La grande crisi - RES Consulting Group

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La grande crisi
•  È opportuno distinguere la crisi in due distinte fasi:
•  1° fase (2008-2009): caduta della domanda mondiale
•  2° fase (2010-2011): ristagno e flessione del mercato interno
(europeo e nazionale)
Comportamenti asimmetrici tra le imprese:
•  1° fase: le più colpite sono le imprese che esportano
•  2° fase: a risentire maggiormente della crisi sono le piccole imprese
che operano prevalentemente sul mercato interno nazionale
Le due fasi della crisi
(Tassi di crescita medi annui del pil in %)
2008/2009
2010/2011
Economia mondiale
-0.48
3.81
Paesi emergenti
3.80
5.94
Paesi industrializzati
-2.03
2.63
Europa
-1.92
1.71
Italia
-3.27
0.67
Problema di bassa crescita:
la domanda interna non cresce
Stime Fondo Monetario Internazionale
PIL
DEFICIT/PIL
DISOCCUPAZION
E
INFLAZIONE
2012
2013
2012
2013
2012
2013
2012
2013
EUROPA
0,2%
1,4%
0,6%
0,8%
-­‐
-­‐
2,7%
2,2%
AREA EURO
-­‐0,3%
0,9%
0,7%
1,0%
10,9%
10,8%
2,0%
1,6%
GERMANIA
0,6%
1,5%
5,2%
4,9%
5,6%
5,5%
1,9%
1,8%
FRANCIA
0,5%
1,0%
-­‐1,9%
-­‐1,5%
9,9%
10,1%
2,0%
1,6%
ITALIA
-­‐1,9%
-­‐0,3%
-­‐2,2%
-­‐1,5%
9,5%
9,7%
2,5%
1,8%
SPAGNA
-­‐1,8%
0,1%
-­‐2,1%
-­‐1,7%
24,2%
23,9%
1,9%
1,6%
OLANDA
-­‐0,5%
0,8%
8,2%
7,8%
5,5%
5,5%
1,8%
1,8%
GRECIA
-­‐4,7%
0,0%
-­‐7,4%
-­‐6,6%
19,4%
19,4%
-­‐0,5%
-­‐0,3%
PORTOGALLO -­‐3,3%
0,3%
-­‐4,2%
-­‐3,5%
14,4%
14,0%
3,2%
1,4%
GRAN BRETAGNA
0,8%
2,0%
-­‐1,7%
-­‐1,1%
8,3%
8,2%
2,4%
2,0%
USA
2,1%
2,4%
-­‐3,3%
-­‐3,1%
8,2%
7,9%
2,1%
1,9%
GIAPPONE
2,0%
1,7%
2,2%
2,7%
4,5%
4,4%
0
0
Il rigore fiscale penalizza la crescita
La situazione dell’Italia
Perché l’Italia non cresce
1995-2008
DEFICIT /PIL
CRESCITA
PIL
Indice
protez.
occupazione
IDE / Pil
Italia
-3,4
2,9
57
1,4
UE15
-1,6
4,2
46
5,4
UE27
-2,2
5,2
--
4,8
.06
Gli IDE rappresentano il canale preferenziale per sostenere
la crescita economica (con spazi del bilancio pubblico ridotti)
Ireland
.05
Spain
Finland
Greece
growth
Netherlands
Portugal
.04
United Kingdom
Sweden
Denmark
AustriaFrance
.03
Germany
Belgium
Italy
0
5
10
ide
15
La flessibilità del mercato del lavoro costituisce uno dei
principali fattori di attrazione degli investimenti diretti esteri
80
(IDE)
60
Greece
Italy
France
Spain
Portugal
Germany
Netherlands
protection
40
Finland
Austria
Sweden
20
Ireland
Denmark
Belgium
0
United Kingdom
0
5
10
ide
15
Reazioni dell’economia regionale
•  1° fase (2008/2009): sensibile caduta delle esportazioni e
dell’occupazione prevalentemente nelle grandi imprese esterne
•  2° fase (2010/2011): ripresa del fatturato e crescita per le imprese
che esportano – maggiori difficoltà per le PMI che operano sul
mercato interno e risentono particolarmente dei problemi che
affliggono il paese, come, tra gli altri:
• 
• 
• 
• 
a) la bassa domanda
b) l’elevata pressione fiscale
C) i ritardi dei pagamenti della P.A.
d) credit crunch
I dati per l’Abruzzo
Tassi di crescita del Pil (in %)
Abruzzo
2011
2012
-0,2
-2,1
(0,5 nel 2013)
Mezzogiorno
0,0
-2,9
(-0,1 nel 2013)
Italia
0,3
-1,8
(0,3 nel 2013)
Tassi di crescita dell’export in %
1° Fase: 2008/2009
2° Fase: 2010/2011
Lombardia
21.4
Sicilia
71.7
Lazio
-11.4
Sardegna
59.7
Toscana
-13.3
Lazio
42.9
Friuli
-13.4
Puglia
41.9
Campania
-16.2
V. Aosta
39.5
Trentino
-16.8
6° Abruzzo
38.9
Liguria
-19.4
Umbria
34.9
Puglia
-20.1
Trentino
32.1
ITALIA
-20.2
Emilia RM
31.4
Piemonte
-20.3
Toscana
31.3
Emilia RM
-21.3
ITALIA
29.7
Veneto
-22.4
Piemonte
29.7
Calabria
-23.9
Veneto
28.1
Umbria
-27.2
Liguria
26.6
Basilicata
-27.5
Marche
21.5
15° Abruzzo
-28.6
Campania
19.0
Sardegna
-30.6
Friuli
16.9
Molise
-33.7
Lombardia
16.8
Sicilia
-35.4
Calabria
8.2
Marche
-35.8
Molise
-3.9
Valle Aosta
-47.9
Basilicata
-8.2
Tassi di crescita dell’occupazione in %
1° Fase: 2008/2009
2° Fase: 2010/2011
Trentino
2.99
1° Abruzzo
2.57
Toscana
1.31
Sardegna
1.58
Lazio
1.17
Trentino
1.08
Marche
0.21
Veneto
1.06
Emilia RM
0.13
V. Aosta
0.68
Piemonte
-0.12
Emilia RM
0.59
Lombardia
-0.13
Lazio
0.52
Umbria
-0.21
Friuli
0.44
Veneto
-0.33
Umbria
0.38
V. Aosta
-0.42
Piemonte
0.36
Liguria
-0.43
Puglia
-0.23
ITALIA
-0.80
Liguria
-0.24
12° Abruzzo
-1.58
ITALIA
-0.25
Molise
-1.59
Lombardia
-0.62
Sicilia
-1.61
Marche
-0.65
Basilicata
-2.26
Toscana
-0.96
Friuli
-2.63
Calabria
-1.49
Calabria
-2.67
Basilicata
-1.55
Sardegna
-3.37
Sicilia
-2.16
Puglia
-3.57
Campania
-2.77
Campania
-6.28
Molise
-2.97
Analisi del mercato del lavoro:
verso una segmentazione di genere
•  1) tenuta dell’occupazione
•  2) criticità nella componente femminile
•  3) aumento della forza lavoro (soprattutto femminile)
•  4) andamento dualistico tra crescita dell’industria e rallentamento
dei servizi
Numero occupati:
un confronto con il livello pre-crisi
Valori in
migliaia
Pre-crisi
2008
2011
2012
Abruzzo
521
498
500
(0,4%)*
-21 mila
23.170
22.874
22.973
(-0,3%)
-377 mila
Italia
* Tasso di crescita 2011/2012
Rispetto
Pre-crisi
Occupati per genere:
un confronto con il livello pre-crisi
Valori in
migliaia
Pre-crisi
2008
2011
2012
Maschi
313
297
305 (-8)
Femmine
208
201
195 (-13)
Il livello rispetto alla situazione pre-crisi (fatto 100 il valore
del 2008)
Abruzzo
Italia
Maschi
97.4
Femmine
93.7
96.9
101.6
CRITICITA’
Tasso di occupazione:
un confronto con il livello pre-crisi
Pre-crisi
2008
2011
2012
Abruzzo
59,0
56,0
55,9
Nord
66,9
65,3
65,0
Centro
62,8
61,1
60,6
Mezzogiorno
46,1
43,4
43,3
Italia
58,7
56,8
56,5
Persone in cerca di occupazione
(I trimestre)
2011
2012
Var
Abruzzo
48
73
52,1
Nord
762
978
28,2
Centro
390
505
29,1
Mezzogiorno
1.003
1.318
31,1
Italia
2.155
2.801
30,0
Tasso di disoccupazione:
un confronto con il livello pre-crisi
Pre-crisi
2008
2010
2011
Abruzzo
6,6
8,8
12,8
Nord
3,9
6,0
7,6
Centro
6,1
7,5
9,6
Mezzogiorno
12,0
14,1
17,7
Italia
6,7
8,6
10,9
Andamento dualistico del mercato del lavoro in Abruzzo:
forte ripresa dell’industria e rallentamento nei servizi
Numero occupati (in migliaia) – I° trimestre (Istat)
2008
2009
2010
2011
2012
Agricoltura
28
19
13
23
14
Manifattura
116
114
106
109
121
Costruzioni
51
50
45
43
52
Servizi
327
313
326
324
313
Totale
521
495
491
498
500
Dal 2010 nell’industria sono stati recuperati 22 mila unità pari al 14,5%
nei servizi invece sono stati persi 13 mila unità pari al 3,9%
Analisi dei mercati esteri:
•  Forte ripresa dei settori con prevalente presenza delle
grandi imprese esterne
•  Tendenziale concentrazione della struttura produttiva
intorno ai mezzi di trasporto
•  Segnali di incertezza in alcuni settori di riferimento
dell’economia regionale
Le esportazioni
Un confronto con i livelli pre-crisi
Valori in migliaia
2008 pre-crisi
2011
Quanto è stato
recuperato
7.640.169
7.267.139
95%
Alimentari
339.248
431.751
127.3%
T&A
723.666
516.254
71.3%
Prod. Chimici
225.350
208.683
96.6%
Farmaceutica
300.166
300.379
100%
Art. gomma/plas
654.594
678.412
103.6%
Metalli di base
520.210
451.227
86.7%
Elettronica
376.407
296.340
78.7%
App. elettrici
164.968
167.414
101.5%
Macchinari
759.105
691.477
91.1%
3.025.952
3.046.122
100.7%
276.396
239.337
86.6%
Totale
Mezzi trasporto
Mobilio e altro
L’eredità della crisi
La struttura esportativa diventa ancora più concentrata
Composizione % sul totale
2008
2011
Mezzi trasporto
65.7
68.6
Macch. app. mecc
16.5
15.6
Art. gomma/plas
14.2
15.3
T&A
15.7
11.6
Alimentari
7.4
9.7
Metalli base
11.3
10.2
elettronica
8.2
6.7
Economia dell’Abruzzo:
gli aspetti strutturali
1)  Debolezza del mercato interno (flessione dei
consumi)
2)  Vitalità delle esportazioni
3)  Paradossi regionali (internazionalizzazione,
innovazione e capitale umano)
Dinamiche di crescita
•  Andamento dicotomico: il pil viene supportato
dall’export ma risente della debolezza dei
consumi
•  Comportamento tendenziale in linea con il
Centro-Nord
Andamento Pil pro capite (Italia=100)
90
88
86
84
86,7
86,1
82
83,4
80
80,7
78
76
74
72
70
68
66
64
62
60
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
Abruzzo
2003
2004
Mezzog.
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Pil pro capite (CentroNord=100)
88
86
84
82
80
78
76
74
72
70
68
66
64
62
60
58
56
54
52
50
72,7
72,7
72,7
68,4
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
Abruzzo
2003
Mezzo
2004
2005
Italia
2006
2007
2008
2009
2010
Consumi pro capite (Italia=100)
96
94
92
93,5
90
88
88,0
86
84
82
80
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Abruz
2002
Mezz
2003
2004
2005
2006
2007
Evoluzione export (100=1995)
250
225
200
175
150
125
100
75
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Abruzzo
2002
2003
Italia
2004
2005
Mezzogiorno
2006
2007
2008
2009
2010
Posizionamento Abruzzo nei principali indicatori
(20 regioni)
COMPETITIVITA’
Produttività
(PUL)
PUL servizi
PUL serv
imprese
PUL manif
PUL piccole
imprese
17°
15°
9°
11°
15°
L’Abruzzo soffre di un evidente ritardo di produttività.
Situazione particolarmente difficile per i servizi e per il
comparto delle piccole imprese
Posizionamento Abruzzo nei principali indicatori
INFRASTRUTTURE IMMAT. DI COMUNICAZIONE
Pc nelle piccole
imprese
Diffusione web
imprese
18°
Diffusione
banda larga
13°
Utilizzo internet
imprese
11°
19°
INFRASTRUTTURE MATERIALI
Trasporti ferrovia
Trasporti aereo
Trasporti su strada
19°
15°
11°
I paradossi regionali
(punti
di forza da valorizzare)
1)  Capitale umano
2)  Internazionalizzazione
Posizionamento Abruzzo nei principali
indicatori (20 regioni)
CAPITALE UMANO E ISTRUZIONE
Attrattività
universitaria
Partecipazione
scuole super
Tasso scolarizz
popolazione
2°
7°
4°
(Svimez) 26.6%
emigrazione
laureati
2° regione del
mezz.
Posizionamento Abruzzo nei principali indicatori
INTERNAZIONALIZZAZIONE
EXPORT/pil
IMPORT/pil
Balance
/pil
Export beni
tech
Ide v/estero
Ide v/
interno
6°
13°
10°
3°
20°
10°
27
Incidenza export / Pil
25
23
21
19
17
15
2000
2001
2002
2003
Abruzzo
2004
Italia
2005
2006
2007
70
Un capitale umano non valorizzato? Trentino-Alto Adige
Emilia-Romagna
Valle d'Aosta/VallÈe d'Aoste
60
Lombardia
Veneto
Toscana Giulia
piemonte
Marche
Friuli-Venezia
Liguria
Umbria
occp_2010
Lazio
Abruzzo
50
MoliseSardegna
Basilicata
puglia
40
Calabria
Sicilia
Campania
-200
-150
-100
attratt_univ
-50
0
50
Sistema manifatturiero-terziario: spinta da integrazione
55
Interazione e non sostituzione
Lombardia
50
Emilia-Romagna
piemonte
Lazio
pul_manif
40
45
Valle d'Aosta/VallÈe d'Aoste
Liguria
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Abruzzo
35
Sardegna
Sicilia
Umbria
Campania
Basilicata Marche
Molise
puglia
30
Calabria
14
16
18
SERV_2007
20
22
Grandi questioni
•  FORMAZIONE: Abruzzo come polo della formazione terziaria del
sud? O come sede temporanea di passaggio? Quanto capitale
viene disperso con effetto emigrazione?
•  APERTURA ESTERNA: Mercantilismo o internazionalizzazione?
Scarsa capacità del sistema regionale nell’investire e presidiare i
mercati esteri
•  SISTEMA PRODUTTIVO: verso un’industria matura o un sistema
moderno di interazione tra le attività manifatturiere e terziarie?
•  INFRASTRUTTURE E INNOVAZIONE: ritardi da produttività di
sistema o slancio per un capitale territoriale competitivo
Obiettivi per rilanciare la crescita dell’Abruzzo
•  1) “Doing business”
•  2) Digitalizzazione dell’economia
•  3) Internazionalizzazione
I fattori più rilevanti per
l’attrattività di un paese
•  1) crescita del Pil
•  2) Prelievo fiscale
•  3) Ease of doing business
•  4) spesa in R&S
•  5) durata dei processi
•  6) export dei servizi
•  7) studenti nel terziario
Proposte
•  A) EUROPA (Fondo stabilità – Investimenti –
Revisione Patto Stabilità – Golden Rule –
Project Bond)
•  B) ITALIA (liberalizzazione – semplificaz. –
riforme mercato del lavoro)
•  C) ABRUZZO ( poli di innovazione – reti di
imrpesa – capitale di rischio – confidi - Fas)
Fonti di inefficienza del Doing Business
(Italia è al 87° posto della classifica World bank)
•  Elevata imposizione fiscale
•  Inefficienza del sistema giustizia
•  Rigidità del mercato del lavoro
•  Burocrazia trasversale a elevata incidenza
Digitalizzazione dell’economia
•  Forte contributo sulla crescita della produttività
•  Modello di interdipendenza manifatturieroterziario
Proposte di Politica economica per le
PMI
Accrescere
dimensioni
imprese
Innovazione di
qualità
Internazionalizzazione
Credito e il ruolo dei Confidi
Impieghi totali (tasso di variazione anno su
anno)
43
Impieghi alle famiglie
consumatrici (tasso di variazione anno su anno)
44
Impieghi alle aOvità produOve (tasso di variazione anno su anno) 45
Depositi totali (tasso di variazione anno su anno)
46
Depositi famiglie consumatrici
(tasso di variazione anno su anno)
47
Tassi di decadimento (tasso annuale)
Per tasso di decadimento si intende il rapporto tra flusso di nuove sofferenze e
stock dei prestiti vivi all'inizio del periodo
48
Tassi aOvi Abruzzo (tasso annuale) Tassi attivi a breve
Tassi aOvi a m/l 49
Costo del denaro: divario consistente tra piccole imprese e
medio-grandi imprese
Il ruolo dei Confidi (1/2)
• 
Il ruolo dei Confidi a tutela dell’artigianato nei confronti
del sistema creditizio:
a)  rafforza il potere negoziale della singola impresa
b) consente di ottenere una quantità di credito
aggiuntiva rispetto ai singoli affidamenti alle imprese
c) permette di spuntare tassi di interesse ed oneri
accessori migliori rispetto a quelli generalmente
concessi
d) esonera gli imprenditori dalla prestazione di garanzie
supplementari
Il ruolo dei Confidi (2/2)
Vantaggi per il sistema creditizio:
• 
a) condividere il rischio del credito attraverso la
garanzia consortile
• 
b) sviluppare gli impieghi verso settori che permettono
un’alta frammentazione dei rischi
• 
c) approfondire l’istruttoria dei fidi attraverso la
capillare conoscenza del territorio e degli imprenditori
da parte dei Confidi
Il ruolo dei Confidi
Il ruolo dei Confidi
•  Valore delle garanzie rilasciate dai Confidi
(di cui piccole imprese sul totale in %)
•  Abruzzo 46,4%
•  Italia 38,9%
Prestiti garantiti dai confidi alle imprese di minori
dimensioni sul totale imprese (in %)
totale
agricoltura
industria
costruzioni
servizi
Abruzzo
17,7
11,0
24,2
16,4
17,8
Italia
13,5
8,0
22,4
14,1
12,3
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