ANTROPOLOGIA E SCIENZA UMANISTICA. Mese Regione, luglio/agosto 1992 L'antropologia culturale è, in sintesi, la scienza che studia la struttura mentale dell'essere umano all'interno di gruppi etnici e sociali. Ovviamente, dunque, qualunque fenomeno si verifichi in un'etnia può essere osservato attraverso questa scienza, relativamente nuova, ma già ricca di acquisizioni precise e specifiche. Inoltre, volendo studiare la società umana attraverso un approccio scientifico, ci si può avvalere di altre scienze correlate tra loro, quali la sociologia, la criminologia, la psicologia, per citare le maggiori e più conosciute. Tuttavia questa branca di cognizioni scientifiche viene generalmente mal recepita: da un lato perché introduce una serie di valutazioni nuove, atte a spiegare il comportamento umano (cioè il nostro comportamento); dall'altra perché è pur sempre facile, e quasi giustificato, diffidare di scienze che basano i loro fondamenti su dati sperimentali, e che comunque non avranno mai le caratteristiche della scienza esatta. Il vero nocciolo del problema però sta, invece, nel fatto che la vecchia visione dei fatti umani in chiave emotivo-moralistica ci è estremamente più cara e ci gratifica di più, anche perché, dopotutto, ci consente sempre lo schieramento dalla parte dei giusti. Quando però si volessero imbrigliare fenomeni sociali destabilizzanti per tutti, le conoscenze scientifiche sarebbero assolutamente indispensabili. Non ci possono essere soluzioni nuove senza la vera conoscenza dei fatti che hanno determinato il problema. A mio avviso il progresso che l'essere umano è stato capace di compiere attraverso secoli e millenni è elevatissimo per quanto riguarda ciò che l'uomo stesso ha saputo fare materialmente e nel senso più concreto del termine. Ciò che, invece, è rimasto sopito, lungo quasi tutto il suo percorso, è stata proprio la coscienza del suo io e, soprattutto, del suo agire insieme agli altri. In altre parole, l'uomo, per esempio, sa esattamente come fabbricare un'arma ma non sa perché esistono le guerre, anche se, di volta in volta, sa dare giustificazioni diverse. L'uomo ha saputo migliorare l'ambiente intorno a sé ma non ha saputo migliorare il suo essere e il suo agire nell'ambiente da lui stesso costruito. In questa epoca, quando le scienze che studiano il comportamento dell'uomo sono state fondate e quando danno spiegazioni e suggerimenti utili e chiari, si da ancora scarso rilievo a questi studi e, purtroppo, non ci si accorge che è questa la via per pareggiare i conti tra tecnologia e introspezione, tra miracoli economici e sperequazioni sociali.