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seguono diapositive di esempio del corso selezionato
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Il docente si presenta e fa alcune domande veloci per capire il livello di
conoscenza dell’aula e avere un’idea delle attività svolte dalle aziende di
provenienza dei discenti, nonché per contestualizzare i concetti che andrà ad
illustrare.
Egli preciserà anche che il corso sarà svolto in piena aderenza (didattica e
contenuto) con quanto previsto dalle norme:
CEI EN 50110-1 (CEI 11-48) “Esercizio degli impianti elettrici”; CEI 11-27
“L
“Lavori
i su impianti
i i ti elettrici.”.
l tt i i ”
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Vengono esposti gli argomenti principali del corso, facendo riferimento agli
obblighi normativi a cui tale corso è legato e si illustrano le verifiche finali di
apprendimento: quali questionari e/o casi di studio.
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In questa unità si analizzeranno le principali disposizioni legislative e normative
che hanno attinenza con i lavori su, con o in prossimità di impianti elettrici.
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Si tratta il corpo normativo, differenziando le leggi dalle norme. Per dimostrare
l’obsolescenza delle leggi si può portare l’esempio dell’abrogato DPR 547/55 in
cui veniva prescritto l’obbligo del valore di resistenza di terra non superiore a
20 Ohm. Ciò in quanto nel 1955, anno di emanazione del DPR 547, non era
ancora stato concepito l’interruttore differenziale. Con la sua introduzione, il
valore della resistenza di terra poteva essere diversi ordini di grandezza
superiore. Nonostante ciò la prescrizione di 20 Ohm era rimasta e ciò
autorizzava diversi enti di controllo ad esigerla seppure non necessaria.
Il concetto di volontarietà delle norme è solo apparente, in quanto in virtù
della Legge 186/68 la regola dell’arte è individuata nelle norme tecniche, e si
ritiene a regola d’arte un impianto, una macchina o un’attività eseguita
secondo le rispettive norme tecniche. Questo costituisce presunzione di
conformità. In sostanza, chi rispetta le norme tecniche automaticamente
realizza la regola dell’arte. Al contrario si avrebbe l’onere della prova: in caso
di contenzioso occorre dimostrare di aver seguito la regola dell
dell’arte.
arte.
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Le disposizioni legislative sono numerose e, pur concorrendo tutte a costituire
la norma giuridica, hanno denominazioni diverse a seconda dell’organo che le
emana, del campo di applicazione, della durata di validità e di altri fattori.
Prima dell’emissione delle disposizioni legislative specifiche, i riferimenti sono
stati la Costituzione della Repubblica (che detta i principi fondamentali) e i
Codici, civile e penale; tralasciando tali fondamenti, le norme legislative
possono chiamarsi:
•
legge: è una norma approvata da entrambe le Camere del Parlamento
(Senato e Camera dei Deputati);
•
testo unico: è una raccolta organica di leggi accorpate in un unico testo
che disciplina un’unica materia;
•
decreto legislativo: è una norma emanata dal Governo a seguito di una
delega avuta dal Parlamento;
•
decreto legge:
gg è una norma emanata dal Governo in caso di necessità e di
urgenza. Ha validità di 60 giorni, tempo entro il quale il decreto deve
essere convertito in legge; se ciò non avviene, può essere reiterato con un
altro decreto legge;
•
decreto del Presidente della Repubblica: è una norma emanata dal
Governo per dare esecuzione ad altre norme di legge e/o per integrarle;
•
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri: norma emanata dal
P id t del
Presidente
d l Consiglio
C i li dei
d i Ministri
Mi i t i per dare
d
esecuzione
i
ad
d altre
lt norme di
legge e/o per integrarle;
•
decreto ministeriale: norma emanata da un Ministro (o da più Ministri
congiuntamente) per dare esecuzione ad altre norme di legge e/o per
integrarle;
•
circolare: atto emanato dal Presidente del Consiglio o da un Ministro (o da
più Ministri congiuntamente) per fornire criteri di interpretazione e di
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Le prime disposizioni legislative specifiche per gli ambienti di lavoro furono
emanate negli anni cinquanta. Ciò non a caso in quanto erano questi gli anni
dello sviluppo industriale che però vedevano numerosi infortuni sui luoghi di
lavoro. Sono di questi anni testi legislativi che hanno rappresentato punto di
riferimento per la sicurezza e l’igiene dei luoghi di lavoro. Attualmente quasi
tutte queste disposizioni sono confluite all’interno del Testo unico D.Lgs.
81/08.
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Si illustrano alcuni articoli del DPR 547/55, ormai abrogato dal D.Lgs. 81/08,
per testimoniare che i lavori elettrici erano già regolamentati.
Alcuni passaggi del “vecchio” articolo 345 sono tuttora presenti nelle norme
tecniche per l’esecuzione di lavori elettrici fuori tensione in alta tensione (AT).
Per la rimessa in tensione dell’impianto, dopo aver eseguito un lavoro fuori
tensione, la procedura disciplinata dal vecchio DPR 547/55 (art. 346) è analoga
a quella prevista nell’attuale normativa tecnica.
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Questo capitolo esamina e descrive le principali attrezzature e dispositivi di
protezione individuali (DPI) inerenti il rischio elettrico, con particolare
attenzione per quelli previsti nel lavoro sotto tensione.
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I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono quei prodotti che hanno la
funzione di salvaguardare la persona che l’indossi o li porti con sé dai rischi per
la salute e per la sicurezza. I DPI vanno utilizzati solo quando non è possibile
eliminare o ridurre a un valore accettabile il rischio. I DPI sono inoltre previsti
in quelle lavorazioni in cui il rischio è sicuramente presente e non eliminabile,
ma la presenza dell’operatore è occasionale, come ad esempio i lavori elettrici
sotto tensione in bassa tensione.
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Secondo il D.Lgs. 81/08 i DPI vanno utilizzati solo quando le misure tecniche
preventive e organizzative di protezione collettiva non risultino sufficienti per
eliminare tutte le cause dei rischi. Una contestualizzazione di tale concetto
applicata ai lavori elettrici può essere la seguente: per eseguire un lavoro
elettrico non è possibile effettuarlo fuori tensione, ma solo sotto tensione. Per
quest’ultima modalità lavorativa, non essendo previsti dispositivi di protezione
collettiva, si usano, obbligatoriamente, quelli individuali.
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I DPI usati devono essere specifici a seconda dell’ambiente e del lavoro per cui
vengono usati. Ad esempio per i guanti isolanti, previsti nei lavori elettrici sotto
tensione, la classe di isolamento deve essere idonea al livello di tensione con
cui si opera.
I DPI possono essere classificati in tre diverse categorie a seconda del livello di
protezione che forniscono.
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Le tre categorie previste per i DPI sono divise in base alla protezione che
devono garantire la quale a sua volta dipende dalla gravità del danno. Quelli di
prima categoria sono destinati ai danni lievi, quelli di seconda categoria a danni
più gravi, quelli di terza categoria ai danni mortali.
I DPI previsti per i lavori elettrici sotto tensione (es. elmetto, visiera, guanti
isolanti, ecc.) appartengono alla terza categoria.
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Le principali caratteristiche dei DPI sono quattro e vengono descritte nel D.Lgs.
81/08. Nel caso dovessero essere usati più DPI contemporaneamente, si dovrà
cercare di rispettare il più possibile tutti i requisiti in modo da non diminuire la
loro efficacia contro il rischio e contro i rischi dell’uso simultaneo, come ad
esempio nel caso di utilizzo di elmetto + visiera + cuffie per rumore, quando si
esegue un lavoro sotto tensione in ambiente rumoroso.
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Per poter adoperare i DPI è necessario conoscere tutte le proprietà relative al
suo utilizzo, in modo particolare i DPI della terza categoria che proteggono dai
rischi maggiori. È fatto obbligo, dalla vigente legislazione, di fornire
informazione e formazione sull’uso dei DPI di terza categoria.
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Per assicurare la protezione dai rischi elettrici i DPI devono presentare sia il
simbolo con il doppio triangolo, sia la marcatura CE. Ovviamente non bastano
questi marchi a garantire la sicurezza, i DPI vanno utilizzati e mantenuti
secondo le istruzioni del fabbricante.
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La slide riporta gli organismi che emettono norme in materia di impianti, lavori
e dispositivi di protezione dai rischi elettrici. Detti organismi sono individuati a
livello internazionale, europeo e nazionale (Italia).
Gli organismi di normalizzazione a livello internazionale sono così individuati:
•
ISO (International Organization for Standardization) per tutti i campi
tecnico scientifici ad eccezione di quello elettrico ed elettronico.
•
IEC (International Electrotechnical Commission) per il campo elettrico ed
elettronico.
l
i
La direttiva 98/34/CE individua i seguenti ulteriori organismi:
Organismi europei di normalizzazione
•
CEN / Comitato europeo di normalizzazione
•
CENELEC / Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica
•
ETSI / Istituto europeo norme e telecomunicazioni
Organismi nazionali di normalizzazione
UNI / Ente nazionale italiano di unificazione
CEI / Comitato elettrotecnico italiano
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Vengono elencate, a titolo esemplificativo, alcune norme relative ai DPI per
lavori elettrici sotto tensione.
Il prefisso EN che precede il numero della norma indica che questa è una norma
armonizzata, cioè condivisa a livello europeo. Tra parentesi invece è indicata la
classificazione secondo l’organismo nazionale (CEI).
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Si descrive questo tipo di DPI solo per evidenziare che esso non è idoneo per il
rischio elettrico. Cioè non può costituire il secondo livello di protezione, in
aggiunta ai guanti isolanti, nei lavori elettrici sotto tensione. Nella pratica
lavorativa sorgono molti fraintendimenti riferiti soprattutto alla suola
dielettrica o antistatica (a tale proposito da alcuni vengono anche chiamate
“scarpe da elettricista”), questa serve per dissipare a terra le cariche
elettrostatiche che si producono camminando; pertanto la finalità di queste
scarpe è esattamente opposta a quella che serve per il rischio elettrico, per il
quale invece occorre isolare da terra l’operatore.
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Gli stivali o le scarpe isolanti sono adatti a proteggere dai rischi elettrici e
perciò possono costituire il secondo livello di protezione per i lavori sotto
tensione, sono conformi per le manovre con fioretti isolanti o per proteggersi
dalle tensioni di passo. Essendo un DPI idoneo per il rischio elettrico, riporta il
simbolo del doppio triangolo.
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L’elmetto isolante è utile sia per impedire gli urti, sia per proteggere dal
contatto con parti in tensione. Per questa seconda funzione deve recare il
simbolo del doppio triangolo, inoltre, se non ha la visiera integrata, deve essere
predisposto per poter agganciarne una esterna.