L`esame radiologico in ambito osteo

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L’esame radiologico in ambito
osteo-articolare
L’esecuzione tecnica di
esami di radiologia
convenzionale nel paziente
non collaborante
Il paziente non collaborante
Il paziente che per motivazioni oggettive o personali non è in
grado di poter collaborare con il personale tecnico,
nell’esecuzione dell’esame radiologico
• il bambino
• l’anziano
• il paziente costretto al clinostatismo
(politraumatizzato, in stato di coma,
ospedalizzato, ecc.)
• il paziente incapace di intendere e di volere
• il portatore di handicap
IL BAMBINO
Soprattutto nella prima
infanzia, fino all’età
scolare, si possono
incontrare notevoli
difficoltà nell’eseguire un
esame radiologico ad un
bambino che, spaventato
dall’ambiente, rifiuta
l’esame.
Bambino nella prima infanzia (da 0 a 3 anni)
• se il bambino è in grado di
comprendere come si
effettua l’esame radiologico,
è preferibile spendere un
po’ di tempo nell’approccio
iniziale, con l’obbiettivo di
informare, sia il piccolo
paziente che il familiare che
l’accompagna, sulle
modalità e sui tempi di
esecuzione dell’indagine;
• nel caso in cui il bambino sia
particolarmente irrequieto è
indispensabile ricorrere alla
presenza di una persona che gli
rimanga vicina durante
l’espletamento dell’esame: in
questo caso è soltanto un familiare
che, idoneamente protetto (camice
di piombo), può entrare in
diagnostica; in nessun modo può
svolgere tale compito il personale
professionalmente esposto a
rischio radiante;
• di qualunque esame si tratti è d’obbligo un
posizionamento del piccolo paziente in
clinostatismo, sia per un più preciso controllo da
parte dell’operatore o del familiare vicino, sia per
ridurre al minimo gli artefatti da movimento;
• è assolutamente sconsigliabile procedere
all’espletamento dell’esame attraverso manovre
contenitive forzate del piccolo paziente: ne
potrebbe derivare un traumatismo psicologico
difficile poi da controllare;
• l’esame deve essere seguito proiezione per
proiezione, allo scopo di poterlo sospendere al
momento opportuno o effettuare una valutazione
comparativa;
• una particolare
attenzione va posta alla
collimazione del fascio
radiante, per evitare al
massimo un’esposizione
incongrua al bambino e
all’eventuale familiare
presente.
Bambino in età pre-scolare
(dai 3 ai 5-6 anni)
• laddove possibile, evitare la presenza del
genitore, sia nella fase di approccio al bambino
che durante l’espletamento dell’esame;
• quando la reazione del bambino è tale da rendere
impossibile l’allontanamento del genitore va
fornito a questi un’idonea protezione (camice di
piombo);
• cercare di avvicinare
il bambino con un
atteggiamento quanto
più possibile gentile e
persuasivo, invitandolo
ad entrare prima in
diagnostica e
mostrandogli, in modo
approssimativo ma
comprensibile, i
macchinari che saranno
utilizzati;
• spiegare al bambino
in che consiste e come
verrà effettuato
l’esame;
• continuare a parlare
sempre al bambino,
anche da dietro la
paratia del bunker, con
un tono di voce
rassicurante e gentile;
• l’esame deve essere seguito
proiezione per proiezione, allo
scopo di poterlo sospendere al
momento opportuno o effettuare
una valutazione comparativa;
• una particolare attenzione va
posta alla collimazione del
fascio radiante, per evitare al
massimo un’esposizione
incongrua al bambino e
all’eventuale familiare presente.
IL PAZIENTE ANZIANO
Nell’eseguire un esame
radiologico a pazienti nella
terza età della vita, si
possono incontrare difficoltà
legate alle scarse capacità
collaboranti, talvolta dovute
anche ad una difficoltà di
comprendere ciò che gli
viene richiesto di fare.
• con l’anziano, come per il bambino, va curato
particolarmente l’approccio: la capacità di
interagire con il paziente, nel tentativo di
illustrare l’esecuzione dell’esame e chiedere
qualche notizia clinica, rappresenta una
componente sostanziale per il buon esito
dell’esame;
• parlare con voce forte e chiara, ben
comprensibile, spiegare le varie fasi e i tempi
dell’esame, usare gentilezza e disponibilità, essere
sufficientemente rapidi e, nello stesso tempo,
efficienti, sono presidi validi per ogni rapporto
tecnico/paziente e che, nell’anziano in particolare,
acquistano una valenza ancora più importante;
• da un punto di vista strettamente tecnico, a causa
delle problematiche fisiche di cui si è accennato
(rigidità articolari, deformazioni del rachide,
patologie varie…), spesso non può essere possibile
effettuare correttamente una proiezione: in questo
caso va scelto un compromesso, privilegiando
l’esecuzione di radiogrammi obliqui;
• un’ultima sottolineatura è l’invito a non
sbilanciarsi sull’esito diagnostico dell’esame con il
paziente: mai riferire, anche quando è palese, il
risultato dell’indagine; tale invito è naturalmente
valido in ogni rapporto tecnico/paziente ma
nell’anziano, a causa di una più alta incidenza di
incomprensioni, di prevenzioni,
o di difficoltà di capire
l’effettiva entità del danno,
possono sorgere vari problemi.
IL PAZIENTE
COSTRETTO AL
CLINOSTATISMO
(politraumatizzato, in stato di coma,
ospedalizzato, esami domiciliari, ecc.)
L’obbligata posizione clinostatica, generalmente
supina, impedisce l’esecuzione corretta di numerose
proiezioni, obbligando a scelte operative che, anche
se non perfettamente congrue al quesito clinico,
aiutano il medico radiologo alla diagnosi.
• va posta una particolare
attenzione a tutto ciò che
può disturbare la lettura
dell’immagine (vestiti,
strutture radio-opache del
letto del paziente, cateteri,
tubi di drenaggio, respiratori
meccanici, tutori, ecc.), che
frequentemente si trova
lungo il decorso del fascio
radiante;
• per le proiezioni sul piano frontale anteroposteriore non esistono particolari problemi;
quando l’esame viene effettuato al letto del
paziente, naturalmente non possono essere
utilizzate griglie anti-diffusione;
• per rispondere all’esigenza della doppia proiezione
ortogonale, nell’eseguire proiezioni laterali, si ricorre
all’incidenza tangenziale del fascio radiante, con tubo
radiogeno portato all’altezza del letto del paziente ed
orientamento orizzontale del fascio;
• nella proiezione laterale naturalmente la cassetta va
disposta perpendicolarmente al tavolo o al letto,
sostenuta da appositi sostegni o appoggiata al corpo del
paziente;
• va fatta un’opportuna scelta del carico,
preferendo brevi tempi d’esposizione in
considerazione dell’impossibilità di coordinare
l’esame con gli atti del respiro;
• quando l’esame viene effettuato in una
diagnostica non ci sono problemi particolari di
radioprotezionistica, ma quando l’esame viene
effettuato con un’apparecchiatura portatile
direttamente al letto del paziente è indispensabile
osservare tutte le norme di protezionistica stabilite
(distanza dell’operatore, allontanamento di altro
personale o di familiari, idonea schermatura, ecc.);
• qualora sia possibile, possono essere adottate
delle scelte operative che migliorano l’esito
dell’esame (garanzia di una apnea e di immobilità,
possibilità di sfruttare un’eventuale capacità di
movimento da parte del paziente e poter quindi
effettuare proiezioni sul fianco o in decubito prono,
possibilità di inclinare il letto in posizione seduta o
semi-seduta, ecc.);
• quando l’esame che viene effettuato è un
controllo di una precedente indagine, eseguita
sempre con le stesse limitazioni tecniche, sarebbe
opportuno conservare al massimo le stesse
modalità operative:
la stessa incidenza del fascio
radiante, lo stesso
posizionamento del
paziente, lo stesso carico,
ecc.;
• nel paziente politraumatizzato, da Pronto
Soccorso, l’esecuzione dei vari esami deve seguire
un ordine logico (comunque suggerito dal
personale medico), che risponde alle esigenze di
mantenere le funzioni vitali del paziente e di
prediligere, nell’immediatezza, gli esami
assolutamente indifferibili.
IL PAZIENTE INCAPACE DI
INTENDERE E DI VOLERE
(paziente oligofrenico, in stato di ebbrezza
alcolica, in agitazione psicomotoria, ecc.)
In questi casi l’assenza di collaborazione
è motivata dall’assenza di lucidità
mentale, sia essa legata a patologie
croniche e/o congenite o a stati
momentanei indotti da varie sostanze o
farmaci (alcool, droghe, farmaci
ipnotici, ecc.).
• in questi pazienti vige un’importante regola:
l’esecuzione dell’esame in tempi più rapidi
possibili;
• l’esame deve essere seguito
proiezione per proiezione,
allo scopo di poterlo
sospendere al momento
opportuno o effettuare una
valutazione comparativa.
IL PORTATORE DI
HANDICAP
(paziente disabile, in carrozzina)
Talvolta l’esame radiologico richiesto
può essere effettuato lasciando il
paziente seduto sulla sedia a rotelle.
Qualora ciò non sia possibile è
necessario naturalmente aiutare il
paziente a posizionarsi sul tavolo
radiologico.
• al paziente vanno forniti i supporti necessari per
rendere più agevole ogni manovra di spostamento
e posizionamento sul tavolo radiologico
(maniglie, supporti atti a trattenere le spalle,
sbarre metalliche su cui appoggiarsi, ecc.)
• generalmente, una volta posizionato il paziente
disabile sul tavolo, l’esame radiologico non
comporta ulteriori limiti tecnici.
Qualunque sia il limite tecnico di un esame
radiologico vigono poche regole assolute da
tenere sempre presenti:
1. Non rinunciare mai all’esecuzione dell’esame:
meglio un esame non perfetto che un “non
esame”!
2. Utilizzare soprattutto 3 qualità:
• rapidità;
• buon senso;
• disponibilità.
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