Centro Studi per la Scuola Cattolica (CSSC)
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Seminario
DARE UN SENSO ALL'EDUCARE (NELLA SCUOLA CATTOLICA)
(Roma, 8 novembre 2007)
PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO
(a cura di Guglielmo Malizia)
1. Un Centro Studi per la Scuola Cattolica
Il Centro Studi per la Scuola Cattolica (CSSC), costituito dalla Conferenza Episcopale
Italiana, è espressione della responsabilità che i Vescovi assumono nei confronti di tutta la scuola
cattolica in Italia – compresi la scuola materna autonoma di ispirazione cristiana e i centri di
formazione professionale di ispirazione cristiana.
Scopo fondamentale del CSSC è quello di offrire alla comunità ecclesiale, a livello scientifico
e operativo, un approfondimento dei problemi relativi alla presenza e all'azione della scuola
cattolica in Italia. Questo intento si articola in rapporto alla sua identità e al progetto educativo, alla
consapevolezza ecclesiale, alle strutture e ai servizi e al suo cammino verso le garanzie civili,
giuridiche e politiche.
2. Gli obiettivi del seminario
Nella attuale fase di transizione culturale sembra di scorgere segni di smarrimento anche in
sede educativa sulle finalità e modalità che dovrebbero/potrebbero caratterizzare la scuola in
generale (bloccata nella sua evoluzione da diversi e incompiuti disegni riformatori) e la scuola
cattolica in particolare (divisa tra l'ideale enunciato dai suoi progetti educativi e il reale delle
difficoltà contingenti in cui si dibatte la sua vita quotidiana). Da più parti giunge perciò un invito a
ripensare e ricollocare al centro la finalità educativa delle nostre scuole, proprio per dare risposta
alla domanda di educazione che proviene dalle famiglie, dalla società e dai valori di cui la comunità
cristiana è da sempre portatrice.
Punto di partenza può essere la perdita di senso dell'azione educativa, dispersa tra interventi
settoriali, specialistici o funzionali, e incertezze sulla natura del soggetto da educare (persona,
individuo, membro di un gruppo o di una società…). Si può quindi cercare di restituire un senso
all'educare per dare un senso (cioè motivazioni personali, punti di riferimento e criteri d'azione) a
tutti coloro che di questo educare sono attori: insegnanti e alunni, genitori e gestori o dirigenti.
La prospettiva è quella della comunità educante in contesto di scuola cattolica, che per sua
natura si assume il compito e la responsabilità di testimoniare la praticabilità di un'educazione
integrale della persona in contesto comunitario. Le coordinate possono essere costituite dal
magistero di Benedetto XVI, che, mentre richiama le emergenze educative, sottolinea l'importanza
dell'educazione come sollecitazione rivolta a tutto l'uomo, sulla base di un'antropologia completa e
complessa (intelligenza, amore, libertà, grazia).
Questo seminario è il secondo che vede un confronto tra studiosi delle scienze
dell’educazione di ispirazione cristiana e operatori della scuola cattolica su di una tema riguardante
la scuola cattolica. Mentre il precedente del febbraio 2006 era focalizzato su un argomento
particolare, il contributo delle università alla formazione degli insegnanti di scuola cattolica, dettato
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da specifiche contingenze di politica scolastica, l’attuale si concentra su una problematica
generale quale può essere il senso dell’educare.
3. Svolgimento
Si prevedono:
al mattino, dopo il saluto di Mons. Bruno Stenco e la presentazione del seminario, una
relazione di base su “L’educazione nel programma pastorale della CEI” a cura di S.E. Mons.
Giuseppe Betori, Segretario Generale della CEI, e due comunicazioni di approfondimento: una
su “Educare nel terzo millennio: quale antropologia e quale pedagogia” a cura della prof.ssa
Carmela Di Agresti e una su “Quali risposte pedagogiche alle emergenze educative” a cura del
prof. Carlo Nanni; seguirà il dibattito che sarà chiuso dall’intervento del moderatore;
 al pomeriggio una tavola rotonda su “Proposte per un lessico dell'educazione futura”, moderata
dalla prof.ssa Sira Serenella Macchietti, che vedrà cinque interventi, ciascuno su una parola
chiave: “Maestro” a cura della prof.ssa Alessandra La Marca; “Persona” a cura del prof.
Giuseppe Mari, “Comunità” a cura della prof.ssa Michela Romagnoli, “Cultura” a cura del prof.
Dario Nicoli e “Famiglia” a cura del prof. Michele Corsi; seguirà un dibattito che sarà chiuso
dal moderatore, mentre Mons. Stenco offrirà al termine indicazioni conclusive di sintesi.
Il genere seminariale comporta una discussione aperta e da questo punto di vista mi auguro
che il dibattito possa essere ampio e approfondito. In proposito desidero comunicare subito ai
relatori e a quanti desiderano contribuire con loro saggi che la data per la consegna dei testi è fissata
per lunedì 26 novembre.

3. Scuola Cattolica senso dell’educare ed emergenza educativa
.
Nel suo discorso al convegno della diocesi di Roma su “Gesù è il Signore. Educare alla fede,
alla sequela, alla testimonianza”, Benedetto XVI ha correttamente parlato di una “emergenza
educativa”. Una prima riguarda l’educazione ai valori e ciò si può comprendere facilmente se si
tiene conto del relativismo imperante nella cultura e nella società. In questo quadro si capiscono le
problematiche che si riscontrano nella educazione alla fede: diventa difficile formare i fanciulli, gli
adolescenti e i giovani a un rapporto di amicizia con Gesù che sia stabile e profondo.
Parte dell’emergenza educativa e suo fattore scatenante è certamente l’impreparazione dei
genitori che tendono a rinunciare al loro compito formativo, anzi che neppure sanno più in che cosa
consista. Nella difficile transizione in atto nel nostro Paese, si presenta sempre più problematico il
ruolo del genitore, per il quale il figlio (sempre meno i figli) tende a costituire, al pari di altre
circostanze di vita, un’occasione di autorealizzazione personale e non un impegno per provvedere
alla realizzazione del figlio.
Data la problematicità che si riscontra a formare i giovani ai valori fondamentali della vita,
si può capire la tendenza della scuola a ripiegare dalla educazione alla istruzione. E anche in questo
ambito essa incontra gravi difficoltà: è sufficiente prendere in considerazione i tassi di insuccesso
scolastico e le disparità formative seconda la classe sociale.
All’emergenza educativa contribuiscono anche i media. Infatti, l'avvento delle nuove
tecnologie dell'informazione origina spinte contrastanti: moltiplicazione delle opportunità di
informazione e di formazione e creazione di nuove forme di analfabetismo; elevazione dei livelli di
cultura e di competenza per l’accesso al mondo del lavoro e parcellizzazione che ostacola ogni
tentativo di sintesi; potenzialmente personalizzanti e al tempo stesso generatrici di consumo
passivo; fattore di pluralismo, ma anche all’origine del relativismo etico.
Di fronte all’emergenza educativa, la Chiesa contribuisce al superamento della crisi
educativa anche attraverso la scuola cattolica che, a partire da un progetto ispirato ai valori cristiani
e facendo perno sulla corresponsabilità della famiglie e sulla collaborazione della comunità
cristiana, rende gli studenti capaci di vivere in pienezza, promuovendo l’unità tra fede, cultura e
vita. È quanto vogliamo riaffermare oggi, approfondendo il senso dell’educare nella scuola
cattolica.
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