Alessandro Rinaldi
STATISTICA ECONOMICA
E TERRITORIO
Fonti statistiche, indicatori e metodologie
di analisi per lo studio delle economie locali
Copyright © MMIX
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via Raffaele Garofalo, 133 A/B
00173 Roma
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ISBN
978–88–548–2469–0
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senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: aprile 2009
5
Indice
CAPITOLO I L’INFORMAZIONE STATISTICA DI BASE
PER L’ANALISI SOCIO-ECONOMICA .........................................11
1.1. Considerazioni introduttive: il contributo delle
statistiche alla ricerca economica .............................................11
1.2. Le dimensioni della qualità delle informazioni
statistiche ..................................................................................17
1.3. Il ruolo della meta-informazione.............................................19
1.4. L’organizzazione della produzione statistica in campo
internazionale e nazionale ........................................................22
1.4.1. Il contesto internazionale.......................................................... 22
1.4.2. La statistica ufficiale in Italia ................................................... 25
1.5. Una rassegna delle principali fonti statistiche per
argomento .................................................................................28
1.5.1. I principali documenti a dimensione nazionale ........................ 28
1.5.2. I censimenti ............................................................................... 32
1.5.3. Territorio, popolazione e abitazioni ......................................... 38
1.5.4. La struttura imprenditoriale ..................................................... 41
1.5.5. Il mercato del lavoro................................................................. 47
1.5.6. I conti economici....................................................................... 51
1.5.7. Il commercio con l’estero ......................................................... 59
1.5.8. I dati del credito e delle assicurazioni ...................................... 61
1.6. Le banche dati statistiche disponibili sul WEB........................63
1.6.1. Le dinamiche di sviluppo dell’informazione statistica on line.. 63
1.6.2. Alcune banche dati on line internazionali ................................ 65
1.6.3. Le banche dati on line nazionali............................................... 70
Bibliografia essenziale ...................................................................97
6
Indice
CAPITOLO II IL RUOLO E LE CARATTERISTICHE
DELLA COMPONENTE TERRITORIALE.................................... 99
2.1 Il ruolo del territorio nelle analisi statistiche ........................... 99
2.1.1. Le caratteristiche della variabile territoriale ........................... 99
2.1.2. Le tipologie di aree nel caso italiano ..................................... 100
2.1.3. Le aree adottate nell’Unione Europea ................................... 109
2.1.4. Le aree finalizzate................................................................... 114
2.2 La domanda e l’offerta di informazione statistica su
scala locale ............................................................................. 120
2.2.1. Il livello di sviluppo dell’informazione statistica territoriale. 120
2.2.2. I sistemi GIS e la geocodifica di dati individuali .................... 128
2.3. Altre definizioni e classificazioni rilevanti nell’analisi
territoriale............................................................................... 132
Bibliografia essenziale................................................................. 137
CAPITOLO III LA COSTRUZIONE DEGLI INDICI ................ 139
3.1. Misurare i fenomeni socio-economici attraverso indici
quantitativi ............................................................................. 139
3.1.1. Il calcolo di rapporti e indici statistici ................................... 139
3.1.2. Alcune possibili classificazioni degli indicatori ..................... 143
3.2. La teoria dei numeri indice ................................................... 145
3.2.1. Aspetti generali....................................................................... 145
3.2.2. I numeri indice semplici.......................................................... 145
3.2.3. I numeri indice complessi e loro proprietà............................. 146
3.2.4. I numeri indice dei prezzi e l’inflazione.................................. 152
3.2.5. I principali indici calcolati dall’ISTAT .................................... 156
3.3. La costruzione di indici compositi........................................ 169
3.3.1. Le problematiche di calcolo degli indici compositi................ 169
3.3.2. Alcuni esempi di indici compositi calcolati a livello
internazionale e nazionale ..................................................................... 175
3.4. Alcune tipologie di indici rilevanti per l’analisi
economica territoriale ............................................................ 180
3.4.1. I numeri indice territoriali...................................................... 180
3.4.2. Gli indici di concentrazione.................................................... 190
3.4.3. Gli indici di localizzazione e specializzazione........................ 197
Indice
7
3.4.4. Gli indici di autocorrelazione spaziale................................... 202
Bibliografia essenziale .................................................................209
CAPITOLO IV I SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA .........211
4.1. I settori economici e la loro classificazione ..........................211
4.2. Le specificità dell’analisi settoriale.......................................219
4.2.1. L’agricoltura, silvicoltura e pesca.......................................... 225
4.2.2. L’industria............................................................................... 229
4.2.3. Il terziario ............................................................................... 235
4.2.4. Il settore nonprofit .................................................................. 250
4.3. Il rapporto tra settori economici e territorio: il caso dei
distretti industriali...................................................................257
Bibliografia essenziale .................................................................263
CAPITOLO V LA REALIZZAZIONE DI RILEVAZIONI
STATISTICHE IN AMBITO ECONOMICO.................................265
5.1. Considerazioni introduttive...................................................265
5.2 I fenomeni oggetto di interesse in una indagine
quantitativa sulle imprese .......................................................266
5.3 L’impostazione dell’indagine: le variabili chiave..................270
5.4. Le tecniche di rilevazione .....................................................274
5.5. La costruzione di questionari ................................................279
5.6. Gli archivi disponibili con riferimento agli operatori
economici ...............................................................................284
5.7. La predisposizione del disegno di campionamento ..............285
5.8. Territorio e indagini campionarie..........................................294
Bibliografia essenziale .................................................................299
9
Presentazione
Questo libro si pone l’obiettivo di trattare temi rilevanti della statistica economica con un taglio di carattere operativo. Pur partendo cioè
da necessari riferimenti all’inquadramento teorico degli argomenti
trattati, gli stessi sono affrontati esplicitando problematiche di ricerca
(e di progettazione della ricerca) con una verifica approfondita
dell’informazione disponibile.
Un’altra peculiarità del lavoro risiede nel costante riferimento alla
dimensione territoriale delle possibilità di analisi, nella convinzione
che buona parte degli studi di statistica economica non possano prescindere da ambiti territoriali di applicazione.
Senza la pretesa quindi di sostituirsi a tradizionali manuali di statistica economica, questo lavoro si rivolge a chi, nella propria attività,
debba utilizzare dati e strumenti di analisi quantitativa concernenti
fenomeni socio-economici, anche articolati su scala territoriale, avendo comunque la possibilità di re-inquadrare e approfondire i temi affrontati nel contesto teorico di riferimento.
Sebbene quindi trovino adeguato spazio nella trattazione argomenti
quali il calcolo di aggregati economici (PIL, consumi, investimenti,
ecc.) o la teoria dei numeri indice, si arriva a fornire anche indicazioni
sulla progettazione di indagini in campo economico piuttosto che sui
possibili canali di reperimento per le informazioni statistiche (anche in
questo caso con una attenzione specifica alla dimensione territoriale)
tra i quali Internet rappresenta un medium in costante crescita.
In queste pagine vengono ripresi e sviluppati molti temi affrontati
nella mia attività di ricerca svolta presso l’Istituto Tagliacarne, Fonda-
10
Presentazione
zione dell’UNIONCAMERE in cui sono in particolare responsabile delle
attività statistiche dell’ufficio SISTAN. Un primo ringraziamento che
debbo rivolgere va quindi a questa struttura, per ciò che ha rappresentato nell’orientamento e nell’accrescimento delle mie competenze
professionali, ai colleghi passati e presenti e ai tanti collaboratori ed
esponenti del mondo accademico con cui ho avuto modo di confrontarmi e condividere molteplici esperienze.
Infine, per l’ affiancamento alla realizzazione di quest’opera, debbo
ringraziare Giacomo Giusti, Letizia Bani e Nicola Quirino, che mi
hanno aiutato a sviluppare specifici argomenti, il prof. Paolo Quirino,
che con la consueta pazienza, saggezza ed esperienza mi ha fornito
indicazioni molto importanti per l’impostazione dell’opera, e il prof.
Roberto Zelli, che con le sue osservazioni critiche mi ha consentito di
apportare necessarie revisioni al testo.
Un ultimo ringraziamento a Simona Leonardi, che mi ha affiancato
nella revisione dell’editing del testo.
Alessandro Rinaldi
11
CAPITOLO I
L’informazione statistica di base per l’analisi socioeconomica
1.1. Considerazioni introduttive: il contributo delle statistiche alla
ricerca economica
Nei manuali di statistica accade spesso di rilevare che il primo capitolo sia dedicato al tema delle fonti. Nonostante questa collocazione
di risalto, il tema tende generalmente a passare in secondo piano per
lasciare spazio alla descrizione dei fondamenti metodologici della
materia e dei suoi risvolti applicativi. L’unica eccezione, come possono ricordare coloro che hanno sostenuto esami di statistica, si può
considerare l’argomento dei censimenti, data l’imponenza, la complessità e la portata informativa di queste rilevazioni decennali che
stanno vivendo oggi una importante stagione di cambiamento.
Nel caso della statistica economica, disciplina dalla natura applicativa finalizzata a tradurre in termini quantitativi i fenomeni economici
nelle loro reciproche interrelazioni, la conoscenza delle fonti statistiche è parte integrante del bagaglio conoscitivo dello studioso, chiamato ad aggiornarsi continuamente sui cambiamenti del panorama delle
rilevazioni statistiche e delle relative definizioni, classificazioni, metodologie e tecniche di indagine adottate.
Visto dalla nostra angolazione, lo studio della realtà economica
(ma spesso anche di quella sociale) parte quindi da analisi quantitative
basate su dati e indicatori statistici, elementi necessari anche nella fase
ideativa e di progettazione delle attività di ricerca, la cui mancata disponibilità può costituire un vero e proprio ostacolo alla loro realizza-
12
Capitolo I
zione. Solamente con l’approntamento di risorse adeguate è infatti
possibile pensare di produrre tutte le informazioni necessarie; molto
più spesso ci si deve confrontare con i dati esistenti, che sono insufficienti a soddisfare la domanda degli utilizzatori. Ecco quindi che un
uso consapevole dell’informazione di base rappresenta un presupposto
fondamentale - spesso purtroppo sottovalutato - per la verifica di qualsiasi ipotesi di ricerca.
Prima di entrare nello specifico del tema della produzione di informazione statistica, appare rilevante soffermarsi sul tema del contributo alla conoscenza che le statistiche possono fornire.
Esiste infatti un’ampia serie di posizioni orientate verso uno scetticismo (neanche troppo strisciante) nei confronti delle statistiche, esplicitato anche in aforismi e citazioni attribuiti a personaggi del calibro di Disraeli, Churchill, Twain, ecc., fino ad assurgere a tema di
poesia nel caso del famoso componimento di Trilussa “La statistica”.
Due casi meritano un approfondimento utile a far emergere il senso
delle critiche rivolte alla statistica come materia di studio e ai dati
statistici in genere.
Il primo è quello di Churchill, che mostra di nutrire una certa fiducia solamente nelle statistiche che “ha falsificato”, chiamando con ciò
in causa la dimensione deontologica per chi si trovi a produrre informazione statistica, dato l’elevato potere mediatico (e sostanzialmente
politico) che in determinati ambiti la stessa può possedere. Al di là di
situazioni che sfiorano l’illegalità, tale aspetto può chiamare in causa
non tanto la falsificazione “dall’alto” dei dati, quanto un più frequente
utilizzo “orientato” dal basso, ovvero la strumentalizzazione che della
lettura di un dato può essere fatta, e rispetto alla quale la migliore contromisura possibile è la trasparenza delle fonti e una loro conoscenza
diffusa.
La poesia di Trilussa mette in luce invece una più esplicita sfiducia
nella capacità delle statistiche di cogliere la vera realtà, di cui queste
fornirebbero una immagine ingannevole; e ciò perché, se dalle statistiche risulta che a ciascun individuo “spetti” un pollo all’anno, ci si può
trovare ad avere qualcuno che ne mangia due e qualcun altro che rimane a digiuno (e dunque non solo povero, ma anche “beffato” dalle
statistiche). Traspare quindi un fenomeno riscontrabile anche ai nostri
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
13
giorni (si pensi a fenomeni vissuti da parte delle famiglie, quale la
crescita dei prezzi al consumo), ossia il non riconoscersi da parte del
singolo nelle statistiche espresse in forma aggregata. Al di là della
possibilità da parte di un singolo di apparire per un certo aspetto, come un dato anomalo1 (un outlier), la realtà è che più una popolazione è
variabile, meno il dato medio la rappresenta: è cioè un valore in cui
possono non riconoscersi molti soggetti appartenenti al collettivo considerato. Portando all’estremo l’esempio di Trilussa, nel caso del confronto tra due soggetti, uno con due polli e l’altro con nessuno, una
media pur correttamente calcolata di un pollo a testa appare come un
dato privo di significato, perché riferito alla situazione di massima
variabilità possibile; attenzione, dunque, ad un uso appropriato delle
metodologie e all’interpretazione corretta dei loro risultati.
In posizione diametralmente opposta a quella degli scettici si collocano i “fanatici del dato”, ovvero coloro che attribuiscono un valore
quasi totemico a dati e statistiche, considerati portatori di verità in sé
anche se poi confinati dagli stessi in calcoli di scarso valore quali il
“numero di passaggi effettuati in una partita di calcio da parte di un
giocatore”.
Preso atto di queste diverse posizioni, come possiamo valutare il
contributo che le statistiche possono apportare alla conoscenza? Non
vogliamo anche noi incorrere nel rischio di assumere posizioni apodittiche, ma trasferire al lettore la convinzione che se un contributo alla
conoscenza può arrivare dalle statistiche, questo risiede nella capacità
che le stesse possiedono di restituire immagini non soggettive della
realtà, espresse nel linguaggio universale delle cifre2.
1
Si pensi all’altezza di un arbitro di pallacanestro rispetto a quella dei giocatori in
campo piuttosto che rispetto a quella della media della popolazione del suo paese:
“anomala” nel primo caso, probabilmente normale nel secondo.
2
Occorre peraltro ricordare che anche la dimensione soggettiva è contemplata tra le
modalità di lettura dei fenomeni, in indagini in cui viene esplicitamente richiesto
agli intervistati il giudizio su determinati argomenti.
14
Capitolo I
Per il tramite di dati, indicatori e metodi statistici è dunque possibile disporre di un supporto a valutazioni e decisioni fondate su basi il
più possibile “oggettive”. Il virgolettato non si deve a una semplice
cautela nell’utilizzo del termine, ma alla constatazione che le statistiche non sono la realtà, ma ne costituiscono una sua rappresentazione
(a volte approssimata) che, volendo esemplificare, non è lontana dalla
raffigurazione delle ombre della caverna platonica, che possono consentire di avvicinarsi alla conoscenza della realtà dalla lettura dei loro
contorni.
Se il concetto che abbiamo tentato di esprimere è chiaro, allora siamo in qualche modo al di là delle critiche dei detrattori, perché come e
più di loro siamo coscienti dei limiti delle statistiche, ma come e più
di loro dobbiamo padroneggiarne concetti e contenuti. Nel contempo,
siamo lontani da posizioni orientate al culto del numero in tutte le sue
possibili sfumature.
Nel formulare qualsiasi giudizio sulla scorta di dati statistici, si dovrebbero perciò adottare verbi al condizionale piuttosto che
all’indicativo, premettendo sempre i limiti delle condizioni di partenza
dettati dall’informazione disponibile.
Ciò premesso, dovrebbe essere chiaro il confine esistente tra osservazione e rilevazione dei dati. Ogni dato riguardante un particolare
aspetto della realtà indagata è infatti il risultato di una registrazione su
supporti di vario tipo effettuata da persone preposte alla rilevazione o
dagli stessi soggetti rilevati (auto-compilazione)3. Questo passaggio
può presentare margini di interpretazione molto variabili: se infatti per
alcuni caratteri la decisione può apparire scontata (ad esempio il sesso
dell’intervistato), per altri la risposta può essere soggettiva o condizionata dal particolare momento dell’intervista (si pensi, ad esempio,
alla richiesta del tempo impiegato per raggiungere il posto di lavoro).
3
E’ diverso il caso delle scienze sperimentali, in cui l’informazione statistica può
essere creata direttamente mediante la registrazione di risultati derivanti
dall’applicazione di prove ripetute (ad esempio la sperimentazione della somministrazione di un farmaco).
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
15
Posto che le informazioni di base vengono rilevate sempre tramite
questionari, modelli, maschere di input, ecc., l’origine delle informazioni può essere di diverso tipo.
Adottando schemi analoghi a quelli utilizzati all’interno del Sistema Statistico Nazionale (si veda in proposito il paragrafo successivo),
i dati statistici possono provenire da:
a) indagini statistiche - rilevazioni progettate con lo scopo di ottenere dati statistici, quali ad esempio tutte quelle realizzate
dall’Istituto Nazionale di Statistica;
b) archivi amministrativi – raccolte di informazioni statistiche come
prodotto derivato di processi amministrativi (si pensi ad esempio
all’Anagrafe della popolazione o al Registro delle Imprese);
c) elaborazioni – ovvero trattamenti statistici su dati di base provenienti da indagini statistiche o archivi amministrativi che portano
a nuova informazione originale (si pensi al caso delle stime di
Contabilità Nazionale);
d) sistemi informativi statistici – raccolte informatizzate di informazioni derivanti dai processi di tipo a) e b), dai diversi soggetti del
SISTAN (ISTAT, INFOCAMERE, INPS, ecc.).
Conoscere la provenienza delle informazioni è importante per un
utilizzo corretto delle stesse. Tralasciando la quarta tipologia, che rappresenta più che atro un canale di veicolazione/reperimento di informazioni statistiche (si veda in proposito il par. 1.6), nel caso delle indagini statistiche occorre sempre approfondire le caratteristiche del
disegno di indagine (soprattutto nel caso delle rilevazioni campionarie) per conoscere le possibilità di articolazione dell’analisi. Altro elemento fondamentale da prendere in considerazione è il questionario
di rilevazione, dal cui esame si evince il modo in cui i dati sono stati
raccolti. Si pensi ad esempio al caso di informazioni di tipo quantitativo ricavate tramite risposta aperta piuttosto che da classi predefinite:
nel primo caso i dati possono essere rielaborati con il massimo della
16
Capitolo I
flessibilità, laddove nel secondo il vincolo delle classi adottate nella
rilevazione non è superabile4.
Per quanto riguarda gli archivi amministrativi, l’avvertenza
all’attento utilizzo dei dati deriva dal fatto che, come già accennato,
l’informazione statistica è il derivato di un processo amministrativo,
non finalizzato in sé alla produzione di statistiche5. Ecco quindi che,
rispetto alle attese di un determinato utilizzatore, il dato di fonte amministrativa può essere caratterizzato da un livello di copertura non
soddisfacente (ad esempio l’INPS, data la funzione previdenziale
dell’ente, produce dati sulle imprese con dipendenti), o la qualità con
cui le informazioni sono raccolte può non essere soddisfacente dal
punto di vista statistico, anche perché le stesse possono essere non
rilevanti ai fini del processo amministrativo (si pensi al dato degli addetti dichiarati nel caso del Registro delle imprese, informazione del
tutto opzionale), o concetti, definizioni e classificazioni utilizzate possono non coincidere con quelli della ricerca statistica.
Il caso delle elaborazioni è, dal punto di vista della possibilità di
valutare i contenuti dell’informazione statistica, il più complesso. Da
una parte, le elaborazioni incorporano in input dati provenienti da indagini statistiche e archivi amministrativi, con le problematiche di
pertinenza già illustrate; dall’altro, nel loro processo di produzione
viene creata nuova informazione grazie all’applicazione di opportune
metodologie, che rappresentano un ulteriore aspetto rilevante da approfondire da parte dell’utilizzatore.
4
Si supponga ad esempio di dover enucleare i maggiorenni all’interno di una rilevazione su individui: nel caso in cui l’età fosse stata rilevata in classi quinquennali, e
con riferimento ad una classe di età compresa tra 15 e 19 anni, non sarebbe possibile
creare uno “stacco” tra prima e dopo i 18 anni di età.
5
Per approfondimenti sul tema dell’utilizzo dei dati statistici di fonte amministrativa
si veda Antolini F. Truglia F. (2009), La Statistica e le Statistiche. Dal Dato Amministrativo al Dato Statistico, LED Edizioni Universitarie, Milano.
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
17
1.2. Le dimensioni della qualità delle informazioni statistiche
Come specificato nella documentazione operativa predisposta
dall’ISTAT6, al fine di verificarne la rispondenza ai requisiti di qualità,
l’informazione statistica può essere trattata come un qualsiasi bene o
servizio. Si può pertanto adottare la definizione di qualità presentata
nelle norme ISO 8402-1984 per un bene o servizio, che presuppongono
“Il possesso della totalità delle caratteristiche che portano al soddisfacimento delle esigenze, esplicite o implicite, dell’utente”.
Al fine di inquadrare correttamente il fenomeno, è inoltre opportuno introdurre un’ulteriore distinzione tra beni o servizi prodotti e il
processo di produzione che porta alla loro creazione. Questa distinzione evidenzia che le caratteristiche di qualità di un prodotto possono
essere in buona parte raggiunte migliorando il processo di produzione
dello stesso.
Si può quindi passare a identificare le dimensioni che caratterizzano la qualità nel caso in cui il bene o servizio in questione sia rappresentato dall’informazione statistica, facendo riferimento alla documentazione EUROSTAT in materia di valutazione della qualità delle
statistiche prodotte dai paesi membri dell’UE, che prevedono i seguenti requisiti:
1) Rilevanza;
2) Accuratezza;
3) Tempestività e puntualità;
4) Accessibilità e chiarezza (o trasparenza);
5) Confrontabilità;
6) Coerenza;
7) Completezza.
Di seguito vengono esposte in sintesi le caratteristiche di queste
proprietà.
6
Fortini M. (2000), “Linee guida metodologiche per rilevazioni statistiche”, ISTAT,
Roma. Molti dei temi trattati in questo paragrafo si rifanno a tale documentazione.
18
Capitolo I
Rilevanza o pertinenza (relevance) - capacità dell’informazione di
soddisfare le esigenze conoscitive degli utenti (includendo fra questi
anche i committenti preposti ad organi di governo centrali o locali). È
evidente che la caratteristica di rilevanza è strettamente collegata con
gli obiettivi considerati in fase di progettazione dell’indagine.
Accuratezza o precisione (accuracy) - grado di corrispondenza fra
la stima ottenuta dall’indagine e il reale (ma ignoto) valore della caratteristica in oggetto nella popolazione-obiettivo. I motivi che possono
causare delle cadute nell’accuratezza dell’informazione sono denominate fonti dell’errore, mentre una sua misura viene fornita dall’errore
totale.
Tempestività (timeliness) e puntualità (punctuality) - intervallo di
tempo intercorrente fra il momento della diffusione dell’informazione
prodotta e l’epoca di riferimento della stessa. Tempi e costi di un processo di produzione sono strettamente in relazione fra loro. Nel caso
di informazioni su scala territoriale il soddisfacimento di tale proprietà
è di più difficile conseguimento.
Accessibilità (accessibility) e chiarezza (clarity) - nota anche col
nome di trasparenza, questa caratteristica corrisponde alla facilità per
l’utente di reperire, acquisire e comprendere l’informazione disponibile in relazione alle proprie finalità. Queste caratteristiche sono influenzate dal formato e dai mezzi di diffusione dell’informazione rilasciata, nonché dalla disponibilità di meta-informazioni a suo corredo.
Confrontabilità o interpretabilità (interpretability) - possibilità di
paragonare nel tempo e nello spazio le statistiche riguardanti il fenomeno considerato. Il grado di confrontabilità è influenzato, oltre che
dalle modificazioni che possono intervenire nel tempo e nello spazio,
anche da cambiamenti intervenuti nelle definizioni e/o nelle modalità
operative adottate dal processo di produzione dell’informazione.
Coerenza (coherence) - per le statistiche derivanti da una singola
fonte la coerenza corrisponde alla possibilità di combinare le inferenze
semplici in induzioni più complesse. Quando si tratta di informazioni
estratte da fonti diverse, e in particolare di quelle prodotte con diversa
periodicità, le statistiche possono essere considerate coerenti finché
basate su definizioni, classificazioni e standard metodologici comuni.
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
19
Completezza - caratteristica trasversale ai singoli processi, consistente nella capacità di questi di integrarsi per fornire un soddisfacente
quadro informativo del campo di osservazione.
A queste proprietà possono essere aggiunte:
Credibilità - livello di fiducia che gli utilizzatori ripongono nel soggetto che l’ha prodotta, in quanto ritenuto affidabile.
Tutela della riservatezza dei rispondenti - ovvero, come suggerito
dall’ISTAT, la garanzia dell’anonimato per ciascuno dei soggetti (individui, famiglie, imprese,...) che hanno fornito le informazioni utili alla
conduzione dell’indagine.
1.3. Il ruolo della meta-informazione
In una trattazione sull’utilizzo dell’informazione statistica il tema
delle meta-informazioni deve ricoprire uno spazio a sé stante.
Si intende in particolare per metadati tutto quell’insieme di “informazioni sulle informazioni”, ovvero tutto ciò che è necessario conoscere per utilizzare in modo completo e adeguato l’informazione in
oggetto. Sono quindi metadati le definizioni sottostanti i fenomeni
indagati (ne viene presentata una rassegna nella tab. 1.1), così come le
classificazioni adottate per raggruppare le unità statistiche, ma rappresentano ovviamente meta-informazione anche i già citati questionari
di rilevazione.
Si pensi ad esempio alla definizione di “occupato” adottata
dall’indagine sulle forze di lavoro condotta dall’ISTAT, all’apparenza
scontata (occupato è “chi lavora”) e invece estremamente articolata. Si
definiscono infatti occupate:
“le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento
dell’indagine:
hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che
preveda un corrispettivo monetario o in natura;
hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di
un familiare nella quale collaborano abitualmente;
sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza
non supera i tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a
percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti as-
20
Capitolo I
senti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono
considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se
l’assenza non supera i tre mesi”.
Tab. 1.1 – Alcune raccolte di definizioni rilevanti a fini statisticoeconomici
Definizioni Istat
Glossario dei termini statistici
http://www.istat.it/cgibin/glossario/indice.pl
Il glo ssario statistico on line ISTAT contiene oltre 700
voci tratte dall’Annuario statistico italiano , relative
all’intero repertorio delle statistiche ufficiali prodotte
dall’ISTAT e da altri enti del SISTAN. Le definizioni,
periodicamente aggiornate e presentate alfabeticamente,
si riferiscono principalmente alle unità di analisi, alle
variabili, alle classificazioni utilizzate nelle indagini
nonché ai co ncetti e alle terminologie tecnico
scientifiche di riferimento.
Altre definizioni internazionali
UN Glossary of Classification Terms
http://unstats.un.o rg/unsd/class/fa Il Glossario è stato approvato come un documento
mily/glo ssary_short.asp
operativo da un gruppo di esperti nell'ambito
dell'I nternational Economic and Social Classifications .
OECD Glossary of Statistical Terms
http://stats.oecd.org/glo ssary/
ISI Glossary of Statistical Terms
http://ec.europa.eu/comm/eurosta L'International Statistical Institute (ISI) ha compilato un
t/research/index.htm?http://europ glossario dei termini statistici in diverse lingue (tra cui
a.eu.int/en/comm/eurostat/researc l'italiano ).
h/isi/&1
Questo glossario co ntiene un'ampia raccolta di
definizioni riguardanti le principali tipologie di dati
raccolti dall'Organizzazione. Il glossario contiene anche
definizioni concernenti co ncetti, termini chiave e
acronimi di uso comune. Le definizioni sono anzitutto
tratte dalle linee guida e dalle raccomandazioni
predisposte negli ultimi due o tre decenni da
organizzazioni statistiche internazionali (ONU, ILO,
OCSE, Eurostat, FMI) lavorando con gli istituti
nazionali di statistica e altre agenzie responsabili della
produzione e della diffusione di dati statistici.
Fonte: ISTAT - http://www.istat.it/strumenti/definizioni/.
Ai non addetti ai lavori può sembrare semplice pignoleria, ma conoscere bene gli aspetti definitori è il primo passo della lunga marcia
dell’attività di analisi statistico-economica, e soprattutto per evitare di
commettere gravi errori di interpretazione dei fenomeni. Restando al
tema del mercato del lavoro, non tutti sanno che i disoccupati (o meglio le persone in cerca di occupazione) sono definiti e rilevati
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
21
dall’indagine sulle forze di lavoro e non tanto da liste di collocamento
che possono presentare discrepanze rilevanti rispetto all’effettiva consistenza del fenomeno.
Se la conoscenza delle definizioni è il presupposto necessario
all’utilizzo delle informazioni statistiche, le classificazioni (di cui viene presentata una selezione nella tab. 1.2) rappresentano il “lessico” di
riferimento per ogni argomento che presenti una molteplicità di sfaccettature.
Tab. 1.2 – Alcune raccolte di classificazioni rilevanti a fini statisticoeconomici
Cla ssific a zio n i a d o tta te d a ll'IS T A T
C la ssific azio n e d elle attività
e co n o m ic he - A T E CO
C la ssific azio n e d elle fo rm e g iu r id ic h e
d e lle u nità le g ali
C la ssific azio n e d elle p ro fe ssio n i
C la ssific azio n e d ei tito li d i stu d io
h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin
izio n i/ate co /
h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin
izio n i/u n ita_ leg a li/
h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin
izio n i/p ro fe ssio n i/
C la s sific azio n e d elle attiv ità ec o n o mich e ad o tta ta in
I talia.
C la s sific azio n e co m p le ta e co er en te d elle u n ità leg a li p er
fo rma g iu rid ica r ed a tta d all'I ST A T .
C la s sific azio n e elab o ra ta e ag g io rn ata o g n i d ieci a n ni
d a ll'I ST A T in o c casio n e d ei Ce n sime nti d e lla
p o p o la zio ne .
h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin L 'IS T A T h a p re d isp o sto ne l 2 0 0 3 , p er la p rim a v o lta in
izio n i/tito li_ d i_ stu d io /
I talia, u na c la ssifica zio n e d ei tito li d i stu d io .
E len c o d e lle A mministraz io n i P u b blic he h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin S u lla b ase d el S E C 9 5 , il s istem a eu r o p eo d ei c o n ti,
izio n i/elen co _ a mm in istra zio ni_ p u l'I ST A T p r ed isp o ne l'e le nc o d e lle u nità istitu z io n a li ch e
b b lich e/
fa n no p a rte d el se tto re d e lle A m min istr az io n i P u bb lich e
( Se tto re S 1 3 ), i cu i co nti c o n co r ro n o alla co str u zio n e
d e l Co nto e co n o m ico c o n so lid a to d e lle A mmin istra zio ni
P u b b lic h e.
C o d ici d ei c o mu n i, d elle p ro v inc e e
h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin L a c o d ifica d e i terr ito r i, c u rata d a ll'I ST A T , v ien e
de lle regio n i
izio n i/co m u n i/
a g g io r n ata an n u alme nte su lla b ase d elle mo d ific h e
in terc o rse n ell'assetto d elle v ar ie ar ee d e l Pa ese.
C la ssific azio n e d eg li sta ti ester i
h ttp ://w w w . istat. it/stru m en ti/d efin L ’ IS T A T attrib u isce a d o g n i stato este ro esiste nte u n
izio n i/cittad in a nz e/
c o d ic e d i tre c ifre , ag g io rn an d o l'elen co a seg u ito d elle
v a ria zio n i ch e av v en g o n o ne lla co n fig u r az io n e
g e o p o litic a mo n d iale .
A ltre cla ssifica zio n i in tern a zio n a li
E u ro stat's M e tad ata S er ve r - RA M O N
N o me nc la tu re o f T er rito ria l U n its fo r
S tatistics - N U T S
h ttp ://ec. eu r o p a. eu /eu r o stat/ra mo S tru m en to co m p re nd e n te co n ce tti, d e fin iz io n i,
n/
n o r ma tiv a d i riferime nto , meto d o lo g ie, c la ssifica zio n i,
g lo ssari, co d ific h e e mate riali r ela tiv i ai v a ri p ae si
d e ll'U E .
h ttp ://ec. eu r o p a. eu /eu r o stat/ra mo C la s sific azio n e d elle ar ee a ll'in ter n o d e ll'U E .
n /n u ts/h o m e_ r eg io ns_ en . h tml
C la ssific atio n o f E co n o m ic A c tiv ities in h ttp ://ec. eu r o p a. eu /eu r o stat/ra mo
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n /n o me n cla tu re s/ind e x. cfm ?T a rg e
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U T &S trN o m= N A C E _ RE V 2 &S tr
L a n g u ag eC o d e =E N
I n tern a tio n al S tan d ar d C la ssific atio n o f h ttp ://w w w . ilo .o rg /p u blic /e n g lish /
O ccu p a tio n s - IS CO
b u r eau /stat/isc o /in d ex . htm
I n tern a tio n al S tan d ar d C la ssific atio n o f
E d u catio n - I SC E D
C la s sific azio n e d elle attiv ità ec o n o mich e attu a lme n te in
v ig o re a ll'in te rn o d ell'U E .
D i q u esta class ific az io n e, fin alizz ata a fo r nire u n q u ad ro
o rg an ico ed esau r ie nte d ei p r o fili p ro fe ssio n ali a liv ello
in tern a zio na le è r esp o n sab ile l'I L O .
h ttp ://w w w . u n esco . o rg /e d u catio n Q u esta classific az io n e fu cre ata n ei p r imi a n ni '7 0
/info rma tio n /n fsu ne sco /d o c/isc ed d a ll'U N E SC O co n lo sco p o d i d isp o r re d i
_ 1 9 9 7 . h tm
c ate g o rizza zio n i o mo g e n ee su l tema d e ll'istr u zio n e a
liv ello in te rn az io n ale.
Fonte: Istat - http://www.istat.it/strumenti/definizioni/.
22
Capitolo I
Si pensi ad esempio alla classificazione del fenomeno “malattia” in
medicina, oppure a quella dei “titoli di studio” nel caso
dell’istruzione, delle “attività economiche” per le imprese, delle “aree” per le analisi territoriali, delle “professioni” per il lavoro, ecc.
Le classificazioni agevolano il lavoro statistico da più punti di vista: perché esauriscono per ciascun argomento (grazie al lavoro di
gruppi interdisciplinari di esperti che hanno approfondito i temi in
oggetto) il panorama delle possibili manifestazioni del fenomeno (si
pensi al caso della classificazione di tutte le attività economiche, informazione che deve essere periodicamente aggiornata in base alla
nascita e allo sviluppo di nuove attività e, parallelamente, al declino di
altre), ma anche perché uniformano terminologie e modalità di catalogazione delle caratteristiche di vari fenomeni per più enti e istituzioni.
Tra le classificazioni uno spazio specifico è ricoperto da particolari
raggruppamenti inerenti variabili quantitative. Tra questi, spiccano le
classificazioni per classi di età degli individui, dei comuni per la dimensione demografica e, nel caso delle imprese, l’articolazione per
dimensione. La dimensione d’impresa si basa usualmente sul numero
di addetti (dipendenti e indipendenti, incluso il titolare), e vede raggruppamenti in classi tra i quali spicca quello adottato in ambito europeo che identifica le Piccole e Medie imprese (PMI) o Small and Medium Enterprises (SME) come le imprese con meno di 250 addetti.
1.4. L’organizzazione della produzione statistica in campo internazionale e nazionale
L’importanza del ruolo ricoperto dalle statistiche nel governo delle
nazioni ha condotto nel XX secolo a una progressiva strutturazione
dell’offerta di statistiche ufficiali sia in ambito internazionale che nazionale, soprattutto a partire dall’immediato dopoguerra, con un processo avviatosi nel nostro Paese con la creazione dell’Istituto centrale
di statistica nel 1929.
1.4.1. Il contesto internazionale
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), nata nel 1945, riunisce oltre 190 paesi e rappresenta il fulcro del sistema di relazioni internazionali sviluppato negli ultimi sessant’anni.
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
23
In campo statistico l’ONU svolge una funziona apicale, attraverso la
sua Commissione Statistica, formata da 24 paesi membri
dell’organizzazione e chiamata ad approvare tutti i principali standard
di carattere statistico-metodologico.
Nel 1994 la Commissione ha approvato i Principi fondamentali della statistica ufficiale.
Il segretariato della Commissione statistica è assicurato dalla Divisione statistica dell’ONU, che pubblica correntemente i dati statistici
raccolti dai paesi membri e produce i 48 indicatori necessari al monitoraggio dei Millenium Development Goals.
Creato nel 1944 per promuovere la cooperazione internazionale in
campo finanziario, assicurare la stabilità del sistema monetario internazionale e sostenere la crescita economica, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) riunisce 184 paesi, normalmente rappresentati dai
ministeri dell’economia e dalle banche centrali nazionali.
Il FMI si occupa di statistiche finanziarie, della bilancia dei pagamenti e del settore pubblico, contribuendo allo sviluppo di standard
statistici internazionali, valutando la qualità delle statistiche prodotte
dai paesi (si veda l’iniziativa dello Special Data Dissemination Standard: http://dsbb.imf.org/) e fornendo assistenza tecnica per le realtà
meno sviluppate.
La Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo o BIRS
(meglio nota come Banca Mondiale o World Bank nella dizione inglese), a cui partecipano 184 paesi, è stata fondata nel 1944 per combattere la povertà e migliorare gli standard di vita nei paesi in via di sviluppo.
Dal punto di vista statistico, la Banca Mondiale contribuisce allo
sviluppo di standard metodologici, raccoglie e pubblica dati statistici,
con particolare attenzione ai paesi meno sviluppati, anche attraverso
linee di credito.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
(OCSE) è stata fondata nel 1961 e raggruppa 30 paesi tra i più industrializzati del mondo.
La Direzione statistica è particolarmente attiva, e opera su tematiche economiche, sociali e ambientali, coordinando l’attività statistica
di tutte le Direzioni.
24
Capitolo I
L’OCSE contribuisce allo sviluppo di standard internazionali, e raccoglie e pubblica una vasta gamma di dati e indicatori statistici, svolgendo attività di assistenza tecnica per i principali paesi non membri.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e
l’agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations - FAO) è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con il
mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la
produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale.
La FAO mette a disposizione on line informazioni, statistiche, studi
e ricerche sulla sicurezza alimentare, sulle produzioni agricole, foreste, pesca, biodiversità, desertificazione, prodotti di base, risorse naturali, alimentazione, ecc.
L’Ufficio statistico delle Comunità europee (EUROSTAT) è una direzione centrale della Commissione europea, organo esecutivo
dell’Unione Europea.
L’EUROSTAT raccoglie e diffonde una grande quantità di dati prodotti dagli istituti nazionali di statistica e da vari enti pubblici, che
confluiscono in diverse banche dati molte delle quali fruibili on line.
Tra le attività principali dell’EUROSTAT rientra la raccolta dei dati
macroeconomici adottati dalla Banca Centrale Europea nella definizione delle politiche monetarie per l’euro e di dati/classificazioni regionali come la Nomenclatura delle Unità Territoriali Statistiche
(NUTS) che ha supportato la definizione delle politiche regionali europee e dei fondi strutturali (si veda in proposito il cap. II).
Tab. 1.3 – Siti WEB degli organismi internazionali impegnati nella produzione di informazioni statistiche
Denominazione
italiana
ONU
FMI
Banca Mondiale (BM)
OCSE
FAO
EUROSTAT
Denominazione
inglese
UN
IMF
World Bank (WB)
OECD
FAO
EUROSTAT
Sito ufficiale
http://www.un.org
http://www.imf.org/
http://www.worldbank.org
http://www.oecd.org
http://www.fao.org/
http://epp.EUROSTAT.ec.europa.eu/
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
25
1.4.2. La statistica ufficiale in Italia
In Italia le informazioni statistiche ufficiali vengono fornite da una
rete di soggetti pubblici e privati facenti parte del Sistema statistico
nazionale (SISTAN), istituito con il decreto legislativo del 6 settembre
1989, n. 3227. Tale decreto ha avviato un processo di ristrutturazione
dell’attività statistica nazionale, allargando la platea dei produttori al
di là dell’Istituto centrale di statistica, che con l’occasione muta la
propria denominazione in Istituto nazionale di statistica.
Fanno parte del SISTAN: l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT); gli
enti ed organismi pubblici d’informazione statistica (ISAE, INEA,
ISFOL); gli uffici di statistica delle Amministrazioni dello Stato e delle
Aziende autonome; gli uffici di statistica delle Amministrazioni ed
Enti pubblici individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri; gli uffici di statistica delle Prefetture-Uffici Territoriali del
Governo; gli uffici di statistica di Regioni e Province autonome; gli
uffici di statistica di Province, Comuni (singoli o associati), Aziende
sanitarie locali (ASL), Camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura; gli uffici di statistica di soggetti privati che svolgono funzioni o rendono servizi di interesse pubblico che si configurano come
essenziali per il raggiungimento degli obiettivi del SISTAN (ad esempio, alcune Unioni regionali delle Camere di commercio, la Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne, ecc.).
Tutti questi uffici, pur restando incardinati nelle rispettive amministrazioni di appartenenza, sono uniti dalla comune funzione di fornire
al Paese l’informazione statistica ufficiale.
Obiettivo primario del SISTAN è quello di fornire al Paese e agli organismi internazionali una informazione statistica ufficiale che soddisfi i principi di affidabilità, imparzialità, pertinenza, tempestività, tutela della riservatezza, trasparenza, minimo carico sui rispondenti, efficienza. Sul piano organizzativo, il sistema si basa sui principi di autonomia, differenziazione, adeguatezza e sussidiarietà.
7
Il sito ufficiale del SISTAN è http://www.sistan.it.
26
Capitolo I
Il governo del SISTAN è di competenza dell’ISTAT, che si avvale del
Comitato di indirizzo e coordinamento dell’informazione statistica
(COMSTAT), organo collegiale presieduto dal Presidente dell’ISTAT e
costituito dagli esponenti delle Amministrazioni e degli enti che compongono il sistema, dal direttore generale dell’ISTAT e da due professori in materie statistiche, economiche od affini. Il COMSTAT emana
direttive e atti d’indirizzo nei confronti degli uffici di statistica del
SISTAN e delibera, su proposta del Presidente dell’ISTAT, il Programma statistico nazionale (PSN).
La programmazione dell’attività statistica di interesse pubblico affidata al SISTAN avviene attraverso il Programma statistico nazionale
(PSN) che ha valenza triennale ed è aggiornato annualmente. Il PSN
individua le rilevazioni, le elaborazioni, gli studi progettuali e i sistemi informativi statistici che uffici, enti ed organismi del SISTAN sono
chiamati a realizzare per soddisfare il fabbisogno informativo del Paese. Di grande importanza nella definizione del PSN è l’armonizzazione
con i programmi di altri organismi internazionali, specialmente con
quello dell’UE. Il PSN è il risultato di una articolata procedura, che
garantisce l’autonomia scientifica delle rilevazioni, la partecipazione
di tutti i soggetti responsabili della produzione di statistiche pubbliche, la tutela della privacy di cittadini e imprese.
In particolare, il PSN è predisposto dall’ISTAT, sottoposto ai pareri
della Commissione per la garanzia dell’informazione statistica e della
Conferenza Unificata di cui all’art.8 del d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281
sentito il Garante per la protezione dei dati personali, approvato con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione
del CIPE.
Esiste dunque una pubblicazione che raccoglie, descrivendone le
principali caratteristiche, tutte le indagini e ricerche previste dai soggetti facenti parte del SISTAN. Ciò non significa che non vi siano allo
stato attuale statistiche di fatto “ufficiali”, non prodotte da enti del
SISTAN. Si pensi ad esempio all’insieme delle informazioni raccolte e
pubblicate dalla Banca d’Italia, che non fa parte del SISTAN, ma è autorizzata comunque ad effettuare tutte le indagini che riguardano il
settore del credito e delle principali attività finanziarie.
L’informazione statistica di base per l’analisi socio-economica
27
I circoli di qualità sono organismi consultivi di cui si avvale
l’ISTAT per l’approntamento e il monitoraggio del PSN. Essi hanno la
connotazione di gruppi di lavoro permanenti, costituiti per ciascuno
dei 25 settori di interesse in cui si articola il PSN.
Natura, composizione e compiti dei “circoli” sono definiti da apposito statuto dei circoli di qualità condiviso dal COMSTAT.
I circoli sono la sede di confronto sistematico tra soggetti produttori e soggetti utilizzatori di informazioni statistiche, nel cui ambito si
realizza la razionalizzazione del processo di programmazione
dell’attività statistica nei singoli settori in cui si articola il PSN.
La vigilanza sulle attività del SISTAN è affidata alla Commissione
per la garanzia dell’informazione statistica, che è un organo esterno,
autonomo e indipendente. In particolare, la Commissione vigila
sull’imparzialità e la completezza dell’informazione statistica; sulla
qualità delle metodologie adottate; sulla conformità delle rilevazioni
alle direttive degli organismi internazionali e comunitari. La Commissione, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è composta da sei professori ordinari o direttori di Istituzioni statistiche o di
ricerca statistica non facenti parte del SISTAN e da tre alti dirigenti di
enti e amministrazioni pubbliche non preposti a uffici facenti parte del
SISTAN.
Tab. 1.4 – Composizione del SISTAN al 31 dicembre 2007(*)
Amministrazioni ed enti
Amministrazioni centrali ed aziende autonome
Enti nazionali e altri soggetti (a)
Regioni e Province autonome
Prefetture-UTG
Province
Camere di commercio
Comuni (b)
Totale
Con ufficio di statistica
17
28
21
99
74
102
3.293
3.634
(a) Il dato include anche 4 UNIONCAMERE regionali.
(b) Il dato comprende anche i comuni che fanno parte di associazioni.
(*) La tavola non riporta INEA, ISAE e ISFOL che, in quanto enti di informazione statistica,
fanno parte del SISTAN nella loro interezza e non come uffici.
Fonte: Relazione al Parlamento sull’attività dell’Istat sulla raccolta, trattamento e diffusione
dei dati statistici della Pa e sullo stato di attuazione del programma statistico nazionale.