Il marketing psicologia: dalla all’azione della teoria Altra Psicologia porta lo psicologo dai manager La psicologia è dappertutto. Basta guardarsi attorno per comprendere quanto il bisogno di psicologia sia diffuso in praticamente tutti i settori dell’agire umano e, in special modo, quelli connessi con il lavoro. Lo si vede in ambito finanziario, in particolare in riferimento a una scuola di pensiero chiamata Finanza Comportamentale (Behavioral Finance) che ha compiuto i primi passi negli Stati Uniti negli Anni Settanta, e ha avuto un importante riconoscimento “ufficiale” con l’attribuzione del Nobel per l’Economia a Daniel Kahneman nel 2002. Lo si vede in ambito industriale, dove, per rispondere ad un mercato in cui “anche il cambiamento cambia” nessuno mette in dubbio il primato del capitale intellettuale umano, organizzativo, relazionale e, quindi, in definitiva, psicologico. Lo si vede, infine, in ambito manageriale dove è ormai evidente quanto la psicologia rappresenti un “vantaggio competitivo” non solo nell’agire quotidiano ma, soprattutto, nel far fronte alle situazioni critiche determinate anche dalla recente crisi finanziaria-economico-industriale. Insomma, la psicologia è dappertutto. Lo psicologo no!! AltraPsicologia da tempo collabora con l’Associazione Lombarda dei Dirigenti d’Azienda (ALDAI), che raggruppa circa 20.000 associati, fa capo a Federmanager, (l’organizzazione che rappresenta e tutela i Dirigenti Industriali italiani) per portare la psicologia (e gli psicologi!!) a sostegno anche della classe manageriale in questa situazione di crisi attraverso un programma di iniziative congiunte Gli eventi sinora realizzati hanno visto i partecipanti impegnati su temi scelti come “punti di convergenza” tra la psicologia e le scienze aziendali. Si è, infatti, passati dalla presentazione da parte del Prof. E. Cèsar Liendo (psichiatra, psicoanalista, univ. Toronto – Canada, univ. Buenos Aires – Argentina) del “Personal Business Plan” (un nuovo strumento che unisce il concetto di “progetto personale” della psicologia con la teoria del “business plan” aziendale) alla discussione della “Cultura dell’Alibi” tenuta dalla Prof.ssa Franca Olivetti Manoukian (PsicoSociologa, univ. Milano Bicocca) per poi affrontare, con il Dott. Enrico Cazzulani (Presidente AIDP Lombardia) il difficile tema del Cambiamento in Contesti Critici. Gli argomenti trattati hanno gettato le basi per lo sviluppo della seconda iniziativa, Spazio Primo Piano che verrà presentata il 12 Marzo 2009, alle ore 18:30 presso ALDAI. Spazio Primo Piano nasce dall’osservazione che, sempre più spesso, i dirigenti temporaneamente in difficoltà (in mobilità, in difficili rapporti con l’azienda e/o con la proprietà etc.) necessitano, oltre alla tradizionale consulenza di tipo professionale e legale, anche di un supporto più di tipo personale e psicologico. Per rispondere a questa esigenza, con l’aiuto di AltraPsicologia, verrà creato un servizio di “accoglienza e ascolto” in grado di aiutare i manager a superare il difficile momento di crisi che immancabilmente segue (o precede) un evento stressante, per ridare progettualità personale e professionale. La metodologia del servizio è basata sulla teoria del “Personal Business Plan”. (http://www.aldai.it/tools/Pareri.asp?r=608&a=5551&s=8284&v=34 76&l=45609&t=26) Il servizio, gestito da Manager soci ALDAI, Psicologi e supervisionato dal Prof. Ernesto Cèsar Liendo, verrà inizialmente attivato per un periodo pilota. Con questa iniziativa AltraPsicologia porta un ulteriore, concreto, contributo alla professione nella direzione di quel “marketing della psicologia” che è uno dei nostri cavalli di battaglia. La psicologia è dappertutto. Gli psicologi no. AltraPsicologia li aiuta a esserci. Roberto Bonanomi ANALISI COSTI-BENEFICI DELLE TERAPIE PSICOLOGICHE In Gran Bretagna, sulla base di solidi studi economici, cercano 10.000 nuovi Psicoterapeuti per ridurre i costi del SSN. E in Italia? ************ Da alcuni anni in diversi Paesi si cerca di intervenire efficacemente per ridurre le spese causate dai disturbi di ordine psicologico secondo strategie di efficacia degli interventi. In Gran Bretagna, per esempio, già nel 2006 gli autorevoli consulenti del governo (provenienti dalla prestigiosa London School of Economics) hanno delineato una solida analisi in termini costi-benefici degli interventi possibili per affrontare le difficoltà che il sistema sanitario e quello economico inglese affrontano per contrastare la depressione e i disturbi d’ansia, traendone conclusioni molto interessanti ed in gran parte applicabili anche al panorama italiano. Intanto si rileva che in Gran Bretagna circa 6.000.000 di persone, il 16% di tutti gli adulti, soffrono di condizioni diagnosticabili come depressione o come disturbo d’ansia e che circa il 40% di tutte le disabilità (fisiche e mentali), così come il 40% degli Incapacity Benefits (l’equivalente delle nostre pensioni di invalidità) è dovuto a malattia mentale. Mentre le disabilità dovute a depressione e ad ansia ammontano a circa un terzo di tutte le disabilità, per il trattamento di questi disturbi si spende solo il 2% dei fondi del servizio sanitario nazionale Allo stesso tempo si osserva che solo un quarto di queste riceve poi un qualche tipo di cura. La ragione per un dato così ampio di pazienti non curati è che alla maggior parte di loro vengono offerti, dai medici di base cui si rivolgono, dei farmaci mentre le ricerche mostrano che le persone preferirebbero di gran lunga una terapia psicologica che però non è disponibile nel sistema sanitario inglese. L’indicazione preferenziale per le terapie psicologiche viene anche dalle centinaia di prove cliniche e sperimentali che dimostrano che, per i disturbi d’ansia e depressivi, i trattamenti psicologici sono efficaci quanto i farmaci nel breve termine ma molto più efficaci nel prevenire le ricadute. Inoltre, questione assolutamente non secondaria in quest epoca di grandi ristrettezze e di attenzione ai costi, l’utilizzo di un approccio psicologico-psicoterapeutico porta un risparmio certo in termini economici alle casse dello Stato. Intanto, per lo Stato inglese la perdita di ricchezza dovuta a depressione e ansia cronica è annualmente di circa 12 miliardi di sterline (l’1% del Prodotto Interno Lordo di quel Paese) e il costo per i contribuenti e di circa 7 miliardi di sterline. Ogni persona con un disturbo d’ansia o depressione costa ai contribuenti inglesi circa 750 sterline al mese (tra pensioni, sussidi, assenze o abbandoni del lavoro, cure farmacologiche, ricoveri, mancate tasse sul reddito, assistenza, eccetera), senza considerare i costi umani e sociali che ricadono sulle famiglie e la sofferenza delle persone. A fronte di ciò un intero ciclo di trattamento di psicoterapia, mediamente di 10 incontri, valutano i ricercatori inglesi, costerebbe complessivamente le stesse 750 sterline che si spendono in un solo mese. La proposta dei ricercatori al Governo inglese, che l’ha già resa operativa in via sperimentale in due distretti, è di attivare un cambio di impostazione nel trattamento dei disturbi d’ansia e della depressione a favore della terapia psicologica. L’obiettivo è di arrivare a trattare, a regime, 800.000 persone l’anno. Ciò comporterebbe un risparmio, solo in termini di mancata erogazione di sussidi, di circa un 1,4 miliardi di sterline all’anno, a fronte di un costo annuo di 0,4-0,6 miliardi. Per attivare questo programma si stima ci sia bisogno di inserire nel Sistema Sanitario inglese circa 10.000 professionisti della terapia psicologia. Quello che più spiace e che, mentre negli altri paesi la Psicologia riesce ad imporre all’attenzione dei governi il proprio valore, qui in Italia la nostra professione è priva di ogni considerazione circa il valore che può portare alla società. Non si capisce come mai, in Italia, non si sia mai lavorato per far comprendere a politici ed economisti che la validità sociale della Psicologia applicata è misurabile anche nei termini dei benefici economici che è in grado di portare al Paese; che il nostro lavoro, la qualità degli interventi che gli Psicologi sono in grado di operare, porta un beneficio tangibile per tutto il sistema nazionale, non solo per le persone che ne fruiscono direttamente; che quello che chiediamo come professionisti è di essere valutati per l’efficacia dei nostri interventi e non ci interessa, invece, essere considerati come un tassello (peraltro superfluo) di un sistema socio-sanitario a connotazione assistenziale. Felice D. Torricelli Presidente di AltraPsicologia BIBILIOGRAFIA ESSENZIALE: – London School of Economics: The Depression Report – A New Deal for Depression and Anxiety Disorders, June 2006. – Richard Layard, David Clark, Martin Knapp and Guy Mayraz: Cost-Benefit Analysis of Psychological Therapy; CEP Discussion Paper No 829; October 2007. – David M. Clark, Richard Layard and Rachel Smithies: Improving Access to Psychological Therapy: Initial Evaluation of the Two Demonstration Sites; CEP Discussion Paper No 897; November 2008.