Fondamenti di Informatica Prof. Alfredo Cuzzocrea University of Trieste Introduzione a Java/1 Credits to: Dr. L. Rigutini - UniSI JAVA Il linguaggio di programmazione JAVA ¾ Nel 1991 un gruppo di Sun MicroSystems, guidato da James Gosling e Patrick Naughton, progettò un linguaggio chiamato in codice “Green”, per l’utilizzo in apparecchi di consumo: ¾ ¾ Il linguaggio era stato progettato per essere SEMPLICE e NEUTRALE rispetto all’architetture, in modo da operare su hardware diversi: ¾ ¾ Elettrodomestici intelligenti, telefoni mobili, ecc…. Non si trovò mai un cliente per questa tecnologia Nel 1994, la squadra si rese conto che un’altra area poteva sfruttare le proprietà di “Green”: il filone client/server ¾ ¾ ¾ Indipendenza dall’architettura Esecuzione in tempo reale Affidabilità e sicurezza Nasce JAVA ¾ Nel 1995 fu presentato dalla Sun il browser HotJava che aveva una caratteristica unica: ¾ Poteva scaricare piccoli programmi, chiamati applet , dal web ed eseguirli sulla macchina client con un elevato grado di sicurezza ¾ Gli applet scritti nel linguaggio che adesso si chiama Java, permettevano agli sviluppatori Web di predisporre una serie di animazioni e integrazioni che potevano migliorare molto le potenzialità della pagina ¾ Dal 1996, sia Netscape (allora molto diffuso) che Explorer supportano Java La crescita di Java ¾ Da allora Java è cresciuto a ritmo fenomenale: ¾ I programmatori lo hanno adottato per la sua elevata semplicità rispetto al rivale/progenitore (il C++) ¾ Inoltre la Sun rilasciava con Java, una libreria enormemente ricca (JDK – Java Development Kit) che forniva agli sviluppatori una innumerevole quantità di classi per i problemi più diversi ¾ Nel 1998 la Sun rilasciò la nuova versione del linguaggio, chiamata Java2, e la sua libreria ampliata con nuove classi: ¾ La nuova release aveva due versioni, la micro-edition(J2ME), pensata per lo sviluppo su piccoli dispositivi integrati (gli anni del boom del cellulare) e la enterprise edition (J2EE), pensata per le workstation JAVA ed internet ¾ Poiché Java era stato pensato per Internet, ha due qualità che lo rendono molto adatto per i principianti: ¾ ¾ ¾ Sicurezza – le applet si avviano automaticamente una volta scaricate dal browser, quindi è importante che esse siano intrinsecamente sicuri Trasferibilità – lo stesso programma Java è eseguibile su qualsiasi piattaforma (Windows, Unix-like o Machintosh) Quando si visita un sito, il server web non ha idea di quale computer state utilizzando, ma restituisce semplicemente il codice trasferibile che è stato generato dal compilatore Java ¾ la macchina virtuale Java sul computer client si occuperà di eseguire questo codice trasferibile Tipi di programmi Java ¾ Applets ¾ ¾ ¾ ¾ Servlets e JSP ¾ ¾ ¾ Piccoli programmi Java utilizzati all'interno di pagine HTML Vengono scaricate insieme alla pagina HTML ed eseguite lato client (dal browser o da un applet viewer) Normalmente i browser incorporano una JVM con cui eseguono l'applet Sono programmi Java che risiedono sul server Web e vengono invocati dalle pagine HTML Vengono eseguiti lato server solitamente per la generazione di pagine Web dinamiche (accesso a Database, risposta a dati inviati o operazioni effettuate dall’utente) Applicazioni ¾ Sono normali programmi eseguiti su una JVM (lanciata esplicitamente da riga di comando) Scrivere un programma in Java ¾ Una caratteristica che ha reso popolare il Java è quella di essere indipendente dal S.O. in cui un programma è compilato. Ma come è resa possibile questa cosa? ¾ Il compilatore Java produce un codice che non è il codice binario finale, ma un codice binario intermedio chiamato bytecode (indipendente dall’architettura) ¾ Questo codice intermedio è interpretato da una “macchina virtuale” che lo traduce in istruzioni macchina ¾ ¾ la Java Virtual Machine (JVM) La JVM ha bisogno di conoscere il SO su cui sta girando. La Sun mette a disposizione JVM per tutti i sistemi operativi: ¾ Windows, Linux, Unix, Mac ecc… Scrivere un programma in Java ¾ In definitiva, scrivere un programma Java vuole dire creare un file di testo contenente del codice Java: ¾ un file per ogni classe (ossia astrazione dell’oggetto) ¾ Il file così creato ha estensione .java e deve essere passato al compilatore Java: javac xxx.java Î xxx.class ¾ Questo software crea un file .class con lo stesso nome dell’originario, che contiene il bytecode per la JVM java xxx Î esecuzione del main della classe xxx.class Es HelloWorld.java class HelloWorld { public static void main(String[] args) { System.out.println(“Hello World!”); } } bytecode 01010101 11010101 11101001 HelloWorld.class 10101011 11100101 Java Compiler javac ¾ javac e java sono forniti con la distribuzione Java (JDK) java JVM javac.exe e java.exe ¾ Forniti con la distribuzione Java della SUN: ¾ ¾ JDK Dipendono dall’architettura su cui si va ad operare: ¾ È necessario utilizzare il JDK per Windows se si usa Windows, ugualmente per Linux, Mac ecc… ¾ Sono applicazioni lanciate dall’utente dalla shell dei comandi oppure dall’ambiente di sviluppo grafico utilizzato ¾ Devono essere nel path di ricerca del S.O. : Es. in windows: path %path%;C:\Programmi\Java\jdk1.5.0_02;C:\Programmi\Java\ jdk1.5.0_02\bin; set JAVAHOME=C:\Programmi\Java\jdk1.5.0_02 javac.exe java.exe CLASSPATH ¾ Quando creiamo una classe Java (nell’esempio precedente ‘prova’), affinché sia utilizzabile è necessario che il nome del file sia lo stesso del nome della classe: ¾ ¾ ¾ La classe prova va quindi salvata in un file prova.java e compilata nel file prova.class Il compilatore javac si occupa di generare il file .class con il nome del file .java che gli viene fornito come parametro di ingresso Il file .class deve poi essere nel classpath della macchina virtuale, altrimenti non sarà trovato. E’ possibile specificare il classpath come opzione diretta alla JVM: java.exe –classpath [PATH1;PATH2;…;PATHn] file.class ¾ In alternativa si può definire una variabile di sistema CLASSPATH da cui il compilatore e la JVM leggono automaticamente il classpath Classpath in javac Classpath in JVM