121 e allude alle chiavi teosofiche per risolverli. Difatti, la Stella fiammeggiante a cinque punte, iscritta in due quadrati concentrici, i cui lati sembrano intrecciarsi, non è altra cosa che il simbolo della Società Teosofica, come si può notare nelle copertine delle edizioni dei testi di Annie Besant e Helena Petrovna Blavatsky. Le due ultime questioni che mancano per tentare di completare quest’analisi sono due interrogativi: il perché della scelta di questo determinato supporto e di questi colori e la questione della presenza dell’autore nella sua opera. Certamente Almada cercava una sintesi, come ha detto, della sua ricerca che durava da oltre un cinquantennio. Cercava una sintesi e l’há trovata nella pietra. Pietra incisa o grafio ou regrão ou stilo, é o primeiro bordão dos desenhadores e o mais antigo polo qual foi esta arte dos gregos chamada antigrafia.91 il grafio o regolo o stilo, è il primo bastone dei disegnatori e il più antico polo di ciò che è stata quest’arte dei greci chiamata antigrafia. Simile al disegno Nenhuma outra forma de pensamento chegou até nós mais próximo do seu aspecto primitivo do que o desenho.92 Nessun’altra forma di pensiero è arrivata fino a noi più prossima del suo aspetto primigenio che il disegno. Ma un disegno scolpito, eternizzato nella pietra Sonhei com um país onde todos chegavam a Mestres. Gravava letra por letra…93 O sognato un paese dove tutti arrivavano ad essere Maestri. Incideva lettera dopo lettera… La pietra è legata alla memoria che oltrepassa la corruzione del tempo. Nella Invenção do Dia Claro,94 l’artista parla di un uomo che, per non dimenticare, fece dei segni sulla pietra. Questi segni sono stati incisi nella pietra per misurare la luce dentro le persone e li chiamò hieroglíficos (geroglifici).95 Anteriore e opposto alla parola, il disegno è un libro universale, il cui linguaggio si perpetua mentre vanno nascendo e morendo gli idiomi. È un manifesto muto, quello di Almada, che parla una lingua senza parole, cosa che lega quest’opera modernissima alla più remota antichità. 91 ibidem, p. 213. ibidem, p. 23. 93 Almada Negreiros, J. de, Obras Completas, Poesia, op. cit., p. 173. 94 ibidem, 157. 95 Em Luís o poeta salva a Nado o poema, 1931, ibidem, p. 178, Almada brinca profeticamente con os conceitos de morte e testamento: A minha vida Vai acabar Mas estes versos Hão-de gravar 92 122 Il pannello Começar, è un geroglifico del XX secolo, anteriore alla grafia e calligrafia, opera scolpita e dipinta, incisa in un’architettura musicale, che segue le cinematografiche evoluzioni e rivoluzioni di una stella danzante. Começar non è un murale, è un’opera sintética e sinestetica. La prova che Almada è stato un artista non solo poliédrico, dedicato alle altre arti, ovvero votato alla sintesi di tutti i linguaggi, è questa la sua opera finale. Rimandando ad un prossimo lavoro ciò che non può qui essere detto per esiguità di spazio, mi limito a citare una sua frase che, fra tutte, sintetizza questo suo spirito sinestetico: A arte é um todo e o artista um tudo96 L’arte è una totalità e l’artista è un tutto Fin qui ho spiegato il motivo del supporto. La questione dei colori non è stata mai affrontata. Queste policromie non hanno solo una ragione didattica, come segni di orientamento nella foresta di graffi geometrici, ma costituiscono anche un linguaggio cifrato, scolpito nella pietra, semanticamente densa di allusioni. Almada volle colorare i graffi incisi nella pietra secondo una sua decisione finale.97 I colori del pannello sono gli stessi citati ne O Mito de Psique,98 dove ritroviamo la caverna di Platone. Almada dice che l’entrata della caverna è della misura di una persona, disegnata a forma di stella, e spiega la teoria della formazione dei colori: Toda a ideia. Toda a ideia é uma glosa de luz. Tutta l’idea, tutta l’idea è una chiosa di luce. Dalla luce dell’Iride sono nati, quindi, tutti i colori. La luce contiene tutti i colori. Lo scritto di Almada enumera le tinte del pannello “sou vermelho-niagara dos sexos escancarados nos chicotes dos cossacos!” (sono rosso-niagara dei sessi spalancati nelle fruste dei Cosacchi), “Sangue azul antigo” (sangue azzurro antico), “Pajem loiro” (caschetto biondo), “Amarelo-múmia” (giallo-mummia), “Resto de cedros e Fumo de cinzas” (resto di cedri e fumo di ceneri), “Vulcão pirotécnico con chuvas de ouro” (vulcano pirotecnico con piogge d’oro). Nella carta teosofica dei colori, pubblicata da Besant e Leadbeater in un testo del 1901, questi colori corrispondono agli stati d’animo: azzurro = alta spiritualità, nobile ideale, i 96 Comício dos Novos, ibidem, p. 23. Augusto França, José Almada: o português sem mestre, Lisboa, Estúdios Cor, 1974, p. 177. 98 Almada Negreiros, J. de, O mito de Psique, in Teatro, Lisboa, Estampa, 1971, pp. 172-173. 97 123 due tipi di rosso = orgoglio e collera, giallo-oro = nobile intelletto audace, nero = malizia [fig. 8]. Da una lettura teosofica dell’opera di Almada risulta che il percorso della stella comincia dall’orgoglio e della collera, una collera santa, sacra, come quella di Prometeo, descritta da Steiner,99 dopo aver superato la nera malizia (figura ex-errore), conosce il nobile azzurro dell’ideale (punto di Bahütte), fino ad arrivare allo scintillio intellettuale ed audace della stella centrale, dorata. Senza dubbio nell’intero cammino della stella si nasconde il mito di Prometeo che, orgoglioso e ribelle nei confronti del padre celeste, ha percorso le tenebre del Male come Lucifero, ma ha scelto la luce dell’intelletto, raggiungendo il Bene per l’Umanità. A riprova di questa conclusione c’è un Prometeo incatenato, inciso anche questo sulla pietra, che Almada crea per la facciata della Facoltà di Lettere dell’Universidade de Lisboa, nel 1958 [fig. 9]. 99 cf. infra, p. 11. 124 Il corpo di Prometeo, sdraiato, con il profilo colorato da tre tonalità di colore che insieme compongono il fuoco, rosso-niagara, rosa e giallo oro,patisce la punizione, torturato dall’aquila dalle ali azzurre e dagli artigli e becco neri. Il contorno vibrante, irregolare del suo braccio sinistro, i capelli arricciati, quasi a forma di fiammelle, suggeriscono una vera torcia umana che tenta di innalzarsi. Di contro l’aquila precipita su di lui, come la pioggia, tentando di spegnerlo. Siamo di fronte alla stessa lettura valida per Começar. L’aquila che avrebbe dovuto innalzare Prometeo fino al Cielo, esprimendo il suo desiderio di alta spiritualità, lo trattiene a Terra, divenendo la sua tortura, strumento del Male. Il corpo dell’uomo è una mistura di umanità, orgoglio e collera, ma passando attraverso la passione, subisce una catarsi e una rigenerazione e diventa uomo nuovo, rigenerato, raggiungendo lo status di divinità aurea. Questo Prometeo del 1958, inciso nella pietra, è l’anello di congiunzione, il ponte tra i due panneaux: mantiene il soggetto prometeico del Número, 1958 e sperimenta il supporto lapidario e i colori di Começar, 1968-1969.100 Simmetricamente a questo ritratto dell’eroe troviamo un altro personaggio mitico, anch’egli un “angelo” caduto, inciso nel muro della Facoltà: Icaro, descritto come un moderno cavaliere, mentre precipita da uno strato scintillante di stelle. Quasi come in un’associazione libera di idee, Almada collega Prometeo ad Icaro, entrambi rigettati per eccesso di ambizione. 100 cf. infra, p. 25. 125 Dal lato opposto della Faculdade de Letras troviamo la Faculdade de Direito, dove Almada ci dà la chiave per capire l’iconografia del pannello Começar. Come in un inventario tipologico disegna nei murali dedicati al diritto e alla giustizia una seire di astri associati alle antiche civiltà: una stella ottagonale inscritta in un cerchio accanto al popolo dei Sumeri, una esagonale vicino a quello egizio, una decagonale prossima ai Greci. Quest'ultima è di particolare interesse perché si tratta di un precedente diretto, a mio parere, della sezione finale del pannello in pietra [fig. 10]. Nel pannello della Gulbenkian il reticolo sul quale germina la Stella Fiammeggiante è lo stesso che Pitagora tiene fra le proprie mani nel murale universitario. La stella a dieci punte, formata da due stelle a cinque punte ruotate attorno allo stesso asse, appare nella sezione 1 e in uno studio per la sezione 5 del pannello. Ciò significa che Almada non fece altro che sovrapporre i due archetipi quando passò da un bassorilievo all’altro. Sono certa che nello stesso titolo si cela un concetto filosofico: COMEÇAR equivale a INICIAR, l’inizio è l’iniziazione. Iniziare a che cosa? A un codice, un canone, una regola che possa decifrare il visibile e invisibile delle cose. Allo stesso tempo, mentre cancella, Almada rivela, ovvero vela (o vola) due volte. Neste momento do mundo a humanidade perdeu novamente o seu instinto de conhecimento directo. Tudo quanto conhece é lido, tudo quanto vê é visto; por conseguinte, este conhecimento não é seu, já foi. É evidente que voltamos hoje, de novo, ao recomeço. Em vez de recomeço estaria aqui em seu legítimo lugar a palavra revolução no seu significado latino revolare: dar de novo a volta, fazer de novo o voo.101 101 Almada Negreiros, J. de, Ver, op. cit., p. 75. In questo momento l’umanità ha perso di nuovo i suo istinto di conoscenza diretta. Tutto ciò che conosce è letto, tutto ciò che vede è visto; di conseguenza, questa conoscenza non è sua, già è stata. È evidente che torniamo oggi, di nuovo, al re-inizio. Invece di re-inizio sarebbe più legittimo al suo posto la parola rivoluzione nel suo significato latino di revolare: fare un nuovo giro, fare di nuovo un altro volo. 126 Alla fine di questo volo che sembra perseguire la danza geométrica della stella di Venere, l’artista approda al punto iniziale. Il punto di partenza e di arrivo coincidono: l’uomo è l’io. Todas as coisas do Universo aonde, por tanto Tutte le cose dell’Universo dove, per tanto tempo ho cercato me stesso, sono le stesse che ho trovato tempo, me procurei, são as mesmas que encontrei dentro do peito dentro al petto alla fine del viaggio che ho fatto per l’universo. no fim da viagem que fiz pelo universo.102 Quest’opera finale è una sintesi, di un percorso Personale e universale, e anche una riflessione sull’opera d’arte e l’artista, come leggiamo, non per caso, nell’introduzione a Aqui Cáucaso: Sempre me aconteceu o mesmo: terminado o trabalho de uma obra, começara então a inteirarme do que afinal havia ficado concluído. A obra que durante a feitura do seu trabalho me pareceu constantemente minha, chegada a final, logo me varria da memória a minha autoria, tornara-a mesmo inexistente, e deixara-me diante dela como diante de autor anónimo que me tivesse precedido. O que haveria então de meu durante o tempo empregado para a categoria ultimada na obra? O que haveria? Haveria precisamente o que significa no seu mais amplo sentido a palavra autor. E de meu? De meu, apenas o tempo preciso para finalizar obra. A parte pessoal do autor conta sempre até ficar paga por outra obra ultimada. Isto é, a categoria da obra mede-se pela inexistência pessoal do seu autor. Obra é sinal. Sinal com particular, caduca, não é sinal. Sinal é para acta. Em acta é que vive pessoal.103 Sempre mi è successo la stessa cosa: finito un lavoro di un’opera, poi ho cominciato a conoscere quello che era stato concluso. L’opera che durante la fattura del lavoro mi era parsa costantemente mia, arrivata alla fina, subito mi spazzava via dalla memoria la mia paternità, riducendola a inesistente, e mi abbandonava di fronte a lei come di fronte ad un autore anonimo che mi avesse preceduto. Che cosa c’era stato allora di mio durante il tempo impiegato per la qualità finale dell’opera? Che cosa c’era stato? C’era stato precisamente ciò che significa nel suo più ampio significato la parola autore. E di mio? Di mio appena il tempo necessario per finalizzare l’opera. La parte personale dell’autore conta sempre fino a che è appagata da un’altra opera ultimata. Questo è, la qualità dell’opera si misura per l’inesistenza personale del suo autore. L’opera è segno. Segno con particolare, caduca, non è segno. Segno è per gli atti. Negli atti è che vive il personale. Un cammino inciso nella pietra per arrivare a sé stesso. Difícil não é chegar aos Grandes, mas a si mesmo104 Difficile non è arrivare ai Grandi, ma arrivare a sé stesso. Intervistato nel programma zip-zip, Almada annuncia il titolo della sua opera, dichiarando che c’è un riferimento esplicito alla Repubblica di Platone. Difatti questa “comincia” così: Começou Sócrates por dizer aos ouvintes… 102 Cominciò Socrate a dire agli ascoltatori …. “Confidencias” em Almada Negreiros, J. de, Obras Completas, Poesia, op. cit., p. 171. Almada Negreiros, J. de, Aqui Cáucaso, Obras Completas, vol. VII, op. cit., p. 241. 104 Prometeu. Ensaio espiritual da Europa, 1935 em Almada Negreiros, J. de, Obras Completas, Vol. V., op. cit., p. 113. 103 127 Poco più avanti Socrate parla della vecchiaia rappresentata come stadio di pace e di libertà dai sensi. Quasi un retour à l’ordre per Platone-Almada, l’uomo vecchio è, in verità, sulla soglia di un viaggio iniziatico. Nella sua opera d’arte totale, Almada cerca di uscire dal Caos e crea un Cosmos attraverso la danza della stella a cinque punte. Ocupado com o terror do Caos e a fabricação da Ordem, afigurara-se ao homem na sua genial tarefa que o ponto de partida já estava vivido. Aprendeu então o homem à sua custa que a nenhuma unidade se pode privá-la do princípio, pois jamais se saberá onde e como começa. E era preciso voltar ao princípio. Outra vez ao princípio. O eterno retorno. Occupato con il terrore del Caos e la fabbrica dell’Ordine, si è figurato l’uomo nel suo compito geniale che il punto di partenza era già vissuto. Ha imparato quindi l’uomo a sue spese che nessuna unità si può privare del principio, perché mai si saprà dove e come comincia. E era necessario tornare al principio. L’eterno ritorno. A mio parere è per questo che la stella non ocupa l’asse simmetrico delle diagonali della composizione. Lei nega la simmetria, dislocata leggermente a sinistra, fotografata mentre sta per ri-cominciare le sue rivoluzioni, alla ricerca di un’“harmonia do eterno retorno e do eterno devir” (armonia dell’eterno ritorno e dell’eterno divenire).105 Parto pela luz, pela Plenitude106 Parto verso la luce, verso la Pienezza Così parlò Friedrich Nietzsche: É necessário ter em si, ainda, o caos, para parir uma estrela dançante...107 È necessario avere in sé, ancora, il caos, per partorire una stella danzante… E così ci parla Almada: Do Cahos ao Kosmos fui levado em horas ainda antes da chegada da Razão108 105 Dal Caos al Cosmos sono stato portato in ore ancor prima dell’arrivo della Ragione Almada Negreiros, J. de, Ver, op. cit., p. 132. Prometeu. Ensaio espiritual da Europa, 1935 em Almada Negreiros, J. de, Obras Completas, Vol. V., op. cit., p. 145. 107 Nietzsche F., Così parlò Zarathustra, Roma, Newton, 1993, pp. 235. 108 As Cinco canções mágicas, em Almada Negreiros, J. de, Obras Completas, Poesia, op. cit., p. 253. 106 128 III.2 A Casa da Rua de Alcolena: uma Obra de Arte Total no coração de Lisboa.109 1+1=1. Matematicamente assurdo, errato, incoerente. Filosoficamente esatto, rigoroso, perfetto. Questa è la formula nella quale si riassume il significato della Casa da Rua de Alcolena, casa che contiene un significato unico, una direzione unica. Racconta un unico racconto. Narra un unico mito. E il mito è quello di Psiche con le sue Metamorfosi. Psiche è la chiave di questa Casa. A Casa da Rua de Alcolena, architettura, scultura, azulejo, letteratura. Dalla sua architettura, firmata da António Varela, alla sua scultura, di António Paiva, agli azulejos, alla vetrata, di José de Almada Negreiros fino alla poesia di José Manuel Mota Gomes Ferrão, che alla Casa si ispira e da lei è ispirato. 109 Questo capitolo è una sintesi del mio eBook pubblicato al seguente indirizzo: http://casadaruadealcolena.blogspot.it 129 Gli artisti che collaborano alla costruzione della Casa da Rua de Alcolena: António Varela, António Paiva, Almada, José Manuel Recentemente ho trovato un frammento di una lettera di Almada Negreiros indirizzata a Sonia Delaunay, risalente al convivio al tempo di Orpheu, che è una sintesi di ciò che per me è questa casa e il significato in lei contenuto. Ici, si bas, je ne suis que métamorfose… Je suis sûr que je me trouverai, que je me rencontrerai… Et bientôt, je serai parfaitement moi Qui sotto, nella Biblioteca, nucleo, ventre, grembo generatore della Casa, a partire dal quale tutto questo volume si sviluppa e si costruisce, incontriamo Psiche e Eros. L’Anima e l’Amore. Tutta la casa, non solo questa vetrata, è la storia, il mistero, il simbolo dell’incontro dell’Anima con l’Amore. È il Tema con Variazioni di Psiche e delle sue metamorfosi. Abbiamo cominciato al contrario, dalla fine, dal sacro e torniamo adesso al profano, ovvero pro-fano: davanti al tempio. Scendiamo dalla Biblioteca fino alla strada. 130 Ci imbattiamo in un’architettura apparentemente razionale. L’alzato si erge in una posizione sopraelevata rispetto alla strada. La villa è abbracciata da un vasto giardino, che incornicia la costruzione, attenuando la sua apparenza astratto-geometrica e il suo purismo volumetrico. Nascostamente razionale. La preoccupazione simmetrica nella disposizione del garage, con doppie finestre e doppia scalinata, specularmente a sinistra e a destra è contraddetta dalla soluzione architettonica dislocata leggermente a destra dell’asse verticale. E qui entrano in scena i protagonisti di quest’Opera d’Arte Totale. La preferenza per l’asimmetria coincide nell’estetica ideale dell’architetto, del proprietario e del pittore. Per il proprietario A natureza odeia a monotonia, a simetria. O absoluto reflecte-se na alma e transfigura-se em inumeráveis formas, diferentes todas, semelhantes todas... la natura odia la monotonia, la simmetria. L’assoluto si riflette nell’anima e si trasfigura in innumerevoli forme, tutte differenti, tutte simili… Per Almada, la simmetria è l’Immanente, mentre l’asimmetria è il luogo del Trascendente e il Trascendente è “despertador dos longos letargos humanos” (capace di risvegliare dai lunghi letarghi umani). António Varela, in linea con i gusti del proprietario e del pittore, opta per una struttura velatamente razionalista e sensibilmente asimmetrica. Sottolineerei l’espressione “despertador dos longos letargos humanos”, affermazione molto significativa rispetto al mito di Psiche. Psiche è colei che risveglia ed è svegliata. Risveglia quando spia il volto dell’amante e una goccia di olio dalla sua lampada desta dal suo sonno Eros; risvegliata è Psiche quando scende fino agli Inferi e si addormenta, come Euridice, in un sonno di morte, ma Eros, al contrario di Orfeo, che non riesce a riscattare l’amata, la riporta indietro viva. Questo doppio e reciproco risvegliarsi 131 dell’Anima grazie all’Amore e dell’Amore grazie all’Anima è una metafora dell’iniziazione. Attraverso un gioco tra chiaro e scuro, pieno e vuoto, duro e molle, minerale e vegetale, ci imbattiamo in un tappeto disseminato sulla pendenza del terreno sopraelevato e realizzato con quadrati di pietra calcarea, alternati a porzioni di identica dimensione di terra seminata d’erba. Il modulo a scacchi si prolungava nel muro che delimitava il confine sinistro della villa, ripetendo l’alternanza evidente nell’entrata, che faceva anticamente da collegamento tra l'esterno e l’interno, accompagnando il visitatore dalla strada all’ingresso. Dall’analisi delle fotografie antiche della casa, emerge un sorprendente doppio tappeto di scacchi: alla manifesta alternanza lucido-opaco dei cubi un pietra e erba, si unisce il gioco in chiaro-scuro dei ciottoli bianchi e grigiastri. Si disegna, così, per sovrapposizione, un’impressione ottica di due scacchiere: una in primo piano, di pietra-erba, 132 manifestamente chiara, e una in secondo piano di pietra-pietra, formando un gioco bicromatico, più nascosto e criptico: manifestazione del doppio, essoterico ed esoterico. L’allusione del pavimento-mosaico al sacro è evidente. I quadrati lucidi e opachi si inquadrano nella bipolarità luce-ombre, bene-male, negativo-positivo, corpo-spirito, attivo-passivo, maschile-femminile, solare e terrestre, unità-duplicità, 1 +1 = 1. Confrontando gli azulejos del 1º piano e la pianta della copertura del terrazzo con questa fotografia antica della Casa, 133 si deduce che il tetto, posteriormente chiuso, era originariamente aperto, per formare un gioco in trompe-l’œil in continuità con la pergola. Questa doppia “pioggia obbliqua” di sole, penetrando dal terrazzo, attraverso la pergola vera e finta della veranda del piano superiore e attraverso la pergola del garage, offriva un autentico divertissement del gioco tra luce dipinta e luce naturale. Di più. Il gioco è anche tra fuoco (sole) e acqua, simboleggiata, citando Hugo Nazareth Fernandes, dal disegno a zig-zag delle sei porte del garage, alludendo simbolicamente all’archetipo dell’acqua 134 Tra parentesi il fuoco è emblema del maschile e l’acqua è principio femminile. Uomo e Donna, Amore e Psiche: dualità, questa, che percorre l’intera casa. Il sole e l’ombra, alternativamente, dipendendo dall’ora e dalla luce del giorno, tracciavano un doppio reticolo sulla griglia della pergola, moltiplicando, così come la doppia scacchiera, l’impressione ottica della sovrapposizione delle barre. 135 Così, la ricerca dell’armonia cosmica, curiosamente, passa attraverso un mascherato gioco, citando Ana Tostões, tra l’“assumido radicalismo dum volume puro, cúbico, afirmativamente colocado no alto do terreno com rigorosa geometria plasticamente trabalhada do edifício de Varela.” (il consapevole radicalismo di un volume puro, cubico, affermativamente posto sulla superficie del terreno con rigorosa geometria plasticamente lavorata dell'edificio realizzato da Varela.). Di più. Nel giardino, vicino alla scalinata d’entrata, accanto alla firma dell’Architetto António Varela, con la data dell’inaugurazione e la dedica della Casa, che coincide con l’anniversario del figlio della proprietaria, 10 Febbraio 1954, 136 si trova un’altra iscrizione che cita la frase di Paul Éluard: La maison s’éleva comme un arbre fleurit, riferimento programmatico al significato simbolico della costruzione. Secondo il mio parere, è vero che la Casa si eleva in rapporto al livello della strada, come un albero, ma si erge al contrario, dall’alto in basso, come un albero inverso: 137 le radici, che sono in alto, sono rappresentate degli sfiatatoi e camini sul terrazzo e i fiori sono geometricamente "impiantati" pavimento-mosaico all'ingresso del giardino. In questo modo si spiegherà l’enigmatica funzione di un camino finto nel terrazzo del tetto che non ha nessun legame con l’interno della casa. Così come anche il reticolo dell’alzato Nordest che corrisponde, all’interno, alla scala che collega i piani. 138 Il gioco ritmico e geometricamente lavorato di questo merletto, molto più palpabile nelle alterazioni del 1955, 139 che nel disegno originale del 1951, rimanda, a livello simbolico, al disegno di un tronco di un albero. È significativo trovare nell’archivio familiare del proprietario una foto di Dona Maria da Piedade, ritratta in posa di ispirazione poetica, vicino alle due iscrizioni. Il riferimento all’albero, la firma dell’architetto e l’immagine della proprietaria stabiliscono una triangolazione di significati e di allusioni filosofiche che non possono lasciare indifferenti. 140 Curiosamente, tra i rari vestigi dell’opera dello scultore António Paiva, troviamo l’immagine di un albero inverso in una medaglia coniata nel 1970 e nel suo disegno preparatorio.