Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione Varese, 12 Gennaio 2006 Prof. PAOLO MUSSO [email protected] - Professore di Filosofia della Natura alla Pontificia Università Urbaniana (2001) - Professore di Filosofia della Natura alla Pontificia Università della Santa Croce (2002 e 2003) - Professore di Filosofia della Scienza (2004 e seguenti) alla Università dell’Insubria - Visiting Professor di Epistemologia (2005) presso la Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima - Membro della EANA (European Exo/Astrobiology Network Association) - Membro del SETI Permanent Study Group della IAA (International Academy of Astronautics) LA SCIENZA NATURALE NACQUE PER OPERA DI... Non “tentar l’essenza”, ma limitarsi allo studio di “ALCUNE AFFEZIONI” Non generica “osservazione”, ma ESPERIMENTO: condizioni ARTIFICIALI, MIRATE e RIPETIBILI Le “MATEMATICHE DIMOSTRAZIONI” Niente principio di AUTORITA’ PERCHE’ LA SCIENZA… …è nata in ITALIA? Riscoperta del PLATONISMO e dei testi dei MATEMATICI GRECI (in parte ulteriormente sviluppati dagli arabi) Fede GRECA e CRISTIANA in un ORDINAMENTO RAZIONALE del mondo (cosmos, non caos) Fede CRISTIANA nella CREAZIONE del mondo, da cui… …DIGNITA’ e CONTINGENZA del mondo stesso La scienza nacque dunque da una AUTOLIMITAZIONE consapevole... …che però non era affatto SCETTICA, bensì METODOLOGICA GALILEO 1613 Perché, o noi vogliamo specolando tentar di penetrar l’essenza vera ed intrinseca delle sustanze naturali; o noi vogliamo contentarci di venir in notizia d’alcune loro affezioni. Il tentar l’essenza l’ho per impresa non men vana nelle sustanze elementari che nelle remotissime e celesti: e a me pare essere ugualmente ignaro della sustanza della Terra che della Luna, delle nubi elementari che delle macchie del Sole; né veggo che nell’intender queste sostanze vicine aviamo altro vantaggio che la copia de’ particolari, ma tutti egualmente ignoti, per i quali andiamo vagando, trapassando con pochissimo o niuno acquisto dall’uno all’altro. […] Ma se vorremo fermarci nell’apprensione di alcune affezioni, non mi par che sia da desperar di poter conseguirle anco ne i corpi lontanissimi da noi, non meno che ne i prossimi. (Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari, Terza lettera, Opere, V, p. 187) GALILEO 1632 Voi errate, sig. Simplicio; voi dovevi dire che ciaschedun sa ch’ella si chiama gravità. Ma io non vi domando del nome, ma dell’essenza delle cose. (Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, Opere, VII, p. 260) C’è contraddizione? NO, perché... Galileo NON è fenomenista: la ricerca dell’essenza delle cose NON è negata… …ma diventa il PUNTO DI ARRIVO della ricerca scientifica (cui si giunge solo GRADUALMENTE e IMPERFETTAMENTE) anziché essere il suo PUNTO DI PARTENZA, com’era per gli antichi (capovolgimento METODOLOGICO) TUTTAVIA I GRANDI SUCCESSI OTTENUTI CONDUSSERO A... Si finì per credere possibile la costruzione di una SCIENZA UNIFICATA… …che almeno in linea di principio potesse rispondere a QUALSIASI domanda LAPLACE 1776 Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo come l'effetto del suo stato anteriore e come la causa del suo stato futuro. Un'Intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se per di più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati all'analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per essa e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi. Lo spirito umano offre, nella perfezione che ha saputo dare all'astronomia, un pallido esempio di questa Intelligenza. Le sue scoperte in meccanica e in geometria, unite a quella della gravitazione universale, l'hanno messo in grado di abbracciare nelle stesse espressioni analitiche gli stati passati e quelli futuri del sistema del mondo. (Essai philosophique sur les probabilités) LAPLACE 1776 Tutti i suoi sforzi nella ricerca della verità tendono ad avvicinarlo continuamente all’Intelligenza che abbiamo immaginato, ma da cui resterà sempre infinitamente lontano. (Essai philosophique sur les probabilités) … non COSÌ riduzionista, dopo tutto! TUTTO CIÒ ANDÒ IN CRISI CON... La crisi della teoria newtoniana, fin lì ritenuta la verità assoluta, diede il via ad una profonda RIFLESSIONE METODOLOGICA… …che però, anziché generare una nuova e più matura consapevolezza dei limiti della scienza, capace però anche di dar ragione dei suoi nuovi straordinari progressi, condusse purtroppo a… Se volete imparare qualche cosa dai fisici […] sui metodi che essi impiegano, vi consiglio di osservare questo principio: X Questo è proprio ciò che i …non ascoltate i loro discorsi, filosofi della scienza del ‘900 ma attenetevi loro azioni. NON alle fecero Queste idee sono nate essenzialmente nell’ambito della FISICA... …da cui però sono poi state estese a TUTTE le scienze Naqcue a Vienna nel 1922 intorno a Moritz Schlick, e pertanto si chiama anche “Circolo di Vienna” I suoi membri erano principalmente logici e matematici (pochi scienziati) e i suoi punti di riferimento erano il Tractatus Logico-filosoficus di Wittgenstein, la logica matematica del ‘900, David Hume, gli Illuministi, il positivismo di Auguste Comte e, soprattutto, Ernst Mach, il grande nemico di Boltzmann Tutto ciò che esiste può essere decomposto in “fatti atomici”, oggetti di percezioni elementari, che possono essere espressi da “enunciati protocollari” Grazie alla logica matematica, gli enunciati atomici possono essere uniti in “enunciati molecolari”, che a loro volta possono essere nuovamente decomposti in qualsiasi momento “Il senso di un enunciato è il metodo della sua verifica” (Principio di verificazione) Tutto ciò che ha senso è riducible a fatti empirici: pertanto la metafisica non ha alcun senso Legge della dilatazione termica dei corpi ls2 = ls1[1+α(T2-T1)] Popper rifiutò l’empirismo radicale del neopositivismo e il suo riduzionismo, perché diceva (esattamente) che questo portava a rinnegare non solo la possibilità della metafisica, ma anche della scienza... ...ma condivise con loro (che d’altra parte, pur criticandoli, diceva di stimare) LA STESSA IDEA DI RAGIONE Secondo Popper l’invenzione delle teorie scientifiche è un fatto IRRAZIONALE... ...e l’UNICO momento razionale nel lavoro scientifico è quello della DEDUZIONE LOGICA delle conseguenze delle teorie che devono essere confrontate con l’esperienza Popper rifiutò anche l’idea che le teorie scientifiche possano essere verificate, ma solo FALSIFICATE, sempre per motivi esclusivamente logici (ASIMMETRIA della falsificabilità) Però il fatto di non poter mai dire che una qualsiasi teoria sia vera finì per rendere impossibile la falsificazione stessa Infatti per realizzare l’esperimento di controllo di una teoria è necessario servirsi di strumenti il cui funzionamento a sua volta si basa su altre teorie (dette perciò TEORIE AUSILIARIE) Ma se non c’è MAI modo di sapere se una teoria è vera, quando si incontri un risultato sperimentale falsificante non c’è neanche modo di sapere se la teoria falsa è quella che volevamo controllare o invece una delle teorie ausiliarie implicate nell’esperimento CHESTERTON Ogni errore è una verità diventata pazza Nelle tesi dei relativisti C’È qualcosa di vero (di sicuro molto più che in quelle dei razionalisti)... ...però essi ASSOLUTIZZANO questi elementi di verità in un modo tale che non è più possibile accettarli La filosofia del linguaggio (Quine, il “secondo” Wittgenstein) La filosofia della percezione (Hanson) La storia della scienza (Kuhn) La sociologia della scienza (Bloor e la scuola di Edimburgo) Però anche le ultime tre conducono a considerazioni basate sulla filosofia del linguaggio, che è pertanto LA FONTE FONDAMENTALE Secondo Tomas Kuhn la scienza si divide essenzialmente in due fasi La “scienza normale”, in cui tutti gli scienziati lavorano tentando di risolvere “rompicapo” (= problemi non fondamentali) secondo i principi di un paradigma accettato da tutti Le “rivoluzioni”, che cominciano quando il paradigma presente va in crisi e ne nasce uno nuovo: il cambio di paradigma si spiega con ragioni sociologiche (essenzialmente perché i sostenitori del vecchio muoiono) e non con motivazioni scientifiche (è un processo irrazionale). MA... Secondo Margaret Masterman ci sono fino a 21 DIFFERENTI SENSI del termine “paradigma” in Kuhn. Comunque, quelli fondamentali, basati uno sull’altro, sono 3: Paradigma-costruzione (qualche espediente o tecnica che nasce nell’ambito della “scienza normale” davanti a un problema che non può essere risolto dal vecchio paradigma, e che si intuisce essere applicabile nel nuovo campo di studio) Paradigma sociologico (un insieme di abitudini scientifiche, che può funzionare quando non c’è ancora una teoria) Paradigma metafisico o metaparadigma (una teoria fondamentale o una concezione metafisica generale) Kuhn accettò l’analisi della Masterman… ...ma non seguì la sua indicazione più importante, cioè che il processo di formazione dei paradigmi implica una forma di ragione di tipo ANALOGICO e NON dipendente da un paradigma già esistente (= aperta alla realtà), grazie a cui avrebbe potuto superare l’irrazionalismo della sua concezione Paul Feyerabend non fece altro che radicalizzare la concezione di Kuhn Infatti, per lui OGNI nuova scoperta scientifica è una rivoluzione che ha il suo proprio paradigma, e pertanto la “scienza normale” semplicemente scompare e TUTTA la scienza si trasforma in un processo irrazionale Negli ultimi anni della sua vita, Feyerabend cominciò a dire che in realtà non aveva mai voluto essere relativista... ...ma che tutta la sua filosofia era una reductio ad absurdum del razionalismo, e intendeva mostrare che SE si accetta il punto di vista razionalista (specialmente quello di Popper), ALLORA la scienza APPARE irrazionale Nei suoi ultimi libri Feyerabend cercò con insistenza una nuova idea di ragione, più ampia e flessibile, ma non riuscì mai a chiarirla bene (anche per via del suo carattere intollerante delle definizioni teoriche) Ad ogni modo, definire Feyerabend semplicemente un relativista e un irrazionalista è di sicuro scorretto t2 = O2+O5 t1 = O1+O2 t3 = O3+O4+O6 O1 O2 O4 O3 O5 O6 Neopositivisti X t1, t2, t3 O1, O2, O3 … X O1 ∼ O2 O4 O3 O5 O6 … Popper 1 t4, t5, t6 ? t1, t2, t3 O1, O2, O3 … X O1 ∼ O2 O4 O3 O5 ? O4, O5, O6 … O6 … Popper 2 Lakatos ? t1, t2, t3 t1, t2, t4 t1, t3, t5 t3, t6, t7 tx,, ty, tz ? ? ? ? ? O1, O2, O3, O4 , O5 , O6 … O1 , O2 , O3 , O4, O5, O6 … O1 O1 , O2 , O3 , O4 , O5 , O 6 … O2 O1 , O2 , O3 , O4 , O5 , O6 … O4 O3 O5 O6 O1 , O2 , O3 , O4 , O5 , O6 … … Van Fraassen Kuhn Feyerabend Quine t1, t2, t3 t1, t2, t4 t1, t3, t5 t3,t6,t7 tx, ty ,tz O1 , O2 , O3, O4, O5 , O6 … O 1, O2 , O 3, O 7 , O5 , O 6 … O8, O2, O3, O4, O5, O6 … O8, O2, O3, O7, O5 , O9 … OX, O Y, O Z , O α, O β, O γ … X X X X X O1 O2 O4 O3 O5 O6 … Kuhn Feyerabend Quine ? ? ? ? ? t1, t2, t3 t1, t2, t4 t1, t3, t5 t3,t6,t7 tx , t y, tz O1 , O2 , O3, O4, O5 , O6 … O 1, O2 , O 3, O 7 , O5 , O 6 … O8, O2, O3, O4, O5, O6 … O8, O2, O3, O7, O5 , O9 … O X, OY, O Z , O α, O β, O γ … O1 O2 O4 O3 O5 O6 … Kuhn Feyerabend Quine ? ? ? ? ? t1, t2, t3 t1, t2, t4 t1, t3, t5 t3,t6,t7 tx , ty , tz O1 , O2 , O3, O4, O5 , O6 … O 1, O2 , O 3, O 7 , O5 , O 6 … O8, O2, O3, O4, O5, O6 … O8, O2, O3, O7, O5 , O9 … O X, OY, O Z , O α, O β, O γ … O1 X O2 O4 O3 O5 O6 … Davidson Rorty Vattimo t1, t2, t3 O8, O2, O3,O7, O5, O9 … O1 , O2 , O3, O4, O5 , O6 … O1 O8 ? O2 ? O2 O7 O3 O4 O3 O5 O6 O5 O9 … … Putnam Per sostenere le proprie tesi i relativisti (seguendo Hanson) molte volte fanno riferimento al processo di riorientamento gestaltico che avviene davanti a immagini ambigue, come questa: Però non dobbiamo dimenticare che: a) Si tratta di immagini costruite apposta per essere ambigue; b) Le teorie scientifiche sono spesso basate su concetti astratti, che mancano completamente di una base percettiva X Le missioni spaziali vengono tuttora progettate con le leggi di Newton, con un grado di precisione superiore allo 0,01 % (1 su 10.000) ottenuto su orbite di estrema complessità La deflessione della luce non era neanche PENSABILE nel quadro della teoria newtoniana E’ dunque difficile sostenere che la sua scoperta sperimentale non costituisca, almeno a qualche grado, una VERIFICA della teoria di Einstein Provate un po’ a spiegare alle vittime di Hiroshima e Nagasaki… …che la fisica della bomba atomica vale solo dentro gli schemi concettuali dell’Occidente! Per quanto strane, le equazioni della meccanica quantistica consentono di fare calcoli di straordinaria precisione, che fin qui sono sempre stati confermati dagli esperimenti Molte volte i filosofi relativisti hanno usato come “esperimento mentale” la possibile comunicazione con una civiltà extraterrestre, come nel programma SETI, ma senza mai coinvolgersi realmente in esso Spesso si obietta che... …non possiamo essere sicuri che una civiltà aliena, evolutasi su un altro pianeta e basata verosimilmente su principi molto diversi dai nostri, abbia sviluppato una scienza simile alla nostra. Ci sarebbero 3 possibilità: Nessun overlap Overlap parziale Overlap completo Influenze storiche e sociali Perché su scala cosmica noi siamo appena nati! Quindi è ESTREMAMENTE probabile che un’altra civiltà sia MOLTO più antica della nostra Di fatto in un radiotelescopio è “incarnata” pressoché tutta la fisica attualmente conosciuta… …perciò in una comunicazione SETI saremmo certi di condividere con i nostri interlocutori non solo lo stesso universo, ma anche tutte o quasi tutte le nostre conoscenze scientifiche su di esso Numero e livello delle scienze necessarie per un radiotelescopio Niente overlap (nostra supremazia) Niente overlap (supremazia ET) Possibili overlap addizionali Overlap garantito La scienza ha esteso ENORMEMENTE la nostra conoscenza della realtà È davvero ESTREMAMENTE difficile costruire teorie alternative a quelle esistenti E ALLORA PERCHÉ TUTTO QUESTO ? La caratteristica comune a TUTTI i filosofi della scienza di impostazione analitica è… …la RIDUZIONE DELLA RAGIONE al solo aspetto LOGICO e DEDUTTIVO Ma la logica si occupa solo delle caratteristiche del pensiero PIÙ GENERALI e comuni a QUALSIASI ragionamento Non c’è quindi da stupirsi che in questo modo vada perso proprio ciò che costituisce lo SPECIFICO della scienza FEIGL 1970 Alcuni di noi si sono accontentati di una <<infarinatura di ignoranza>> a proposito dello sviluppo storico delle scienze, delle loro collocazioni socioeconomiche, della psicologia della scoperta e della teoria dell’invenzione eccetera. Alcuni di noi, pur orgogliosi del proprio empirismo, hanno per qualche tempo <<inventato>> alcune fasi della storia della scienza in maniera decisamente <<a priori>>, almeno nelle conferenze pubbliche e nelle lezioni, se non addirittura in alcune pubblicazioni. <<Ecco in che modo Galileo, o Newton, o Darwin, o Einstein (per esempio) devono essere arrivati alle loro idee>> era un modo non infrequente di dire, o meglio, di dire sciocchezze. Anche se non erano sempre complete, e neppure sempre precise, le fonti erano disponibili, ma le consultavamo ben poco. Quasi tutti siamo giunti a pentirci di tale comportamento imperdonabile. (Beyond Peaceful Coexistence) FRAINTESE completamente la novità del metodo galileiano Costruì una fisica completamente A PRIORI, che si rivelò non solo sbagliata, ma addirittura CONTRADDITTORIA NON formulò affatto il principio di inerzia, che c’era già in Galileo, ma lo RIFORMULÒ soltanto in maniera più esplicita Unico autentico contributo alla scienza (fondamentale, ma INDIRETTO), l’invenzione della GEOMETRIA ANALITICA X CARTESIO 1638-1644 Galileo cerca le ragioni di alcuni effetti particolari e non considera le prime cause della natura. (Lettera a Mersenne) Sono persuaso che tutta filosofia sia come un albero, le cui Totalela incomprensione radici sono la metafisica, il tronco è la fisica e i rami che del metodo galileiano procedono dal tronco sono tutte le altre scienze. (Lettera al traduttore dei Principi di filosofia) Da questa immutabilità di Dio si possono dedurre alcune leggi della natura. (Principi di filosofia, II, 37) X Sbagliata e contraddittoria GALILEO 1632 SALVIATI – Parmi dunque sin qui che voi mi abbiate esplicati gli accidenti di un mobile sopra due diversi piani; e che nel piano inclinato il mobile grave spontaneamente discende e va continuamente accelerandosi, e che a ritenervelo in quiete bisogna usarvi forza; ma sul piano ascendente ci vuol forza a spingervelo ed anco a fermarvelo, e che ‘l moto impressogli va continuamente scemando, sì che finalmente si annichila. […] Or ditemi che accadrebbe del medesimo mobile sopra una superficie che non fusse né acclive né declive. […] SIMPLICIO – Io non ci so scorgere causa di accelerazione né di ritardamento, non essendoci né declività né acclività. SALVIATI – Sì. Ma se non ci fusse causa di ritardamento, molto meno vi dovrebbe essere di quiete: quanto dunque vorreste voi che il mobile durasse a muoversi? SIMPLICIO – Tanto quanto durasse la lunghezza di quella superficie né erta né china. SALVIATI – Adunque se tale spazio fusse interminato, il moto in esso sarebbe parimenti senza termine, cioè perpetuo. (Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, Opere, VII) Il “cominciamento” della filosofia per cartesio è il famoso “Cogito ergo sum” (“Penso, dunque sono”)… ...perché questa è l’unica cosa che è necessariamente vera Anche se tutto quello che vedo e che penso fosse falso (per esempio, perché c’è un potente demone che mi inganna) Quindi, Cartesio prosegue dicendo che anche tutte le altre idee che abbiamo e che sono altrettanto “chiare e distinte” come il “cogito” devono essere vere... ...inclusa specialmente l’idea di Dio, quella che ci consente di ricuperare la fede nell’esistenza del mondo (perché a noi sembra che il mondo esista realmente, e Dio, essendo buono, non può permettere che veniamo ingannati senza rimedio) APPARENTEMENTE Dio è importante, o piuttosto fondamentale nel sistema di Cartesio... ...ma in realtà un tale Dio serve SOLO per assicurarci che il mondo esiste, mente per il resto il mondo è un sistema mecanico separato e autosufficiente, nel quale Dio non fa NULLA: “Dio, se c’è, non c’entra” ...e lo stesso vale per l’anima, che da una parte contiene in se stessa ogni verità, ma dall’altra è completamente separata dal corpo, che è anch’esso autosufficiente e col quale essa comunica solo attraverso la ghiandola pineale, che è come la “incarnazione” della fragilità di questa filosofia QUESTA POSIZIONE CONDUCE AL... Mondo e Dio, corpo e anima, sentimento e ragione, soggettività e oggettività COESISTONO senza essere realmente UNITI: sono PARALLELI ma SEPARATI alla radice CHE, ESSENDO INSTABILE, A SUA VOLTA CONDUCE ALLA... Idealismo Dualismo Empirismo Hegel Descartes Hume Kant Idealisti Linguistici Popper Positivisti Logici Ecc. La storia si ripete sempre due volte: la prima in forma di tragedia, la seconda in forma di farsa (Karl Marx) Cartesio credeva nella verità e oggettività della scienza… …ma la sua idea di ragione conduce INEVITABILMENTE a uno scetticismo assoluto (e non solo metodologico), come la storia ha dimostrato Nonostante l’evidente assurdità di queste tesi e la loro ancor più evidente contrddittorietà con la scienza reale, stranamente QUASI TUTTI GLI SCIENZIATI FINISCONO PER ACCETTARE UNA O L’ALTRA DI ESSE quando si mettono a riflettere sullo statuto epistemologico della loro disciplina. In particolare: Popper è il filosofo di riferimento degli scienziati “conservatori” Kuhn è il filosofo di riferimento degli scienziati “progressisti” PERCHÉ? A mio avviso il problema è che gli sceinziati hanno in genere una cattiva conoscenza della filosofia: conoscono solo quella moderna e, anche di questa, solo gli autori più alla moda. Per questo: Non si rendono conto delle reali implicazioni di certe tesi Non sono al corrente di alternative più adeguate, CHE INVECE ESISTONO TESTO DI RIFERIMENTO ALTRI TESTI 1 ALTRI TESTI 2 Adaequatio rei et intellectus San Tommaso d’Aquino - Lezione all’Università di Salamanca La realtà non è di un solo tipo In una stessa “cosa” esistono DIVERSI ASPETTI e DIVERSI LIVELLI DI REALTÀ Oggetto della scienza non è dunque mai “la realtà”, ma sempre e solo la realtà DA UN CERTO PUNTO DI VISTA… …specificato da UN GRUPPO DI PROPRIETÀ inizialmente individuate nell’esperienza ordinaria e poi “fissate” in modo univoco associandole ad OPERAZIONI STANDARD È dunque possibile avere… …<<proposizioni ASSOLUTAMENTE vere RELATIVAMENTE ai loro oggetti>> Di conseguenza, anche la rivedibilità delle teorie avrà dei limiti La Qualsiasi scienzanuova procede teoria individuando che intenda delle sostituire regolarità la prima R tra fatti dovrà,F oltre a prevedere prima nuove apparentemente regolarità attraverso scorrelati, nuove leggi, anche ricomprendere che come spiega suoicon casi una particolari teoria T tutte le leggi della da vecchia cui conseguono teoria che le leggi avevano L che trovato danno conferma ragione disperimentale tali regolarità X …e la sua sostituzione con un… La filosofia di Agazzi nasce dall’unione di 3 fattori: L’autolimitazione galileiana allo studio delle “affezioni” L’operazionismo einsteiniano La teoria classica dell’intenzionalità In un certo senso, la relatività nacque da una riflessione epistemologica… …quando Einstein si chiese come facciamo CONCRETAMENTE a misurare il tempo e lo spazio In fisica non sono ammesse grandezze che non siano … … DEFINITE OPERATIVAMENTE, cioè … … ASSOCIATE ad una OPERAZIONE STANDARD con cui la grandezza stessa possa essere MISURATA Tutto ciò presuppone di riconoscere l’esistenza di una FACOLTÀ ORIGINARIA E IRRIDUCIBILE della ragione umana… …capace di cogliere il significato e l’universale direttamente all’interno della realtà, PRIMA di qualsiasi ragionamento logico e deduttivo… …che Agazzi chiama, con termine moderno, INTENZIONALITA’ e che corrisponde in buona sostanza all’<<intelletto agente>> dei filosofi medioevali, o ancora all’<<occhio dell’anima>> di Socrate e Platone, o alla capacità di <<astrazione>> di Aristotele L’intenzionalità in se stessa rimane a sua volta INSPIEGATA… ...però fu lo stesso con la gravità nella teoria di Newton, con lo spazio curvo in quella di Einstein, con il principio di indeterminazione nella meccanica quantistica... In effetti, NESSUNA teoria può spiegare tutto, perché QUALSIASI spiegazione deve basarsi su qualcosa EINSTEIN 1955 I concetti e le leggi fondamentali non ulteriormente riducibili configurano la parte inevitabile della teoria che la ragione non può comprendere. L’obiettivo principale di ogni teoria è quello di semplificare e ridurre al massimo questi elementi fondamentali e irriducibili senza per questo dover rinunciare alla dimostrazione corrispondente a qualsiasi contenuto sperimentale. (Come io vedo il mondo, pp. 66-67) Ciò che distingue una buona teoria da una cattiva non è la PRESENZA di elementi inspiegati… …ma la loro SCELTA, cioè il fatto che basandosi su tali elementi si possa o no spiegare in modo soddisfacente tutti gli altri, ciò che la teoria agazziana indubbiamente fa CONFERME SPERIMENTALI Nel 1962 Edward Lorenz, giovane meteorologo del MIT, scoprì per puro caso il fenomeno del caos deterministico La differenza era solo di 0,000127 (da 0,506 a 0,506127), eppure bastava a rendere completamente diversi i tracciati IMPORTANTE CONSEGUENZA FILOSOFICA... Ciò implica che SPIEGARE sia realmente distinto da PREVEDERE. Infatti... …talvolta la stessa teoria che ci permette di capire meglio certi fenomeni pone anche dei limiti alla loro previsione: quindi il concetto di spiegazione scientifica è PIU’ AMPIO di quanto riteneva il meccanicismo ALTRA CONSEGUENZA FILOSOFICA... Poiché l’effetto farfalla ci vieta di prevedere tutte le conseguenze delle dinamiche complesse, È IMPOSSIBILE (IN LINEA DI PRINCIPIO) COSTRUIRE UN SISTEMA UNICO DELLA SCIENZA Pertanto, CIASCUNA scienza deve costruirsi i suoi modelli, caratteristici del livello di realtà che intende studiare, e CIASCUNA scienza è tanto FONDAMENTALE quanto qualsiasi altra Le previsioni del tempo e quelle del clima si basano su modelli irriducibili… …che però si riferiscono entrambi alla STESSA realtà Il problema del riduzionismo ONTOLOGICO non può essere risolto AUTOMATICAMENTE dalla semplice esistenza di modelli irriducibili. TUTTAVIA… …CIÒ RIPORTA LA DISCUSSIONE AD ARMI PARI, escludendo che la scienza possa mai DIMOSTRARE il riduzionismo IL PROBLEMA DEI TERMINI UNIVERSALI POPPER 1934 Esiste una perfetta analogia tra il problema degli universali e il problema dell’induzione. (Logica della scoperta scientifica, p. 52) Esiste in natura una SOMIGLIANZA IRRIDUCIBILE alla pura identità (come tra i membri di una stessa specie, che sono sempre un “pochino” diferenti l’uno dall’altro)... ...che rappresenta il fundamentum in re dei termini universali La scienza è una cosa MERAVIGLIOSA… …ma “ci sono più cose in cielo e in terra”… (Shakespeare, Hamlet) ...to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you to all of you...