LA NATIVITÀ - Arcidiocesi di Perugia

LA NATIVITÀ
Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa
Montelaguardia ( Perugia)
Questa icona rappresenta una natività nei suoi elementi essenziali, con i soli personaggi principali, Gesù, Maria e Giuseppe, la grotta con l’asino e il bue , i cieli aperti; non sono presenti gli angeli, i pastori, i magi, il bagno del bambino, che troviamo
in altre natività tradizionali. Questa scelta è intenzionale per voler mettere in risalto
nella natività la Sacra Famiglia.
Le icone sono sempre una teologia per immagini, dove ogni elemento ha un significato catechetico e teologico.
Il semicerchio in alto, rappresenta i cieli aperti, la partecipazione del mondo celeste
alla teofania, alla manifestazione del verbo nell’incarnazione, dai cieli aperti si irradiano dei raggi, immagine della luce increata, che si aprono in tre direzioni, simbolo
della manifestazione della Trinità nell’incarnazione, Dio è Padre, Figlio e Spirito
Santo. La stella al centro, è la stella che indica la via ai magi ed è Cristo stesso, “una
stella spunta da Giacobbe” (Nm 24,17).
Il bue e l’asino li troviamo solo nei vangeli apocrifi, i vangeli canonici non ne parlano. Nel Vecchio Testamento, Abacuc scrive “ti farai conoscere in mezzo a due animali” e Isaia: “Il bue riconobbe il suo padrone e l’asino la mangiatoia del suo signore”.
I padri della chiesa fanno riferimento ai brani del Vecchio Testamento e interpretano il bue come immagine dei giudei e l’asino dei gentili (Gregorio di Nissa, Gregorio Nazianzeno, Ambrogio), Leone Magno arricchisce questa interpretazione vedendo nei pastori i giudei e nei magi i gentili. Nella tradizione la manifestazione ai magi, diventa Cristo che si manifesta a tutti i popoli della terra.
La stalla nelle icone è sempre rappresentata come una grotta, l’interno scuro, nero
della grotta, rappresenta la notte del mondo, Cristo è la luce del mondo che sconfigge le tenebre, il nero della grotta sono gli inferi dal quale Cristo è venuto a liberarci.
La mangiatoia e il Bambino in fasce, sono l’immagine del sepolcro che ha accolto
Cristo dopo la morte in croce, nell’icona è presente tutto il mistero della redenzione:
incarnazione, morte e resurrezione.
La Vergine è la Madre di Dio, accogliendo l’annuncio dell’angelo, ha reso possibile
che Dio diventasse uomo, sul maphorion il suo manto, vengono sempre dipinte tre
stelle in oro, non sempre tutte visibili, una sulla fronte, una sulla spalla destra e una
sulla spalla sinistra, indicano il concepimento per opera dello Spirito Santo e la verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto.
Giuseppe ha un atteggiamento pensieroso, come Maria medita questo grande mistero nel suo cuore. Non condanna Maria, la vuole ripudiare in segreto , per questo è
chiamato uomo giusto, ma va oltre e anche lui accetta l’annuncio dell’angelo che gli
appare in sogno, accogliendo Maria e Gesù sotto la sua protezione.
Icona della Sacra famiglia venerata nella Chiesa
Opera del M. Giovanni Raffa e Laura Renzi
e degli allievi del Convento Rocca Sant’Angelo