La Bohème apre la Trilogia d`Autunno del Ravenna

8 dicembre 2015
La Bohème apre la Trilogia
d'Autunno del Ravenna Festival
Una scena della Bohème per la regia di Cristina Mazzavillani Muti (foto Silvia
Lelli)
Al Teatro Alighieri il 9 dicembre, repliche il 12 e il 14
dicembre
La bohème apre domani 9 dicembre (20.30 al Teatro Alighieri, repliche il 12 e
il 14 dicembre) la Trilogia d’autunno di Ravenna Festival dedicata a Giacomo
Puccini. Una Trilogia incentrata proprio su quello che è il suo capolavoro più
amato. Un’opera, spiega il Ravenna Festival, "che più di ogni altra ha lasciato
segni profondi in tutta la produzione musicale del Novecento così come nel
nostro immaginario, per la capacità di “raccontare” la vita, gli amori, le
aspirazioni e le illusioni di una giovane generazione alla ricerca di se stessa e
del proprio futuro".
La regia e l’ideazione scenica sono di Cristina Mazzavillani Muti che, dopo le
trilogie verdiane, porta sul palcoscenico dell’Alighieri la vicenda della fragile
Mimì, dell’amore che travolge lei e Rodolfo, e dei sogni disillusi dei giovani e
scapigliati artisti che li circondano. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi
Cherubini il maestro Nicola Paszkowski, bacchetta fidata delle trilogie
autunnali. Protagonisti dell’opera sono: il soprano Benedetta Torre (Mimì), il
tenore Alessandro Scotto di Luzio (Rodolfo), il soprano Damiana Mizzi
(Musetta, nella recita del 14 intepretata da Maria Mudryak) e il baritono Matias
Tosi (Marcello). Completano il cast: Daniel Giulianini (Schaunard), Luca
Dall’Amico (Colline), Giorgio Trucco (Benoît) e Graziano Dallavalle (Alcindoro).
L’opera è coprodotta con il Lithuanian National Opera and Ballet Theatre di
Vilnius - dove debutterà il 31 dicembre in occasione della serata di gala del
teatro della capitale lituana - e con le Fondazioni Teatri di Piacenza e Teatro
Coccia di Novara dove andrà in scena nella stagione 2016/17. Il Coro del
Teatro Municipale di Piacenza è preparato da Corrado Casati mentre il Coro di
voci bianche Ludus Vocalis è diretto da Elisabetta Agostini.
Come spiega la produzione, una Bohème che, nelle intenzioni della regista, si
lascia alle spalle il manierismo proprio di una certa tradizione interpretativa per
rivelare la propria complessità e densità di significati, un’opera insomma che
“non ha nulla di farsesco o lezioso, ed è invece intrisa di uno spirito ironico,
disincantato e a tratti anche feroce e impietoso”. In cui emerge la “la solitudine
livida e insoddisfatta che attanaglia ogni personaggio” perché, come spiega la
stessa regista, “laddove c’è lo scherzo sento il beffardo, dove c’è il farsesco
avverto la cattiveria sottile, dove c’è il pianto sento l’urlo e dove c’è amore
intravedo invece incomprensione, mentre dove c’è amicizia sento solo
incomunicabilità”.
Una lettura che si specchia nelle forme e nei colori dei capolavori di Odilon
Redon, protagonista della grande costellazione Simbolista in cui brillano
Gustave Moreau, Paul Gauguin, Stephane Mallarmé. Percorrendo, infatti,
ancora una volta le strade dell’high tech, con scene virtuali e proiezioni in
grado di proiettare il pubblico attraverso paesaggi visionari, è proprio
all’inesauribile fantasia onirica del pittore francese, alla sua capacità di
infondere in ogni segno grafico le metamorfosi indotte dalla memoria e
dall’immaginazione, che si ispira tutto l’impianto visuale dell’opera: realizzato
grazie all’esperienza e alla perizia del collaudato team creativo formato da
Vincent Longuemare per le luci, Davide Broccoli video programmer e
Alessandro Lai per i costumi, cui si aggiunge la collaborazione dell’innovativo
videomaker David Loom.
Dunque, nell’oscurità di una scena in cui si rifrangono, trasfigurati e riletti,
frammenti pittorici redoniani – dalla poetica semplicità di un fiore, ai profili di un
paesaggio di città, fino alle ciglia di un occhio attraverso cui intravedere la
realtà… - si dipanerà la tragedia della giovinezza e, al tempo stesso, l’inno
all’amore ma anche alla disinteressata vocazione artistica, tratteggiata da
Henri Murger in “Scènes de la vie de bohème”, il romanzo uscito a puntate nel
1845 poi trasformato in commedia di successo. Fu la modernità post-
romantica di quel testo ad attrarre Giacomo Puccini, e i suoi fidi e straordinari
librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, che lo scelse come soggetto della
sua nuova opera, appunto La bohème che, debuttando il primo febbraio 1896
al Teatro Regio di Torino, sotto la direzione di Arturo Toscanini, lo avrebbe
consacrato definitivamente al successo. Un’opera che apre una porta verso il
domani, che è già pieno Novecento, che conduce a Prokof’ev e a Berg, fino a
Stravinskij e più oltre, al musical, a Gershwin, a Cole Porter, a Bernstein… e
verso la quale molta della musica “moderna” è debitrice.
Le “scene di vita” hanno per protagonisti quattro giovani e squattrinati artisti, il
poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il filosofo Colline e il musicista Schaunard,
che insieme condividono gli entusiasmi della giovinezza in una povera e
fredda soffitta parigina: è lì che Rodolfo incontra per la prima volta Mimì, è lì
che se se ne innamora, ed è lì che la giovane ragazza morirà di quel male, la
tisi, che fin da subito mina la sua salute. Al loro amore si intreccia quello
altalenante ma sincero che lega Marcello a Musetta. Ma è in Mimì, nella sua
figura piena di vita e di speranza, e al tempo stesso gracile e fin dall’inizio
destinata alla morte, che si condensa il senso del dramma: è lei che
simbolicamente incarna il tempo della giovinezza e dell’amore, il tempo che
passa e non ritorna, quella stagione della vita unica e irripetibile.
La Trilogia d’Autunno che conclude la XXVI edizione di Ravenna Festival è
realizzata con il sostegno dal Ministero dei Beni Culturali, di Comune e
Regione Emilia Romagna e con il contributo di Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Hormoz
Vasfi, Unicredit Banca, CMC Ravenna, Unipol Banca e Gruppo Nettuno”.
Il programma
9 dicembre Teatro Alighieri – La bohème
10 dicembre Teatro Alighieri – Mimì è una civetta
11 dicembre PalaCredito di Forlì – “Recital pucciniano”
12 dicembre Teatro Alighieri - La bohème
13 dicembre Teatro Alighieri – Mimì è una civetta
14 dicembre Teatro Alighieri - La bohème
15 dicembre Teatro Alighieri – Mimì è una civetta (matinée per le scuole)
Info: tel. 0544249244 – www.ravennafestival.org
Collegamento sorgente: http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0067663-boheme-apretrilogia-dautunno-del-ravenna-festival