DISMAMUSICA MAGAZINE - 22 settembre 2007 - Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Milano - Anno IX - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni - Editore e proprietario: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672
Stampa Emme K srl - Fino Mornasco (CO) - Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003
Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno IX - n. 37 - 22 SETTEMBRE 2007
Secondo giorno
di Gianni Cameroni
Quanta gente!
Ieri
per alcuni era il commento più
adeguato. “Tutti qui?”, si domandavano altri più esigenti in
fatto di pubblico, almeno in termini numerici.
A me risulta invece che il pubblico non fosse né molto, né poco: ma giusto. E, a naso, ho
avuto la sensazione che fosse difficile giudicare
una presenza sulla base di uno sguardo anche
approfondito della manifestazione. Avete visto
i padiglioni? Sterminati. Grandi, accoglienti e
soprattutto a misura di musica.
Chi ha calcato le fiere di musica e strumenti musicali sa che il suono, alla lunga, diventa
rumore. E il rumore, alla lunga, diventa insopportabile. Qui a Meet Milano, invece, la scelta
di dedicare ampi spazi anche al pubblico, distanziando gli stand in modo da creare viali di
passaggio più grandi della norma, ha fatto sì
che la visita fosse più gradevole, meno stressante. Questo ha consentito alle persone di rischiare una visita più lunga (la mia sensazione
è stata almeno questa), e alla fine ciascuno ha
speso più tempo presso gli stand che ha visitato.
di Gianni Cameroni
Quando Andrew Howe si esprime, lo fa con potenza: salto in lungo di
valore mondiale, galoppata sui 200 metri che gli ha meritato il titolo italiano
ed energia da vendere anche durante il suo tempo libero. Qual è la sua
occupazione preferita quando non fa atletica? Suona (bene) la batteria…
Ed è questo il consiglio che mi sento
di dare a voi visitatori del Sabato di Fiera, probabilmente la giornata più affollata e più vivace di questo percorso espositivo. Fermatevi
più a lungo presso gli stand espositivi, andate
a vedere da vicino più prodotti, provateli, osate
chiedere, ascoltate... Le fiere della musica sono diverse proprio perché sono fatte anche di
sensazioni tattili, oltre che acustiche, di piccole
sfide portate allo strumento di sogno, che forse
non ci permetteremo mai.
Ho guardato chi si avvicina ai pianoforti. Il gran
coda Boesendorfer, i coda Yamaha e Kawai, o
il monumentale (e splendido) “doppio Borgato”
che campeggia al centro dello stand Dismamusica al pad. 18. E ho notato la prima timidezza,
il primo tocco quasi intimorito, e poi il coraggio di raggiungere la panchetta, di appoggiare i
piedi sui pedali e infine l’emozione di provare a
suonare uno strumento importante.
È così che si visita una fiera di musica.
Ed è così che ci aspettiamo i visitatori di Meet
Milano. Se poi sono tanti, o pochi, lo lasciamo
giudicare agli statistici. L’importante è che siano i visitatori giusti.
Gianni Cameroni,
responsabile Ufficio Stampa DISMAMUSICA
Abbiamo incontrato Andrew Howe qualche mese fa, prima che per il campione
dell’Aeronautica Italiana cominciasse la
lunga stagione agonistica estiva che egli
ha esaltato poi alla grande vincendo la
medaglia d’argento ai mondiali di atletiva di Osaka, a fine agosto e battendo il
record italiano di Evangelisti per il salto
in lungo. L’abbiamo incontrato allora per-
ché, una volta iniziato l’impegno di allenamenti, trasferte e gare, i grandi campioni come Howe sono assolutamente
blindati e irraggiungibili, pienamente concentrati nel perseguire l’obiettivo agonistico, nella speranza di vedere salire al
cielo il tricolore, a fine gara, sullo sfondo
delle note dell’Inno di Mameli.
segue a pag. 6
E TU, HAI FIRMATO?
Strumenti & Foreste
Guardando indietro
L’industria musicale
Mario De Luigi svela i
Una squadra
molto speciale
affianca Greenpeace
retroscena della mostra
Come si arriva ad uno
in un progetto per
fotografica dedicata
strumento musicale
salvaguardare le foreste
ai grandi della musica
innovativo? I designer
di legno pregiato.
leggera italiana.
Yamaha si raccontano...
a pag. 14
Durante questi giorni di MEET MILANO
stiamo raccogliendo le firme per inviare una lettera aperta al Governo Italiano “Per una politica di sostegno della
pratica musicale in Italia”. Di fatto, chiediamo
che con la prossima Legge Finanziaria si preveda
un BONUS FISCALE per gli studenti della scuola
primaria, per l’acquisto di strumenti musicali nuovi a scopo didattico, riconoscendo altresì il valore educativo, culturale, sociale e formativo dello
strumento musicale e dello studio della musica.
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veritas
a pag. 16
a pag. 9
Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua.
Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato.
21-22-23-24 Settembre 2007
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Dismamusica Magazine SHOW DAILY
22 Settembre 2007
14 -18
Quando mi hanno dato le indicazioni per venire a visitare questa fiera, mi sembrava di
Lenit am, velessis adipsum enim dipsum dui et lutpat prat. Raessed diamconsed do euguero
essere ridiventato studente. Per somma voglia di sintesi, il mio informatore mi ha detto
dionsed doluptat ex ex enibh eugiamconsed tinim auguera esecte faccum nim inisl inibh enis
infatti “Meet Milano? 14-18”. E a me (che non sono più di primo pelo) è venuta in mente
nonsed tat, conullum dolut vel euiscid uissed eros diat autem inim ilit adignisisi blaor alit in
la Prima Guerra Mondiale: 1914-1918. E con la guerra mi sono venuti in mente i conflitti
ulputat nisl exerit nit prat, quisl ullutat. Tuerosto consed dolore ercincilit ex er sit nit
della vigilia, con le contraddizioni, le fatiche, le paure, le certezze (smentite), le incertezze
(ugualmente smentite) e via dicendo.
Vecchia Volpe
Oggi, dopo il primo giorno di fiera, mi pare di vedere visi più distesi, espressioni più serene
(anche se ancora un po’ dubbiose) e quel modo di fare da “amico saggio”, quello che dice
sempre “Te l’avevo detto”, anche da parte di chi non è affatto vero che te l’aveva detto.
La cosa buona è stata quella di vedere molti musicisti dell’area di Milano e dintorni, e molti
rivenditori anche da un poco più in là: segno di un interesse palese espresso con una visita
di persona.
Insomma, la Guerra non c’entrava per niente. E, se mai c’era stata, era almeno già finita.
14 - 18 non è peraltro la guerra, ma sono i padiglioni contigui che accolgono Meet Milano,
due aree dedicate a un evento che si sta delineando sempre più interessante e intrigante.
D’altra parte, visto che questa rivista è distribuita proprio in quello spazio che divide i
due padiglioni 14 e 18, se avete in mano questa pagina e se state leggendo queste righe è
perché, in fondo, fino a qui ci siete arrivati anche voi, con le vostre aspettative, la vostra
curiosità e, probabilmente, la vostra voglia di musica.
Buona Musica, allora, e buona visita. Meet Milano è un incontro alla sua prima esperienza.
Mi auguro che diventi una buona abitudine, nel segno della musica e, se posso spezzare una
lancia (in tutti i sensi), nel segno della pace.
Vecchia Volpe
in questo numero:
Un’esplosione di potenza
pag. 1
Prime impressioni: parla Rossella Bernuzzi
di Gianni Cameroni
pag. 6
Una squadra molto speciale
di Cristiano Cameroni
pag. 9
Musicisti per hobby
di Gianni Cameroni
pag. 12
Salvate quelle foreste
di Alessandro De Cristoforis
pag. 14
Uno sguardo indietro
di Mario De Luigi
pag. 16
Cittadella acustica
di Alessio Ambrosi
pag. 18
Accade oggi
a cura della Redazione
pag. 20
Strumenti di carta
di Caterina De Gregori
pag. 22
Dalle aziende
a cura della Redazione
pag. 24
di Gianni Cameroni
colophon
DISMAMUSICA MAGAZINE SHOW DAILY
N. 37 - 22 settembre 2007 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni
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Direzione Editoriale: Antonio Monzino jr.
Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director).
Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Caterina De Gregori, Mario De Luigi, Alessio Ambrosi
Grafica, impaginazione e coordinamento:
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Dalla
Fiera
Dalla Fiera
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
A colloquio con...
Gli azzurrisimi occhi di Rossella Bernuzzi, responsabile del progetto Meet Milano all’interno di Expocts, mi
guardano un po’ dubbiosi.
Non le piace rilasciare interviste, e la cosa deve essermi chiara. Rossella Bernuzzi preferisce fare e, nel
momento della dimensione
pubblica, andarsene in punta di piedi.
La presenza su Dismamusica Magazine è però un atto dovuto, per la collaborazione di questi mesi (fatta di entusiasmi, progetti,
qualche baruffa e molta voglia di arrivare in fondo con
qualcosa di concreto), per il
rapporto con soci e non soci
della nostra Associazione,
per uno sguardo sul passato e sul futuro. Oggi i giochi
sono fatti, la Fiera è partita e i primi risultati sono già
oggetto di commenti.
“Credo che il risultato sia
davanti agli occhi di tutti”,
mi dice Rossella Bernuzzi
con determinazione, “la fiera della musica è partita, gli
espositori ci sono e il pubblico sta rispondendo bene.
Stiamo accumulando espe-
rienza per guardare al futuro
con ottimismo,
e per ora stiamo a guardare.
Non è mio costume azzardare giudizi in
corsa: è passato solo il primo giorno di Fiera, e dobbiamo ancora percorrere molta
strada”.
In effetti è vero, però vedo
nello sguardo una scintilla
di soddisfazione. In questi
mesi le fatiche sono state
molte, e Rossella Bernuzzi
lo sa piuttosto bene.
“Devo dire grazie a tutto lo
staff che si è espresso al
meglio delle sue possibilità”, aggiunge schermendosi di nuovo, “e devo naturalmente dire grazie agli
espositori che sono la vera
anima di ogni manifestazione fieristica. Mi auguro che
quanto abbiamo fatto, tutti
insieme, sia colto nel modo
giusto da parte del pubblico
che affollerà sicuramente la
mostra”.
Meet Milano si è peraltro
distinto anche per la grande serie di eventi collaterali
che si svolgono, sia organizzati dalla Segreteria sia dagli espositori.
“Credo che sia una
particolarità di questa fiera nella sua
tipologia”, sottolina più a suo gio la
nostra intervistata,
“perché musica e
spettacolo sono due ingredienti indissolubili. Come
sono indissolubili musica e
società e musica e cultura.
Credo che tutti gli elementi necessari a costruire un
ventaglio di eventi interessanti raramente si manifestino tutti inseme come con
manifestazioni legate alla
musica in tutte le sue forme”.
Il telefono di Rossella Bernuzzi squilla con insistenza.
È curioso, riproduce il suono squllante dei vecchi telefoni di bachelite nera. Anche questa, oggi, è una citazione militare.
Con una curiosa espressione mi fa capire che deve letteralmente fiondarsi in un
altro angolo di questa (grande) fiera. Riprenderemo l’intervista alla fine del percorso: ci saranno allora numeri e commenti. Che ci aspettiamo, per entrambi i parametri, di segno positivo.
Gianni Cameroni
In difesa della creatività
Si è aperto ieri con qualche minuto di ritardo
il convegno inaugurale Rispettiamo la creatività organizzato con la collaborazione di AFI
(Associazione dei Fonografici Italiani), IMAIE
(Istituto per la tutela dei Diritti degli Artisti Interpreti Esecutori) e SIAE. Il moderatore dell’incontro, a cui partecipavano fra l’altro il
presidente di DISMAMUSICA Antonio Monzino jr., Sergio Scala del Ministero della Pubblica Istruzione e il cantautore Francesco Baccini, era il direttore di Musica & Dischi Mario
De Luigi. Al centro dell’attenzione c’erano le
politiche di sensibilizzazione al rispetto dei diritti degli autori: un campo di attività che ha
visto l’EMCA (European Music Copyright Alliance, l’organismo sopranazionale che difende gli interessi di autori, editori e case disco-
grafiche) agire in prima linea nel settore dell’istruzione, con interventi mirati nelle scuole
medie e superiori lungo tutto il corso dell’anno scolastico.
Chiamato ad intervenire all’apertura dei lavori, il presidente di Dismamusica Antonio Monzino jr. ha dichiarato fra l’altro che una delle
condizioni necessarie al rispetto dei diritti dei
musicisti è l’allargamento della cultura musicale, un settore nel quale il nostro Paese
sconta ancora un pesante ritardo. “È necessario investire nell’educazione musicale a tutti i livelli, dalle scuole all’età adulta”, ha ribadito Monzino, ricordando anche “l’alto valore
formativo del fare musica, si traduce in un’imponente serie di benefici lungo l’intero arco
della vita.”
Un plauso al grande sforzo organizzativo
Il presidente di Yamaha Musica Italia Philippe Tirefoin, che abbiamo
fotografato in tarda mattinata, ha avuto parole di elogio per lo sforzo
organizzativo degli operatori presenti nei padiglioni. “Ho notato con
piacere”, ha dichiarato Tirefoin, “che tutti gli espositori si sono impegnati con grande energia per la riuscita della manifestazione. Gli
stessi spazi espositivi parlano da sé, a testimonianza di uno sforzo
collettivo molto imponente. Come osservava un espositore francese
che ho incontrato proprio oggi, chi si aspettava che la prima edizione
di MEET Milano fosse un evento dal carattere soltanto italiano si deve ricredere: qui siamo di fronte ad un appuntamento che ha tutte le
caratteristiche per presentarsi in modo autorevole sullo scenario internazionale.”
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La SIAE
visita gli stand
del Gruppo
Monzino
Grande successo
per il Doppio Borgato
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Hohner: 150 anni e una conferenza stampa
Si è tenuta ieri sera alle cinque e
mezza la Conferenza Stampa convocata da Master Music per celebrare di
fronte ad operatori e giornalisti il prestigiosissimo traguardo dei centocinquat’anni di vita del marchio Hohner.
Un parterre di appassionati ha accompagnato le parole di commemorazione e il momento della premiazione dei
cosiddetti “Top Five”, cinque armonicisti eccezionali come Franco De Gemini, Fabio Treves, Fabrizio Poggi, Willi Burger e Bruno De Filippi (nella foto
al centro). Momenti di commozione e
di ilarità per gli aneddoti raccontati da uno smagliante De Gemini e la promessa da parte di
Claudio Formisano di dare vita a un Club Hohner Itala per promuovere lo studio e la diffusione
di questo splendido strumento.
JMP e Rugginenti: un anno insieme e una missione
La prima cosa che si nota quando li si incontra è il
loro sorriso. Aperto, limpido, luminoso, come la musica che propongono in concerto e nelle due produzioni firmate da Rusty Records: il CD A place for everyone dedicato a Karol Wojtyla e il DVD del musical
Seven Days With You.
Del resto, per i quattro ragazzi che formano i JMP
non c’è distanza fra la musica e la vita. “La musica”, ci ha raccontato la leader del gruppo Christine
Joan Johnson, “è il nostro modo di essere. Non è un
lavoro, né la facciamo per rincorrere la fama. è piuttosto un’esigenza, la via più naturale per
condividere con chi ci ascolta la nostra gioia e il nostro messaggio di speranza.”
Protagonisti di quattro concerti che li vedono esibirsi tutti i pomeriggi in questi giorni di fiera, i JMP festeggiano proprio in Fiera il primo anniversario della loro attività discografica, dal
momento che sono stati presentati alla Rugginenti in occasione del Disma Music Show dello
scorso anno.
RUGGINENTI
JMP
Pad. 18 | Stand F70 E63
www.rugginenti.it
Il responsabile delle relazioni esterne della SIAE Stefano
Micocci è qui ritratto in compagnia di Antonio Monzino
jr., presidente Dismamusica e figura di primissimo
piano del mercato italiano.
Al Gruppo Monzino fanno
capo aziende presenti da
molti anni sul mercato, come la Carisch e la Mogar (la
prima festeggia quest’anno
i propri 120 anni di attività,
la seconda il ventesimo anniversario dalla fondazione)
e nuovissime realtà come la
Gewa Med, che opera da pochi anni ma che rappresenta già una realtà molto consolidata, e la “neonata” Monsound, che muove i suoi primi
passi proprio in occasione di
MEET Milano.
è davvero straordinario il successo riscosso durante il
primo giorno di Fiera dal magnifico Doppio –o pianoforte
a pedali– che Borgato ha messo a disposizione al centro del grande stand Dismamusica, presso il padiglione
18. Lo strumento è collocato
proprio accanto alla nostra
redazione: e da qui abbiamo
potuto assistere ad un continuo andirivieni di visitatori
di ogni età che si sono alternati alla tastiera e alla...
pedaliera dello strumento
per mettersi alla prova ed
esplorare da vicino le sue
grandi possibilità espressive.
Gli esiti di questi piccoli “recital” sono stati spesso clamorosi: come
quando Giulio, uno dei responsabili della distribuzione di
Dismamusica Show Daily (nella foto qui a fianco), ha sorpreso tutto lo stand con un’esecuzione intensissima della
Ballata in Sol minore di Chopin. Complimenti!
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22 Settembre 2007
SEGUE DA pag. 1
Andrew Howe era ospite, quel
giorno, di Mogar, uno dei maggiori distributori europei di
strumenti musicali. Doveva ritirare la sua nuova batteria TAMA, con la finitura a canna di
fucile e le lucide dotazioni di
piatti Zildjian. Per l’occasione,
un pugno di giornalisti erano
stati ammessi al magico momento dell’incontro tra il campione e il suo strumento.
“Ho sempre avuto una Tama”, ha esordito quasi timido
il campione, “che per me è il
massimo. È il massimo per la
musica che faccio… Credo sia
il mio strumento”. Dopo un attimo di imbarazzo, e un generale applauso, tutti abbiamo
chiesto a Andrew di farci sentire qualcosa sulla batteria appositamente predisposta per
lui. E non si è fatto pregare.
Prima con dolcezza, quasi
a saggiare le pelli, i pedali, i
piatti, poi con sempre maggior vigore, l’atleta ha rivelato un aspetto meno conosciuto della sua personalità, un
aspetto legato al mondo della m usica dove è qualcosa di
più di un semplice appassionato. La sua breve esibizione
è stata un crescendo, un esercizio complesso che ha esplorato lo strumento in un arco di
tempo breve ma intenso, per
poi esplodere in un finale decisamente d’effetto.
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Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Craiving è il gruppo di Andrew
Howe: un trio al cui interno
Howe suona, appunto, la batteria. La musica che questi
tre ragazzi riescono a “tirar
fuori” è aggressiva e di facile
ascolto, un misto “tra punk,
grunge e nu-metal caratterizzato da chitarrone potenti e
una vocetta strana”, come si
legge su un blog che li riguarda. Tra l’altro i Craiving hanno da poco pubblicato il loro
primo album (un altro sogno
che si avvera per il ventunenne atleta di Rieti) e uno dei
pezzi (No Body Knows) è anche la colonna sonora di uno
spot pubblicitario della Nike.
Protagonista, naturalmente,
Andrew Howe… Il loro sito Internet (www.craiving.it, da dove è consentito il download di
tre pezzi, tra i quali anche No
Body Knows) rispecchia il gusto per il pulp e l’heavy metal
anche nella grafica, simpaticamente aggressiva.
Parlando
di musica
Ma torniamo all’incontro con
il velocista. Dopo la breve esi-
bizione, e dopo aver espresso la sua grande soddisfazione per lo strumento toccatogli in sorte, Andrew Howe si
è concesso volentieri a qualche domanda. Quando gli abbiamo chiesto che cosa rappresenti per lui la musica, il
suo viso si è illuminato. “È
una cosa che ho dentro da
sempre”, dice. E quel sèmpre ha la e aperta, tipico dell’area in cui è cresciuto. Nato
a Los Angeles, Andrew è infatti rietino praticamente da
sempre. “È un ritmo che mi
segue ovunque, e che mi consente di concentrarmi al massimo anche quando non suono. Lo studio delle percussioni ti dà il ritmo giusto, ti offre
una sponda sicura a cui appoggiarti… Non so come dire,
ma anche in gara io cerco un
ritmo, che è il battito del cuore, il battito scandito dal pubblico, il colpo dei passi sulla
pedana…”.
Il personaggio
Howe
Chissà, forse queste affermazioni spiegano perché anche semplicemente veder
muovere il campione fa un
certo effetto. I muscoli guizzano sotto la pelle, e ogni
movimento nasconde una
potenza che in quel momento sta dormendo. Si capisce
dai gesti delle sue mani, da
un movimento del braccio,
da un passo accennato, che
Howe appartiene a una classe speciale: c’è scuola anche nello stare a riposo, e
c’è potenza anche semplicemente nello stare fermo.
IL VALORE
DELLA DISCIPLINA
Per questo gli abbiamo chiesto che cosa prova quando
suona, o quando corre, o
quando si lancia a superare
i limiti del più lungo salto di
sempre.
Andrew Howe ci ha sorriso
accennando a una smorfia
di simpatia, come gli accade anche davanti alle telecamere quando bonariamente offre espressioni curiose
e sberleffi ai telespettatori:
“Non è giusto dire che si tira fuori la potenza. La potenza è dentro, è costruita
con una disciplina che aiuta
l’atleta a crescere e a esprimersi al meglio nella sua
specialità. E per la musica
è la stessa cosa. È una disciplina che ti offre la possibilità di esprimerti al meglio nella misura in cui hai
costruito il tuo personale
linguaggio. Poi il tutto esce
con fluidità, con armonia, e
con potenza, anche. Ma solo quando serve, e in modo
del tutto naturale. Suonare
non significa semplicemente picchiare le bacchette
sulle pelli e sui piatti…”.
UNA LEZIONE
DALLA MUSICA
È una lezione di classe, impartita con la simpatia di un
ragazzo giovanissimo che
ha appena cominciato ad
assaporare il gusto delle
grandi vittorie. Un ragazzo
semplice che sa di essere
un campione, ma che vuole
soprattutto mettere a disposizione di chi gli sta intorno
le sue capacità e i suoi talenti.
“Anche questa è una lezione che viene dalla musica”,
sottolinea ancora una volta
sorridendo, “dove bisogna
collaborare per arrivare a risultati apprezzabili, e dove
bisogna riscoprire la dimensione dell’umiltà, come nello sport, per saper accettare i consigli e i suggerimenti
degli altri. Anche da qui passa la possibilità di migliorarsi sempre”.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
IlIlL’intervista
Personaggio
L’intervista
Personaggio
22 Settembre 2007
Dove nascono gli
strumenti del futuro?
Chi sono le persone che
collaborano alla loro progettazione?
E come si arriva all’idea di base
per la realizzazione di un nuovo
strumento musicale? Per scoprirlo
abbiamo incontrato il Product Design
Laboratory di Yamaha Corporation...
La costruzione degli strumenti musicali è da sempre uno dei campi
di applicazione preferiti del design.
Un po’ per l’alto livello di competenze che l’intero processo esige; e un
po’ perché è peculiare del design la
capacità di interpretare le istanze
del proprio tempo racchiudendo nel
prodotto finito quel vasto patrimonio di idee, emozioni e visioni che
confluiscono nell’arte. Naturalmente, a ciascuna epoca storica corrispondono uno stile ed un linguaggio
esclusivi; e va da sé che, così come distinguiamo facilmente una costruzione gotica da un palazzo del
Settecento, siamo perfettamente
in grado di collocare uno strumento
musicale all’interno della “cornice
culturale” che gli compete.
In altre parole, se è vero che uno
strumento musicale è un “mezzo”
per produrre arte, quello stesso
strumento è, ancor prima di suonare, un’opera d’arte in sé e per sé,
che racconta la storia, le emozioni
e la cultura delle persone che l’hanno creato. Vista così, fra l’altro, la
questione assume un ulteriore significato: perché, allo stesso modo
in cui produce musica nuova, ciascuna cultura ha in un certo senso l’esigenza di produrre strumenti
musicali che la rappresentino. Così,
spinti dal desiderio di scoprire come nascano gli strumenti musicali
che ci rappresenteranno in futuro,
abbiamo chiesto di poter rivolgere
qualche domanda ad alcuni designer di una delle più influenti e attive imprese del settore: la Yamaha
Corporation.
A colloquio
con i designer
La risposta ci ha sorpreso: non
solo per la disponibilità immediata a raccontare i segreti di questo
mestiere, ma perché, complici la
potenza delle reti e la strategia di
squadra con cui il team Yamaha
affronta il lavoro di ogni giorno,
siamo riusciti ad intervistare, in
una volta sola, l’intero Yamaha
fezionare un’intervista corale che
riassume la filosofia del gruppo di
lavoro.
Per prima cosa abbiamo chiesto
ai nostri interlocutori che cosa li
abbia portati a dedicarsi a questa attività; e quale sia, al di là
della sfera professionale, la motivazione che li spinge ad approfondire il rapporto fra musica e
design.
Product Design Laboratory. Il compito non è stato facile: la “squadra” Yamaha si compone infatti di
24 persone che lavorano un po’ in
Giappone e un po’ in Europa; ma
con il tempo, e con intensi scambi di e-mail, siamo riusciti a con-
YPDL: Il punto di partenza, per ciascuno di noi, è senz’altro l’amore
per gli strumenti musicali. Sembra sorprendente, dato che proveniamo da culture diverse… ma
non è poi così strano. La musica ha infatti un carattere univer-
YAMAHA PRODUCT DESIGN LABORATORY... IN BREVE
• Fondato negli anni Sessanta, oggi dà lavoro a 24 designer.
• Si concentra ogni anno su circa 300 nuovi prodotti, distribuiti
su un ampio ventaglio di applicazioni: dagli strumenti musicali
all’equipaggiamento sportivo, ai componenti hi-fi.
• Ogni designer segue personalmente lo sviluppo di un prodotto, in
modo da essere coinvolto molto emotivamente con la sua “storia”.
• Periodicamente, ciascun designer viene “spostato” da un settore
della produzione all’altro, in modo da permettergli di perfezionare la
propria esperienza e affinare la propria capacità
di risolvere problemi diversi in modo creativo.
• I designer si incontrano una volta alla settimana per scambiare idee sugli ultimi progetti.
• All’interno del Product Design Team esiste un’unità di lavoro “speciale”, che ha il compito di
individuare la direzione di riferimento a cui tutto il gruppo deve uniformarsi per il futuro.
sale: a tutte le latitudini, rappresenta una tradizione millenaria e
viene ovunque considerata uno
degli elementi fondamentali della
cultura umana. È forse per questo
che gli strumenti musicali figurano fra i più antichi attrezzi costruiti dall’uomo. D’altra parte, sia la
musica che gli strumenti musicali conoscono un’evoluzione continua, quotidiana… un processo
evolutivo che con ogni probabilità
continuerà a estendersi lungo tutto l’arco della storia dell’uomo. Il
nostro lavoro, come team,
è quello di esplorare gli
sviluppi possibili nel campo acustico come in quello dell’elettronica più raffinata. Coniugare l’uso della
più avanzata tecnologia di
design industriale con il rispetto delle caratteristiche
fondamentali e del knowhow che appartengono alla storia dello strumento è piuttosto complesso… È una grande
sfida, sotto tutti i punti di vista;
ed è anche uno degli stimoli più
forti che muovono il nostro lavoro,
sia come singoli designer che come team. A questo va poi aggiunto il grande valore che si ritrova
a livello dell’emotività… Nel momento in cui una persona si mette
a suonare, diventa una cosa sola con lo strumento musicale. E
lo strumento, dal canto suo, cresce nel tempo di pari passo con
l’esecutore. Più l’approccio emotivo si fa profondo fra i due, più
il suono migliora… Naturalmente
questo fa di uno strumento musicale un oggetto davvero speciale,
profondamente diverso da qualsiasi altro prodotto. Un oggetto
che esige un’attenzione particolare, e che in questo fa risuonare nel profondo l’interesse del designer…. Detto in altre parole, e
per dare una risposta unitaria alla
domanda, la nostra passione per
la progettazione di strumenti musicali discende dal fatto che questi sono estremamente vicini ai
valori più autentici dell’emotività
dell’uomo.
DAL DISEGNO AL
PROTOTIPO
Sono molti i passaggi che conducono dalla prima idea allo strumento finito. Ce ne si può rendere
conto dando un’occhiata alle immagini qui sotto, che riproducono
i disegni preparatori e i due prototipi realizzati nell’ambito delle
fasi di sviluppo del wind controller WX-5, il successore del celebre WX-7.
PARLANDO DI MUSICA
DSD: Il riferimento all’emotività spalanca le porte alla musica
suonata, che è per definizione il
IlIlL’intervista
Personaggio
Personaggio
L’intervista
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
CINQUE PILASTRI
Tutti i prodotti sviluppati dallo Yamaha Product Design Laboratory obbediscono
ai cinque princìpi fondamentali della filosofia Yamaha. Un vero e proprio
“codice etico di riferimento”, che è alla radice del successo dell’intera linea
Yamaha e che ha accompagnato la storia dell’impresa giapponese fin dal
giorno della sua nascita, 120 anni fa.
[+] INTEGRITÀ
il design deve rispettare il significato più autentico dell’oggetto
[+] INNOVAZIONE
il design deve essere creativo
[+] ESTETICA
gli oggetti di design devono essere belli
[+] DISCREZIONE
gli oggetti di design non devono essere vistosi
[+] RESPONSABILITÀ
il design deve rispondere alle attese della società contemporanea
linguaggio delle emozioni… Ora,
al di là di quanto si riferisce direttamente alle caratteristiche dei
singoli strumenti a cui lavorate di
volta in volta, qual è il vostro vero rapporto con la musica? In che
modo la sua struttura, che è fatta anche di proporzioni formali e
rapporti matematici, influenza il
vostro lavoro?
YPDL: Innanzi tutto c’è un fatto:
almeno metà di noi ha con la musica suonata un rapporto intenso e continuo, dal momento che
suona per passione; fra l’altro,
queste figure di designer-musicisti si trovano, di tanto in tanto,
a suonare assieme –naturalmente senza pretendere di esibirsi in
pubblico. Comunque sia, il fatto
di avere fra noi parecchi musicisti
ci permette di guardare agli strumenti che progettiamo contemporaneamente dal punto di vista
dell’esecutore
e
da quello del pubblico. Possiamo
così studiare le di-
verse relazioni che si sviluppano
a livello umano (fra chi suona e
chi ascolta) e a livello dell’interazione fra uomo e strumento… È
proprio da queste triangolazioni
che partiamo con la nostra ricerca, perché è qui che si manifestano le emozioni; e, come abbiamo
già avuto modo di sottolineare,
il nostro interesse più grande va
proprio alle emozioni umane. Fra
l’altro questo spiega anche perché l’altra metà del nostro team
è composta da persone che, pur
amando la musica, non suonano,
ma coltivano nel proprio tempo libero altre passioni. La strada del
valore aggiunto, che impreziosisce uno strumento (specialmente
se è uno strumento indirizzato ad
un principiante o ad un musicista
non professionista), è fatta anche dalle idee e dai suggerimenti
che possono nascere facendo ciclismo, giocando a tennis o dedicandosi alla vela…
ALLA RICERCA
DEL SUONO
DSD: E per quanto riguarda il suono?
YPDL: Sia il suono che
l’integrità dello strumento sono
sempre al centro della nostra attenzione, soprattutto quando lavoriamo a strumenti MIDI che si
inseriscono nel solco di una tradizione acustica. In questo senso si può dire che il suono dello
strumento influenzi moltissimo le
decisioni dei designer: i quali, fra
parentesi, si divertono moltissimo
nel tradurre il calore del suono in
forme tangibili che, a loro volta,
dovranno ispirare l’esecutore.
IL PUNTO DI VISTA
DELL’ESECUTORE
DSD: Già, l’esecutore. Come vi
sentite quando ascoltate un musicista che suona sui vostri strumenti?
YPDL: È un’emozione fortissima! Davvero, siamo molto felici
ogni volta che sentiamo qualcuno che li suona. È un po’ come rivivere ogni volta la speranza che
ci anima quando li progettiamo;
il desiderio che questi strumenti siano in grado di trasmettere
un’emozione positiva agli esecutori. E che, insieme ad essi, facciano riverberare anche su altri
questa influenza positiva.
DSD: Questo dal vostro punto di
vista. Ma torniamo al musicista
che deve acquistare uno strumento. Per quale motivo, se posto di
fronte a due strumenti dalle caratteristiche simili ma dalla forma
completamente diversa (un dato
comune nel campo degli strumenti elettronici), l’esecutore dovrebbe scegliere lo strumento dal design migliore?
YPDL: La risposta è ancora una
volta nel rapporto degli strumenti
musicali con la sfera dell’emotività. Gli strumenti, anche quelli elettrici e digitali, sono profondamente diversi dai prodotti industriali più comuni. Li
utilizziamo infatti
per esprimere
le nostre emozioni più profonde; e a questo scopo
li tocchiamo o li stringiamo fra le dita, instaurando un rapporto fisico che li trasforma in potentissime
interfacce dell’animo
umano. A questo punto, è
evidente che qualsiasi miglioramento nel design non va valuta-
INFORMAZIONI, STORIA E FILOSOFIA DELLA PROGETTAZIONE:
TUTTO IN UN PORTALE... DI ALTO DESIGN
C’è davvero tutta la storia delle attività recenti
e passate del Product Design Laboratory sulle
pagine web che si aprono all’indirizzo www.global.yamaha.com/design/
Il sito è concepito come un vortal, vale a dire un portale verticale di informazione sulle attività del gruppo di designer che si occupano
dello sviluppo dei nuovi prodotti e dei concept
di Yamaha Corporation. Al di là dei comunicati stampa e delle news pubblicate sulla home
page, tuttavia, il portale si manifesta in tutto
il suo... splendore non appena si clicca sulla
grande fotografia che campeggia in alto, al centro della pagina.
Così facendo, si accede infatti al vero sito del
Product Design Laboratory, dove sono ospitati fra l’altro i pensieri e gli scritti del direttore
Yasuhiro Kira e di alcuni dei “top designer” che
hanno risposto alle nostre domande. Oltre ai
contenuti, che sono estremamente interessanti non solo per chi si occupa di strumenti musi-
10
cali, ma anche per tutti coloro che
sono affascinati dai temi del design, si viene colpiti subito favorevolmente anche dall’interfaccia del
sistema di navigazione, che unisce
funzionalità e sobrietà in perfetto
stile... Yamaha Design.
Niente clic sui pulsanti, niente fastidiose colonne sonore: le pagine
sono al tempo stesso sobrie, eleganti ed esaustive –al punto che è
facile indovinare, dietro alle schermate di Flash, la costante attenzione ai “cinque pilastri” del design
Yamaha.
Noi abbiamo dedicato parecchio tempo alla visita; anche perché il materiale contenuto nel
portale è davvero tanto, e va dalla descrizione
dettagliata di ciascuno delle decine di prodotti
presentati alle fotografie dei dettagli più significativi della produzione.
I singoli articoli sono poi spesso corredati dalla riproduzione dei disegni preparatori –che a
volte catturano l’occhio anche più del prodotto finito. Da consigliare a chiunque voglia farsi
un’idea dell’evoluzione recente degli strumenti musicali. •
to solo dal punto di vista estetico,
ma si traduce istantaneamente in
un miglioramento del suono, della suonabilità e del rapporto emotivo che lega il musicista al proprio
strumento.
FRA PASSATO
E FUTURO
DSD: Un’ultima domanda… in
che modo la costante tensione al
miglioramento e all’innovazione
si fondono con la grande tradizione di cui Yamaha, con la sua lunga storia, è comunque garante?
Voglio dire…
quanto
degli
strumenti del futuro dipende dalle caratteristiche
di quelli del passato? Ci sono dei
punti di partenza
fondamentali da cui
non si può prescindere
per la progettazione o la
reinterpretazione di un violino o di una chitarra?
YPDL: La tradizione Yamaha è
ormai molto lunga e autorevole
sia nel campo degli strumenti
acustici che nel settore degli strumenti elettrici e digitali; e l’esperienza maturata nel progettare e
costruire una così ampia gamma
di strumenti musicali rappresenta davvero un valore inestimabile.
Spesso, tra l’altro, le due tradizioni sono confluite per dare vista a
strumenti musicali “ibridi”. Come
team, abbiamo riscoperto la grande bellezza e il fascino del design
funzionale degli strumenti acustici. Siamo convinti del fatto che un
design pesante e ricco di decorazioni invadenti sia sempre da evitare. Ad esempio, il violino Silent
SV-120 ha mantenuto la silhouette dello strumento originale solo
su di un lato. Gli stessi strumenti
musicali elettrici non hanno nessun bisogno di un corpo acustico… Tuttavia, nel caso del violino
Silent, è stato necessario preservare l’emozione data dalla curva
del violino su un lato dello strumento… un valore che si traduce
allo stesso tempo in una informazione fondamentale che permette
all’esecutore di regolare con precisione l’angolazione dell’arco.
In linea generale, comunque,
quando progettiamo uno strumento “ibrido” cerchiamo di rimuovere o ridurre al minimo indispensabile tutti i componenti non necessari; e allo stesso tempo ci sforziamo di mantenere intatte l’integrità dello strumento e la tradizione che ce lo ha consegnato.
Attualità
Attualità
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Musicisti per hobby
Nella storia del mondo
sono stati e sono moltissimi gli uomini
che hanno imparato la musica per
proprio diletto, per accompagnare
i momenti della propria vita o
semplicemente per condividere
emozioni e sentimenti con altri che
avevano la loro stessa passione.
La musica, d’altra parte, ha sempre affascinato l’uomo, al punto che è
stata considerata nell’antichità un privilegio culturale e uno dei capisaldi
della formazione umana
(Platone) e che in alcune
colonie greche la privazione dell’insegnamento della musica era una delle
sanzioni più infamanti che
si potessero infliggere ai
popoli sottomessi.
Più tardi, se facciamo un
salto di molti secoli, troviamo la regina di Aquita-
nia, Eleonora, il cui nonno (Guglielmo IX) era un
abile poeta e musico, tanto
da essere
considerato il primo
dei trovatori medievali. Anche
il padre di
Eleonora,
Guglielmo
X, era musicista e poeta, e lei stessa aiutava e sosteneva il
movimento dei trovatori.
Eleonora, educata alla musica e alla letteratura, rimasta orfana all’età di 15 anni, andò sposa al re
Luigi VII di Francia,
dal quale ebbe una
figlia, Maria, e dal
quale divorziò alcuni anni più tardi.
Sposò in seconde
nozze Enrico d’Inghilterra, che divenne Re alla morte di
suo nonno, e che la rese
Regina di Inghilterra. Da
Enrico ebbe otto figli, tra
i quali la Storia ricorda soprattutto Riccardo Cuor di
Leone e Giovanni Senza
Terra.
Ma possiamo venire più
vicino a noi per condividere con “non professionisti” la gioia della musica,
evitando di incappare in
pur clamorose eccezioni
di persone la cui follia ha
segnato intere epoche (e
basti l’esempio di Nerone che
suonava
la sua lira
accompagnando il
devastante incendio
della città
eterna).
Politici
e altro
Se vi capitasse di visitare, a Philadelphia, la casa in cui
visse Benjamin Franklin,
uno dei più prolifici e geniali inventori della storia
americana (a lui si devono
ad esempio il parafulmine e una diffusissima stufa a carbone), potrete ammirare un curioso tavolino
a forma di piramide, che
si presenta, su ogni lato,
con un piano inclinato illuminato da una candela.
Ebbene, il geniale personaggio, che fu anche giornalista e economista, oltre che appassionato patriota e politico di altissima statura (è anche annoverato tra i padri fondatori
della Repubblica Americana), aveva la passione per
i quartetti d’archi,
e si ritrovava
con tre amici a suonare, alla sera, leggendo
le partiture
insieme agli
altri raccolti
attorno al tavolino da lui stesso
disegnato.
Un suo illustre contemporaneo e amico, Thomas
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Jefferson (che fu Presidente degli Stati Uniti) era
anche un abile musicista, appassionato di “fiddler” (il
violino folk americano), che studiò con passione per oltre dodici anni, dedicando
a questo suo hobby
ben tre ore ogni giorno.
Non c’è da stupirsi se poi
veniva acclamato quando si poteva esibire, e
non c’è da stupirsi se proprio
il suo “fiddler”
lo aiutò a “far
colpo”
sulla
sua futura moglie, Martha
Skelton, abile clavicembalista e anch’essa appassionatissima di musica, con la quale egli visse felicemente e
con la quale continuò gli
studi musicali sotto la guida di un maestro italiano di
nome Alberti.
In una corrispondenza con
Hopkinson,
grande
compositore americano, Jefferson gli
chiede
addirittura di
sviluppare un’ottava superiore
e un’ottava inferiore
per lo sticcado, un dulcimero appalachiano
che aveva solo tre ottave e che veniva suonato con grande
passione proprio dall’eclettico Beniamino Franklin
Ma Jefferson
non fu certo
l’unico politico americano ad
avere questa passione: numerosi altri
presidenti sapevano suonare discretamente alcuni
strumenti musicali, e basti per tutti
l’esempio a noi
vicino di Bill Clinton, che
è un ottimo saxofonista
jazz.
Per suonare il sax non occorre peraltro essere americani, e lo dimostra la
passione che è ugualmente condivisa dal nostro exMinistro per il Welfare Roberto Maroni (Bobo per gli
amici) che suona il sax tenore (dicono) in modo davvero coinvolgente e che si
diletta in pianoforte. Ha
anche fatto parte del cosiddetto Parlamento Rock,
una sorta di associazione bipartisan che vede moltissimi politici
partecipare a iniziative musicali. Tra di
essi, oltre al
già citato
“Bobo”
Maroni,
figurano
Ignazio
La Russa, Guido
Folloni e Nando Dalla Chiesa, in
gioventù valente chitarrista solista.
Ma al di là dei politici (tra i quali potremmo anche includere
Benito Mussolini,
che si cimentava con il violino,
senza
peraltro raggiungere
risultati particolarmente
apprezzabili) esistono
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
naturalmente moltissimi
altri personaggi pubblici
che si dilettano con le sette note, e che di mestiere sono tutt’altro che musicisti.
Il giudice Francesco Saverio Borrelli è ad esempio
un eccellente pianista, come altrettanto valido pianista è certamente il divulgatore scientifico e giornalista Piero Angela.
EDITORI E...
Se passiamo all’editoria,
troviamo un batterista jazz
(appassionato dei blues
da accompagnare con il
sapiente impiego delle
spazzole) in un insospettabile Sergio Bonelli, editore di una serie imponente di fumetti pubblicati in
vari paesi del mondo: Dylan Dog, Tex, Martin
Mystère, Mister
No, Zagor, Gea
e via discorrendo. Ma molti
sono i giornalisti e gli scrittori che si sono
cimentati con vari strumenti, come
Attualità
Attualità
22 Settembre 2007
Bud Spencer il pianoforte
jazz (è anche compositore), Woody Allen è un eccellente clarinettista (che
spesso suona nei locali
jazz di Broadway) e Maurizio Costanzo ama esibirsi
al saxofono.
FUORI DAGLI
SCHEMI
Se poi andiamo
in ambiti davvero inconsueti, dove la musica suonata sembra quasi fuori luogo o fuori portata,
troviamo una vera schiera di appassionati esecutori, attratti
dallo strumento musicale visto
come
attitudine
aggiuntiva. Ci sono
ad esempio gli atleti (come Billy Costacurta, valido pianista e tastierista,
o Valentino Rossi, bravo
anche con la chitarra oltre
che con la potente “500”
da competizione, e Andrew
Howe, potente nel salto,
nella corsa e alla batteria)
e gli scienziati (lo stesso
Albert Einstein era notoriamente un ottimo violinista
e suonava anche il pianoforte). Ma la storia ci ha
regalato luminosi esempi anche nel campo della medicina. È il caso del
Dottor Schweitzer, che finanziava il suo ospedale
per lebbrosi a Lambarené attraverso
una lunghissima
serie di concerti per organo in
tutta Europa, o
del fantasioso
Patch Adams,
che ha usato (oltre al naso rosso da
clown) anche la musica, il
ritmo e le percussioni per
rendere più leggera la degenza dei suoi pazienti.
Sherlock Holmes,
aiutato dalla
musica, secondo il suo
creatore
Sir
Arthur
Conan
Doyle, a trovare
la concentrazione mentale per poter
risolvere i
casi più
c o m plessi e
intricati.
Dalla letteratura ai cartoni animati è passata anche
l’arpa di Rémi, il personaggio Senza famiglia di
Hector Malot che ha commosso intere generazioni
e che gira per le strade di
Francia al seguito del vecchio Vitali, ex cantante e
musicista di fama.
Tra gli scrittori come non
ricordare Thomas Hardy, il
poeta e scrittore del Dorsetshire, che era un ottimo e appassionato suonatore di fiddle (il già citato
violino country), con il quale si esibiva in polke, jis e
walzer.
Il filone degli scrittori è peraltro sterminato, e vale la
pena di riportare solo qualche esempio: Hans Christian Andersen, in gioven-
schermi dell’ultimo secolo, e ci basti citare l’esilarante “prova d’attore”
di due giganti come Tony
Curtis e Jack Lemmon,
travestiti da donne-musiciste (rispettivamente sax
e contrabbasso) in A qualcuno piace caldo. Anche i
registi non scherzano comunque, e oltre al già citato Woody Allen va sicuramente segnalato un altro
italianissimo appassionato clarinettista jazz dilettante di sicuro talento: Pupi Avati.
SUONARE è BENE
La musica suonata è quindi, da sempre, uno dei motivi più forti di aggregazione nelle varie forme sociali, da quelle tribali a quelle contadine, da quelle più
evolute a quelle ancora
seminascoste. Io stesso
potrei citare l’esempio del
mio nonno paterno. Bracciante agricolo con la sola
terza elementare, ma giovanotto pieno di risorse,
imparò a suonare ad orecchio la fisarmonica.
Grazie ad essa, durante
le feste che si
svolgevano nella
grande cascina dove abitava, si trovava al centro
dell’attenzione, chiamato a
rallegrare con la sua
musica i fuochi dei falò (si era a fine ‘800).
E grazie alla fisarmonica
scoprì la voce di mia non-
na, che
si levava alta
a celebrare i
canti delle
mondine accompagnata
proprio dalla sua fisarmonica, e in lei trovò la compagna della sua vita.
Suonare fa bene. Fa bene
a ciascuno di noi e fa bene a chi sta intorno a noi.
Credeteci. Ve lo dice uno
che riesce a fare appena
qualcosa di più del “giro di
do” alla chitarra, ma che
anche con questo poco è
riuscito, a volte, a strappare un sorriso in più a
gruppi di persone un po’
annoiate e un po’ tristi.
Gianni Cameroni
La letteratura
e il cinema
Alessandro Baricco (pianoforte) …
...ATTORI
Nel mondo dello spettacolo,
poi, non c’è che
l’imbarazzo della scelta.
Danny Kaye
suonava ad
esempio la
chitarra, la
tromba, il pianoforte e le percussioni, Dean
Martin il pianoforte e la
chitarra, Liz
Taylor suona
il pianoforte,
Dell’importanza dello strumento musicale si sono
accorti, comunque, anche
gli scrittori, che hanno raccontato storie superbe di
professionisti (come l’avvincente Novecento di
Alessandro Baricco, dal
quale è stato tratto
il film La leggenda del pianista
sull’oceano) o
di dilettanti di
talento, come
il “violinista”
tù anche cantante lirico e
attore, scrisse numerosi
libretti per compositori danesi, tra i quali anche la
riduzione a melodramma
de I Promessi Sposi (Le
nozze sul Lago di Como di
Glaeser); Wolfgang Goethe si distinse per la sua
vera passione per la musica, che lo portò a studiare
numerosi strumenti musicali e a cimentarsi come
valido cantante di coro; il
poeta indiano Tagore, Nobel per la letteratura nel
1913, fu anche musicista,
e compose da sé i motivi
musicali che dovevano fare da sottofondo alla lettura delle sue poesie
Sul cinema, poi, si potrebbe scrivere un capitolo a
parte. Dalle armoniche a
bocca delle vecchie serate nel West alle appassionate serenate al chiaro
di luna, una vera folla di
musicisti improvvisati ha attraversato gli
13
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
Che le foreste del nostro pianeta
siano a rischio è un dato ormai risaputo. Meno nota, invece, è la minaccia che investe il settore degli
strumenti musicali di qualità. Un
pericolo che secondo gli esperti potrebbe mettere in ginocchio, nel breve giro di pochissimi anni, la produzione dei marchi più blasonati.
Una QUESTIONE
oggettivA
Il problema, stando alle dichiarazioni degli stessi leader di mercato, è
davvero grave. E investe soprattutto
le specie vegetali usate per costruire gli strumenti di qualità superiore. Come il legno di abete sitka, uno
dei materiali migliori in assoluto per
la realizzazione delle tavole armoniche dei pianoforti da concerto, delle arpe e delle chitarre acustiche di
fascia alta. Un’essenza a proposito della quale Bob Taylor, presidente della Taylor Guitars, ha dichiarato che “sono molte le regioni nelle
quali siamo ad un passo dall’estinzione degli ultimi alberi di dimensioni adatte alla costruzione di strumenti musicali”.
Utilizzato come materia prima per la
produzione di travi e infissi destinati al settore delle costruzioni e frequentissimo nelle cartiere del Nord
America, l’abete sitka è minacciato
solo in minima parte dall’industria
musicale, che è responsabile di una
parte infinitesimale del consumo di
legname in metri cubi. Ma che, a differenza dei produttori di carta, non
può accontentarsi degli alberi giovani e deve per necessità abbattere
piante di almeno 250 anni di età. Alberi possenti come quello della foto
qui sopra, che ci è stata inviata da
Greenpeace USA e che ritrae i componenti di una “task force” inviata in
Alaska per verificare sul terreno lo stato di salute delle foreste sitka (sono visibili, da sinistra a destra, Larry Edwards e
Scott Paul di Greenpeace, il responsabile degli approvvigionamenti di Martin Nick Colesanti, Rob Stangelini
di Fender, Bob Taylor e
Dave Berryman, presidente di Gibson).
Il programma
di certificazione
La piccola delegazione non si è limitata a visitare le foreste vergini e
i vasti appezzamenti di terreno resi spogli dal taglio dei boschi. Con
la mediazione decisiva dei responsabili di Greenpeace, infatti, i leader dell’industria musicale statunitense hanno incontrato i dirigenti della Sealaska Corporation, l’impresa che detiene il monopolio delle esportazioni di legname sitka in
Alaska.
“Quello che è emerso”, riassume
Bob Taylor, “è che la Sealaska,
che da diversi anni collabora con
Greenpeace, ha un programma di
certificazione che garantisce un ciclo di ricrescita di settant’anni sulle
sue proprietà.” In pratica, le foreste
che crescono sui vastissimi terreni
di proprietà della Sealaska vengono
22 Settembre 2007
trattate come una gigantesca piantagione che, ogni 70 anni, garantisce la disponibilità di una quantità
di legname corrispondente alle richieste dal mercato. Il problema,
però, è che in questo modo
tutte le piante tagliate avranno, una volta
che il programma sarà a regime, un’età
massima di settant’anni. “Alberi così
vanno benissimo per
l’industria delle costruzioni”, aggiunge
Bob Taylor, “ma noi
non sapremmo che
farcene, perché sono
troppo piccoli per poter essere utilizzati”.
Trovare una soluzione al problema
non è semplice, perché nel conto
vanno considerati anche imponenti
interessi economici. In breve: da un
lato sarebbe economicamente insostenibile pensare ad un ciclo di ricrescita di 250 anni; e per contro
l’abbandono immediato del legno di
sitka per la produzione di strumenti
musicali sarebbe, per citare ancora
Bob Taylor, “un suicidio, in termini
di marketing”. E allora?
VERSO UN IMPEGNO
COMUNE
E allora, come dichiara il Presidente
della Martin, Chris Martin, “stiamo
esplorando tutte le strategie possibili per stabilire un’alleanza con
chi si occupa da vicino della gestione delle foreste. Dobbiamo gestire
con più giudizio queste preziosissi-
Abete Sitka: profilo di una specie a rischio
Nome scientifico: Picea sitchensis
Dimensioni: fino a 90 metri di altezza (è la terza conifera del pianeta)
Habitat naturale: foreste della costa occidentale degli Stati Uniti,
con estensione dall’Alaska al margine settentrionale della California
Caratteristiche: il legno è molto compatto e quasi privo di nodi; ha un rapporto
resistenza/peso molto favorevole ed è un ottimo conduttore acustico
Usi principali: produzione di materiali da costruzione,
infissi, carta, aerei ultraleggeri e strumenti musicali
Curiosità: i germogli di sitka spruce vengono usati per
aromatizzare un tipo particolarissimo di birra, la spruce beer,
prodotta secondo un’antica ricetta coloniale americana.
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me risorse.” Il primo passo, naturalmente, consiste nella creazione di
un’alleanza. “Chi produce chitarre”,
sottolinea Rob Stangelini, manager
Fender, “è abituato a combattere
contro le Case rivali per conquistare la preferenza dello stesso pubblico... ma se vogliamo salvare le riserve di legname prezioso, dobbiamo agire tutti insieme”. Così, mentre l’industria americana degli strumenti musicali inizia a fare quadrato attorno al problema delle foreste
del Nordovest (è recente l’adesione
di Baldwin Pianos alla campagna
Music Wood), Greenpeace si sta
dando da fare per invitare al tavolo
delle trattative anche gli altri clienti
della Sealaska: in primis industrie
giapponesi e statunitensi del settore delle costruzioni.
IL VALORE
DEL BUON ESEMPIO
In tutta questa operazione, ci
hanno assicurato i portavoce di
Greenpeace USA, la presenza dell’industria musicale è fondamentale, anche per il ruolo fortissimo che può giocare a livello
di immagine. Come è emerso
da accurate indagini di mercato, un numero crescente di
acquirenti si pone il problema
della provenienza del legname con cui vengono costruiti gli strumenti musicali; ma
non c’è ancora nessuno che
si chieda da dove arrivino le
travi usate per costruire
le numerosissime
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
abitazioni in legno degli Stati Uniti. Una chitarra “sostenibile” imbracciata da una star internazionale, inoltre, può aiutare tantissimo
a sensibilizzare il grande pubblico
– e, quando il grande pubblico avrà
preso coscienza del problema, sarà più semplice trovare una soluzione comune al problema della
salvaguardia del legno per strumenti musicali.
La partita, naturalmente, è ancora
tutta da giocare. Ma è bello, oltre
che significativo, che i primi a muoversi siano i produttori di strumenti
musicali. Una volta Jimi Hendrix ha
detto: “If there is something to be
changed in this world, then it can
only happen through music”.
Parole forti e ambiziose, che lo
staff di Greenpeace ha deciso di
adottare come motto ufficiale dell’intera iniziativa. Un motto che ci
sentiamo di condividere in pieno...
se vogliamo cambiare qualcosa di
questo mondo, la musica è davvero l’unico mezzo che abbiamo a disposizione.
“Il vostro legno
è buono?”
È questo lo slogan scelto
da Greenpeace a sostegno della
campagna Music Wood che vede coinvolti, accanto al
gruppo ecologista, alcuni dei più grandi produttori
mondiali di strumenti musicali. Il messaggio echeggia dalle pagine del sito
www.musicwood.org –dove, oltre ad una completa rassegna stampa, si possono trovare
numerosi materiali che chiunque (attivisti, musicisti “verdi” e rivenditori) può utilizzare per
diffondere il messaggio e “sensibilizzare” le coscienze.
Fra gli strumenti a disposizione c’è anche questo poster, che può essere
stampato anche su grandi dimensioni “per aiutare la causa”.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Gli spazi del club tenco a MEET milano
a cura di Enrico DeRegibus
La Musica, Gaber e il Quartetto Cetra
Continuano in questa seconda giornata del MEET gli incontri e le performance sulla storia della musica italiana.
Due anche per oggi gli appuntamenti,
entrambi previsti nell’aula Agorà (padiglione 18), e dedicati a due nomi che
in modo diverso hanno segnato la nostra canzone: Giorgio Gaber ed il Quartetto Cetra.
Alle 11.30 si parlerà di Gaber, anzi del
“primo Gaber”, quello degli anni Cinquanta e Sessanta. Cantautore, attore e più in generale intellettuale di
prim’ordine, il “Signor G” è diventato
personaggio di grande rilievo nel panorama culturale italiano con il suo Teatro-canzone, portato in giro per mille
teatri italiani per tre decenni, dal 1970
e quasi sino alla sua scomparsa nel
2003. Ma anche i suoi inizi riservano molte sorprese, canzoni, aneddoti. Aveva debuttato giovanissimo con
il rock’n’roll al Santa Tecla di Milano,
dove si esibivano anche altri personaggi storici della nostra
musica come Celentano,
Jannacci, Tenco, per poi
proseguire nell’ambito
della canzone e della tv.
Durante l’incontro verranno proiettati e commentati, sul filo della memoria, rari documenti video
dell’artista milanese riguardanti proprio quegli anni.
Alle 17,00 sarà poi la volta del Quartetto Cetra con musica dal vivo e commenti. Il gruppo irrompe tra le rose e
i casti amori del panorama canzonettistico nazionale nei primi anni Quaranta, ed è subito un susseguirsi di successi, a base di swing e ironia: parodie, adattamenti, favole, filastrocche,
metacanzoni, e non si tratta solo di disimpegnati calembour o di burleschi rifacimenti di opere liriche e letterarie.
Con Virgilio Savona, Tata Giacobetti,
Felice Chiusano e Lucia Mannucci inizia una rivoluzione che cambierà per
sempre la canzone italiana.
A omaggiarli sarà un quartetto vocale che riprenderà i loro brani in modo
spumeggiante, i Blue Bop, quattro dotatissimi vocalist vicentini provenienti
da varie esperienze nella musica pop
e jazz. Un percorso, il loro, denso di
Un organo portativo a Radovljica
Capita, andando a passeggiare durante le vacanze, di visitare palazzi storici,
musei e chiese nei dintorni delle località di villeggiatura, E, soprattutto quando il tempo è incerto, diventa piacevole
osservare, al chiuso, interessanti particolarità locali.
Eravamo in Slovenia, nel mese di agosto, ed era per l’appunto una giornata
un po’ uggiosa, quando abbiamo deciso di andare nella cittadina di Radovljica per visitare il museo dell’apicolutura. Il museo è ospitato in un palazzo del
‘700 che si affaccia sulla piazza principale circondata da case di epoca gotica-medievale, e
che, come tutti i
palazzi patrizi che
si rispettano, ha
un accesso imponente, con una
scalinata che raggiunge il primo
piano divaricandosi su due fastosi
scaloni.
Poco prima di varcare le porte del Museo (rivelatosi poi interessantissimo),
abbiamo sentito un suono modulato
provenire da un ambiente alle nostre
spalle. C’era una grande porta a vetri,
ma il riflesso ci impediva di vedere all’interno: e il suono continuava con una
melodia gradevole e ben suonata.
Rompendo gli indugi, abbiamo spinto il
battente e siamo entrati in punta di piedi per scoprire la fonte di quel suono.
Eravamo entrati in una sala di rappresentanza del grande palazzo attrezzata come sala da concerto, con una serie ordinata di file di sedie divise da un
corridoio centrale. Il suono si era fermato e, sulla pedana in fondo, un giovane
musicista ci stava guardando con aria
interrogativa. Era seduto, e appoggiato
concerti, collaborazioni importanti (da
Ron a Lucio Dalla, da Lino Patruno a Oscar Klein) e apparizioni televisive, e che è valso
ai quattro la Targa “Bigi”
Barbieri al Festival della canzone umoristica in
Valcamonica e, guarda
caso, il “Premio Quartetto Cetra” per la rivisitazione in chiave moderna del repertorio dei più noti gruppi vocali dagli anni ‘40 ai nostri giorni.
“Musica e Parole”
Incontri sulla musica
italiana a cura di Enrico
de Angelis e Enrico
Deregibus.
Sabato 22 settembre:
11.30 Aula Agorà (pad. 18)
“Il primo Gaber”.
Proiezione commentata di
rari documenti visivi di
Giorgio Gaber.
17.00 Aula Agorà (pad. 18)
“Quartetto Cetra. Mezzo
secolo di musica italiana
attraverso uno dei suoi
protagonisti”. Con
esemplificazioni dal vivo
dei Blue Bop.
di Silvana Antonioli
alla gamba sinistra, aveva uno splendido organo portativo di foggia medioevale, come lo strumento che molti angeli
musicanti “suonano” negli affreschi di
tutta Europa.
L’organo portativo
L’organo portativo, detto anche organetto o ninfale, è effettivamente un organo di piccole dimensioni, che ebbe la
sua massima diffusione nei secoli XIIIXV in tutta Europa, e che venne usato
sia per esecuzioni solistiche, sia per
l’accompagnamento di una o più voci,
sia per un impiego in gruppi strumentali di più ampie dimensioni, in
contesti sacri e profani. Per la
sua forma e la sua compattezza lo strumento era facilmente trasportabile e si suonava
con una mano sola, dato che
l’altro braccio (il sinistro) era
impegnato a muovere il man-
tice, di norma costruito con elementi di
legno.
Alcuni ritengono che questo strumento
sia uno degli antenati della fisarmonica
moderna (strumento con mantice e tastiera), ma la sua voce è decisamente
diversa.
Ebbene, ci siamo intrattenuti a parlare
con il musicista: si trattava di Guillermo
Pérez, spagnolo (è nato a Barcellona
nel 1980), diplomato in flauto e pianoforte e affermato esecutore specializzato
in musiche del XIV e XV secolo. Direttore
dell’ensemble Tasto Solo e attivo nelle
collaborazioni con molti gruppi di musica medievale, Pérez ha vinto nel 2003, a
Parigi, il concorso internazionale FNAPEC
suonando con l’ensemble De Pulchrae.
Quella sera avrebbe tenuto un concerto
dal titolo Maestri dell’Organetto (in italiano anche sul programma sloveno) con
musiche tradizionali e con composizioni
dell’italiano Francesco Landini e di Gulielmus. Ci è dispiaciuto non poterci
trattenere,
Parlando dell’Italia, gli abbiamo citato un appassionato costruttore italiano di organi portativi (repliche accurate di strumenti medievali): Walter Chinaglia (che è stato intervistato qualche anno fa su queste stesse pagine e che abbiamo incontrato anche alla fiera Mondomusica di
Cremona). La nostra sorpresa si è
mutata in sorriso quando Guillermo
Pérez ci ha detto non solo di conoscerlo molto bene, ma di avere avviato, insieme a lui, un progetto di
collaborazione che durerà almeno
un paio d’anni.
È bellissimo: abbiamo incontrato
uno spagnolo in Slovenia ed abbiamo scoperto di avere amici in comune in Italia.
Anche questa è musica…
15
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
di Mario De Luigi
Fra gli eventi suscettibili di
destare particolare curiosità e
interesse nei visitatori di questa prima edizione di MEET
Milano è da segnalare la galleria fotografica Musica in mostra: le origini/Immagini storiche dell’industria musicale in
Italia, curata da M&D Musica e Dischi, mensile specializzato che dal lontano 1945
è testimone (e cronista) degli
sviluppi del settore musicale
nel nostro Paese e che da un
paio d’anni ospita in una apposita rubrica – intitolata Dove eravamo – fotografie, ritagli d’epoca, annunci pubblicitari apparsi sulle sue pagine
in questi ultimi 60 anni. Proprio da qui è scattata l’idea di
proporre in un’apposita area
della Fiera una documentazione relativa agli anni ’50 e ’60
– che rappresentarono il passaggio dalla fase artigianale e
quella industriale della discografia italiana – attingendo
al vasto archivio della testata, scegliendo fra migliaia di
immagini quelle che maggiormente potessero stimolare il
visitatore.
IL MONDO
DEGLI ARTISTI
Già, ma come affrontare la
selezione? Dopo una serie di
discussioni e confronti, si è
optato per concentrare l’attenzione sul mondo artistico –attraverso scatti riferiti
a manifestazioni che in quegli anni costituivano i principali trampolini di lancio dei
successi in Italia (festival di
Sanremo, Disco per l’Estate,
Cantagiro, festival di Napoli, ecc.), ma anche foto “ufficiali” diffuse all’epoca dagli uffici stampa dalle case–
con qualche “excursus” sulle cronache d’attualità riferite a quegli anni, nell’intento
di ricostruire l’atmosfera in
cui si muovevano fra il 1950
e il 1970 i protagonisti sulla
1961: Alcuni dei partecipanti all’undicesimo Festival di Sanremo
selezionati per la Tournée Sanremo Nord/Sud America.
Da sinistra si riconoscono Aurelio Fierro, Teddy Reno, Wilma de Angelis, Luciano Tajoli,
Tony Dallara, Carla Boni, Mina, il Maestro Bruno Canfora e Miranda Martino.
16
nostra scena musicale e gli
operatori che ne reggevano
i fili dalle “stanze dei bottoni”: uno spaccato utile a rievocare un pezzo della nostra
storia e, al tempo stesso (attraverso il confronto con la
“società dell’immagine” dominante ai giorni nostri), capire il processo di evoluzione
che ha condotto alla globalizzazione nel mondo musicale
contemporaneo.
1953: Il Reuccio Claudio Villa rende omaggio a
The Voice Frank Sinatra durante una pausa del tour italiano
effettuato a maggio dal cantante americano.
Uno sguardo
alla mostra
La rassegna rivisita i momenti di gloria di artisti di ieri – da Claudio Villa al Quartetto Cetra, da Sergio Bruni
a Domenico Modugno – e ripercorre gli esordi di personaggi ancor oggi sulla cresta dell’onda, come Adriano
Celentano, Mina, Gino Paoli,
Ornella Vanoni, Franco Battiato, Lucio Dalla, Claudio
Baglioni e tanti altri nomi
che ritornano puntualmente,
a distanza di decenni, ai vertici delle nostre classifiche
di vendita. Uno sguardo indietro, dunque, con l’obiettivo (per gli operatori, ma anche per il pubblico dei consumatori) di guardare avanti, in un momento in cui l’industria musicale – soprattutto in Italia – si trova a dover
affrontare una serie di mutamenti e trasformazioni che,
con l’ingresso nell’era Internet, stanno rivoluzionando in profondità i modelli di
business. Ma dove, indipendentemente dalle icone di riferimento (che si chiamino
Achille Togliani o Lucio Battisti o Fabrizio De André), la
musica continua ad essere
al centro dell’attenzione di
quanti fruiscono del prodotto musicale.
PER CHI VUOLE
saperne DI PIù
Quanti, poi, fossero interessati a soddisfare ulteriormente la propria curiosità
sulla storia di questo settore possono trovare tutte le
informazioni necessarie visitando –all’interno di MEET
Milano– lo stand allestito da
M&D Musica e Dischi: sarà
l’occasione per meglio do-
cumentarsi su quanto è avvenuto in passato e quanto
avviene oggi all’interno del
mercato della musica.
Su quanto potrebbe avvenire domani, infine, lo stesso mensile promuove (nella mattinata di lunedì 24, in
una delle sale riservate ai
convegni) una tavola rotonda intitolata Alla ricerca di
sinergie, dedicata alle prospettive del mondo digitale nei suoi rapporti con l’industria musicale, che riunirà i principali operatori sul
versante della produzione e
dei new media.
Foto di apertura: 1957 - I ‘Rock Boys’
con Adriano Celentano e, tra gli altri,
Enzo Jannacci e Ico Cerutti (a destra), si esibiscono
nello storico primo Festival di Rock and Roll tenutosi
il 18 maggio al Palazzo del Ghiaccio di Milano.
Acoustic
Village
Acoustic Guitar
Guitar Village
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
di Alessio Ambrosi
Parlando dell’Acoustic Guitar Village che prende forma al centro
del padiglione 18 in occasione della prima edizione di MEET Milano,
il riferimento alla “cittadella” è d’obbligo. La piccola “isola”
dedicata alla liuteria a pizzico è infatti una sorta di spazio gemello dell’Acoustic
Guitar Meeting di Sarzana.
Sono passati alcuni mesi da quando, durante l’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana da me organizzato,
Dismamusica ed ExpoCTS mi hanno lanciato una sfida: coordinare la presenza collettiva
del mondo della liuteria
italiana a pizzico all’interno di MIV - Music International Village e, quindi,
di MEET Milano. Al secondo giorno di Fiera, e a cose
praticamente fatte –almeno dal
punto di vista organizzativo, poiché
per chi visita il bello viene proprio
ora– è possibile dire che la sfida è
vinta.
Una “prima”
clamorosa
L’Acoustic Guitar Village, al cui progetto la nostra associazione, Armadillo Club, ha lavorato per quattro
mesi, è una prima assoluta nel panorama delle fiere italiane di strumenti musicali. Mai prima di oggi
era accaduto che un gruppo di liutai facessero “sistema”, si mettessero cioè insieme per affacciarsi in
modo istituzionale alla stessa finestra da cui l’industria guarda al
mercato. E questo, già da solo, è
un fatto clamoroso.
Com’è naturale, un primo passo in
questa direzione non poteva non
essere accompagnato da dubbi, incertezze, forse anche sospetti da
parte di alcuni operatori del settore; e io, che per primo mi sono posto gli stessi interrogativi, mi sentivo letteralmente tremare i polsi
quando mi è stato chiesto di gestire l’organizzazione di questo Evento speciale. Rappresentare in mo-
do autorevole e professionale il
mondo della liuteria italiana su una
piazza come Milano non è cosa da
poco.
Una formula
consolidata
Qui, però, mi è venuta in
aiuto la grande esperienza accumulata nel corso
dei dieci anni di Sarzana.
L’Acoustic Guitar Village,
per come la vedevo io, doveva essere una specie di “finestra
aperta” sul mondo che si dà convegno a Sarzana, e doveva quindi riproporre la formula dell’Acoustic Guitar Meeting –senza però diventare un clone di quanto avviene presso la Fortezza Firmafede:
infatti una manifestazione che ne
“copia” un’altra non può suscitare
nessun interesse. Alla fine, l’Acoustic Guitar Village è stato concepito
come un’estensione dell’esperienza di Sarzana, un modo per portare
la liuteria sotto gli occhi di un pubblico nuovo e più ampio rispetto al
passato. Nel progetto definitivo sono rimasti quindi, come punti fermi, gli appuntamenti ad alto contenuto culturale e musicale che hanno decretato negli anni il successo
di Sarzana. Il tutto, ovviamente, rimodulato in una nuova formula meno pittoresca e più “fieristica”.
Costruendo la fiera
Chiariti questi punti, non restava
che mettersi al lavoro per costruirlo, questo villaggio. Abbiamo chiesto la consulenza di un architetto
per il progetto dello stand (in questa pagina vedete riprodotto il dise-
gno dal quale siamo partiti). Abbiamo preparato la griglia degli appuntamenti, infilando nel breve spazio
di tre giorni quattro conferenze di
liuteria e due concerti con ospiti internazionali del calibro di Clive Carroll e Michael Fix... Insomma, ci siamo dati da fare parecchio, coinvolgendo persone, aziende e istituzioni che hanno aderito all’idea e che
hanno collaborato concretamente
al progetto.
Un’espressione
corale
Alla fine, credo che la ricchezza dei
punti di vista sia la caratteristica di
fondo di questo primo Acoustic Guitar Village, che si presenta a tutti
gli effetti come una espressione
“corale”.
Nello spazio allestito all’interno del
padiglione 18 ci sono liutai, marchi
chitarristici di grande prestigio, produttori di legnami armonici per liuteria e partner istituzionali. Ci sono la Regione Liguria, la Provincia
della Spezia e il Comune di Sarzana, qui presenti con un loro spazio
in veste di sostenitori dell’Acoustic
Guitar Meeting. E poi c’è l’area destinata agli appuntamenti live, dove
si alterneranno artisti internazionali
di grande rilievo e relatori di primo
piano che porteranno in fiera importanti conferenze.
Abbiamo previsto anche un piccolissimo spazio per i bambini, dove
si svolgeranno attività di introduzione alla chitarra... insomma, c’è tutto un mondo che aspetta di essere
scoperto.
Non solo uno stand
Nelle nostre intenzioni, lo spazio dell’Acoustic Guitar Village non è soltanto uno stand, e questo per vari
motivi. Primo: i suoi confini non sono quelli rigidi della planimetria che
ci è stata offerta, ma travalicano il
perimetro della Fiera stessa con le
proposte musicali che giungono da
tutto il mondo. Secondo: l’Acoustic
Guitar Village non è soltanto uno spa-
zio, ma anche un modo. O una strada, se preferite, per ribadire a gran
voce che la chitarra acustica, giustamente considerata lo strumento più
popolare e diffuso del mondo, può
e deve giocare un ruolo importante
nel rilancio della cultura musicale di
questo Paese. Non soltanto in modo
“antagonista”, ma presentandosi ad
appuntamenti come quello di MEET
Milano e dimostrando nei fatti che
quella trasversalità tipica del nostro
mondo (che si estende ben al di là
dell’ambito degli specialisti e coinvolge anche chi suona la chitarra
elettrica, o chi suona altri strumenti)
è un presupposto fondamentale per
elaborare una strategia di promozione della musica vera, suonata sugli
strumenti e non semplicemente subìta in modo passivo.
La forza
dell’entusiasmo
Il successo dell’Acoustic Guitar Village, secondo me, si misura qui.
Non nel numero delle persone che
si siederanno ad ascoltare questo
o quel concerto, questo o quel seminario. Ma nella quantità di entusiasmo che noi, dalla nostra piccola “cittadella”, riusciremo a riversare sul pubblico.
Chi ha scelto di essere presente lo
ha fatto anche al prezzo di sacrifici e, credetemi, ce la sta mettendo davvero tutta. Dopodiché, come sempre, starà ai visitatori giudicare. Anche se, ad essere sincero fino in fondo, preferirei che ci si
esercitasse un po’ meno nel dare
giudizi e un po’ di più nel condividere la comune passione per la
Musica.
Fra FlatMEETing, conferenze e ospiti illustri
Questa mattina alle 11.00 presso lo Spazio Gamma 18 (Pad. 18) Davide Mastrangelo tiene la conferenza Teoria, tecnica e creatività per seminare
passione, professionalità e competenza.
Per ulteriori informazioni su
Acoustic Guitar Village e sulle attività
di Armadillo Club: www.armadilloclub.org
18
Oggi pomeriggio alle 15.00, presso lo Spazio
Gamma 18 del padiglione 18, Roberto Fontanot e Mauro Selmo tengono la conferenza Realizzare ed utilizzare un laboratorio di analisi
acustica per migliorare la qualità della propria
produzione ed amplificare correttamente gli
strumenti acustici.
Oggi pomeriggio alle 16.00, presso lo spazio
live dell’Acoustic Guitar Village, si terrà “FlatMEETing”, la prima convention dei flat-pickers
italiani. L’evento, coordinato da Roberto Dalla
Vecchia (nella foto a sinistra), prevede fra
l’altro una grande jam-session... portate il
vostro strumento e non ve ne pentirete!
Alle ore 17.00, presso il Palco Demo Lem
B1, si terrà il concerto/demo del chitarrista acustico Clive Carroll (nella foto qui
a destra).
Nel corso della giornata si terranno a ruota libera incontri e dibattiti sulla chitarra acustica
nell’ambito del “Salotto Acustico”. L’Acoustic
Guitar Village accoglierà inoltre numerosi ospiti
illustri, come i due
grandi liutai canadesi Jean Larrivèe
e Patrick Godin,
che hanno confermato giorni fa la
propria presenza
in Fiera.
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
AccadeSabato
oggi 22 settembre
EVENTI
Ore 10:00 - Spazio Kappa - Pad. 14
Lezioni di storia della musica corredate
da ascolti di brani musicali
Ore 10:00 - Aula Agorà - Pad. 18
Mostra fotografica “Musica in
Mostra: le origini” - Immagini
storiche dell’industria musicale
in Italia dal 1950 al 1970 a cura di “M&D
Musica e Dischi”
Ore 11:00 - Stand Casale Bauer
Pad. 14
Clinics by Bissonette (Batterista), Hamilton (Bassista), Koch (Chitarrista - Dimostratore ufficiale Fender), Magagni (Guru Fender Italiano Product Specialist)
Ore 10:00 Stand Casale Bauer
Esibizione live Papi Moreno/3D
- Dijieridu music, Lorenzo Gasperoni,
Roberto Zanisi
Ore 11:00 - Palco Mogar
Esibizione live: Marco Fadda;
Lorenzo Feliciati; Four
Tiles; Daniele Gregolin;
Il diavolo e l’acqua
santa; Andy Timmons
Band
Pad. 14
Ore 11:00 - Spazio Sigma - Pad. 14
Clinics by Pietro Nobile, Marco
Cadorna, Salvatore Zocco,
Massimo Sutera, Francesco Lesi
Spazio bimbi: al MEET c’e’ musica
anche per me
Ore 10:00
Ore 11:00
Stand Music Gallery - Pad. 14
Pad. 14 e Pad. 18
Esibizione live Mismountain
Stand Civica Scuola di Liuteria Pad. 18
Esposizione di strumenti tra il
Rinascimento e il Barocco
Ore 10:00
Ore 13:00
12:00
Stand Eko Group - Pad. 14
Clinics by Peter Fischer
(Framus), Stu Hamm (Hartke), Lorenzo
Poli (Hartke)
Ore 10:30 - Palco Bianco & Nero
Ore 12:00 - Palco
elettronico Corso Italia
Esibizione live
Markbass Power Trio
(Pippo Matino, Rocco Zifarelli,
Paco Sery)
elettronico C.so Italia
In estrema sintesi, la proposta di Fontanot si basa su di
una intuizione folgorante. “Per anni” –racconta il relatore–
“ho incontrato grandi maestri liutai, mi sono confrontato
con musicisti preparatissimi, ho lavorato a fianco degli ingegneri più raffinati... Ho raccolto un bagaglio di esperienze davvero invidiabile. Ma tutte queste nozioni erano sparse in qualche maniera nella mia mente. Non erano organizzate in bell’ordine, e mi sono reso conto che non sarebbe
stato possibile nemmeno tramandarle. Mi sono detto: qui
22
Concorso dei concorsi - I 15 giovani
emergenti che hanno vinto negli ultimi
12 mesi i più importanti concorsi italiani
Ore 17:00 - Stand Rugginenti
Pad. 18
Ore 17:00
Il Coro di voci bianche “Agamus”,
presenta “Le canzoni del bosco”
Palco elettronico Corso Italia
Ore 14:00
Air Guitar
Palco elettronico Corso Italia
Esibizione live - Casi Impossibili
Ore 14:00 - Stand Eko Group
Ore 17:00 - Stand Eko Group
Clinics by Nicola Fassi (Koch)
Ore 17:30 - Palco Bianco & Nero
Concertando - Vincenzo Balzani
Pad. 14
Clinics by Luca Colombo e
Emanuele Perilli (Vox)
CONFERENZE
Ore 11:00 - Spazio Gamma - Pad. 18
“Teoria, tecnica e creatività per seminare passione,
professionalità e competenza”. Conferenza sulla
didattica per chitarra acustica. Relatore: Maestro
Davide Mastrangelo (coordinatore didattico Acoustic
Guitar Meeting di Sarzana)
Ore 11:30 - Aula Agorà - Pad. 18
“Tutto quello che dovete sapere per fare musica” (siae, Enpals, Modulistica e Richieste speciali)
Musica e Parole - “Il primo Gaber”.
Proiezione commentata di rari documenti visivi di
Giorgio Gaber.
Ore 14:00 - Spazio Gamma - Pad. 18
Ore 15:00 - Palco
Conferenza stampa: presentazione della rivista Strumenti e Musica
elettronico Corso
Italia
Ore 15:00 - Spazio Gamma - Pad. 18
Esibizione del
gruppo “The
Rocker”
Ore 15:00
Stand MusicTech
Pad. 14
Dimostrazioni tecniche e musicali
Esibizione del campione del mondo
di Fisarmonica e Diatonica
Realizzare ed utilizzare un laboratorio di analisi acustica per migliorare
la qualità della propria produzione ed amplificare correttamente gli
strumenti acustici.
Relatori: Maestro liutaio Roberto Fontanot, prof. Antonio Selmo
Ore 17:00 - Aula Agorà - Pad. 18
Musica e Parole. “Quartetto Cetra. Mezzo secolo di musica
italiana attraverso uno dei suoi protagonisti”. Con
esemplificazioni musicali dal vivo nelle voci dei Blue Bop.
Con la direzione artistica di Enrico De Angelis e Enrico
Deregibus
liuteria & scienza:
l’unione fa la forza
TRAMANDARE IL SAPERE
Ore 17:00 - Palco elettronico Corso Italia
Esibizione
live - Wojtek
Pilichowski
Esibizione live JMP
Fatti un CD “Io piano, tu forte”
Costruttore, riparatore, liutaio, ma soprattutto uomo curioso in cerca di risposte agli interrogativi che sorgono in lui a
getto continuo. Si potrebbe definire in questo modo
la figura di Roberto Fontanot, il protagonista,
insieme al professor Antonio Selmo, di un interessantissimo seminario che si tiene oggi
pomeriggio alle ore 15.00 presso lo Spazio
Gamma del Padiglione 18.
Il titolo dell’incontro, “Realizzare e utilizzare un laboratorio di analisi acustica per
migliorare la qualità della propria produzione e amplificare correttamente gli strumenti acustici”, la dice lunga sul carattere
innovativo della proposta. Che peraltro, come
lo stesso Roberto Fontanot ci ha dichiarato, “non è
che l’inizio di un grande cammino tutto da esplorare”.
Concerto/demo
del chitarrista
acustico inglese
Clive Carroll
Palco elettronico Corso Italia
Pad. 18
Fotografie di scena - Mostra
fotografica con selezione delle
immagini realizzate dagli allievi
del “Corso per fotografi di scena”
acustico B1
Acoustic Guitar
Village
Ore 16:00 - Palco
Pad. 18
Ore
Ore 17:00 - Palco
Stand Rugginenti
Percorsi musicali per
bambini e animazione
Ore 14.30 - Stand Rugginenti
Piero Di Stefano e Diamante Sugar Live
(band riconosciuta che propone cover di
Zucchero Sugar Fornaciari)
Ore 10:00 Accademia Teatro alla Scala
Esibizione live del chitarrista
Paolo Giordano
Staffetta pianistica - Esibizione di 6
allievi del Maestro Vincenzo Balzani
Dimostrazioni tecniche
e musicali - Esibizione del
maestro Caporilli
La chitarra dal Rinascimento
ai giorni nostri
Maria Callas - Mostra costumi ed accessori
Ore 13:00 - Palco acustico B2
Ore 14:00 - Palco Bianco & Nero
Ore 11:00 - Stand
MusicTech - Pad. 14
ore 11:00 - Palco elettronico Corso Italia
Teatro alla Scala - Pad. 18
Pad. 18
Io cresco live - Percorsi musicali
per bambini
Stand Civica Scuola di Liuteria - Pad. 18
Ore 10:00 Accademia
Scuole di musica - dall’aula al palco
- Alcune scuole di musica di Milano e
provincia presentano i loro migliori
giovani allievi
Ore 14:00 - Palco acustico B1
Il videoclip: storia e storie
Ore 10:00
Ore 15.30 -
Ore 11:00 - Palco acustico B1
Ore 10:00 - Stand Pianosound - Pad. 18
I suoni che vengono dal passato - Mostra permanente - Percorso alla scoperta delle differenze timbriche e tecniche
dei piani storici rispetto agli attuali
Ore 13:00 - Palco Nazioni
SEMINARIO
occorre trovare un linguaggio matematico per tradurre tutte queste osservazioni in un sistema razionale, misurabile
e riproducibile.”
L’ARTE DELL’ANALISI
Tutto preso dalla sua idea, Fontanot si
mette al lavoro. E qui incontra la prima
difficoltà: non esiste infatti un vocabolario condiviso che permetta di tramandare
per iscritto il sapere quasi impalpabile dei
maestri liutai. “Tuttavia un modo doveva
esserci” ricorda, con una certa grinta, Fontanot. “Così mi sono messo a lavorare assieme a tre ingegneri elettronici provenienti da
tre settori diversissimi. Insieme abbiamo progettato e realizzato un sistema di misurazione e di analisi che
rappresenta quanto di più sofisticato c’è in circolazione.”
Il lavoro del gruppo di ricerca è facilitato dall’appoggio dell’Università di Padova, che ha volentieri messo a disposizione i propri laboratori di fisica –con quanto contenevano
a livello di apparecchiature di misura.
VERSO UNA “LINGUA FRANCA”
DELLA LIUTERIA
Col tempo, al nucleo originario si aggiungono altri collaboratori –come Giovanni Unterberger, che collabora alla messa a punto del sistema di sollecitazione meccanica degli
strumenti. Alle prime misure ne seguono altre sempre più
accurate, il numero degli strumenti analizzati cresce costantemente, si arriva persino a scrivere un software capace di coordinare il lavoro di analisi e di trattare i dati acquisiti come se fossero impronte digitali di uno strumento.
“Il software” –conclude con un certo orgoglio Fontanot–
“rappresenta la chiusura del cerchio. Grazie ad esso siamo in grado di custodire un’immensa banca dati che ci
permette di risalire in qualsiasi momento all’identità dello strumento analizzato. Per i liutai, abituati a lavorare su
una chitarra e poi a venderla, tutto questo rappresenta
una rivoluzione. D’ora in avanti potranno infatti conservare
le caratteristiche degli strumenti prodotti e contare su di
un archivio storico che permetterà loro di confrontare gli
esemplari anche a distanza di anni. Dato che la possibilità
di confronto sta alla base dello sviluppo, mi sento di poter
dire in tutta tranquillità che il metodo e l’applicativo che
abbiamo prodotto, e che presentiamo oggi pomeriggio qui
a MEET Milano, possono diventare nelle mani dei liutai una
leva potentissima per spingere i confini della liuteria in regioni ancora inesplorate”.
Insomma, per c hi vuole vedere da vicino le tecniche più
avanzate in fatto di liuteria, l’appuntamento è per oggi
pomeriggio alle ore 15.00. La partecipazione è aperta a
tutti; e naturalmente sarebbe bene presentarsi con una
chitarra...
Rassegna
Stampa
Rassegna Stampa
22 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
...di Musica
CARTA
e Società
di Caterina De’ Gregori
La musica
che (non) rende uguali
Musica
e applausi
a San Vittore
Su Avvenire del 19 giugno Emanuela Zuccalà racconta le emozioni del Festival Sing Sing tenutosi il 18 giugno tra le mura
del carcere di San Vittore.
È stato un momento di incontro
e di festa con i detenuti entusiasti: “i più fortunati a ballare, a
battere le mani davanti al palco,
e gli altri a sbirciare dall’altro,
dalle finestre a sbarre, sventolando bandiere e urlando ‘bravi!’. Una piccola Woodstock prigioniera, inaugurata dal gruppo
VLP Sound composto da detenuti appassionati di Rap”.
E poi tanti ospiti (anche se qualcuno ­–non si sa se per il caldo
o per l’emozione di entrare in un
luogo di sofferenza– si è sentito
male): Daniele Silvestri, Simone
Cristicchi, la cabarettista di Zelig Geppi Cucciari,…
“Ma il momento più travolgente lo ha regalato il cantante algerino Sidh: i detenuti del sesto
raggio, in gran parte nordafricani, hanno cantato in arabo con
lui e non fermavano più i piedi.
Persino il gruppetto degli albanesi, inizialmente perplessi e
immobili, sono finiti travolti dalle danze, in un melting pot che
solo in galera sa nascere tanto
spontaneo”.
Forse perché, come ha suggerito la direttrice, Gloria Manzelli, “la musica è un linguaggio
universale che supera le barriere delle differenze culturali,
è ovunque un elemento di aggregazione”.
È a firma di Alessia Rastelli l’articolo-denuncia
uscito sul Corriere della Sera del 16 luglio.
A Brazzaville, in Congo, si è tenuto il sesto FESPAM (Festival della musica panafricana).
Gli artisti star del festival alloggiavano negli hotel di Brazzaville. Tutti tranne loro: venti pigmei
(dieci donne, nove uomini e un bimbo di tre mesi) tutti di etnia Baka, provenienti dalla foresta
di Likouala (nel Congo nordorientale), destinati
a una “tenda blu e gialla, simile a quella di un
circo”, fatta allestire per loro nello zoo della capitale.
Grave condanna da parte delle organizzazioni
umanitarie locali, che si sono levate in difesa
dei piccoli musicisti (nessuno di loro supera il
metro e quaranta), i quali “oltre a esibirsi (…)
hanno anche dovuto cercare ogni giorno la legna per poter cucinare. Hanno dormito al fred-
do, con il tormentone costante delle zanzare”,
per tacere degli sguardi e dei flash dei visitatori
e dei media.
I Pigmei Baka lottano ogni giorno in Congo “per
avere scuole e ospedali, per ottenere il diritto
di voto e per arrestare le deforestazione che distrugge il loro habitat naturale”.
Le autorità congolesi sono intervenute solo dopo oltre una settimana dall’arrivo dei Pigmei nel
parco, imponendo che fossero spostati nel dormitorio di una scuola superiore.
Yvette Lebondzo, responsabile per l’arte e la
cultura in Congo, si è giustificata così: “abbiamo messo i Pigmei in un parco vicino all’acqua
e alla foresta semplicemente perché ricorda il
loro habitat naturale”.
Una vergogna, una scelta assolutamente scorretta secondo Brunetto Chiarelli, professore or-
A Ferrara la musica che vive
per strada
Educazione alla legalità
attraverso la musica
Quinto Capelli presenta, su
Avvenire del 14
agosto, il Ferrara Buskers Festival, “la manifestazione internazionale dedicata a musicisti e artisti di strada”, che compie 20 anni, “un’età di
tutto rispetto per un’iniziativa divenuta portabandiera della musica e
dell’arte di strada in Italia e nel mondo”.
Il Festival quest’anno è dedicato alla musica argentina (ospiti, tra i
20 gruppi ufficiali, quattro provenienti dall’Argenina), con 242 partecipanti tra formazioni allargate e singoli artisti.
La manifestazione, che trasforma in palcoscenico all’aperto strade e
piazze del centro storico della città estense “prevede musica d’ogni
genere: dal rock al folk, dal jazz alla classica, dalla celtica alla fusion,
dal pop al flamenco, alla tribale, al tango e via via…”
Capelli anticipa anche la novità dell’iniziativa di quest’anno, il “Grande
Cappello”, un’operazione di solidarietà, una maratona di musica e parole, che propone “La Canzone per la Pace più Lunga del Mondo”.
“I molti artisti che prenderanno parte alla staffetta per la pace tenteranno una sorta di Guinness dei Primati, suonando e cantando fino
ad esaurimento delle forze e delle strofe il lunghissimo brano composto dal pubblico”.
Il quotidiano L’Unità dell’11
giugno pubblica un interessante
contributo di Nando dalla Chiesa dal titolo Musica e Legalità,
che prende spunto dal concerto
finale, a Napoli, del tour musicale degli ‘A67: “Termina così
quello che è stato forse il primo vero tour musicale contro
la camorra nel multicolore e
fantasioso repertorio delle iniziative che i movimenti per la legalità hanno immaginato in anni e anni di impegno difficile e generoso”, scrive dalla Chiesa. “(…) un’impresa
che non è affatto usuale né
ordinaria. In una Campania
devastata dall’impazzimento delle regole (…) si è giocata una scommessa inedita. Quella di promuovere l’educazione alla legalità attraverso la musica. Di
riconoscere alla musica la
forza d’urto, ma anche di
avvolgimento, di penetrazione misteriosa che essa
Philippe Jordan
sul podio, primus inter
“Tenete a mente il nome di Philippe Jordan”, scrive Oreste Bossini su Io Donna del 18 agosto: “figlio del grande e compianto direttore d’orchestra Armin Jordan e
discepolo prediletto di Daniel Barenboim, a soli 33 anni Philippe è
considerato una delle migliori bacchette a livello internazionale”.
Questo sembra proprio il momento
dei giovani direttori d’orchestra: “è
una moda o siete una generazione
speciale?”, chiede Bossini.
“È normale che anche nel mondo
dei direttori d’orchestra circoli nuo-
24
dinario di Antropologia all’università di Firenze.
Per i Pigmei, continua
il professore, sarebbe stato ottimale l’allestimento di amache
in una zona della foresta loro riservata:
sarebbe servito a non
turbarli (come invece
hanno fatto obiettivi
e telecamere), senza
però rinunciare “alle note e al rapporto
straordinario che i pigmei hanno con la musica: toni e ritmi che noi europei difficilmente
riusciremmo mai ad orecchiare”.
vo sangue”, spiega Jordan, sottolineando come
secondo lui il lavoro dei giovani
prodigi del podio
“porti una visione
più fresca della musica del passato, ma non rappresenti qualcosa
di tanto differente. Il rinnovamento c’è sempre stato, la nostra giovane età può essere un vantaggio
per avvicinare un pubblico nuovo”.
Però, azzarda Bossini, la figura del
direttore d’orchestra sta cambiando… “L’epoca del direttore-dittatore è tramontata”, afferma Jordan, “
preferisco pensare al mio ruolo come primus inter pares. Faccio musica assieme agli altri musicisti,
anche se il ruolo richiede di assumere la responsabilità delle decisioni finali”.
ha svolto storicamente di fronte ai ‘muri’. Non solo quelli materiali che vengono eretti senza sosta in ogni parte del mondo. Ma anche quelli culturali,
mentali (…). Gli ‘A67 conoscono bene questi muri per esserci nati dentro o a contatto (…)
e hanno scelto di andare oltre.
Si sono dati ironicamente il nome napoletanizzato della legge
(la 167, appunto) che battezzò
i mostruosi agglomerati edilizi destinati a diventare culla di camorra (muri solidissimi, invalicabili…) e hanno
deciso di ribellarsi. Voglie
parlà si chiama infatti, mica per nulla, il progetto che
questa anomala rockband
sta promovendo (…) portando la rivolta civile in musica, e offrendola a piene mani a migliaia di giovani esposti quotidianamente a ogni
genere di messaggi. (…) è
un segno di vitalità e di resistenza culturale.”
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Rassegna
Stampa
Rassegna Stampa
22 Settembre 2007
ll giro del mondo
in 80 orchestre
Alberto Dentice scrive per
L’espresso del 12 luglio: “fra i musicisti impegnati a esplorare il concetto di identità al tempo della globalizzazione Nitin Sawhney è il più
interessante e culturalmente ambizioso”.
Nato in Inghilterra da genitori provenienti dal Punjab indiano, Sawhney, che è dj, compositore e multistrumentista, avrebbe uno sguardo “capace di abbracciare a 360
gradi la complessità e le contraddizioni della società multiculturale”.
Tanto per fare un esempio: ha
registrato il suo album del 2001
(Prophecy) in cinque continenti,
“coinvolgendo nel suo viaggio alle
radici del folklore circa 200 musicisti”.
Nella carriera di Nitin Sawhney ci
sono più di 25 colonne sonore. Ora
“per la sua ultima fatica, la colonna sonora di Throw of Dice, classico indiano del cinema muto girato
nel 1929 dal tedesco Franz Osten,
Sawhney ha concepito un’impresa
degna dell’immaginazione di Jules
Verne: il giro del mondo in 80 orchestre”. La tappa italiana porta
la data del 17 luglio, con l’esecuzione di Throw of Dice a Piazzale
Michelangelo, a Firenze, da parte
José Antonio Abreu, il padre
del miracolo musicale in Venezuela
dell’Orchestra della Toscana diretta da Stephen Hussey. Nitin spiega: “Ho sempre sognato di
poter affrontare un viaggio del genere utilizzando orchestre sinfoniche di diversi Paesi”.
Intanto il musicista sta lavorando
anche a un album di cui è prevista
l’uscita per la primavera del 2008.
Con lui collaborano artisti come
Paul McCartney, alcuni specialisti
dell’elettronica americana e Anoushka Shankar, figlia del maestro
del sintar.
Anche in questo caso i suoni serviranno come strumento di comunicazione multiculturale: “Nel disco
cercherò di raccontare come, nel
bene e nel male, Londra è cambiata dall’11 settembre 2001 a oggi.
Costruirò una specie di mappa sonora di diversi ambienti: si parlerà
degli attentati alla metro, ma anche dei preparativi per le Olimpiadi”.
Bisogno di stimoli nobili
È stata pubblicata sul numero di febbraio di Suono
un’intervista a Josè Antonio Abreu per Il Giornale a
firma di Pietro Acquafredda.
In Italia al seguito dell’orchestra Sinfonica Giovanile
Simón Bolívar (“punta di diamante del Sistema nazionale delle orchestre giovanili ed infantili da lui fondato trent’anni fa, dove bambini e ragazzi, tolti dalla
strada, fanno musica quotidianamente”), José Antonio Abreu spiega: “Il mio progetto nacque con una
finalità prevalentemente sociale: togliere dalla strada e riscattare dalla povertà bambini e ragazzi attraverso la musica. Solitamente i programmi sociali sono rivolti a procurare cibo, medicinali ed altri generi
di prima necessità. A pochi viene in mente, invece,
che l’uomo è anche anima e che la musica, e l’arte
in genere, possano nutrirlo e guarirlo. Ho pensato alla musica solo perché sono musicista”. L’orchestra,
continua Abreu, rappresenta in miniatura una società solidale, nella quale i componenti sono interdipendenti e i più grandi guidano i più piccoli.
Attualmente in Venezuela suonano, nelle centinaia di
orchestre costituite, oltre duecentocinquantamila ragazzi, e trecentomila cantano nei cori diffusi in tutto
lo Stato (24 milioni di abitanti).
Il prossimo obiettivo del Maestro è quello di formare un’orchestra con coro in ogni città e villaggio: se
la droga corre, perché non dovrebbe correre la musica? “Voglio dare un strumento a un milione di ragazzi
e bambini”.
Ogni ragazzo e ogni bambino “è orgoglioso del suo
strumento, si sente responsabile del dono che gli è
stato fatto, lo accudisce, diventa tutt’uno con lui e
non lo lascia neanche un giorno muto. Ecco da dove
nasce uno dei nostri slogan: Scuola e strumento”.
Dilagano i leader musicisti
Interpellato a proposito di MiTo, il Festival Internazionale della Musica che
si tiene contemporaneamente a Milano
e Torino in settembre, Maurizio Pollini plaude all’iniziativa, che a suo parere può preludere a sviluppi interessanti
per la vita musicale delle due città. In
una conversazione raccolta da Carla Moreni per Il Sole 24 ORE del 26 agosto,
il Maestro afferma “Condivido poi che i
tanti appuntamenti siano decentrati in
vari punti della città, in modo da incuriosire molti cittadini, facendo sì che la musica entri realmente nel tessuto
della collettività (…)”. Con riferimento all’universo giovanile, aggiunge
inoltre: “I giovani e la musica classica: i ragazzi di oggi sono spesso disinformati, hanno bisogno di stimoli fatti in modo efficace, non datati,
magari formalmente diversi, che eccitino la loro curiosità, che li stimolino ad aver voglia di conoscere la bellezza del nostro patrimonio culturale, disgraziatamente lontano dalla loro vita. Un’esperienza nobile quale
è l’arte non fa parte del nostro quotidiano: manca una promozione dei
giornali, della televisione, la scuola fa poco per valorizzarla”.
Sono divertenti i testi di Matteo Persivale e di Giuseppe Scaraffia (commentati dalle accattivanti fotografie di Carlos Jones) che, sul numero di
gennaio/febbraio 2007 del mensile del Corriere della Sera Style, tracciano il profilo di leader del mondo dell’industria, dell’alta finanza, dei
media o della politica che sono musicisti per hobby. Che cosa fa loro
provare il “fare musica”? Quali sono le loro aspirazioni? Quali le delusioni? C’è molto da scoprire.
Chi avrebbe mai sospettato, ad esempio, che Francesco Saverio Borrelli (ex procuratore capo di Mani Pulite) o il noto oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi, o ancora il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, sono appassionati pianisti? “La passione per la musica, d’altronde, attraversa il Parlamento: il portavoce di Romano Prodi Silvio
Siriana è un bluesman mancato”. Nella ormai celeberrima foto della
vittoriosa notte elettorale lo si vede accompagnare alla chitarra Prodi
e la moglie in una versione acustica di My Way. E sembra che in molti conoscano la “sua terribile Fender Stratocaster”: “Gli scettici hanno
solo da informarsi”, scrive Giuseppe Scaraffia, “con le vittime abituali
di Siriana, gli amici che, balbettando, rievocano ancora i momenti terribili passati ad ascoltarlo. D’altronde l’ha detto lui stesso: ‘Appena
ho tempo, suono per ore’”.
Facendo scorrere le dieci pagine dedicate ai Musicisti per passione, si trovano altre sorprese.
Si legge che il 36enne manager di Italianlink Sandro Bicocchi, ad esempio, si trasforma
in musicista ad ogni pausa caffè: “in ufficio si prende pause
siglio di istituto) che va seguito alla lettera: “orarock con una chitarra elettrica
rio dalle 14.30 alle 16.30, in caso di danno la reBC Rich e un sintetizzatore Rosponsabilità è degli alunni, sono ammessi gli esterland”. E che vorrebbe essere
ni purché il gruppo comprenda almeno due berchet“Maurizio Solieri, il chitarrista
tiani”, le prenotazioni
di Vasco Rossi, per rifare l’asvanno fatte nel rispetsolo di Alba chiara in uno stato degli impegni didatdio pieno”.
tici e rivolgendosi a tre
Oppure che Toni Concina, il sesstudenti che conservasantenne capo relazioni esterne
no le chiavi del locale.
di Telecom, “a Roma, dove tieL’esperimento (assai
ne casa, suona il Bösendorfer
gradito) è stato persida concerto nel suo salotto. A
no inserito nel Piano
Milano, dove lavora, sta all’hodell’Offerta Formativa
tel Carlton Baglioni, dove a fidel liceo classico.
ne giornata ama rilassarsi ordiIl Dirigente sostiene
nando una tisana (o una vodka)
che la scuola deve ese suonare il piano del bar”. Le
sere un luogo accosue soddisfazioni in campo mugliente. E che è meglio
sicale? “A volte qualche turista
suonare piuttosto che
giapponese mi allunga dieci dol“ciondolare in mezzo a
lari di mancia”.
una strada”.
A Milano il Berchet suona
La cantina del liceo Berchet, scrive Annachiara Sacchi
sul Corriere della Sera (Cronaca di Milano) del 13 marzo, era semiallagata, ammuffita, fatiscente. Innocente
Pessina, il Dirigente scolastico, l’ha fatta sistemare:
“ora, sotto le classi degli studenti, in via Commenda, c’è una piccola
sala prove. Con batteria, amplificatori, mixer,
casse e microfoni”.
Perché, spiega il Dirigente, “se la scuola è
meno antipatica, studi
di più e rendi meglio”.
I ragazzi che usufruiscono della sala prove
pagano un prezzo simbolico di 1 euro a testa per due ore di session.
C’è un regolamento
(concordato in con-
25
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
HeringDisma.qxp
31/08/2007
9.39
Pagina 1
22 Settembre 2007
Un valvolare
piccolissimo...
Con i suoi 5 Watt RMS in
classe A e lo speaker da 8”,
il NanoValve è il più piccolo
amplificatore valvolare a marchio Peavey. E uno dei più
piccoli in assoluto fra quelli
presenti in Fiera.
Con una dotazione di controlli limitata alla sola manopola del volume (altri potenziometri non ci sarebbero stati),
è l’amplificatore perfetto per
chi non vuole rinunciare al miglior suono valvolare anche in
ambienti molto stretti...
PEAVEY
Pad. 14 | G15
NanoValve www.peavey.it
Le valvole
nel pedale
Si chiama Tube
Zipper il “piccolo” pedale proposto da Electro Harmonix.
È un filtro dinamico valvolare che combina due valvole
12AX7EH e una componentistica allo stato solido per
generare, attraverso l’interazione dei sei controlli a pannello, suoni dalle dinamiche
completamente inedite.
Questo stompbox appartiene alla numerosissima famiglia di effetti a pedale dello stesso produttore che si
possono trovare, insieme all’intero mondo dell’accessoristica, presso lo stand Music Gallery.
MUSIC GALLERY
Pad. 14 D21
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
FBT e Cicognani: l’unione fa la forza
Due grandi nomi dell’elettronica italiana hanno deciso di
unire le forze per affrontare insieme la prova dei mercati internazionali. Stiamo parlando
di FBT e di Cicognani, che hanno di recente firmato un accordo di joint-venture per la produzione congiunta di amplificatori ed effetti di altissima
qualità.
CICOGNANI - FBT
Cicognani
In base all’accordo, come si
legge in un comunicato stampa congiunto
durante la MusikMesse della scorsa primavera, FBT –che ha
acquistato il 50 percento della Cicognani– si occuperà degli aspetti legati alla produzione; mentre Guglielmo Cicognani continuerà ad
occuparsi in prima persona e
in modo del tutto indipendente delle attività di ricerca e di
sviluppo. La gamma Cicognani comprende oggi numerosi
amplificatori valvolari per chitarra e basso, una linea di ca-
binet (di cui fa parte il modello Vintage raffigurato
in basso a sinistra),
una serie di accessori per chitarra e basso (come il distorsore Dragon raffigurato
qui a fianco) e il celeberrimo
ampli per chitarra Brutus (foto
sotto), con i suoi due canali in
classe A.
Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30
www.fbt.it
Così antichi, così moderni
Non c’è quasi bisogno di presentazione
per i nuovi amplificatori Marshall della
serie Vintage Modern. Interamente costruita in Gran Bretagna, questa linea di ampli si compone di cinque “pezzi”: due testate valvolari, un combo valvolare e due cabinet. Tutti si
mettono in luce per la grande prontezza nella risposta
al tocco e per il fatto che riescono a combinare le sonorità più moderne e l’autentico sound vintage.
A fare da “apripista” ci sono le due testate valvolari
2266 e 2466, che si differenziano sostanzialmente
solo per la potenza: 50 watt
per la prima, 100 per la seconda.
Entrambi i modelli offrono un
solo canale sul
quale si può applicare un riverEKO
bero con
controllo
di livello.
Ad esso si aggiungono quindi un
Loop effetti e un classicissimo
equalizzatore a tre bande.
Le stesse caratteristiche della
testata da 50 Watt si ritrovano
anche nel combo 2266C, che
si esprime attraverso due coni
Celestion G12C 25 Greenback
dalla sonorità inconfondibile,
già adottati fra l’altro da Marshall per i nuovi ampli in serie
limitata dedicati a Jimi Hendrix.
Gli stessi speaker si ritrovano
infine all’interno dei Vintage Cabinet da 100W; con la differenza che, anziché essere montati
a coppie, sono installati in numero di quattro per ciascuna
cassa.
Questi modelli, che rispondono alle sigle 425A e 425B (la differenza sta nella forma del cabinet), sostituiranno con
il tempo le precedenti casse della serie
1960AC e 1960BC.
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
Marshall Vintage Modern
www.eko.it
www.musicgallery.it
Prina per il Meet
La risposta di Prina, rivenditore di rango nel panorama milanese, alle quattro
giornate di MEET Milano,
è all’insegna della musica, prodotta con strumenti vintage o comunque di
grande pregio.
La proposta postfieristica si esprime, secondo il
DNA di questo rivenditore,
con una apertura che si
estende anche domenica
e lunedì, in centro a Milano. L’iniziativa portata in
Prina
Apertura post-Fiera
26
contemporanea al nuovo
appuntamento milanese
consente agli appassionati di proseguire l’emozione della Fiera anche
presso il punto vendita,
mettendo letteralmente le
mani su strumenti davvero poco consueti.
Gli strumenti che saranno disponibili per il pubblico sono moltissimi,
e tra essi spiccano, tra
le altre, le chitarre vintage Gibson ES 225 del
1959, ES 175 del 1970,
l5 NAT del 1976, ES 175
C.CRISTIAN del 1981 e
LP de luxe Gold del 1976.
Sono però anche disponibili modelli custom shop/
limited della Fender (quali una Strato Gold Leaf E.
Clapton, una Strato Master Salute, o una Strato
Master Builder J.English)
e di nuovo della Gibson
(LP Elegant del 1997 e
LP Spotlight del 1983).
Non mancano nemmeno
modelli raffinati di liuteria
made in USA, con marchi
quali M. Spalt, Melancon,
Tyler e così via.
Le chitarre però, da sole,
non suonano. Ed ecco che
Prima mette a disposizio-
ne dei visitatori sonorità
raffinate ed originali, con
ampli artigianali di grande
pregio (Carr, Speedster,
Bruno, Komet , Sligo, Chicago Blues Box, Louis
Electric, Fargen) ed effettistica professionale altrettanto raffinata (R.Keely,
Menatone, Rmc, Landgraff, Klone, Xotic, T-Rex,
Emma, Redwitch, Bmf,
Option 5).
Vi aspetta un mondo di
raffinatezza: un modo certamente differente di completare una visita attraverso un tuffo nei prodotti più
blasonati del mondo dello
strumento musicale.
www.prina.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
22 Settembre 2007
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
La crema di Washburn…
Joe Strummer chiama
Gli anni di London Calling sono ormai lontani, ma il fascino di quella stagione irripetibile è ancora molto vivo, come dimostra il
successo mediatico raccolto dalla Joe Strummer Telecaster subito
dopo il lancio.
La chitarra appartiene alla serie
Artist ed è stata modellata “al millimetro” partendo dallo strumento originale del leader dei Clash.
Di quest’ultima
riproduce quindi
non soltanto
il look (compresa la finitura RoadM. CASALE BAUER
Wom invecchiata), ma anche tutte le misure originali... con il risultato che, come si
legge nella presentazione Fender, chiunque
la indossi “se la sentirà comoda
addosso come un vecchio paio di
jeans”.
Costruita in Messico accostando le diverse essenze dell’ontano, dell’acero e del palissandro
(utilizzati rispettivamente per il
corpo, il manico e la tastiera), la chitarra
è equipaggiata con una serie di “accessori” molto vicini all’originale. Su tutti segnaliamo la placchetta con l’incisione “Revolution Rock” e l’hardware cromato e arrugginito. Particolari come questo sarebbero di per
sé più che sufficienti a placare l’interesse
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
Fender Joe Strummer Telecaster
dei collezionisti e dei fan più accaniti di Joe
Strummer... Ma Fender ha voluto rendere
questo suo omaggio ancora più eclatante; e
ha quindi deciso di abbinare ai primi 1.500
esemplari l’intero kit di accessori riprodotto
nella foto qui sopra. Ci sono, oltre ad una
biografia di Strummer, una stampa grafica,
una copertina di LP da 12”, un foglio Stencil
e un set di adesivi.
www.casalebauer.com
Progettata per offrire al chitarrista esigente una valida alternativa al top-ofthe-line Washburn dei modelli Nuno Bettencourt, la N61 ha un corpo in frassino
slanciato ed aggressivo e un manico in
acero avvitato con sistema Stephen extended cutaway, una tastiera in acero (per il modello con finitura nera) o in palissandro (per il modello
con finitura crema, nella foto), un
pick-up humbucker Bill Lawrence
L500 e due pick-up singoli Washburn Shaman. Il ponte Schaller
Floyd Rose licensed con tremolo completa la dotazione insieme alle meccaniche Grover 18:1
e all’hardware cromato.
MASTER MUSIC
Washburn N61
Pad. 14 E15 G14
www.master-music.it
I “Profeti”
della Warwick
Si chiamano Pro
Fet 3.2 e Pro Fet
5.1 e sono le nuove testate a stato solido per
basso firmate Warwick. Due veri e propri “mostri” di potenza, che viaggiano rispettivamente a 300 e a 400 Watt. Dotati di coni da 19”,
si differenziano, oltre che per la potenza, per
la presenza di un compressore programmabile, che fa mostra di sé sul pannello di controllo del modello 3.2.
Per il resto, entrambi gli amplificatori sono equipaggiati con un controllo
di guadagno munito di LED per il controllo dei
picchi, di un equalizzatore a quattro bande, di
un controllo del contour e di una raffinata catena effetti.
Interessante anche la sezione delle uscite,
che mette a disposizione, oltre al classico
Line Out, un canale dedicato per il tuner e
un’uscita DI con tanto di switch Pre/Post e
Groundlift.
EKO
Pad. 14 | Stand A09 A21
Warwick Pro Fet
www.eko.it
Valvolari classici:
la parola a
Hughes & Kettner
La storia recente del
suono valvolare è legata indissolubilmente al marchio Hughes
& Kettner. Amplificatori “storici” come il
TriAmp o gli Switchblade hanno sicuramente un posto d’onore nella
storia della musica degli ultimi vent’anni; e così alla Hughes & Kettner hanno deciso di dare
il via alla produzione di una nuova serie interamente valvolare, progettata in tutta libertà e
senza limiti di sorta.
Sono gli ampli della gamma Statesman: quattro modelli da 20 a 60 Watt che denunciano
esteticamente la propria ispirazione agli anni
Sessanta. Dotati di valvole di preamplificazione 12AX7 e, in funzione del modello, di valvole
di potenza EL 84, EL 34, o 6L6, sono, nonostante le apparenze, una proposta estremamente innovativa, come può capire chiunque
li provi anche solo per poco tempo. Due canali
separati (Clean e Drive) offrono a chi suona il
tono brillante di un combo valvolare aperto e
il suono rock classico, con il punch potente di
un half-stack. Molto sensibili alle variazioni di
dinamica, permettono, attraverso variazioni di
guadagno sul canale Drive, di fare una carrellata dai suoni per chitarra storici degli anni ’60
al morso rock degli anni ’70. Riverbero a molla Accutronics e altoparlanti Eminence custom
completano la loro dotazione.
SISME
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
Warwick Pro Fet
www.sisme.com
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Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Un riverbero… leggendario
ROLAND ITALY
FDR-1
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Nuove PRS Singlecut
Claudio Beccaceci
per Stefy line
Con il 2007, Boss ha introdotto una linea speciale di effetti a pedale denominata Legend Series. Si tratta di stompbox dalla forma tradizionale sviluppati in collaborazione con i tecnici
Fender e progettati per riprodurre il più accuratamente possibile il suono degli amplificatori
prodotti dalla Casa americana a cavallo fra gli
anni Cinquanta e i primi Sessanta.
FDR-1, che riporta sullo chassis i marchi dei
due produttori, sfrutta un processore COSM dedicato per ricreare le sonorità dell’amplificatore Fender Deluxe
Reverb del 1965, che così, installando FDR-1 a monte di qualsiasi amplificatore, rivive in tutte le sue caratteristiche. Per
garantire una perfetta adesione al modello originale, anche il
pannello di controllo dell’effetto a pedale è stato “allineato”
con l’originale; e le quattro piccole manopole (due delle quali
ospitano due potenziometri ciascuna) corrispondono in tutto e
per tutto ai controlli del modello di riferimento.
È grazie ad un accordo fra
Stefy Line e Rash Guitars,
di cui è endorser ufficiale, che Claudio Beccaceci
dimostra in questi giorni
le chitarre a marchio Hagstrom e gli amplificatori
Torque distribuiti da Stefy
Line.
Le performance di Beccaceci, chitarrista apprezzatissimo
al fianco di star come Paola e Chiara, Davide Van De Sfroos
e Syria, si susseguono a getto continuo in questi giorni per
presentare al pubblico le molte novità della rinata gamma
Hagstrom –al suo debutto ufficiale in una manifestazione
fieristica italiana– e la ricchissima gamma di amplificatori
Torque.
Stefy Line
Pad. 14 | Stand D51 E44
Demo Hagstrom / Torque
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
www.claudiobeccaceci.com
La gamma PRS si allarga con l’arrivo di tre nuove chitarre Singlecut. Sono i modelli SC250 e SC245, che
associano al corpo e al manico in mogano un
top in acero fiammato. Quasi identiche sia nelle dimensioni che nell’elettronica, entrambe
montano i pickup PRS con selettore a tre posizioni, due controlli di volume e due controlli di tono.
La differenza più evidente fra le due “nuove arrivate” PRS sta senz’altro nella scelta delle meccaniche, che sono del tipo
Vintage Style nel caso del modello 245, e della serie PRS 14:1
low mass sul modello 250.
Entrambe le chitarre sono disponibili anche con 10 top Flame e 10 top
Quilt a scelta, e possono essere ordinate
con intarsi Birds opzionali.
EKO
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
PRS Singlecut 245 e 250
Squier MINI Player: tutto compreso!
Per cominciare... una collana intera
Quante volte vi è capitato di essere in
viaggio, o comunque
lontani dal vostro
amplificatore, e di
voler suonare in
preda ad una
ispirazione
improvvisa?
E di esservi
magari accorti che
non potevate
avere
il vostro
Si distinguono facilmente
per la copertina vivacissima
e la fascia di colore che prosegue sulla costa e sul retro.
Sono i sei volumi delle serie
Beginning e Intermediate che
Carisch, in collaborazione con
Alfred Publishing e il National
Guitar Workshop, propone al
pubblico italiano nella traduzione curata da Francesca Visentin e Marco Pontiroli.
Sono testi che, pur rivolgendosi ad un pubblico di lettori dei primissimi livelli, trattano ogni argomento in modo
estremamente completo, offrendo, oltre alle spiegazioni teoriche e agli esercizi da
ascoltare e da ripetere, un
gran numero di riferimenti alla “musica suonata” degli interpreti più influenti della storia recente.
Dalla chitarra jazz e blues al
basso elettrico, dalla batteria
alle tastiere, i manuali della
serie Beginning e Intermediate coprono tutti gli “elementi” di base di qualsiasi formazione rock... e in questo si rivelano, fra l’altro, una risor-
M. CASALE BAUER
SQUIER Mini Player
suono perché non c’era nemmeno una presa elettrica nei
dintorni?
Una soluzione comoda ed
economica a questo problema arriva da Squier, che presenta in Fiera la nuova MINI
Player. Si tratta, come si può
vedere dalla fotografia qui a
sinistra, di uno strumento di
foggia tradizionale che incorpora nel body un microamplificatore alimentato a batterie, un distorsore e una cassa per... ascoltare in diretta il
risultato!
A giudicare dai commenti
entusiastici raccolti in occasione del lancio al Summer
NAMM, la “piccola” SQUIER
(che è davvero piccola e facile da trasportare grazie alla
scala ridotta del manico) suona meglio dei classici sistemi
con microamplificatori. E, dato che non le manca la classica uscita jack da 1/4”, non è
escluso che la si possa vedere impiegata anche su di un
palco! Naturalmente, in questo caso, un amplificatore potente è d’obbligo...
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
www.casalebauer.com
CARISCH
sa estremamente preziosa
anche per il lavoro all’interno
di un gruppo. La comune impostazione delle unità didattiche facilita infatti il confronto fra strumentisti diversi;
ed è inutile dire che tutti gli
autori, invariabilmente, continuano a ripetere nel corso
del proprio libro che per acquisire una buona musicalità è fondamentale suonare
Pad. 14 | Stand L21 M14
Serie Beginning
www.eko.it
insieme ad altri. Fra l’altro,
il confronto del modo diverso
di esporre lo stesso concetto
può rivelarsi particolarmente
utile –un esempio su tutti, la
teoria delle scale modali e la
sua applicazione nell’invenzione di assoli. Vista in questa prospettiva, l’intera collana assume i contorni di una
vera e propria... enciclopedia
della musica.
www.carisch.com
Le elettriche “firmate” di Ibanez
Con sette nuovi modelli introdotti quest’anno, la gamma di chitarre e di bassi
elettrici signature di Ibanez è una delle
più ricche del momento. Le nuove chitarre sono tutte orientate ai musicisti metal
e shred, e portano i nomi di Matt Bachand
degli Shadows Fall (suo l’aggressivo
modello riprodotto al centro), di Mick
Thomson degli Slipknot e di James
“Munky” Shaffer dei Korn.
I bassi, invece, sono stati personalizzati sulla base delle indicazioni di Mike
D’Antonio dei Killswitch Engage, Paul Gray degli Slipknot e Paul Romanko degli
Shadows Fall.
Quanto alle caratteristiche tecniche, quelle delle
chitarre muovono
tutte da un corpo in
mogano variamente rifinito sul quale viene montato di volta in volta un manico di tipo diverso. Si va
MOGAR
Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10
Ibanez Signature
28
dal Wizard II “Bolt on” del modello di Mick Thomson (quello in basso a sinistra) all’APEX Prestige e al Wizard II a 7 corde
scelto da Munky (in basso a destra) all’MBM Prestige di Natt Bachand.
Naturalmente, la personalizzazione si fa ancora più articolata nel momento in cui
si prendono in considerazione le elettroniche. Il modello MBM1BK “Matt
Bachand”, ad esempio, monta due
pickup EMG (EMG60 ed EMG81) e
un ponte Gibraltar Plus; mentre James “Munky” Shaffer
ha scelto due pickup DiMarzio PAF7 e un bridge Edge Pro
7. Totalmente diverse anche
le scelte di Mick Thomson; il
chitarrista degli Slipknot
ha optato per pickup
IBZ V7 e V8 e per un
ponte Fixed Edge III.
Specifiche ancora più dettagliate di chitarre e bassi si trovano presso lo stand Mogar, dove gli strumenti si possono anche... toccare con mano!
www.mogarmusic.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Load ‘n Lock: il pickup comodo e raffinato
Wave-Lenght è il nuovo pickup “under-saddle” per chitarra acustica prodotto da DTAR e distribuito in Italia da
Casale Bauer. Il pickup, un
tempo esclusivo delle chitarre acustiche Guild, può essere installato oggi sugli strumenti di qualsiasi produttore.
Facilmente riconoscibile per
la presenza del rivoluzionario
sistema Load ‘n Lock per l’alloggiamento e la sostituzione
delle batterie, racchiude in
M. CASALE BAUER
D-Tar Wave-Lenght
poco spazio soluzioni tecniche particolarmente raffinate.
Il sottile trasduttore
piezoelettrico, che
è accompagnato da
un preamplificatore
a bassissimo rumore da 18 volt, esige
un apporto energetico piuttosto consistente; una quantità
di energia che permette di ottenere un intervallo di esaltazione dinamica esattamente
doppio rispetto a quello raggiungibile con i normali sistemi a 9 volt.
A fronte dell’elevata potenza
richiesta, tuttavia, Wave-Lenght necessita di due sole pile
stilo. E questo perché sfrutta un piccolo ma efficiente
power-booster per raggiungere la tensione necessaria.
L’intero meccanismo, compresi gli accurati controlli di
tono del preamplificatore,
viene alloggiato all’interno
dello strumento senza richie-
Aria di liuteria
dere modifiche strutturali alla
cassa. Gli ingegneri della DTar, infatti, hanno studiato la
forma del pickup in modo da
evitare interventi sul fianco
dello strumento nella fase di
installazione e ridurre al minimo le interazioni acustiche
fra l’elettronica e le parti.
Le stesse batterie, come si
vede dalla fotografia qui a
sinistra, possono essere installate con facilità. Basta
svitare il “collarino” sul piolo, togliere le batterie vecchie
ed inserire le nuove. Un quarto di giro del collarino è tutto
quello che il musicista deve
fargli fare per bloccarlo nuovamente in posizione.
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
www.casalebauer.com
Hagstrom Ultra Swede: la tradizione continua
Quella di MEET Milano è la
prima “uscita” ufficiale in
una manifestazione italiana delle rinate chitarre Hagstrom. Molto conosciuti
in tutti il mondo negli anni
Settanta, questi strumenti
sono stati costruiti fino al
1983 –quando tutte le linee
di produzione furono fermate e il marchio sembrò destinato ad un futuro fatto di
solo collezionismo.
Di recente, però, la fabbrica è stata riaperta: e i nuovi progettisti, che fanno comunque capo al fondatore
di una volta, Karl Eric Hagstrom, si sono preoccupati innanzitutto di rimettere in efficienza i macchinari di venticinque anni fa.
Le nuove Hagstrom sono
quindi a tutti gli effetti deSTEFY LINE
gli strumenti del Duemila,
che tuttavia mantengono il
look e il feel dei loro... progenitori.
Naturalmente, accanto alla
riedizione degli strumenti
del passato, Hagstrom ha
messo in produzione una
Pad. 14 | Stand D51 E44
Hagstrom Ultra Swede
serie imponente di nuove
chitarre, alcune delle quali
sono visibili oggi in Fiera in
anteprima assoluta.
È il caso, ad esempio, del
modello Ultra Swede ritratto qui a sinistra: una solid
body disponibile in quattro
differenti finiture. Il corpo
dello strumento è in tiglio,
il top in acero fiammato; e
sulla sottile tastiera in Resinator Wood (un composito di legno dalla grandissima omogeneità) si allineano intarsi in madreperla e
abalone.
La Ultra Swede monta due
pickup Hagstrom Custom
58 Humbucker; e si affianca agli altri due modelli della serie Ultra Lux (XL-2 e XL5) da cui si distingue per le
forme arrotondate.
Guardando il modello SB-1000 RI si rimane colpiti innanzitutto dalla finitura:
l’inconfondibile venatura della quercia
più raffinata si irraggia dal body, uno dei
più apprezzati del mercato per basso
elettrico. La quercia però non è legno di
liuteria: è legno di finitura, come rivela
l’eleganza del disegno.
In effetti il corpo di questo strumento è
in frassino, legno di risonanza decisamente pregiato, e ad esso è abbinato un
manico neck-through composto dall’accoppiamento sapiente di acero e noce,
effettuato con tecniche di liuteria tradizionale. Completa il tutto una tastiera
in ebano, che offre al musicista la liscia
consistenza di un legno ampiamente utiMASTER MUSIC
Aria SB-1000
lizzato nella liuteria classica proprio per accompagnare le note più gravi dell’orchestra.
La parte elettronica vede
l’impiego di un pick-up a
doppia bobina MB-1E: si
tratta di elettronica
attiva con controlli
di tono e volume,
selettore rotativo
di tono e bypass
switch. L’hardware è dorato,
e l’effetto finale è raffinato ed
elegante.
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
www.master-music.it
Processori Xilica ad elevatissime prestazioni
Xilica Audio Design è
un’azienda canadese specializzata nella progettazione,
nello sviluppo e nella costruzione di dispositivi audio professionali ad elevate prestazioni dedicati sia al mercato
dell’audio professionale che
alle installazioni. A MEET Milano Xilica presenta due nuove serie di processori: la linea XP e la linea XD.
La serie XP è un sistema digitale per la gestione dei diffusori, che mette a disposizione i parametri audio tipici
di questi dispositivi. Attraverso i processori XP si possono
controllare equalizzatori grafici e parametrici, delay, mixer
a matrice, crossover, compressori e limiter.
SISME
La serie XP è composta da
tre modelli: XP2040 (2 in/4
out), XP4080 (4 in/8 out) e
XP8080 (8 in/8 out). Con le
loro eccellenti caratteristiche
e con il miglior rapporto qualità/prezzo nella loro categoria
sono tre strumenti importanti per ogni ingegnere del suono ed installatore.
La linea XD, il top della gamma dei processori Xilica, è
stata progettata per fornire il
massimo della qualità audio
con controlli intuitivi e performance eccellenti. I modelli di
questa serie sono dotati di
filtri FIR (Finite Impulse Response Linear Phase Filter),
che, grazie
alla loro risposta lineare, forniscono caratteristiche superiori rispetto ai filtri convenzionali IIR (Infinite Impulse
Response Filter), comunque
disponibili insieme a tutte le
altre funzioni audio. La Serie
XD è composta da due modelli: XD4080 (4 in/8 out) e
XD8080 (8 in/8 out), entrambi dotati di serie di ingressi
ed uscite analogiche digitali AES/EBU. Con tutte queste caratteristiche, la gamma XD si posiziona al top dei
prodotti dell’industria pro-audio, con prezzi estremamente
competitivi.
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
Xilica XP - XD
C
M
Y
CM
MY
CY CMY
K
www.sisme.com
www.hagstromguitars.it
Effetti per Basso
La vocazione naturale della
pedaliera effetti per basso
Boss ME-20B è il palcoscenico. La nuova unità, che si
presenta in una veste robusta sottolineata dalla finitura satinata del case
di metallo, è stata
progettata con un
occhio di riguardo
alla facilità d’uso.
Gli effetti, fra cui si
contano inediti algoritmi come il Synth, l’Octave e il Defretter, sono stati
programmati in modo da inserirsi con facilità –
e senza troppe modifiche– in
qualsiasi mix. E per chi vuole
cimentarsi con la programmazione e dare un tocco “personale” al suono, Boss ha inROLAND ITALY
ME-20B
stallato sul pannello frontale
cinque manopole per il controllo in real-time di tutti i parametri.
Gli effetti così modificati possono essere memorizzati in
una qualsiasi delle trenta posizioni di memoria user, per
essere richiamate all’occorrenza attraverso i tre comodi switch. Naturalmente, gli
effetti possono essere mixa-
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
ti “a cascata”; e su di essi si
può intervenire anche attraverso l’ampio pedale espressione, ideale soprattutto per
controllare i parametri degli
algoritmi dedicati al wah e al
rotary.
Il modello ME-20B,
come la “sorella”
ME-20 destinata
ai chitarristi, opera
con una frequenza
di campionamento di 44.100 Hz e
con una risoluzione di 24 bit. Ed offre in aggiunta una
funzione denominata Bass
Enhance che ha lo scopo di
aumentare l’effetto prossimità; e di contribuire quindi
alla creazione di un suono
corposo e coinvolgente.
www.roland.it
Via Leonardo da Vinci, 6
20057 Vedano al Lambro (MI) tel. 039 49841
www.exhibo.it/sennheiser - [email protected]
29
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
HP-201: evoluzione della specie
Il Metodo Europeo parla italiano
Sono passati ormai molti anni dal giorno della prima edizione del celeberrimo Metodo Europeo per Pianoforte di
Fritz Emonts; anni durante i
quali i tre volumi firmati da
colui che è considerato uno dei
maggiori didatti
del XX secolo sono diventati un
solidissimo punto
di riferimento per
schiere di giovani
pianisti.
Del resto, i punti
di forza del Metodo Europeo
per Pianoforte sono davvero tantissimi… e comprendono, oltre all’impostazione
grafica (che è costantemente impreziosita da graziosissimi disegni a colori), la strategia dell’insegnamento ad
orecchio, la grande quantità
SCHOTT
di brani da suonarsi a quattro mani e il ricchissimo repertorio di melodie e forme
di tradizione europea.
Già in uso in moltissime
scuole di musica italiane, il
Metodo Europeo
ha sempre sofferto di un limite che
lo stesso autore
lamentava nella
prefazione originale: vale a dire
la mancanza, dovuta ad ovvie ragioni economiche,
di una “edizione nazionale”
per ciascuna delle lingue del
Vecchio Continente. Al problema si era tentato di dare
una soluzione fin dalla prima
edizione, che riportava tutti i
titoli dei brani, le annotazioni e le spiegazioni dell’autore in tedesco, inglese e fran-
cese. Naturalmente, anche
così il metodo risultava perfettamente comprensibile…
tuttavia, considerando che
i maggiori fruitori di queste
pagine sono bambini della
scuola primaria, la “questione della lingua” era spesso
avvertita come un fastidioso
handicap.
Oggi, a fronte di un altissimo numero di copie vendute nei cinque continenti,
Schott è riuscita ad inserire
nelle economie di scala della propria produzione il costo per
la realizzazione di
una versione italiana del Metodo
Europeo. Accanto alla nostra lingua figurano lo
spagnolo e il portoghese… con il
Pad. 18 | Stand D57 E66
Metodo Europeo per Pianoforte • 3 volumi
risultato
che, per
la prima
volta, tutti i dettagli della
straordinaria opera di Fritz
Emonts balzano all’occhio
dello studente (e dell’insegnante) neolatino con particolare evidenza. Attraverso
questa edizione, che affianca ai tre volumi altrettanti
CD audio con le incisioni originali dell’autore, il progetto
originale di Emonts –scomparso
nel 2003 all’età
di 83 anni– si avvicina ancora di
più alla meta. Il
suo Metodo per
pianoforte è oggi
ancora più europeo…
www.schott-music.com
Il pianoforte jazz in poche... linee
Qual è la strada maestra che deve imboccare chi vuole imparare ad improvvisare al pianoforte
come un vero jazzista? Se lo si chiede ad un professionista, ci si sentirà rispondere con ogni probabilità che “una strada vera e propria non c’è”. Ed è evidente, perché il mondo del jazz è ricchissimo di stili ed esperienze anche profondamente diverse fra loro; e ad esse si arriva da percorsi
anche opposti. Il volume Solo jazz Piano, introdotto quest’anno nel catalogo Carisch, propone un
viaggio nel nome del cosiddetto “approccio lineare”: una visione quasi contrappuntistica della
musica jazz che privilegia gli aspetti melodici e la sovrapposizione di più voci indipendenti.
CARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
Solo Jazz Piano
30
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
www.carisch.com
Il pianoforte digitale Roland
HP-201 è il modello di base
della rinnovata linea HP. Completamente ridisegnato sia nell’elettronica che nella meccanica, si mette in luce soprattutto per la presenza di un suono
estremamente realistico. Per
realizzarlo, gli ingegneri Roland
hanno campionato, nota per nota, un grande strumento da
concerto. Il risultato, che ciascuno può “toccare con mano”
visitando lo stand Roland, ha permesso di dare anche al più
piccolo dei pianoforti della linea HP prestazioni di tutto rispetto, con una risposta al tocco e una profondità di suono che ci
si aspetterebbe solo su modelli superiori.
In virtù di queste caratteristiche, Roland HP-201 ridefinisce lo
standard qualitativo della fascia entry-level, entro la quale si
candida con autorevolezza al ruolo di protagonista.
ROLAND ITALY
HP-201
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Lugubre... con brio
La Danse Macabre di Camille SaintSaëns appartiene al repertorio dei
poemi sinfonici –un genere particolarmente legato al nome di Franz Liszt.
è quindi particolarmente interessante
affrontare la trascrizione per pianoforte del celebre brano orchestrale che
lo stesso Liszt portò a termine qualche anno dopo la sua prima esecuzione. Fra Saint-Saëns e il
musicista ungherese intercorrevano fra l’altro saldi rapporti di
amicizia, e una affinità artistica che spingeva l’uno a promuovere esecuzioni pubbliche dei lavori dell’altro.
Pezzo brillante ma al tempo stesso lugubre per i toni e i colori fantastici che riesce ad evocare alla tastiera del pianoforte,
la Danse può comparire senz’altro con successo all’interno di
qualsiasi récital pianistico.
Universal Music MGB Publications
Danse Macabre
Pad. 18 | Stand E67
www.ricordi.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
LaBellaDisma.qxp
Jazzisti... piccolissimi
Ventotto centimetri di pianoforte
Sono passati gli anni in
cui si pensava che per
affrontare il jazz fosse
necessaria una “solida
preparazione classica”.
E la didattica pianistica,
sostenuta da autorevoli maestri, ha sviluppato molti
testi per facilitare il primo approccio al jazz. Si va dallo stimolo della creatività alla rilettura di classici d’autore in chiave
“jazzy”, dall’esplorazione delle
melodie più note del Real Book
con accompagnamenti classicheggianti alla proposta di nuovi brani scritti “su misura” per
Sembra
incredibile, eppure è
proprio così: il
pianoforte digitale CL-5 proposto
da Kawai misura solo ventotto
centimetri. Di profondità, naturalmente.
Progettato nel suo aspetto
esteriore dal designer Tomoyasu Ikegawa, si riconosce
immediatamente per la forma snella, essenziale e slanciata. E per il fatto che, grazie
alle dimensioni ridottissime,
può essere sistemato facil-
uno specifico livello di
età o di abilità.
Les Enfants du Jazz appartiene a quest’ultima
categoria. Curato nella
veste grafica, gradevole
nel profilo melodico dei
pezzi firmati dall’autore Vincent
Huet, si propone come una sorta di “real book per bambini”. I
diciannove pezzi sono realizzati anche nella parte dell’accompagnamento; ma riportano per
intero anche le sigle degli accordi, perché l’occhio del giovane esecutore familiarizzi con la
scrittura stenografica jazz.
Universal Music MGB Publications
Les Enfants du Jazz
Pad. 18 | Stand E67
www.ricordi.it
Atlante dei segni
Una delle esperienze più comuni,
quando si affronta per la prima volta
da esecutori il repertorio della musica colta contemporanea, è un certo
disorientamento nel decifrare la partitura. Le pagine sono infatti attraversate, oltre che dalle note “tradizionali”, da segni sconosciuti, che spesso
hanno una forma molto lontana dai
caratteri che per secoli sono serviti ai compositori per fissare
le proprie idee sulla carta.
La questione, se si vuole, è resa ancora più grave dal fatto
che, spesso e volentieri, ciascun compositore conia nuovi segni per le proprie opere –col risultato che l’alfabeto musicale,
un tempo costituito da poco più di sette note, è oggi una sorta
di codice a ideogrammi in cui è facile perdersi.
Il volume Triesis: appunti di semiografia musicale proposto
dalle Edizioni Curci risolve brillantemente il problema. Lo si
può infatti considerare come un dizionario enciclopedico dei
nuovi segni musicali, che in poco più di duecento pagine dà
conto con un linguaggio semplice e divulgativo di tutte le soluzioni grafiche impiegate dalla “nuova musica”.
EDIZIONI CURCI
Triesis
Pad. 18 | Stand D63 E72
www.edizionicurci.it
FURCHT
30/08/2007
10.07
Pagina 1
mente anche negli appartamenti più piccoli. O,
come suggerisce la brochure
sitribuita presso
lo stand Furcht,
anche in un corridoio.
Le dimensioni contenute non
pregiudicano la qualità del
suono. Il generatore sonoro
riproduce i suoni di un grancoda Kawai EX e sfrutta la
tecnologia Harmonic Imaging
per riprodurre le sfumature
dinamiche tipiche del pianoforte da concerto.
Pad. 18 | Stand D83 E86
Kawai CL25
www.furcht.it
Seiler: fra tradizione
e modernità
La storica Casa tedesca Seiler
coglie l’occasione della Fiera per
portare all’attenzione del pubblico italiano le sue diverse linee di
pianoforti verticali e a coda. Nello
stand allestito dal nuovo distributore, Crescendo srl, sono infatti presenti tre strumenti in rappresentanza delle
più significative linee attualmente previste dal catalogo dell’azienda di Kitzingen.
Su tutti si impone, per le... dimensioni e per la linea moderna
e aggressiva del design, il coda 186 Trend Line della foto in alto a destra. Al suo fianco si trovano due verticali dalle caratteristiche diverse e complementari. Il primo è un modello 121 in noce con logo
Zeitter & Winkelmann –uno dei marchi
di proprietà di Seiler– di fabbricazione
asiatica; l’altro è un Eduard Seiler nero lucido costruito in Europa ed equipaggiato con un sistema Silent DuoVox Popular PianoDisc di serie.
CRESCENDO srl
Pianoforti Seiler
Pad. 18 | Stand G96
www.crescendosrl.it
KF vestito di nuovo
KF strumenti musicali, lo storico negozio di strumenti musicali di
Piazza Napoli che da oltre 40 anni è
uno dei punti di riferimento della vita
musicale e dei musicisti a Milano, è
stato completamente
rinnovato per rispondere anche con un
layout più adeguato
e attuale alle mutate
esigenze del mercato.
“E l’emozione continua”, dichiara Riccardo Bitossi, il titolare. “E continua con
l’entusiasmo di sempre, e con la consapevolezza di poter
offrire ai musicisti
qualcosa di unico e di importante”.
Durante i giorni di apertura di Meet
Milano KF vuole segnare questa riapertura con una grande festa, e con
l’offerta agli appassionati di un “fuori orario” che consenta di visitare il
negozio anche dopo la chiusura della fiera, continuando l’emozione del-
la musica dal vivo anche grazie alla presenza di artisti ed endorser
di fama a vivacizzare l’atmosfera.
Dal 20 al 23 settembre KF sarà quindi
aperto fino alle 22.00 per festeggiare
l’inaugurazione dei nuovi locali e del
nuovo reparto strumenti a fiato. Nel
dopo fiera ci sarà anche un aperitivo
per brindare insieme a ospiti d’onore a
sorpresa e ad una serie di interessantissime (ed eccezionali) promozioni.
Il punto vendita rinnovato offre
1.000 mq di esposizione sia di strumenti classici, sia di innovative proposte elettroniche. Anche l’usato ha
un suo spazio, sia reale (in negozio) sia virtuale (sul
sito www.kappaeffe.
it) e ampia è la scelta delle marche disponibili:
Yamaha,
Kawai, Gem, Ibanez,
Fender, Roland, per
citarne solo alcune.
Il plus di KF è infine
nel personale qualificato, che può aiutare il cliente a scegliere il suo strumento, da provare nella tranquillità della attrezzatissima sala prove insonorizzata.
E non è ancora tutto. Per chi desidera imparare a suonare o per chi vuole
perfezionarsi, è anche presente presso KF una scuola musicale gestita da
insegnanti professionisti rivolta ai milanesi dai 6 ai 99 anni...
31
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Modulo, tastiera,
design
È decisamente
insolita la forma del sintetizzatore Radias che fa bella mostra di sé nell’area Korg
dello stand EKO/Esound. Il
punto forte di questo progetto,
sotto il profilo del design, è la
modularità: generatore sonoro
e tastiera sono infatti separati
pur rimanendo un tutt’uno.
ESOUND
Questo permette di far
scorrere il pannello di controllo da destra a sinistra –ricavando fra
l’altro, in questo modo, un
comodo alloggiamento per
accogliere computer portatili,
piccoli mixer o controller aggiuntivi. Il design non è però
l’unico pregio di Radias, che
può contare su di un “motore” sonoro di tutto rispetto
con una tecnica di sintesi innovativa. Denominata MMT
(che sta per Multiple Modeling Technology, tecnologia
di modellazione multipla),
questa tecnica combina algoritmi di modellazione analogica, lettura di campioni,
sintesi wave shaping e Virtual Phase Modulation per
ottenere suoni aggressivi e
di grande profondità. Radias
è infine dotato di trenta algoritmi di effetto di altissima
qualità, di due Insert per ciascun timbro e di un potente
software di editing.
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
KORG Radias
www.eko.it
Creatività al campionatore
L’ultimo nato, fra i campionatori per DJ di
casa Roland, si chiama SP-555. Come sottolineano i comunicati stampa, si tratta di un
apparecchio dalla forte vocazione creativa,
che mette nelle mani dei DJ molte possibilità
inedite e una serie di interessanti
funzioni innovative, come il Loop
Capture, il Super Filter, l’Effect
Memory e il Sound On Sound.
Ricco di connessioni in ingresso
e aperto alla comunicazione con
PC e MAC (che gli permette di
leggere, attraverso la porta USB,
file audio in formato WAV/AIFF), SP-555 è
sempre pronto a campionare in modo veloce ed intuitivo. Anche la memoria, che può
essere espansa attraverso comode schede
CompactFlash, è strutturata in modo da gaROLAND ITALY
SP-555
rantire un accesso veloce ai dati memorizzati e per favorire lo scambio di materiali
fra la console e il “contorno” delle applicazioni software. Sempre parlando di applicativi, occorre ricordare che SP-555 è perfettamente compatibile con le DAW
(Cakewalk Sonar incluso) e con i
software DJ Audio più in voga del
momento, rispetto ai quali svolge senza problemi la funzione di
interfaccia.
Accompagnato dal pacchetto
software Wave Converter, dotato
di serie del sensore D-Beam e dell’interfaccia V-Link per gestire impianti video in tempo reale, il campionatore creativo SP-555 è
sicuramente destinato a fare fortuna sulle
console di molti DJ.
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
YAMAHA 40TH ANNIVERSARY KITS
Per festeggiare i 40 anni
della produzione di batterie,
Yamaha presenta le serie
speciali 40th Anniversary,
che rendono onore ai due
prestigiosi templi giapponesi “Golden Pavilion” e “Silver
Pavilion” situati a Kyoto. Ad
essi si aggiunge il modello
Washi Set (in alto a destra),
con fusti decorati in carta
giapponese Washi e rappresentazioni della sanguinosa
“guerra Genpei” combattuta fra 1180 e 1185.
Costruite interamente con
“Betulla Hokkaido”, queste
batterie sono caratterizzate da un suono profondo e
un punch low-end, requisiti
ideali e indispensabili per
la registrazione in studio.
Un’altra caratteristica esclusiva di questi modelli è da-
ta dagli angoli di
inclinazione delle
estremità dei fusti (a 60°). Questa inclinazione
permette un contatto maggiore
tra fusto e pelle e si traduce
in una maggiore
chiarezza nelle fondamentali dei bassi e, di conseguenza, in un suono più caldo.
Le Yamaha 40th Anniversary sono conformi alle specifiche dei DrumSet originali delle prestigiose Recording Custom introdotte nel
1976. Strumenti divenuti in
breve un punto di riferimento indiscutibile per i più importanti studi di registrazione e palchi live del mondo,
e capaci di suscitare anco-
ra oggi, a quarant’anni di distanza dalla loro prima presentazione, un interesse
enorme tra i batteristi e appassionati collezionisti del
settore.
A marcare ulteriormente il
40esimo anniversario c’è
poi l’edizione limitata del rullante “Phoenix”. Il suo fusto
di ottone è intarsiato con la
stessa tecnica utilizzata sulle campane dei sax custom
Yamaha.
Pad. 14 | Stand G92 E77 E83
YAMAHA
40th Anniveraary Kits
www.yamaha.it
Il rullante, alla maniera di John Blackwell
Il logo ‘IB’ pressofuso è
il “dettaglio” più visibile del nuovo rullante Tama
JB1365. E non c’è
nulla di strano,
dato che questo modello
è il risultato
della combinazione fra il
know-how dei
progettisti Tama e le preferenze personali di John Blackwell –JB, appunto.
La stessa sigla che lo indica, 1365, deriva dal sempliMOGAR
ce accostamento delle misura che Blackwell predilige
nei rullanti: 13” di diametro
e 6,5” di profondità. Con questa
misura, ha dichiarato il celebre batterista, “sento un
ottimo rim-shot
ed un suono
grosso e potente che adoro”.
Progettato per emettere un
suono potente in fase di attacco e ricco di armonici aperti, il nuovo “JB” ha un bordo
Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10
Tama JB1365
unico al mondo, il cui spessore misura 15 mm –contro
i 10 mm previsti dagli standard. Un’altra delle sue caratteristiche “fuori del comune” è la presenza, sul fusto,
di tre fori provvisti di altrettanti tappi. Questi ultimi possono essere tolti e rimontati a piacimento, e servono a
modificare la risposta sonora
del rullante. Anche la cordiera in acciaio Hi-Carbon è stata scelta per accentuare il carattere deciso del suono, le
ghost-notes e l’alta sensibilità sulle dinamiche.
www.mogarmusic.it
Per un suono “ventilato”
A guardarlo da vicino, il rullante DW Acoustic EQ sorprende per la forma veramente insolita della meccanica.
Lungo l’intera circonferenza,
infatti, ci sono numerosi tagli che si aprono nel fusto ad
intervalli costanti. Sono aperture regolabili, che possono
essere chiuse a piacimento e
che servono a modificare rapidamente le caratteristiche
fondamentali del suono. Il loro funzionamento è semplice,
perché si limita a modificare
la “ventilazione” della cassa
di risonanza.
GEWA MED
Pad. 14 | Stand M21 N14
DW Acoustic EQ
32
Il risultato è quello di un filtro
naturale di equalizzazione:
quando le aperture sono...
aperte, il suono è più secco.
Per contro, quando tutti i fori sono
tappati, si ottiene
un timbro molto
più ricco di bassi.
Al di là di questo
aspetto “tecnologico”,
il rullante DW colpisce anche
per la qualità dei materiali impiegati per la sua costruzione
e per i dettagli delle finiture.
Il fusto, ad esempio, è costituito da dieci strati di ace-
ro ed è completato sul lato
esterno da una finitura Satin
Oil abbinata ad hardware cromato. I cerchi sono dotati di
un rinforzo
che migliora la stabilità e la
tenuta dell’accordatura nel tempo.
La cordiera TrueTone, infine,
assicura un sostegno adeguato sia ai suoni secchi e
forti che a tutte le ghost notes generate dai rumori d’ambiente.
www.gewamusic.com
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
22 Settembre 2007
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
la batteria dei Linkin Park
Basta sedersi per un attimo di fronte ai kit
Pintech predisposti in Fiera da Sound Wave
–il distributore italiano del marchio statunitense– per sentirsi nei panni di Rob Bourdon,
lo scatenatissimo batterista dei Linkin Park.
O di uno qualsiasi dei numerosi musicisti che, da un capo all’altro del pianeta, hanno scelto per le proprie performance le batterie elettroniche
Pintech.
I kit proposti da Sound Wave
sono due: uno con il modulo
sonoro e uno senza –quest’ultimo, naturalmente, è pensato come “interfaccia” verso generatori di altri
produttori.
SOUND WAVE
Pintech Drums
Anche la composizione dei “pezzi” varia.
Nel caso del Kit 1 (quello abbinato al modulo) ci troviamo infatti di fronte a quattro pad
ad una zona da 8” montati rispettivamente
nelle posizioni dei due tom, del timpano e
del rullante. Quest’ultimo, in
particolare, è dotato del sistema Silent-Trim, che consiste in una protezione in gomma applicata al cerchio. Il kit
si completa poi con la cassa
da 8” con head saver (protezione della pelle),
i due piatti sospesi
ad una zona da 14”
(crash e ride) e il charleston da 14”
ad una zona controllato dal pedale
specifico. Gli otto pezzi confluiscono via trigger nella centralina dedicata, che mette a disposizione di chi suona un arsenale di 389 suoni ripartiti su 30
drum-kit (20 predefiniti, 100
user) che riproducono toni strumentali ed effetti. I suoni possono essere
mixati al segnale stereofonico in ingresso; e
la memoria interna dello strumento permette la registrazione di quattro song.
Il Kit 2, sebbene sprovvisto della centralina, è superiore nelle dimensioni dei singoli pezzi: perché oltre ai
due tom e al timpano da 8” (tutti
con Silent-Trim) troviamo in questo
caso un rullante a due zone da 10”
e piatti a due zone e molla (per
favorire l’oscillazione) rispettivamente da 14” e da 16”. Il
piatto da 16”, in particolare, ha
anche la campana; e permette
quindi una maggiore espressività. Il kit, che può essere collegato a qualsiasi
centralina dotata
di almeno 8 ingressi trigger, è
completato dal
charleston da
14”, naturalmente affiancato dal relativo
pedale.
Pad. 14 | L51 M44
www.soundwave.it
Alesis DM-5:
il kit professionale
Arriva da Alesis il nuovo drum kit elettronico
professionale DM-5. Con 540 suoni, 21 drum
set programmabili e un nuovo convertitore
trigger-to-MIDI a 12 ingressi estremamente
veloce, il nuovo strumento si impone all’attenzione dei batteristi di fascia alta che cercano un rapporto qualità/prezzo favorevole.
Il kit, con il suo hardware resistente, risulta
particolarmente stabile, e accoglie, nella versione base, sei pad con struttura a fusto, tre
piatti e un pedale charleston. Ciascun trigger
accetta fino a cinque parametri programmabili, e assicura pertanto una notevole duttilità
da gestire “in tempo reale”.
ESOUND
Pad. 14 | Stand A09 A21
PRS Singlecut 245 e 250
www.eko.it
In viaggio
con Sandro
Ravasini
Quanta strada si può
fare in poco più di sessanta pagine? Molta, se a “guidare” è
un personaggio come
Sandro Ravasini, che ha deciso di riversare
nel libro Appunti di viaggio proposto dalle Edizioni Sinfonica un condensato dell’esperienza
accumulata in anni di professione e di studio. Come lui stesso afferma nell’introduzione, è assai improbabile che questo volume
contenga informazioni del tutto inedite: già in
tanti, riconosce Ravasini, “hanno scritto prima di me...”
Ma proprio questo punto di vista, questo voler
mettere al primo posto l’umiltà di chi vuole e
deve sempre imparare, è il tratto distintivo di
questa raccolta di studi, che accompagnano
in maniera discreta ma efficace dai primi rudimenti della tecnica agli assoli e alle divisioni
più complesse.
Gli esercizi, i fill e i groove sono tratti dall’esperienza quotidiana dell’autore, e perciò
sono molto... vicini alla realtà. Inoltre sono
accompagnati da un CD in formato MP3 che
comprende l’esecuzione con e senza accompagnamento –e a tre velocità diverse– di tutti
gli esercizi proposti. Davvero, di strada se ne
può fare molta...
CARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
Appunti di viaggio
www.sinfonica.com
33
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Computer music?
Con l’arpeggiatore...
ESOUND, divisione di EKO Music
Group, presenta la nuova master keyboard
AKAI PRO MPK49. Quarantanove tasti semipesati e sensibili alla dinamica e all’aftertouch,
dodici pad “fisici” per quattro banchi, settantadue controller
assegnabili, otto fader da 45 mm fanno di questo nuovo modello la Master Keyboard MIDI di riferimento per tutte le applicazioni di computer music più avanzate.
Un dato particolarmente interessante al suo riguardo è la presenza dell’arpeggiatore integrato: una funzione che normalmente si trova solo nei sintetizzatori e che permette di creare
molto velocemente riff e arpeggi da gestire via MIDI. Importante dal punto di vista “strategico” è poi la presenza sul pannello frontale di cinque tasti dedicati alle funzioni di trasporto. I
comandi di Forward, Rewind, Play, Stop e Record possono essere gestiti in modo veloce ed intuitivo proprio da qui, senza
dover ricorrere a mouse esterni per il controllo delle Digital Audio Workstation. Perfettamente compatibile con Cubase, Ableton, Sonar, ProTools e Reason, MPK49 è dotata anche di un
tasto Tap Tempo e di pulsanti Time Division (da 1/4 a 1/32,
terzine comprese) attraverso i quali è possibile sincronizzare
con facilità la divisione metrica dell’arpeggiatore e la velocità
in BPM dei campioni.
ESOUND
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
AKAI MPK49
www.eko.it
Nuovo modulo sonoro da Ketron
SD3 è il nuovo modulo sonoro
proposto da Ketron per il mondo dell’intrattenimento professionale.
Dotato di una tavolozza che conta 290 suoni orchestrali, 292 voci General Midi e più di mille suoni legati alle percussioni,
KETRON
SD-3
34
SD3 offre al tastierista anche
più di duecento stili di accompagnamento ricchissimi di variazioni, intro ed ending.
Può essere personalizzato con l’aggiunta di
un hard disk o di un box per
l’uscita video.
Pad. 14 | Stand D41 E34
www.ketron.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Ventidue modelli di legno
Monsound, la nuovissima azienda del
settore Pro-Audio di cui soltanto ieri
si sono conosciuti per la prima volta
i prodotti distribuiti, ha deciso di puntare molto su un tipo di diffusori attivi
che, da diversi anni a questa parte, riscontra un grande interesse da parte
del pubblico e degli operatori.
Stiamo parlando dei diffusori da palco
in legno, di cui il catalogo Monsound
vanta una ricchissima gamma: ben
ventidue modelli che spaziano dalla
categoria dei monitor a quella dei subwoofer (alcuni dei quali passivi) passando per sistemi a due e tre vie delle
potenze più diverse.
MONSOUND
In tutti i casi, la materia prima utilizzata per costruire il cabinet è l’MDF Medium Density, un conglomerato derivato dal legno caratterizzato da una grande uniformità. Estremamente rigido e
poco sensibile ai cambi di temperatura
e di umidità, l’MDF garantisce prestazioni acustiche di altissimo livello costanti nel tempo.
I diffusori LUNARIS (questo è il nome
della nuova linea distribuita da Monsound) sono dotati di ingressi combo:
accettano quindi connesssioni di tipo
XLR e Jack; e possono essere facilmente montati “in parallelo” grazie alla porta LINK.
Pad. 14 | Stand H21 L14
Diffusori serie LUNARIS
www.monsound.it
Digidesign
chiama
Frank Loyko
Parola d’ordine:
esprimersi
In verità, il V-Synth è presente sul mercato ormai da diversi mesi, e sono in tanti ad
averne già sentito parlare. Ma è vero anche
che, per molti, questi giorni di fiera rappresenteranno la prima occasione di poter “toccare con mano” la versione più recente dell’apprezzatissima famiglia Roland V-Synth.
Il modello GT ripropone il motore di sintesi
Elastic Audio, a cui viene affiancata per la
prima volta la tecnologia Articulative Phrase
Synthesis. Si tratta di un nuovo sistema di
modeling del suono che riesce a riprodurre
il... comportamento di uno strumento. Dopo avere selezionato un timbro di violino, ad
ROLAND ITALY
V-Synth GT
esempio, basta premere un tasto
qualunque per sentire non soltanto
il suono, ma anche le inconfondibili variazioni di intensità del vibrato naturale.
Naturalmente, i modelli relativi al comportamento di un suono acustico possono essere applicati anche a timbri completamente
nuovi; ed è inutile sottolineare che proprio
questa possibilità allarga in maniera esponenziale la capacità di sintesi del nuovo VSynth GT.
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Si chiama
Frank Loyko
il nuovo direttore mondiale delle
vendite per
il settore Live Sound di
Digidesign.
Loyko, che in passato ha
fatto parte del management EAW, è considerato un luminare del settore e curerà la strategia
commerciale della linea
VENUE.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Una Formula... vincente
Al centro dell’attenzione,
all’interno dello stand
FBT, ci sono i nuovi mixer della linea Formula. Una
gamma di console
di alto livello che nasce sulla scorta della grande esperienza tecnica e
progettuale maturata dall’azienda di
Recanati nel corso dei suoi quarantaquattro anni di vita. Non a caso
l’obiettivo dei progettisti che hanno dato vita al progetto Formula era
quello di creare dei mixer per il settore delle applicazioni live capaci di
ridisegnare il rapporto fra qualità e
prezzo.
Oggi, la gamma Formula conta quattro diverse console rispettivamente
da 12, 16, 24 e 32 canali. Pur essendo destinate ad utenze decisamente diverse (dalla dotazione di un
piccolo locale allo home
FBT
studio, dal teatro all’impianto
di un tour di medie dimensioni), tutte e quattro rimangono
ugualmente fedeli al disegno originale, limitando
il downsizing al numero di canali e
non alla qualità dei componenti e
delle soluzioni impiegate all’interno
dello chassis.
Le due console “maggiori”, Formula
248 e Formula 328, sono dotate di
otto mandate ausiliarie (di cui 4 pre,
2 pre/post e 2 post), di quattro sottogruppi, di un equalizzatore a quattro bande su ciascun canale e dei
preamplificatori ultra low noise FBT
Precision™. La ricchezza delle mandate effetti resta una caratteristica
delle console Formula anche quando si prendono in considerazione i
modelli “minori”: ne troviamo infatti
sette sul modello 182E (a 16 canali) e 5 sul 122E (12 canali).
I due modelli minori sono
equipaggiati anche con
un potente DSP interno, che offre al fonico
256 preset per effettare il segnale.
Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30
Mixer Formula
Per “uccidere”
il feedback
Si chiama Feedback Ferret D ed è
il processore antifeedback proposto
da Peavey. Il suo punto di forza risiede nella presenza di un processore capace di analizzare di volta in
volta il sistema a cui è connesso, riconoscerne i punti deboli e “imparare” a comportarsi di conseguenza.
Feedback Ferret D opera su due canali nelle modalità stereo o dual
mono ed è in grado di gestire fino
a 32 notch filter contemporanei per
un intervento sempre preciso ed efficace.
PEAVEY
Pad. 14 | G15 H14
www.peavey.it
www.fbt.it
DIGIDESIGN
Structure
Si tiene oggi e domani presso
lo stand Markbass la clinic con
cui Paolo Costa presenta in dettaglio il nuovo preamplificatore
per basso Studio Pre proposto
da Markbass. In programma ci
sono una demo dettagliata, una
spiegazione delle caratteristiche
tecniche salienti del nuovo pre
e uno... spazio libero durante
il quale Paolo Costa, che ha lavorato a fondo con Markbass in
tutte le fasi del progetto Studio
Pre, condividerà con i presenti i
propri consigli nel processing del
segnale.
Studio Pre è un preamplificatore valvolare a due canali per il live e lo studio. Dotato di equalizzatore parametrico, distorsore
e compressore di altissima qualità, permette una personalizzazione completa del suono.
MARKBASS
Pad. 14 | G21 H20
www.markbass.it
Audio digitale: dalla pratica alla teoria
Paolo Tonelli, celebre firma del giornalismo nel
settore degli strumenti musicali elettronici, è l’autore di Audio Editing – Principi teorici ed esercitazioni pratiche. Un volume stampato per i tipi delle
edizioni Rugginenti e dedicato espressamente a
chi si avvicina per la prima volta al mondo della
musica elettronica.
Grazie all’impostazione didattica e al taglio giornalistico del libro, un lettore completamente a digiuno di tecnologia audio può orientarsi velocemente
nella “giungla” di neologismi, termini stranieri e
nuove tecnologie. Anche perché l’autore, che ha
alle spalle una solida formazione strumentale e una lunga “militanza” nel
settore, è convinto che si debba arrivare alla teoria attraverso la pratica. E
per questo ha voluto inserire nel CD-ROM che accompagna il libro ben 175
esempi audio di diversa estrazione stilistica (rock, jazz, musica classica)
che fanno da “materiale da lavoro” col quale il lettore è ripetutamente invitato a cimentarsi.
RUGGINENTI
Audio Editing
Pad. 18 | Stand F70 E63
Sampling a 128 livelli
Acclamato come uno dei più potenti campionatori software dell’ultima generazione, e consacrato dal grande successo riscontrato durante i quattro mesi
di public preview della versione
beta, Structure è sicuramente
uno dei “punti caldi” dello stand Digidesign.
La nuova workstation di
campionamento, di cui è
stata di recente annunciata anche una versione free, è stata sviluppata dalla Advanced Instrument Research con
l’architettura RTAS, ed è
quindi pensata per funzionare in
modo nativo all’interno dell’ambiente di ProTools.
La sua scheda tecnica parla chiaro: i 128 livelli multitimbrici permettono la creazione di patch di
inaudita profondità; e al potente motore di sintesi corrisponde
una raffinata sezione effetti, che
Paolo Costa
presenta
Studio Pre
comprende fra l’altro un riverbero a convoluzione e il supporto
per un numero illimitato di patch
e fino a 8 canali interleaved.
Particolarmente interessante è
poi la dotazione di campioni integrati in Structure: sono 20 GB
di librerie sonore “firmate” EastWest e AIR, ai
quali si aggiungono i 40
GB della raccolta Goliath-Structure Edition disponibili in prova per un
mese.
Capace di importare le librerie SampleCell, EXS24
e Kontakt 1 e 2, Structure è dotato di un editor al tempo
stesso potente ed intuitivo.
Ed è in grado di importare con un
semplice drag & drop intere regioni di ProTools; una funzione,
questa, che permette il controllo
di tutti i parametri del campionatore da una qualsiasi superficie
di controllo Digidesign.
Pad. 14 | Stand G06
www.digidesign.com/it
www.rugginenti.it
Controller
futuristico
I controller grafici prodotti da Jazzmutant sono noti al grande pubblico per via del fatto che Bjork ne ha
spesso utilizzato uno (il modello Lemur della foto in basso) durante i
suoi concerti. Oggi, a quel controller se ne aggiunge un altro: Dexter.
Simile nella forma e nelle dimensioni al proprio “predecessore”, Dexter è dedicato al controllo delle applicazioni DAW Logic Pro, Cubase,
Nuendo e Sonar. La sua interfaccia è già configurata in partenza:
per poterlo utilizzare con il software
non serve fare altro che collegarlo
e accenderlo. Da quel momento il
display luminoso multitouch da 12”
potrà controllare nome e stato delle tracce, insert, mandate bus, panning surround...
MIDIWARE
Pad. 14 | G51
www.sinfonica.com
L’armonizzatore? È indipendente…
Il lancio dell’armonizzatore vocale Digitech Vocal Live 2 è stato
accolto in tutto il mondo con un
certo stupore. E non c’è da meravigliarsene; perché il nuovo apparecchio proposto dall’azienda di Salt
Lake City incorpora, oltre alle apprezzatissime funzioni di
simulazione delle voci,
un nuovo potente software che è in grado di ricavare le informazioni sugli
accordi… dall’analisi del segnale audio proveniente dall’ingresso
chitarra.
Grazie a questa nuova funzione,
per ottenere una buona armonizM. CASALE BAUER
Digitech Vocal Live 2
zazione è sufficiente (a differenza di quanto avveniva in passato,
quando erano necessarie lunghe
e noiose programmazioni) “passare” l’accordo all’armonizzatore dal manico della chitarra... e scegliere fra la
modalità di terza o di
quinta (superiore o
inferiore) o di unisono. La seconda voce viene prodotta con
qualità a 24 bit e frequenza
di campionamento a 44.1 kHz; ed
è possibile applicare ad essa un
effetto diverso rispetto a quello
assegnato alla voce solista. Che
può essere scelto fra compressore, riverbero ed EQ.
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
www.casalebauer.com
Registrare su iPod
Sono sempre più numerosi i mixer
che integrano un’interfaccia USB
per il collegamento diretto a personal computer e la registrazione “al
volo” del master.
Alesis, che a suo tempo è stata fra
i pionieri di questa fascia di mercato, presenta un prodotto dichiaratamente consumer che rilancia
con energia la sfida tecnologica in
questo settore. È iMultiMix 8 USB,
un mixer analogico compatto a 8
canali che integra un multieffetto
con 100 programmi e un limiter che
interviene automaticamente a normalizzare il segnale audio quando
questo minaccia di andare in onda
quadra. Questa funzione si dimostra
particolarmente utile ai fini della reESOUND
gistrazione,
e il motivo della
sua implementazione è presto detto: iMultiMix ha una piccola Docking
Station dove può essere comodamente ospitato un iPod che viene
utilizzato per registrare il segnale
audio master. Naturalmente, la qualità della ripresa è determinata dalla
compressione audio e non può essere paragonata a quella degli studi professionali. Ma è l’ideale per
registrare provini, demo e podcast.
Senza contare che l’iPod può essere
usato anche come lettore...
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
ALESIS iMultiMix 8 USB
www.eko.it
Molta potenza, poco spazio
Si potrebbero descrivere con questo binomio, solo in apparenza contraddittorio, le caratteristiche fondamentali dei diffusori per installazioni indoor della nuova serie Dacord di
Ecler. I nuovi modelli, quattro casse più un
subwoofer da 400W RMS, sono stati disegnati per integrarsi alla perfezione in un gran
numero di ambienti: palestre, scuole, ristoranti, pub, alberghi, sale conferenze, chiese... Ovunque, gli installatori non potranno
che apprezzare le dimensioni estremamente
compatte e la grande potenza operativa dei nuovi Dacord.
Il miglioramento delle prestazioni è stato raggiunto anche grazie alla sostituzione del materiale utilizzato per la costruzione della cassa vera e propria: compensato di betulla al posto dei pannelli di MDF. La nuova struttura, che assicura una maggiore efficienza acustica, pesa molto meno: e
questo facilita enormemente l’installazione di ogni singolo diffusore.
La gamma si apre con il modello 108T, un
“due vie” da 150W, e prosegue con il modello 208T, che affianca ad una coppia di
woofer da 8” due tweeter da 1”.
Ancora più su troviamo il modello 206T,
con un woofer da 6,5”, un driver a compressione a direttività costante da 1” e uno
switch di presenza che ottimizza la risposta alle alte frequenze. Il top di
gamma è infine rappresentato dal modello 208H, capace di erogare 300W
RMS.
Ciascun diffusore è disponibile nei colori nero e bianco, e può essere installato sia a
pavimento che a soffitto; entrambe le operazioni risultano fra l’altro più semplici che
in passato grazie ad una nuova struttura del
case, ottimizzata dai progettisti sulla base
dei consigli raccolti “sul campo” nel continuo confronto con gli installatori.
EXHIBO
Pad. 14 | Stand G41 H34
Ecler Dacord
www.exhibo.it
35
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
22 Settembre 2007
Fra Musica e Cinema
Questione di fiato
La musica da film non è, come
molti hanno sostenuto in passato, un genere di seconda
categoria, ma una forma d’arte importantissima che ha contribuito enormemente all’affermazione del cinema
e che ha contribuito alla nascita di un nuovo
senso estetico musicale.
Il Manuale di storia della musica nel cinema di Ennio Si-
Le opere di Peter Wastall sono
ormai da parecchi anni a questa
parte uno dei “classici” della didattica di base per gli strumenti a fiato. I suoi metodi, semplici
nell’esposizione dei concetti, sono suddivisi in sezioni progressive
che incoraggiano l’allievo attraverso un percorso “morbido” di crescita che privilegia innanzitutto la
costruzione della musicalità.
Non è quindi un caso se tutti e cinque i volumi che qui presentiamo,
proposti in lingua italiana da Carisch su licenza Boosey & Hawkes,
sono innanzitutto una miniera di
piccoli frammenti melodici con cui
giocare durante i primi mesi di pratica allo strumento. I singoli volumi, tradotti da Francesca Visentin
e Marco Pontiroli, sono dedicati rispettivamente al clarinetto, al flauto traverso,
al sax contralto, al sax tenore, e
a tromba e cornetta. In ciascuno
di essi, come si addice ad un metodo progressivo, tutto il materiale è ordinato in ordine crescente
di difficoltà, ed è sempre pensato
come terreno ideale per mettersi alla prova
attraverso piccole esibizioni d’insieme. Il duo con l’insegnante o
il compagno di studi, il pezzo accompagnato dalla tastiera (da studiare con l’aiuto del CD audio allegato) agiranno da stimoli per proseguire nel viaggio “alla scoperta
dello strumento”.
CARISCH
RUGGINENTI
Pad. 18 | Stand F70 E63
Storia della musica nel cinema
www.rugginenti.it
Per il trombone, e non solo...
In origine, il metodo scritto da Domenico Gatti era stato pensato esclusivamente ad uso e consumo dei trombonisti. Tuttavia, è pur vero che le
pagine del celebre metodo possono essere utilizzate con profitto anche da chi si applica
allo studio di altri componenti
della famiglia degli ottoni. Si
comprende così come questa
nuova edizione, curata da Renato
Soglia, possa facilmente incontrare l’interesse di suonatori di
flicorno tenore, flicorno baritono (il bombardino) ed eufonio.
Nell’impostazione riveduta da Soglia, l’insieme degli esercizi
è strutturato in sette capitoli progressivi: una divisione che,
oltre a dare un ordine più chiaro alla complessa materia, facilita la concentrazione sui singoli ostacoli da superare. Meno “monolitico” e quindi più stimolante rispetto all’originale,
Il nuovo Gatti è accompagnato da un CD con la registrazione
audio delle parti pianistiche di accompagnamento dei singoli studi.
Pad. 14 | Stand L21 M14
Peter Wastall: serie completa
meon si incarica di portare alla luce un secolo di teorie ed
estetiche della musica per il
cinema, per la televisione e per il video.
L’esposizione, che si
avvale di 45 esempi
musicali e di 53 fra tabelle e illustrazioni entro testo, fornisce una
visione d’insieme che arriva fino a forme audiovisive come il
videoclip e la pubblicità.
www.carisch.com
Universal Music MGB Publications
Il nuovo Gatti
Pad. 18 | Stand E67
www.ricordi.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Le stanze
del silenzio
Il problema dell’insonorizzazione degli ambienti è comune agli studi di registrazione, alle scuole di musica e a
molte abitazioni private. Tutti
spazi profondamente diversi
fra loro, per i quali si richiede spesso una progettazione
“su misura” dell’apparato di
isolamento acustico.
Se le superfici sono diverse,
il problema da risolvere è però sempre lo stesso. Ed è
proprio partendo da questa
constatazione che la Puma
srl, specializzata nella fornitura di soluzioni per l’insonorizzazione ad una clientela che
spazia dal mondo dell’audio
professionale agli organizzatori di congressi, ha realizzato una linea di cabine di insonorizzazione modulari.
Capaci di abbattere l’intensità acustica con un range da
25 a 40 dB (valori che, come
gli stessi produttori ci tengono a sottolineare, sono stati
PUMA SRL
riscontrati durante i rigorosi
test condotti presso il laboratorio di Fisica-Tecnica C.S.I. di
Bollate), le cabine sono composte da elementi monoparete e possono essere montate
e smontate con facilità all’interno di qualsiasi ambiente.
La facilità del montaggio e
l’intercambiabilità dei moduli
permettono di intervenire anche in un secondo momento
su di una cabina già montata: con il risultato che, una
volte realizzate, le stanze insonorizzate possono essere
modificate a seconda delle
necessità.
La superficie massima
raggiungibile attraverso la
combinazione dei diversi
moduli è di 36 mq:
uno spazio più che
sufficiente per l’allestimento di un ampio studio (ne vediamo nella foto qui a
sinistra un esempio,
installato di recente
presso una Scuola
di Musica.
Pad.14 | Stand L37
SOUND STATION
www.pumasrl.it
A suonare il violino...
Lo studio del violino, si sa, è particolarmente impegnativo e –nei primi anni– è avaro di
soddisfazioni. Da qui la necessità,
per gli allievi bambini (e per i loro insegnanti) di metodi didattici che puntino molto sulla gratificazione e sul divertimento nello
studio.
Non è quindi un caso se le “leve”
su cui punta Emanuela Piccini nel
suo È l’ora del violino!, presentato
in Fiera dalle Edizioni Sinfonica di
Brugherio, sono proprio queste. Il
metodo, in due volumi, mescola in
pari misura le istanze musicali e le
esigenze psicologiche del bambino.
Auricolari
professionali
serie SCL
SINFONICA - CARISCH
È l’ora del violino!
SCL2
Auricolare ad
Isolamento Sonoro
SCL3
Auricolare ad
Isolamento Sonoro
SCL4
Auricolare ad
Isolamento Sonoro
Auricolare ad
Isolamento Sonoro
Racchiude un microdriver a larga
banda per un tono dettagliato su
tutta la gamma di frequenza.
Esclusivi driver con armature
bilanciate per alti brillanti e condotti
di uscita accordati per bassi estesi.
Tweeter ad elevata definizione e
woofer accoppiati ad un crossover
in linea per un audio eccezionale.
Sensibilità
Impedenza
Risposta in frequenza
Peso
Lunghezza cavo
Colore
Sensibilità
Impedenza
Risposta in frequenza
Peso
Lunghezza cavo
Colore
Sensibilità
Impedenza
Risposta in frequenza
Peso
Lunghezza cavo
Colore
Sensibilità
Impedenza
Risposta in frequenza
Peso
Lunghezza cavo
Colore
Per maggiori informazioni www.sisme.com
Richiedi il catalogo a [email protected]
36
115 dB SPL/mW
26 Ohm
25 Hz - 18.5 kHz
28 g
157 cm
Grigio
109 dB SPL/mW
29 Ohm
22 Hz - 19 kHz
31 g
141 cm
Nero
Pad. 14 | Stand L21 M14
www.sinfonica.com
Tutta la magia della Melevisione
SCL5
Dotato di un singolo microdriver
dinamico per una completa gamma
sonora e bassi risonanti.
105 dB SPL/mW
16 Ohm
22 Hz - 17.5 kHz
30 g
157 cm
Trasparente
Il risultato, tutto da sfogliare, è un mix sapiente di informazioni tecniche, piccoli brani solisti e molta musica da suonare
in duo o in trio per scoprire insieme agli altri (siano essi l’insegnanti, i compagni di corso o
il pianista accompagnatore) la
gioia di collaborare alla costruzione del pezzo.
Non mancano naturalmente
i disegni, già colorati e da colorare, per dare all’insieme un
tocco “di fiaba” che risulterà
strategico perché i giovanissimi violinisti proseguano con entusiasmo il proprio percorso di studio.
122 dB SPL/mW
110 Ohm
20 Hz - 18.5 kHz
31 g
155 cm
Trasparente
Sessantaquattro pagine in
formato album, con un CD
audio allegato: è quanto basta per entrare nel mondo
magico delle canzoni della
Melevisione, la trasmissione di RaiTre apprezzatissima dai più piccoli.
Il testo, realizzato dalle Edizioni Curci di Milano, accompagna ciascuna delle
dodici canzoni con disegni e
fotografie dei personaggi e
delle ambientazioni originali della produzione televisiva. Ci sono il Fantabosco, il
Folletto Aggiustaguai e le Bibite Squisite da gustare tra
una fiaba e l’altra...
EDIZIONI CURCI
Il risultato finale, grazie anche alle basi cantate e in
versione solo strumentale
(per il karaoke) allegate al
libro, è quello di una pubbli-
Pad. 18 | Stand D63 E72
MELEVISIONE: il libro delle canzoni
cazione capace di affascinare i bambini che si avvicinano alla musica e che si rivelerà estremamente utile per
tutti gli animatori e gli insegnanti chiamati ad educare
al canto.
I testi, le ambientazioni e
il “sound” sono quelli tipici
della fiaba; e non potrebbe
essere altrimenti. Un ambito all’interno del quale, come dimostra ciascuna delle canzoni raccolte nel breve e coloratissimo volumetto, si possono lanciare importanti messaggi carichi
di valore educativo “a tutto
tondo”.
www.curciedizioni.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
22 Settembre 2007
In anteprima
assoluta!
Una fisarmonica tra le Highlands
“Era davvero molto tempo”, ci ha
confidato sorridente la distributrice di Schott Laura Patrizia Rossi,
“che non uscivamo con un libro interamente dedicato alla fisarmonica. E sono molto contenta di sfruttare proprio l’occasione di MEET
Milano per presentare al pubblico
questo volume.”
Scottish Folk Tunes appartiene
alla collana Schott World Music
e propone ben cinquantaquattro
brani tradizionali scozzesi nell’arrangiamento per fisarmonica. Sono più di cento pagine nel corso
delle quali si passa dai reel ai walzer, dalle polke agli strathspey:
SCHOTT MUSIC
un cammino lungo il quale capita
spesso di imbattersi in arie suggestive e famose.
Castles in the Air, Soldier’s Joy,
The Fairy Dance… c’è davvero da
perdersi nei meandri di un repertorio sempre capace di affascinare con suggestioni esotiche che
la fisarmonica arricchisce con un
tocco inconfondibile. A completamento del tutto ci sono poi una
breve ma esaustiva introduzione
storica sulla diffusione della fisarmonica in Scozia e la descrizione
particolareggiata di ciascuno dei
cinquantaquattro brani contenuti
nella raccolta.
Pad. 18 | Stand D57 E66S
Scottish Folk Tunes
www.schott-music.com
Se non l’avete ancora fatto, passate
dallo stand Edirol nel padiglione 14.
Fra le molte novità in esposizione, oltre ai mixer audio e ai recorder digitali portatili c’è la nuova, attesissima
release di Sonar 7. La scatola che
abbiamo fotografato, ancora ricoperta dal cellophane, è una delle primissime arrivate in Italia, e sarà disponibile a breve per il nostro mercato.
Tra le caratteristiche di punta della
nuova versione ricordiamo la completa compatibilità con l’ambiente di lavoro di Windows Vista, il numero superiore di plugin offerti in bundle (ricordiamo, fra gli altri, il simulatore di ampli per chitarra Revalver SE MKII, i virtual
instruments Dimension™ LE e Rapture™ LE, il sistema di quantizzazione
audio non distruttivo AudioSnap™, e due virtual instrument Roland®) e una
libreria di campioni da 1 GB.
EDIROL
Sonar 7
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
Fra musica e motori…
TASCAM: il Grande Mix
Cosa ci fa una cinquecento nuova di zecca al centro dello stand Casale
Bauer? Semplice: è l’auto per cui sono state realizzate due delle più curiose chitarre uscite di recente dal custom shop del produttore americano.
Gli strumenti, Stratocaster bianche che riportano il logo della Cinquecento
sui capotasti, ospitano la scritta Everyday Masterpiece, letteralmente “capolavoro quotidiano”. Una trasposizione… musicale del concetto alla base
della campagna promozionale Fiat, che celebra i piccoli grandi trionfi della vita di ogni giorno e gli
oggetti che ci permettono di raggiungerli. Oggetti geniali, semplici e raffinati come la Cinquecento
e la Fender Everyday Masterpiece.
La nuova chitarra, che è
già entrata a suo modo
nella leggenda, sarà consegnata a FIAT durante la
manifestazione.
C’è davvero da rimanere a bocca aperta nel vedere (ed
ascoltare) la dimostrazione di una sessione di mixaggio offerta dai product specialist Tascam presso lo stand Exhibo.
Anche perché il materiale musicale che qui viene manipolato è di tutto rispetto, e va ben al di là delle demo-track
tradizionali, come chiunque può verificare di persona. Da
Brian Eno al bluegrass, passando per grandi classici della
storia recente della musica, il… ventaglio di mixdown possibili è davvero straordinario. La fotografia qui a lato mostra il responsabile italiano di Tascam, Ignazio Vagnone,
seduto alla postazione di lavoro allestita per la Fiera. Di
fronte a lui ci sono un mixer digitale DM-3200 completo
di interfaccia video e collegato ad una workstation X-48,
una serie di monitor nearfield e anche un “piccolissimo”
registratore MP3 portatile.
La tecnologia Tascam si dispiega così lungo l’intera catena che va dallo studio di registrazione ai lettori multimediali più piccoli e compatti; e ovunque porta altissima qualità audio, ergonomia e facilità d’uso.
CASALE BAUER
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
500 Everyday Masterpiece
EXHIBO
Pad. 14 | Stand G41 H34
Tascam DM-3200
www.edirol.it
www.exhibo.it
37
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
22 Settembre 2007
Cavi alla prova: Reference Lab
Chi ha detto che
i cavi sono tutti
uguali? E che
quelli più costosi sono per forza di cose i migliori?
Reference Laboratory, leader
nella produzione di cavi di altissima qualità, ha deciso di proporre
in occasione di Meet Milano un’iniziativa decisamente speciale: la prova comparativa dei cavi.
“Il nostro impegno come
azienda produttrice”, ci
ha raccontato ieri Alberto Tordini, “mira anche e
soprattutto a rimuovere il
velo d’indifferenza che circonda la tecnologia ‘povera’ dei cavi. Anche perché,
se è vero che tutti i settori
della produzione musicale
hanno conosciuto negli ultimi decenni un’evoluzione
clamorosa, è anche vero
che non si può pretendere
che i cavi rimangano quelli di cinquant’anni fa... In
questo senso, anzi, si potrebbe addirittura affermare che il cavo è diventato
l’anello fondamentale nel
processo della trasmissione del segnale.”
In effetti, bisogna riconoscere che spesso e volentieri i musicisti considerano il cavo alla stregua di
un accessorio che deve...
costare il meno possibile.
Le dimostrazioni proposte
da Reference Lab, tuttavia,
dimostrano che un approccio di questo tipo è non soltanto ingenuo, ma capace
di danneggiare il suono in
maniera irreparabile.
“Non si può utilizzare lo
stesso cavo da microfono
REFERENCE LAB
per qualsiasi applicazione”, precisa Tordini. Che
prosegue: “Ci
sono esigenze
elettriche, termiche, di resistenza e di flessibilità sempre diverse... per non
parlare delle normative di
sicurezza! Ci sono linee
che superano i 20, i 50 o
i 100 metri; linee sospese
e linee che devono essere
interrate o rinchiuse in una
canalina... Le varianti che
possono influire sul risultato acustico sono davvero
tantissime, e noi vogliamo
dimostrare che il cavo giusto può davvero fare la differenza.” In quest’ottica, la
prova comparativa proposta in questi giorni è molto più che un exploit fieristico; come sottolineano
con orgoglio alla Reference Lab, “l’attività di comparazione è prima di tutto
un metodo... scientifico alla base del lavoro di tutti i
giorni. Anche perché la valutazione continua di nuovi
materiali e nuove soluzioni
per la costruzione dei cavi
porta spesso alla realizzazione di importanti innovazioni.” E di innovazioni il catalogo della Reference Lab
è davvero pieno, se si pensa che la sola categoria dei
cavi per microfono prevede
dodici modelli diversi. Oltre ad una linea di microfoni per di altissima qualità
(come i modelli per batteria
Fusion 7 e DP7) che stanno riscuotendo ampi consensi a livello internazionale, come dimostra il MIPA
Award assegnato di recente al DP7.
Pad. 14 | Stand F10
Prova comparativa sui cavi
www.referencelaboratory.com
In diretta da ieri: nascita di un marchio
Ci sono voluti due anni di ricerca e un
intenso lavoro da parte di un nutrito
gruppo di professionisti, ma alla fine il
traguardo è stato raggiunto nel migliore dei modi. E ha portato alla nascita
di un nuovo marchio nel mondo audio
professionale: MARKAUDIO.
I primi prodotti con questo marchio sono i modelli della linea AS (Active System) e sono stati presentati in anteprima mondiale proprio ieri, in occasione dell’apertura di MEET Milano.
MARKAUDIO
Active System
Pad. 14 | Stand F08s
La giornata di ieri è stata
caratterizzata da un gran
numero di incontri fra operatori anche apparentemente
“lontani”, che hanno colto
l’occasione della Fiera per
esplorare strategie e possibili percorsi di crescita comuni.
è il caso, ad esempio, dell’incontro testimoniato da
questa foto, che vede protagonisti il liutaio piemontese
Aldo Illotta e la responsabile marketing di Monsound
Ilaria Piermatteo.
Ilario Illotta si è cimentato
con giochi proposti dal nuovo operatore italiano dell’audio professionale, ed ha addirittura vinto la prima bottiglia dello speciale vino che
Monsound ha fatto realizzae
per sottolineare in modo “vivace” questo suo esordio
sul mercato italiano.
www.blackshark.eu
Portateci le vostre notizie
in redAZIONE: DOMANI LE
VEDRETE PUBBLICATE!
pad. 18 - stand a87
www.markaudio.it
Tanti e giusti
A Guest from Canada
Importante incontro ieri presso lo stand Mogar. Graditissimo ospite, infatti, ra presente Harvey G. Levy, titolare della Levy’s Leather Limited e importante eponente
dela dirigenza della NAMM statunitense. Nella foto lo
vediamo con Silvia Furlan, carlo Bonomi e Marco Guazzoni (a destra).
“Tanti visitatori, e soprattutto
molto interessati alle nostre
proposte”. Sono queste le
parole con cui Loredana Pezzoni ci ha accolti ieri in tarda
mattinata, commentando con
parole di segno fortemente
positivo l’andamento della
manifestazione a poche ore
dall’apertura dei cancelli.
Lo stand CPM rappresenta
uno dei luoghi più autorevoli
della Fiera per quanto riguarda la didattica della musica
moderna, dal jazz al pop, dal
rock alle infinite “famiglie”
che parlano il linguaggio della musica di domani.
CPM
Pad. 18 | L73
www.centroprofessionemusica.it
Digitale o tradizionale?
A vederla da lontano la si direbbe uno strumento tradizionale;
al di là della livrea, però, Music Maker 50 nasconde l’anima di
uno strumento digitale, che rappresenta la più recente evoluzione del catalogo Musictech. La nuova fisarmonica pesa poco più
di cinque chili e non ha voci reali; costruita interamente a Castelfidardo con gli stessi materiali impiegati per la produzione
delle fisarmoniche tradizionali, affida interamente l’emissione
del suono ad un generatore digitale. La sua tavolozza timbrica è
decisamente interessante: nella flash memory sono infatti presenti 25 voci di fisarmonica ed altrettanti timbri dedicati a suoni
orchestrali come archi, cori, organi, chitarre ed ottoni. Naturalmente anche la MM50, come tutti gli
strumenti dotati di interfaccia MIDI, può essere collegata ad un modulo esterno o ad un personal
computer… ciò che rende virtualmente infinite le possibilità espressive di questo strumento. Da
sottolineare, infine, la disponibilità di un modello wireless, che permette all’esecutore di suonare
muovendosi liberamente sul palco o in sala. Proprio come con la fisarmonica tradizionale…
MUSICTECH
Pad. 14 | Stand E16
Music Maker 50
www.musictech-midi.com
Pianoforte... facilissimo
Il Corso facilissimo di pianoforte di John
Thompson è uno dei classici della didattica
strumentale per bambini. Le sue caratteristiche fondamentali sono la suddivisione in livelli progressivi, la presenza di disegni e di
indicazioni didattiche rivolte all’insegnante e
la costante attenzione allo sviluppo della musicalità dell’allievo. Valori, questi, che emergono con particolare evidenza nel corso del
terzo volume, di recente dato alle stampe nelUniversal Music MGB Publications
Corso facilissimo di Pianoforte
38
e professionisti del
suono qualità, potenza, affidabilità e
massima trasportabilità, ovunque.
Sul sito www.markaudio.it ci sono tutti
i dettagli sui nuovi modelli della gamma AS.
A MEET Milano è possibile ascoltare i
diffusori attivi Markaudio serie AS unitamente all’intera linea prodotti Markbass.
Business
to business
Sono davvero molto belli i cabinet professionali della linea Hardwood proposti da Blackshark.
Curatissimi nei dettagli, interamente prodotti a
mano da artigiani italiani, sono destinati a chitarristi e bassisti e si trovano perfettamente a
proprio agio sia in studio che sul palco.
Il mobile in rovere lamellare evaporato è costruito con doghe spesse 19 mm ed è interamente ricoperto con una vernice protettiva atossica
trasparente. Questo trattamento assicura una
notevole resistenza del cabinet sia agli urti che
all’umidità: i nuovi cabinet, assicurano alla Blackshark, sono... a prova di tempo. Anche perché, come in ogni produzione che si rispetti, al terine del processo di costruzione sono previsti
controlli sulla qualità delle tavole, sulla giuntatura di testa, verifiche della piallatura, della calibratura e dell’incollaggio delle lamelle, della levigatura e delle finiture.
La qualità del suono, che il cabinet in legno sottolinea ulteriormente, è assoluta: merito anche
dei coni Celestion che fanno bella mostra di sè... al di là della griglia frontale.
Hardwood Cabinets
Markaudio condivide la stessa filosofia di prodotto che in pochi anni ha
reso Markbass uno dei più apprezzati marchi mondiali nell’amplificazione
per basso.
Una potenza di qualità oltre che di
quantità, un porogetto originale e innovativo, una grande leggerezza e altissima tecnologia proprietaria caratterizzano questa questa linea di diffusori attivi. La serie AS offre anche una
grande versatilità: e offre a musicisti
Pad. 14 | Stand G21 H20
Diffusori elegantissimi...
BLACKSHARK
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
l’ambito della nuova edizione italiana che nasce grazie
all’accordo fra la Willis Music Company e BMG Publications.
Fin dalle prime pagine, l’attenzione del bambino è attirata sulla struttura del periodo musicale. Si succedono infatti brani composti da
due, tre e quattro frasi –per ciascuno dei quali
l’autore fornisce indicazioni particolareggiate
riguardo alla possibile interpretazione.
Pad. 18 | Stand E67
www.ricordi.it