Lo stress cronico provoca un indebolimento del Sistema

INVECCHIAMENTO e ALZHEIMER
La vecchiaia è un’età con proprie caratteristiche e significati: alla rapidità del giovane si sostituisce la
riflessione, l’approfondimento, lo spessore di una personalità.
L’ Invecchiamento E’ un fenomeno ineluttabile legato sostanzialmente alla riproduzione sessuale (
l’organismo che si riproduce per fissione è praticamente immortale ); più le cellule sono evolute e più
invecchiano, meno sono capaci di riprodursi in esso coesistono:
una componente genetica ( studi su centenari sembrano confermare l’esistenza di un pattern
genetico condizionante la longevità ),
fattori psicosociali e biologici: stressori cognitivi e non cognitivi cui l’individuo è soggetto nel corso
della vita:vaccinazioni, abuso di farmaci, cortisonici, anestesie, cibo, inquinamento ( contaminanti
ambientali come plastiche, pesticidi, antiparassitari, con azione similestrogenica, lipofili che restano
nel tessuto adiposo e sono dannosi per la mielina ), stress elettromagnetico da campi elettromagnetici
a bassa frequenza come quelli degli elettrodomestici .
Lo STRESS causato dai nostri stili di vita: desincronizza i nostri ritmi biologici tramite il suo influsso sul
ritmo del cortisolo; questi ritmi sono strutturati su ritmi esogeni ( giorno – notte ); la prima conseguenza
dello stress infatti è la perdita del più importante ritmo biologico: il ritmo sonno – veglia con
conseguente insonnia. Esistono 2 tipi di stress:
Eustress: bassi livelli di produzione del cortisolo con azione proinfiammatoria, di stimolo del sistema
immunitario.
Patostress: livelli di cortisolo, costantemente alti, provocano indebolimento del Sistema Immunitario
con conseguente caduta delle difese e aumento delle malattie virali e tumorali.
Cortisolo
Bassi tassi
Eustress
Tassi elevati
Patostress
Lo stress cronico, il patostress, influisce sulla vitalità dell’ippocampo i cui neuroni sono responsabili dei
processi cognitivi e della capacità mnesica. Questi degenerano nella demenza senile provocando
perdita della memoria e difficoltà di apprendimento ma, siccome contengono anche un elevato numero
di recettori per i corticosteroidi, sono molto sensibili allo stress ( degenerazione da stress ).
Involuzione del timo con ridotta proliferazione dei linfociti T naive, diminuita funzione dei linfociti T
con memoria, ridotta capacità di risposta immunitaria, aumento degli autoanticorpi.
Sindome X: ridotta sintesi di GH, T3, DHEA, testosterone, estrogeni, aumentata produzione di
prolattina, LH e insulina. Quest’ultima, secondaria all’insulinoresistenza dell’anziano, è dovuta a
un’alterazione dell’asse ipotalamo – ipofisi – corticosurrene causata dallo stress cronico. L’insulina
regola la produzione di estrogeni, testosterone, i sistemi enzimatici di disintossicazione, la cascata
dell’infiammazione. Questa sindrome si accompagna ad aumentata sintesi di cortisolo ( stress cronico
) e alla sua aumentata trasformazione periferica in cortisone che inibisce ulteriormente l’azione
dell’insulina, deprime la funzione immunitaria ed è legata ai fenomeni di perdita di memoria
nell’anziano. A ciò si abbina un aumento del metabolismo glucidico a livello del grasso addominale.
Alterata espressione del DNA mitocondriale che provoca, in soggetti predisposti, un’alterazione
della fosforilazione ossidativa e quindi ridotta produzione di energia. Il mitocondrio, come un vero
polmone, garantisce la respirazione cellulare, la produzione di energia. Il DNA mitocondriale è fragile
e, se ossidato, smette di produrre energia e la cellula va verso l’apoptosi ( morte programmata ); il
DNA nucleare è invece difficile da raggiungere perché è protetto dagli istoni. Il mitocondrio adatta le
sue funzioni alle richieste della cellula, c’è quindi comunicazione fra citoplasma e nucleo della cellula,
il DNA cellulare e quello mitocondriale. Teoria Ontogenetica del mitocondrio: il mitocondrio è un
batterio residuale intracellulare?. Il Batterio è il primo organismo unicellulare vivente che è riuscito a
sintetizzare l’ossigeno attraverso la fosforilazione ossidativa. La sua simbiosi con altri organismi
unicellulari incapaci di sintetizzare l’ossigeno ha permesso la nascita dei primi organismi pluricellulari;
il DNA mitocondriale è circolare come quello dei batteri ed è diverso da quello della cellula; infatti è
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solo materno perché nello spermatozoo il DNA mitocondriale si trova sulla coda che si perde dopo la
fecondazione ).
Disregolazione nella sintesi di citochine proinfiammatorie ( IL6, CRP, IL1 ), i pazienti anziani
presentano un’aumentata produzione di citochine proinfiammatorie rispetto ad una popolazione di
giovani adulti. Anche la depressione sembra un fenomeno legato all’infiammazione; nei pazienti
depressi infatti sono presenti concentrazioni aumentate di IL1, IL2, IL6, TNFalfa etc. ; è possibile
perciò che i deficit cognitivi reversibili associati alla pseudodemenza indotta da depressione
nell’anziano siano legati alle citochine proinfiammatorie. Anche la privazione di sonno, così tipica
dell’anziano, si accompagna a fenomeni infiammatori e di immunodepressione come l’aumento di IL1
e la diminuita attività delle cellule NK.
Ricercatori dell’Università di Palermo hanno dosato in una popolazione di centenari, una popolazione
giovane e in una di sessantenni, 2 chitochine: IL10 ( antinfiammatoria ) e TNF alfa ( proinfiammatoria )
e la frequenza dei geni codificanti queste 2 proteine. I centenari esprimevano geni ad elevata capacità
di produrre IL1 e bassa di TNF alfa rispetto ai soggetti più giovani ( genotipo “ antinfiammatorio ).
Queste osservazioni sembrano confermare il progressivo innalzamento dei livelli di infiammazione
cronica sistemica dell’anziano, caratterizzato da infiammazioni croniche multiple a bassa intensità.
Sostanza Fondamentale Cerebrale: l’invecchiamento potrebbe essere la conseguenza di
un suo grave stato infiammatorio cronico. L’iperattività delle cellule gliali potrebbe essere
la causa di questo stato infiammatorio, che viene peggiorato da un’anestesia. Da ciò la
necessità di un drenaggio con Lycopodium, Solidago, Mucosa.
Esposizione ai campi elettromagnetici: alcune frequenze sembrano poter intervenire sui
canali del calcio cellulare..
Tuttavia questo non basta a giustificare la differenza fra invecchiamento “ normale “ e “ patologico “;
depositi di Amiloide, placche senili e deficit colinergici ( veri markers patologici ) sono presenti nel
tessuto cerebrale di pazienti affetti da morbo di Alzheimer ma anche di persone anziane con capacità
cognitive conservate. L’invecchiamento fisiologico è caratterizzato da un buon funzionamento dei
neurotrasmettitori, corretta produzione di citochine infiammatorie, giusta fluttuazione della bilancia
ossidativa.
Ed allora la spiegazione, necessariamente multifattoriale, va cercata al di fuori del cervello in senso
stretto. Va cercata nella struttura all’interno della quale si svolgono le attività di comunicazione
intercellulare, nella quale avviene la cascata dell’infiammazione con relativa produzione di radicali
liberi. La Sostanza Fondamentale o Matrice extracellulare e pericellulare è rappresentata dai:
Glicosamminoglicani ( GAGS ) viscosi e rigidi ( soprattutto l’Acido Jaluronico ) e Proteoglicani (
aggregati ad un core proteico ) che attraversano il citoscheletro della membrana cellulare a mo’ di
ponte e regolano così il flusso delle molecole diffusibili. All’ interno della Sostanza Fondamentale
perciò l’invecchiamento è una condizione che sostiene le infiammazioni croniche e che può essere
peggiorato da eventi quali un’anestesia generale. L’invecchiamento della sostanza fondamentale
avviene attraverso un aumento dei legami trasversali delle macromolecole, un aumento del collagene
( e delle cellule gliali nella Sostanza Fondamentale Cerebrale in seguito alla degenerazione neuronale
senile ) e un ispessimento della membrana basale dei capillari. I processi di sintesi si rallentano,
diminuisce l’acido ialuronico, i radicali liberi si accumulano e la disponibilità di glucosio si riduce.
Aumenta il condroitin4solfato che sostiene l’infiammazione cronica e attiva la proliferazione cellulare;
nel tessuto infiammato, si altera la disposizione della fibre collagene, si riduce la fluidità delle
membrane a causa della perossidazione dovuta ai radicali liberi.
Vorrei parlarvi di un fenomeno che spesso può essere causa di patologia ma, più spesso sembra
essere una concausa importante: lo stress e in particolare la sua conseguenza biochimica che è lo
stress ossidativo.
Stress Ossidativo: Respirando introduciamo ossigeno; il 95 % viene utilizzato per produrre energia e
trasformato in acqua, il 5 % dà origine ai radicali liberi, molecole che hanno, nella loro orbita esterna,
un solo elettrone che li rende dannosi per le cellule. Dunque lo stress ossidativo è una condizione
fisiologica: nel corso dell’evoluzione la possibilità di metabolizzare l’ossigeno è stata la base dello
sviluppo della vita ma è evidente l’ambiguità di questo passaggio evolutivo: da un lato la produzione di
energia dall’ossigeno, dall’altro l’esigenza di neutralizzare i radicali dell’ossigeno.
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I Radicali Liberi sono uno dei fattori di rischio più rilevanti per la vita di un individuo, un innalzamento
del loro valore porta inevitabilmente ad una diminuzione dell’aspettativa di vita. Le Specie Reattive
dell’Ossigeno (ROS) sono accomunate ai radicali liberi, alcuni lo sono altri no; tutti hanno però in
comune una potente attività ossidante. I Radicali liberi dell’ossigeno si attaccano alla membrana
cellulare in quanto struttura polare e al DNA, si formano anche nei processi reattivi come infezioni
e infiammazioni ( il linfocita attacca il batterio liberando perossidi ( proteasi, elastasi, collagenasi ) che
distruggono la membrana batterica, l’endotelio, sensibilissimo all’azione ossidativa, si apre e il linfocita
si infiltra ).
La concentrazione dei radicali liberi tuttavia, non deve prevaricare le difese antiossidanti: come la
temperatura corporea e la pressione arteriosa, essa deve rimanere entro certi limiti per entità e durata.
In condizioni fisiologiche, la formazione dei radicali liberi è tenuta sotto controllo dai sistemi
antiossidanti in una sorta di Bilancia della salute. Quando questi sono insufficienti l’ equilibrio si rompe
e si determina il fenomeno chiamato tecnicamente Stress Ossidativo, che può essere dovuto anche ad
un consumo eccessivo della riserva antiossidante, condizione questa che potrebbe giovarsi di una
integrazione e/o di una corretta impostazione alimentare.
La cellula dispone di meccanismi atti a riparare i danni ossidativi evitandone la trascrizione sull’ RNA
e sulla sintesi delle proteine: l’ enzima endonucleare che ripara i danni sul DNA si chiama Riparasi;
con il progredire dell’età, facilitati dall’accumulo di fenomeni tossici (raggi UVA, dismetabolismo,
cattiva alimentazione, ecc.), i radicali liberi aumentano e con loro i danni sul DNA, le cellule colpite
non riescono a ripararsi velocemente; i ritmi cellulari devono rallentare e si determina perciò un
graduale permanere degli errori di trascrizione.
Il permanere di una efficienza nel sistema di riparazione sarebbe legato ad una maggiore longevità, gli
anziani sani ( anche i centenari ) hanno un profilo immunitario non dissimile da quello dei giovani e
mostrano una totale integrità nei processi cognitivi e psicologici; questo vuol dire che i 2 sistemi,
immunitario e nervoso centrale, si influenzano vicendevolmente: l’attivazione immunitaria associata a
invecchiamento ( aumento dei recettori per l’IL2 ) e depressione ( aumentata produzione di IL1 ) può
essere implicata nella degenerazione dei fenomeni cognitivi nell’anziano: i linfociti dei centenari sono
più resistenti allo stress ossidativo.
Nel corso dell’evoluzione si sono prodotti sistemi antiossidanti: extracellulari ( SOD, vitamine C, A, E )
ed intracellulari ( catalasi, glutationeperossidasi ) a formare il Sistema Antiossidante di Difesa.
Non tutti svolgono la stessa funzione pur avendo fra di loro un effetto sinergico di potenziamento:
esistono antiossidanti di sistema ( GSH ), di membrana ( vit. A, E ), endocellulari ( Coenzima Q10 che
trasporta elettroni sulle creste mitocondriali migliorando la respirazione, l’attività energetica cellulare),
circolanti ( vit. C). L’associazione di antiossidanti di sistema + antiossidanti di membrana è la più
terapeuticamente potente ( cascata degli antiossidanti ( es: vit. E ossidata deve essere rigenerata
dalla vit. C, dai flavonoidi, dalla L- cisteina fino ad arrivare al GSH ( GSSG + ATP = GSH ).
Lo Stress Ossidativo tende ad aumentare con l’età, con la menopausa ( la malattia di Alzheimer è più
frequente nella popolazione femminile ); i danni sono evidenti sulla pelle con invecchiamento precoce
e rughe, disidratazione cutanea, degradazione del tessuto connettivo; sul sistema immunitario e sul
DNA con conseguente aumento delle malattie degenerativo – tumorali. Nelle donne in menopausa e
nei pazienti dementi è necessario perciò un controllo frequente dei radicali liberi.
Lo Stress Ossidativo è aumentato anche in molte patologie, in particolare quelle che riguardano
l’endotelio, che è Il tessuto più sensibile ai radicali ed è un grande produttore di Ossido di Azoto,
potente radicale libero; l’ endotelio cerebrale è il più sensibile allo stress ossidativo.
Lo stress ossidativo quindi non è un epifenomeno di queste patologie ma tende a configurarsi come
un fattore aggravante se non addirittura causa esso stesso di malattia o una delle concause.
Lo Stress Ossidativo danneggia i proteoglicani: le cellule lisosomiali portano all’interno della cellula (
attraverso i microtubuli ) i proteoglicani danneggiati, nei lisosomi, sorta di officina di smontaggio, e da lì
nel Golgi che li ripara; a questo punto i GAGS tornano fuori dalla cellula. Quando i proteoglicani
danneggiati sono molti come nello stress ossidativo, il meccanismo si inceppa, loro stazionano nella
cellula e si aggregano formando il nucleo centrale dell’Amiloide, struttura caratteristica dell’Alzheimer.
Beta amiloide: è generata dallo stress ossidativo cerebrale. Non esiste infatti amiloide senza un core
di proteoglicano. Durante lo stress ossidativo prevale l’attività delle proteasi in quanto le antiproteasi,
ad effetto anticoagulante, sono più sensibili all’ossidazione. Venendo a mancare
l’ effetto
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anticoagulante delle antiproteasi si crea un aumento della tendenza trombotica superficiale ( es. pillola
).
Lo Stress Ossidativo è considerato una delle cause di patologie quali il morbo di Parkinson e la
demenza senile di tipo Alzheimer; quello che non è ancora stabilito è se tale condizione rappresenti
una vera e propria causa di malattia o sia soltanto un suo epifenomeno. Motivi di incertezza sono la
difficoltà di monitorarlo e la sua aspecificità, essendo prodotto da diverse patologie e in condizioni
parafisiologiche come l’uso della pillola contraccettiva, lo sforzo fisico, il fumo etc.
L’informazione biologica diventa meno sicura, si altera l’apporto di nutrienti alla cellula e la rimozione
dei cataboliti; si attivano geni quali il P53 che riduce l’espressione del gene BCL2 che inibisce la morte
cellulare del SNC.
Va sottolineato che esistono stili di vita apparentemente salutari nei quali il livello di radicali liberi è
invece altissimo:
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alimentazione squilibrata e non bilanciata
stress psico-fisico
eccessivo esercizio fisico, sport amatoriale o agonistico
inquinamento ambientale
fumo di sigaretta e alcool
esposizione ai raggi solari
assunzione di pillola contraccettiva o di estrogeni
VALUTAZIONE DELLO STRESS OSSIDATIVO:
E’ necessario valutare l’ entità dello stress ossidativo del paziente prima di fare una terapia con acidi
grassi polinsaturi perché, se necessario, bisogna prima dare degli antiossidanti ( con l’alimentazione,
con integratori ), poi dare gli acidi grassi polinsaturi.
Folati sierici ed eritrocitari
Omocisteina
DRomS test
Capacità antiossidante.
Valori Dello Stress Ossidativo
Inferiore a 250 U. Carr.
Tra 250 e 300 U. Carr.
Tra 300 e 400 U. Carr.
Oltre 400 U. Carr.
Normalità
Border Line
Stress Ossidativo
Stress Ossidativo Elevato
Il cibo è una medicina che si prende 3 volte al giorno.
La nostra alimentazione favorisce l’uso di omega6 rispetto agli omega3 ( 10 a 1 ). Gli omega6
producono prostaglandine ed altre sostanze proinfiammatoria, gli omega3 producono prostaglandine
antinfiammatorie.
Siamo sempre in carenza di calcio e manganese, spesso siamo in eccesso di ferro.
Mandare Calcio all’interno della cellula vuol dire bloccare tutto ed innescare processi autodistruttivi.
Non tutti i flavonoidi sono uguali quindi è necessaria una valutazione: nella nostra area prevalgono i
flavonoidi da Citrus e quindi possiamo stare tranquilli. Il latte lega i flavonoidi del thea rendendoli
indisponibili.
Ipercolesterolemia: 1 giornata di digiuno ( o almeno di sera perché il colesterolo si produce di notte ) +
3 bagni caldi la settimana ( per eliminare quello cutaneo ) .
Albumina: è un potente antiossidante che però richiede tempo per crescere; negli anziani che sono
ipoalbuminemici c’è sempre una situazione di stress ossidativo.
Epidermide: l’epidermocita produce il 20% del colesterolo, il 75% viene prodotto nel fegato. Il
colesterolo impedisce l’eccessivo ingresso di sodio nella cellula ed infatti è più presente sulla
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superficie esterna delle cellule che su quella interna. Il nostro gradiente è sodiodipendente ( necessita
del colesterolo ), nelle piante è idrogenodipendente perché non c’è colesterolo ma fitosterolo.
OMOCISTEINA: potente ossidante dei vasi soprattutto a livello cerebrale, il suo aumento è
direttamente proporzionale all’ incremento delle patologie tumorali e delle malattie cardiovascolari;
somministrando l’acido folico ( gruppo B ) il livello di omocisteina si abbassa.
Il Ginko Biloba è un flavonoide passa la barriera ematoencefalica.
Il 60% dei lipidi del nostro cervello è fatto di DHA ( ac. deicoesaenoico ) perché la cellula deve essere
mobile per far progredire lo stimolo nervoso. Dove ci sono doppi legami c’è facilità di ossidazione.
La vitamina C provoca mobilizzazione di ferro dai depositi dai depositi per cui si va in stress ossidativo
e, nei talassemici, il risultato è la morte.
Alimenti ricchi di polinsaturi come noccioline e pistacchi provocano cefalea perché gli ac. polinsaturi
sono precursori delle prostaglandine e quindi vasodilatatori.
Il beta carotene è l’unico antiossidante che agisce anche in bassa tensione di ossigeno, quindi in
condizioni di ischemia,( connettivo, cute ); a livello cutaneo però non deve essere in eccesso perché la
vit. D non si ossida a sufficienza in presenza di elevate quantità di betacarotene ( in zone a bassa
esposizione solare ).Però il betacarotene deve essere parte dell’intero corredo dei carotenoidi (alpha,
gamma, etc.), perchè è ormai dimostrato che solo l’insieme dei carotenoidi esplica una potente azione
antiossidante, laddove il betacarotene da solo può svolgere addirittura un ruolo ossidante.
Molti antiossidanti in piccole dosi sono meglio di 1 solo ad alte dosi.
I polifenoli giusti sono quelli da citrus ( devono essere al di sotto di 50 U ).
ZINCO: anione antiossidante ( fa parte della SOD ) essenzialmente a livello endoteliale impedisce che
queste cellule vengano spaccate, nei pazienti affetti da Alzheimer è sempre diminuito.
SELENIO: antiossidante, la sua carenza crea una patologia nota come “ cuore bovino “ e un
ispessimento delle coronarie. Selenio + levocisteina = selenocisteina che è parte integrante della
molecola del glutatione, il più potente fra gli antiossidanti.
I pazienti in trattamento con gli psicofarmaci, soprattutto antipsicotici, sono in forte stress ossidativo
refrattario alla terapia con antiossidanti.
Il bambino rappresenta il progetto, la potenzialità della vita, l’anziano rappresenta il compimento di
questo progetto; tuttavia perché questo si realizzi, è importante che l’anziano resti in contatto con il
mondo esterno e con il suo mondo interiore in un’osmosi relazionale che comprenda il passato e il
futuro ma soprattutto un presente in cui riconoscersi.
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