Voli della morte

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Voli della morte
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I voli della morte (spagnolo: vuelos de la muerte) furono un atroce distintivo della Guerra sporca Argentina,
durante il cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale (1976-1983). Mediante i vuelos de la muerte
migliaia di desaparecidos furono gettati in mare vivi e sotto l'effetto di droghe, da aerei militari.
Indice
1 I fatti
2 Procedura
3 Recenti identificazioni
4 Voci correlate
I fatti
Le prove riguardanti l'assassinio di oppositori mediante il lancio da aerei sono incontestabili e non vi sono
controversie al riguardo. Già nel 1977, durante il regime militare, erano apparsi vari corpi nelle insenature
atlantiche di Santa Teresita e Mar del Tuyú, circa 200km al sud della Città di Buenos Aires. I medici forensi
che esaminarono i corpi dichiararono che la causa del decesso era riconducibile a una collisione con oggetti
da una grande altezza. I cadaveri furono comunque seppelliti frettolosamente come N.N. nel cimitero di
General Lavalle (Buenos Aires).
Nel 1995, l'ex repressore dell'ESMA Adolfo
Scilingo ha raccontato in modo
particolareggiato al giornalista Horacio
Verbitsky la metodologia di sterminio alla
quale gli stessi carnefici si riferivano con il
termine vuelos (voli). La testimonianza fu in
seguito pubblicata in un libro, con il titolo "El
Vuelo" (Il volo). Scilingo, nella sua
testimonianza, racconta della procedura,
dell'autorizzazione della Chiesa Cattolica,
dell'utilizzo di iniezioni anestetiche, del tipo
di aerei utilizzati (Lockheed L-188 Electra [1]
Un Fokker F28 della marina militare argentina
nell'Aeroporto Militare Jorge Newbury.
(http://www.fuerzaaerea.mil.ar/conflicto/electra.htm) , Shorts SC.7 Skyvan 3M-400 [2]
(http://www.fuerzaaerea.mil.ar/conflicto/skyvan.html) ), l'ampia partecipazione degli ufficiali, l'utilizzazione
dell'aeroporto militare Jorge Newbury (Città di Buenos Aires). In un'intervista [3]
(http://www.laopinion-rafaela.com.ar/opinion/2005/01/27/c512777.htm) di Martín Castellano a Adolfo
Scilingo (4 ottobre 1997), quest'ultimo afferma:
« I voli furono comunicati ufficialmente da Mendía (viceammiraglio della Armada, la marina
militare) pochi giorni dopo il golpe militare del marzo 1976. Ci è stato spiegato che le procedure per
lo smistamento dei sovversivi nell' Armada si sarebbero svolte senza uniformi, indossando solo
scarpe da ginnastica, jeans e magliette. Ci ha spiegato che nell' Armada i sovversivi non sarebbero
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stati fucilati, giacché non si volevano avere gli stessi problemi avuti da Franco in Spagna e Pinochet
in Cile. E neanche bisognava "andare contro al Papa", ma è stata consultata la gerarchia ecclesiastica
ed è stato adottato un metodo che la Chiesa considerava cristiano, ossia gente che si alza in volo e
non arriva a destinazione. Davanti ai dubbi di alcuni marinai, si è chiarito che "i sovversivi sarebbero
stati buttati nel bel mezzo del volo". Di ritorno dai voli, i cappellani cercavano di consolarci
ricordando un precetto biblico che parla di "separare l'erba cattiva dal grano". »
Sebbene vi siano pochi dati in proposito, la sparizione
dei cadaveri dei desaparecidos tramite il lancio da
aerei sembra essere stato un metodo molto diffuso, in
aggiunta a quello delle tombe clandestine. I Centri
Clandestini di Detenzione (CCD) collegati a questa
pratica erano soprattutto la ESMA, l'Olimpo, la Perla,
il Campito. In particolare, quest'ultimo centro
clandestino fu allestito in prossimità dell'aerodromo
appunto per facilitare il trasporto dei detenuti agli
aerei. L'Aeronautica uruguaiana ha ammesso nel 2005
di aver effettuato voli della morte in collaborazione
con le Forze Armate argentine (Operazione Condor)
[4]
Shorts SC.7 Skyvan della prefettura, usato per i
voli della morte. L'aereo è ora di proprietà
dell'Helsinki University of Technology, Laboratory
of Space Technology, e si trova all'Oulu Airport
(EFOU).
(http://www.clarin.com/diario/2005/08/10/um/m-1031040.htm) . Scilingo ha anche dichiarato al cospetto del
giudice spagnolo Baltasar Garzón che si sono anche raccolti prigionieri dalla base della marina militare a
Punta Indio (Provincia di Buenos Aires). Il CCD conosciuto come Quinta de Funes a Rosario si trovava a
400m dall'aeroporto e vi sono testimonianze che alcuni di quei detenuti sono stati gettati in mare nella zona
della Bahía de Samborombón (Provincia di Buenos Aires) [5]
(http://www.lacapital.com.ar/2005/12/23/politica/noticia_257039.shtml) [6]
(http://www.telediariodigital.com.ar/leer.asp?idx=14365) .
Procedura
I detenuti che venivano trasladados ("trasferiti", termine usato dagli aguzzini per indicarne l'eliminazione
definitiva), di norma erano raggruppati nel sottosuolo di un Centro di Detenzione Clandestino. Qui gli
ufficiali comunicavano loro che sarebbero stati trasferiti ad un centro di detenzione situato nel Sud del paese,
e che quindi sarebbero stati sottoposti ad una vaccinazione. In realtà, quest'ultima consisteva in un'iniezione
di pentothal, che aveva lo scopo di addormentare le vittime (ma non di ucciderle). A questo punto i detenuti,
vivi ma incoscienti, venivano spogliati, caricati su camion, trasportati al più vicino aeroporto militare e
imbarcati sugli aerei. La maggior parte dei detenuti veniva lanciata ancora in stato di incoscienza, ma vi sono
alcuni casi in cui qualche vittima si sia risvegliata e sia stata buttata a mare in stato cosciente. Come venne
testimoniato da Scilingo nella citata intervista [7]
(http://www.laopinion-rafaela.com.ar/opinion/2005/01/27/c512777.htm) , tutti gli ufficiali, a turno,
prendevano parte all'operazione, che durava all'incirca un'ora e mezza.
Recenti identificazioni
Nel novembre del 2004, il Gruppo Argentino di Antropologia Forense (Equipo Argentino de Antropología
Forense, EAAF) ha scoperto che i resti di una persona seppellita come N.N. nel cimitero di General Lavalle
(Provincia di Buenos Aires) corrispondeva a un desaparecido. Si è quindi passato all'esame dei registri del
cimitero scoprendo che quella persona e altre cinque erano state incontrate nelle spiagge tra il 20 e il 29
dicembre 1977, e si cominciò a sospettare che si trattasse di vittime dello stesso vuelo de la muerte. Pochi
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giorni dopo i corpi furono esumati e nel lasso di qualche mese si stabilì che si trattava dei resti delle madri di
Plaza de Mayo Esther Ballestrino, María Eugenia Ponce, Azucena Villaflor [8]
(http://www.rionegro.com.ar/arch200507/09/n09a01.php) , della suora francese Léonie Duquet [9]
(http://www.terra.com.ar/canales/politica/121/121787.html) e della militante Angela Auad [10]
(http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-56595-2005-09-16.html) . Ana María Careaga, figlia di una
delle vittime, dichiara:
« E' la prima volta che si recuperano corpi dal mare, li si identifica e li si vincola chiaramente
all'arresto, successiva sparizione e reclusione in un centro clandestino di detenzione, in questo caso la
Escuela Mecánica de la Armada (ESMA). »
Il Gruppo Argentino di Antropologia Forense ha anche osservato [11]
(http://www.clarin.com/diario/2005/08/30/elpais/p-00301.htm) che i corpi presentavano:
« [...] fratture multiple a livello di membra superiori, inferiori, e del cranio, compatibili con la caduta
da una grande altezza con una superficie dura che potrebbe essere il mare. »
Voci correlate
Guerra sporca
Processo di Riorganizzazione Nazionale
Desaparecidos
Madri di Plaza de Mayo
Operazione Condor
Horacio Verbitsky
L'aeroporto militare Jorge
Newbury, usato per i voli
della morte.
Categorie: Argentina | Stragi
Ultima modifica per la pagina: 17:22, 23 ott 2007.
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