INDAGINE STORICO CONOSCITIVA E RELAZIONE GENERALE
LA PREMESSA
2 L’INDAGINE STORICA
3 IL PIANO DI RECUPERO
5 LE ISTANZE
6 PREVENTIVO DI MASSIMA PER IL COMPLETAMENTO DELLE OPERE DI
URBANIZZAZIONE DEL PR A3
7 Oggetto: Indagine storica e relazione generale
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LA PREMESSA
L’Amministrazione Comunale intende procedere alla riconferma del Piano di Recupero denominato
P.R.A3, in località Castegnero, apportando alcune modifiche puntuali, derivanti da esigenze manifestate
dai cittadini e, dopo un’attenta analisi, considerate accoglibili.
L’impostazione metodologica dello strumento urbanistico attuativo, rispetto a quello originario, rimane
pertanto la stessa, sia a livello progettuale che normativo.
In generale il Piano è stato attuato da interventi privati, autorizzati con provvedimento edilizio diretto.
In sintesi, gli obiettivi del presente Piano di Recupero sono:

riconfermare il Piano di Recupero originario e predisporre l’informatizzazione dei documenti
costituenti lo strumento attuativo;

apportare alcune modifiche al Piano di Recupero, in accoglimento ad esigenze manifestate dai
proprietari degli immobili ricadenti all’interno dello strumento stesso.
Si precisa infine che l’aggiornamento cartografico degli elaborati costituenti il PR A3 ha riguardato
unicamente gli immobili oggetto di richiesta.
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Oggetto: Indagine storica e relazione generale
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L’INDAGINE STORICA
La storia di Castegnero viene fatta risalire all’epoca preistorica.
Nelle innumerevoli grotte che costellano il territorio l’uomo preistorico ha lasciato tracce delle propria
presenza.
Al tempo dell’antica Roma l’attività principale della popolazione Veneta era l’agricoltura o
l’allevamento. Nel 49 a.C. i Veneti ottennero la cittadinanza romana e la popolazione del territorio fu
iscritta alla tribù Menenia.
Secondo Galdino Pendin, autore del volume “Castegnero, dalle origini ai nostri giorni”, all’epoca
Castegnero doveva già essere un centro abitato di una qualche importanza, localizzato in una piccola
altura, quasi una roccaforte della gente venete, potenziata dai Romani. Significativa è la pietra votiva
dedicata alla dea Fortuna, che rappresenta un’indiscussa testimonianza dell’antichità della borgata.
Dai ritrovamenti, opera del Commendator Bartolomeo Clementi, si può desumere che, all’epoca
romana esistesse una strada che correva ai piedi del monte e che partiva dal Colle di S. Pancrazio
passando per Nanto, Lumignano e Longare.
Il nome del paese risale probabilmente e quest’epoca e viene fatto derivare dalla pianta del Castagno.
A partire dal 167 dopo Cristo iniziano per le Venezie e quindi è da ritenere anche per Castegnero, la
invasioni barbariche, primi fra tutti i Quadi e Marcomanni.
Nel 401 i Visigoti di Alorico, nel 452 gli Unni di Attila, nel 455 i Vandali di Genserico, nel 464 gli Aline e
quindi gli Eruli di Odoacre e gli Ostrogoti di Teodirico finché nel 553 per un breve periodo, il Veneto tornò
a far parte dell’impero Romano, non d’occidente (caduto nel 476) ma d’Oriente, occupato da generali più
crudeli dei barbari stessi.
Pochi anni dopo arrivarono i Longobardi che rimasero per ben due secoli. Nessun documento fino ad
ora parla con sicurezza della presenza Longobarda in territorio di Castegnero ma il nome del Santo
titolare della Chiesa San Giorgio, è tipico del culto Longobardo.
Ai Longobardi subentrarono i Franchi. Fu in questo periodo che cominciò a sentirsi la benefica
influenza dei Padri Benedettini. Furono bonificati molti terreni palustri e si diffuse ancor più l’agricoltura.
A seguito dell’invasione degli Ungari, nel X secolo, la Chiesa cominciò a divenire un punto di
riferimento preciso e molti Vescovi cominciarono a costruire, per difendere popolazione testimoniano che
il vescovo di Vicenza aveva molte proprietà in Castegnero.
Sorgono castelli a Brendola, Sivizzo, Montemezzo, Grancona, Gambugliano, Costabissara,
Castelnuovo, e quello di Castegnero come scrive il Mantese in “gli antichi castelli dei Vescovi di Vicenza”
e di Villaganzerla del quale, da secoli, si è perduta la memoria. Alterne vicende si succedettero nel
periodo delle lotte tra Guelfi (fautori della politica popolare) e Ghibellini (favorevoli alla politica
dell’Imperatore).
Durante il periodo di presenza di Padova (1266-1311), Vicenza fu trascinata in continue guerre,
specialmente contro Verona; fu in una di queste battaglie che nel 1280 morì in combattimento Giacomo,
Conte di Villaganzerla, capo dei reparti vicentini. Con l’arrivo in Italia di Enrico VII di Lussemburgo, nel
1312 Vicenza passa sotto Cangrande della Scala, già Vicario di Verona.
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Oggetto: Indagine storica e relazione generale
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Per opporsi agli Scaligeri i Padovani iniziarono un’opera di saccheggio e distruzione dei paesi dei
dintorni come Torri di Quartesolo e Castegnero.
Si narra che Cangrande fece deviare il fiume Bisatto convogliando l’acqua verso il loro accampamento
e costringendo così i Padovani in grandi difficoltà ad indietreggiare fino a Montegalda (vedi G. Maccà).
Con la conquista di Padova (1329) da parte dei Veronesi cessò la violenza ma per breve tempo.
Dopo l’ascesa dei Carraresi a Padova e l’iniziale appoggio dei Veneziani, l’invasione di re Luigi
d’Ungheria (1356) determinò il dissidio tra i Carraresi (che avevano appoggiato l’invasione) ed i Veneziani
che decisero di appoggiare i Veronesi per contenere la potenza dei Carraresi.
Il conflitto ebbe l’epilogo in terra vicentina, proprio a Castegnero dove nel 1387 gli Scaligeri, furono
sconfitti e l’interno territorio, Vicenza compresa, furono annesse al ducato di Milano.
Stessa sorte toccò poco dopo all’antico alleato, i Carraresi che si rifecero con l’appoggio di Bologna e
Firenze. Riconquistarono Padova dopo soli due anni e, alla morte di Gian Galeazzo Visconti si
impadronirono di Verona.
I Vicentini, per difendersi dai Carraresi, il 28 aprile 1404; decisero di unirsi alla Repubblica di Venezia
che poco dopo si impadronì anche di Padova distruggendo l’intera famiglia Carraresi.
Durante il lungo periodo di appartenenza alla Repubblica di San Marco (quasi quattro secoli), non si
verificarono fatti particolari; fu un periodo di relativa pace. A quell’epoca Castegnero e Villaganzerla
costituivano due diversi comuni, ognuno con i propri statuti. Le incursioni spagnole, tedesche e francesi
lasciarono deboli segni.
Con l’invasione Napoleonica del 1797 arrivò anche nel Veneto l’influenza dell’ondata Giacobina
esplosa con la Rivoluzione Francese. In pochi anni il Vicentino fu invaso da eserciti stranieri: 1778 gli
Austriaci, 1800 i Francesi, 1801 gli Austriaci ancora, nel 1805 per la terza volta i Francesi e nel 1814
definitivamente gli Austriaci.
Durante il governo Francese la provincia fu suddivisa in dipartimenti; Castegnero apparteneva al
“dipartimento del Bacchiglione”. Gli Austriaci istituirono il Regno “Lombardo-Veneto” e riorganizzarono le
amministrazioni locali. Fu nel 1816, in conseguenza della terza guerra di indipendenza, l’intero territorio
Veneto diventa parte del “Regno d’Italia”.
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Oggetto: Indagine storica e relazione generale
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IL PIANO DI RECUPERO
La zona soggetta a Piano di Recupero in località “Castegnero” si colloca ai piedi dei Colli Berici
proprio all’inizio del pendio. Per comodità di consultazione è stata suddivisa in tre ambiti, denominati A1 A2 - A3, contigui fra loro. Il presente piano denominato A3, investe una superficie di circa mq. 21.590 e
un volume complessivo di circa mc. 29.930.
Dall’analisi delle mappe disponibili si può notare che sin dagli anni 1854 esisteva un piccolo nucleo,
molto modesto. L’impianto urbanistico ebbe un lento sviluppo a partire dai primi ani 1990 e già
dall’immediato primo dopoguerra troviamo gran parte degli edifici ora presenti.
A seguito dei piccoli interventi che negli anni i privati proprietari hanno realizzato sugli edifici, gli
immobili costituenti l’impianto originario sono stati in parte “alterati”. Si può però dire che la fisionomia
complessiva del borgo è stata rispettata.
Con il presente piano di recupero sono state riproposte le categorie di intervento approvate, ma in
parte non attuate con il precedente, e al tempo stesso soddisfatte le nuove esigenze di alcuni privati,
sempre nel rispetto del contesto e delle caratteristiche architettoniche del luogo. Per la maggior parte dei
nuovi interventi è prevista la demolizione di volumi in contrasto con l’ambiente e successiva ricostruzione
con destinazione d’uso prescritta e caratteristiche vincolanti.
Il presente PR A3 prevede mc 1.434 in demolizione e mc 2.898 in previsione con un risultato
complessivo di mc 31.311 complessivi.
Al fine di accogliere le richieste dei privati, come da indicazione dell’Amministrazione Comunale, il
presente PR A3 prevede una variazione del perimetro del piano pari a circa l’1% del totale (da 812 ml a
819 ml), in conformità con le NTO del PI approvato (art. 4 comma 6).
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Oggetto: Indagine storica e relazione generale
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LE ISTANZE
L’Amministrazione Comunale ha esaminato le richieste di modifica al Piano di Recupero approvato,
proposte dai privati proprietari ricadenti all’interno dell’ambito del Piano stesso.
Le
istanze accolte
possono essere così riassunte:
-
Sig. BONGIOLO – chiede la possibilità di ampliare l’attuale vano tecnico, individuato con il n° 47
nella Tav n. 5, consentendo l’ampliamento e la sopraelevazione;
-
Sigg. TONINI e MATTIELLO – Chiede di confermare la demolizione della baracca esistente e
realizzare un ricovero attrezzi (baracca individuata con il n. 6 nella Tav n. 5);
-
Sig. DALLA VALLE Franco – chiede la possibilità di variare la previsione progettuale del
fabbricato individuato con il n. 11 nella Tav n. 5, consentendone l’ampliamento previa demolizione
delle baracche esistenti;
-
Sig. SCHIARANTE – chiede la possibilità di realizzare un’autorimessa previa demolizione della
vicina tettoia esistente (n. 23 nella Tav n.5);
-
Sigg. PASQUALE – chiede la possibilità di variare la previsione progettuale dell’accessorio
individuato con il n. 87 nella Tav n. 5, consentendone l’adeguamento per realizzare un servizio per
l’abitazione esistente; chiede inoltre la possibilità di realizzare un nuovo portico a sud dell’edificio
esistente;
-
Sig. DALLA VALLE Rosa – chiede di recuperare il volume accessorio esistente a nord dell’edificio
storico (individuato con il n° 97 della Tav n. 5), consentendone la sopraelevazione al fine di
realizzare i servizi mancanti all’immobile esistente.
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PREVENTIVO DI MASSIMA PER IL COMPLETAMENTO DELLE OPERE DI
URBANIZZAZIONE DEL PR A3
Il presente Piano di Recupero A3 non prevede la realizzazione di nuove opere di urbanizzazione. La
superficie delle aree a standard è da considerarsi interamente monetizzabile.
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