Incontri educativo-informativi sul tema della fertilita’
Benessere, alimentazione e fertilita’
Francesco Romanelli, Giorgio Fattorini, Andrea Sansone
Dipartimento di Medicina Sperimentale
Sezione di Fisiopatologia Medica, Scienze dell’Alimentazione ed
Endocrinologia Sapienza – Università di Roma
L’infertilità, definita secondo le line guida dell’OMS come una malattia del sistema riproduttivo
caratterizzata dall’incapacità di ottenere una gravidanza clinica dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali non
protetti, è, come noto, un problema di coppia la cui causa va cercata tanto nella gametogenesi maschile
quanto in quella femminile. Fattori acquisiti e congeniti, come rispettivamente quelli da cause iatrogene,
traumatiche o genetiche, spiegano non più del 50% dei casi di infertilità: nella rimanente percentuale, fattori
ancora ignoti sono alla base della compromissione dei complessi meccanismi che regolano la fertilità.
L’obesità, come altri stili di vita quali il fumo e la sedentarietà, è uno dei principali fattori modificabili capaci
di influenzare la fertilità in ambo i sessi; nella donna, difatti, l’obesità si associa ad alterazioni del ciclo
mestruale, ad aumentato rischio di aborti e di complicanze di natura ginecologica, mentre nell’uomo
l’effetto dell’obesità sulla spermatogenesi è meno conosciuto. La letteratura dell’ultima decade ha messo in
evidenza come i soggetti con indice di massa corporea troppo elevato o troppo ridotto siano
significativamente meno capaci di riprodursi rispetto ai coetanei in normopeso; similmente, è stato
osservato che, rispetto ai soggetti obesi fertili, in uomini obesi infertili esistono significative variazioni dei
valori di FSH, LH, prolattina, estradiolo e leptina. Nel tessuto adiposo, l’enzima aromatasi media la
conversione (“aromatizzazione”) del testosterone ad estradiolo: l’evidenza scientifica sembra indicare che
l’ipoandrogenismo conseguente all’aromatizzazione del testosterone possa essere uno dei fattori alla base
delle alterazioni dei parametri del liquido seminale, come provato dal miglioramento di detti parametri a
seguito di calo ponderale. Inoltre, l’aumento della temperatura scrotale conseguente all’aumento della
massa grassa addominale e l’accumulo di sostanze “tossiche” possono aggravare il quadro
dell’iperestrogenismo ipogonadotropo: in particolare la persistenza di interferenti endocrini liposolubili può
condurre ad alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, con danno anche diretto a carico della
funzionalità delle cellule del Sertoli e conseguenti alterazioni del processo spermatogenetico. Nella
sindrome metabolica, l’insulinoresistenza e la dislipidemia si associano al già citato aumento della
temperatura scrotale nel portare ad un’alterazione del microambiente testicolare: lo stress ossidativo,
diffusamente presente nella sindrome metabolica, è un ennesimo fattore capace di interferire con la
spermatogenesi. Nonostante tutte queste evidenze scientifiche, alcuni autori hanno confutato l’ipotesi che
un eccessivo Body Mass Index (BMI) sia correlato ad un calo della fertilità, riportando nei risultati delle
loro ricerche casi di ridotto potenziale fecondante solo in casi di obesità particolarmente grave: altri autori
hanno invece verificato come l’adiposità centrale, piuttosto che il BMI, fosse associata ad alterazioni della
spermatogenesi, con minore concentrazione nemaspermica e conta nemaspermica totale e ridotta motilità
totale. Non sembra invece esistere in letteratura una significativa correlazione tra BMI ed alterata
morfologia degli spermatozoi. In considerazione della sempre maggiore prevalenza dell’obesità nella
popolazione, risulta evidente come il possibile effetto del peso corporeo sulla fertilità non sia trascurabile:
qualora la tendenza rimanesse simile nei prossimi anni, il numero dei ricoveri per chirurgia bariatrica
potrebbe aumentare sensibilmente anche solo per recuperare la fertilità nei pazienti gravemente obesi, ed è
pertanto argomento della più pressante importanza la necessità di chiarire quali siano i rischi di questo tipo
Prevenzione e fattori di rischio dell'infertilità – 18 giugno 2012
Incontri educativo-informativi sul tema della fertilita’
di chirurgia sulla fertilità maschile. Se difatti da un lato la terapia chirurgica potrebbe risolvere molti
problemi – psicologici, ormonali ed erettili – d’altro canto le possibili alterazioni digestive, il
malassorbimento e la liberazione degli interferenti endocrini dal tessuto adiposo possono portare ad
ulteriori peggioramenti nella qualità del liquido seminale. Nella valutazione del paziente obeso, la fertilità
rappresenta un aspetto medico frequentemente ignorato, indagato solo qualora il desiderio di paternità sia
direttamente esplicitato dal paziente stesso o dalla sua partner: è invece importante prestare le giuste
attenzioni durante la visita alle problematiche sessuali e di fertilità del paziente, sia tramite l’esame obiettivo
che tramite un pannello di esami ematochimici ormonali atti a identificare eventuali disfunzioni oltre allo
spermiogramma, e invitare il paziente alla modificazione degli stili di vita che potrebbero influire, insieme
all’obesità, sulla sua fertilità.
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