Dante 2021 si amplia e premia Giorgio Albertazzi

8 agosto 2012
Dante 2021 si amplia e premia
Giorgio Albertazzi
Incontri, mostre, spettacoli: il programma della
manifestazione
"E quindi uscimmo a riveder le stelle", l’ultimo verso dell’Inferno dantesco è il
titolo scelto per la seconda edizione di Dante2021, manifestazione voluta e
promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione
scientifica dell’Accademia della Crusca di Firenze (a cui si deve fra l’altro la
prima edizione ‘critica’ della Divina Commedia 1595). Firenze, città natale di
Dante (1265) e Ravenna, sua seconda e ultima patria (1321) si sono infatti
unite dallo scorso anno in nuovo progetto comune che "consolida uno speciale
rapporto di amicizia e collaborazione culturale che ha consentito di arricchire il
Settembre Dantesco di Ravenna con un festival pluriennale, ideato nel nome
del sommo poeta, il cui percorso volge lo sguardo alle celebrazioni per il
settimo centenario della morte del padre della lingua italiana".
Il programma della manifestazione,che si svolgerà a Ravenna dal 5 all’8
settembre, p stato presentato nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio
di Ravenna, dal Dott. Lanfranco Gualtieri (Presidente della Fondazione) e dal
Prof. Domenico de Martino (coordinatore della rassegna).
Dante2021 si presenta quest’anno ampliato nel calendario di appuntamenti - le
giornate passano da tre a quattro grazie agli eventi della preapertura
organizzati in collaborazione con il Comune di Ravenna - confermando e
rafforzando ulteriormente le originali caratteristiche della manifestazione. Un
progetto, dalle spiccate caratteristiche culturali, di ricerca, di approfondimento
e insieme di ampia divulgazione, con una forte attenzione alla partecipazione
attiva, un evento “in movimento” concepito come un laboratorio in crescita
permanente per il pubblico di ogni età.
L’intenso programma di eventi curato dal Prof. Domenico De Martino nasce da
un progetto articolato che unisce e racchiude mostre, incontri con studiosi ed
esperti, nonché eventi spettacolari molti dei quali realizzati appositamente per
Dante2021. Gli appuntamenti, tutti ad ingresso libero, si svolgeranno a pochi
passi dalla Tomba di Dante, negli Antichi Chiostri Francescani, alla Biblioteca
Classense e in Piazza del Popolo.
Mostre
Come preapertura del Festival il 5 settembre saranno inaugurate tre mostre
dedicate a Dante – realizzate in collaborazione con il Comune di Ravenna –,
per celebrare le molteplici letture per immagini che, nel corso del tempo, si
sono ispirate alla sua opera. Le esposizioni, che saranno presentate alle 18
alla Sala Muratori della Biblioteca Classense, danno testimonianza di come il
linguaggio della visualità sia in grado di interpretare e arricchire il testo
dantesco, affrontandolo sotto diverse prospettive e riproponendolo secondo
l’evolversi della nostra “ricezione” immaginativa. Da “Dante illustrato. Paesaggi
per la Divina Commedia” frutto della campagna fotografica che il giovane
Giuseppe Cremoncini realizzò per Corrado Ricci nel 1898 (Chiostri
Francescani della Fondazione Cassa Ravenna, ore 21) ai “Paesaggi italici
nella Divina Commedia”, 50 emozionanti fotografie che Vittorio Alinari dedicò
tra il 1917 e il ’21 ai luoghi d’Italia citati nella Commedia (Manica Lunga della
Biblioteca Classense, ore 19) fino a “Ne la pittura tener lo campo. 10 artisti
europei per Dante Alighieri”, seconda edizione di un progetto che prolunga la
visione dantesca nella contemporaneità (Chiostri Francescani, ore 21).
La "Divina Commedia illustrata", curata da Corrado Ricci, storico dell'arte
ravennate e fondatore del Gabinetto Fotografico degli Uffizi, ha la
caratteristica, per i tempi estremamente innovativa, di essere corredata di
fotografie. È stata edita in tre diverse varianti: alla prima edizione a dispense,
iniziata nel 1896, seguì una riedizione completa nel 1898, illustrata con
svariate fotografie "dal vero" e una ulteriore edizione del 1921, arricchita di
tavole con riproduzioni di affreschi e opere d'arte ma con un numero
largamente inferiore di fotografie "dal vero". Le fotografie di questa mostra
(curata da Marilena Tamassia, attuale responsabile del Gabinetto Fotografico
del Polo Museale fiorentino) sono state realizzate da Giuseppe Cremoncini per
la prima edizione per poi essere donate dagli eredi, nel 1916, al Gabinetto
Fotografico. Le immagini, unica testimonianza rimastaci di questo giovane
morto a 28 anni, ci restituiscono la volontà di esplorare e documentare i luoghi
danteschi, ai limiti del possibile, con uno sforzo di ricerca e di ripresa, che
fornisce un innovativo strumento di avvicinamento al poema, a testimonianza
dell'impulso dato all'uso della fotografia in operazioni culturali di altissimo
livello.
L’esposizione Paesaggi italici nella “Divina Commedia” raccoglie 50 delle
originali 78 fotografie che Vittorio Alinari pubblicò a Firenze nel 1921. Le
immagini rappresentano un testamento artistico e visivo dell’ultimo erede
Alinari che, proprio l'anno precedente l'uscita dell'opera, aveva deciso di
lasciare il timone della Casa fondata dal padre ottant'anni prima. Ma le
bellissime foto che Alinari dedicò ai luoghi d’Italia citati nella Commedia sono
anche il ‘testamento’ di un Paese che da li a poco sarebbe stato stravolto tanto
da essere, ‘appena’ un secolo dopo, irriconoscibile. Alinari rilegge e ripropone i
riferimenti paesaggistici della Commedia alla luce della sua interpretazione
pittorica neoromantica. Le fotografie che sembrerebbero raffigurare “alla
lettera” anche siti semplicemente citati nella Commedia (si pensi a La
Sardegna dal Golfo degli aranci, o alle due vedute di Firenze, o a quella di
Roma…), sono in realtà un’interpretazione del paesaggio, una nuova visione
dantesca.
I canti della Divina Commedia, sono stati da sempre fonte di ispirazione per
innumerevoli artisti di ogni parte del mondo, accomunati dal fascino delle
visioni dantesche. Versi “tradotti” in immagini da Botticelli e Michelangelo, da
Doré e Delacroix, fino a Robert Rauschenberg. Con “Ne la pittura tener lo
campo” si sono voluti riunire pittori e scultori che rappresentano una nuova e
più grande nazione, l’Europa. Nella nuova realtà europea, fondata su comuni
radici culturali, continuano ad agire filosofia, teologia, poesia, tutte le
“disputazioni”, tutta la ricchezza della cultura di Dante, profondamente
assorbite per poter essere trasposte in immagine. Il tema è dettato
dall’insegnamento del Poeta che, con grande libertà e senso profetico, intese
scrivere per “removere viventes in hac vita de statu miserie et perducere ad
statum felicitatis” (“allontanare i viventi dal loro misero stato e condurli a uno
stato felice”). Da ciò gli artisti invitati hanno tratto ispirazione e spinta per
riflettere sull’essenza stessa della vita umana e sul nostro attuale pensiero
immaginario. Alcuni di loro hanno sentito, indagato e rappresentato il perpetuo
e caotico movimento scatenato nelle visioni dell’Inferno, altri, per contrasto,
hanno presentato la festosa, pacificata tranquillità del Paradiso. Altri ancora
hanno dato raffigurazione al loro sentimento complessivo verso la poesia di
Dante. E proprio quell’affinità spirituale, che travalica tutti i confini nazionali
senza smarrire il senso della diversità dei singoli Paesi, ha dato impulso alla
ricerca comune degli artisti europei raccolti in questa mostra, da Maria
Abbadessa a Tommaso Cascella (Italia), da Nebojsa Bogdanovic (Serbia) a
Ymer Shaqiri (Kosovo), da Maria Fischbacher (Austria) a Ines Lenz (Svizzera),
da Joachim Hiller a Friedericke Oeser (Germania) fino a Carolina Gallois
(Francia) e Andrew James (Inghilterra).
Incontri
Sei eminenti studiosi e un attore di qualità per tre incontri pomeridiani che non
si baseranno sulle sintesi di anni di studio sui temi danteschi, ma che
apriranno una finestra su quel lavoro di ricerca. Gli Antichi Chiostri
Francescani ospiteranno infatti esperti che hanno offerto la propria
disponibilità a spiegare quale sia il “motore” che muove il loro interesse per il
Sommo Poeta, nello spirito, appunto, di una indagine in movimento su Dante.
Di grande rilievo l’incontro del 6 settembre, La Commedia: dai manoscritti alle
edizioni scolastiche con Rosario Coluccia, Marzio Porro e Paolo Trovato. Si
tratta di alcuni fra i maggiori studiosi dei testi danteschi, della poesia coeva e
immediatamente precedente; affronteranno un tema decisivo, che il largo
pubblico spesso ignora o dimentica con facilità. Che cosa leggiamo in realtà
quando apriamo un’edizione della Commedia? Quale è il rapporto con
l’originale uscito dalla penna di Dante e perduto da secoli? Il testo dei nostri
libri è frutto di un secolare processo “ricostruttivo”, mai concluso, basato sul
confronto delle più antiche testimonianze manoscritte. La Commedia che
frequentiamo è dunque un testo permanentemente vivo in un continuo
“avvicinamento” alla volontà dantesca. Lo sforzo filologico è il motore di
sempre maggiori approfondimenti.
Rosario Coluccia è docente dell’Università del Salento, Lecce; ha diretto
l’edizione critica con commento dei Poeti siculo-toscani (vol. III dei Poeti della
Scuola siciliana, Meridiani Mondadori, 2008). È autore di numerosissime
pubblicazioni scientifiche; si è occupato, fra l’altro, della tradizione lirica dei
primi secoli; di storia linguistica dell’Italia meridionale; del rapporto dialettolingua.
Marzio Porro, storico della lingua, docente dell’Università degli Studi di Milano,
si è occupato di sillogi di rime amorose; di grande interesse i suoi studi sul
problema testuale della Commedia e dei rapporti fra la Commedia e i Rerum
Vulgarium Fragmenta del Petrarca.
Paolo Trovato è docente all’Università di Ferrara. E’ uno dei massimi studiosi
della tradizione manoscritta della Commedia Fra le altre pubblicazioni si può
segnalare “Il testo della ‘Vita nuova’ e altra filologia dantesca”, Salerno editore
(2000). Ha curato Nuove prospettive sulla tradizione della ‘Commedia’ , una
guida filologico-linguistica al poema dantesco (Cesati 2007), frutto del lavoro di
una agguerritissima équipe di studiosi da lui coordinata.
Il secondo incontro, 7 settembre, vede l’originale dialogo “dantesco” tra Carlo
Ossola, docente di Letterature moderne dell’Europa neolatina al prestigioso
Collège de France (Parigi), e l’attore Silvio Orlando, che si dedicherà al
“Purgatorio”. Il tema: Dante ‘testimone’ per l’eternità.
Carlo Ossola, filologo e ‘storico delle idee’, ha ottenuto nel 1997 il Premio
Feltrinelli per la critica letteraria, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma.
Accademico dei Lincei, ha di recente pubblicato Introduzione alla Divina
Commedia (Marsilio 2012). È docente sia al Collège de France (Parigi), sia
all’Università Svizzera Italiana di Lugano.
Silvio Orlando è uno fra i più intensi autori italiani. Ha collaborato con registi
del calibro di Nanni Moretti, Pupi Avati, Gabriele Salvatores, Daniele Luchetti,
Paolo Virzì e altri ancora. Ha vinto due David di Donatello (nel 1998 come
attore non protagonista; nel 2006 come miglior attore), oltre ad altri
riconoscimenti prestigiosi: Nastro d’Argento, Coppa Volpi. Ha anche diretto
due opere teatrali.
Infine l’incontro dedicato alle Indagini su Francesca da Rimini, in programma
sabato 8 settembre, sempre ai Chiostri Francescani. Si cercherà di capire chi
sia stata realmente Francesca, che conosciamo in realtà più per il racconto
della sua vicenda da parte di Boccaccio nel commento a Dante, che per i versi
della Commedia (Dante, nell’Inferno, nemmeno cita il nome di Paolo). Ne
parleranno due importanti studiosi Lorenzo Renzi e Luca Azzetta, di
generazioni diverse, che per la prima volta si incontreranno, curiosi l’uno delle
ricerche dell’altro: dialogheranno, prendendo per mano il pubblico degli
“amatori” di Dante che potranno apprezzare con uno sguardo più consapevole
uno fra i maggiori e più noti episodi dell’Inferno.
Lorenzo Renzi, docente all’Università di Padova (è ordinario di linguistica e
filologia romanza), ha pubblicato, fra l’altro Le conseguenze di un bacio.
L’episodio di Francesca nella “Commedia” di Dante, il Mulino, 2007; e Come
cambia la lingua. L’italiano in movimento, il Mulino, 2012. È stato Presidente
della Società di Linguistica italiana (SLI) ed è membro del Bureau della
Société de linguistique romane.
Luca Azzetta, ha recentemente pubblicato le Chiose alla “Commedia” di
Andrea Lancia (1341-1343), Salerno editore 2012 e, in precedenza, Vicende
d'amanti e chiose di poema: alle radici di Boccaccio interprete di Francesca, in
“Studi sul Boccaccio” (2009).
Nella stessa occasione sarà presentato “Per Francesca da Polenta”, un
interludio musicale per voce, liuto, salterio e percussioni proposto da Stefano
Albarello (esperto di musica antica, docente di musica medievale) e Marco
Muzzati (percussionista, ricercatore ed etnomusicologo). Verranno eseguite
musiche dell’epoca, che Francesca poteva ascoltare quando viveva giovanetta
a Ravenna, ed era “solo” Francesca da Polenta. Due personaggi in uno; e due
sguardi critici a confronto.
Spettacoli
Il viaggio nell’universo dantesco proposto nelle quattro giornate di Dante2021
offre l’opportunità di un variegato itinerario, tra incontri, immagini, suoni, parole
e spettacoli, che consente di avvicinarsi, o riavvicinarsi, da diversi punti di
vista, al sommo poeta.
Il percorso per immagini proposto dalle mostre che caratterizzano questa
edizione del Festival, che si affianca e si sovrappone a quello testuale, è
l’occasione per un incontro con un’altra “possibilità di lettura”, quella attraverso
la musica che trova una prima espressione nel concerto “Attraverso il
Novecento” – previsto mercoledì 5 settembre alle 21 nei Chiostri Francescani frutto dell’appassionato intreccio collaborativo tra il Conservatorio ‘Luigi
Cherubini’ di Firenze (Ensemble Luigi Dallapiccola, diretto da Luciano Garosi)
e l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Giuseppe Verdi’ di Ravenna (Ensemble
Cameristico, coordinato da Luciano Bertoni). Il programma presenta musiche
di affermati musicisti del Novecento, come Sylvano Bussotti, Luigi
Dallapiccola, Romano Pezzati e Carlo Prosperi, che introducono e
‘abbracciano’ quattro nuove creazioni di giovani compositori italiani dedicate a
Dante, qui eseguite in prima assoluta,: “Già era 'l sole a l'orizzonte giunto” di
Alessandro Grandi (1989); “Dal Canto di Ulisse” di Marco Mannucci (1974);
“Intorno a Dante” di Emilio A. Pischedda (1984) e “Paolo e Francesca” di
Nicola Menci (1974).
Nella seconda serata, il cuore della città, Piazza del Popolo (sempre alle 21)
sarà la cornice per un duplice appuntamento che avrà come protagonisti
Virginio Gazzolo e Roger Eno. Già straordinario interprete lo scorso anno di
una rilettura d’attore del “De vulgari eloquentia” Gazzolo torna a Ravenna per
presentare un nuovo spettacolo, creato appositamente per il Festival: “Vita,
costumi e studi di Dante, come li raccontò Giovanni Boccaccio”. Si tratta di
una raffinata e insieme ironica rivisitazione del “Trattarello in lode di Dante” di
Boccaccio in cui l’autore e protagonista porta in scena, facendoli interagire, i
due autori, prosa contro poesia, biografia reale contro leggenda quasi
“agiografica”. A seguire, con tutt’altro “sguardo”, si volgerà a Dante l’inglese
Roger Eno (pianoforte) che eseguirà una sua composizione ispirata al poeta:
“When I had journeyed half of our life’s way / I found myself within a shadowed
forest” [traduzione inglese dei primi due versi della Commedia]. La musica
discreta di Eno (con il vulcanico fratello Brian ha anche firmato brani inseriti
nelle colonne sonore di pellicole di successo come “Trainspotting”, “The
Jacket” e “9 settimane e ½”) da sempre sospesa fra elettronica e vocazione
"colta", fra onirici tappeti sonori e una ricca vena melodica. Il linguaggio
musicale di Eno (che ha collaborato tra gli altri con Marianne Faithfull e Lou
Reed) è il frutto di una costante ricerca della cantabilità popolare attraverso
mezzi che appartengono alla grande tradizione classica; il suo album più noto
‘Voices’ mostra chiaramente la sua empatia con la musica di Erik Satie.
Venerdì 7 settembre, ancora in Piazza del Popolo, un’altra creazione per
Dante2021, e nuovo terreno di confronto: un viaggio all’Inferno e al Paradiso
con gli occhi e le parole di una tradizione culturale diversa ma ‘parente’: quella
dell’ebreo Immanuel Romano. Un mondo e una tradizione culturale e religiosa
diversa ma ‘interagente’ con Dante, rivivono nella recitazione e nel canto di un
interprete ideale: Moni Ovadia, accompagnato dall’Ensemble Cantilena
Antiqua, diretto da Stefano Albarello, che è anche l’ideatore dello spettacolo.
Immanuel Romano (o “Giudeo”), vissuto tra la seconda metà del XIII e il primo
trentennio del XIV secolo, appare come la figura principale della cultura
letteraria ebraica italiana di quel tempo. Sul finire dell’Ottocento si ipotizzò
un’amicizia diretta con il suo contemporaneo Dante Alighieri per il quale
compose un sonetto in compianto della morte; i due sono certamente
accomunati dalla realizzazione di un viaggio letterario nell’al di là in cui
effettivamente si notano comuni spunti e rimandi. Immanuel immagina un
percorso che dall’Inferno (Tofet) lo porterà al Paradiso (Eden), senza alcun
passaggio dal Purgatorio (come in Dante). Da quest’opera nasce ora uno
spettacolo “L’Inferno e il Paradiso – Ha-Tofet ve-ha Eden – di Immanuel
Romano”, il primo realizzato in tempi moderni, che vede come protagonista
naturale Moni Ovadia, attore, musicista e intellettuale, naturale discendente di
quella cultura illuminata ebraica di cui l’autore fu un protagonista del suo
tempo. L’ambientazione scelta è quella della corte di Can Grande della Scala
a Verona, luogo dove sia Immanuel che Dante soggiornarono: un ambiente
fervido di iniziative culturali e di incontro tra le culture monoteiste. Sembra che
in questo luogo entrambi gli autori siano venuti a conoscenza del Liber scalae
Machometi che si può ritenere tra le fonti delle due opere in questione. Per
questo, la scelta dell’ideatore di questo spettacolo (Stefano Albarello, esperto
di cultura musicale e teatrale medievale) è stata quella di creare un
contenitore di suoni, parole ed immagini, legate al periodo storico del primo
Trecento. Il testo dell’opera, interpretato da Moni Ovadia, si alternerà con canti
di tradizione medievale ebraica e cristiana eseguiti dall’Ensemble Cantilena
Antiqua, con strumenti dell’epoca. Faranno da scenografia al racconto una
serie di suggestive proiezioni di immagini tratte da manoscritti ebraici del XIV
secolo provenienti dalle più importanti biblioteche d’Europa, anche per
sottolineare la radice europea di una certa cultura ebraica che almeno fino alla
fine del Quattrocento visse in armonia con la cristianità.
Sabato 8 settembre, ancora in piazza, la consegna del Premio “Dante
Ravenna”, attribuito quest’anno al grande Giorgio Albertazzi, decano degli
interpreti danteschi, tanto in intimità coi versi della Commedia da intitolare il
suo intervento con una sorridente ‘capriola’: “Dante legge Albertazzi”, titolo
anche di un suo spettacolo di alcuni anni fa che, come sottolineava lo stesso
Albertazzi, “non è tanto ‘dizione’ o ‘lettura’ dei versi, delle prose o della filosofia
dantesca, quanto un tentativo di scoprire Dante nella cultura, nelle opinioni,
nella cronaca della sua vita e nella storia del suo tempi. Un modo per dare del
‘tu’ al divino Alighieri, ma anche per scovare i suo vizi e i suoi tic, insomma
toglierlo dalla didascalia didattica”. Parole e ritmi danteschi sapientemente
proiettati ora nello specchio di una recitazione distillata e straordinariamente
vitale di un artista capace di scrivere “Ormai lo sanno tutti che sono
contemporaneo di Dante!”.
Nella stessa serata la chiusura festosa di Dante2021 sarà con la voce di Arisa,
l’artista divenuta popolare con la vittoria sanremese del 2008, che presentarà
“Amami” il suo ultimo album in un concerto - accompagnata al pianoforte da
Giuseppe Barbieri - ricco di pezzi melodici in cui il tema dell’amore,
tormentato, a volte inespresso o perso, è il filo conduttore.
Il programma dettagliato:
Mercoledì 5 settembre
Preapertura di Dante2021 e del Settembre Dantesco
In collaborazione con il Comune di Ravenna
> Biblioteca Classense. Sala Muratori - ore 18.00
Via Baccarini, 3
Fotografare l’Italia della Commedia: vecchi e nuovi paesaggi danteschi
Presentazione delle mostre (1898-1921-2012)
> Biblioteca Classense. Manica Lunga - ore 19.00
Via Baccarini, 5
Inaugurazione della mostra
Paesaggi italici nella Divina Commedia
50 foto di Vittorio Alinari (1921)
In collaborazione con Alinari 24ore
(aperta fino al 6 ottobre; lunedì-sabato, 10:00-18:00)
Introduzione musicale a cura dell’Istituto musicale “Giuseppe Verdi” di
Ravenna e del Conservatorio di musica “Luigi Cherubini” di Firenze.
> Antichi Chiostri Francescani della Fondazione Cassa di Risparmio di
Ravenna - ore 21.00
Via Dante Alighieri, 4/6
Inaugurazione delle mostre
Dante illustrato. Paesaggi per la Divina Commedia
Foto di Giuseppe Cremoncini per Corrado Ricci (1898)
a cura di Marilena Tamassia, responsabile del Gabinetto Fotografico degli
Uffizi
(aperta fino al 7 ottobre; tutti i giorni, 10:00-19:00)
Ne la pittura tener lo campo (II edizione). 10 artisti europei per Dante Alighieri
a cura di Paola Facchina e Francesco Giannattasio
Maria Abbadessa (Italia), Nebojsa Bogdanovic (Serbia), Tommaso Cascella
(Italia), Maria Fischbacher (Austria), Carolina Gallois (Francia), Joachim Hiller
(Germania), Andrew James (Inghilterra), Ines Lenz (Svizzera), Friedericke
Oeser (Germania), Ymer Shaqiri (Kosovo)
(aperta fino al 9 settembre; tutti i giorni, 10:00-19:00)
Inaugurazione della Sala Multimediale del Museo dantesco
Nuovi paesaggi danteschi, virtuali e tridimensionali
Attraverso il 900
Concerto congiunto dell’Ensemble cameristico dell’Istituto superiore di studi
musicali “Giuseppe Verdi” di Ravenna, coordinato da Luciano Bertoni e
dell’Ensemble “Luigi Dallapiccola” del Conservatorio di Musica “Luigi
Cherubini” di Firenze, diretto da Luciano Garosi. Musiche di Sylvano Bussotti,
Luigi Dallapiccola, Romano Pezzati, Carlo Prosperi; quattro composizioni
inedite ispirate all’opera di Dante Alighieri, di Alessandro Gradi, Marco
Mannucci, Nicola Menci e Emilio Arnaldo Pischedda.
Giovedì 6 settembre
>Antichi Chiostri Francescani della Fondazione Cassa di Risparmio di
Ravenna - ore 17.30
Via Dante Alighieri, 4/6
Apertura ufficiale del Festival Dante2021: Lanfranco Gualtieri, Presidente
della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; Nicoletta Maraschio,
Presidente dell’Accademia della Crusca.
Presentazione del primo volume delle Conversazioni di Dante2021 (edizione
2011) a cura di Domenico De Martino (Ravenna, Longo editore, 2012)
Pulcinella va all’inferno commedia per burattini di e con Alessandro Libertini e
Véronique Nah (Compagnia Teatrale Piccoli Principi)
La Commedia: dai manoscritti alle edizioni scolastiche.
Con Rosario Coluccia, Marzio Porro, Paolo Trovato
> Piazza del Popolo - ore 21
Vita, costumi e studi di Dante, come li raccontò Giovanni Boccaccio
di e con Virginio Gazzolo
«When I had journeyed half of our life’s way, / I found myself within a shadowed
forest»
di e con Roger Eno (pianoforte)
Venerdì 7 settembre
> Antichi Chiostri Francescani della Fondazione Cassa di Risparmio di
Ravenna - ore 17,30
Via Dante Alighieri, 4/6
Dante testimone per l’eternità
Incontro con Carlo Ossola; con la partecipazione di Silvio Orlando
> Piazza del Popolo - Ore 21
L’inferno e il paradiso – Ha-Tofet ve-ha Eden – di Immanuel Romano.
Il viaggio nell’aldilà di un ebreo tra XIII e XIV secolo.
Con Moni Ovadia e l’Ensemble Cantilena Antiqua diretto da Stefano Albarello
Sabato 8 settembre
> Antichi Chiostri Francescani della Fondazione Cassa di Risparmio di
Ravenna - ore 17,30
Via Dante Alighieri, 4/6
Indagini su Francesca da Rimini.
Incontro con Lorenzo Renzi e Luca Azzetta
Per Francesca da Polenta, interludio musicale per voce, liuto, salterio e
percussioni.
Con Stefano Albarello e Marco Muzzati
> Piazza del Popolo - ore 21
Premio Dante Ravenna a Giorgio Albertazzi
Promosso dall’Accademia della Crusca e dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna
Dante legge Albertazzi
Arisa: Amami
con Arisa e Giuseppe Barbera (pianoforte)
Ufficio Stampa Fabio Ricci
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Collegamento sorgente: http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0028471-dante-2021-siamplia-e-premia-giorgio-albertazzi