente
pochissimo, poiché dopo l’8
settembre 1943 si ritrova a dover fuggire in Molise per sottrarsi agli occupanti tedeschi
per poi passare a Napoli e collaborare alla radio americana.
Liberata Roma vi fa ritorno, ma
viene denunciato come fascista. Il 20 luglio del 1944 Enrico
Rocca si getta dal quarto piano del palazzo in cui risiede.
Orietta Altieri
Agenda
Le opere di Dugo
per "Dipingere
il silenzio"
ino al 31 gennaio è visitabile a Palazzo Attems - Petzenstein la mostra
"Franco Dugo. Dipingere il silenzio.
Opere 1997 - 2015". La personale
dell’artista nasce da una collaborazione tra
Credito Cooperativo - Cassa Rurale ed Artigiana di Lucinico Farra e Capriva, Provincia di Gorizia e Musei Provinciali, riuniti
per dare vita al "Progetto Arte", fortemente voluto proprio dalla BCC.
"Da tempo si ragionava su come intervenire a livello artistico - ha commentato Renzo Medeossi, presidente della Cassa Rurale -: l’attenzione alla cultura da parte della
Decisivo
per la sua evoluzione
intellettuale
è l’incontro
con Stefan Zweig,
letterato vienennese
nostra realtà è sempre alta ma volevamo
proporre qualcosa di organico. Ecco quindi "Progetto Arte" con il quale l’Istituto rende omaggio alle personalità artistiche più
significative del territorio, ormai pubblicamente affermate, e di valorizzare i giovani.
Il Consiglio ha valutato di iniziare questa
esperienza con un artista ben noto e ben
rappresentativo dell’arte ’goriziana’.
La mostra, diretta e curata da Giancarlo
Pauletto, curatore anche del catalogo, vede una selezione - operata dallo stesso
Franco Dugo insieme al direttore - di opere dal 1997 ad oggi: "abbiamo ragionato sul
■ Pastor
Incontro formativo
NELLA FOTO DI RENZO CROBE
UN’IMMAGINE DELL’INAUGURAZIONE
DELLA MOSTRA DI DUGO
A PALAZZO ATTEMS.
taglio da dare a questa mostra e abbiamo
deciso di partire dal ciclo de "L’uomo nei
castagni" fino ad arrivare all’ultimo tema
affrontato quest’anno, le sfumature di un
paesaggio sormontato da una grande nuvola al tramonto, colto nel corso di una
passeggiata tra Lucinico e Mossa", ha raccontato l’artista. La mostra è visitabile da
mercoledì a domenica dalle 10 alle 17 (giovedì fino alle 19).
Se.Tre.
Giovedi 26 il Pastor Angelicus di Via
Rabatta, Sala Marcuzzi alle 18, ospita il
secondo dei quattro appuntamenti del
ciclo "Percorsi InFormativi" organizzati
dal Circolo Medeot.
Titolo della seconda tappa sarà
"Occupazione diffico à economiche e
misure a sostegno del reddito - Diritto
all’indipendenza e alla dignità
dell’individuo" dove al centro del discorso
della serata verrà messo proprio
l’individuo e attorno a questo si
svilupperanno le varie tematiche,
nell’ottica di quell’impegno cattolico per
il sociale animato da spirito di gratuità
che pone la persona al centro.
Dopo l’introduzione del presidente Rojic
seguiranno dapprima gli interventi del
dott. Dreossi e di un esponente della
Caritas diocesana. Modererà l’incontro il
vicepresidente Eddy Manzan.
22
Bassa Friulana
Sabato, 21 novembre 2015
La Città Possibile
A Cervignano
al via il 3°
anno di attività
del laboratorio
di progettazione
A
Cervignano continua il
percorso iniziato nel
2012 dal comitato La
Città Possibile: riprende e
continua, cioè, quello che si
potrebbe definire un
laboratorio di progettazione
partecipativa che si pone
l’obiettivo di avvicinare i cittadini, con particolare
riferimento ai più giovani, per discutere di Politica
all’insegna della Città Possibile.
Nel blog attivato per promuovere il percorso si
Dopo anni di attesa
si sistema Parco Europa
L’intervento sull’area verde di Cervignano porterà in particolare
all’interramento dei corsi d’acqua e che in passato
sono stati oggetto di numerose proteste per sporcizia ed odori
legge: "La Città Possibile è un’idea. Un’idea che
parte da lontano e che si sviluppa all’interno di un
gruppo di cervignanesi che ha deciso di lavorare ad
un progetto per ricostruire e rendere praticabile e
proficuo quel percorso politico che deve portare il
cittadino verso una nuova attenzione alla cosa
pubblica (res publica) e quindi alla cittadinanza
nella polis (Cervignano) che trova nell’impegno
politico la sua più alta forma di espressione".
Anche per il 2015/2016 il percorso si snoderà
attraverso un ciclo 5 incontri aperti a tutti, su temi
di interesse generale, ma con specifico riferimento
F
inalmente, dopo anni di attesa, il
parco Europa sarà adeguatamente
sistemato. Si tratta, in particolare,
di un intervento teso a sistemare
l’area verde. Ma ciò che è più importante
è che si provvederà a interrare i corsi
d’acqua che lo attraversano e che in
passato sono stati oggetto di numerose
proteste per la sporcizia e gli odori non
proprio piacevoli che si levavano da essi,
specie d’estate. Non si contavano, inoltre,
insetti e alghe. In particolare, il canale che
scorre nei pressi del chiosco. L’intervento
di tombatura dei canali sarà eseguito dal
Cafc (Consorzio acquedotto Friuli
Centrale).
Non solo, ma si provvederà al rifacimento
degli esistenti servizi igienici e sarà
rimesso a nuovo anche il bar presente al
parco.
Il Comune, inoltre, acquisterà alcuni
nuovi giochi per i piccoli ospiti. I lavori
partiranno entro i primi mesi del 2016 e,
con la collaborazione della Forestale, si
potrà adeguatamente intervenire sulle
varie essenze arboree presenti nel parco.
al territorio cervignanese.
Il primo incontro si terrà presso la sala civica della
Biblioteca di Cervignano in via Trieste 33, con inizio
alle ore 20,30 lunedì 23 novembre. La serata dal
titolo "Viaggio tra la 1^ e la 3^ Repubblica" avrà
come moderatore Oscarre Lepre, già assessore
provinciale e regionale (DC) e come ospiti/relatori:
Attilio Vuga (ex Sindaco Cividale), Enrico Bulfone
(già consigliere regionale PSI), Vittorio Zanon
(Direttore La Panarie), Manuela Celotti (sindaco di
Treppo Grande, PD) e Elena Bianchi (capogruppo
M5S in Consiglio regionale FVG).
Vanno valorizzate e comunque sistemate
come si conviene da personale
competente. C’è poi da considerare la
posizione centrale del parco in questione
e anche dal fatto che, nel corso degli anni,
questi è divenuto un punto di riferimento
per i tanti giovani che lo frequentano, non
soltanto per socializzare, ma anche per
partecipare ai vari concerti ed eventi che
sono promossi nel periodo estivo.
Ma il parco ha bisogno di una nuova
connotazione, rivolta anche alle famiglie.
Un primo passo, in questa direzione,
appare oltre alla sistemazione dei
suddetti corsi d’acqua, con la
collocazione dei nuovi giochi. Le
attrezzature, come panchine e i servizi,
oltre che sistemati, vanno comunque
controllati, per evitare, come è accaduto
in diverse circostanze, che siano oggetto
di vandalismo. Con l’ovvia considerazione
che, poi, i costi ricadono inevitabilmente
sulla collettività. Si potrebbe pensare a un
impianto di videosorveglianza per i punti
più sensibili.
Bruno Arcangeli
❚❚ Tapogliano
Agenda
Una targa per don Antonio Marcuzzi
■ Ruda
iconoscenza per contemporanei? Rara.
Per gente che se n’è andata da un pezzo: fenomeno da
mosche bianche.
Ma per don Antonio Marcuzzi (Tapogliano 1805 -Visco
1855), un bel ricordo c’è stato. Sulla sua casa natale di Tapogliano (ora abitata da Giuseppe - Pino - Marcuzzi) è stata posta una
lapide che lo ricorda con le sue benemerenze.
Infanzia difficile per la miseria; eccellenza negli studi; grande carità da pastore, distinto come ispettore scolastico, che si prodigò per l’istruzione, anche quella femminile; amò la scienza (socio della Società Agraria di Gorizia); assistette i colerosi a Joannis
nell’epidemia del 1836 e a Visco in quella del 1855 che lo vide soccombere). Propugnò l’insegnamento del tedesco anche ai figli
di povera gente, per far sì che nessun impiego nell’impero fosse
loro precluso.
Ne ha parlato Ferrucco Tassin; ha benedetto la lapide mons. Ennio Tuni; ha salutato i numerosi presenti il sindaco di Campolongo e Tapogliano Cristina Masutto.
La manifestazione è stata promossa dal Circolo Don Clemente
Corsig, dai Donatori di Sangue di Campolongo e Tapogliano, con
il patrocinio del Comune
Si svolgerà lunedì 23, alle 20, presso la
sala R. Cian del Circolo Acli di Ruda un
incontro sulle tematiche del Gioco
d’azzardo patologico e dipendenze varie.
Per approfondire il problema connesso al
diffonde si fuori misura delle slot, la
direzione del Circolo ha voluto cogliere la
concomitanza dell’apertura di un centro
d’ascolto presso le Acli di Fiumicello
proprio sullo scottante problema.
Con il patrocinio del Comune e la
disponibilità delle strutture dell’Azienda
Sanitaria del Basso Friuli e Isontino,
all’incontro parteciperanno la dott.ssa
Valentina Vidal, psicoterapeuta, la
dott.ssa Luisa Donini, psichiatra, la
dott.ssa Alessia Aldrigo psicologa e l’avv.
Dimitri Tomasin. Gli interventi saranno
coordinati da Sergio Iacuzzo referente
"Progetto Centro Ascolto di Fiumicello.
R
Aiello
Incontro sul gioco
d’azzardo
Nella festa di San Carlo tanti i visitatori
che anche quest’anno hanno riempito le vie del paese
Una fiera che si ripete da 2 secoli
I
l tempo splendido ha favorito
l’afflusso di visitatori provenienti
da tutta la regione e non solo:
numeri che hanno sancito il
successo della 200°^ fiera di San
Carlo, un’infinità di gente ha
riempito tutte le vie e le piazze del
paese all’interno della quale c’erano
numerosissime attrattive ludiche,
culturali, gastronomiche, che hanno
catturato l’attenzione dei visitatori.
La banda di Metnitz, il gruppo "Arco
Asburgica" con costumi e balli
’800eschi e l’Arciduca Markus
Salvator Asburgo-Lorena sono stati
protagonisti d’eccezione della
memorabile giornata.
Tra le altre iniziative ben sei mostre
di cui una su "Il piacere del ricamo",
una "1815-1915 ai tempi dell’impero.
Tra mito, storia e costume" e quattro
organizzate dal "Circolo Navarca" e
tra queste una mostra fotografica
che si teneva nel "Museo della Civiltà
Contadina del Friuli Imperiale" dal
tema decisamente accattivante:
"Innamorati ad Aiello", alla quale era
abbinata anche una votazione per
decretare quali fossero le tre foto più
significative.
L’obiettivo del fotografo doveva
cogliere un soggetto particolarmente
interessante ed inusuale, e le opere
esposte, ben 38, hanno presentato
immagini di soggetti disparati,
persone, bambini, animali, piante,
cose, persino motociclette, che
mostravano momenti gioiosi ed
affettuosi di vita assieme.
I visitatori della mostra sono stati
numerosissimi e con piacevole
stupore gli organizzatori hanno
constatato un altissimo numero di
votanti, ben 1400, che hanno
determinato quale era la foto più
bella, perciò decretata non da una
giuria ma dalla partecipazione
popolare.
Ecco i vincitori: il terzo posto è
andato alla foto numero 30 intitolata
" Soffici Carezze" di Edy Lovisetto di
Cervignano del Friuli, con 129 voti, al
posto d’onore si è classificata la
numero 6 intitolata "Fin che la rete
non ci separi" di Eva Visintin di
Aiello, con 144 voti, mentre il primo
posto con un punteggio
elevatissimo, 227 voti, è andato alla
foto numero 26 scattata da Daniele
Boschi di Aiello dal titolo " A vinc
cun la vespa a sessanta das gnocis cu
la cariola".
Livio Nonis
Bassa Friulana
Festosa celebrazione a Ruda
Il canto del "te Deum"
per esprimere il "grazie"
della Comunità al Signore
U
na bella Giornata del Rin- All’offertorio c’è stata
graziamento si è vissuta
domenica scorsa anche in la bella partecipazione di tutti
Ruda.
i bambini presenti che hanno recato
Immersi in un’ideale atmosfera autunnale con i colori della stagione ed alla mensa eucaristica un frutto
i tappeti di fogli cadute, nella verde della terra, seguiti dai cesti colmi
oasi del ricreatorio si è tenuta una
partecipata ed intensa giornata del degli agricoltori di turno
Grazie a Dio per tutti i doni ricevuti.
La sala "don Cesco Plet" era gremita al massimo e hanno donato per il nostro presente e per il nostro fusplendida la presenza di tanti bambini e di tante giova- turo.
Poi sulla piattaforma sportiva occupata da trattori di
ni famiglie.
Il rito liturgico è stato intenso e reso gioioso dal suono antica e recente proposizione, tra i quali ben figurava
anche un’autolettiga della Croce Verde, si è dipanato il
delle chitarre ed il canto di tanti fedeli.
All’omelia don Giampiero Facchinetti, ha ricordato sì i cammino benedicente del celebrante seguito da un cuterribili eventi parigini ma ha poi formulato un vivo rioso seguito dei piccoli presenti.
ringraziamento per l’Amore che Dio ci riserva sempre Poi tutti i chiamati della Giornata, con il Sindaco Pale ci è vicino soprattutto nei momenti più duri, donan- mina Mian in testa, le Rappresentanze politiche, assodo forza e serenità per poter continuare a vivere e a co- ciative e contadine, si sono accostati alle ricche tavolate di pregiati prodotti di stagione ed ai vini delle cantine
struire un mondo migliore.
All’offertorio c’è stata la bella partecipazione di tutti i nostrane, accanto ai favolosi dolci di mamme e nonne
bambini presenti che hanno recato alla mensa eucari- del paese.
stica un frutto della terra, seguiti dai cesti colmi degli Insomma una giornata di sole fuori all’aperto e dentro
i cuori, per dei momenti vissuti in amicizia e per contiagricoltori di turno.
Al termine della S. Messa si è alzato forte il canto del Te nuare ad aver fiducia circa i doni che Dio ancora ci riDeum per dare voce ai sentimenti più accorati delle serverà.
E.R.
personali riconoscenze e per ricordare anche quanti
Sabato, 21 novembre 2015
23
24
Mandamento
Sabato, 21 novembre 2015
Madonna della Salute: l’attualità di una festa
(foto d’archivio)
Testimoniamo la gioia
per la salvezza ricevuta?
L
a salute è un bene prezioso. Il grado di salute spesso è misura del nostro
essere attivi e accettati nella società. La malattia disturba e fa paura perché
porta con sé dolore e separazione dalla vita ’normale’. Vogliamo essere sani
e facciamo tutto quello che ci è possibile per ottenere il benessere del
nostro corpo. Spesso ci rivolgiamo a Dio per ottenere una guarigione e
chiediamo alla Madonna di intercedere per la nostra salute. Davanti a grandi
calamità collettive la comunità cristiana ha fatto anche voti, ha promesso gesti
concreti di riconoscenza se l’intercessione di Maria avesse ottenuto la grazia
della loro fine.
La celebrazione del 21 novembre ha avuto questa origine ed ancora oggi vede,
anche qui da noi, moltissimi fedeli accorrere per una preghiera di richiesta di
salute o di ringraziamento per una guarigione.
Questo nostro comportamento è comprensibile, ma ci chiediamo se nella storia
che stiamo vivendo e costruendo possiamo ridurre il significato di salute ad un
aspetto fisico. Quante pestilenze abbiamo attorno? Quali malattie attanagliano
una società umana incapace di giustizia, gravemente minata dalla corruzione,
generatrice di guerre e distruzioni,
disattenta davanti al degrado
dell’ambiente in cui viviamo,
da casa mia, cosa vedo? Divisioni,
manipolatrice di persone e popoli fino
muri, cataste di filo spinato, colonne
a negare i valori dell’amore e
impressionanti di esseri umani in fila
dell’accoglienza, a tutte le dimensioni.
che fuggono dalla distruzione e dalla
Mentre scrivo queste parole quasi
morte per cercare vita e pace. Vedo i
prendo paura e penso di essere
morti nel cielo del Sinai e resto
inguaribile pessimista, eppure se
attonito, stordito dai massacri nel
guardo i telegiornali, leggo i giornali,
centro di Parigi. Queste sono le
mi allontano solo qualche chilometro
malattie che oggi colpiscono la nostra
Agenda
Agenda
società, che si dibatte tra una crisi e
l’altra, economica e morale, e con
grande difficoltà cerca una via di uscita
all’avanzare della povertà, alla
disoccupazione, alla mancanza di
orizzonti positivi per le nuove
generazioni.
Questa è la peste del nostro secolo e
chiudere gli occhi non serve. Vediamo,
è vero, anche tanti gesti di solidarietà e
di accoglienza e questo ci permette di
sperare. Abbiamo bisogno di salute
fisica, ma anche di tener presente
l’altro e più profondo significato di
questa parola.
Il termine "salus" dice sì salute, ma nel
Nuovo Testamento indica anche
"salvezza, liberazione, bene, pace,
felicità". Maria di Nazaret, che in
questa occasione onoriamo come
Madonna della Salute, è anche la porta
scelta da Dio per entrare nel mondo e
donare all’umanità la ’salvezza’.
Possiamo imparare dalla sua
esperienza di testimone
silenziosamente attiva nel cammino
del Salvatore, fin sotto la croce, e nel
dare sostegno e forza alla prima
comunità di credenti nel Cristo
Risorto.
La festa della Madonna della Salute ci
invita a riflettere su due aspetti: come
affrontiamo la malattia e il dolore
fisico e come oggi testimoniamo
concretamente la salvezza che Cristo
ha donato all’umanità. La "guarigione"
per la quale chiediamo ancora
l’intercessione di Maria non è solo un
fatto di salute fisica, riguarda il nostro
modo di vivere immersi in una
umanità che soffre ed alla quale
dovremmo saper testimoniare la gioia
della salvezza ricevuta. Il 21 novembre,
nelle chiese o in processione nelle
strade, ci richiama ad essere ogni
giorno operosi testimoni di questa
gioia con la nostra vita.
A Monfalcone in Duomo alle 14 di
sabato 21 la recita del rosario
precederà la concelebrazione delle
14.30 presieduta dall’Arcivescovo
Carlo; al termine si snoderà la
processione per le vie del centro.
Guido Baggi
■ Monfalcone
La festa del Bosco
Il 20, 21 e 22 novembre, in occasione dei
festeggiamenti patronali a Monfalcone
per la Madonna della Salute, tante le
iniziative in programma: caldarroste,
brulè, ribolla, mercatini, intrattenimenti
musicali, laboratori per i bambini e tanti
prodotti da forno in collaborazione con i
panificatori del Mandamento
Monfalconese. Inoltre, nell’ambito della
manifestazione, in programma in Piazza
della Repubblica, il sodalizio
monfalconese organizza anche la terza
edizione del concorso "Gara di dolci della
Festa del Bosco".
L’iniziativa è rivolta a ogni appassionato
che desideri partecipare alla
manifestazione con il proprio dolce
(torta, crostata, muffins, biscotti o al e
elaborazioni asciutte e secche, che si
conservino a temperatura ambiente)
realizzato utilizzando ingredienti ’a tema’
(castagne, marron glaces, frutti di bosco,
zucca, noci, nocciole, mele, miele, ecc.).
Ogni dolce dovrà essere necessariamente
corredato dalla scheda di partecipazione
allegata, firmata e compilata in ogni sua
parte, parte integrante del presente
bando.
La consegna del dolce, dovrà avvenire
presso lo stand della Pro Loco Monfalcone
in Piazza della Repubblica nell’ambito
della festa il giorno sabato 21 novembre,
fra le ore 10 e le ore 18.
L’assaggio di tutti i dolci avverrà da parte
di una giuria che terrà conto non solo del
gusto, ma anche dell’aspetto, della
creatività e dell’uso di ingredienti a tema
con il bosco.
La cerimonia di premiazione avverrà
domenica 22 novembre 2015 alle ore 16
in Piazza della Repubblica, Monfalcone.
Dopo le votazioni della commissione, i
dolci saranno distribuiti ai partecipanti,
con eventuale offe ta libera. Il vincitore
riceverà un premio attinente la cucina,
gentilmente offe to dal negozio "Ginaldi
Olimpia" - Monfalcone.
Per informazioni rivolgersi a: Pro Loco
Monfalcone, Via G. Mazzini n. 3 - 34074
Monfalcone (GO), tel e fax 0481/411525,
e-mail [email protected], pagina
facebook: Pro Loco Monfalcone.
S.F.
❚❚ Le iniziative proposte dai giovani nel ricreatorio San Giuseppe
È partito "Caldaia in concert"
■ Turriaco
Esibizione di cori
Si potrà ammirare la bravura e la simpatia
del Coro Miscellaneous di Porto Viro
(Rovigo) domenica 22 novembre alle 17
nella chiesa di Turriaco nel 6° concerto
per Santa Cecilia. Il Gruppo Costumi
Tradizionali Bisiachi ha conosciuto e
apprezzato per la prima volta nel 2014
l’effe vescente formazione veneta diretta
dalla maestra Sara Marafante a Roma in
occasione della diretta televisiva di TV
2000 "La Canzone di Noi" ed ha ritrovato
quest’anno il Coro a Copertino di Lecce al
Festival Nazionale Cristiano XIV Premio
Salentino. Il Gruppo Costumi ha voluto
portarli a Turriaco perchè colpito dalla
loro grande capacità di spaziare nei più
diversi generi musicali: pop, rock,
spiritual, melodico, sacro..., che
coinvolge un pubblico eterogeneo sotto
l’energica guida dalla maestra Sara
Marafante Il Coro è accompagnato da
validissimi musicisti agli strumenti e
proporrà a Turriaco un’imperdibile
repertorio. La manifestazione gode del
patrocinio della BCC Turriaco, della
Fondazione CARIGO ed è inserita in
Nativitas dell’USCI FVG.
L’
anno associativo è cominciato
alla grande lo scorso fine settumana; infatti è stata organizzata da parte dei giovani del ricreatorio della Parrocchia di San Giuseppe
di Monfalcone una cena d’autofinanziamento e a seguire un concerto giovanile
che ha visto collaborare tra gli altri il coro
giovanile Overtwelve diretti dalla maestra
Francesca Moretti, la band di giovani "Falling star" costituito da ragazzi appartenenti al gruppo scout Monfalcone 3 e il
gruppo del post cresima.
Con il concerto di sabato 7 è stata inaugurata la rassegna "Caldaia in concert"; sei
serate fino a giugno con diverse realtà musicali e canore sia del ricreatorio (come la
compagnia teatrale "Amici di Alice" previsto a fine maggio e il concerto "A choral
experience" del piccolo coro di Monfalcone previsto per domenica 1 maggio) sia
esterne (con la band di Romans "Pavos
Rojos" prevista per sabato 28 novembre e
la band giovanile Baggi & the Wonderband
prevista sabato 9 aprile) oltre all’appuntamento del 6 gennaio con il Piccolo Coro
di Monfalcone e il gruppo vocale Overtwleve diretto dalla maestra Moretti con
la direzione tecnica di Lucio Strizzolo.
La rassegna è stata organizzata con l’aiuto di: associazione Benkadi di Staranzano,
piadineria Randa Jo’s Bar di Monfalcone,
merceria Ettore e Mariella di Panzano
(Monfalcone) e della ditta Security s.r.l di
Monfalcone. L’obiettivo di questi spettacoli che accompagneranno la comunità
parrocchiale per tutto l’anno, oltre a mantenere il clima di comunità, è quello di
raccogliere fondi per la ristrutturazione
del ricreatorio parrocchiale. La manutenzione straordinaria dei serramenti e dell’impianto di riscaldamento prevede una
Il gruppo
dei Costumi
bisiachi alla
residenza di
via Crociera
"M
spesa di circa 120.000 Euro, somma in parte coperta da un auspicabile contributo
regionale: per la restante parte invece è
stato proposto da parte dei consiglio del
ricreatorio e dal C.Pa.Pa di organizzare
questa serie di eventi.
Il primo appuntamento è quindi previsto
per sabato 28 alle 20.45 nei locali del ricreatorio "O. Foschian" di Monfalcone in
via Isonzo 27, con ingresso libero. Il gruppo dei Pavos Rojos intratterrà il pubblico
con una band di sette elementi: tastiere,
percussioni, chitarra, sax, tromba e trombone e la potente voce della cantante Laurence Blasizzo, spaziando dalla black music al soul, dal funk alla musica
sudamericana.
Per informazioni circolo@ sangiuseppemonfalcone.it o pagina Facebook Ricreatorio "Mons. O. Foschian" Monfalcone.
Andrea Poserina
usica e Vita" è un
progetto che il Gruppo
Costumi Tradizionali
Bisiachi di Turriaco porta avanti dal
2005, un impegno di solidarietà
nell’ambito di attività di
intrattenimento ed animazione
rivolto agli anziani ospiti di case di
riposo locali. Sabato scorso il gruppo
bisiaco si è recato nella residenza
per anziani di via Crociera a
Monfalcone, a far visita agli ospiti
della struttura che per un’ora sono
diventati i primattori in quanto
coinvolti nelle "Cantade" e nei balli
che il gruppo folkloristico locale
hanno messo in scena. Gli anziani
hanno così potuto godere con
grande divertimento di polke e
mazurche e di canti a tutti ben noti.
Un grazie di cuore al gruppo di
Turriaco che ha saputo trasformare
un freddo sabato in un caldo
pomeriggio autunnale, con la loro
compagnia allegra ed inusuale.
Livio Nonis
Mandamento
Sabato, 21 novembre 2015
Agenda
La nuova fatica editoriale di don Fabio LaGioia
L’attualità di San Paolo
e delle sue opere
L
unedì 23 alle 20 nella sala parrocchiale adiacente alla chiesa di San
Marco Evangelista al Villaggio del Pescatore, sarà presentato l’ultimo
lavoro letterario di don Fabio La Gioia. Alla serata interverrà il parroco
di San Canzian don Alessandro Biasin.
"San Paolo - La vita e le lettere" è il nuovo libro di don Fabio, parroco del
Villaggio del Pescatore.
L’opera edita da Aracne, che ha già pubblicato dello stesso autore anche un
commento all’Apocalisse, è la seconda pubblicazione della collana Thesaurus,
una collana di studi di teologia e di
storia della Chiesa, di testi cioè che
pongono l’accento al pensiero e
sottolinea che "le stesse fonti non sono
all’agire nei confronti del Dio fatto
in grado di rispondere a tutte le
uomo.
domande sulla vita dell’apostolo" ma
Il testo incomincia con un profilo
questo libro ha il proposito di
della vita di San Paolo, per poi
soffermarsi per riflettere su alcune
tracciare qualche punto essenziale
questioni teologiche primarie nelle
sul pensiero teologico dell’apostolo
lettere dell’Apostolo: la giustizia di Dio
confrontato con la Chiesa di oggi.
e la giustificazione, il Vangelo e il
Le fonti, gli Atti degli Apostoli e le
ministero apostolico, la parusia (la
lettere paoline, ci forniscono
seconda venuta di Nostro Signore
svariate informazioni sul Santo, che
Gesù Cristo), la centralità cristologica e
lo rendono uno dei personaggi
la vita nuova dello Spirito.
antichi tra i più conosciuti.
Il libro afferma l’attualità di San Paolo
Il lavoro di studio e
e delle sue opere. Don Fabio, termina
approfondimento fatto da don
ricordando che l’Anno della
Fabio, che nel 2013 ha già
Misericordia indetto da Papa
pubblicato un commento alla
Francesco, sarà l’occasione per
lettera paolina ai Romani,
riflettere su "che senso ha essere
25
■ Fogliano
Calandario
dei paesi bisiachi
Si presenta domenica 22 alle 15 a Fogliano
presso la Tenda dell’Ospitalità il Calandario
dei paesi bisiachi 2016, pubblicazione
promossa dal Circolo culturale e ricreativo
don Eugenio Brandl di Turriaco.
Giunto alla sua ventunesima edizione, il
calendario - curato da Sergio Gregorin e Ivan
Portelli - punta il suo zoom all’anno 1916:
data in cui per la gente bisiaca iniziava il
terzo anno di guerra.
È su questo scenario che si indirizza la
ricerca che riporta esperienze e vicissitudini
di nonni e bisnonni che hanno dovuto
"Convivar cu la guera" come recita il titolo
del calendario.
■ Marcelliana
Concerti
di Santa Cecilia
cristiani oggigiorno?", e San Paolo "ha
ancora (e avrà sempre) qualcosa di
essenziale da suggerire".
Fabio Eramo
Nell’ambito dei "Concerti di Santa Cecilia
2015" nel Santuario della Marcelliana
domenica 22, con inizio alle 20.45, la Banda
Civica Città di Monfalcone, i cori "Ermes
Grion" di Monfalcone, "Elianico" di
Fogliano-Redipuglia ed il Gruppo Vocale
"Danica" di San Michele del Carso, con la
partecipazione del mezzosoprano Elisabetta
Jarc, eseguiranno la ’Missa pro pace’.
Dirigerà il maestro Lamberto Soranzio.
Sabato 28, con inizio alle 20.45,
l’Associazione ’Voci di Donna’ presenterà un
concerto de "I fiati dell Orchestra
Filarmonica "Città di Monfalcone.
A 40 anni dalla firma
■ In programma un convegno
Una rilettura critica del Trattato di Osimo
Quarant’anni fa, il 10 novembre 1975, Italia e Jugoslavia si incontravano nella cittadina
marchigiana di Osimo per sottoscrivere l’importante trattato che metteva fine ad ogn
possibile contenzioso sui confini t a i due Stati, aprendo lo scenario dell’integrazione
europea. La Provincia e il Comune di Gorizia, l’Istituto per gli Incontri Culturali
Mitteleuropei e l’associazione Krožek Anton Gregor?i? hanno voluto ricordare questo
importante passo, definito dal a vicepresidente provinciale Mara ?ernic "il punto di
partenza per quella che è oggi l’integrazione europea. L’unitarietà del territorio italo sloveno è quello su cui dobbiamo lavorare, pensandolo come un territorio unico dal punto
di vista delle possibilità e dell’economia".
Nelle prossime settimane si terrà a Gorizia anche un convegno dedicato proprio al
quarantennale del Trattato di Osimo, testo nel quale le parti si impegnavano in materie
quali i valichi confina i, gli assi viari, la gestione delle acque comuni. Come sottolineato da
Nicolò Fornasir dell’ICM, "Osimo va oggi riletto criticamente come spunto per una nuova
unità di questo territorio, mirando a essere luogo di integrazione e cooperazione. Il
convegno potrà essere il momento in cui vedere se la scommessa fatta 40 anni fa sia stata
vincente, osservare cosa è stato fatto e cosa migliorare".
Selina Trevisan
26
Mandamento
Sabato, 21 novembre 2015
FOGLIANO - Il 13 settembre 1914 gli abitanti si affidarono alla Madonna della Salute
per scacciare il pericolo della guerra ormai incombente anche sul loro territorio
Alle origini di una tradizione
"U
na volta vigniva
zente non solo de
Foian, anca de
Polas, Segrà, Redipuia, San Pier... iera un muc’
de zente e iera sempre una
gran festa". Così alcune signore di Fogliano ricordano oggi
quella che era la processione
della Madonna della Salute,
celebrata ogni anno il 21 novembre. In effetti dalle testimonianze fotografiche tuttora
esistenti si può osservare quale fosse la fede e la dedizione
dei foglianini (e delle popolazioni dei comuni limitrofi)
verso la loro Patrona. Celeberrima è la fotografia del 1939 (la
seconda processione effettuata per le vie del paese bisiaco)
che ritrae l’Arcivescovo Carlo
Margotti intento a guidare il
sacro corteo.
Ma dove si radica questa tradizione? La presenza della
Confraternita del SS. Rosario
dei Domenicani di Murano (i
quali officiarono nella chiesetta di S. Maria in Monte fino al
1718, anno della creazione
della "cappellania di Fogliano!) testimonia una devozione
molto antica nel paese.
Sebbene nel 1806, giunto Napoleone, la congregazione fu
sciolta, il sacro corteo in onore della Madonna del S. Rosario (istituita nel 1571 da San
Pio V ), documentato per la
prima volta nel 1885, anno
della sua istituzione, venne
portato avanti negli anni. Questa processione, effettuata
ogni prima domenica di ottobre (tranne quando la stessa
cadeva il giorno 4 ottobre, San
Francesco d’Assisi: allora la
processione era spostata alla
domenica successiva, l’11), fu
reiterata fino al 1953. La statua
della Madonna del Rosario, attualmente posta presso la
chiesa di Santa Maria in Monte, possiede ancora la base lignea per esse trasportata per
le vie del paese.
Altro corteo mariano, effettuato anch’esso con la statua della Madonna del Rosario, era
quello della "Processione delle Rose": dapprima la stessa fu
Così fu il 21 novembre del
1939. Ma non si attese il 1954
per ri-onorare la memoria mariana perché nel febbraio del
1952, assieme al congresso eucaristico parrocchiale e all’incoronazione della statua della
Madonna della Salute, lo stesso simulacro fu portato solennemente in processione.
E, dal 1954, il voto venne sciolto annualmente secondo l’autorizzazione delle autorità religiose foglianine.
Qualche tempo fa, nel riordinare la cantoria e uno stanzino del ricreatorio vecchio, mi è
capitato di imbattermi in alcuni scatoloni. Uno di essi
conteneva gli ex-voto che la
popolazione aveva donato alla Madonna. Non solo ricami
ma cuori d’argento e piccoli
dipinti per un totale di trenta
quadretti.
Ora gli stessi sono stati ripuliti e attendono una loro più degna sistemazione, in quanto
espressione della religiosità
popolare e della fede più sincera. Assieme ad essi è stata
Inizialmente
si stabilì di sciogliere
il voto
a Maria ogni 25 anni.
E così fu il 21
novembre del 1939
trasportata per le vie del paese, poi solamente attraverso il
rione "Villette" ed infine, verso
gli anni Ottanta del Novecento, scomparve. Il nome prende spunto probabilmente dai
petali di rosa che le bambine
lanciavano prima del passaggio del simulacro per le vie del
paese.
Per riprendere, però, la storia
della devozione alla Madonna
della Salute, bisogna tornare
indietro al 1914, anno dello
scoppio della Prima Guerra
Mondiale. Probabilmente per
scacciare il demone della
"L
Festeggiamenti
patronali a Pieris
Direttore responsabile: Mauro Ungaro
Direzione, Redazione, Amministrazione:
34170 Gorizia - Via Seminario, 7
Telefono 0481 531663 - Fax 0481 532878
email:[email protected]
Autorizzazione Tribunale di Gorizia n. 33 del
Registro 7-1-1964
Stampa: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE Soc.
Coop. a r. l.,Via Austria 19/b - 35127 Padova
PD, tel. 049 8700713; email: [email protected].
Pubblicità: PUBLISTAR, Via Treppo, 5/B - 33100
’ incontro con Maria nostra
Madre Celeste è invito a
rivedere la nostra
partecipazione attiva alla vita della
comunità cristiana che è famiglia
delle famiglie. Imploriamo Maria
per la salute fisica senza
dimenticare quella spirituale in
questo tempo dove i veri valori di
una fraterna convivenza sembrano
essere dimenticati e in pericolo".
Questo il pensiero rivolto ai fedeli
da don Pier Paolo Soranzo in
occasione dei festeggiamenti
guerra incombente sul piccolo
paese rurale, la popolazione
decise di dedicarsi alla Madonna della Salute, invocata
per la prima volta nel 1630
nella Repubblica della Serenissima vessata da una tremenda epidemia di peste. Il 13
settembre del 1914, quindi, i
foglianini fecero voto a Maria
componendo questa preghiera: "Vergine amorosissima, per
questo amore, che sempre portaste ai vostri figlioli in questa
valle d’esilio e di pianto, degnatevi di soccorrerci nelle presenti necessità. Mirate o Madre
di pietà e Misericordia, i bisogni delle anime nostre e dei nostri cari; mirate le lagrime di
tante famiglie, che piangono o
stanno trepidanti sulla sorte
dei loro figli; muovetevi a compassione dei nostri mali, o tenerissima Madre e impetrateci
da Dio la salute dell’anima e
del corpo di tutti quelli che ci
appartengono. O Regina, che
patronali della Madonna della
Salute che si venera anche a Pieris.
Da giovedì 19 una serie di
appuntamenti per l’occasione: alle
ore 20 Santo Rosario e alle ore
20.30 un incontro sul tema della
soffe enza tenuto da Suor Paola
operante all’ Ospedale Burlo
Garofalo di Trieste. Venerdi 20,
vigilia della festa: rosario e a
seguire don Paolo Bonetti
introdurrà la lettura della Enciclica
di Papa Francesco.
Sabato 21 alle ore 10 la messa
- Udine - Tel. +39 0432 299664
Email: [email protected] www.publistarudine.com
Spedizione in abbonamento postale
Abbonamenti: Ordinario (annuo): Euro 45,00
- Sostenitore: Euro 50,00 - Benemerito: 100,00
- Estero: Paesi europei: Euro 100,00 - Paesi
extraeuropei (via aerea): Euro 125,00 - Prezzo
di una copia Euro 1,00 - Una copia arretrata
Euro 2,00 - L’importo dell’abbonamento può essere direttamente versato all’Amministrazione,
potete ciò che volete, non vi
scordate di noi nel grande pericolo, in cui ci troviamo. Noi
ricorriamo a Voi, come i bambini ricorrono alla mamma loro. O Madre Amorosissima,
non abbandonate i figli vostri;
i figli vostri che, furono consegnati dal divin figliolo stesso
morente sulla croce. Deh, dunque! Salvate il nostro Imperatore, salvate il nostro Esercito,
salvate la Patria nostra. Così
sia". La statua, tuttora esistente, è opera dello scultore Runggaldier della Val Gardena.
Con molta probabilità nello
stesso anno venne acquistata
anche una pianeta dorata recante l’effige della Madonna
del Perpetuo Soccorso (rimessa a nuovo nel 1993 e tuttora
esistente e utilizzata), ennesima pietosa richiesta di pietà
per un popolo già vessato dal
conflitto. Il voto iniziale dei foglianini era quello di sciogliere il voto a Maria ogni 25 anni.
festiva verrà presieduta don
Giorgio Giordani e animata dal
coro Capello di Begliano; alle ore
14 recita del rosario al quale alle
14.30 seguirà la celebrazione
solenne offici a da mons. De
Antoni. La messa sarà
accompagnata dal coro delle
mamme. La processione con la
Banda Candotti e la sezione
Unitalsi avrà il seguente percorso:
vie Roma, Donatori, Anna Franck,
Curtivi e Verzegnassi.
Salvatore Ferrara
Giornale Locale
di Informazione Generale
oppure a mezzo C.C.P. n. 10656494 intestato
a Voce Isontina, via Arcivescovado, 4 - 34170
Gorizia
Pubblicità: Tariffe a modulo (mm. 40 x 42 mm.):
Euro 18; finanziari, legali: Euro 26
Tutti i diritti riservati - Esce ogni sabato. I manoscritti e le fotografie inviati alla redazione, an-
Dal 1954, il voto
venne sciolto
annualmente
secondo
l’autorizzazione delle
autorità religiose
rinvenuta la Dedicazione di
Fogliano al Cuore Immacolato
di Maria, pronunciata dal Sindaco di allora, Rizzieri Bertuso, il 31 maggio 1954. Ma questa è un’altra storia sui cui
ritorneremo in futuro.
Ivan Bianchi e Giulia Zaghini
Bibliografia
- Vittori Sergio, Fogliano, Polazzo, Redipuglia: storia, leggende e tradizioni della mia
gente, Ronchi, 2007
- Mario Malpera, Ivan Portelli, Santa Elisabetta, Pietre e
volti, Cormons, 2000
Agenda
■ San Nicolò
Essere genitori oggi
Il secondo incontro organizzato dalle
Acli provinciali di Gorizia "Essere
genitori oggi"si volgerà il 13 novembre
presso il teatro parrocchiale di San
Nicolò a Monfalcone alle ore 20.30.
che se non pubblicati, non si restituiscono.
Il settimanale usufruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.
Informativa: Ai sensi dell'art. 13 del Dlgs del
30.06.2003 n° 196 (Codice Privacy), si precisa che i dati dei destinatari del giornale, da
tempo in nostro possesso, forniti all'atto della
sottoscrizione dell'abbonamento o diversamente acquisiti da enti collegati con l'Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, verranno utilizzati dalla stessa Arcidiocesi di Gorizia -
Voce Isontina, editrice del settimanale, per essere inseriti in un archivio informatizzato idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza.
Tali dati saranno utilizzati, salvo espresso divieto scritto degli interessati, oltre che per il rispetto del rapporto di abbonamento o di invio
di pacchi, anche per le proprie attività istituzionali ivi comprese la comunicazione, l'informazione e la promozione, nonché per conformarsi ad obblighi normativi e di legge.
Questo numero è stato chiuso in redazione
alle 13 di martedì 17 novembre 2015
Cormonese - Gradiscano
Sabato, 21 novembre 2015
❚❚ A sette anni dalla morte
Agenda
La comunità cormonese
ha fatto memoria
di monsignor Trevisan
U
n concerto spirituale del gruppo
musicale "Gli archi dei Patriarchi"
con musiche di Mozart, Hendel e
Vivaldi ha concluso la domenica
dedicata alla memoria di monsignor
Trevisan a otto anni dalla sua salita al
Cielo, avvenuta il 15 novembre 2008.
Alle 12 il parroco monsignor Nutarelli
assieme alla comunità parrocchiale ha
deposto dei fiori sulla sua tomba ed è
seguito un momento di preghiera. In tutte
le Celebrazioni Eucaristiche domenicali si
è ricordato la testimonianza profetica che
don Pino ha offerto ai cormonesi nel suo
N
La gerla
di Penelope
Agenda
■ Gorizia
Cocciniglie
■ Domenica 22
servizio sacerdotale. Profetica, ad
esempio, fu, tra tante, la scelta di vendere
tutti i terreni della Chiesa per costruire
uno spazio per i giovani e per gli adulti. Il
Centro Pastorale "Trevisan" (il Ric) è un
segno concreto di quanto Monsignore ha
fatto per Cormons.
Far memoria di monsignor Giuseppe
Trevisan è stata un’occasione per la
comunità cristiana di Cormòns per
ringraziare del dono di averlo avuto come
parroco, ma anche per rinnovare
l’impegno a continuare la sua preziosa
opera pastorale.
ell’anno che si celebra il
centenario dell’entrata in guerra
dell’Italia nel primo conflitto
mondiale non poteva mancare un
ricordo, e un omaggio, alle portatrici
carniche, donne il cui apporto nella
guerra fu importante ma anche poco
conosciuto ai più.
Lo fa la redazione Web&Voce della
parrocchia di Cormons che giovedì 26
novembre presenta "La gerla di
Penelope", un monologo in lettura
scenica di e con Carlo Tonazzi. Lo
spettacolo - sarà messo in scena alle
27
Festa del Cristo Re
Per le Suore della Provvidenza la Festa del
Cristo Re assume una particolare
Solennità. Dopo la Santa Messa celebrata
in "Infermeria", infatti, verrà esposto
Cristo Eucarestia per la preghiera
personale delle Suore; nel pomeriggio,
alle ore 15.00, ci sarà la processione
lungo i corridoi della casa ed, a seguire, il
canto dei Vespri nel Santuario di Rosa
Mistica alle ore 16.30.
20.30 nella sala Maria Rosa Muhli del
Centro pastorale di via Pozzetto, a
Cormons - è una storia d’amore sullo
sfondo della Grande guerra.
Un omaggio alle portatrici, che la
retorica dei monumenti e delle
medaglie ha ridotto a eroine,
offuscandone la grande funzione di
collante di una società e di una cultura
bombardata dal maschilismo militare.
Un omaggio ai dubbi e alle necessità
di quelle donne, un omaggio al
silenzio con l’erba ricresce.
Le portatrici carniche erano un
gruppo di donne che operarono sul
fronte della Carnia trasportando con
le loro gerle rifornimenti e munizioni
fino alle prime linee italiane, dove
molto spesso combattevano i loro
uomini nei reparti alpini. Erano tutte
volontarie e non erano militarizzate.
Erano dotate di un apposito bracciale
rosso con stampigliato il numero del
reparto dal quale dipendevano e
percorrevano anche più di 1000 metri
di dislivello portando sulle spalle
gerle di 30-40 chilogrammi. Ogni
viaggio veniva loro pagato una lira e
cinquanta centesimi, pari a 3,50 euro.
La loro età variava dai 15 ai 60 anni.
Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser
Olivotto, Maria Silverio Matiz
entrambe di Timau e Rosalia Primus da
Cleulis. Una di loro, Maria Plozner
Mentil, 32 anni, madre di 4 figli e il
marito soldato sul Carso, cadde colpita
da un cecchino il 15 febbraio 1916.
Come alcuni cognomi suggeriscono
non tutte le portatrici erano di etnia e
cultura friulana, essendo alcune
provenienti da paesi friulani di
minoranza tedescofona e slava.
Per i soci della Pro Senectute di Sagrado
Pellegrinaggio a Monte Santo
Venerdì 20 novembre alle ore 18 nella
sala "Incontro" della parrocchia San
Rocco, Via Veniero, 1 Gorizia, il prof.
Marco De Giorgio presenterà
"Cocciniglie", un libro del prof. Massimo
Grusovin. Leggerà alcuni brani Edi
Bramuzzo e renderà più piacevole
l’incontro la degustazione del Sauvignon
de La Tour della Fondazione Villa Russiz,
vino citato dall’autore.
Cocciniglie racconta la storia della lotta
di liberazione di un popolo da un tiranno.
Si tratta, però di un popolo di insetti, le
cocciniglie appunto, che, leggendo,
aiutate a comprendere da Carlo, il
protagonista del racconto, un’espressione
del filosofo Emanuele Kant raggiungono
con un salto evolutivo il libero arbitrio.
Il tema ecologico è sempre in prima linea
lungo tutto il libro.
SABATO 7 NOVEMBRE LA
PRO SENECTUTE DI
SAGRADO HA
ORGANIZZATO UN
PELLEGRINAGGIO CON TRE
PULLMAN SUL MONTE
SANTO AL QUALE HANNO
ADERITO OLTRE UN
CENTINAIO DI PERSONE.
DON SPONTON HA
CELEBRATO LA SANTA
MESSA, ACCOMPAGNATA DA
DON FEDERICO
ALL’ORGANO. DOPO LA
MESSA I PARTECIPANTI
HANNO TRASCORSO
ASSIEME UN MOMENTO
CONVIVIALE.
Un programma particolarmente ricco con 19 giornate e oltre 70 eventi
Ritorna Cormònslibri dal 20 novembre all’8 dicembre
D
iciannove giornate e oltre 70 eventi fra presentazioni di libri, reading,
concerti e performance rtistiche
originali: la decima edizioni di Cormònslibri – Festival del Libro e dell’Informazione, di scena a Cormòns dal 20 novembre all’8 dicembre, è pronta alla
partenza e vedrà, come ogni anno, un’anteprima dal 20 al 25 novembre, seguita dall’inaugurazione ufficiale in programma
giovedì 26 novembre alle ore 17.30 in Sala
Italia.
Tema di quest’anno, L’essere in gioco che
verrà declinato negli ambiti della vita privata, della società, dello sport, della legalità, della politica e della salvaguardia dell’ambiente.
Sarà così l’On. Manlio Di Stefano (27 novembre) racconterà della questione palestinese; il ciclista Francesco Moser (28 novembre) della sua vita da campione; il
direttore di Avvenire, Marco Tarquinio (29
novembre), dell’azzardo in economia e nell’informazione; e Stefano Momentè (1° dicembre) di alimentazione vegetariana. Attesissimi gli arrivi di Pino Corrias e Cinzia
Poli (28 novembre), Andrea Scanzi e Piergiorgio Odifreddi (2 dicembre), del violoncellista Mario Brunello (3 dicembre), dei filosofi Gianni Vattimo e Aldo Rovatti (4
dicembre) del teologo Vito Mancuso (8 dicembre) e di Marco Anzovino (7 dicembre).
Cormonslibri è anche il Festival delle diversità ed è la prima rassegna che chiama a
raccolta i richiedenti asilo per effettuare il
servizio di sala, i carcerati per gli incontri di
lettura (5 dicembre) e la banda Free Tones
del Basaglia di Gorizia (8 dicembre) per la
musica, proprio
a dimostrare che le diversita’ possono realmente arricchire tutti. Di carcere e di diritti dei detenuti si parlerà inoltre nell’incon-
tro con il Senatore Luigi Manconi (5 dicembre); d’immigrazione con Gianfranco
Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di solidarietà, Don Pierluigi Dipiazza e
Andrea Bellavite (21 novembre), di mafia
con Luana De Francisco, Ugo Dinello e
Giampiero Rossi e di politica italiana con
Tommaso Cerno (8 dicembre).
Cormònslibri quest’anno vanta importanti conferme fra cui Cormònslibri per le
scuole: oltre 1.500 studenti arriveranno a
Cormòns grazie a dieci bus forniti da APT e
verranno coinvolti in numerose iniziative,
prima fra tutte la Giornata della Legalità
(5/12) che vedrà protagonista l’ex magistrato e politico Antonio Ingroia.
Cormonslibri è anche eventi musicali che
brillano all’interno della rassegna: si potrà
così assistere, fra l’altro, alla letture di Luciano Roman dei Canti del Leopardi, al reading di Moni Ovadia (30 npvembre).