I Peaseblossom e I.Banquo da martedi al teatro

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I Peaseblossom e I.Banquo da martedi
al teatro Filodrammatici di Milano
MILANO, 12 gennaio 2013- Dal 14 al 26
gennaio la compagnia Accademia degli
Artefatti sarà in scena al Teatro
Filodrammatici con due spettacoli del
progetto I, Shakespeare di Tim Crouch: I,
Peaseblossom e I, Banquo. Quest’ultimo,
essendo stato selezionato come finalista
ai Premi Ubu 2013 nella categoria Miglior
Novità Straniera, andrà a sostituire I,
Caliban, annunciato ad inizio stagione.
I due testi, fanno parte di una quadrilogia di opere (I,Malvolio, I,Banquo,
I,Caliban, I, Peaseblossom) scritte dal drammaturgo britannico di fama
internazionale Tim Crouch. Ispirate ad alcuni dei grandi classici
shakespeariani (La Dodicesima notte, Macbeth, La Tempesta, Sogno di una notte
di mezza estate) e, inizialmente pensate per il Festival di teatro ragazzi di
Brighton, si sono poi trasformate in un successo internazionale adatto a
tutte le età.
Partendo dalle storie originali, l’autore decide di cambiare il consueto
punto di vista andando a dare voce ai personaggi minori delle opere stesse,
mescolando la necessità di raccontare la storia narrata da Shakespeare, con
la possibilità, da parte di alcuni personaggi secondari, di poter finalmente
esprimere il loro personale punto di vista.
Tim Crouch permette così di ripensare politicamente il teatro, riguardo ai
meccanismi e alle geometrie relazionali che mette in campo: chi decide cosa è
la verità? Chi è il vero soggetto del discorso? Chi ha il potere di
raccontare ‘come vanno le cose’? Qual è il ruolo dello spettatore, di chi
guarda? In che termini può sentirsi rappresentato? A cosa dobbiamo e possiamo
credere?
14/19 gennaio 2014
I, PEASEBLOSSOM
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate.
Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta:
‘Sono pronto’.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli facesse
dire niente, anche se lui avesse un sacco di cose da dire? Tim Crouch dà
un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il
rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un
sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di
una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe
qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta però, a
Fiordipisello non mancano le parole ma gli attori della storia di cui è
autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco
moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli
spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti
della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro.
Quel che resta di una festa e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la
vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso
(o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti,
testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di
partecipare.
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