Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Varese, 12 Gennaio 2006
Prof. PAOLO MUSSO
[email protected]
- Professore di Filosofia della Natura
alla Pontificia Università Urbaniana (2001)
- Professore di Filosofia della Natura
alla Pontificia Università della Santa Croce (2002 e 2003)
- Professore di Filosofia della Scienza (2004 e seguenti)
alla Università dell’Insubria
- Visiting Professor di Epistemologia (2005)
presso la Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima
- Membro della EANA
(European Exo/Astrobiology Network Association)
- Membro del SETI Permanent Study Group della IAA
(International Academy of Astronautics)
LA SCIENZA NATURALE
NACQUE PER OPERA DI...
Non “tentar l’essenza”, ma limitarsi allo studio di
“ALCUNE AFFEZIONI”
Non generica “osservazione”, ma ESPERIMENTO:
condizioni ARTIFICIALI, MIRATE e RIPETIBILI
Le “MATEMATICHE DIMOSTRAZIONI”
Niente principio di AUTORITA’
PERCHE’ LA SCIENZA…
…è nata in ITALIA?
Riscoperta del PLATONISMO e dei testi dei MATEMATICI
GRECI (in parte ulteriormente sviluppati dagli arabi)
Fede GRECA e CRISTIANA in un ORDINAMENTO
RAZIONALE del mondo (cosmos, non caos)
Fede CRISTIANA nella CREAZIONE del mondo, da cui…
…DIGNITA’ e CONTINGENZA del mondo stesso
La scienza nacque dunque da una
AUTOLIMITAZIONE consapevole...
…che però non era affatto SCETTICA,
bensì METODOLOGICA
GALILEO 1613
Perché, o noi vogliamo specolando tentar di penetrar l’essenza
vera ed intrinseca delle sustanze naturali; o noi vogliamo
contentarci di venir in notizia d’alcune loro affezioni. Il tentar
l’essenza l’ho per impresa non men vana nelle sustanze
elementari che nelle remotissime e celesti: e a me pare essere
ugualmente ignaro della sustanza della Terra che della Luna,
delle nubi elementari che delle macchie del Sole; né veggo che
nell’intender queste sostanze vicine aviamo altro vantaggio che
la copia de’ particolari, ma tutti egualmente ignoti, per i quali
andiamo vagando, trapassando con pochissimo o niuno acquisto
dall’uno all’altro. […] Ma se vorremo fermarci nell’apprensione
di alcune affezioni, non mi par che sia da desperar di poter
conseguirle anco ne i corpi lontanissimi da noi, non meno che ne
i prossimi.
(Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari, Terza
lettera, Opere, V, p. 187)
GALILEO 1632
Voi errate, sig. Simplicio; voi dovevi dire che ciaschedun sa
ch’ella si chiama gravità. Ma io non vi domando del nome, ma
dell’essenza delle cose.
(Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e
copernicano, Opere, VII, p. 260)
C’è contraddizione?
NO, perché...
Galileo NON è fenomenista:
la ricerca dell’essenza delle cose NON è negata…
…ma diventa il PUNTO DI ARRIVO della ricerca scientifica
(cui si giunge solo GRADUALMENTE e IMPERFETTAMENTE)
anziché essere il suo PUNTO DI PARTENZA,
com’era per gli antichi (capovolgimento METODOLOGICO)
TUTTAVIA I GRANDI
SUCCESSI OTTENUTI
CONDUSSERO A...
Si finì per credere
possibile la
costruzione di una
SCIENZA
UNIFICATA…
…che almeno in linea di
principio potesse
rispondere a
QUALSIASI domanda
LAPLACE 1776
Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo
come l'effetto del suo stato anteriore e come la causa del suo
stato futuro. Un'Intelligenza che, per un dato istante,
conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la
situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se per di
più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati
all'analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei
più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: nulla
sarebbe incerto per essa e l'avvenire, come il passato, sarebbe
presente ai suoi occhi. Lo spirito umano offre, nella perfezione
che ha saputo dare all'astronomia, un pallido esempio di
questa Intelligenza. Le sue scoperte in meccanica e in
geometria, unite a quella della gravitazione universale, l'hanno
messo in grado di abbracciare nelle stesse espressioni
analitiche gli stati passati e quelli futuri del sistema del
mondo.
(Essai philosophique sur les probabilités)
LAPLACE 1776
Tutti i suoi sforzi nella ricerca della verità tendono ad
avvicinarlo continuamente all’Intelligenza che abbiamo
immaginato, ma da cui resterà sempre infinitamente lontano.
(Essai philosophique sur les probabilités)
… non COSÌ riduzionista, dopo tutto!
TUTTO CIÒ ANDÒ IN CRISI
CON...
La crisi della teoria newtoniana, fin lì ritenuta
la verità assoluta, diede il via ad una profonda
RIFLESSIONE METODOLOGICA…
…che però, anziché generare una nuova e più matura
consapevolezza dei limiti della scienza, capace però anche
di dar ragione dei suoi nuovi straordinari progressi,
condusse purtroppo a…
Se volete imparare qualche cosa dai fisici
[…] sui metodi che essi impiegano,
vi consiglio di osservare questo principio:
X
Questo è proprio ciò che i
…non
ascoltate i loro discorsi,
filosofi della scienza del ‘900
ma attenetevi
loro azioni.
NON alle
fecero
Queste idee sono nate essenzialmente
nell’ambito della FISICA...
…da cui però sono poi state estese
a TUTTE le scienze
Naqcue a Vienna nel 1922 intorno a Moritz Schlick,
e pertanto si chiama anche “Circolo di Vienna”
I suoi membri erano principalmente logici e matematici
(pochi scienziati) e i suoi punti di riferimento erano
il Tractatus Logico-filosoficus di Wittgenstein, la logica
matematica del ‘900, David Hume, gli Illuministi, il
positivismo di Auguste Comte e, soprattutto, Ernst Mach,
il grande nemico di Boltzmann
Tutto ciò che esiste può essere decomposto in “fatti
atomici”, oggetti di percezioni elementari, che possono essere
espressi da “enunciati protocollari”
Grazie alla logica matematica, gli enunciati atomici possono
essere uniti in “enunciati molecolari”, che a loro volta
possono essere nuovamente decomposti in qualsiasi momento
“Il senso di un enunciato è il metodo della sua verifica”
(Principio di verificazione)
Tutto ciò che ha senso è riducible a fatti empirici:
pertanto la metafisica non ha alcun senso
Legge della dilatazione termica dei corpi
ls2 = ls1[1+α(T2-T1)]
Popper rifiutò l’empirismo radicale
del neopositivismo e il suo riduzionismo,
perché diceva (esattamente) che questo portava a rinnegare
non solo la possibilità della metafisica,
ma anche della scienza...
...ma condivise con loro
(che d’altra parte, pur criticandoli, diceva di stimare)
LA STESSA IDEA DI RAGIONE
Secondo Popper l’invenzione delle teorie scientifiche
è un fatto IRRAZIONALE...
...e l’UNICO momento razionale nel lavoro scientifico
è quello della DEDUZIONE LOGICA
delle conseguenze delle teorie
che devono essere confrontate con l’esperienza
Popper rifiutò anche l’idea che le teorie scientifiche
possano essere verificate, ma solo FALSIFICATE,
sempre per motivi esclusivamente logici
(ASIMMETRIA della falsificabilità)
Però il fatto di non poter mai dire
che una qualsiasi teoria sia vera
finì per rendere impossibile la falsificazione stessa
Infatti per realizzare l’esperimento di controllo di una teoria è
necessario servirsi di strumenti il cui funzionamento a sua volta
si basa su altre teorie (dette perciò TEORIE AUSILIARIE)
Ma se non c’è MAI modo di sapere se una teoria è vera,
quando si incontri un risultato sperimentale falsificante
non c’è neanche modo di sapere se la teoria falsa
è quella che volevamo controllare o invece
una delle teorie ausiliarie implicate nell’esperimento
CHESTERTON
Ogni errore
è una verità
diventata pazza
Nelle tesi dei relativisti C’È qualcosa di vero
(di sicuro molto più che in quelle dei razionalisti)...
...però essi ASSOLUTIZZANO questi elementi di verità
in un modo tale che non è più possibile accettarli
La filosofia del linguaggio (Quine, il “secondo” Wittgenstein)
La filosofia della percezione (Hanson)
La storia della scienza (Kuhn)
La sociologia della scienza (Bloor e la scuola di Edimburgo)
Però anche le ultime tre conducono a considerazioni basate
sulla filosofia del linguaggio,
che è pertanto LA FONTE FONDAMENTALE
Secondo Tomas Kuhn la scienza
si divide essenzialmente in due fasi
La “scienza normale”, in cui tutti gli scienziati
lavorano tentando di risolvere “rompicapo”
(= problemi non fondamentali)
secondo i principi di un paradigma accettato da tutti
Le “rivoluzioni”, che cominciano quando il paradigma presente
va in crisi e ne nasce uno nuovo:
il cambio di paradigma si spiega con ragioni sociologiche
(essenzialmente perché i sostenitori del vecchio muoiono)
e non con motivazioni scientifiche (è un processo irrazionale).
MA...
Secondo Margaret Masterman ci sono fino a
21 DIFFERENTI SENSI del termine “paradigma” in Kuhn.
Comunque, quelli fondamentali, basati uno sull’altro, sono 3:
Paradigma-costruzione (qualche espediente o tecnica che
nasce nell’ambito della “scienza normale” davanti a un
problema che non può essere risolto dal vecchio paradigma,
e che si intuisce essere applicabile nel nuovo campo di studio)
Paradigma sociologico (un insieme di abitudini scientifiche,
che può funzionare quando non c’è ancora una teoria)
Paradigma metafisico o metaparadigma (una teoria
fondamentale o una concezione metafisica generale)
Kuhn accettò l’analisi della Masterman…
...ma non seguì la sua indicazione più importante, cioè che il
processo di formazione dei paradigmi implica una forma di
ragione di tipo ANALOGICO e NON dipendente da un
paradigma già esistente (= aperta alla realtà), grazie a cui
avrebbe potuto superare l’irrazionalismo della sua concezione
Paul Feyerabend non fece altro che
radicalizzare la concezione di Kuhn
Infatti, per lui OGNI nuova scoperta scientifica è una
rivoluzione che ha il suo proprio paradigma,
e pertanto la “scienza normale” semplicemente scompare e
TUTTA la scienza si trasforma in un processo irrazionale
Negli ultimi anni della sua vita, Feyerabend cominciò a dire
che in realtà non aveva mai voluto essere relativista...
...ma che tutta la sua filosofia era
una reductio ad absurdum del razionalismo,
e intendeva mostrare che SE si accetta il punto di vista
razionalista (specialmente quello di Popper),
ALLORA la scienza APPARE irrazionale
Nei suoi ultimi libri Feyerabend cercò con insistenza
una nuova idea di ragione, più ampia e flessibile,
ma non riuscì mai a chiarirla bene (anche per via del suo
carattere intollerante delle definizioni teoriche)
Ad ogni modo, definire Feyerabend semplicemente un
relativista e un irrazionalista è di sicuro scorretto
t2 = O2+O5
t1 = O1+O2 t3 = O3+O4+O6
O1
O2
O4
O3
O5
O6
Neopositivisti
X
t1, t2, t3
O1, O2, O3 …
X
O1
∼ O2
O4
O3
O5
O6
…
Popper 1
t4, t5, t6
?
t1, t2, t3
O1, O2, O3 …
X
O1
∼ O2
O4
O3
O5
?
O4, O5, O6 …
O6
…
Popper 2
Lakatos
?
t1, t2, t3
t1, t2, t4
t1, t3, t5
t3, t6, t7
tx,, ty, tz
? ? ? ? ?
O1, O2, O3,
O4 , O5 , O6 …
O1 , O2 , O3 ,
O4, O5, O6 …
O1
O1 , O2 , O3 ,
O4 , O5 , O 6 …
O2
O1 , O2 , O3 ,
O4 , O5 , O6 …
O4
O3
O5
O6
O1 , O2 , O3 ,
O4 , O5 , O6 …
…
Van Fraassen
Kuhn
Feyerabend
Quine
t1, t2, t3
t1, t2, t4
t1, t3, t5
t3,t6,t7
tx, ty ,tz
O1 , O2 ,
O3, O4,
O5 , O6 …
O 1, O2 ,
O 3, O 7 ,
O5 , O 6 …
O8, O2,
O3, O4,
O5, O6 …
O8, O2,
O3, O7,
O5 , O9 …
OX, O Y,
O Z , O α,
O β, O γ …
X X X X X
O1
O2
O4
O3
O5
O6
…
Kuhn
Feyerabend
Quine
? ? ? ? ?
t1, t2, t3
t1, t2, t4
t1, t3, t5
t3,t6,t7
tx , t y, tz
O1 , O2 ,
O3, O4,
O5 , O6 …
O 1, O2 ,
O 3, O 7 ,
O5 , O 6 …
O8, O2,
O3, O4,
O5, O6 …
O8, O2,
O3, O7,
O5 , O9 …
O X, OY,
O Z , O α,
O β, O γ …
O1
O2
O4
O3
O5
O6
…
Kuhn
Feyerabend
Quine
? ? ? ? ?
t1, t2, t3
t1, t2, t4
t1, t3, t5
t3,t6,t7
tx , ty , tz
O1 , O2 ,
O3, O4,
O5 , O6 …
O 1, O2 ,
O 3, O 7 ,
O5 , O 6 …
O8, O2,
O3, O4,
O5, O6 …
O8, O2,
O3, O7,
O5 , O9 …
O X, OY,
O Z , O α,
O β, O γ …
O1
X
O2
O4
O3
O5
O6
…
Davidson
Rorty
Vattimo
t1, t2, t3
O8, O2,
O3,O7,
O5, O9 …
O1 , O2 ,
O3, O4,
O5 , O6 …
O1
O8
?
O2
?
O2
O7
O3
O4
O3
O5
O6
O5
O9
…
…
Putnam
Per sostenere le proprie tesi i relativisti (seguendo Hanson)
molte volte fanno riferimento al processo di riorientamento
gestaltico che avviene davanti a immagini ambigue, come questa:
Però non dobbiamo dimenticare che:
a) Si tratta di immagini costruite apposta per essere ambigue;
b) Le teorie scientifiche sono spesso basate su concetti
astratti, che mancano completamente di una base percettiva
X
Le missioni spaziali vengono tuttora progettate
con le leggi di Newton, con un grado di
precisione superiore allo 0,01 % (1 su 10.000)
ottenuto su orbite di estrema complessità
La deflessione
della luce non era
neanche
PENSABILE nel
quadro della teoria
newtoniana
E’ dunque difficile
sostenere che la
sua scoperta
sperimentale non
costituisca, almeno
a qualche grado,
una VERIFICA della
teoria di Einstein
Provate un po’ a
spiegare alle
vittime di
Hiroshima e
Nagasaki…
…che la fisica
della bomba
atomica vale solo
dentro gli schemi
concettuali
dell’Occidente!
Per quanto strane, le equazioni della meccanica quantistica
consentono di fare calcoli di straordinaria precisione, che fin qui
sono sempre stati confermati dagli esperimenti
Molte volte i filosofi relativisti hanno usato
come “esperimento mentale” la possibile
comunicazione con una civiltà extraterrestre,
come nel programma SETI,
ma senza mai coinvolgersi
realmente in esso
Spesso si obietta che...
…non possiamo essere sicuri che una
civiltà aliena, evolutasi su un altro
pianeta e basata verosimilmente su
principi molto diversi dai nostri,
abbia sviluppato una scienza simile
alla nostra.
Ci sarebbero 3 possibilità:
Nessun overlap
Overlap parziale
Overlap completo
Influenze storiche
e sociali
Perché su scala cosmica noi siamo appena nati!
Quindi è ESTREMAMENTE probabile che un’altra civiltà
sia MOLTO più antica della nostra
Di fatto in un radiotelescopio è “incarnata” pressoché tutta
la fisica attualmente conosciuta…
…perciò in una comunicazione SETI saremmo certi di
condividere con i nostri interlocutori non solo lo stesso
universo, ma anche tutte o quasi tutte le nostre
conoscenze scientifiche su di esso
Numero e livello
delle scienze
necessarie per un
radiotelescopio
Niente overlap
(nostra supremazia)
Niente overlap
(supremazia ET)
Possibili overlap
addizionali
Overlap
garantito
La scienza ha esteso ENORMEMENTE
la nostra conoscenza della realtà
È davvero ESTREMAMENTE difficile
costruire teorie alternative a quelle esistenti
E ALLORA PERCHÉ TUTTO QUESTO ?
La caratteristica comune a TUTTI i filosofi della scienza
di impostazione analitica è…
…la RIDUZIONE DELLA RAGIONE
al solo aspetto LOGICO e DEDUTTIVO
Ma la logica si occupa solo delle caratteristiche del pensiero
PIÙ GENERALI e comuni a QUALSIASI ragionamento
Non c’è quindi da stupirsi che in questo modo vada perso
proprio ciò che costituisce lo SPECIFICO della scienza
FEIGL 1970
Alcuni di noi si sono accontentati di una <<infarinatura di
ignoranza>> a proposito dello sviluppo storico delle scienze,
delle loro collocazioni socioeconomiche, della psicologia della
scoperta e della teoria dell’invenzione eccetera. Alcuni di noi,
pur orgogliosi del proprio empirismo, hanno per qualche tempo
<<inventato>> alcune fasi della storia della scienza in maniera
decisamente <<a priori>>, almeno nelle conferenze pubbliche e
nelle lezioni, se non addirittura in alcune pubblicazioni.
<<Ecco in che modo Galileo, o Newton, o Darwin, o Einstein
(per esempio) devono essere arrivati alle loro idee>> era un
modo non infrequente di dire, o meglio, di dire sciocchezze.
Anche se non erano sempre complete, e neppure sempre
precise, le fonti erano disponibili, ma le consultavamo ben
poco. Quasi tutti siamo giunti a pentirci di tale comportamento
imperdonabile.
(Beyond Peaceful Coexistence)
FRAINTESE completamente la novità del metodo galileiano
Costruì una fisica completamente A PRIORI, che si rivelò
non solo sbagliata, ma addirittura CONTRADDITTORIA
NON formulò affatto il principio di inerzia, che c’era già in
Galileo, ma lo RIFORMULÒ soltanto in maniera più esplicita
Unico autentico contributo alla scienza (fondamentale, ma
INDIRETTO), l’invenzione della GEOMETRIA ANALITICA
X
CARTESIO 1638-1644
Galileo cerca le ragioni di alcuni effetti particolari e non
considera le prime cause della natura.
(Lettera a Mersenne)
Sono persuaso che tutta
filosofia sia come un albero, le cui
Totalela incomprensione
radici sono la metafisica,
il tronco
è la fisica e i rami che
del metodo
galileiano
procedono dal tronco sono tutte le altre scienze.
(Lettera al traduttore dei Principi di filosofia)
Da questa immutabilità di Dio si possono dedurre alcune leggi
della natura.
(Principi di filosofia, II, 37)
X
Sbagliata e
contraddittoria
GALILEO 1632
SALVIATI – Parmi dunque sin qui che voi mi abbiate esplicati gli accidenti di un
mobile sopra due diversi piani; e che nel piano inclinato il mobile grave
spontaneamente discende e va continuamente accelerandosi, e che a ritenervelo
in quiete bisogna usarvi forza; ma sul piano ascendente ci vuol forza a
spingervelo ed anco a fermarvelo, e che ‘l moto impressogli va continuamente
scemando, sì che finalmente si annichila. […] Or ditemi che accadrebbe del
medesimo mobile sopra una superficie che non fusse né acclive né declive.
[…]
SIMPLICIO – Io non ci so scorgere causa di accelerazione né di ritardamento,
non essendoci né declività né acclività.
SALVIATI – Sì. Ma se non ci fusse causa di ritardamento, molto meno vi
dovrebbe essere di quiete: quanto dunque vorreste voi che il mobile durasse a
muoversi?
SIMPLICIO – Tanto quanto durasse la lunghezza di quella superficie né erta né
china.
SALVIATI – Adunque se tale spazio fusse interminato, il moto in esso sarebbe
parimenti senza termine, cioè perpetuo.
(Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, Opere,
VII)
Il “cominciamento” della filosofia per cartesio è il famoso
“Cogito ergo sum” (“Penso, dunque sono”)…
...perché questa è l’unica cosa che è necessariamente vera
Anche se tutto quello che vedo e che penso fosse falso
(per esempio, perché c’è un potente demone che mi inganna)
Quindi, Cartesio prosegue dicendo che anche tutte le altre
idee che abbiamo e che sono altrettanto “chiare e distinte”
come il “cogito” devono essere vere...
...inclusa specialmente l’idea di Dio, quella che ci consente
di ricuperare la fede nell’esistenza del mondo
(perché a noi sembra che il mondo esista realmente, e Dio, essendo
buono, non può permettere che veniamo ingannati senza rimedio)
APPARENTEMENTE Dio è importante, o piuttosto fondamentale
nel sistema di Cartesio...
...ma in realtà un tale Dio serve SOLO per assicurarci che il mondo esiste,
mente per il resto il mondo è un sistema mecanico separato e
autosufficiente, nel quale Dio non fa NULLA: “Dio, se c’è, non c’entra”
...e lo stesso vale per l’anima, che da una parte contiene in se stessa ogni
verità, ma dall’altra è completamente separata dal corpo, che è anch’esso
autosufficiente e col quale essa comunica solo attraverso la ghiandola
pineale, che è come la “incarnazione” della fragilità di questa filosofia
QUESTA POSIZIONE
CONDUCE AL...
Mondo e Dio,
corpo e anima,
sentimento e ragione,
soggettività e oggettività
COESISTONO senza essere realmente UNITI:
sono PARALLELI ma SEPARATI alla radice
CHE, ESSENDO INSTABILE,
A SUA VOLTA CONDUCE
ALLA...
Idealismo
Dualismo
Empirismo
Hegel
Descartes
Hume
Kant
Idealisti
Linguistici
Popper
Positivisti
Logici
Ecc.
La storia si ripete sempre
due volte:
la prima in forma di tragedia,
la seconda in forma di farsa
(Karl Marx)
Cartesio credeva nella verità e
oggettività della scienza…
…ma la sua idea di ragione conduce
INEVITABILMENTE a uno scetticismo
assoluto (e non solo metodologico),
come la storia ha dimostrato
Nonostante l’evidente assurdità di queste tesi e la loro ancor più
evidente contrddittorietà con la scienza reale, stranamente
QUASI TUTTI GLI SCIENZIATI FINISCONO PER
ACCETTARE UNA O L’ALTRA DI ESSE quando si mettono a
riflettere sullo statuto epistemologico della loro disciplina.
In particolare:
Popper è il filosofo di riferimento degli scienziati “conservatori”
Kuhn è il filosofo di riferimento degli scienziati “progressisti”
PERCHÉ?
A mio avviso il problema è che gli sceinziati hanno in genere una
cattiva conoscenza della filosofia: conoscono solo quella moderna
e, anche di questa, solo gli autori più alla moda. Per questo:
Non si rendono conto delle reali implicazioni di certe tesi
Non sono al corrente di alternative più adeguate,
CHE INVECE ESISTONO
TESTO DI RIFERIMENTO
ALTRI TESTI 1
ALTRI TESTI 2
Adaequatio rei et intellectus
San Tommaso d’Aquino - Lezione all’Università di Salamanca
La realtà non è di un solo tipo
In una stessa “cosa” esistono DIVERSI ASPETTI e
DIVERSI LIVELLI DI REALTÀ
Oggetto della scienza non è dunque mai “la realtà”, ma
sempre e solo la realtà DA UN CERTO PUNTO DI VISTA…
…specificato da UN GRUPPO DI PROPRIETÀ inizialmente
individuate nell’esperienza ordinaria e poi “fissate” in modo
univoco associandole ad OPERAZIONI STANDARD
È dunque possibile avere…
…<<proposizioni ASSOLUTAMENTE vere
RELATIVAMENTE ai loro oggetti>>
Di conseguenza,
anche la rivedibilità delle teorie avrà dei limiti
La
Qualsiasi
scienzanuova
procede
teoria
individuando
che intenda
delle
sostituire
regolarità
la prima
R tra fatti
dovrà,F
oltre a prevedere
prima nuove
apparentemente
regolarità attraverso
scorrelati, nuove leggi,
anche ricomprendere
che
come
spiega
suoicon
casi
una
particolari
teoria T tutte le leggi della
da vecchia
cui conseguono
teoria che
le leggi
avevano
L che
trovato
danno conferma
ragione disperimentale
tali regolarità
X
…e la sua
sostituzione
con un…
La filosofia di Agazzi nasce dall’unione di 3 fattori:
L’autolimitazione galileiana allo studio delle “affezioni”
L’operazionismo einsteiniano
La teoria classica dell’intenzionalità
In un certo senso, la relatività nacque
da una riflessione epistemologica…
…quando Einstein si chiese
come facciamo CONCRETAMENTE
a misurare il tempo e lo spazio
In fisica non sono ammesse grandezze che non siano …
… DEFINITE OPERATIVAMENTE, cioè …
… ASSOCIATE ad una OPERAZIONE STANDARD con cui
la grandezza stessa possa essere MISURATA
Tutto ciò presuppone di riconoscere l’esistenza di una
FACOLTÀ ORIGINARIA E IRRIDUCIBILE della ragione umana…
…capace di cogliere il significato e l’universale
direttamente all’interno della realtà,
PRIMA di qualsiasi ragionamento logico e deduttivo…
…che Agazzi chiama, con termine moderno,
INTENZIONALITA’
e che corrisponde in buona sostanza all’<<intelletto agente>> dei
filosofi medioevali, o ancora all’<<occhio dell’anima>> di Socrate
e Platone, o alla capacità di <<astrazione>> di Aristotele
L’intenzionalità in se stessa rimane a sua volta
INSPIEGATA…
...però fu lo stesso con la gravità nella teoria di Newton,
con lo spazio curvo in quella di Einstein, con il principio di
indeterminazione nella meccanica quantistica...
In effetti, NESSUNA teoria può spiegare tutto,
perché QUALSIASI spiegazione deve basarsi su qualcosa
EINSTEIN 1955
I concetti e le leggi fondamentali non ulteriormente riducibili
configurano la parte inevitabile della teoria che la ragione non
può comprendere. L’obiettivo principale di ogni teoria è quello di
semplificare e ridurre al massimo questi elementi fondamentali e
irriducibili senza per questo dover rinunciare alla dimostrazione
corrispondente a qualsiasi contenuto sperimentale.
(Come io vedo il mondo, pp. 66-67)
Ciò che distingue una buona teoria da una cattiva
non è la PRESENZA di elementi inspiegati…
…ma la loro SCELTA,
cioè il fatto che basandosi su tali elementi
si possa o no spiegare in modo soddisfacente tutti gli altri,
ciò che la teoria agazziana indubbiamente fa
CONFERME SPERIMENTALI
Nel 1962 Edward Lorenz, giovane meteorologo del MIT,
scoprì per puro caso il fenomeno del caos deterministico
La differenza era solo di 0,000127 (da 0,506 a 0,506127),
eppure bastava a rendere completamente diversi i tracciati
IMPORTANTE CONSEGUENZA
FILOSOFICA...
Ciò implica che SPIEGARE sia
realmente distinto da PREVEDERE.
Infatti...
…talvolta la stessa teoria che ci
permette di capire meglio certi
fenomeni pone anche dei limiti
alla loro previsione: quindi il
concetto di spiegazione
scientifica è PIU’ AMPIO di
quanto riteneva il meccanicismo
ALTRA CONSEGUENZA
FILOSOFICA...
Poiché l’effetto farfalla ci vieta di prevedere
tutte le conseguenze delle dinamiche complesse,
È IMPOSSIBILE (IN LINEA DI PRINCIPIO)
COSTRUIRE UN SISTEMA UNICO DELLA SCIENZA
Pertanto, CIASCUNA scienza deve costruirsi i suoi modelli,
caratteristici del livello di realtà che intende studiare,
e CIASCUNA scienza è tanto FONDAMENTALE quanto qualsiasi altra
Le previsioni del tempo e
quelle del clima si basano
su modelli irriducibili…
…che però si
riferiscono entrambi
alla STESSA realtà
Il problema del riduzionismo ONTOLOGICO
non può essere risolto AUTOMATICAMENTE
dalla semplice esistenza di modelli irriducibili.
TUTTAVIA…
…CIÒ RIPORTA LA DISCUSSIONE AD ARMI PARI,
escludendo che la scienza possa mai
DIMOSTRARE il riduzionismo
IL PROBLEMA DEI
TERMINI UNIVERSALI
POPPER 1934
Esiste una perfetta analogia
tra il problema degli universali
e il problema dell’induzione.
(Logica della scoperta scientifica, p. 52)
Esiste in natura una SOMIGLIANZA IRRIDUCIBILE
alla pura identità
(come tra i membri di una stessa specie,
che sono sempre un “pochino” diferenti l’uno dall’altro)...
...che rappresenta il fundamentum in re
dei termini universali
La scienza è una cosa
MERAVIGLIOSA…
…ma
“ci sono più cose
in cielo e in terra”…
(Shakespeare, Hamlet)
...to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you
to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to
all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all
of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of
you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you
to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you...