DISMAMUSICA MAGAZINE - 22 settembre 2007 - Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Milano - Anno IX - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni - Editore e proprietario: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672 Stampa Emme K srl - Fino Mornasco (CO) - Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003 Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno IX - n. 37 - 22 SETTEMBRE 2007 Secondo giorno di Gianni Cameroni Quanta gente! Ieri per alcuni era il commento più adeguato. “Tutti qui?”, si domandavano altri più esigenti in fatto di pubblico, almeno in termini numerici. A me risulta invece che il pubblico non fosse né molto, né poco: ma giusto. E, a naso, ho avuto la sensazione che fosse difficile giudicare una presenza sulla base di uno sguardo anche approfondito della manifestazione. Avete visto i padiglioni? Sterminati. Grandi, accoglienti e soprattutto a misura di musica. Chi ha calcato le fiere di musica e strumenti musicali sa che il suono, alla lunga, diventa rumore. E il rumore, alla lunga, diventa insopportabile. Qui a Meet Milano, invece, la scelta di dedicare ampi spazi anche al pubblico, distanziando gli stand in modo da creare viali di passaggio più grandi della norma, ha fatto sì che la visita fosse più gradevole, meno stressante. Questo ha consentito alle persone di rischiare una visita più lunga (la mia sensazione è stata almeno questa), e alla fine ciascuno ha speso più tempo presso gli stand che ha visitato. di Gianni Cameroni Quando Andrew Howe si esprime, lo fa con potenza: salto in lungo di valore mondiale, galoppata sui 200 metri che gli ha meritato il titolo italiano ed energia da vendere anche durante il suo tempo libero. Qual è la sua occupazione preferita quando non fa atletica? Suona (bene) la batteria… Ed è questo il consiglio che mi sento di dare a voi visitatori del Sabato di Fiera, probabilmente la giornata più affollata e più vivace di questo percorso espositivo. Fermatevi più a lungo presso gli stand espositivi, andate a vedere da vicino più prodotti, provateli, osate chiedere, ascoltate... Le fiere della musica sono diverse proprio perché sono fatte anche di sensazioni tattili, oltre che acustiche, di piccole sfide portate allo strumento di sogno, che forse non ci permetteremo mai. Ho guardato chi si avvicina ai pianoforti. Il gran coda Boesendorfer, i coda Yamaha e Kawai, o il monumentale (e splendido) “doppio Borgato” che campeggia al centro dello stand Dismamusica al pad. 18. E ho notato la prima timidezza, il primo tocco quasi intimorito, e poi il coraggio di raggiungere la panchetta, di appoggiare i piedi sui pedali e infine l’emozione di provare a suonare uno strumento importante. È così che si visita una fiera di musica. Ed è così che ci aspettiamo i visitatori di Meet Milano. Se poi sono tanti, o pochi, lo lasciamo giudicare agli statistici. L’importante è che siano i visitatori giusti. Gianni Cameroni, responsabile Ufficio Stampa DISMAMUSICA Abbiamo incontrato Andrew Howe qualche mese fa, prima che per il campione dell’Aeronautica Italiana cominciasse la lunga stagione agonistica estiva che egli ha esaltato poi alla grande vincendo la medaglia d’argento ai mondiali di atletiva di Osaka, a fine agosto e battendo il record italiano di Evangelisti per il salto in lungo. L’abbiamo incontrato allora per- ché, una volta iniziato l’impegno di allenamenti, trasferte e gare, i grandi campioni come Howe sono assolutamente blindati e irraggiungibili, pienamente concentrati nel perseguire l’obiettivo agonistico, nella speranza di vedere salire al cielo il tricolore, a fine gara, sullo sfondo delle note dell’Inno di Mameli. segue a pag. 6 E TU, HAI FIRMATO? Strumenti & Foreste Guardando indietro L’industria musicale Mario De Luigi svela i Una squadra molto speciale affianca Greenpeace retroscena della mostra Come si arriva ad uno in un progetto per fotografica dedicata strumento musicale salvaguardare le foreste ai grandi della musica innovativo? I designer di legno pregiato. leggera italiana. Yamaha si raccontano... a pag. 14 Durante questi giorni di MEET MILANO stiamo raccogliendo le firme per inviare una lettera aperta al Governo Italiano “Per una politica di sostegno della pratica musicale in Italia”. Di fatto, chiediamo che con la prossima Legge Finanziaria si preveda un BONUS FISCALE per gli studenti della scuola primaria, per l’acquisto di strumenti musicali nuovi a scopo didattico, riconoscendo altresì il valore educativo, culturale, sociale e formativo dello strumento musicale e dello studio della musica. in audio veritas a pag. 16 a pag. 9 Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua. Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato. 21-22-23-24 Settembre 2007 Fiera Milano-Rho Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14 Monsound s.r.l. - Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy- Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 - [email protected] - www.myaudio.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY 22 Settembre 2007 14 -18 Quando mi hanno dato le indicazioni per venire a visitare questa fiera, mi sembrava di Lenit am, velessis adipsum enim dipsum dui et lutpat prat. Raessed diamconsed do euguero essere ridiventato studente. Per somma voglia di sintesi, il mio informatore mi ha detto dionsed doluptat ex ex enibh eugiamconsed tinim auguera esecte faccum nim inisl inibh enis infatti “Meet Milano? 14-18”. E a me (che non sono più di primo pelo) è venuta in mente nonsed tat, conullum dolut vel euiscid uissed eros diat autem inim ilit adignisisi blaor alit in la Prima Guerra Mondiale: 1914-1918. E con la guerra mi sono venuti in mente i conflitti ulputat nisl exerit nit prat, quisl ullutat. Tuerosto consed dolore ercincilit ex er sit nit della vigilia, con le contraddizioni, le fatiche, le paure, le certezze (smentite), le incertezze (ugualmente smentite) e via dicendo. Vecchia Volpe Oggi, dopo il primo giorno di fiera, mi pare di vedere visi più distesi, espressioni più serene (anche se ancora un po’ dubbiose) e quel modo di fare da “amico saggio”, quello che dice sempre “Te l’avevo detto”, anche da parte di chi non è affatto vero che te l’aveva detto. La cosa buona è stata quella di vedere molti musicisti dell’area di Milano e dintorni, e molti rivenditori anche da un poco più in là: segno di un interesse palese espresso con una visita di persona. Insomma, la Guerra non c’entrava per niente. E, se mai c’era stata, era almeno già finita. 14 - 18 non è peraltro la guerra, ma sono i padiglioni contigui che accolgono Meet Milano, due aree dedicate a un evento che si sta delineando sempre più interessante e intrigante. D’altra parte, visto che questa rivista è distribuita proprio in quello spazio che divide i due padiglioni 14 e 18, se avete in mano questa pagina e se state leggendo queste righe è perché, in fondo, fino a qui ci siete arrivati anche voi, con le vostre aspettative, la vostra curiosità e, probabilmente, la vostra voglia di musica. Buona Musica, allora, e buona visita. Meet Milano è un incontro alla sua prima esperienza. Mi auguro che diventi una buona abitudine, nel segno della musica e, se posso spezzare una lancia (in tutti i sensi), nel segno della pace. Vecchia Volpe in questo numero: Un’esplosione di potenza pag. 1 Prime impressioni: parla Rossella Bernuzzi di Gianni Cameroni pag. 6 Una squadra molto speciale di Cristiano Cameroni pag. 9 Musicisti per hobby di Gianni Cameroni pag. 12 Salvate quelle foreste di Alessandro De Cristoforis pag. 14 Uno sguardo indietro di Mario De Luigi pag. 16 Cittadella acustica di Alessio Ambrosi pag. 18 Accade oggi a cura della Redazione pag. 20 Strumenti di carta di Caterina De Gregori pag. 22 Dalle aziende a cura della Redazione pag. 24 di Gianni Cameroni colophon DISMAMUSICA MAGAZINE SHOW DAILY N. 37 - 22 settembre 2007 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni Editore e proprietario: S&G Partners srl - Direzione e Amministrazione: Via Bainsizza, 30 - 20039 VAREDO - Tel. 0362 583672 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Stampa: Emme K srl - Fino Mornasco (CO) Aut. Trib. di Monza no 1.701 del 16/12/2003. Direzione Editoriale: Antonio Monzino jr. Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director). Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Caterina De Gregori, Mario De Luigi, Alessio Ambrosi Grafica, impaginazione e coordinamento: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672 - Fax 0362 544356 - e.mail: [email protected]. È vieteta la riproduzione, anche parziale, di foto, disegni, testi o articoli originali pubblicati su DISMAMUSICA MAGAZINE senza espressa autorizzazione scritta della redazione. Manoscritti, foto o disegni, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Legge sulla tutela dei dati personali I dati personali dei lettori in possesso della rivista verranno trattati con la massima riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o utilizzati per finalità diverse senza il preventivo consenso degli interessati. In base alla legge n. 675, in qualsiasi momento l’abbonato potrà decidere di modificare i dati personali o di richiederne la cancellazione. Dalla Fiera Dalla Fiera 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY A colloquio con... Gli azzurrisimi occhi di Rossella Bernuzzi, responsabile del progetto Meet Milano all’interno di Expocts, mi guardano un po’ dubbiosi. Non le piace rilasciare interviste, e la cosa deve essermi chiara. Rossella Bernuzzi preferisce fare e, nel momento della dimensione pubblica, andarsene in punta di piedi. La presenza su Dismamusica Magazine è però un atto dovuto, per la collaborazione di questi mesi (fatta di entusiasmi, progetti, qualche baruffa e molta voglia di arrivare in fondo con qualcosa di concreto), per il rapporto con soci e non soci della nostra Associazione, per uno sguardo sul passato e sul futuro. Oggi i giochi sono fatti, la Fiera è partita e i primi risultati sono già oggetto di commenti. “Credo che il risultato sia davanti agli occhi di tutti”, mi dice Rossella Bernuzzi con determinazione, “la fiera della musica è partita, gli espositori ci sono e il pubblico sta rispondendo bene. Stiamo accumulando espe- rienza per guardare al futuro con ottimismo, e per ora stiamo a guardare. Non è mio costume azzardare giudizi in corsa: è passato solo il primo giorno di Fiera, e dobbiamo ancora percorrere molta strada”. In effetti è vero, però vedo nello sguardo una scintilla di soddisfazione. In questi mesi le fatiche sono state molte, e Rossella Bernuzzi lo sa piuttosto bene. “Devo dire grazie a tutto lo staff che si è espresso al meglio delle sue possibilità”, aggiunge schermendosi di nuovo, “e devo naturalmente dire grazie agli espositori che sono la vera anima di ogni manifestazione fieristica. Mi auguro che quanto abbiamo fatto, tutti insieme, sia colto nel modo giusto da parte del pubblico che affollerà sicuramente la mostra”. Meet Milano si è peraltro distinto anche per la grande serie di eventi collaterali che si svolgono, sia organizzati dalla Segreteria sia dagli espositori. “Credo che sia una particolarità di questa fiera nella sua tipologia”, sottolina più a suo gio la nostra intervistata, “perché musica e spettacolo sono due ingredienti indissolubili. Come sono indissolubili musica e società e musica e cultura. Credo che tutti gli elementi necessari a costruire un ventaglio di eventi interessanti raramente si manifestino tutti inseme come con manifestazioni legate alla musica in tutte le sue forme”. Il telefono di Rossella Bernuzzi squilla con insistenza. È curioso, riproduce il suono squllante dei vecchi telefoni di bachelite nera. Anche questa, oggi, è una citazione militare. Con una curiosa espressione mi fa capire che deve letteralmente fiondarsi in un altro angolo di questa (grande) fiera. Riprenderemo l’intervista alla fine del percorso: ci saranno allora numeri e commenti. Che ci aspettiamo, per entrambi i parametri, di segno positivo. Gianni Cameroni In difesa della creatività Si è aperto ieri con qualche minuto di ritardo il convegno inaugurale Rispettiamo la creatività organizzato con la collaborazione di AFI (Associazione dei Fonografici Italiani), IMAIE (Istituto per la tutela dei Diritti degli Artisti Interpreti Esecutori) e SIAE. Il moderatore dell’incontro, a cui partecipavano fra l’altro il presidente di DISMAMUSICA Antonio Monzino jr., Sergio Scala del Ministero della Pubblica Istruzione e il cantautore Francesco Baccini, era il direttore di Musica & Dischi Mario De Luigi. Al centro dell’attenzione c’erano le politiche di sensibilizzazione al rispetto dei diritti degli autori: un campo di attività che ha visto l’EMCA (European Music Copyright Alliance, l’organismo sopranazionale che difende gli interessi di autori, editori e case disco- grafiche) agire in prima linea nel settore dell’istruzione, con interventi mirati nelle scuole medie e superiori lungo tutto il corso dell’anno scolastico. Chiamato ad intervenire all’apertura dei lavori, il presidente di Dismamusica Antonio Monzino jr. ha dichiarato fra l’altro che una delle condizioni necessarie al rispetto dei diritti dei musicisti è l’allargamento della cultura musicale, un settore nel quale il nostro Paese sconta ancora un pesante ritardo. “È necessario investire nell’educazione musicale a tutti i livelli, dalle scuole all’età adulta”, ha ribadito Monzino, ricordando anche “l’alto valore formativo del fare musica, si traduce in un’imponente serie di benefici lungo l’intero arco della vita.” Un plauso al grande sforzo organizzativo Il presidente di Yamaha Musica Italia Philippe Tirefoin, che abbiamo fotografato in tarda mattinata, ha avuto parole di elogio per lo sforzo organizzativo degli operatori presenti nei padiglioni. “Ho notato con piacere”, ha dichiarato Tirefoin, “che tutti gli espositori si sono impegnati con grande energia per la riuscita della manifestazione. Gli stessi spazi espositivi parlano da sé, a testimonianza di uno sforzo collettivo molto imponente. Come osservava un espositore francese che ho incontrato proprio oggi, chi si aspettava che la prima edizione di MEET Milano fosse un evento dal carattere soltanto italiano si deve ricredere: qui siamo di fronte ad un appuntamento che ha tutte le caratteristiche per presentarsi in modo autorevole sullo scenario internazionale.” YAMAHA MUSICA ITALIA Pad. 18 | Stand E77 E83 H86 H92 La SIAE visita gli stand del Gruppo Monzino Grande successo per il Doppio Borgato www.yamaha.it Hohner: 150 anni e una conferenza stampa Si è tenuta ieri sera alle cinque e mezza la Conferenza Stampa convocata da Master Music per celebrare di fronte ad operatori e giornalisti il prestigiosissimo traguardo dei centocinquat’anni di vita del marchio Hohner. Un parterre di appassionati ha accompagnato le parole di commemorazione e il momento della premiazione dei cosiddetti “Top Five”, cinque armonicisti eccezionali come Franco De Gemini, Fabio Treves, Fabrizio Poggi, Willi Burger e Bruno De Filippi (nella foto al centro). Momenti di commozione e di ilarità per gli aneddoti raccontati da uno smagliante De Gemini e la promessa da parte di Claudio Formisano di dare vita a un Club Hohner Itala per promuovere lo studio e la diffusione di questo splendido strumento. JMP e Rugginenti: un anno insieme e una missione La prima cosa che si nota quando li si incontra è il loro sorriso. Aperto, limpido, luminoso, come la musica che propongono in concerto e nelle due produzioni firmate da Rusty Records: il CD A place for everyone dedicato a Karol Wojtyla e il DVD del musical Seven Days With You. Del resto, per i quattro ragazzi che formano i JMP non c’è distanza fra la musica e la vita. “La musica”, ci ha raccontato la leader del gruppo Christine Joan Johnson, “è il nostro modo di essere. Non è un lavoro, né la facciamo per rincorrere la fama. è piuttosto un’esigenza, la via più naturale per condividere con chi ci ascolta la nostra gioia e il nostro messaggio di speranza.” Protagonisti di quattro concerti che li vedono esibirsi tutti i pomeriggi in questi giorni di fiera, i JMP festeggiano proprio in Fiera il primo anniversario della loro attività discografica, dal momento che sono stati presentati alla Rugginenti in occasione del Disma Music Show dello scorso anno. RUGGINENTI JMP Pad. 18 | Stand F70 E63 www.rugginenti.it Il responsabile delle relazioni esterne della SIAE Stefano Micocci è qui ritratto in compagnia di Antonio Monzino jr., presidente Dismamusica e figura di primissimo piano del mercato italiano. Al Gruppo Monzino fanno capo aziende presenti da molti anni sul mercato, come la Carisch e la Mogar (la prima festeggia quest’anno i propri 120 anni di attività, la seconda il ventesimo anniversario dalla fondazione) e nuovissime realtà come la Gewa Med, che opera da pochi anni ma che rappresenta già una realtà molto consolidata, e la “neonata” Monsound, che muove i suoi primi passi proprio in occasione di MEET Milano. è davvero straordinario il successo riscosso durante il primo giorno di Fiera dal magnifico Doppio –o pianoforte a pedali– che Borgato ha messo a disposizione al centro del grande stand Dismamusica, presso il padiglione 18. Lo strumento è collocato proprio accanto alla nostra redazione: e da qui abbiamo potuto assistere ad un continuo andirivieni di visitatori di ogni età che si sono alternati alla tastiera e alla... pedaliera dello strumento per mettersi alla prova ed esplorare da vicino le sue grandi possibilità espressive. Gli esiti di questi piccoli “recital” sono stati spesso clamorosi: come quando Giulio, uno dei responsabili della distribuzione di Dismamusica Show Daily (nella foto qui a fianco), ha sorpreso tutto lo stand con un’esecuzione intensissima della Ballata in Sol minore di Chopin. Complimenti! IlIl Personaggio Personaggio Gratis! Ritira subito la tua copia 22 Settembre 2007 SEGUE DA pag. 1 Andrew Howe era ospite, quel giorno, di Mogar, uno dei maggiori distributori europei di strumenti musicali. Doveva ritirare la sua nuova batteria TAMA, con la finitura a canna di fucile e le lucide dotazioni di piatti Zildjian. Per l’occasione, un pugno di giornalisti erano stati ammessi al magico momento dell’incontro tra il campione e il suo strumento. “Ho sempre avuto una Tama”, ha esordito quasi timido il campione, “che per me è il massimo. È il massimo per la musica che faccio… Credo sia il mio strumento”. Dopo un attimo di imbarazzo, e un generale applauso, tutti abbiamo chiesto a Andrew di farci sentire qualcosa sulla batteria appositamente predisposta per lui. E non si è fatto pregare. Prima con dolcezza, quasi a saggiare le pelli, i pedali, i piatti, poi con sempre maggior vigore, l’atleta ha rivelato un aspetto meno conosciuto della sua personalità, un aspetto legato al mondo della m usica dove è qualcosa di più di un semplice appassionato. La sua breve esibizione è stata un crescendo, un esercizio complesso che ha esplorato lo strumento in un arco di tempo breve ma intenso, per poi esplodere in un finale decisamente d’effetto. I Craiving 370 pagine a colori con oltre 3.000 nominativi degli operatori musicali italiani: negozi, scuole, orchestre, distributori strumenti, edizioni, etichette discografiche, liutai, studi di registrazione... Scopri le nostre riviste musicali SUONARE NEWS Il mensile dei musicisti con cd SEICORDE Trimestrale di chitarra con cd MICHELANGELI EDITORE Padiglione 18, stand 78 tel. 02-70632252 www.suonare.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Craiving è il gruppo di Andrew Howe: un trio al cui interno Howe suona, appunto, la batteria. La musica che questi tre ragazzi riescono a “tirar fuori” è aggressiva e di facile ascolto, un misto “tra punk, grunge e nu-metal caratterizzato da chitarrone potenti e una vocetta strana”, come si legge su un blog che li riguarda. Tra l’altro i Craiving hanno da poco pubblicato il loro primo album (un altro sogno che si avvera per il ventunenne atleta di Rieti) e uno dei pezzi (No Body Knows) è anche la colonna sonora di uno spot pubblicitario della Nike. Protagonista, naturalmente, Andrew Howe… Il loro sito Internet (www.craiving.it, da dove è consentito il download di tre pezzi, tra i quali anche No Body Knows) rispecchia il gusto per il pulp e l’heavy metal anche nella grafica, simpaticamente aggressiva. Parlando di musica Ma torniamo all’incontro con il velocista. Dopo la breve esi- bizione, e dopo aver espresso la sua grande soddisfazione per lo strumento toccatogli in sorte, Andrew Howe si è concesso volentieri a qualche domanda. Quando gli abbiamo chiesto che cosa rappresenti per lui la musica, il suo viso si è illuminato. “È una cosa che ho dentro da sempre”, dice. E quel sèmpre ha la e aperta, tipico dell’area in cui è cresciuto. Nato a Los Angeles, Andrew è infatti rietino praticamente da sempre. “È un ritmo che mi segue ovunque, e che mi consente di concentrarmi al massimo anche quando non suono. Lo studio delle percussioni ti dà il ritmo giusto, ti offre una sponda sicura a cui appoggiarti… Non so come dire, ma anche in gara io cerco un ritmo, che è il battito del cuore, il battito scandito dal pubblico, il colpo dei passi sulla pedana…”. Il personaggio Howe Chissà, forse queste affermazioni spiegano perché anche semplicemente veder muovere il campione fa un certo effetto. I muscoli guizzano sotto la pelle, e ogni movimento nasconde una potenza che in quel momento sta dormendo. Si capisce dai gesti delle sue mani, da un movimento del braccio, da un passo accennato, che Howe appartiene a una classe speciale: c’è scuola anche nello stare a riposo, e c’è potenza anche semplicemente nello stare fermo. IL VALORE DELLA DISCIPLINA Per questo gli abbiamo chiesto che cosa prova quando suona, o quando corre, o quando si lancia a superare i limiti del più lungo salto di sempre. Andrew Howe ci ha sorriso accennando a una smorfia di simpatia, come gli accade anche davanti alle telecamere quando bonariamente offre espressioni curiose e sberleffi ai telespettatori: “Non è giusto dire che si tira fuori la potenza. La potenza è dentro, è costruita con una disciplina che aiuta l’atleta a crescere e a esprimersi al meglio nella sua specialità. E per la musica è la stessa cosa. È una disciplina che ti offre la possibilità di esprimerti al meglio nella misura in cui hai costruito il tuo personale linguaggio. Poi il tutto esce con fluidità, con armonia, e con potenza, anche. Ma solo quando serve, e in modo del tutto naturale. Suonare non significa semplicemente picchiare le bacchette sulle pelli e sui piatti…”. UNA LEZIONE DALLA MUSICA È una lezione di classe, impartita con la simpatia di un ragazzo giovanissimo che ha appena cominciato ad assaporare il gusto delle grandi vittorie. Un ragazzo semplice che sa di essere un campione, ma che vuole soprattutto mettere a disposizione di chi gli sta intorno le sue capacità e i suoi talenti. “Anche questa è una lezione che viene dalla musica”, sottolinea ancora una volta sorridendo, “dove bisogna collaborare per arrivare a risultati apprezzabili, e dove bisogna riscoprire la dimensione dell’umiltà, come nello sport, per saper accettare i consigli e i suggerimenti degli altri. Anche da qui passa la possibilità di migliorarsi sempre”. Dismamusica Magazine SHOW DAILY IlIlL’intervista Personaggio L’intervista Personaggio 22 Settembre 2007 Dove nascono gli strumenti del futuro? Chi sono le persone che collaborano alla loro progettazione? E come si arriva all’idea di base per la realizzazione di un nuovo strumento musicale? Per scoprirlo abbiamo incontrato il Product Design Laboratory di Yamaha Corporation... La costruzione degli strumenti musicali è da sempre uno dei campi di applicazione preferiti del design. Un po’ per l’alto livello di competenze che l’intero processo esige; e un po’ perché è peculiare del design la capacità di interpretare le istanze del proprio tempo racchiudendo nel prodotto finito quel vasto patrimonio di idee, emozioni e visioni che confluiscono nell’arte. Naturalmente, a ciascuna epoca storica corrispondono uno stile ed un linguaggio esclusivi; e va da sé che, così come distinguiamo facilmente una costruzione gotica da un palazzo del Settecento, siamo perfettamente in grado di collocare uno strumento musicale all’interno della “cornice culturale” che gli compete. In altre parole, se è vero che uno strumento musicale è un “mezzo” per produrre arte, quello stesso strumento è, ancor prima di suonare, un’opera d’arte in sé e per sé, che racconta la storia, le emozioni e la cultura delle persone che l’hanno creato. Vista così, fra l’altro, la questione assume un ulteriore significato: perché, allo stesso modo in cui produce musica nuova, ciascuna cultura ha in un certo senso l’esigenza di produrre strumenti musicali che la rappresentino. Così, spinti dal desiderio di scoprire come nascano gli strumenti musicali che ci rappresenteranno in futuro, abbiamo chiesto di poter rivolgere qualche domanda ad alcuni designer di una delle più influenti e attive imprese del settore: la Yamaha Corporation. A colloquio con i designer La risposta ci ha sorpreso: non solo per la disponibilità immediata a raccontare i segreti di questo mestiere, ma perché, complici la potenza delle reti e la strategia di squadra con cui il team Yamaha affronta il lavoro di ogni giorno, siamo riusciti ad intervistare, in una volta sola, l’intero Yamaha fezionare un’intervista corale che riassume la filosofia del gruppo di lavoro. Per prima cosa abbiamo chiesto ai nostri interlocutori che cosa li abbia portati a dedicarsi a questa attività; e quale sia, al di là della sfera professionale, la motivazione che li spinge ad approfondire il rapporto fra musica e design. Product Design Laboratory. Il compito non è stato facile: la “squadra” Yamaha si compone infatti di 24 persone che lavorano un po’ in Giappone e un po’ in Europa; ma con il tempo, e con intensi scambi di e-mail, siamo riusciti a con- YPDL: Il punto di partenza, per ciascuno di noi, è senz’altro l’amore per gli strumenti musicali. Sembra sorprendente, dato che proveniamo da culture diverse… ma non è poi così strano. La musica ha infatti un carattere univer- YAMAHA PRODUCT DESIGN LABORATORY... IN BREVE • Fondato negli anni Sessanta, oggi dà lavoro a 24 designer. • Si concentra ogni anno su circa 300 nuovi prodotti, distribuiti su un ampio ventaglio di applicazioni: dagli strumenti musicali all’equipaggiamento sportivo, ai componenti hi-fi. • Ogni designer segue personalmente lo sviluppo di un prodotto, in modo da essere coinvolto molto emotivamente con la sua “storia”. • Periodicamente, ciascun designer viene “spostato” da un settore della produzione all’altro, in modo da permettergli di perfezionare la propria esperienza e affinare la propria capacità di risolvere problemi diversi in modo creativo. • I designer si incontrano una volta alla settimana per scambiare idee sugli ultimi progetti. • All’interno del Product Design Team esiste un’unità di lavoro “speciale”, che ha il compito di individuare la direzione di riferimento a cui tutto il gruppo deve uniformarsi per il futuro. sale: a tutte le latitudini, rappresenta una tradizione millenaria e viene ovunque considerata uno degli elementi fondamentali della cultura umana. È forse per questo che gli strumenti musicali figurano fra i più antichi attrezzi costruiti dall’uomo. D’altra parte, sia la musica che gli strumenti musicali conoscono un’evoluzione continua, quotidiana… un processo evolutivo che con ogni probabilità continuerà a estendersi lungo tutto l’arco della storia dell’uomo. Il nostro lavoro, come team, è quello di esplorare gli sviluppi possibili nel campo acustico come in quello dell’elettronica più raffinata. Coniugare l’uso della più avanzata tecnologia di design industriale con il rispetto delle caratteristiche fondamentali e del knowhow che appartengono alla storia dello strumento è piuttosto complesso… È una grande sfida, sotto tutti i punti di vista; ed è anche uno degli stimoli più forti che muovono il nostro lavoro, sia come singoli designer che come team. A questo va poi aggiunto il grande valore che si ritrova a livello dell’emotività… Nel momento in cui una persona si mette a suonare, diventa una cosa sola con lo strumento musicale. E lo strumento, dal canto suo, cresce nel tempo di pari passo con l’esecutore. Più l’approccio emotivo si fa profondo fra i due, più il suono migliora… Naturalmente questo fa di uno strumento musicale un oggetto davvero speciale, profondamente diverso da qualsiasi altro prodotto. Un oggetto che esige un’attenzione particolare, e che in questo fa risuonare nel profondo l’interesse del designer…. Detto in altre parole, e per dare una risposta unitaria alla domanda, la nostra passione per la progettazione di strumenti musicali discende dal fatto che questi sono estremamente vicini ai valori più autentici dell’emotività dell’uomo. DAL DISEGNO AL PROTOTIPO Sono molti i passaggi che conducono dalla prima idea allo strumento finito. Ce ne si può rendere conto dando un’occhiata alle immagini qui sotto, che riproducono i disegni preparatori e i due prototipi realizzati nell’ambito delle fasi di sviluppo del wind controller WX-5, il successore del celebre WX-7. PARLANDO DI MUSICA DSD: Il riferimento all’emotività spalanca le porte alla musica suonata, che è per definizione il IlIlL’intervista Personaggio Personaggio L’intervista 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY CINQUE PILASTRI Tutti i prodotti sviluppati dallo Yamaha Product Design Laboratory obbediscono ai cinque princìpi fondamentali della filosofia Yamaha. Un vero e proprio “codice etico di riferimento”, che è alla radice del successo dell’intera linea Yamaha e che ha accompagnato la storia dell’impresa giapponese fin dal giorno della sua nascita, 120 anni fa. [+] INTEGRITÀ il design deve rispettare il significato più autentico dell’oggetto [+] INNOVAZIONE il design deve essere creativo [+] ESTETICA gli oggetti di design devono essere belli [+] DISCREZIONE gli oggetti di design non devono essere vistosi [+] RESPONSABILITÀ il design deve rispondere alle attese della società contemporanea linguaggio delle emozioni… Ora, al di là di quanto si riferisce direttamente alle caratteristiche dei singoli strumenti a cui lavorate di volta in volta, qual è il vostro vero rapporto con la musica? In che modo la sua struttura, che è fatta anche di proporzioni formali e rapporti matematici, influenza il vostro lavoro? YPDL: Innanzi tutto c’è un fatto: almeno metà di noi ha con la musica suonata un rapporto intenso e continuo, dal momento che suona per passione; fra l’altro, queste figure di designer-musicisti si trovano, di tanto in tanto, a suonare assieme –naturalmente senza pretendere di esibirsi in pubblico. Comunque sia, il fatto di avere fra noi parecchi musicisti ci permette di guardare agli strumenti che progettiamo contemporaneamente dal punto di vista dell’esecutore e da quello del pubblico. Possiamo così studiare le di- verse relazioni che si sviluppano a livello umano (fra chi suona e chi ascolta) e a livello dell’interazione fra uomo e strumento… È proprio da queste triangolazioni che partiamo con la nostra ricerca, perché è qui che si manifestano le emozioni; e, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, il nostro interesse più grande va proprio alle emozioni umane. Fra l’altro questo spiega anche perché l’altra metà del nostro team è composta da persone che, pur amando la musica, non suonano, ma coltivano nel proprio tempo libero altre passioni. La strada del valore aggiunto, che impreziosisce uno strumento (specialmente se è uno strumento indirizzato ad un principiante o ad un musicista non professionista), è fatta anche dalle idee e dai suggerimenti che possono nascere facendo ciclismo, giocando a tennis o dedicandosi alla vela… ALLA RICERCA DEL SUONO DSD: E per quanto riguarda il suono? YPDL: Sia il suono che l’integrità dello strumento sono sempre al centro della nostra attenzione, soprattutto quando lavoriamo a strumenti MIDI che si inseriscono nel solco di una tradizione acustica. In questo senso si può dire che il suono dello strumento influenzi moltissimo le decisioni dei designer: i quali, fra parentesi, si divertono moltissimo nel tradurre il calore del suono in forme tangibili che, a loro volta, dovranno ispirare l’esecutore. IL PUNTO DI VISTA DELL’ESECUTORE DSD: Già, l’esecutore. Come vi sentite quando ascoltate un musicista che suona sui vostri strumenti? YPDL: È un’emozione fortissima! Davvero, siamo molto felici ogni volta che sentiamo qualcuno che li suona. È un po’ come rivivere ogni volta la speranza che ci anima quando li progettiamo; il desiderio che questi strumenti siano in grado di trasmettere un’emozione positiva agli esecutori. E che, insieme ad essi, facciano riverberare anche su altri questa influenza positiva. DSD: Questo dal vostro punto di vista. Ma torniamo al musicista che deve acquistare uno strumento. Per quale motivo, se posto di fronte a due strumenti dalle caratteristiche simili ma dalla forma completamente diversa (un dato comune nel campo degli strumenti elettronici), l’esecutore dovrebbe scegliere lo strumento dal design migliore? YPDL: La risposta è ancora una volta nel rapporto degli strumenti musicali con la sfera dell’emotività. Gli strumenti, anche quelli elettrici e digitali, sono profondamente diversi dai prodotti industriali più comuni. Li utilizziamo infatti per esprimere le nostre emozioni più profonde; e a questo scopo li tocchiamo o li stringiamo fra le dita, instaurando un rapporto fisico che li trasforma in potentissime interfacce dell’animo umano. A questo punto, è evidente che qualsiasi miglioramento nel design non va valuta- INFORMAZIONI, STORIA E FILOSOFIA DELLA PROGETTAZIONE: TUTTO IN UN PORTALE... DI ALTO DESIGN C’è davvero tutta la storia delle attività recenti e passate del Product Design Laboratory sulle pagine web che si aprono all’indirizzo www.global.yamaha.com/design/ Il sito è concepito come un vortal, vale a dire un portale verticale di informazione sulle attività del gruppo di designer che si occupano dello sviluppo dei nuovi prodotti e dei concept di Yamaha Corporation. Al di là dei comunicati stampa e delle news pubblicate sulla home page, tuttavia, il portale si manifesta in tutto il suo... splendore non appena si clicca sulla grande fotografia che campeggia in alto, al centro della pagina. Così facendo, si accede infatti al vero sito del Product Design Laboratory, dove sono ospitati fra l’altro i pensieri e gli scritti del direttore Yasuhiro Kira e di alcuni dei “top designer” che hanno risposto alle nostre domande. Oltre ai contenuti, che sono estremamente interessanti non solo per chi si occupa di strumenti musi- 10 cali, ma anche per tutti coloro che sono affascinati dai temi del design, si viene colpiti subito favorevolmente anche dall’interfaccia del sistema di navigazione, che unisce funzionalità e sobrietà in perfetto stile... Yamaha Design. Niente clic sui pulsanti, niente fastidiose colonne sonore: le pagine sono al tempo stesso sobrie, eleganti ed esaustive –al punto che è facile indovinare, dietro alle schermate di Flash, la costante attenzione ai “cinque pilastri” del design Yamaha. Noi abbiamo dedicato parecchio tempo alla visita; anche perché il materiale contenuto nel portale è davvero tanto, e va dalla descrizione dettagliata di ciascuno delle decine di prodotti presentati alle fotografie dei dettagli più significativi della produzione. I singoli articoli sono poi spesso corredati dalla riproduzione dei disegni preparatori –che a volte catturano l’occhio anche più del prodotto finito. Da consigliare a chiunque voglia farsi un’idea dell’evoluzione recente degli strumenti musicali. • to solo dal punto di vista estetico, ma si traduce istantaneamente in un miglioramento del suono, della suonabilità e del rapporto emotivo che lega il musicista al proprio strumento. FRA PASSATO E FUTURO DSD: Un’ultima domanda… in che modo la costante tensione al miglioramento e all’innovazione si fondono con la grande tradizione di cui Yamaha, con la sua lunga storia, è comunque garante? Voglio dire… quanto degli strumenti del futuro dipende dalle caratteristiche di quelli del passato? Ci sono dei punti di partenza fondamentali da cui non si può prescindere per la progettazione o la reinterpretazione di un violino o di una chitarra? YPDL: La tradizione Yamaha è ormai molto lunga e autorevole sia nel campo degli strumenti acustici che nel settore degli strumenti elettrici e digitali; e l’esperienza maturata nel progettare e costruire una così ampia gamma di strumenti musicali rappresenta davvero un valore inestimabile. Spesso, tra l’altro, le due tradizioni sono confluite per dare vista a strumenti musicali “ibridi”. Come team, abbiamo riscoperto la grande bellezza e il fascino del design funzionale degli strumenti acustici. Siamo convinti del fatto che un design pesante e ricco di decorazioni invadenti sia sempre da evitare. Ad esempio, il violino Silent SV-120 ha mantenuto la silhouette dello strumento originale solo su di un lato. Gli stessi strumenti musicali elettrici non hanno nessun bisogno di un corpo acustico… Tuttavia, nel caso del violino Silent, è stato necessario preservare l’emozione data dalla curva del violino su un lato dello strumento… un valore che si traduce allo stesso tempo in una informazione fondamentale che permette all’esecutore di regolare con precisione l’angolazione dell’arco. In linea generale, comunque, quando progettiamo uno strumento “ibrido” cerchiamo di rimuovere o ridurre al minimo indispensabile tutti i componenti non necessari; e allo stesso tempo ci sforziamo di mantenere intatte l’integrità dello strumento e la tradizione che ce lo ha consegnato. Attualità Attualità 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Musicisti per hobby Nella storia del mondo sono stati e sono moltissimi gli uomini che hanno imparato la musica per proprio diletto, per accompagnare i momenti della propria vita o semplicemente per condividere emozioni e sentimenti con altri che avevano la loro stessa passione. La musica, d’altra parte, ha sempre affascinato l’uomo, al punto che è stata considerata nell’antichità un privilegio culturale e uno dei capisaldi della formazione umana (Platone) e che in alcune colonie greche la privazione dell’insegnamento della musica era una delle sanzioni più infamanti che si potessero infliggere ai popoli sottomessi. Più tardi, se facciamo un salto di molti secoli, troviamo la regina di Aquita- nia, Eleonora, il cui nonno (Guglielmo IX) era un abile poeta e musico, tanto da essere considerato il primo dei trovatori medievali. Anche il padre di Eleonora, Guglielmo X, era musicista e poeta, e lei stessa aiutava e sosteneva il movimento dei trovatori. Eleonora, educata alla musica e alla letteratura, rimasta orfana all’età di 15 anni, andò sposa al re Luigi VII di Francia, dal quale ebbe una figlia, Maria, e dal quale divorziò alcuni anni più tardi. Sposò in seconde nozze Enrico d’Inghilterra, che divenne Re alla morte di suo nonno, e che la rese Regina di Inghilterra. Da Enrico ebbe otto figli, tra i quali la Storia ricorda soprattutto Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra. Ma possiamo venire più vicino a noi per condividere con “non professionisti” la gioia della musica, evitando di incappare in pur clamorose eccezioni di persone la cui follia ha segnato intere epoche (e basti l’esempio di Nerone che suonava la sua lira accompagnando il devastante incendio della città eterna). Politici e altro Se vi capitasse di visitare, a Philadelphia, la casa in cui visse Benjamin Franklin, uno dei più prolifici e geniali inventori della storia americana (a lui si devono ad esempio il parafulmine e una diffusissima stufa a carbone), potrete ammirare un curioso tavolino a forma di piramide, che si presenta, su ogni lato, con un piano inclinato illuminato da una candela. Ebbene, il geniale personaggio, che fu anche giornalista e economista, oltre che appassionato patriota e politico di altissima statura (è anche annoverato tra i padri fondatori della Repubblica Americana), aveva la passione per i quartetti d’archi, e si ritrovava con tre amici a suonare, alla sera, leggendo le partiture insieme agli altri raccolti attorno al tavolino da lui stesso disegnato. Un suo illustre contemporaneo e amico, Thomas 12 Jefferson (che fu Presidente degli Stati Uniti) era anche un abile musicista, appassionato di “fiddler” (il violino folk americano), che studiò con passione per oltre dodici anni, dedicando a questo suo hobby ben tre ore ogni giorno. Non c’è da stupirsi se poi veniva acclamato quando si poteva esibire, e non c’è da stupirsi se proprio il suo “fiddler” lo aiutò a “far colpo” sulla sua futura moglie, Martha Skelton, abile clavicembalista e anch’essa appassionatissima di musica, con la quale egli visse felicemente e con la quale continuò gli studi musicali sotto la guida di un maestro italiano di nome Alberti. In una corrispondenza con Hopkinson, grande compositore americano, Jefferson gli chiede addirittura di sviluppare un’ottava superiore e un’ottava inferiore per lo sticcado, un dulcimero appalachiano che aveva solo tre ottave e che veniva suonato con grande passione proprio dall’eclettico Beniamino Franklin Ma Jefferson non fu certo l’unico politico americano ad avere questa passione: numerosi altri presidenti sapevano suonare discretamente alcuni strumenti musicali, e basti per tutti l’esempio a noi vicino di Bill Clinton, che è un ottimo saxofonista jazz. Per suonare il sax non occorre peraltro essere americani, e lo dimostra la passione che è ugualmente condivisa dal nostro exMinistro per il Welfare Roberto Maroni (Bobo per gli amici) che suona il sax tenore (dicono) in modo davvero coinvolgente e che si diletta in pianoforte. Ha anche fatto parte del cosiddetto Parlamento Rock, una sorta di associazione bipartisan che vede moltissimi politici partecipare a iniziative musicali. Tra di essi, oltre al già citato “Bobo” Maroni, figurano Ignazio La Russa, Guido Folloni e Nando Dalla Chiesa, in gioventù valente chitarrista solista. Ma al di là dei politici (tra i quali potremmo anche includere Benito Mussolini, che si cimentava con il violino, senza peraltro raggiungere risultati particolarmente apprezzabili) esistono Dismamusica Magazine SHOW DAILY naturalmente moltissimi altri personaggi pubblici che si dilettano con le sette note, e che di mestiere sono tutt’altro che musicisti. Il giudice Francesco Saverio Borrelli è ad esempio un eccellente pianista, come altrettanto valido pianista è certamente il divulgatore scientifico e giornalista Piero Angela. EDITORI E... Se passiamo all’editoria, troviamo un batterista jazz (appassionato dei blues da accompagnare con il sapiente impiego delle spazzole) in un insospettabile Sergio Bonelli, editore di una serie imponente di fumetti pubblicati in vari paesi del mondo: Dylan Dog, Tex, Martin Mystère, Mister No, Zagor, Gea e via discorrendo. Ma molti sono i giornalisti e gli scrittori che si sono cimentati con vari strumenti, come Attualità Attualità 22 Settembre 2007 Bud Spencer il pianoforte jazz (è anche compositore), Woody Allen è un eccellente clarinettista (che spesso suona nei locali jazz di Broadway) e Maurizio Costanzo ama esibirsi al saxofono. FUORI DAGLI SCHEMI Se poi andiamo in ambiti davvero inconsueti, dove la musica suonata sembra quasi fuori luogo o fuori portata, troviamo una vera schiera di appassionati esecutori, attratti dallo strumento musicale visto come attitudine aggiuntiva. Ci sono ad esempio gli atleti (come Billy Costacurta, valido pianista e tastierista, o Valentino Rossi, bravo anche con la chitarra oltre che con la potente “500” da competizione, e Andrew Howe, potente nel salto, nella corsa e alla batteria) e gli scienziati (lo stesso Albert Einstein era notoriamente un ottimo violinista e suonava anche il pianoforte). Ma la storia ci ha regalato luminosi esempi anche nel campo della medicina. È il caso del Dottor Schweitzer, che finanziava il suo ospedale per lebbrosi a Lambarené attraverso una lunghissima serie di concerti per organo in tutta Europa, o del fantasioso Patch Adams, che ha usato (oltre al naso rosso da clown) anche la musica, il ritmo e le percussioni per rendere più leggera la degenza dei suoi pazienti. Sherlock Holmes, aiutato dalla musica, secondo il suo creatore Sir Arthur Conan Doyle, a trovare la concentrazione mentale per poter risolvere i casi più c o m plessi e intricati. Dalla letteratura ai cartoni animati è passata anche l’arpa di Rémi, il personaggio Senza famiglia di Hector Malot che ha commosso intere generazioni e che gira per le strade di Francia al seguito del vecchio Vitali, ex cantante e musicista di fama. Tra gli scrittori come non ricordare Thomas Hardy, il poeta e scrittore del Dorsetshire, che era un ottimo e appassionato suonatore di fiddle (il già citato violino country), con il quale si esibiva in polke, jis e walzer. Il filone degli scrittori è peraltro sterminato, e vale la pena di riportare solo qualche esempio: Hans Christian Andersen, in gioven- schermi dell’ultimo secolo, e ci basti citare l’esilarante “prova d’attore” di due giganti come Tony Curtis e Jack Lemmon, travestiti da donne-musiciste (rispettivamente sax e contrabbasso) in A qualcuno piace caldo. Anche i registi non scherzano comunque, e oltre al già citato Woody Allen va sicuramente segnalato un altro italianissimo appassionato clarinettista jazz dilettante di sicuro talento: Pupi Avati. SUONARE è BENE La musica suonata è quindi, da sempre, uno dei motivi più forti di aggregazione nelle varie forme sociali, da quelle tribali a quelle contadine, da quelle più evolute a quelle ancora seminascoste. Io stesso potrei citare l’esempio del mio nonno paterno. Bracciante agricolo con la sola terza elementare, ma giovanotto pieno di risorse, imparò a suonare ad orecchio la fisarmonica. Grazie ad essa, durante le feste che si svolgevano nella grande cascina dove abitava, si trovava al centro dell’attenzione, chiamato a rallegrare con la sua musica i fuochi dei falò (si era a fine ‘800). E grazie alla fisarmonica scoprì la voce di mia non- na, che si levava alta a celebrare i canti delle mondine accompagnata proprio dalla sua fisarmonica, e in lei trovò la compagna della sua vita. Suonare fa bene. Fa bene a ciascuno di noi e fa bene a chi sta intorno a noi. Credeteci. Ve lo dice uno che riesce a fare appena qualcosa di più del “giro di do” alla chitarra, ma che anche con questo poco è riuscito, a volte, a strappare un sorriso in più a gruppi di persone un po’ annoiate e un po’ tristi. Gianni Cameroni La letteratura e il cinema Alessandro Baricco (pianoforte) … ...ATTORI Nel mondo dello spettacolo, poi, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Danny Kaye suonava ad esempio la chitarra, la tromba, il pianoforte e le percussioni, Dean Martin il pianoforte e la chitarra, Liz Taylor suona il pianoforte, Dell’importanza dello strumento musicale si sono accorti, comunque, anche gli scrittori, che hanno raccontato storie superbe di professionisti (come l’avvincente Novecento di Alessandro Baricco, dal quale è stato tratto il film La leggenda del pianista sull’oceano) o di dilettanti di talento, come il “violinista” tù anche cantante lirico e attore, scrisse numerosi libretti per compositori danesi, tra i quali anche la riduzione a melodramma de I Promessi Sposi (Le nozze sul Lago di Como di Glaeser); Wolfgang Goethe si distinse per la sua vera passione per la musica, che lo portò a studiare numerosi strumenti musicali e a cimentarsi come valido cantante di coro; il poeta indiano Tagore, Nobel per la letteratura nel 1913, fu anche musicista, e compose da sé i motivi musicali che dovevano fare da sottofondo alla lettura delle sue poesie Sul cinema, poi, si potrebbe scrivere un capitolo a parte. Dalle armoniche a bocca delle vecchie serate nel West alle appassionate serenate al chiaro di luna, una vera folla di musicisti improvvisati ha attraversato gli 13 Dalle Aziende Dalle Aziende Che le foreste del nostro pianeta siano a rischio è un dato ormai risaputo. Meno nota, invece, è la minaccia che investe il settore degli strumenti musicali di qualità. Un pericolo che secondo gli esperti potrebbe mettere in ginocchio, nel breve giro di pochissimi anni, la produzione dei marchi più blasonati. Una QUESTIONE oggettivA Il problema, stando alle dichiarazioni degli stessi leader di mercato, è davvero grave. E investe soprattutto le specie vegetali usate per costruire gli strumenti di qualità superiore. Come il legno di abete sitka, uno dei materiali migliori in assoluto per la realizzazione delle tavole armoniche dei pianoforti da concerto, delle arpe e delle chitarre acustiche di fascia alta. Un’essenza a proposito della quale Bob Taylor, presidente della Taylor Guitars, ha dichiarato che “sono molte le regioni nelle quali siamo ad un passo dall’estinzione degli ultimi alberi di dimensioni adatte alla costruzione di strumenti musicali”. Utilizzato come materia prima per la produzione di travi e infissi destinati al settore delle costruzioni e frequentissimo nelle cartiere del Nord America, l’abete sitka è minacciato solo in minima parte dall’industria musicale, che è responsabile di una parte infinitesimale del consumo di legname in metri cubi. Ma che, a differenza dei produttori di carta, non può accontentarsi degli alberi giovani e deve per necessità abbattere piante di almeno 250 anni di età. Alberi possenti come quello della foto qui sopra, che ci è stata inviata da Greenpeace USA e che ritrae i componenti di una “task force” inviata in Alaska per verificare sul terreno lo stato di salute delle foreste sitka (sono visibili, da sinistra a destra, Larry Edwards e Scott Paul di Greenpeace, il responsabile degli approvvigionamenti di Martin Nick Colesanti, Rob Stangelini di Fender, Bob Taylor e Dave Berryman, presidente di Gibson). Il programma di certificazione La piccola delegazione non si è limitata a visitare le foreste vergini e i vasti appezzamenti di terreno resi spogli dal taglio dei boschi. Con la mediazione decisiva dei responsabili di Greenpeace, infatti, i leader dell’industria musicale statunitense hanno incontrato i dirigenti della Sealaska Corporation, l’impresa che detiene il monopolio delle esportazioni di legname sitka in Alaska. “Quello che è emerso”, riassume Bob Taylor, “è che la Sealaska, che da diversi anni collabora con Greenpeace, ha un programma di certificazione che garantisce un ciclo di ricrescita di settant’anni sulle sue proprietà.” In pratica, le foreste che crescono sui vastissimi terreni di proprietà della Sealaska vengono 22 Settembre 2007 trattate come una gigantesca piantagione che, ogni 70 anni, garantisce la disponibilità di una quantità di legname corrispondente alle richieste dal mercato. Il problema, però, è che in questo modo tutte le piante tagliate avranno, una volta che il programma sarà a regime, un’età massima di settant’anni. “Alberi così vanno benissimo per l’industria delle costruzioni”, aggiunge Bob Taylor, “ma noi non sapremmo che farcene, perché sono troppo piccoli per poter essere utilizzati”. Trovare una soluzione al problema non è semplice, perché nel conto vanno considerati anche imponenti interessi economici. In breve: da un lato sarebbe economicamente insostenibile pensare ad un ciclo di ricrescita di 250 anni; e per contro l’abbandono immediato del legno di sitka per la produzione di strumenti musicali sarebbe, per citare ancora Bob Taylor, “un suicidio, in termini di marketing”. E allora? VERSO UN IMPEGNO COMUNE E allora, come dichiara il Presidente della Martin, Chris Martin, “stiamo esplorando tutte le strategie possibili per stabilire un’alleanza con chi si occupa da vicino della gestione delle foreste. Dobbiamo gestire con più giudizio queste preziosissi- Abete Sitka: profilo di una specie a rischio Nome scientifico: Picea sitchensis Dimensioni: fino a 90 metri di altezza (è la terza conifera del pianeta) Habitat naturale: foreste della costa occidentale degli Stati Uniti, con estensione dall’Alaska al margine settentrionale della California Caratteristiche: il legno è molto compatto e quasi privo di nodi; ha un rapporto resistenza/peso molto favorevole ed è un ottimo conduttore acustico Usi principali: produzione di materiali da costruzione, infissi, carta, aerei ultraleggeri e strumenti musicali Curiosità: i germogli di sitka spruce vengono usati per aromatizzare un tipo particolarissimo di birra, la spruce beer, prodotta secondo un’antica ricetta coloniale americana. 14 me risorse.” Il primo passo, naturalmente, consiste nella creazione di un’alleanza. “Chi produce chitarre”, sottolinea Rob Stangelini, manager Fender, “è abituato a combattere contro le Case rivali per conquistare la preferenza dello stesso pubblico... ma se vogliamo salvare le riserve di legname prezioso, dobbiamo agire tutti insieme”. Così, mentre l’industria americana degli strumenti musicali inizia a fare quadrato attorno al problema delle foreste del Nordovest (è recente l’adesione di Baldwin Pianos alla campagna Music Wood), Greenpeace si sta dando da fare per invitare al tavolo delle trattative anche gli altri clienti della Sealaska: in primis industrie giapponesi e statunitensi del settore delle costruzioni. IL VALORE DEL BUON ESEMPIO In tutta questa operazione, ci hanno assicurato i portavoce di Greenpeace USA, la presenza dell’industria musicale è fondamentale, anche per il ruolo fortissimo che può giocare a livello di immagine. Come è emerso da accurate indagini di mercato, un numero crescente di acquirenti si pone il problema della provenienza del legname con cui vengono costruiti gli strumenti musicali; ma non c’è ancora nessuno che si chieda da dove arrivino le travi usate per costruire le numerosissime Dismamusica Magazine SHOW DAILY abitazioni in legno degli Stati Uniti. Una chitarra “sostenibile” imbracciata da una star internazionale, inoltre, può aiutare tantissimo a sensibilizzare il grande pubblico – e, quando il grande pubblico avrà preso coscienza del problema, sarà più semplice trovare una soluzione comune al problema della salvaguardia del legno per strumenti musicali. La partita, naturalmente, è ancora tutta da giocare. Ma è bello, oltre che significativo, che i primi a muoversi siano i produttori di strumenti musicali. Una volta Jimi Hendrix ha detto: “If there is something to be changed in this world, then it can only happen through music”. Parole forti e ambiziose, che lo staff di Greenpeace ha deciso di adottare come motto ufficiale dell’intera iniziativa. Un motto che ci sentiamo di condividere in pieno... se vogliamo cambiare qualcosa di questo mondo, la musica è davvero l’unico mezzo che abbiamo a disposizione. “Il vostro legno è buono?” È questo lo slogan scelto da Greenpeace a sostegno della campagna Music Wood che vede coinvolti, accanto al gruppo ecologista, alcuni dei più grandi produttori mondiali di strumenti musicali. Il messaggio echeggia dalle pagine del sito www.musicwood.org –dove, oltre ad una completa rassegna stampa, si possono trovare numerosi materiali che chiunque (attivisti, musicisti “verdi” e rivenditori) può utilizzare per diffondere il messaggio e “sensibilizzare” le coscienze. Fra gli strumenti a disposizione c’è anche questo poster, che può essere stampato anche su grandi dimensioni “per aiutare la causa”. Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Gli spazi del club tenco a MEET milano a cura di Enrico DeRegibus La Musica, Gaber e il Quartetto Cetra Continuano in questa seconda giornata del MEET gli incontri e le performance sulla storia della musica italiana. Due anche per oggi gli appuntamenti, entrambi previsti nell’aula Agorà (padiglione 18), e dedicati a due nomi che in modo diverso hanno segnato la nostra canzone: Giorgio Gaber ed il Quartetto Cetra. Alle 11.30 si parlerà di Gaber, anzi del “primo Gaber”, quello degli anni Cinquanta e Sessanta. Cantautore, attore e più in generale intellettuale di prim’ordine, il “Signor G” è diventato personaggio di grande rilievo nel panorama culturale italiano con il suo Teatro-canzone, portato in giro per mille teatri italiani per tre decenni, dal 1970 e quasi sino alla sua scomparsa nel 2003. Ma anche i suoi inizi riservano molte sorprese, canzoni, aneddoti. Aveva debuttato giovanissimo con il rock’n’roll al Santa Tecla di Milano, dove si esibivano anche altri personaggi storici della nostra musica come Celentano, Jannacci, Tenco, per poi proseguire nell’ambito della canzone e della tv. Durante l’incontro verranno proiettati e commentati, sul filo della memoria, rari documenti video dell’artista milanese riguardanti proprio quegli anni. Alle 17,00 sarà poi la volta del Quartetto Cetra con musica dal vivo e commenti. Il gruppo irrompe tra le rose e i casti amori del panorama canzonettistico nazionale nei primi anni Quaranta, ed è subito un susseguirsi di successi, a base di swing e ironia: parodie, adattamenti, favole, filastrocche, metacanzoni, e non si tratta solo di disimpegnati calembour o di burleschi rifacimenti di opere liriche e letterarie. Con Virgilio Savona, Tata Giacobetti, Felice Chiusano e Lucia Mannucci inizia una rivoluzione che cambierà per sempre la canzone italiana. A omaggiarli sarà un quartetto vocale che riprenderà i loro brani in modo spumeggiante, i Blue Bop, quattro dotatissimi vocalist vicentini provenienti da varie esperienze nella musica pop e jazz. Un percorso, il loro, denso di Un organo portativo a Radovljica Capita, andando a passeggiare durante le vacanze, di visitare palazzi storici, musei e chiese nei dintorni delle località di villeggiatura, E, soprattutto quando il tempo è incerto, diventa piacevole osservare, al chiuso, interessanti particolarità locali. Eravamo in Slovenia, nel mese di agosto, ed era per l’appunto una giornata un po’ uggiosa, quando abbiamo deciso di andare nella cittadina di Radovljica per visitare il museo dell’apicolutura. Il museo è ospitato in un palazzo del ‘700 che si affaccia sulla piazza principale circondata da case di epoca gotica-medievale, e che, come tutti i palazzi patrizi che si rispettano, ha un accesso imponente, con una scalinata che raggiunge il primo piano divaricandosi su due fastosi scaloni. Poco prima di varcare le porte del Museo (rivelatosi poi interessantissimo), abbiamo sentito un suono modulato provenire da un ambiente alle nostre spalle. C’era una grande porta a vetri, ma il riflesso ci impediva di vedere all’interno: e il suono continuava con una melodia gradevole e ben suonata. Rompendo gli indugi, abbiamo spinto il battente e siamo entrati in punta di piedi per scoprire la fonte di quel suono. Eravamo entrati in una sala di rappresentanza del grande palazzo attrezzata come sala da concerto, con una serie ordinata di file di sedie divise da un corridoio centrale. Il suono si era fermato e, sulla pedana in fondo, un giovane musicista ci stava guardando con aria interrogativa. Era seduto, e appoggiato concerti, collaborazioni importanti (da Ron a Lucio Dalla, da Lino Patruno a Oscar Klein) e apparizioni televisive, e che è valso ai quattro la Targa “Bigi” Barbieri al Festival della canzone umoristica in Valcamonica e, guarda caso, il “Premio Quartetto Cetra” per la rivisitazione in chiave moderna del repertorio dei più noti gruppi vocali dagli anni ‘40 ai nostri giorni. “Musica e Parole” Incontri sulla musica italiana a cura di Enrico de Angelis e Enrico Deregibus. Sabato 22 settembre: 11.30 Aula Agorà (pad. 18) “Il primo Gaber”. Proiezione commentata di rari documenti visivi di Giorgio Gaber. 17.00 Aula Agorà (pad. 18) “Quartetto Cetra. Mezzo secolo di musica italiana attraverso uno dei suoi protagonisti”. Con esemplificazioni dal vivo dei Blue Bop. di Silvana Antonioli alla gamba sinistra, aveva uno splendido organo portativo di foggia medioevale, come lo strumento che molti angeli musicanti “suonano” negli affreschi di tutta Europa. L’organo portativo L’organo portativo, detto anche organetto o ninfale, è effettivamente un organo di piccole dimensioni, che ebbe la sua massima diffusione nei secoli XIIIXV in tutta Europa, e che venne usato sia per esecuzioni solistiche, sia per l’accompagnamento di una o più voci, sia per un impiego in gruppi strumentali di più ampie dimensioni, in contesti sacri e profani. Per la sua forma e la sua compattezza lo strumento era facilmente trasportabile e si suonava con una mano sola, dato che l’altro braccio (il sinistro) era impegnato a muovere il man- tice, di norma costruito con elementi di legno. Alcuni ritengono che questo strumento sia uno degli antenati della fisarmonica moderna (strumento con mantice e tastiera), ma la sua voce è decisamente diversa. Ebbene, ci siamo intrattenuti a parlare con il musicista: si trattava di Guillermo Pérez, spagnolo (è nato a Barcellona nel 1980), diplomato in flauto e pianoforte e affermato esecutore specializzato in musiche del XIV e XV secolo. Direttore dell’ensemble Tasto Solo e attivo nelle collaborazioni con molti gruppi di musica medievale, Pérez ha vinto nel 2003, a Parigi, il concorso internazionale FNAPEC suonando con l’ensemble De Pulchrae. Quella sera avrebbe tenuto un concerto dal titolo Maestri dell’Organetto (in italiano anche sul programma sloveno) con musiche tradizionali e con composizioni dell’italiano Francesco Landini e di Gulielmus. Ci è dispiaciuto non poterci trattenere, Parlando dell’Italia, gli abbiamo citato un appassionato costruttore italiano di organi portativi (repliche accurate di strumenti medievali): Walter Chinaglia (che è stato intervistato qualche anno fa su queste stesse pagine e che abbiamo incontrato anche alla fiera Mondomusica di Cremona). La nostra sorpresa si è mutata in sorriso quando Guillermo Pérez ci ha detto non solo di conoscerlo molto bene, ma di avere avviato, insieme a lui, un progetto di collaborazione che durerà almeno un paio d’anni. È bellissimo: abbiamo incontrato uno spagnolo in Slovenia ed abbiamo scoperto di avere amici in comune in Italia. Anche questa è musica… 15 Dalla Fiera Dalla Fiera 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY di Mario De Luigi Fra gli eventi suscettibili di destare particolare curiosità e interesse nei visitatori di questa prima edizione di MEET Milano è da segnalare la galleria fotografica Musica in mostra: le origini/Immagini storiche dell’industria musicale in Italia, curata da M&D Musica e Dischi, mensile specializzato che dal lontano 1945 è testimone (e cronista) degli sviluppi del settore musicale nel nostro Paese e che da un paio d’anni ospita in una apposita rubrica – intitolata Dove eravamo – fotografie, ritagli d’epoca, annunci pubblicitari apparsi sulle sue pagine in questi ultimi 60 anni. Proprio da qui è scattata l’idea di proporre in un’apposita area della Fiera una documentazione relativa agli anni ’50 e ’60 – che rappresentarono il passaggio dalla fase artigianale e quella industriale della discografia italiana – attingendo al vasto archivio della testata, scegliendo fra migliaia di immagini quelle che maggiormente potessero stimolare il visitatore. IL MONDO DEGLI ARTISTI Già, ma come affrontare la selezione? Dopo una serie di discussioni e confronti, si è optato per concentrare l’attenzione sul mondo artistico –attraverso scatti riferiti a manifestazioni che in quegli anni costituivano i principali trampolini di lancio dei successi in Italia (festival di Sanremo, Disco per l’Estate, Cantagiro, festival di Napoli, ecc.), ma anche foto “ufficiali” diffuse all’epoca dagli uffici stampa dalle case– con qualche “excursus” sulle cronache d’attualità riferite a quegli anni, nell’intento di ricostruire l’atmosfera in cui si muovevano fra il 1950 e il 1970 i protagonisti sulla 1961: Alcuni dei partecipanti all’undicesimo Festival di Sanremo selezionati per la Tournée Sanremo Nord/Sud America. Da sinistra si riconoscono Aurelio Fierro, Teddy Reno, Wilma de Angelis, Luciano Tajoli, Tony Dallara, Carla Boni, Mina, il Maestro Bruno Canfora e Miranda Martino. 16 nostra scena musicale e gli operatori che ne reggevano i fili dalle “stanze dei bottoni”: uno spaccato utile a rievocare un pezzo della nostra storia e, al tempo stesso (attraverso il confronto con la “società dell’immagine” dominante ai giorni nostri), capire il processo di evoluzione che ha condotto alla globalizzazione nel mondo musicale contemporaneo. 1953: Il Reuccio Claudio Villa rende omaggio a The Voice Frank Sinatra durante una pausa del tour italiano effettuato a maggio dal cantante americano. Uno sguardo alla mostra La rassegna rivisita i momenti di gloria di artisti di ieri – da Claudio Villa al Quartetto Cetra, da Sergio Bruni a Domenico Modugno – e ripercorre gli esordi di personaggi ancor oggi sulla cresta dell’onda, come Adriano Celentano, Mina, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Franco Battiato, Lucio Dalla, Claudio Baglioni e tanti altri nomi che ritornano puntualmente, a distanza di decenni, ai vertici delle nostre classifiche di vendita. Uno sguardo indietro, dunque, con l’obiettivo (per gli operatori, ma anche per il pubblico dei consumatori) di guardare avanti, in un momento in cui l’industria musicale – soprattutto in Italia – si trova a dover affrontare una serie di mutamenti e trasformazioni che, con l’ingresso nell’era Internet, stanno rivoluzionando in profondità i modelli di business. Ma dove, indipendentemente dalle icone di riferimento (che si chiamino Achille Togliani o Lucio Battisti o Fabrizio De André), la musica continua ad essere al centro dell’attenzione di quanti fruiscono del prodotto musicale. PER CHI VUOLE saperne DI PIù Quanti, poi, fossero interessati a soddisfare ulteriormente la propria curiosità sulla storia di questo settore possono trovare tutte le informazioni necessarie visitando –all’interno di MEET Milano– lo stand allestito da M&D Musica e Dischi: sarà l’occasione per meglio do- cumentarsi su quanto è avvenuto in passato e quanto avviene oggi all’interno del mercato della musica. Su quanto potrebbe avvenire domani, infine, lo stesso mensile promuove (nella mattinata di lunedì 24, in una delle sale riservate ai convegni) una tavola rotonda intitolata Alla ricerca di sinergie, dedicata alle prospettive del mondo digitale nei suoi rapporti con l’industria musicale, che riunirà i principali operatori sul versante della produzione e dei new media. Foto di apertura: 1957 - I ‘Rock Boys’ con Adriano Celentano e, tra gli altri, Enzo Jannacci e Ico Cerutti (a destra), si esibiscono nello storico primo Festival di Rock and Roll tenutosi il 18 maggio al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Acoustic Village Acoustic Guitar Guitar Village 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY di Alessio Ambrosi Parlando dell’Acoustic Guitar Village che prende forma al centro del padiglione 18 in occasione della prima edizione di MEET Milano, il riferimento alla “cittadella” è d’obbligo. La piccola “isola” dedicata alla liuteria a pizzico è infatti una sorta di spazio gemello dell’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana. Sono passati alcuni mesi da quando, durante l’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana da me organizzato, Dismamusica ed ExpoCTS mi hanno lanciato una sfida: coordinare la presenza collettiva del mondo della liuteria italiana a pizzico all’interno di MIV - Music International Village e, quindi, di MEET Milano. Al secondo giorno di Fiera, e a cose praticamente fatte –almeno dal punto di vista organizzativo, poiché per chi visita il bello viene proprio ora– è possibile dire che la sfida è vinta. Una “prima” clamorosa L’Acoustic Guitar Village, al cui progetto la nostra associazione, Armadillo Club, ha lavorato per quattro mesi, è una prima assoluta nel panorama delle fiere italiane di strumenti musicali. Mai prima di oggi era accaduto che un gruppo di liutai facessero “sistema”, si mettessero cioè insieme per affacciarsi in modo istituzionale alla stessa finestra da cui l’industria guarda al mercato. E questo, già da solo, è un fatto clamoroso. Com’è naturale, un primo passo in questa direzione non poteva non essere accompagnato da dubbi, incertezze, forse anche sospetti da parte di alcuni operatori del settore; e io, che per primo mi sono posto gli stessi interrogativi, mi sentivo letteralmente tremare i polsi quando mi è stato chiesto di gestire l’organizzazione di questo Evento speciale. Rappresentare in mo- do autorevole e professionale il mondo della liuteria italiana su una piazza come Milano non è cosa da poco. Una formula consolidata Qui, però, mi è venuta in aiuto la grande esperienza accumulata nel corso dei dieci anni di Sarzana. L’Acoustic Guitar Village, per come la vedevo io, doveva essere una specie di “finestra aperta” sul mondo che si dà convegno a Sarzana, e doveva quindi riproporre la formula dell’Acoustic Guitar Meeting –senza però diventare un clone di quanto avviene presso la Fortezza Firmafede: infatti una manifestazione che ne “copia” un’altra non può suscitare nessun interesse. Alla fine, l’Acoustic Guitar Village è stato concepito come un’estensione dell’esperienza di Sarzana, un modo per portare la liuteria sotto gli occhi di un pubblico nuovo e più ampio rispetto al passato. Nel progetto definitivo sono rimasti quindi, come punti fermi, gli appuntamenti ad alto contenuto culturale e musicale che hanno decretato negli anni il successo di Sarzana. Il tutto, ovviamente, rimodulato in una nuova formula meno pittoresca e più “fieristica”. Costruendo la fiera Chiariti questi punti, non restava che mettersi al lavoro per costruirlo, questo villaggio. Abbiamo chiesto la consulenza di un architetto per il progetto dello stand (in questa pagina vedete riprodotto il dise- gno dal quale siamo partiti). Abbiamo preparato la griglia degli appuntamenti, infilando nel breve spazio di tre giorni quattro conferenze di liuteria e due concerti con ospiti internazionali del calibro di Clive Carroll e Michael Fix... Insomma, ci siamo dati da fare parecchio, coinvolgendo persone, aziende e istituzioni che hanno aderito all’idea e che hanno collaborato concretamente al progetto. Un’espressione corale Alla fine, credo che la ricchezza dei punti di vista sia la caratteristica di fondo di questo primo Acoustic Guitar Village, che si presenta a tutti gli effetti come una espressione “corale”. Nello spazio allestito all’interno del padiglione 18 ci sono liutai, marchi chitarristici di grande prestigio, produttori di legnami armonici per liuteria e partner istituzionali. Ci sono la Regione Liguria, la Provincia della Spezia e il Comune di Sarzana, qui presenti con un loro spazio in veste di sostenitori dell’Acoustic Guitar Meeting. E poi c’è l’area destinata agli appuntamenti live, dove si alterneranno artisti internazionali di grande rilievo e relatori di primo piano che porteranno in fiera importanti conferenze. Abbiamo previsto anche un piccolissimo spazio per i bambini, dove si svolgeranno attività di introduzione alla chitarra... insomma, c’è tutto un mondo che aspetta di essere scoperto. Non solo uno stand Nelle nostre intenzioni, lo spazio dell’Acoustic Guitar Village non è soltanto uno stand, e questo per vari motivi. Primo: i suoi confini non sono quelli rigidi della planimetria che ci è stata offerta, ma travalicano il perimetro della Fiera stessa con le proposte musicali che giungono da tutto il mondo. Secondo: l’Acoustic Guitar Village non è soltanto uno spa- zio, ma anche un modo. O una strada, se preferite, per ribadire a gran voce che la chitarra acustica, giustamente considerata lo strumento più popolare e diffuso del mondo, può e deve giocare un ruolo importante nel rilancio della cultura musicale di questo Paese. Non soltanto in modo “antagonista”, ma presentandosi ad appuntamenti come quello di MEET Milano e dimostrando nei fatti che quella trasversalità tipica del nostro mondo (che si estende ben al di là dell’ambito degli specialisti e coinvolge anche chi suona la chitarra elettrica, o chi suona altri strumenti) è un presupposto fondamentale per elaborare una strategia di promozione della musica vera, suonata sugli strumenti e non semplicemente subìta in modo passivo. La forza dell’entusiasmo Il successo dell’Acoustic Guitar Village, secondo me, si misura qui. Non nel numero delle persone che si siederanno ad ascoltare questo o quel concerto, questo o quel seminario. Ma nella quantità di entusiasmo che noi, dalla nostra piccola “cittadella”, riusciremo a riversare sul pubblico. Chi ha scelto di essere presente lo ha fatto anche al prezzo di sacrifici e, credetemi, ce la sta mettendo davvero tutta. Dopodiché, come sempre, starà ai visitatori giudicare. Anche se, ad essere sincero fino in fondo, preferirei che ci si esercitasse un po’ meno nel dare giudizi e un po’ di più nel condividere la comune passione per la Musica. Fra FlatMEETing, conferenze e ospiti illustri Questa mattina alle 11.00 presso lo Spazio Gamma 18 (Pad. 18) Davide Mastrangelo tiene la conferenza Teoria, tecnica e creatività per seminare passione, professionalità e competenza. Per ulteriori informazioni su Acoustic Guitar Village e sulle attività di Armadillo Club: www.armadilloclub.org 18 Oggi pomeriggio alle 15.00, presso lo Spazio Gamma 18 del padiglione 18, Roberto Fontanot e Mauro Selmo tengono la conferenza Realizzare ed utilizzare un laboratorio di analisi acustica per migliorare la qualità della propria produzione ed amplificare correttamente gli strumenti acustici. Oggi pomeriggio alle 16.00, presso lo spazio live dell’Acoustic Guitar Village, si terrà “FlatMEETing”, la prima convention dei flat-pickers italiani. L’evento, coordinato da Roberto Dalla Vecchia (nella foto a sinistra), prevede fra l’altro una grande jam-session... portate il vostro strumento e non ve ne pentirete! Alle ore 17.00, presso il Palco Demo Lem B1, si terrà il concerto/demo del chitarrista acustico Clive Carroll (nella foto qui a destra). Nel corso della giornata si terranno a ruota libera incontri e dibattiti sulla chitarra acustica nell’ambito del “Salotto Acustico”. L’Acoustic Guitar Village accoglierà inoltre numerosi ospiti illustri, come i due grandi liutai canadesi Jean Larrivèe e Patrick Godin, che hanno confermato giorni fa la propria presenza in Fiera. Dalla Fiera Dalla Fiera 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY AccadeSabato oggi 22 settembre EVENTI Ore 10:00 - Spazio Kappa - Pad. 14 Lezioni di storia della musica corredate da ascolti di brani musicali Ore 10:00 - Aula Agorà - Pad. 18 Mostra fotografica “Musica in Mostra: le origini” - Immagini storiche dell’industria musicale in Italia dal 1950 al 1970 a cura di “M&D Musica e Dischi” Ore 11:00 - Stand Casale Bauer Pad. 14 Clinics by Bissonette (Batterista), Hamilton (Bassista), Koch (Chitarrista - Dimostratore ufficiale Fender), Magagni (Guru Fender Italiano Product Specialist) Ore 10:00 Stand Casale Bauer Esibizione live Papi Moreno/3D - Dijieridu music, Lorenzo Gasperoni, Roberto Zanisi Ore 11:00 - Palco Mogar Esibizione live: Marco Fadda; Lorenzo Feliciati; Four Tiles; Daniele Gregolin; Il diavolo e l’acqua santa; Andy Timmons Band Pad. 14 Ore 11:00 - Spazio Sigma - Pad. 14 Clinics by Pietro Nobile, Marco Cadorna, Salvatore Zocco, Massimo Sutera, Francesco Lesi Spazio bimbi: al MEET c’e’ musica anche per me Ore 10:00 Ore 11:00 Stand Music Gallery - Pad. 14 Pad. 14 e Pad. 18 Esibizione live Mismountain Stand Civica Scuola di Liuteria Pad. 18 Esposizione di strumenti tra il Rinascimento e il Barocco Ore 10:00 Ore 13:00 12:00 Stand Eko Group - Pad. 14 Clinics by Peter Fischer (Framus), Stu Hamm (Hartke), Lorenzo Poli (Hartke) Ore 10:30 - Palco Bianco & Nero Ore 12:00 - Palco elettronico Corso Italia Esibizione live Markbass Power Trio (Pippo Matino, Rocco Zifarelli, Paco Sery) elettronico C.so Italia In estrema sintesi, la proposta di Fontanot si basa su di una intuizione folgorante. “Per anni” –racconta il relatore– “ho incontrato grandi maestri liutai, mi sono confrontato con musicisti preparatissimi, ho lavorato a fianco degli ingegneri più raffinati... Ho raccolto un bagaglio di esperienze davvero invidiabile. Ma tutte queste nozioni erano sparse in qualche maniera nella mia mente. Non erano organizzate in bell’ordine, e mi sono reso conto che non sarebbe stato possibile nemmeno tramandarle. Mi sono detto: qui 22 Concorso dei concorsi - I 15 giovani emergenti che hanno vinto negli ultimi 12 mesi i più importanti concorsi italiani Ore 17:00 - Stand Rugginenti Pad. 18 Ore 17:00 Il Coro di voci bianche “Agamus”, presenta “Le canzoni del bosco” Palco elettronico Corso Italia Ore 14:00 Air Guitar Palco elettronico Corso Italia Esibizione live - Casi Impossibili Ore 14:00 - Stand Eko Group Ore 17:00 - Stand Eko Group Clinics by Nicola Fassi (Koch) Ore 17:30 - Palco Bianco & Nero Concertando - Vincenzo Balzani Pad. 14 Clinics by Luca Colombo e Emanuele Perilli (Vox) CONFERENZE Ore 11:00 - Spazio Gamma - Pad. 18 “Teoria, tecnica e creatività per seminare passione, professionalità e competenza”. Conferenza sulla didattica per chitarra acustica. Relatore: Maestro Davide Mastrangelo (coordinatore didattico Acoustic Guitar Meeting di Sarzana) Ore 11:30 - Aula Agorà - Pad. 18 “Tutto quello che dovete sapere per fare musica” (siae, Enpals, Modulistica e Richieste speciali) Musica e Parole - “Il primo Gaber”. Proiezione commentata di rari documenti visivi di Giorgio Gaber. Ore 14:00 - Spazio Gamma - Pad. 18 Ore 15:00 - Palco Conferenza stampa: presentazione della rivista Strumenti e Musica elettronico Corso Italia Ore 15:00 - Spazio Gamma - Pad. 18 Esibizione del gruppo “The Rocker” Ore 15:00 Stand MusicTech Pad. 14 Dimostrazioni tecniche e musicali Esibizione del campione del mondo di Fisarmonica e Diatonica Realizzare ed utilizzare un laboratorio di analisi acustica per migliorare la qualità della propria produzione ed amplificare correttamente gli strumenti acustici. Relatori: Maestro liutaio Roberto Fontanot, prof. Antonio Selmo Ore 17:00 - Aula Agorà - Pad. 18 Musica e Parole. “Quartetto Cetra. Mezzo secolo di musica italiana attraverso uno dei suoi protagonisti”. Con esemplificazioni musicali dal vivo nelle voci dei Blue Bop. Con la direzione artistica di Enrico De Angelis e Enrico Deregibus liuteria & scienza: l’unione fa la forza TRAMANDARE IL SAPERE Ore 17:00 - Palco elettronico Corso Italia Esibizione live - Wojtek Pilichowski Esibizione live JMP Fatti un CD “Io piano, tu forte” Costruttore, riparatore, liutaio, ma soprattutto uomo curioso in cerca di risposte agli interrogativi che sorgono in lui a getto continuo. Si potrebbe definire in questo modo la figura di Roberto Fontanot, il protagonista, insieme al professor Antonio Selmo, di un interessantissimo seminario che si tiene oggi pomeriggio alle ore 15.00 presso lo Spazio Gamma del Padiglione 18. Il titolo dell’incontro, “Realizzare e utilizzare un laboratorio di analisi acustica per migliorare la qualità della propria produzione e amplificare correttamente gli strumenti acustici”, la dice lunga sul carattere innovativo della proposta. Che peraltro, come lo stesso Roberto Fontanot ci ha dichiarato, “non è che l’inizio di un grande cammino tutto da esplorare”. Concerto/demo del chitarrista acustico inglese Clive Carroll Palco elettronico Corso Italia Pad. 18 Fotografie di scena - Mostra fotografica con selezione delle immagini realizzate dagli allievi del “Corso per fotografi di scena” acustico B1 Acoustic Guitar Village Ore 16:00 - Palco Pad. 18 Ore Ore 17:00 - Palco Stand Rugginenti Percorsi musicali per bambini e animazione Ore 14.30 - Stand Rugginenti Piero Di Stefano e Diamante Sugar Live (band riconosciuta che propone cover di Zucchero Sugar Fornaciari) Ore 10:00 Accademia Teatro alla Scala Esibizione live del chitarrista Paolo Giordano Staffetta pianistica - Esibizione di 6 allievi del Maestro Vincenzo Balzani Dimostrazioni tecniche e musicali - Esibizione del maestro Caporilli La chitarra dal Rinascimento ai giorni nostri Maria Callas - Mostra costumi ed accessori Ore 13:00 - Palco acustico B2 Ore 14:00 - Palco Bianco & Nero Ore 11:00 - Stand MusicTech - Pad. 14 ore 11:00 - Palco elettronico Corso Italia Teatro alla Scala - Pad. 18 Pad. 18 Io cresco live - Percorsi musicali per bambini Stand Civica Scuola di Liuteria - Pad. 18 Ore 10:00 Accademia Scuole di musica - dall’aula al palco - Alcune scuole di musica di Milano e provincia presentano i loro migliori giovani allievi Ore 14:00 - Palco acustico B1 Il videoclip: storia e storie Ore 10:00 Ore 15.30 - Ore 11:00 - Palco acustico B1 Ore 10:00 - Stand Pianosound - Pad. 18 I suoni che vengono dal passato - Mostra permanente - Percorso alla scoperta delle differenze timbriche e tecniche dei piani storici rispetto agli attuali Ore 13:00 - Palco Nazioni SEMINARIO occorre trovare un linguaggio matematico per tradurre tutte queste osservazioni in un sistema razionale, misurabile e riproducibile.” L’ARTE DELL’ANALISI Tutto preso dalla sua idea, Fontanot si mette al lavoro. E qui incontra la prima difficoltà: non esiste infatti un vocabolario condiviso che permetta di tramandare per iscritto il sapere quasi impalpabile dei maestri liutai. “Tuttavia un modo doveva esserci” ricorda, con una certa grinta, Fontanot. “Così mi sono messo a lavorare assieme a tre ingegneri elettronici provenienti da tre settori diversissimi. Insieme abbiamo progettato e realizzato un sistema di misurazione e di analisi che rappresenta quanto di più sofisticato c’è in circolazione.” Il lavoro del gruppo di ricerca è facilitato dall’appoggio dell’Università di Padova, che ha volentieri messo a disposizione i propri laboratori di fisica –con quanto contenevano a livello di apparecchiature di misura. VERSO UNA “LINGUA FRANCA” DELLA LIUTERIA Col tempo, al nucleo originario si aggiungono altri collaboratori –come Giovanni Unterberger, che collabora alla messa a punto del sistema di sollecitazione meccanica degli strumenti. Alle prime misure ne seguono altre sempre più accurate, il numero degli strumenti analizzati cresce costantemente, si arriva persino a scrivere un software capace di coordinare il lavoro di analisi e di trattare i dati acquisiti come se fossero impronte digitali di uno strumento. “Il software” –conclude con un certo orgoglio Fontanot– “rappresenta la chiusura del cerchio. Grazie ad esso siamo in grado di custodire un’immensa banca dati che ci permette di risalire in qualsiasi momento all’identità dello strumento analizzato. Per i liutai, abituati a lavorare su una chitarra e poi a venderla, tutto questo rappresenta una rivoluzione. D’ora in avanti potranno infatti conservare le caratteristiche degli strumenti prodotti e contare su di un archivio storico che permetterà loro di confrontare gli esemplari anche a distanza di anni. Dato che la possibilità di confronto sta alla base dello sviluppo, mi sento di poter dire in tutta tranquillità che il metodo e l’applicativo che abbiamo prodotto, e che presentiamo oggi pomeriggio qui a MEET Milano, possono diventare nelle mani dei liutai una leva potentissima per spingere i confini della liuteria in regioni ancora inesplorate”. Insomma, per c hi vuole vedere da vicino le tecniche più avanzate in fatto di liuteria, l’appuntamento è per oggi pomeriggio alle ore 15.00. La partecipazione è aperta a tutti; e naturalmente sarebbe bene presentarsi con una chitarra... Rassegna Stampa Rassegna Stampa 22 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY ...di Musica CARTA e Società di Caterina De’ Gregori La musica che (non) rende uguali Musica e applausi a San Vittore Su Avvenire del 19 giugno Emanuela Zuccalà racconta le emozioni del Festival Sing Sing tenutosi il 18 giugno tra le mura del carcere di San Vittore. È stato un momento di incontro e di festa con i detenuti entusiasti: “i più fortunati a ballare, a battere le mani davanti al palco, e gli altri a sbirciare dall’altro, dalle finestre a sbarre, sventolando bandiere e urlando ‘bravi!’. Una piccola Woodstock prigioniera, inaugurata dal gruppo VLP Sound composto da detenuti appassionati di Rap”. E poi tanti ospiti (anche se qualcuno ­–non si sa se per il caldo o per l’emozione di entrare in un luogo di sofferenza– si è sentito male): Daniele Silvestri, Simone Cristicchi, la cabarettista di Zelig Geppi Cucciari,… “Ma il momento più travolgente lo ha regalato il cantante algerino Sidh: i detenuti del sesto raggio, in gran parte nordafricani, hanno cantato in arabo con lui e non fermavano più i piedi. Persino il gruppetto degli albanesi, inizialmente perplessi e immobili, sono finiti travolti dalle danze, in un melting pot che solo in galera sa nascere tanto spontaneo”. Forse perché, come ha suggerito la direttrice, Gloria Manzelli, “la musica è un linguaggio universale che supera le barriere delle differenze culturali, è ovunque un elemento di aggregazione”. È a firma di Alessia Rastelli l’articolo-denuncia uscito sul Corriere della Sera del 16 luglio. A Brazzaville, in Congo, si è tenuto il sesto FESPAM (Festival della musica panafricana). Gli artisti star del festival alloggiavano negli hotel di Brazzaville. Tutti tranne loro: venti pigmei (dieci donne, nove uomini e un bimbo di tre mesi) tutti di etnia Baka, provenienti dalla foresta di Likouala (nel Congo nordorientale), destinati a una “tenda blu e gialla, simile a quella di un circo”, fatta allestire per loro nello zoo della capitale. Grave condanna da parte delle organizzazioni umanitarie locali, che si sono levate in difesa dei piccoli musicisti (nessuno di loro supera il metro e quaranta), i quali “oltre a esibirsi (…) hanno anche dovuto cercare ogni giorno la legna per poter cucinare. Hanno dormito al fred- do, con il tormentone costante delle zanzare”, per tacere degli sguardi e dei flash dei visitatori e dei media. I Pigmei Baka lottano ogni giorno in Congo “per avere scuole e ospedali, per ottenere il diritto di voto e per arrestare le deforestazione che distrugge il loro habitat naturale”. Le autorità congolesi sono intervenute solo dopo oltre una settimana dall’arrivo dei Pigmei nel parco, imponendo che fossero spostati nel dormitorio di una scuola superiore. Yvette Lebondzo, responsabile per l’arte e la cultura in Congo, si è giustificata così: “abbiamo messo i Pigmei in un parco vicino all’acqua e alla foresta semplicemente perché ricorda il loro habitat naturale”. Una vergogna, una scelta assolutamente scorretta secondo Brunetto Chiarelli, professore or- A Ferrara la musica che vive per strada Educazione alla legalità attraverso la musica Quinto Capelli presenta, su Avvenire del 14 agosto, il Ferrara Buskers Festival, “la manifestazione internazionale dedicata a musicisti e artisti di strada”, che compie 20 anni, “un’età di tutto rispetto per un’iniziativa divenuta portabandiera della musica e dell’arte di strada in Italia e nel mondo”. Il Festival quest’anno è dedicato alla musica argentina (ospiti, tra i 20 gruppi ufficiali, quattro provenienti dall’Argenina), con 242 partecipanti tra formazioni allargate e singoli artisti. La manifestazione, che trasforma in palcoscenico all’aperto strade e piazze del centro storico della città estense “prevede musica d’ogni genere: dal rock al folk, dal jazz alla classica, dalla celtica alla fusion, dal pop al flamenco, alla tribale, al tango e via via…” Capelli anticipa anche la novità dell’iniziativa di quest’anno, il “Grande Cappello”, un’operazione di solidarietà, una maratona di musica e parole, che propone “La Canzone per la Pace più Lunga del Mondo”. “I molti artisti che prenderanno parte alla staffetta per la pace tenteranno una sorta di Guinness dei Primati, suonando e cantando fino ad esaurimento delle forze e delle strofe il lunghissimo brano composto dal pubblico”. Il quotidiano L’Unità dell’11 giugno pubblica un interessante contributo di Nando dalla Chiesa dal titolo Musica e Legalità, che prende spunto dal concerto finale, a Napoli, del tour musicale degli ‘A67: “Termina così quello che è stato forse il primo vero tour musicale contro la camorra nel multicolore e fantasioso repertorio delle iniziative che i movimenti per la legalità hanno immaginato in anni e anni di impegno difficile e generoso”, scrive dalla Chiesa. “(…) un’impresa che non è affatto usuale né ordinaria. In una Campania devastata dall’impazzimento delle regole (…) si è giocata una scommessa inedita. Quella di promuovere l’educazione alla legalità attraverso la musica. Di riconoscere alla musica la forza d’urto, ma anche di avvolgimento, di penetrazione misteriosa che essa Philippe Jordan sul podio, primus inter “Tenete a mente il nome di Philippe Jordan”, scrive Oreste Bossini su Io Donna del 18 agosto: “figlio del grande e compianto direttore d’orchestra Armin Jordan e discepolo prediletto di Daniel Barenboim, a soli 33 anni Philippe è considerato una delle migliori bacchette a livello internazionale”. Questo sembra proprio il momento dei giovani direttori d’orchestra: “è una moda o siete una generazione speciale?”, chiede Bossini. “È normale che anche nel mondo dei direttori d’orchestra circoli nuo- 24 dinario di Antropologia all’università di Firenze. Per i Pigmei, continua il professore, sarebbe stato ottimale l’allestimento di amache in una zona della foresta loro riservata: sarebbe servito a non turbarli (come invece hanno fatto obiettivi e telecamere), senza però rinunciare “alle note e al rapporto straordinario che i pigmei hanno con la musica: toni e ritmi che noi europei difficilmente riusciremmo mai ad orecchiare”. vo sangue”, spiega Jordan, sottolineando come secondo lui il lavoro dei giovani prodigi del podio “porti una visione più fresca della musica del passato, ma non rappresenti qualcosa di tanto differente. Il rinnovamento c’è sempre stato, la nostra giovane età può essere un vantaggio per avvicinare un pubblico nuovo”. Però, azzarda Bossini, la figura del direttore d’orchestra sta cambiando… “L’epoca del direttore-dittatore è tramontata”, afferma Jordan, “ preferisco pensare al mio ruolo come primus inter pares. Faccio musica assieme agli altri musicisti, anche se il ruolo richiede di assumere la responsabilità delle decisioni finali”. ha svolto storicamente di fronte ai ‘muri’. Non solo quelli materiali che vengono eretti senza sosta in ogni parte del mondo. Ma anche quelli culturali, mentali (…). Gli ‘A67 conoscono bene questi muri per esserci nati dentro o a contatto (…) e hanno scelto di andare oltre. Si sono dati ironicamente il nome napoletanizzato della legge (la 167, appunto) che battezzò i mostruosi agglomerati edilizi destinati a diventare culla di camorra (muri solidissimi, invalicabili…) e hanno deciso di ribellarsi. Voglie parlà si chiama infatti, mica per nulla, il progetto che questa anomala rockband sta promovendo (…) portando la rivolta civile in musica, e offrendola a piene mani a migliaia di giovani esposti quotidianamente a ogni genere di messaggi. (…) è un segno di vitalità e di resistenza culturale.” Dismamusica Magazine SHOW DAILY Rassegna Stampa Rassegna Stampa 22 Settembre 2007 ll giro del mondo in 80 orchestre Alberto Dentice scrive per L’espresso del 12 luglio: “fra i musicisti impegnati a esplorare il concetto di identità al tempo della globalizzazione Nitin Sawhney è il più interessante e culturalmente ambizioso”. Nato in Inghilterra da genitori provenienti dal Punjab indiano, Sawhney, che è dj, compositore e multistrumentista, avrebbe uno sguardo “capace di abbracciare a 360 gradi la complessità e le contraddizioni della società multiculturale”. Tanto per fare un esempio: ha registrato il suo album del 2001 (Prophecy) in cinque continenti, “coinvolgendo nel suo viaggio alle radici del folklore circa 200 musicisti”. Nella carriera di Nitin Sawhney ci sono più di 25 colonne sonore. Ora “per la sua ultima fatica, la colonna sonora di Throw of Dice, classico indiano del cinema muto girato nel 1929 dal tedesco Franz Osten, Sawhney ha concepito un’impresa degna dell’immaginazione di Jules Verne: il giro del mondo in 80 orchestre”. La tappa italiana porta la data del 17 luglio, con l’esecuzione di Throw of Dice a Piazzale Michelangelo, a Firenze, da parte José Antonio Abreu, il padre del miracolo musicale in Venezuela dell’Orchestra della Toscana diretta da Stephen Hussey. Nitin spiega: “Ho sempre sognato di poter affrontare un viaggio del genere utilizzando orchestre sinfoniche di diversi Paesi”. Intanto il musicista sta lavorando anche a un album di cui è prevista l’uscita per la primavera del 2008. Con lui collaborano artisti come Paul McCartney, alcuni specialisti dell’elettronica americana e Anoushka Shankar, figlia del maestro del sintar. Anche in questo caso i suoni serviranno come strumento di comunicazione multiculturale: “Nel disco cercherò di raccontare come, nel bene e nel male, Londra è cambiata dall’11 settembre 2001 a oggi. Costruirò una specie di mappa sonora di diversi ambienti: si parlerà degli attentati alla metro, ma anche dei preparativi per le Olimpiadi”. Bisogno di stimoli nobili È stata pubblicata sul numero di febbraio di Suono un’intervista a Josè Antonio Abreu per Il Giornale a firma di Pietro Acquafredda. In Italia al seguito dell’orchestra Sinfonica Giovanile Simón Bolívar (“punta di diamante del Sistema nazionale delle orchestre giovanili ed infantili da lui fondato trent’anni fa, dove bambini e ragazzi, tolti dalla strada, fanno musica quotidianamente”), José Antonio Abreu spiega: “Il mio progetto nacque con una finalità prevalentemente sociale: togliere dalla strada e riscattare dalla povertà bambini e ragazzi attraverso la musica. Solitamente i programmi sociali sono rivolti a procurare cibo, medicinali ed altri generi di prima necessità. A pochi viene in mente, invece, che l’uomo è anche anima e che la musica, e l’arte in genere, possano nutrirlo e guarirlo. Ho pensato alla musica solo perché sono musicista”. L’orchestra, continua Abreu, rappresenta in miniatura una società solidale, nella quale i componenti sono interdipendenti e i più grandi guidano i più piccoli. Attualmente in Venezuela suonano, nelle centinaia di orchestre costituite, oltre duecentocinquantamila ragazzi, e trecentomila cantano nei cori diffusi in tutto lo Stato (24 milioni di abitanti). Il prossimo obiettivo del Maestro è quello di formare un’orchestra con coro in ogni città e villaggio: se la droga corre, perché non dovrebbe correre la musica? “Voglio dare un strumento a un milione di ragazzi e bambini”. Ogni ragazzo e ogni bambino “è orgoglioso del suo strumento, si sente responsabile del dono che gli è stato fatto, lo accudisce, diventa tutt’uno con lui e non lo lascia neanche un giorno muto. Ecco da dove nasce uno dei nostri slogan: Scuola e strumento”. Dilagano i leader musicisti Interpellato a proposito di MiTo, il Festival Internazionale della Musica che si tiene contemporaneamente a Milano e Torino in settembre, Maurizio Pollini plaude all’iniziativa, che a suo parere può preludere a sviluppi interessanti per la vita musicale delle due città. In una conversazione raccolta da Carla Moreni per Il Sole 24 ORE del 26 agosto, il Maestro afferma “Condivido poi che i tanti appuntamenti siano decentrati in vari punti della città, in modo da incuriosire molti cittadini, facendo sì che la musica entri realmente nel tessuto della collettività (…)”. Con riferimento all’universo giovanile, aggiunge inoltre: “I giovani e la musica classica: i ragazzi di oggi sono spesso disinformati, hanno bisogno di stimoli fatti in modo efficace, non datati, magari formalmente diversi, che eccitino la loro curiosità, che li stimolino ad aver voglia di conoscere la bellezza del nostro patrimonio culturale, disgraziatamente lontano dalla loro vita. Un’esperienza nobile quale è l’arte non fa parte del nostro quotidiano: manca una promozione dei giornali, della televisione, la scuola fa poco per valorizzarla”. Sono divertenti i testi di Matteo Persivale e di Giuseppe Scaraffia (commentati dalle accattivanti fotografie di Carlos Jones) che, sul numero di gennaio/febbraio 2007 del mensile del Corriere della Sera Style, tracciano il profilo di leader del mondo dell’industria, dell’alta finanza, dei media o della politica che sono musicisti per hobby. Che cosa fa loro provare il “fare musica”? Quali sono le loro aspirazioni? Quali le delusioni? C’è molto da scoprire. Chi avrebbe mai sospettato, ad esempio, che Francesco Saverio Borrelli (ex procuratore capo di Mani Pulite) o il noto oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi, o ancora il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, sono appassionati pianisti? “La passione per la musica, d’altronde, attraversa il Parlamento: il portavoce di Romano Prodi Silvio Siriana è un bluesman mancato”. Nella ormai celeberrima foto della vittoriosa notte elettorale lo si vede accompagnare alla chitarra Prodi e la moglie in una versione acustica di My Way. E sembra che in molti conoscano la “sua terribile Fender Stratocaster”: “Gli scettici hanno solo da informarsi”, scrive Giuseppe Scaraffia, “con le vittime abituali di Siriana, gli amici che, balbettando, rievocano ancora i momenti terribili passati ad ascoltarlo. D’altronde l’ha detto lui stesso: ‘Appena ho tempo, suono per ore’”. Facendo scorrere le dieci pagine dedicate ai Musicisti per passione, si trovano altre sorprese. Si legge che il 36enne manager di Italianlink Sandro Bicocchi, ad esempio, si trasforma in musicista ad ogni pausa caffè: “in ufficio si prende pause siglio di istituto) che va seguito alla lettera: “orarock con una chitarra elettrica rio dalle 14.30 alle 16.30, in caso di danno la reBC Rich e un sintetizzatore Rosponsabilità è degli alunni, sono ammessi gli esterland”. E che vorrebbe essere ni purché il gruppo comprenda almeno due berchet“Maurizio Solieri, il chitarrista tiani”, le prenotazioni di Vasco Rossi, per rifare l’asvanno fatte nel rispetsolo di Alba chiara in uno stato degli impegni didatdio pieno”. tici e rivolgendosi a tre Oppure che Toni Concina, il sesstudenti che conservasantenne capo relazioni esterne no le chiavi del locale. di Telecom, “a Roma, dove tieL’esperimento (assai ne casa, suona il Bösendorfer gradito) è stato persida concerto nel suo salotto. A no inserito nel Piano Milano, dove lavora, sta all’hodell’Offerta Formativa tel Carlton Baglioni, dove a fidel liceo classico. ne giornata ama rilassarsi ordiIl Dirigente sostiene nando una tisana (o una vodka) che la scuola deve ese suonare il piano del bar”. Le sere un luogo accosue soddisfazioni in campo mugliente. E che è meglio sicale? “A volte qualche turista suonare piuttosto che giapponese mi allunga dieci dol“ciondolare in mezzo a lari di mancia”. una strada”. A Milano il Berchet suona La cantina del liceo Berchet, scrive Annachiara Sacchi sul Corriere della Sera (Cronaca di Milano) del 13 marzo, era semiallagata, ammuffita, fatiscente. Innocente Pessina, il Dirigente scolastico, l’ha fatta sistemare: “ora, sotto le classi degli studenti, in via Commenda, c’è una piccola sala prove. Con batteria, amplificatori, mixer, casse e microfoni”. Perché, spiega il Dirigente, “se la scuola è meno antipatica, studi di più e rendi meglio”. I ragazzi che usufruiscono della sala prove pagano un prezzo simbolico di 1 euro a testa per due ore di session. C’è un regolamento (concordato in con- 25 Dalle Aziende Dalle Aziende HeringDisma.qxp 31/08/2007 9.39 Pagina 1 22 Settembre 2007 Un valvolare piccolissimo... Con i suoi 5 Watt RMS in classe A e lo speaker da 8”, il NanoValve è il più piccolo amplificatore valvolare a marchio Peavey. E uno dei più piccoli in assoluto fra quelli presenti in Fiera. Con una dotazione di controlli limitata alla sola manopola del volume (altri potenziometri non ci sarebbero stati), è l’amplificatore perfetto per chi non vuole rinunciare al miglior suono valvolare anche in ambienti molto stretti... PEAVEY Pad. 14 | G15 NanoValve www.peavey.it Le valvole nel pedale Si chiama Tube Zipper il “piccolo” pedale proposto da Electro Harmonix. È un filtro dinamico valvolare che combina due valvole 12AX7EH e una componentistica allo stato solido per generare, attraverso l’interazione dei sei controlli a pannello, suoni dalle dinamiche completamente inedite. Questo stompbox appartiene alla numerosissima famiglia di effetti a pedale dello stesso produttore che si possono trovare, insieme all’intero mondo dell’accessoristica, presso lo stand Music Gallery. MUSIC GALLERY Pad. 14 D21 Dismamusica Magazine SHOW DAILY FBT e Cicognani: l’unione fa la forza Due grandi nomi dell’elettronica italiana hanno deciso di unire le forze per affrontare insieme la prova dei mercati internazionali. Stiamo parlando di FBT e di Cicognani, che hanno di recente firmato un accordo di joint-venture per la produzione congiunta di amplificatori ed effetti di altissima qualità. CICOGNANI - FBT Cicognani In base all’accordo, come si legge in un comunicato stampa congiunto durante la MusikMesse della scorsa primavera, FBT –che ha acquistato il 50 percento della Cicognani– si occuperà degli aspetti legati alla produzione; mentre Guglielmo Cicognani continuerà ad occuparsi in prima persona e in modo del tutto indipendente delle attività di ricerca e di sviluppo. La gamma Cicognani comprende oggi numerosi amplificatori valvolari per chitarra e basso, una linea di ca- binet (di cui fa parte il modello Vintage raffigurato in basso a sinistra), una serie di accessori per chitarra e basso (come il distorsore Dragon raffigurato qui a fianco) e il celeberrimo ampli per chitarra Brutus (foto sotto), con i suoi due canali in classe A. Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30 www.fbt.it Così antichi, così moderni Non c’è quasi bisogno di presentazione per i nuovi amplificatori Marshall della serie Vintage Modern. Interamente costruita in Gran Bretagna, questa linea di ampli si compone di cinque “pezzi”: due testate valvolari, un combo valvolare e due cabinet. Tutti si mettono in luce per la grande prontezza nella risposta al tocco e per il fatto che riescono a combinare le sonorità più moderne e l’autentico sound vintage. A fare da “apripista” ci sono le due testate valvolari 2266 e 2466, che si differenziano sostanzialmente solo per la potenza: 50 watt per la prima, 100 per la seconda. Entrambi i modelli offrono un solo canale sul quale si può applicare un riverEKO bero con controllo di livello. Ad esso si aggiungono quindi un Loop effetti e un classicissimo equalizzatore a tre bande. Le stesse caratteristiche della testata da 50 Watt si ritrovano anche nel combo 2266C, che si esprime attraverso due coni Celestion G12C 25 Greenback dalla sonorità inconfondibile, già adottati fra l’altro da Marshall per i nuovi ampli in serie limitata dedicati a Jimi Hendrix. Gli stessi speaker si ritrovano infine all’interno dei Vintage Cabinet da 100W; con la differenza che, anziché essere montati a coppie, sono installati in numero di quattro per ciascuna cassa. Questi modelli, che rispondono alle sigle 425A e 425B (la differenza sta nella forma del cabinet), sostituiranno con il tempo le precedenti casse della serie 1960AC e 1960BC. Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 Marshall Vintage Modern www.eko.it www.musicgallery.it Prina per il Meet La risposta di Prina, rivenditore di rango nel panorama milanese, alle quattro giornate di MEET Milano, è all’insegna della musica, prodotta con strumenti vintage o comunque di grande pregio. La proposta postfieristica si esprime, secondo il DNA di questo rivenditore, con una apertura che si estende anche domenica e lunedì, in centro a Milano. L’iniziativa portata in Prina Apertura post-Fiera 26 contemporanea al nuovo appuntamento milanese consente agli appassionati di proseguire l’emozione della Fiera anche presso il punto vendita, mettendo letteralmente le mani su strumenti davvero poco consueti. Gli strumenti che saranno disponibili per il pubblico sono moltissimi, e tra essi spiccano, tra le altre, le chitarre vintage Gibson ES 225 del 1959, ES 175 del 1970, l5 NAT del 1976, ES 175 C.CRISTIAN del 1981 e LP de luxe Gold del 1976. Sono però anche disponibili modelli custom shop/ limited della Fender (quali una Strato Gold Leaf E. Clapton, una Strato Master Salute, o una Strato Master Builder J.English) e di nuovo della Gibson (LP Elegant del 1997 e LP Spotlight del 1983). Non mancano nemmeno modelli raffinati di liuteria made in USA, con marchi quali M. Spalt, Melancon, Tyler e così via. Le chitarre però, da sole, non suonano. Ed ecco che Prima mette a disposizio- ne dei visitatori sonorità raffinate ed originali, con ampli artigianali di grande pregio (Carr, Speedster, Bruno, Komet , Sligo, Chicago Blues Box, Louis Electric, Fargen) ed effettistica professionale altrettanto raffinata (R.Keely, Menatone, Rmc, Landgraff, Klone, Xotic, T-Rex, Emma, Redwitch, Bmf, Option 5). Vi aspetta un mondo di raffinatezza: un modo certamente differente di completare una visita attraverso un tuffo nei prodotti più blasonati del mondo dello strumento musicale. www.prina.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY 22 Settembre 2007 Dalle Aziende Dalle Aziende La crema di Washburn… Joe Strummer chiama Gli anni di London Calling sono ormai lontani, ma il fascino di quella stagione irripetibile è ancora molto vivo, come dimostra il successo mediatico raccolto dalla Joe Strummer Telecaster subito dopo il lancio. La chitarra appartiene alla serie Artist ed è stata modellata “al millimetro” partendo dallo strumento originale del leader dei Clash. Di quest’ultima riproduce quindi non soltanto il look (compresa la finitura RoadM. CASALE BAUER Wom invecchiata), ma anche tutte le misure originali... con il risultato che, come si legge nella presentazione Fender, chiunque la indossi “se la sentirà comoda addosso come un vecchio paio di jeans”. Costruita in Messico accostando le diverse essenze dell’ontano, dell’acero e del palissandro (utilizzati rispettivamente per il corpo, il manico e la tastiera), la chitarra è equipaggiata con una serie di “accessori” molto vicini all’originale. Su tutti segnaliamo la placchetta con l’incisione “Revolution Rock” e l’hardware cromato e arrugginito. Particolari come questo sarebbero di per sé più che sufficienti a placare l’interesse Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 Fender Joe Strummer Telecaster dei collezionisti e dei fan più accaniti di Joe Strummer... Ma Fender ha voluto rendere questo suo omaggio ancora più eclatante; e ha quindi deciso di abbinare ai primi 1.500 esemplari l’intero kit di accessori riprodotto nella foto qui sopra. Ci sono, oltre ad una biografia di Strummer, una stampa grafica, una copertina di LP da 12”, un foglio Stencil e un set di adesivi. www.casalebauer.com Progettata per offrire al chitarrista esigente una valida alternativa al top-ofthe-line Washburn dei modelli Nuno Bettencourt, la N61 ha un corpo in frassino slanciato ed aggressivo e un manico in acero avvitato con sistema Stephen extended cutaway, una tastiera in acero (per il modello con finitura nera) o in palissandro (per il modello con finitura crema, nella foto), un pick-up humbucker Bill Lawrence L500 e due pick-up singoli Washburn Shaman. Il ponte Schaller Floyd Rose licensed con tremolo completa la dotazione insieme alle meccaniche Grover 18:1 e all’hardware cromato. MASTER MUSIC Washburn N61 Pad. 14 E15 G14 www.master-music.it I “Profeti” della Warwick Si chiamano Pro Fet 3.2 e Pro Fet 5.1 e sono le nuove testate a stato solido per basso firmate Warwick. Due veri e propri “mostri” di potenza, che viaggiano rispettivamente a 300 e a 400 Watt. Dotati di coni da 19”, si differenziano, oltre che per la potenza, per la presenza di un compressore programmabile, che fa mostra di sé sul pannello di controllo del modello 3.2. Per il resto, entrambi gli amplificatori sono equipaggiati con un controllo di guadagno munito di LED per il controllo dei picchi, di un equalizzatore a quattro bande, di un controllo del contour e di una raffinata catena effetti. Interessante anche la sezione delle uscite, che mette a disposizione, oltre al classico Line Out, un canale dedicato per il tuner e un’uscita DI con tanto di switch Pre/Post e Groundlift. EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 Warwick Pro Fet www.eko.it Valvolari classici: la parola a Hughes & Kettner La storia recente del suono valvolare è legata indissolubilmente al marchio Hughes & Kettner. Amplificatori “storici” come il TriAmp o gli Switchblade hanno sicuramente un posto d’onore nella storia della musica degli ultimi vent’anni; e così alla Hughes & Kettner hanno deciso di dare il via alla produzione di una nuova serie interamente valvolare, progettata in tutta libertà e senza limiti di sorta. Sono gli ampli della gamma Statesman: quattro modelli da 20 a 60 Watt che denunciano esteticamente la propria ispirazione agli anni Sessanta. Dotati di valvole di preamplificazione 12AX7 e, in funzione del modello, di valvole di potenza EL 84, EL 34, o 6L6, sono, nonostante le apparenze, una proposta estremamente innovativa, come può capire chiunque li provi anche solo per poco tempo. Due canali separati (Clean e Drive) offrono a chi suona il tono brillante di un combo valvolare aperto e il suono rock classico, con il punch potente di un half-stack. Molto sensibili alle variazioni di dinamica, permettono, attraverso variazioni di guadagno sul canale Drive, di fare una carrellata dai suoni per chitarra storici degli anni ’60 al morso rock degli anni ’70. Riverbero a molla Accutronics e altoparlanti Eminence custom completano la loro dotazione. SISME Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 Warwick Pro Fet www.sisme.com 27 Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Un riverbero… leggendario ROLAND ITALY FDR-1 Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Nuove PRS Singlecut Claudio Beccaceci per Stefy line Con il 2007, Boss ha introdotto una linea speciale di effetti a pedale denominata Legend Series. Si tratta di stompbox dalla forma tradizionale sviluppati in collaborazione con i tecnici Fender e progettati per riprodurre il più accuratamente possibile il suono degli amplificatori prodotti dalla Casa americana a cavallo fra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta. FDR-1, che riporta sullo chassis i marchi dei due produttori, sfrutta un processore COSM dedicato per ricreare le sonorità dell’amplificatore Fender Deluxe Reverb del 1965, che così, installando FDR-1 a monte di qualsiasi amplificatore, rivive in tutte le sue caratteristiche. Per garantire una perfetta adesione al modello originale, anche il pannello di controllo dell’effetto a pedale è stato “allineato” con l’originale; e le quattro piccole manopole (due delle quali ospitano due potenziometri ciascuna) corrispondono in tutto e per tutto ai controlli del modello di riferimento. È grazie ad un accordo fra Stefy Line e Rash Guitars, di cui è endorser ufficiale, che Claudio Beccaceci dimostra in questi giorni le chitarre a marchio Hagstrom e gli amplificatori Torque distribuiti da Stefy Line. Le performance di Beccaceci, chitarrista apprezzatissimo al fianco di star come Paola e Chiara, Davide Van De Sfroos e Syria, si susseguono a getto continuo in questi giorni per presentare al pubblico le molte novità della rinata gamma Hagstrom –al suo debutto ufficiale in una manifestazione fieristica italiana– e la ricchissima gamma di amplificatori Torque. Stefy Line Pad. 14 | Stand D51 E44 Demo Hagstrom / Torque Dismamusica Magazine SHOW DAILY www.claudiobeccaceci.com La gamma PRS si allarga con l’arrivo di tre nuove chitarre Singlecut. Sono i modelli SC250 e SC245, che associano al corpo e al manico in mogano un top in acero fiammato. Quasi identiche sia nelle dimensioni che nell’elettronica, entrambe montano i pickup PRS con selettore a tre posizioni, due controlli di volume e due controlli di tono. La differenza più evidente fra le due “nuove arrivate” PRS sta senz’altro nella scelta delle meccaniche, che sono del tipo Vintage Style nel caso del modello 245, e della serie PRS 14:1 low mass sul modello 250. Entrambe le chitarre sono disponibili anche con 10 top Flame e 10 top Quilt a scelta, e possono essere ordinate con intarsi Birds opzionali. EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 PRS Singlecut 245 e 250 Squier MINI Player: tutto compreso! Per cominciare... una collana intera Quante volte vi è capitato di essere in viaggio, o comunque lontani dal vostro amplificatore, e di voler suonare in preda ad una ispirazione improvvisa? E di esservi magari accorti che non potevate avere il vostro Si distinguono facilmente per la copertina vivacissima e la fascia di colore che prosegue sulla costa e sul retro. Sono i sei volumi delle serie Beginning e Intermediate che Carisch, in collaborazione con Alfred Publishing e il National Guitar Workshop, propone al pubblico italiano nella traduzione curata da Francesca Visentin e Marco Pontiroli. Sono testi che, pur rivolgendosi ad un pubblico di lettori dei primissimi livelli, trattano ogni argomento in modo estremamente completo, offrendo, oltre alle spiegazioni teoriche e agli esercizi da ascoltare e da ripetere, un gran numero di riferimenti alla “musica suonata” degli interpreti più influenti della storia recente. Dalla chitarra jazz e blues al basso elettrico, dalla batteria alle tastiere, i manuali della serie Beginning e Intermediate coprono tutti gli “elementi” di base di qualsiasi formazione rock... e in questo si rivelano, fra l’altro, una risor- M. CASALE BAUER SQUIER Mini Player suono perché non c’era nemmeno una presa elettrica nei dintorni? Una soluzione comoda ed economica a questo problema arriva da Squier, che presenta in Fiera la nuova MINI Player. Si tratta, come si può vedere dalla fotografia qui a sinistra, di uno strumento di foggia tradizionale che incorpora nel body un microamplificatore alimentato a batterie, un distorsore e una cassa per... ascoltare in diretta il risultato! A giudicare dai commenti entusiastici raccolti in occasione del lancio al Summer NAMM, la “piccola” SQUIER (che è davvero piccola e facile da trasportare grazie alla scala ridotta del manico) suona meglio dei classici sistemi con microamplificatori. E, dato che non le manca la classica uscita jack da 1/4”, non è escluso che la si possa vedere impiegata anche su di un palco! Naturalmente, in questo caso, un amplificatore potente è d’obbligo... Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.casalebauer.com CARISCH sa estremamente preziosa anche per il lavoro all’interno di un gruppo. La comune impostazione delle unità didattiche facilita infatti il confronto fra strumentisti diversi; ed è inutile dire che tutti gli autori, invariabilmente, continuano a ripetere nel corso del proprio libro che per acquisire una buona musicalità è fondamentale suonare Pad. 14 | Stand L21 M14 Serie Beginning www.eko.it insieme ad altri. Fra l’altro, il confronto del modo diverso di esporre lo stesso concetto può rivelarsi particolarmente utile –un esempio su tutti, la teoria delle scale modali e la sua applicazione nell’invenzione di assoli. Vista in questa prospettiva, l’intera collana assume i contorni di una vera e propria... enciclopedia della musica. www.carisch.com Le elettriche “firmate” di Ibanez Con sette nuovi modelli introdotti quest’anno, la gamma di chitarre e di bassi elettrici signature di Ibanez è una delle più ricche del momento. Le nuove chitarre sono tutte orientate ai musicisti metal e shred, e portano i nomi di Matt Bachand degli Shadows Fall (suo l’aggressivo modello riprodotto al centro), di Mick Thomson degli Slipknot e di James “Munky” Shaffer dei Korn. I bassi, invece, sono stati personalizzati sulla base delle indicazioni di Mike D’Antonio dei Killswitch Engage, Paul Gray degli Slipknot e Paul Romanko degli Shadows Fall. Quanto alle caratteristiche tecniche, quelle delle chitarre muovono tutte da un corpo in mogano variamente rifinito sul quale viene montato di volta in volta un manico di tipo diverso. Si va MOGAR Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 Ibanez Signature 28 dal Wizard II “Bolt on” del modello di Mick Thomson (quello in basso a sinistra) all’APEX Prestige e al Wizard II a 7 corde scelto da Munky (in basso a destra) all’MBM Prestige di Natt Bachand. Naturalmente, la personalizzazione si fa ancora più articolata nel momento in cui si prendono in considerazione le elettroniche. Il modello MBM1BK “Matt Bachand”, ad esempio, monta due pickup EMG (EMG60 ed EMG81) e un ponte Gibraltar Plus; mentre James “Munky” Shaffer ha scelto due pickup DiMarzio PAF7 e un bridge Edge Pro 7. Totalmente diverse anche le scelte di Mick Thomson; il chitarrista degli Slipknot ha optato per pickup IBZ V7 e V8 e per un ponte Fixed Edge III. Specifiche ancora più dettagliate di chitarre e bassi si trovano presso lo stand Mogar, dove gli strumenti si possono anche... toccare con mano! www.mogarmusic.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Load ‘n Lock: il pickup comodo e raffinato Wave-Lenght è il nuovo pickup “under-saddle” per chitarra acustica prodotto da DTAR e distribuito in Italia da Casale Bauer. Il pickup, un tempo esclusivo delle chitarre acustiche Guild, può essere installato oggi sugli strumenti di qualsiasi produttore. Facilmente riconoscibile per la presenza del rivoluzionario sistema Load ‘n Lock per l’alloggiamento e la sostituzione delle batterie, racchiude in M. CASALE BAUER D-Tar Wave-Lenght poco spazio soluzioni tecniche particolarmente raffinate. Il sottile trasduttore piezoelettrico, che è accompagnato da un preamplificatore a bassissimo rumore da 18 volt, esige un apporto energetico piuttosto consistente; una quantità di energia che permette di ottenere un intervallo di esaltazione dinamica esattamente doppio rispetto a quello raggiungibile con i normali sistemi a 9 volt. A fronte dell’elevata potenza richiesta, tuttavia, Wave-Lenght necessita di due sole pile stilo. E questo perché sfrutta un piccolo ma efficiente power-booster per raggiungere la tensione necessaria. L’intero meccanismo, compresi gli accurati controlli di tono del preamplificatore, viene alloggiato all’interno dello strumento senza richie- Aria di liuteria dere modifiche strutturali alla cassa. Gli ingegneri della DTar, infatti, hanno studiato la forma del pickup in modo da evitare interventi sul fianco dello strumento nella fase di installazione e ridurre al minimo le interazioni acustiche fra l’elettronica e le parti. Le stesse batterie, come si vede dalla fotografia qui a sinistra, possono essere installate con facilità. Basta svitare il “collarino” sul piolo, togliere le batterie vecchie ed inserire le nuove. Un quarto di giro del collarino è tutto quello che il musicista deve fargli fare per bloccarlo nuovamente in posizione. Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.casalebauer.com Hagstrom Ultra Swede: la tradizione continua Quella di MEET Milano è la prima “uscita” ufficiale in una manifestazione italiana delle rinate chitarre Hagstrom. Molto conosciuti in tutti il mondo negli anni Settanta, questi strumenti sono stati costruiti fino al 1983 –quando tutte le linee di produzione furono fermate e il marchio sembrò destinato ad un futuro fatto di solo collezionismo. Di recente, però, la fabbrica è stata riaperta: e i nuovi progettisti, che fanno comunque capo al fondatore di una volta, Karl Eric Hagstrom, si sono preoccupati innanzitutto di rimettere in efficienza i macchinari di venticinque anni fa. Le nuove Hagstrom sono quindi a tutti gli effetti deSTEFY LINE gli strumenti del Duemila, che tuttavia mantengono il look e il feel dei loro... progenitori. Naturalmente, accanto alla riedizione degli strumenti del passato, Hagstrom ha messo in produzione una Pad. 14 | Stand D51 E44 Hagstrom Ultra Swede serie imponente di nuove chitarre, alcune delle quali sono visibili oggi in Fiera in anteprima assoluta. È il caso, ad esempio, del modello Ultra Swede ritratto qui a sinistra: una solid body disponibile in quattro differenti finiture. Il corpo dello strumento è in tiglio, il top in acero fiammato; e sulla sottile tastiera in Resinator Wood (un composito di legno dalla grandissima omogeneità) si allineano intarsi in madreperla e abalone. La Ultra Swede monta due pickup Hagstrom Custom 58 Humbucker; e si affianca agli altri due modelli della serie Ultra Lux (XL-2 e XL5) da cui si distingue per le forme arrotondate. Guardando il modello SB-1000 RI si rimane colpiti innanzitutto dalla finitura: l’inconfondibile venatura della quercia più raffinata si irraggia dal body, uno dei più apprezzati del mercato per basso elettrico. La quercia però non è legno di liuteria: è legno di finitura, come rivela l’eleganza del disegno. In effetti il corpo di questo strumento è in frassino, legno di risonanza decisamente pregiato, e ad esso è abbinato un manico neck-through composto dall’accoppiamento sapiente di acero e noce, effettuato con tecniche di liuteria tradizionale. Completa il tutto una tastiera in ebano, che offre al musicista la liscia consistenza di un legno ampiamente utiMASTER MUSIC Aria SB-1000 lizzato nella liuteria classica proprio per accompagnare le note più gravi dell’orchestra. La parte elettronica vede l’impiego di un pick-up a doppia bobina MB-1E: si tratta di elettronica attiva con controlli di tono e volume, selettore rotativo di tono e bypass switch. L’hardware è dorato, e l’effetto finale è raffinato ed elegante. Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 www.master-music.it Processori Xilica ad elevatissime prestazioni Xilica Audio Design è un’azienda canadese specializzata nella progettazione, nello sviluppo e nella costruzione di dispositivi audio professionali ad elevate prestazioni dedicati sia al mercato dell’audio professionale che alle installazioni. A MEET Milano Xilica presenta due nuove serie di processori: la linea XP e la linea XD. La serie XP è un sistema digitale per la gestione dei diffusori, che mette a disposizione i parametri audio tipici di questi dispositivi. Attraverso i processori XP si possono controllare equalizzatori grafici e parametrici, delay, mixer a matrice, crossover, compressori e limiter. SISME La serie XP è composta da tre modelli: XP2040 (2 in/4 out), XP4080 (4 in/8 out) e XP8080 (8 in/8 out). Con le loro eccellenti caratteristiche e con il miglior rapporto qualità/prezzo nella loro categoria sono tre strumenti importanti per ogni ingegnere del suono ed installatore. La linea XD, il top della gamma dei processori Xilica, è stata progettata per fornire il massimo della qualità audio con controlli intuitivi e performance eccellenti. I modelli di questa serie sono dotati di filtri FIR (Finite Impulse Response Linear Phase Filter), che, grazie alla loro risposta lineare, forniscono caratteristiche superiori rispetto ai filtri convenzionali IIR (Infinite Impulse Response Filter), comunque disponibili insieme a tutte le altre funzioni audio. La Serie XD è composta da due modelli: XD4080 (4 in/8 out) e XD8080 (8 in/8 out), entrambi dotati di serie di ingressi ed uscite analogiche digitali AES/EBU. Con tutte queste caratteristiche, la gamma XD si posiziona al top dei prodotti dell’industria pro-audio, con prezzi estremamente competitivi. Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 Xilica XP - XD C M Y CM MY CY CMY K www.sisme.com www.hagstromguitars.it Effetti per Basso La vocazione naturale della pedaliera effetti per basso Boss ME-20B è il palcoscenico. La nuova unità, che si presenta in una veste robusta sottolineata dalla finitura satinata del case di metallo, è stata progettata con un occhio di riguardo alla facilità d’uso. Gli effetti, fra cui si contano inediti algoritmi come il Synth, l’Octave e il Defretter, sono stati programmati in modo da inserirsi con facilità – e senza troppe modifiche– in qualsiasi mix. E per chi vuole cimentarsi con la programmazione e dare un tocco “personale” al suono, Boss ha inROLAND ITALY ME-20B stallato sul pannello frontale cinque manopole per il controllo in real-time di tutti i parametri. Gli effetti così modificati possono essere memorizzati in una qualsiasi delle trenta posizioni di memoria user, per essere richiamate all’occorrenza attraverso i tre comodi switch. Naturalmente, gli effetti possono essere mixa- Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 ti “a cascata”; e su di essi si può intervenire anche attraverso l’ampio pedale espressione, ideale soprattutto per controllare i parametri degli algoritmi dedicati al wah e al rotary. Il modello ME-20B, come la “sorella” ME-20 destinata ai chitarristi, opera con una frequenza di campionamento di 44.100 Hz e con una risoluzione di 24 bit. Ed offre in aggiunta una funzione denominata Bass Enhance che ha lo scopo di aumentare l’effetto prossimità; e di contribuire quindi alla creazione di un suono corposo e coinvolgente. www.roland.it Via Leonardo da Vinci, 6 20057 Vedano al Lambro (MI) tel. 039 49841 www.exhibo.it/sennheiser - [email protected] 29 Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 HP-201: evoluzione della specie Il Metodo Europeo parla italiano Sono passati ormai molti anni dal giorno della prima edizione del celeberrimo Metodo Europeo per Pianoforte di Fritz Emonts; anni durante i quali i tre volumi firmati da colui che è considerato uno dei maggiori didatti del XX secolo sono diventati un solidissimo punto di riferimento per schiere di giovani pianisti. Del resto, i punti di forza del Metodo Europeo per Pianoforte sono davvero tantissimi… e comprendono, oltre all’impostazione grafica (che è costantemente impreziosita da graziosissimi disegni a colori), la strategia dell’insegnamento ad orecchio, la grande quantità SCHOTT di brani da suonarsi a quattro mani e il ricchissimo repertorio di melodie e forme di tradizione europea. Già in uso in moltissime scuole di musica italiane, il Metodo Europeo ha sempre sofferto di un limite che lo stesso autore lamentava nella prefazione originale: vale a dire la mancanza, dovuta ad ovvie ragioni economiche, di una “edizione nazionale” per ciascuna delle lingue del Vecchio Continente. Al problema si era tentato di dare una soluzione fin dalla prima edizione, che riportava tutti i titoli dei brani, le annotazioni e le spiegazioni dell’autore in tedesco, inglese e fran- cese. Naturalmente, anche così il metodo risultava perfettamente comprensibile… tuttavia, considerando che i maggiori fruitori di queste pagine sono bambini della scuola primaria, la “questione della lingua” era spesso avvertita come un fastidioso handicap. Oggi, a fronte di un altissimo numero di copie vendute nei cinque continenti, Schott è riuscita ad inserire nelle economie di scala della propria produzione il costo per la realizzazione di una versione italiana del Metodo Europeo. Accanto alla nostra lingua figurano lo spagnolo e il portoghese… con il Pad. 18 | Stand D57 E66 Metodo Europeo per Pianoforte • 3 volumi risultato che, per la prima volta, tutti i dettagli della straordinaria opera di Fritz Emonts balzano all’occhio dello studente (e dell’insegnante) neolatino con particolare evidenza. Attraverso questa edizione, che affianca ai tre volumi altrettanti CD audio con le incisioni originali dell’autore, il progetto originale di Emonts –scomparso nel 2003 all’età di 83 anni– si avvicina ancora di più alla meta. Il suo Metodo per pianoforte è oggi ancora più europeo… www.schott-music.com Il pianoforte jazz in poche... linee Qual è la strada maestra che deve imboccare chi vuole imparare ad improvvisare al pianoforte come un vero jazzista? Se lo si chiede ad un professionista, ci si sentirà rispondere con ogni probabilità che “una strada vera e propria non c’è”. Ed è evidente, perché il mondo del jazz è ricchissimo di stili ed esperienze anche profondamente diverse fra loro; e ad esse si arriva da percorsi anche opposti. Il volume Solo jazz Piano, introdotto quest’anno nel catalogo Carisch, propone un viaggio nel nome del cosiddetto “approccio lineare”: una visione quasi contrappuntistica della musica jazz che privilegia gli aspetti melodici e la sovrapposizione di più voci indipendenti. CARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 Solo Jazz Piano 30 Dismamusica Magazine SHOW DAILY www.carisch.com Il pianoforte digitale Roland HP-201 è il modello di base della rinnovata linea HP. Completamente ridisegnato sia nell’elettronica che nella meccanica, si mette in luce soprattutto per la presenza di un suono estremamente realistico. Per realizzarlo, gli ingegneri Roland hanno campionato, nota per nota, un grande strumento da concerto. Il risultato, che ciascuno può “toccare con mano” visitando lo stand Roland, ha permesso di dare anche al più piccolo dei pianoforti della linea HP prestazioni di tutto rispetto, con una risposta al tocco e una profondità di suono che ci si aspetterebbe solo su modelli superiori. In virtù di queste caratteristiche, Roland HP-201 ridefinisce lo standard qualitativo della fascia entry-level, entro la quale si candida con autorevolezza al ruolo di protagonista. ROLAND ITALY HP-201 Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Lugubre... con brio La Danse Macabre di Camille SaintSaëns appartiene al repertorio dei poemi sinfonici –un genere particolarmente legato al nome di Franz Liszt. è quindi particolarmente interessante affrontare la trascrizione per pianoforte del celebre brano orchestrale che lo stesso Liszt portò a termine qualche anno dopo la sua prima esecuzione. Fra Saint-Saëns e il musicista ungherese intercorrevano fra l’altro saldi rapporti di amicizia, e una affinità artistica che spingeva l’uno a promuovere esecuzioni pubbliche dei lavori dell’altro. Pezzo brillante ma al tempo stesso lugubre per i toni e i colori fantastici che riesce ad evocare alla tastiera del pianoforte, la Danse può comparire senz’altro con successo all’interno di qualsiasi récital pianistico. Universal Music MGB Publications Danse Macabre Pad. 18 | Stand E67 www.ricordi.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 LaBellaDisma.qxp Jazzisti... piccolissimi Ventotto centimetri di pianoforte Sono passati gli anni in cui si pensava che per affrontare il jazz fosse necessaria una “solida preparazione classica”. E la didattica pianistica, sostenuta da autorevoli maestri, ha sviluppato molti testi per facilitare il primo approccio al jazz. Si va dallo stimolo della creatività alla rilettura di classici d’autore in chiave “jazzy”, dall’esplorazione delle melodie più note del Real Book con accompagnamenti classicheggianti alla proposta di nuovi brani scritti “su misura” per Sembra incredibile, eppure è proprio così: il pianoforte digitale CL-5 proposto da Kawai misura solo ventotto centimetri. Di profondità, naturalmente. Progettato nel suo aspetto esteriore dal designer Tomoyasu Ikegawa, si riconosce immediatamente per la forma snella, essenziale e slanciata. E per il fatto che, grazie alle dimensioni ridottissime, può essere sistemato facil- uno specifico livello di età o di abilità. Les Enfants du Jazz appartiene a quest’ultima categoria. Curato nella veste grafica, gradevole nel profilo melodico dei pezzi firmati dall’autore Vincent Huet, si propone come una sorta di “real book per bambini”. I diciannove pezzi sono realizzati anche nella parte dell’accompagnamento; ma riportano per intero anche le sigle degli accordi, perché l’occhio del giovane esecutore familiarizzi con la scrittura stenografica jazz. Universal Music MGB Publications Les Enfants du Jazz Pad. 18 | Stand E67 www.ricordi.it Atlante dei segni Una delle esperienze più comuni, quando si affronta per la prima volta da esecutori il repertorio della musica colta contemporanea, è un certo disorientamento nel decifrare la partitura. Le pagine sono infatti attraversate, oltre che dalle note “tradizionali”, da segni sconosciuti, che spesso hanno una forma molto lontana dai caratteri che per secoli sono serviti ai compositori per fissare le proprie idee sulla carta. La questione, se si vuole, è resa ancora più grave dal fatto che, spesso e volentieri, ciascun compositore conia nuovi segni per le proprie opere –col risultato che l’alfabeto musicale, un tempo costituito da poco più di sette note, è oggi una sorta di codice a ideogrammi in cui è facile perdersi. Il volume Triesis: appunti di semiografia musicale proposto dalle Edizioni Curci risolve brillantemente il problema. Lo si può infatti considerare come un dizionario enciclopedico dei nuovi segni musicali, che in poco più di duecento pagine dà conto con un linguaggio semplice e divulgativo di tutte le soluzioni grafiche impiegate dalla “nuova musica”. EDIZIONI CURCI Triesis Pad. 18 | Stand D63 E72 www.edizionicurci.it FURCHT 30/08/2007 10.07 Pagina 1 mente anche negli appartamenti più piccoli. O, come suggerisce la brochure sitribuita presso lo stand Furcht, anche in un corridoio. Le dimensioni contenute non pregiudicano la qualità del suono. Il generatore sonoro riproduce i suoni di un grancoda Kawai EX e sfrutta la tecnologia Harmonic Imaging per riprodurre le sfumature dinamiche tipiche del pianoforte da concerto. Pad. 18 | Stand D83 E86 Kawai CL25 www.furcht.it Seiler: fra tradizione e modernità La storica Casa tedesca Seiler coglie l’occasione della Fiera per portare all’attenzione del pubblico italiano le sue diverse linee di pianoforti verticali e a coda. Nello stand allestito dal nuovo distributore, Crescendo srl, sono infatti presenti tre strumenti in rappresentanza delle più significative linee attualmente previste dal catalogo dell’azienda di Kitzingen. Su tutti si impone, per le... dimensioni e per la linea moderna e aggressiva del design, il coda 186 Trend Line della foto in alto a destra. Al suo fianco si trovano due verticali dalle caratteristiche diverse e complementari. Il primo è un modello 121 in noce con logo Zeitter & Winkelmann –uno dei marchi di proprietà di Seiler– di fabbricazione asiatica; l’altro è un Eduard Seiler nero lucido costruito in Europa ed equipaggiato con un sistema Silent DuoVox Popular PianoDisc di serie. CRESCENDO srl Pianoforti Seiler Pad. 18 | Stand G96 www.crescendosrl.it KF vestito di nuovo KF strumenti musicali, lo storico negozio di strumenti musicali di Piazza Napoli che da oltre 40 anni è uno dei punti di riferimento della vita musicale e dei musicisti a Milano, è stato completamente rinnovato per rispondere anche con un layout più adeguato e attuale alle mutate esigenze del mercato. “E l’emozione continua”, dichiara Riccardo Bitossi, il titolare. “E continua con l’entusiasmo di sempre, e con la consapevolezza di poter offrire ai musicisti qualcosa di unico e di importante”. Durante i giorni di apertura di Meet Milano KF vuole segnare questa riapertura con una grande festa, e con l’offerta agli appassionati di un “fuori orario” che consenta di visitare il negozio anche dopo la chiusura della fiera, continuando l’emozione del- la musica dal vivo anche grazie alla presenza di artisti ed endorser di fama a vivacizzare l’atmosfera. Dal 20 al 23 settembre KF sarà quindi aperto fino alle 22.00 per festeggiare l’inaugurazione dei nuovi locali e del nuovo reparto strumenti a fiato. Nel dopo fiera ci sarà anche un aperitivo per brindare insieme a ospiti d’onore a sorpresa e ad una serie di interessantissime (ed eccezionali) promozioni. Il punto vendita rinnovato offre 1.000 mq di esposizione sia di strumenti classici, sia di innovative proposte elettroniche. Anche l’usato ha un suo spazio, sia reale (in negozio) sia virtuale (sul sito www.kappaeffe. it) e ampia è la scelta delle marche disponibili: Yamaha, Kawai, Gem, Ibanez, Fender, Roland, per citarne solo alcune. Il plus di KF è infine nel personale qualificato, che può aiutare il cliente a scegliere il suo strumento, da provare nella tranquillità della attrezzatissima sala prove insonorizzata. E non è ancora tutto. Per chi desidera imparare a suonare o per chi vuole perfezionarsi, è anche presente presso KF una scuola musicale gestita da insegnanti professionisti rivolta ai milanesi dai 6 ai 99 anni... 31 Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Modulo, tastiera, design È decisamente insolita la forma del sintetizzatore Radias che fa bella mostra di sé nell’area Korg dello stand EKO/Esound. Il punto forte di questo progetto, sotto il profilo del design, è la modularità: generatore sonoro e tastiera sono infatti separati pur rimanendo un tutt’uno. ESOUND Questo permette di far scorrere il pannello di controllo da destra a sinistra –ricavando fra l’altro, in questo modo, un comodo alloggiamento per accogliere computer portatili, piccoli mixer o controller aggiuntivi. Il design non è però l’unico pregio di Radias, che può contare su di un “motore” sonoro di tutto rispetto con una tecnica di sintesi innovativa. Denominata MMT (che sta per Multiple Modeling Technology, tecnologia di modellazione multipla), questa tecnica combina algoritmi di modellazione analogica, lettura di campioni, sintesi wave shaping e Virtual Phase Modulation per ottenere suoni aggressivi e di grande profondità. Radias è infine dotato di trenta algoritmi di effetto di altissima qualità, di due Insert per ciascun timbro e di un potente software di editing. Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 KORG Radias www.eko.it Creatività al campionatore L’ultimo nato, fra i campionatori per DJ di casa Roland, si chiama SP-555. Come sottolineano i comunicati stampa, si tratta di un apparecchio dalla forte vocazione creativa, che mette nelle mani dei DJ molte possibilità inedite e una serie di interessanti funzioni innovative, come il Loop Capture, il Super Filter, l’Effect Memory e il Sound On Sound. Ricco di connessioni in ingresso e aperto alla comunicazione con PC e MAC (che gli permette di leggere, attraverso la porta USB, file audio in formato WAV/AIFF), SP-555 è sempre pronto a campionare in modo veloce ed intuitivo. Anche la memoria, che può essere espansa attraverso comode schede CompactFlash, è strutturata in modo da gaROLAND ITALY SP-555 rantire un accesso veloce ai dati memorizzati e per favorire lo scambio di materiali fra la console e il “contorno” delle applicazioni software. Sempre parlando di applicativi, occorre ricordare che SP-555 è perfettamente compatibile con le DAW (Cakewalk Sonar incluso) e con i software DJ Audio più in voga del momento, rispetto ai quali svolge senza problemi la funzione di interfaccia. Accompagnato dal pacchetto software Wave Converter, dotato di serie del sensore D-Beam e dell’interfaccia V-Link per gestire impianti video in tempo reale, il campionatore creativo SP-555 è sicuramente destinato a fare fortuna sulle console di molti DJ. Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY YAMAHA 40TH ANNIVERSARY KITS Per festeggiare i 40 anni della produzione di batterie, Yamaha presenta le serie speciali 40th Anniversary, che rendono onore ai due prestigiosi templi giapponesi “Golden Pavilion” e “Silver Pavilion” situati a Kyoto. Ad essi si aggiunge il modello Washi Set (in alto a destra), con fusti decorati in carta giapponese Washi e rappresentazioni della sanguinosa “guerra Genpei” combattuta fra 1180 e 1185. Costruite interamente con “Betulla Hokkaido”, queste batterie sono caratterizzate da un suono profondo e un punch low-end, requisiti ideali e indispensabili per la registrazione in studio. Un’altra caratteristica esclusiva di questi modelli è da- ta dagli angoli di inclinazione delle estremità dei fusti (a 60°). Questa inclinazione permette un contatto maggiore tra fusto e pelle e si traduce in una maggiore chiarezza nelle fondamentali dei bassi e, di conseguenza, in un suono più caldo. Le Yamaha 40th Anniversary sono conformi alle specifiche dei DrumSet originali delle prestigiose Recording Custom introdotte nel 1976. Strumenti divenuti in breve un punto di riferimento indiscutibile per i più importanti studi di registrazione e palchi live del mondo, e capaci di suscitare anco- ra oggi, a quarant’anni di distanza dalla loro prima presentazione, un interesse enorme tra i batteristi e appassionati collezionisti del settore. A marcare ulteriormente il 40esimo anniversario c’è poi l’edizione limitata del rullante “Phoenix”. Il suo fusto di ottone è intarsiato con la stessa tecnica utilizzata sulle campane dei sax custom Yamaha. Pad. 14 | Stand G92 E77 E83 YAMAHA 40th Anniveraary Kits www.yamaha.it Il rullante, alla maniera di John Blackwell Il logo ‘IB’ pressofuso è il “dettaglio” più visibile del nuovo rullante Tama JB1365. E non c’è nulla di strano, dato che questo modello è il risultato della combinazione fra il know-how dei progettisti Tama e le preferenze personali di John Blackwell –JB, appunto. La stessa sigla che lo indica, 1365, deriva dal sempliMOGAR ce accostamento delle misura che Blackwell predilige nei rullanti: 13” di diametro e 6,5” di profondità. Con questa misura, ha dichiarato il celebre batterista, “sento un ottimo rim-shot ed un suono grosso e potente che adoro”. Progettato per emettere un suono potente in fase di attacco e ricco di armonici aperti, il nuovo “JB” ha un bordo Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 Tama JB1365 unico al mondo, il cui spessore misura 15 mm –contro i 10 mm previsti dagli standard. Un’altra delle sue caratteristiche “fuori del comune” è la presenza, sul fusto, di tre fori provvisti di altrettanti tappi. Questi ultimi possono essere tolti e rimontati a piacimento, e servono a modificare la risposta sonora del rullante. Anche la cordiera in acciaio Hi-Carbon è stata scelta per accentuare il carattere deciso del suono, le ghost-notes e l’alta sensibilità sulle dinamiche. www.mogarmusic.it Per un suono “ventilato” A guardarlo da vicino, il rullante DW Acoustic EQ sorprende per la forma veramente insolita della meccanica. Lungo l’intera circonferenza, infatti, ci sono numerosi tagli che si aprono nel fusto ad intervalli costanti. Sono aperture regolabili, che possono essere chiuse a piacimento e che servono a modificare rapidamente le caratteristiche fondamentali del suono. Il loro funzionamento è semplice, perché si limita a modificare la “ventilazione” della cassa di risonanza. GEWA MED Pad. 14 | Stand M21 N14 DW Acoustic EQ 32 Il risultato è quello di un filtro naturale di equalizzazione: quando le aperture sono... aperte, il suono è più secco. Per contro, quando tutti i fori sono tappati, si ottiene un timbro molto più ricco di bassi. Al di là di questo aspetto “tecnologico”, il rullante DW colpisce anche per la qualità dei materiali impiegati per la sua costruzione e per i dettagli delle finiture. Il fusto, ad esempio, è costituito da dieci strati di ace- ro ed è completato sul lato esterno da una finitura Satin Oil abbinata ad hardware cromato. I cerchi sono dotati di un rinforzo che migliora la stabilità e la tenuta dell’accordatura nel tempo. La cordiera TrueTone, infine, assicura un sostegno adeguato sia ai suoni secchi e forti che a tutte le ghost notes generate dai rumori d’ambiente. www.gewamusic.com Dismamusica Magazine SHOW DAILY 22 Settembre 2007 Dalle Aziende Dalle Aziende la batteria dei Linkin Park Basta sedersi per un attimo di fronte ai kit Pintech predisposti in Fiera da Sound Wave –il distributore italiano del marchio statunitense– per sentirsi nei panni di Rob Bourdon, lo scatenatissimo batterista dei Linkin Park. O di uno qualsiasi dei numerosi musicisti che, da un capo all’altro del pianeta, hanno scelto per le proprie performance le batterie elettroniche Pintech. I kit proposti da Sound Wave sono due: uno con il modulo sonoro e uno senza –quest’ultimo, naturalmente, è pensato come “interfaccia” verso generatori di altri produttori. SOUND WAVE Pintech Drums Anche la composizione dei “pezzi” varia. Nel caso del Kit 1 (quello abbinato al modulo) ci troviamo infatti di fronte a quattro pad ad una zona da 8” montati rispettivamente nelle posizioni dei due tom, del timpano e del rullante. Quest’ultimo, in particolare, è dotato del sistema Silent-Trim, che consiste in una protezione in gomma applicata al cerchio. Il kit si completa poi con la cassa da 8” con head saver (protezione della pelle), i due piatti sospesi ad una zona da 14” (crash e ride) e il charleston da 14” ad una zona controllato dal pedale specifico. Gli otto pezzi confluiscono via trigger nella centralina dedicata, che mette a disposizione di chi suona un arsenale di 389 suoni ripartiti su 30 drum-kit (20 predefiniti, 100 user) che riproducono toni strumentali ed effetti. I suoni possono essere mixati al segnale stereofonico in ingresso; e la memoria interna dello strumento permette la registrazione di quattro song. Il Kit 2, sebbene sprovvisto della centralina, è superiore nelle dimensioni dei singoli pezzi: perché oltre ai due tom e al timpano da 8” (tutti con Silent-Trim) troviamo in questo caso un rullante a due zone da 10” e piatti a due zone e molla (per favorire l’oscillazione) rispettivamente da 14” e da 16”. Il piatto da 16”, in particolare, ha anche la campana; e permette quindi una maggiore espressività. Il kit, che può essere collegato a qualsiasi centralina dotata di almeno 8 ingressi trigger, è completato dal charleston da 14”, naturalmente affiancato dal relativo pedale. Pad. 14 | L51 M44 www.soundwave.it Alesis DM-5: il kit professionale Arriva da Alesis il nuovo drum kit elettronico professionale DM-5. Con 540 suoni, 21 drum set programmabili e un nuovo convertitore trigger-to-MIDI a 12 ingressi estremamente veloce, il nuovo strumento si impone all’attenzione dei batteristi di fascia alta che cercano un rapporto qualità/prezzo favorevole. Il kit, con il suo hardware resistente, risulta particolarmente stabile, e accoglie, nella versione base, sei pad con struttura a fusto, tre piatti e un pedale charleston. Ciascun trigger accetta fino a cinque parametri programmabili, e assicura pertanto una notevole duttilità da gestire “in tempo reale”. ESOUND Pad. 14 | Stand A09 A21 PRS Singlecut 245 e 250 www.eko.it In viaggio con Sandro Ravasini Quanta strada si può fare in poco più di sessanta pagine? Molta, se a “guidare” è un personaggio come Sandro Ravasini, che ha deciso di riversare nel libro Appunti di viaggio proposto dalle Edizioni Sinfonica un condensato dell’esperienza accumulata in anni di professione e di studio. Come lui stesso afferma nell’introduzione, è assai improbabile che questo volume contenga informazioni del tutto inedite: già in tanti, riconosce Ravasini, “hanno scritto prima di me...” Ma proprio questo punto di vista, questo voler mettere al primo posto l’umiltà di chi vuole e deve sempre imparare, è il tratto distintivo di questa raccolta di studi, che accompagnano in maniera discreta ma efficace dai primi rudimenti della tecnica agli assoli e alle divisioni più complesse. Gli esercizi, i fill e i groove sono tratti dall’esperienza quotidiana dell’autore, e perciò sono molto... vicini alla realtà. Inoltre sono accompagnati da un CD in formato MP3 che comprende l’esecuzione con e senza accompagnamento –e a tre velocità diverse– di tutti gli esercizi proposti. Davvero, di strada se ne può fare molta... CARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 Appunti di viaggio www.sinfonica.com 33 Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Computer music? Con l’arpeggiatore... ESOUND, divisione di EKO Music Group, presenta la nuova master keyboard AKAI PRO MPK49. Quarantanove tasti semipesati e sensibili alla dinamica e all’aftertouch, dodici pad “fisici” per quattro banchi, settantadue controller assegnabili, otto fader da 45 mm fanno di questo nuovo modello la Master Keyboard MIDI di riferimento per tutte le applicazioni di computer music più avanzate. Un dato particolarmente interessante al suo riguardo è la presenza dell’arpeggiatore integrato: una funzione che normalmente si trova solo nei sintetizzatori e che permette di creare molto velocemente riff e arpeggi da gestire via MIDI. Importante dal punto di vista “strategico” è poi la presenza sul pannello frontale di cinque tasti dedicati alle funzioni di trasporto. I comandi di Forward, Rewind, Play, Stop e Record possono essere gestiti in modo veloce ed intuitivo proprio da qui, senza dover ricorrere a mouse esterni per il controllo delle Digital Audio Workstation. Perfettamente compatibile con Cubase, Ableton, Sonar, ProTools e Reason, MPK49 è dotata anche di un tasto Tap Tempo e di pulsanti Time Division (da 1/4 a 1/32, terzine comprese) attraverso i quali è possibile sincronizzare con facilità la divisione metrica dell’arpeggiatore e la velocità in BPM dei campioni. ESOUND Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 AKAI MPK49 www.eko.it Nuovo modulo sonoro da Ketron SD3 è il nuovo modulo sonoro proposto da Ketron per il mondo dell’intrattenimento professionale. Dotato di una tavolozza che conta 290 suoni orchestrali, 292 voci General Midi e più di mille suoni legati alle percussioni, KETRON SD-3 34 SD3 offre al tastierista anche più di duecento stili di accompagnamento ricchissimi di variazioni, intro ed ending. Può essere personalizzato con l’aggiunta di un hard disk o di un box per l’uscita video. Pad. 14 | Stand D41 E34 www.ketron.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Ventidue modelli di legno Monsound, la nuovissima azienda del settore Pro-Audio di cui soltanto ieri si sono conosciuti per la prima volta i prodotti distribuiti, ha deciso di puntare molto su un tipo di diffusori attivi che, da diversi anni a questa parte, riscontra un grande interesse da parte del pubblico e degli operatori. Stiamo parlando dei diffusori da palco in legno, di cui il catalogo Monsound vanta una ricchissima gamma: ben ventidue modelli che spaziano dalla categoria dei monitor a quella dei subwoofer (alcuni dei quali passivi) passando per sistemi a due e tre vie delle potenze più diverse. MONSOUND In tutti i casi, la materia prima utilizzata per costruire il cabinet è l’MDF Medium Density, un conglomerato derivato dal legno caratterizzato da una grande uniformità. Estremamente rigido e poco sensibile ai cambi di temperatura e di umidità, l’MDF garantisce prestazioni acustiche di altissimo livello costanti nel tempo. I diffusori LUNARIS (questo è il nome della nuova linea distribuita da Monsound) sono dotati di ingressi combo: accettano quindi connesssioni di tipo XLR e Jack; e possono essere facilmente montati “in parallelo” grazie alla porta LINK. Pad. 14 | Stand H21 L14 Diffusori serie LUNARIS www.monsound.it Digidesign chiama Frank Loyko Parola d’ordine: esprimersi In verità, il V-Synth è presente sul mercato ormai da diversi mesi, e sono in tanti ad averne già sentito parlare. Ma è vero anche che, per molti, questi giorni di fiera rappresenteranno la prima occasione di poter “toccare con mano” la versione più recente dell’apprezzatissima famiglia Roland V-Synth. Il modello GT ripropone il motore di sintesi Elastic Audio, a cui viene affiancata per la prima volta la tecnologia Articulative Phrase Synthesis. Si tratta di un nuovo sistema di modeling del suono che riesce a riprodurre il... comportamento di uno strumento. Dopo avere selezionato un timbro di violino, ad ROLAND ITALY V-Synth GT esempio, basta premere un tasto qualunque per sentire non soltanto il suono, ma anche le inconfondibili variazioni di intensità del vibrato naturale. Naturalmente, i modelli relativi al comportamento di un suono acustico possono essere applicati anche a timbri completamente nuovi; ed è inutile sottolineare che proprio questa possibilità allarga in maniera esponenziale la capacità di sintesi del nuovo VSynth GT. Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Si chiama Frank Loyko il nuovo direttore mondiale delle vendite per il settore Live Sound di Digidesign. Loyko, che in passato ha fatto parte del management EAW, è considerato un luminare del settore e curerà la strategia commerciale della linea VENUE. Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Una Formula... vincente Al centro dell’attenzione, all’interno dello stand FBT, ci sono i nuovi mixer della linea Formula. Una gamma di console di alto livello che nasce sulla scorta della grande esperienza tecnica e progettuale maturata dall’azienda di Recanati nel corso dei suoi quarantaquattro anni di vita. Non a caso l’obiettivo dei progettisti che hanno dato vita al progetto Formula era quello di creare dei mixer per il settore delle applicazioni live capaci di ridisegnare il rapporto fra qualità e prezzo. Oggi, la gamma Formula conta quattro diverse console rispettivamente da 12, 16, 24 e 32 canali. Pur essendo destinate ad utenze decisamente diverse (dalla dotazione di un piccolo locale allo home FBT studio, dal teatro all’impianto di un tour di medie dimensioni), tutte e quattro rimangono ugualmente fedeli al disegno originale, limitando il downsizing al numero di canali e non alla qualità dei componenti e delle soluzioni impiegate all’interno dello chassis. Le due console “maggiori”, Formula 248 e Formula 328, sono dotate di otto mandate ausiliarie (di cui 4 pre, 2 pre/post e 2 post), di quattro sottogruppi, di un equalizzatore a quattro bande su ciascun canale e dei preamplificatori ultra low noise FBT Precision™. La ricchezza delle mandate effetti resta una caratteristica delle console Formula anche quando si prendono in considerazione i modelli “minori”: ne troviamo infatti sette sul modello 182E (a 16 canali) e 5 sul 122E (12 canali). I due modelli minori sono equipaggiati anche con un potente DSP interno, che offre al fonico 256 preset per effettare il segnale. Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30 Mixer Formula Per “uccidere” il feedback Si chiama Feedback Ferret D ed è il processore antifeedback proposto da Peavey. Il suo punto di forza risiede nella presenza di un processore capace di analizzare di volta in volta il sistema a cui è connesso, riconoscerne i punti deboli e “imparare” a comportarsi di conseguenza. Feedback Ferret D opera su due canali nelle modalità stereo o dual mono ed è in grado di gestire fino a 32 notch filter contemporanei per un intervento sempre preciso ed efficace. PEAVEY Pad. 14 | G15 H14 www.peavey.it www.fbt.it DIGIDESIGN Structure Si tiene oggi e domani presso lo stand Markbass la clinic con cui Paolo Costa presenta in dettaglio il nuovo preamplificatore per basso Studio Pre proposto da Markbass. In programma ci sono una demo dettagliata, una spiegazione delle caratteristiche tecniche salienti del nuovo pre e uno... spazio libero durante il quale Paolo Costa, che ha lavorato a fondo con Markbass in tutte le fasi del progetto Studio Pre, condividerà con i presenti i propri consigli nel processing del segnale. Studio Pre è un preamplificatore valvolare a due canali per il live e lo studio. Dotato di equalizzatore parametrico, distorsore e compressore di altissima qualità, permette una personalizzazione completa del suono. MARKBASS Pad. 14 | G21 H20 www.markbass.it Audio digitale: dalla pratica alla teoria Paolo Tonelli, celebre firma del giornalismo nel settore degli strumenti musicali elettronici, è l’autore di Audio Editing – Principi teorici ed esercitazioni pratiche. Un volume stampato per i tipi delle edizioni Rugginenti e dedicato espressamente a chi si avvicina per la prima volta al mondo della musica elettronica. Grazie all’impostazione didattica e al taglio giornalistico del libro, un lettore completamente a digiuno di tecnologia audio può orientarsi velocemente nella “giungla” di neologismi, termini stranieri e nuove tecnologie. Anche perché l’autore, che ha alle spalle una solida formazione strumentale e una lunga “militanza” nel settore, è convinto che si debba arrivare alla teoria attraverso la pratica. E per questo ha voluto inserire nel CD-ROM che accompagna il libro ben 175 esempi audio di diversa estrazione stilistica (rock, jazz, musica classica) che fanno da “materiale da lavoro” col quale il lettore è ripetutamente invitato a cimentarsi. RUGGINENTI Audio Editing Pad. 18 | Stand F70 E63 Sampling a 128 livelli Acclamato come uno dei più potenti campionatori software dell’ultima generazione, e consacrato dal grande successo riscontrato durante i quattro mesi di public preview della versione beta, Structure è sicuramente uno dei “punti caldi” dello stand Digidesign. La nuova workstation di campionamento, di cui è stata di recente annunciata anche una versione free, è stata sviluppata dalla Advanced Instrument Research con l’architettura RTAS, ed è quindi pensata per funzionare in modo nativo all’interno dell’ambiente di ProTools. La sua scheda tecnica parla chiaro: i 128 livelli multitimbrici permettono la creazione di patch di inaudita profondità; e al potente motore di sintesi corrisponde una raffinata sezione effetti, che Paolo Costa presenta Studio Pre comprende fra l’altro un riverbero a convoluzione e il supporto per un numero illimitato di patch e fino a 8 canali interleaved. Particolarmente interessante è poi la dotazione di campioni integrati in Structure: sono 20 GB di librerie sonore “firmate” EastWest e AIR, ai quali si aggiungono i 40 GB della raccolta Goliath-Structure Edition disponibili in prova per un mese. Capace di importare le librerie SampleCell, EXS24 e Kontakt 1 e 2, Structure è dotato di un editor al tempo stesso potente ed intuitivo. Ed è in grado di importare con un semplice drag & drop intere regioni di ProTools; una funzione, questa, che permette il controllo di tutti i parametri del campionatore da una qualsiasi superficie di controllo Digidesign. Pad. 14 | Stand G06 www.digidesign.com/it www.rugginenti.it Controller futuristico I controller grafici prodotti da Jazzmutant sono noti al grande pubblico per via del fatto che Bjork ne ha spesso utilizzato uno (il modello Lemur della foto in basso) durante i suoi concerti. Oggi, a quel controller se ne aggiunge un altro: Dexter. Simile nella forma e nelle dimensioni al proprio “predecessore”, Dexter è dedicato al controllo delle applicazioni DAW Logic Pro, Cubase, Nuendo e Sonar. La sua interfaccia è già configurata in partenza: per poterlo utilizzare con il software non serve fare altro che collegarlo e accenderlo. Da quel momento il display luminoso multitouch da 12” potrà controllare nome e stato delle tracce, insert, mandate bus, panning surround... MIDIWARE Pad. 14 | G51 www.sinfonica.com L’armonizzatore? È indipendente… Il lancio dell’armonizzatore vocale Digitech Vocal Live 2 è stato accolto in tutto il mondo con un certo stupore. E non c’è da meravigliarsene; perché il nuovo apparecchio proposto dall’azienda di Salt Lake City incorpora, oltre alle apprezzatissime funzioni di simulazione delle voci, un nuovo potente software che è in grado di ricavare le informazioni sugli accordi… dall’analisi del segnale audio proveniente dall’ingresso chitarra. Grazie a questa nuova funzione, per ottenere una buona armonizM. CASALE BAUER Digitech Vocal Live 2 zazione è sufficiente (a differenza di quanto avveniva in passato, quando erano necessarie lunghe e noiose programmazioni) “passare” l’accordo all’armonizzatore dal manico della chitarra... e scegliere fra la modalità di terza o di quinta (superiore o inferiore) o di unisono. La seconda voce viene prodotta con qualità a 24 bit e frequenza di campionamento a 44.1 kHz; ed è possibile applicare ad essa un effetto diverso rispetto a quello assegnato alla voce solista. Che può essere scelto fra compressore, riverbero ed EQ. Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.casalebauer.com Registrare su iPod Sono sempre più numerosi i mixer che integrano un’interfaccia USB per il collegamento diretto a personal computer e la registrazione “al volo” del master. Alesis, che a suo tempo è stata fra i pionieri di questa fascia di mercato, presenta un prodotto dichiaratamente consumer che rilancia con energia la sfida tecnologica in questo settore. È iMultiMix 8 USB, un mixer analogico compatto a 8 canali che integra un multieffetto con 100 programmi e un limiter che interviene automaticamente a normalizzare il segnale audio quando questo minaccia di andare in onda quadra. Questa funzione si dimostra particolarmente utile ai fini della reESOUND gistrazione, e il motivo della sua implementazione è presto detto: iMultiMix ha una piccola Docking Station dove può essere comodamente ospitato un iPod che viene utilizzato per registrare il segnale audio master. Naturalmente, la qualità della ripresa è determinata dalla compressione audio e non può essere paragonata a quella degli studi professionali. Ma è l’ideale per registrare provini, demo e podcast. Senza contare che l’iPod può essere usato anche come lettore... Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 ALESIS iMultiMix 8 USB www.eko.it Molta potenza, poco spazio Si potrebbero descrivere con questo binomio, solo in apparenza contraddittorio, le caratteristiche fondamentali dei diffusori per installazioni indoor della nuova serie Dacord di Ecler. I nuovi modelli, quattro casse più un subwoofer da 400W RMS, sono stati disegnati per integrarsi alla perfezione in un gran numero di ambienti: palestre, scuole, ristoranti, pub, alberghi, sale conferenze, chiese... Ovunque, gli installatori non potranno che apprezzare le dimensioni estremamente compatte e la grande potenza operativa dei nuovi Dacord. Il miglioramento delle prestazioni è stato raggiunto anche grazie alla sostituzione del materiale utilizzato per la costruzione della cassa vera e propria: compensato di betulla al posto dei pannelli di MDF. La nuova struttura, che assicura una maggiore efficienza acustica, pesa molto meno: e questo facilita enormemente l’installazione di ogni singolo diffusore. La gamma si apre con il modello 108T, un “due vie” da 150W, e prosegue con il modello 208T, che affianca ad una coppia di woofer da 8” due tweeter da 1”. Ancora più su troviamo il modello 206T, con un woofer da 6,5”, un driver a compressione a direttività costante da 1” e uno switch di presenza che ottimizza la risposta alle alte frequenze. Il top di gamma è infine rappresentato dal modello 208H, capace di erogare 300W RMS. Ciascun diffusore è disponibile nei colori nero e bianco, e può essere installato sia a pavimento che a soffitto; entrambe le operazioni risultano fra l’altro più semplici che in passato grazie ad una nuova struttura del case, ottimizzata dai progettisti sulla base dei consigli raccolti “sul campo” nel continuo confronto con gli installatori. EXHIBO Pad. 14 | Stand G41 H34 Ecler Dacord www.exhibo.it 35 Dalle Aziende Dalle Aziende 22 Settembre 2007 Fra Musica e Cinema Questione di fiato La musica da film non è, come molti hanno sostenuto in passato, un genere di seconda categoria, ma una forma d’arte importantissima che ha contribuito enormemente all’affermazione del cinema e che ha contribuito alla nascita di un nuovo senso estetico musicale. Il Manuale di storia della musica nel cinema di Ennio Si- Le opere di Peter Wastall sono ormai da parecchi anni a questa parte uno dei “classici” della didattica di base per gli strumenti a fiato. I suoi metodi, semplici nell’esposizione dei concetti, sono suddivisi in sezioni progressive che incoraggiano l’allievo attraverso un percorso “morbido” di crescita che privilegia innanzitutto la costruzione della musicalità. Non è quindi un caso se tutti e cinque i volumi che qui presentiamo, proposti in lingua italiana da Carisch su licenza Boosey & Hawkes, sono innanzitutto una miniera di piccoli frammenti melodici con cui giocare durante i primi mesi di pratica allo strumento. I singoli volumi, tradotti da Francesca Visentin e Marco Pontiroli, sono dedicati rispettivamente al clarinetto, al flauto traverso, al sax contralto, al sax tenore, e a tromba e cornetta. In ciascuno di essi, come si addice ad un metodo progressivo, tutto il materiale è ordinato in ordine crescente di difficoltà, ed è sempre pensato come terreno ideale per mettersi alla prova attraverso piccole esibizioni d’insieme. Il duo con l’insegnante o il compagno di studi, il pezzo accompagnato dalla tastiera (da studiare con l’aiuto del CD audio allegato) agiranno da stimoli per proseguire nel viaggio “alla scoperta dello strumento”. CARISCH RUGGINENTI Pad. 18 | Stand F70 E63 Storia della musica nel cinema www.rugginenti.it Per il trombone, e non solo... In origine, il metodo scritto da Domenico Gatti era stato pensato esclusivamente ad uso e consumo dei trombonisti. Tuttavia, è pur vero che le pagine del celebre metodo possono essere utilizzate con profitto anche da chi si applica allo studio di altri componenti della famiglia degli ottoni. Si comprende così come questa nuova edizione, curata da Renato Soglia, possa facilmente incontrare l’interesse di suonatori di flicorno tenore, flicorno baritono (il bombardino) ed eufonio. Nell’impostazione riveduta da Soglia, l’insieme degli esercizi è strutturato in sette capitoli progressivi: una divisione che, oltre a dare un ordine più chiaro alla complessa materia, facilita la concentrazione sui singoli ostacoli da superare. Meno “monolitico” e quindi più stimolante rispetto all’originale, Il nuovo Gatti è accompagnato da un CD con la registrazione audio delle parti pianistiche di accompagnamento dei singoli studi. Pad. 14 | Stand L21 M14 Peter Wastall: serie completa meon si incarica di portare alla luce un secolo di teorie ed estetiche della musica per il cinema, per la televisione e per il video. L’esposizione, che si avvale di 45 esempi musicali e di 53 fra tabelle e illustrazioni entro testo, fornisce una visione d’insieme che arriva fino a forme audiovisive come il videoclip e la pubblicità. www.carisch.com Universal Music MGB Publications Il nuovo Gatti Pad. 18 | Stand E67 www.ricordi.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Le stanze del silenzio Il problema dell’insonorizzazione degli ambienti è comune agli studi di registrazione, alle scuole di musica e a molte abitazioni private. Tutti spazi profondamente diversi fra loro, per i quali si richiede spesso una progettazione “su misura” dell’apparato di isolamento acustico. Se le superfici sono diverse, il problema da risolvere è però sempre lo stesso. Ed è proprio partendo da questa constatazione che la Puma srl, specializzata nella fornitura di soluzioni per l’insonorizzazione ad una clientela che spazia dal mondo dell’audio professionale agli organizzatori di congressi, ha realizzato una linea di cabine di insonorizzazione modulari. Capaci di abbattere l’intensità acustica con un range da 25 a 40 dB (valori che, come gli stessi produttori ci tengono a sottolineare, sono stati PUMA SRL riscontrati durante i rigorosi test condotti presso il laboratorio di Fisica-Tecnica C.S.I. di Bollate), le cabine sono composte da elementi monoparete e possono essere montate e smontate con facilità all’interno di qualsiasi ambiente. La facilità del montaggio e l’intercambiabilità dei moduli permettono di intervenire anche in un secondo momento su di una cabina già montata: con il risultato che, una volte realizzate, le stanze insonorizzate possono essere modificate a seconda delle necessità. La superficie massima raggiungibile attraverso la combinazione dei diversi moduli è di 36 mq: uno spazio più che sufficiente per l’allestimento di un ampio studio (ne vediamo nella foto qui a sinistra un esempio, installato di recente presso una Scuola di Musica. Pad.14 | Stand L37 SOUND STATION www.pumasrl.it A suonare il violino... Lo studio del violino, si sa, è particolarmente impegnativo e –nei primi anni– è avaro di soddisfazioni. Da qui la necessità, per gli allievi bambini (e per i loro insegnanti) di metodi didattici che puntino molto sulla gratificazione e sul divertimento nello studio. Non è quindi un caso se le “leve” su cui punta Emanuela Piccini nel suo È l’ora del violino!, presentato in Fiera dalle Edizioni Sinfonica di Brugherio, sono proprio queste. Il metodo, in due volumi, mescola in pari misura le istanze musicali e le esigenze psicologiche del bambino. Auricolari professionali serie SCL SINFONICA - CARISCH È l’ora del violino! SCL2 Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL3 Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL4 Auricolare ad Isolamento Sonoro Auricolare ad Isolamento Sonoro Racchiude un microdriver a larga banda per un tono dettagliato su tutta la gamma di frequenza. Esclusivi driver con armature bilanciate per alti brillanti e condotti di uscita accordati per bassi estesi. Tweeter ad elevata definizione e woofer accoppiati ad un crossover in linea per un audio eccezionale. Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] 36 115 dB SPL/mW 26 Ohm 25 Hz - 18.5 kHz 28 g 157 cm Grigio 109 dB SPL/mW 29 Ohm 22 Hz - 19 kHz 31 g 141 cm Nero Pad. 14 | Stand L21 M14 www.sinfonica.com Tutta la magia della Melevisione SCL5 Dotato di un singolo microdriver dinamico per una completa gamma sonora e bassi risonanti. 105 dB SPL/mW 16 Ohm 22 Hz - 17.5 kHz 30 g 157 cm Trasparente Il risultato, tutto da sfogliare, è un mix sapiente di informazioni tecniche, piccoli brani solisti e molta musica da suonare in duo o in trio per scoprire insieme agli altri (siano essi l’insegnanti, i compagni di corso o il pianista accompagnatore) la gioia di collaborare alla costruzione del pezzo. Non mancano naturalmente i disegni, già colorati e da colorare, per dare all’insieme un tocco “di fiaba” che risulterà strategico perché i giovanissimi violinisti proseguano con entusiasmo il proprio percorso di studio. 122 dB SPL/mW 110 Ohm 20 Hz - 18.5 kHz 31 g 155 cm Trasparente Sessantaquattro pagine in formato album, con un CD audio allegato: è quanto basta per entrare nel mondo magico delle canzoni della Melevisione, la trasmissione di RaiTre apprezzatissima dai più piccoli. Il testo, realizzato dalle Edizioni Curci di Milano, accompagna ciascuna delle dodici canzoni con disegni e fotografie dei personaggi e delle ambientazioni originali della produzione televisiva. Ci sono il Fantabosco, il Folletto Aggiustaguai e le Bibite Squisite da gustare tra una fiaba e l’altra... EDIZIONI CURCI Il risultato finale, grazie anche alle basi cantate e in versione solo strumentale (per il karaoke) allegate al libro, è quello di una pubbli- Pad. 18 | Stand D63 E72 MELEVISIONE: il libro delle canzoni cazione capace di affascinare i bambini che si avvicinano alla musica e che si rivelerà estremamente utile per tutti gli animatori e gli insegnanti chiamati ad educare al canto. I testi, le ambientazioni e il “sound” sono quelli tipici della fiaba; e non potrebbe essere altrimenti. Un ambito all’interno del quale, come dimostra ciascuna delle canzoni raccolte nel breve e coloratissimo volumetto, si possono lanciare importanti messaggi carichi di valore educativo “a tutto tondo”. www.curciedizioni.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalla Fiera Dalla Fiera 22 Settembre 2007 In anteprima assoluta! Una fisarmonica tra le Highlands “Era davvero molto tempo”, ci ha confidato sorridente la distributrice di Schott Laura Patrizia Rossi, “che non uscivamo con un libro interamente dedicato alla fisarmonica. E sono molto contenta di sfruttare proprio l’occasione di MEET Milano per presentare al pubblico questo volume.” Scottish Folk Tunes appartiene alla collana Schott World Music e propone ben cinquantaquattro brani tradizionali scozzesi nell’arrangiamento per fisarmonica. Sono più di cento pagine nel corso delle quali si passa dai reel ai walzer, dalle polke agli strathspey: SCHOTT MUSIC un cammino lungo il quale capita spesso di imbattersi in arie suggestive e famose. Castles in the Air, Soldier’s Joy, The Fairy Dance… c’è davvero da perdersi nei meandri di un repertorio sempre capace di affascinare con suggestioni esotiche che la fisarmonica arricchisce con un tocco inconfondibile. A completamento del tutto ci sono poi una breve ma esaustiva introduzione storica sulla diffusione della fisarmonica in Scozia e la descrizione particolareggiata di ciascuno dei cinquantaquattro brani contenuti nella raccolta. Pad. 18 | Stand D57 E66S Scottish Folk Tunes www.schott-music.com Se non l’avete ancora fatto, passate dallo stand Edirol nel padiglione 14. Fra le molte novità in esposizione, oltre ai mixer audio e ai recorder digitali portatili c’è la nuova, attesissima release di Sonar 7. La scatola che abbiamo fotografato, ancora ricoperta dal cellophane, è una delle primissime arrivate in Italia, e sarà disponibile a breve per il nostro mercato. Tra le caratteristiche di punta della nuova versione ricordiamo la completa compatibilità con l’ambiente di lavoro di Windows Vista, il numero superiore di plugin offerti in bundle (ricordiamo, fra gli altri, il simulatore di ampli per chitarra Revalver SE MKII, i virtual instruments Dimension™ LE e Rapture™ LE, il sistema di quantizzazione audio non distruttivo AudioSnap™, e due virtual instrument Roland®) e una libreria di campioni da 1 GB. EDIROL Sonar 7 Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 Fra musica e motori… TASCAM: il Grande Mix Cosa ci fa una cinquecento nuova di zecca al centro dello stand Casale Bauer? Semplice: è l’auto per cui sono state realizzate due delle più curiose chitarre uscite di recente dal custom shop del produttore americano. Gli strumenti, Stratocaster bianche che riportano il logo della Cinquecento sui capotasti, ospitano la scritta Everyday Masterpiece, letteralmente “capolavoro quotidiano”. Una trasposizione… musicale del concetto alla base della campagna promozionale Fiat, che celebra i piccoli grandi trionfi della vita di ogni giorno e gli oggetti che ci permettono di raggiungerli. Oggetti geniali, semplici e raffinati come la Cinquecento e la Fender Everyday Masterpiece. La nuova chitarra, che è già entrata a suo modo nella leggenda, sarà consegnata a FIAT durante la manifestazione. C’è davvero da rimanere a bocca aperta nel vedere (ed ascoltare) la dimostrazione di una sessione di mixaggio offerta dai product specialist Tascam presso lo stand Exhibo. Anche perché il materiale musicale che qui viene manipolato è di tutto rispetto, e va ben al di là delle demo-track tradizionali, come chiunque può verificare di persona. Da Brian Eno al bluegrass, passando per grandi classici della storia recente della musica, il… ventaglio di mixdown possibili è davvero straordinario. La fotografia qui a lato mostra il responsabile italiano di Tascam, Ignazio Vagnone, seduto alla postazione di lavoro allestita per la Fiera. Di fronte a lui ci sono un mixer digitale DM-3200 completo di interfaccia video e collegato ad una workstation X-48, una serie di monitor nearfield e anche un “piccolissimo” registratore MP3 portatile. La tecnologia Tascam si dispiega così lungo l’intera catena che va dallo studio di registrazione ai lettori multimediali più piccoli e compatti; e ovunque porta altissima qualità audio, ergonomia e facilità d’uso. CASALE BAUER Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 500 Everyday Masterpiece EXHIBO Pad. 14 | Stand G41 H34 Tascam DM-3200 www.edirol.it www.exhibo.it 37 Dalla Fiera Dalla Fiera 22 Settembre 2007 Cavi alla prova: Reference Lab Chi ha detto che i cavi sono tutti uguali? E che quelli più costosi sono per forza di cose i migliori? Reference Laboratory, leader nella produzione di cavi di altissima qualità, ha deciso di proporre in occasione di Meet Milano un’iniziativa decisamente speciale: la prova comparativa dei cavi. “Il nostro impegno come azienda produttrice”, ci ha raccontato ieri Alberto Tordini, “mira anche e soprattutto a rimuovere il velo d’indifferenza che circonda la tecnologia ‘povera’ dei cavi. Anche perché, se è vero che tutti i settori della produzione musicale hanno conosciuto negli ultimi decenni un’evoluzione clamorosa, è anche vero che non si può pretendere che i cavi rimangano quelli di cinquant’anni fa... In questo senso, anzi, si potrebbe addirittura affermare che il cavo è diventato l’anello fondamentale nel processo della trasmissione del segnale.” In effetti, bisogna riconoscere che spesso e volentieri i musicisti considerano il cavo alla stregua di un accessorio che deve... costare il meno possibile. Le dimostrazioni proposte da Reference Lab, tuttavia, dimostrano che un approccio di questo tipo è non soltanto ingenuo, ma capace di danneggiare il suono in maniera irreparabile. “Non si può utilizzare lo stesso cavo da microfono REFERENCE LAB per qualsiasi applicazione”, precisa Tordini. Che prosegue: “Ci sono esigenze elettriche, termiche, di resistenza e di flessibilità sempre diverse... per non parlare delle normative di sicurezza! Ci sono linee che superano i 20, i 50 o i 100 metri; linee sospese e linee che devono essere interrate o rinchiuse in una canalina... Le varianti che possono influire sul risultato acustico sono davvero tantissime, e noi vogliamo dimostrare che il cavo giusto può davvero fare la differenza.” In quest’ottica, la prova comparativa proposta in questi giorni è molto più che un exploit fieristico; come sottolineano con orgoglio alla Reference Lab, “l’attività di comparazione è prima di tutto un metodo... scientifico alla base del lavoro di tutti i giorni. Anche perché la valutazione continua di nuovi materiali e nuove soluzioni per la costruzione dei cavi porta spesso alla realizzazione di importanti innovazioni.” E di innovazioni il catalogo della Reference Lab è davvero pieno, se si pensa che la sola categoria dei cavi per microfono prevede dodici modelli diversi. Oltre ad una linea di microfoni per di altissima qualità (come i modelli per batteria Fusion 7 e DP7) che stanno riscuotendo ampi consensi a livello internazionale, come dimostra il MIPA Award assegnato di recente al DP7. Pad. 14 | Stand F10 Prova comparativa sui cavi www.referencelaboratory.com In diretta da ieri: nascita di un marchio Ci sono voluti due anni di ricerca e un intenso lavoro da parte di un nutrito gruppo di professionisti, ma alla fine il traguardo è stato raggiunto nel migliore dei modi. E ha portato alla nascita di un nuovo marchio nel mondo audio professionale: MARKAUDIO. I primi prodotti con questo marchio sono i modelli della linea AS (Active System) e sono stati presentati in anteprima mondiale proprio ieri, in occasione dell’apertura di MEET Milano. MARKAUDIO Active System Pad. 14 | Stand F08s La giornata di ieri è stata caratterizzata da un gran numero di incontri fra operatori anche apparentemente “lontani”, che hanno colto l’occasione della Fiera per esplorare strategie e possibili percorsi di crescita comuni. è il caso, ad esempio, dell’incontro testimoniato da questa foto, che vede protagonisti il liutaio piemontese Aldo Illotta e la responsabile marketing di Monsound Ilaria Piermatteo. Ilario Illotta si è cimentato con giochi proposti dal nuovo operatore italiano dell’audio professionale, ed ha addirittura vinto la prima bottiglia dello speciale vino che Monsound ha fatto realizzae per sottolineare in modo “vivace” questo suo esordio sul mercato italiano. www.blackshark.eu Portateci le vostre notizie in redAZIONE: DOMANI LE VEDRETE PUBBLICATE! pad. 18 - stand a87 www.markaudio.it Tanti e giusti A Guest from Canada Importante incontro ieri presso lo stand Mogar. Graditissimo ospite, infatti, ra presente Harvey G. Levy, titolare della Levy’s Leather Limited e importante eponente dela dirigenza della NAMM statunitense. Nella foto lo vediamo con Silvia Furlan, carlo Bonomi e Marco Guazzoni (a destra). “Tanti visitatori, e soprattutto molto interessati alle nostre proposte”. Sono queste le parole con cui Loredana Pezzoni ci ha accolti ieri in tarda mattinata, commentando con parole di segno fortemente positivo l’andamento della manifestazione a poche ore dall’apertura dei cancelli. Lo stand CPM rappresenta uno dei luoghi più autorevoli della Fiera per quanto riguarda la didattica della musica moderna, dal jazz al pop, dal rock alle infinite “famiglie” che parlano il linguaggio della musica di domani. CPM Pad. 18 | L73 www.centroprofessionemusica.it Digitale o tradizionale? A vederla da lontano la si direbbe uno strumento tradizionale; al di là della livrea, però, Music Maker 50 nasconde l’anima di uno strumento digitale, che rappresenta la più recente evoluzione del catalogo Musictech. La nuova fisarmonica pesa poco più di cinque chili e non ha voci reali; costruita interamente a Castelfidardo con gli stessi materiali impiegati per la produzione delle fisarmoniche tradizionali, affida interamente l’emissione del suono ad un generatore digitale. La sua tavolozza timbrica è decisamente interessante: nella flash memory sono infatti presenti 25 voci di fisarmonica ed altrettanti timbri dedicati a suoni orchestrali come archi, cori, organi, chitarre ed ottoni. Naturalmente anche la MM50, come tutti gli strumenti dotati di interfaccia MIDI, può essere collegata ad un modulo esterno o ad un personal computer… ciò che rende virtualmente infinite le possibilità espressive di questo strumento. Da sottolineare, infine, la disponibilità di un modello wireless, che permette all’esecutore di suonare muovendosi liberamente sul palco o in sala. Proprio come con la fisarmonica tradizionale… MUSICTECH Pad. 14 | Stand E16 Music Maker 50 www.musictech-midi.com Pianoforte... facilissimo Il Corso facilissimo di pianoforte di John Thompson è uno dei classici della didattica strumentale per bambini. Le sue caratteristiche fondamentali sono la suddivisione in livelli progressivi, la presenza di disegni e di indicazioni didattiche rivolte all’insegnante e la costante attenzione allo sviluppo della musicalità dell’allievo. Valori, questi, che emergono con particolare evidenza nel corso del terzo volume, di recente dato alle stampe nelUniversal Music MGB Publications Corso facilissimo di Pianoforte 38 e professionisti del suono qualità, potenza, affidabilità e massima trasportabilità, ovunque. Sul sito www.markaudio.it ci sono tutti i dettagli sui nuovi modelli della gamma AS. A MEET Milano è possibile ascoltare i diffusori attivi Markaudio serie AS unitamente all’intera linea prodotti Markbass. Business to business Sono davvero molto belli i cabinet professionali della linea Hardwood proposti da Blackshark. Curatissimi nei dettagli, interamente prodotti a mano da artigiani italiani, sono destinati a chitarristi e bassisti e si trovano perfettamente a proprio agio sia in studio che sul palco. Il mobile in rovere lamellare evaporato è costruito con doghe spesse 19 mm ed è interamente ricoperto con una vernice protettiva atossica trasparente. Questo trattamento assicura una notevole resistenza del cabinet sia agli urti che all’umidità: i nuovi cabinet, assicurano alla Blackshark, sono... a prova di tempo. Anche perché, come in ogni produzione che si rispetti, al terine del processo di costruzione sono previsti controlli sulla qualità delle tavole, sulla giuntatura di testa, verifiche della piallatura, della calibratura e dell’incollaggio delle lamelle, della levigatura e delle finiture. La qualità del suono, che il cabinet in legno sottolinea ulteriormente, è assoluta: merito anche dei coni Celestion che fanno bella mostra di sè... al di là della griglia frontale. Hardwood Cabinets Markaudio condivide la stessa filosofia di prodotto che in pochi anni ha reso Markbass uno dei più apprezzati marchi mondiali nell’amplificazione per basso. Una potenza di qualità oltre che di quantità, un porogetto originale e innovativo, una grande leggerezza e altissima tecnologia proprietaria caratterizzano questa questa linea di diffusori attivi. La serie AS offre anche una grande versatilità: e offre a musicisti Pad. 14 | Stand G21 H20 Diffusori elegantissimi... BLACKSHARK Dismamusica Magazine SHOW DAILY l’ambito della nuova edizione italiana che nasce grazie all’accordo fra la Willis Music Company e BMG Publications. Fin dalle prime pagine, l’attenzione del bambino è attirata sulla struttura del periodo musicale. Si succedono infatti brani composti da due, tre e quattro frasi –per ciascuno dei quali l’autore fornisce indicazioni particolareggiate riguardo alla possibile interpretazione. Pad. 18 | Stand E67 www.ricordi.it