Musica, cultura e società
nelle corti rinascimentali
Napoli aragonese
Il Regno di
Napoli
nel periodo
aragonese
(1442-1504)
Alfonso V d’Aragona, I re aragonese di Napoli
(dal 1442 al 1458)
Ferrante (Ferdinando) I, re di
Napoli dal 1458 al 1494)
Alfonso II re di Napoli (1494-1495)
Ferrandino (Ferdinando II) re di
Napoli (1495-1496)
Federico I re di Napoli (1496-1501)
Il maschio angioino
L’arco di trionfo di Alfonso I
La musica alla corte aragonese di Napoli
• Prima di conquistare il Regno di Napoli Alfonso aveva una piccola cappella
musicale, sul modello di Avignone. Documentazione scarsa, non ci saranno
stati che circa 7 cantori quando lui arriva in Italia. È un sovrano guerriero, la
cappella viaggia con lui nel campo. Dimensioni agili. Comunque dagli anni
1430 in avanti è chiara la continuità dell’istituzione.
• Il suo modello è quello di una cappella regale dell’epoca, inizi del XV secolo.
Dedicata alla devozione del principe, cui aggiunge solennità con la possibile
esecuzione di polifonia, ma le dimensioni sono ridotte.
• Le cose cambiano con la conquista del Regno nel 1442: abbiamo notizia
della presenza di 2 organisti, e con ancora dei fanciulli, i pueri cantores,
proprio come c’era in Spagna, nella sua cappella di Barcellona. Non erano
una costante di tute le Cappelle, ma potevano esserci. Per esempio nella
cappella del papa non c’erano;
• Nel 1444 ci sono 15 membri inclusi i maestri di cappella e il maestro dei
fanciulli;
• Sono tutti Spagnoli.
• Questo ultimo particolare è importante. Con Alfonso la
corte di Napoli è la residenza preferita di un re che ha
diverse corone (Aragona, Sicilia, Napoli), ma la cui
identità resta quella di un sovrano catalano. La
cappella è dominata dagli spagnoli così come la
burocrazia e l’amministrazione sono in lingua
catalana, e la poesia è in castigliano. La cappella
appartiene alla “casa reale”, ne condivide quindi le
caratteristiche amministrativo-burocratiche e
ideologiche.
• Da questo punto di vista la cappella è una istituzione
per così dire connotata in senso “provinciale”,
localistico, rispetto a quella del papa o di altri potentati
della Penisola, come vedremo, che favoriranno
cantori/compositori internazionali.
• Nel 1453 arriva nella cappella JOHANNES
CORNAGO che inizia un rapporto che
continuerà con il successore Ferrante I;
• Cornago compone poi per Alfonso la messa
Aggio visto lo mappamondo. È a 3 voci come le
messe scritte per la Cappella di corte di Napoli.
È una messa ciclica, quindi come le messe sul
L’homme armé si basa su un cantus firmus (di
origine profana) uguale per tutti e 5 i movimenti
dell’ordinarium missae. È il genere principale, il
tipo di composiziuone più lungo, il cantus
magnus, come dirà Tinctoris, il grande
compositore e teorico della corte di Ferrante.
La musica a Napoli sotto Ferrante I
• Con Ferrante I (1465) la cappella di corte viene ampliata e riorganizzata sul
modello papale (romano stavolta). Continua cioè quel processo di
internazionalizzazione che aveva iniziato a perseguire il padre.
• Adesso i cantori/compositori iniziano a essere cercati sempre più al nord.
Ma non si perde mai la connotazione Spagnola.
• C’è sempre una presenza di Spagnoli, ma arrivano forze nuove. Primi fra
tutti i compositori Johannes Vincenet, Johannes Cordier, e ancor di più
Johannes Tinctoris, il compositore, umanista e teorico della musica, che
costituì il punto di riferimento per il sapere musicale per tutta la seconda
metà del ‘400. Scriverà una serie di trattati sulla musica dedicati per la
maggior parte ai sovrani e ai principi reali di Napoli, inoltre sovrintenderà alla
copiatura di importanti manoscritti (come lo chansonnier “Mellon”, vedi oltre).
• Uno dei suoi trattati è per noi particolarmente importante: il Terminorum
musice diffinitorium, un dizionario di termini musicali donato alla principessa
Beatrice figlia di Ferrante che si sposa con Mattia Corvino (a lei era stato
donato dalla Borgogna il manoscritto di Napoli con le 6 messe l’Homme
armé).
• Questo dizionario è concepito come un prontuario di termini e spiegazioni,
tutto quello che avreste voluto sapere sulla musica, e qui c’è la famosa
classificazione dei generi compositivi: messa = cantus magnus, mottetto =
cantus mediocris, chanson (cantilena)=cantus parvus.
Aggio visto lo mappamondo
Aggio visto lo mappamondo
E la carta da navicare
Ma Cicilia pure mi pare
La più bella isola del mondo
Ripresa (ritornello) di una barzelletta composta di più
stanze:
Ritornello xyyx; stanza, formata da mutazioni abab, e
volta bccx; segue ritornello xyyx, e così via
Aggio visto lo mappamondo
Aggio visto lo mappamondo
E la carta da navicare
Ma Cicilia pure mi pare
La più bella isola del mondo.
x
y
y
x
Ripresa
[…]
Stanza
Tre Cicilie son, non piue,
Tota tri si coronaro,
Re Alfonso n’a le due
Citrafaro e Ultrafaro,
E la terza è ‘n calendaro,
Non si parla de la quarta,
Non si trova scripta in carta,
Perché venne d’altro mondo.
a
b
a
b
b
c
c
x
mutazioni
volta
Aggio visto lo
mappamondo
canzone monodica che
celebra le imprese di
Alfonso I come re di
Napoli (Sicilia)
Ferrante I ingrandisce e internazionalizza la
cappella di corte. Arrivano i primi
cantori/compositori oltremontani
• Johannes Vincenet
• Johannes Cordier
• Johannes Tinctoris
Musica alla corte di Ferrante I: lo chansonnier “Mellon”
(1470-80). Confezionato per Beatrice d’Aragona, figlia di
Ferrante e sposa del re d’Ungheria Mattia Corvino
Musica alla corte di Ferrante I: J. Tinctoris, O virgo dei,
“Beatissime virgini dive Beatrici de Aragonia”, mottetto
celebrativo per Beatrice nello chansonnier “Mellon”
La musica e i libri di musica delle corti
francese e borgognona sono il modello per
la musica e per il libri di musica delle corti
europee del ‘400. Anche nella corte
aragonese di Napoli si confezionano
chansonniers simili a quelli in uso nelle
corti del nord. Nelle prossime slides ci
sono alcuni esempi di questi preziosissimi
libri di piccolo formato in pergamena e
riccamente decorati
Chansonnier francese del ‘400
(Chansonnier “Laborde”)
Altro Chansonnier francese del ‘400