"Italia. E` nata Prometea, la prima cavalla clonata".

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7 agosto 2003 19:28
ITALIA: Italia. E' nata Prometea, la prima cavalla clonata
E' nato in Italia il primo cavallo ottenuto per clonazione ed e' il primo mammifero al mondo nato dallo stesso animale donatore delle cellule
utilizzate nel trasferimento nucleare.
Il risultato dell'esperimento, pubblicato su Nature, nel numero del 7 agosto, e'stato ottenuto dal gruppo di Cesare Galli, il ricercatore "padre" del
toro Galileo, presso il Laboratorio di Tecnologia della Riproduzione del Consorzio per l'incremento zootecnico di Cremona. Alla ricerca
hanno collaborato Irina Lagutina, Gabriella Crotti, Silvia Colleoni, Paola Turini, Nunzio Ponderato, Roberto Duchi e Giovanna Lazzari.
Il primo cavallo clonato e' una femmina, ed e' nata lo scorso 28 maggio. Alla nascita, avvenuta con parto naturale, aveva un peso
assolutamente nella norma, pari a 36 chilogrammi. Madre e figlia sono assolutamente identiche, come ha confermato anche il test del Dna.
Entrambe sono di razza Aveglinese, completamente marroni con una striscia bianca sul muso. "La cavalla che ha partorito Prometea e' la
stessa che ha donato le cellule dalle quali e' stato ottenuto l'embrione", spiega Galli. L'animale ha preso il nome del mito greco di Prometeo, il
titano che aveva rubato il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini: "Abbiamo voluto chiamarla cosi' in riferimento a qualcosa di audace".
La clonazione del cavallo apre anche la strada alla possibilita' di ottenere cloni di purosangue, campioni che oggi vengono spesso castrati
perche' altrimenti difficili da gestire. A rendere praticabile questa via c'e' anche il fatto che la tecnica messa a punto in Italia e' piu' dolce e
facilmente praticabile rispetto ad altre tecniche finora sperimentate sugli equini, come quella con cui nel maggio scorso negli Stati Uniti e' stato
clonato il mulo.
- LA TECNICA: I ricercatori del gruppo di Galli hanno seguito una tecnica innovativa, nella quale la zona pellucida che avvolge l'ovocita e' stata
rimossa per facilitare la fusione della cellula uovo con il nucleo della cellula somatica. Inoltre si e' voluta percorrere una via rispettosa della
salute degli animali. Gli ovociti utilizzati nell'esperimento sono stati infatti prelevati da animali macellati e, una volta eseguito il trasferimento
nucleare, sono stati fatti sviluppare fino allo stadio di un centinaio di cellule (blastocisti), il primo nucleo dell'embrione. Gli embrioni cosi' ottenuti
sono stati quindi trasferiti in utero con una tecnica non invasiva, per via trans-cervicale. Una strada molto diversa era stata invece seguita negli
Stati Uniti per ottenere il primo clone di un equino, il mulo Idaho Gem. Per ottenere quel risultato, annunciato nel maggio scorso sulla rivista
"Science", erano state utilizzate cellule fetali anziche' adulte, il cui nucleo era stato inserito in ovociti trasferiti in utero immediatamente, senza
attendere che si formasse l'embrione.
- L'ESPERIMENTO: Per ottenere il primo clone di un cavallo sono state utilizzate due linee cellulari a partire dalle cellule della cute di un
maschio adulto di purosangue arabo e di una femmina aveglinese, una razza originaria del Trentino Alto Adige. Dalla linea cellulare ottenuta a
partire dalla pelle del purosangue arabo sono stati eseguiti 513 trasferimenti nucleari in altrettanti ovociti. Da questi si sono formati 8 embrioni
(trasferiti in 4 riceventi) dai quali si sono avute 2 gravidanze, che pero' non sono giunte a termine. Con la seconda linea cellulare, quella derivata
dalla femmina aveglinese, si sono eseguiti 328 trasferimenti nucleari, da cui si sono sviluppati 14 embrioni. Di questi, 9 sono stati trasferiti in
utero in 5 riceventi e sono state ottenute 2 gravidanze, delle quali una e' giunta a termine.
- LA CAVALLA CHE HA PARTORITO IL SUO CLONE: e' avvenuto per caso che la cavalla che ha portato a termine la gravidanza fosse anche
la donatrice della cellula adulta utilizzata nel trasferimento nucleare. Praticamente la puledra che ha partorito e' nata da una cellula della sua
pelle. "E' un risultato molto interessante e che abbiamo ottenuto casualmente -ha detto Galli- ma adesso apre nuove prospettive nello studio
dell'immunita' nella gravidanza". Il risultato che abbiamo ottenuto, prosegue il ricercatore, "mette in discussione le teorie sul mantenimento della
gravidanza, secondo le quali era necessario che il feto venisse riconosciuto come estraneo".
- CLONI E PUROSANGUE: ottenere una copia di cavalli fuoriclasse diventa adesso possibile, "ma -avverte Galli- non e' affatto detto che il
clone di un campione, ad esempio di Varenne, possa dare le stesse prestazioni dell'originale". Si potranno ottenere due copie perfette dal punto
di vista genetico, ha aggiunto, ma il tipo di allenamento cui saranno sottoposti i due cavalli non potra' mai essere lo stesso. "Di sicuro il clone
potra' invece essere utilizzato a fini riproduttivi". Ottenere dei cloni, ha osservato Galli, "potrebbe essere l'unica possibilita' in grado di
permettere a questi animali di conservare la razza a fini riproduttivi".
E' costata 100.000 Euro la clonazione di Prometea; gli americani ne hanno spesi 6-700.000 senza riuscirci. "E' la dimostrazione di quanto
l'uomo ancora oggi conti più della tecnologia", e' il commento compiaciuto di Cesare Galli. "Quando arrivammo qui nel '91" -ricorda Giovanna
Lazzari, moglie di Galli- "non c'era nulla. Mancava addirittura il pavimento. Senza presunzione possiamo dire che, se ci spostassimo, il
laboratorio ci seguirebbe". Il laboratorio di tecnologie della riproduzione che fa capo al Consorzio per l'incremento zootecnico, e' sperduto nella
campagna cremonese, a Porcellasco, e non e' facile raggiungerlo. Li', i ricercatori sono in grado di poter crescere gli animali in un ambiente
relativamente sano, comunque lontano dal centro abitato e che vive ancora di campagna.
- PROMETEA, LA CAVALLA SULLA BOCCA DI TUTTI: di fronte a notizie del genere, si sollevano i commenti: dal mondo scientifico a quello
politico pochi sono rimasti silenti. Galli infatti, aveva gia' dato prova di saper affrontare sfide simili, quando tra la fine degli anni '80 e i primissimi
anni '90 contribui' a progettare l'esperimento che nel 1996 porto' alla nascita del primo mammifero clonato, la pecora Dolly.
All'epoca Galli lavorava infatti in Gran Bretagna, nei laboratori dell'Agricoltural and Food Research Council di Cambridge, da dove era
arrivato subito dopo la laurea in Veterinaria conseguita nel 1986 nell'Universita' di Milano. Da Cambridge, dove rimase fino al 1991, Galli
collaboro' costantemente con il gruppo di Ian Wilmut, il "padre" di Dolly, che allora lavorava nell'istituto di Edimburgo che faceva capo alla
stessa istituzione britannica. "Quella con Wilmut -ricorda Galli - era una sorta di collaborazione-competizione". In seguito venne la decisione di
tornare in Italia. L'attivita' di gruppo di Galli a Cremona si e' mossa inizialmente sul fronte commerciale della produzione di embrioni e solo in un
secondo momento ha seguito la linea di ricerca che ha portato a risultati di livello internazionale, come la clonazione del primo mammifero
maschio, il toro Galileo, annunciata nel settembre 1999, e adesso la clonazione del cavallo. Da quest'anno Galli e' stato chiamato ad insegnare
nella facolta' di Veterinaria dell'Universita' di Bologna e contemporaneamente segue le attivita' di ricerca nel Laboratorio di Cremona. Numerosi i
progetti per il futuro, nei quali ci sono nuovi esperimenti su bovini e cavalli ed e' gia' avviato con l'Istituto superiore di sanita' un programma di
ricerca sulla clonazione di maiali geneticamente modificati da utilizzare sia per la ricerca sui trapianti da animale a uomo, sia per la produzione
di cellule staminali. I primi esperimenti cominceranno in settembre.
Il ministro della salute, Girolamo Sirchia, che ha autorizzato a partire dal primo gennaio 2002 la clonazione animale (il divieto era stato
introdotto dal ministro Bindi) ha accolto con soddisfazione la notizia della nascita di Prometea. "I laboratori italiani hanno dimostrato di non avere
http://salute.aduc.it/staminali/notizia/italia+39+nata+prometea+prima+cavalla+clonata_51690.php
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nulla da invidiare ad altri di fama internazionale come quello scozzese dove e' nata Dolly. Ma cio' che e' piu' importante e' che grazie alla
clonazione animale possiamo studiare meglio i meccanismi di funzionamento delle cellule embrionali, come si sviluppano e differenziano senza
andare a disturbare gli embrioni umani. Possiamo cosi' trarre informazioni che potranno un domani essere utili anche per la salute umana,
comprendendo come si riproducono le cellule staminali in modo da poterle utilizzare per la riparazione dei tessuti. E' proprio questa la ragione
per la quale ha deciso di autorizzare in Italia la clonazione animale". Ma il ministro spegne gli entusiasmi di quanti vorrebbero ora vedere
nascere, grazie alla clonazione, un nuovo Varenne, il fuoriclasse purosangue: "e' troppo presto per potere immaginare risultati simili. Non so se
questo sara' mai possibile. Anzi per ora abbiamo evidenza che gli animali nati con la clonazione non sono all'altezza di quelli nati naturalmente".
Resta intanto in vigore il divieto alla clonazione umana: "almeno fino a quando restero' in questo ministero".
Per i Verdi invece, lo zelo che trapela dalle parole di Sirchia, non e' affatto un buon segno. "E' fuori luogo l'entusiasmo del ministro Sirchia: la
sanita' italiana e gli animali non hanno bisogno di Clonazioni" ha spiegato Luana Zanella, deputata Verde. "Piu' volte notizie relative ad
esperimenti di clonazione si sono rivelate infondate: se tuttavia fosse davvero nato un cavallo clonato, sarebbe la conferma di una strategia
confusa e contraddittoria del governo di centro-destra che ha voluto una legge sulla fecondazione artificiale molto restrittiva ma autorizza
alchimie inutili per il progresso della scienza, come conferma il caso della pecora Dolly. Infine, la possibilita' data dal ministro Sirchia di
effettuare la clonazione animale contrasta con gli sforzi per la piena affermazione di una cultura avanzata e moderna sul rispetto della dignita' e
del benessere animale". E il presidente nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, ha dichiarato: "Il Ministro Sirchia farebbe bene a
predisporre una vera regolamentazione nei confronti di questa pericolosa rincorsa agli esperimenti dal dubbio valore scientifico. Il pentimento
pubblico del 'padre' della pecora Dolly dovrebbe far riflettere un po' tutti. Gli animali-fotocopia nascono gia' vecchi e destinati a gravi malattie. E'
ora di dire basta a queste inutili crudelta': non si puo' giocare con la genetica, bisogna apporre un freno a questa escalation sempre piu'
inquietante e senza regole". Su quest'ultimo aspetto e' intervenuta Legambiente, che ha ricordato gli innumerevoli esperimenti fatti in nome
della scienza, che spesso hanno danneggiato gli animali senza bilanciare il lavoro di sperimentazione con il rispetto per la loro salute. Maialini in
miniatura oppure di dimensioni gigantesche, salmoni che non risalgono i fiumi perche' sterili, piante per cotone rosso o blu, ma pure mini
peperoni senza semi e erba sempreverde per prato facile. "Le modificazioni transgeniche negli animali e nei vegetali sono state avviate per
diversi scopi. Se nel settore zootecnico le ricerche sono state indirizzate verso una maggiore produttivita', in quello farmacologico si e' tentato di
produrre, attraverso animali transgenici di allevamento, latte, contenente sostanze medicinali, mentre per i trapianti di organi in esseri umani, gli
esperimenti sono stati finalizzati all'umanizzazione di organi animali con limitato rischio di rigetto".
"E' evidente che dietro la clonazione piu' che il nobile fine di salvare vite umane si nasconde un florido business". Questo il parere diRoberta
Bartocci del settore Vivisezione della LAV Lega Anti Vivisezione. Per la Lav sono troppe le incognite e i limiti delle tecniche. "Si sono
compresi alcuni meccanismi di base della clonazione ma le lacune sono pressoche' infinite, gia' solo se si pensa che per le diverse specie
animali valgono considerazioni molto differenti: ogni specie ha delle reazioni biologiche diverse e nessun animale puo' essere un modello
sperimentale per l'uomo". Bartocci ricorda un recente studio, basato su dati INFIGEN, una compagnia biotech, e su studi di Atsuo Ogura del
National Institute of Infectious Diseases di Tokyo, pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist: il 75% degli embrioni animali clonati
muore entro i primi due mesi di gravidanza e comunque il 25% nasce morto o con deformita' incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenze
mediamente una sola diverra' un animale adulto e sano.
Commenti positivi invece dal direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo, Carlo Alberto Redi, secondo il quale questo primato italiano
"va sostenuto con finanziamenti adeguati e conferma la validita' della tecnica del trasferimento nucleare nel suo ambito di rilievo, che e' quello
zootecnico". E' infatti in questo ambito che un risultato del genere promette di avere ricadute scientifiche importanti sia per lo studio dei
meccanismi che controllano l'espressione dei geni, sia perche' si amplia la varieta' delle cellule utilizzate con successo negli esperimenti di
clonazione: dopo le cellule della ghiandola mammaria da cui era nata la pecora Dolly, sono state utilizzate le cellule del cumulo che circondano
l'ovocita per ottenere il topo Cumulina, quelle del sangue per ottenere il toro Galileo ed ora quelle della pelle hanno permesso di ottenere il
cavallo.
Dal punto di vista della ricerca genetica, la possibilita' di avere clonato un puledro partorito dalla cavalla donatrice della cellula adulta usata nel
trasferimento nucleare "costituisce un banco di prova senza precedenti per studiare i meccanismi dell'imprinting genico, da quelli coinvolti
nell'immunologia a quelli che intervengono nel controllo delle cellule tumorali".
Pasqualino Loi, dell'Universita' di Teramo, colui che per primo ha ottenuto il clone di un muflone, ha definito il lavoro di Galli "assolutamente
eccezionale". Il carattere straordinario e' dovuto al fatto che un risultato simile sia stato ottenuto con una razza, come quella equina,
tradizionalmente resistente a qualsiasi intervento umano in fatto di tecnologie della riproduzione. "I cavalli sono una specie particolarmente
difficile da manipolare utilizzando queste tecniche".
"Mi congratulo con il dottor Cesare Galli, uno dei pochi veri scienziati italiani, per essere riuscito a clonare il cavallo, specie finora considerata
non clonabile". E' il ginecologo Severino Antinori, il "ribelle" del panorama scientifico italiano. "Questo dimostra che nella specie umana la
clonazione e' molto piu' facile di quello che si pensi, al di la' degli oscurantismi e dei pareri contraddittori del ministro Sirchia".
Dalla presidente di Radicali Italiani, e segretaria dell'Associazione Luca Coscioni, Rita Bernardini arriva una compiaciuta lode: "Ci
complimentiamo con il Prof. Cesare Galli (peraltro iscritto all'Associazione Luca Coscioni) per l'eccezionale esperimento che ha portato alla
nascita della cavallina Prometea. Come e' facilmente prevedibile, al di la' delle reazioni talebane che pure si registrano da parte dei cosiddetti
ambientalisti verdi, questo tipo di studi fara' presto conoscere quali sono i meccanismi che portano alla differenziazione delle cellule che vanno
a costituire gli organi. Diamo atto al Ministro della Salute Sirchia di aver posto fine alle disposizioni della ministra Bindi che aveva proibito la
clonazione animale arrivando ad "arrestare" il povero toro Galileo, frutto degli studi e delle sperimentazioni dello stesso prof. Galli. Ci chiediamo
pero' perche' mai si ostini, se non per ragioni strettamente ideologiche, ad impedire la ricerca sugli embrioni umani che presto potra' portare alla
cura di malattie oggi mortali"."Dopo aver liberato il toro Galileo, che non a caso porta quel nome, liberi la ricerca scientifica italiana e, con essa, i
milioni di malati sofferenti. Quando, speriamo molto presto, grazie alle cellule staminali embrionali, verranno scoperte le cure per le più gravi
malattie che oggi affliggono l'umanita', che farà il ministro Sirchia? Impedirà agli italiani di ricorrervi o chiedera' loro scusa per i ritardi che avra'
contribuito a far accumulare?"
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