VALENTINA LO SURDO Valentina Lo Surdo Si occupa di musica a

VALENTINA LO SURDO
Valentina Lo Surdo Si occupa di musica a trecentosessanta gradi. Musicista
prima, poi musicologo, quindi organizzatrice e ideatrice di eventi, ma anche
manager della comunicazione in ambito culturale, agente di artisti,
consulente d'immagine e docente, è attiva come presentatrice di concerti,
conduttrice per la radio e per la televisione. Nata a Roma l'11 maggio 1976,
musicalmente si è formata diplomandosi in pianoforte, studiando
composizione e approfondendo le sue competenze sulla voce. Come
musicologo si è specializzata presso l'Accademia di Giornalismo e Critica
Musicale diretta da Gianfranco Salvatore a Roma. Dopo un biennio di attività
svolta come critico jazz e di musica extra-colta, si è rivolta principalmente
alla musica classica. Da allora ha firmato innumerevoli scritti, programmi di
sala per concerti, articoli o saggi pubblicati da riviste specializzate (Suonare
News), quotidiani (Il Sole 24 Ore, Il Manifesto), case editrici (De Agostini). Ha
inoltre collaborato in qualità di ufficio-stampa per prestigiose manifestazioni.
Dal 2007 conduce varie trasmissioni in onda su Radio Tre. Numerose sono
anche le sue partecipazioni televisive come conduttrice e ospite (Rai Uno,
Rai Due, Sat 2000, oltre ad altre emittenti private)
Molto richiesta come presentatrice di concerti e di eventi, dal 1999, anno della sua prima presentazione,
ha introdotto per oltre quattrocento volte le esibizioni musicali, intervistato i protagonisti, intrattenuto il
pubblico con aneddoti seri e faceti, spaziando dalla conferenza alla lezione-concerto, dall'incontro con gli
studenti sino alla lectio magistralis, in università, piccoli e grandi teatri, istituti di cultura e ambasciate,
auditorium, conservatori, sale, saloni e salotti di numerosi paesi d'Europa, America e Asia, in italiano,
inglese e francese. Come organizzatrice e ideatrice di progetti musicali, si contano più di seicento
appuntamenti da lei curati, in qualità di direttore artistico o sotto il nome di Mrs. Philharmonica, la società
che ha fondato nel 2000 con Albertina Marinelli. Una parte significativa della sua attività è rivolta alla
scena pianistica internazionale specialmente nell'ambito della collaborazione con l'International Piano
Academy - Lake Como, in qualità di talent scout, organizzatrice di concerti per pianisti emergenti, o
partecipando a giurie di concorsi internazionali. A queste esperienze si segnalano, tra le innumerevoli
collaborazioni, quelle con il Keyboard Charitable Trust di Londra, la Compagnia per la Musica in Roma,
l'Associazione Ambrosia di Milano, la Fondazione Berionne di Roma, l’Associazione Harmonia Novissima
di Avezzano, la Fondazione Curci di Napoli, oltre a decine di Ambasciate e Istituti di Cultura in Italia e
all'estero, al fine di potenziare una rete che sostenga l'attività dei migliori giovani musicisti sulla scena
internazionale, con particolare riguardo per gli italiani. Da tempo si dedica anche al tirocinio di operatori
del settore e all'insegnamento nel campo dell'Organizzazione di Eventi e del Management Artistico
presso importanti istituzioni (Luiss Business School). La poliedricità della sua formazione e la molteplicità
delle esperienze maturate l'hanno portata a conoscere il circuito musicale dalla produzione alla
consumazione, sia dalla parte di chi esegue la musica, come dal punto di vista di chi la compone, oppure
la studia, o ancora la commenta, la pubblicizza e la vende. Per queste caratteristiche è attiva in ambiti
diversi, dall'ideazione di format musicali alla selezione di giovani talenti, dal coordinamento di strategie
promozionali alla diffusione sui media, dall'intervento in dibattiti di attualità musicale alla lezione-concerto,
assegnando un ruolo centrale alla divulgazione musicale al fine di raggiungere il pubblico dei semplici
appassionati e dei puri neofiti, stimolando al tempo stesso gli addetti ai lavori. Le sue competenze si
estendono oltre i confini della classica, abbracciando indistintamente il jazz, il pop-rock, le musiche
etniche, nella convinzione che non esista un genere migliore di altri, ma che si debba parlare soltanto di
buona e di cattiva musica.