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Giovedì 23 Febbraio 2017
PRIMO FINANZIAMENTO IN ITALIA NEL QUADRO DEL PIANO JUNCKER SULLE INFRASTRUTTURE
Alle Autovie Venete 600 milioni
L’erogazione da parte di Bei e Cdp sarà formalizzata lunedì 27. I fondi saranno destinati
alla realizzazione della terza corsia della A4 Venezia-Trieste. Domani l’assemblea degli azionisti
di Manuel Follis
C
on una maxi operazione su Autovie Venete
prende il via in Italia
la piattaforma relativa a infrastrutture e grandi opere prevista dal Piano
Juncker. L’ultimo consiglio
di amministrazione di Autovie Venete è stato infatti
quasi completamente dedicato alla sottoscrizione dei
contratti con Cassa Depositi e Prestiti e con la Banca
Europea degli Investimenti
(Bei), per un finanziamento
complessivo di 600 milioni. I
documenti dovrebbero essere
firmati lunedì prossimo ma i
dettagli sono già stati decisi.
L’operazione è stata possibile
grazie all’inserimento della
realizzazione della terza corsia della A4 Venezia-Trieste
nel cosiddetto piano Junker,
che come noto comprende
le opere ritenute strategiche
dall’Unione Europea. Ovviamente l’inserimento all’interno del protocollo europeo è
risultato determinante per accelerare il percorso e ottenere
i finanziamenti. Il progetto
del nuovo asse autostradale,
nella nuova formulazione
presentata da Autovie Venete ha superato la verifica
istruttoria dei tecnici della
Bei, che lo hanno ritenuto
finanziabile. Alla fine il pre-
Sace firma accordo con Turk Eximbank
di Guglielmo Valia MF-DowJones
di Nicola Carosielli
ace (oggi controllata dal Gruppo Cassa depositi e prearl Icahn torna a colpire e questa volta punta al farmaS
C
stiti) e Turk Eximbank, l’agenzia di export credit turca,
ceutico. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, il
hanno annunciato ieri la firma di un accordo di co-assifinanziere ha acquistato una partecipazione nel capitale di
curazione finalizzato a promuovere le relazioni commerciali tra imprese italiane e turche. L’accordo, informa una
nota, è stato firmato da Alessandro Decio, amministratore
delegato di Sace, e Adnan Yildirim, direttore generale di
Turk Eximbank, in occasione del primo incontro della Joint
Economic and Trade Commission (Jetco) italo-turca, alla
presenza del ministro dello Sviluppo Economico italiano,
Carlo Calenda, e del ministro dell’Economia turco, Nihat
Zeybekci. L’intesa ha lo scopo di creare una piattaforma
di condivisione dei rischi e un framework legale tra le due
società di export credit al fine di promuovere nuove operazioni in una vasta gamma di settori e progetti in Paesi terzi
in cui siano coinvolte sia grandi sia piccole e medie imprese
sia italiane che turche. (riproduzione riservata)
stito riguarderà, oltre ai
tratti Alvisopoli-Gonars
(3°lotto) e Gonars-Nodo
di Palmanova (1°sublotto del 4°lotto), anche
quelli Alvisopoli-Portogruaro (1°stralcio del 2°
lotto), Nodo di Palmanova-Casello di Palmanova
(2°sub-lotto del 4° lotto) nonché l’intervento
previsto sul casello del
Lisert. I finanziamenti assicurati dalla Bei e
dalla Cassa Depositi e
Prestiti ammonteranno
ai citati 600 milioni, cifra in cui è compreso il
Balza a 387 milioni di $
l’utile di PartnerRe (Exor)
di Elena Dal Maso
P
Bristol-Myers nel mirino di Carl Ichann
artnerRe, il colosso americano della riassicurazione
che fa capo a Exor, ha registrato
l’anno scorso un utile netto pari
a 387 milioni di dollari, in forte
rialzo rispetto ai 48 milioni di un
anno prima. La ragione va ricercata in particolare nei guadagni
realizzati su investimenti per 26
milioni rispetto a perdite preEmmanuel
cedenti per 297 milioni. L’utile
Clarke
operativo del gruppo con sede
alle Bermuda è sceso invece nel
2016 a 289 milioni di dollari, dai
precedenti 658 milioni, a seguito di un risultato tecnico in calo
nel ramo Danni per un aumento delle perdite legate alle catastrofi
naturali. Nel quarto trimestre PartnerRe ha segnato invece una
perdita per 191 milioni di dollari, rispetto a un utile netto per 162
milioni di un anno prima, mentre il risultato operativo era positivo
per 125 milioni (da 184 milioni un anno prima).
L’amministratore delegato, Emmanuel Clarke, ha spiegato in merito che «il risultato operativo nel quarto trimestre era buono con
un roe operativo annualizzato e depurato pari al 9,8%. Il combined
ratio delle attività Non-life pari all’89,6%, malgrado le perdite
legate all’uragano Matthew, sottolinea la nostra disciplina nell’attività di sottoscrizione, mentre lo sviluppo favorevole dell’anno
scorso continua a restare forte». Il top manager ha poi proseguito
precisando che «nell’attuale contesto di mercato stiamo adottando
le misure giuste in tema di sottoscrizioni per servire al meglio i
nostri clienti strategici mantenendo al tempo stesso la forza di
capitale a lungo termine». (riproduzione riservata)
Maurizio
Castagna
Bristol-Myers Squibb, diventando così il secondo investitore
attivista statunitense nel capitale della società farmaceutica.
Mentre il titolo della compagnia, in scia alla notizia, ha chiuso
la giornata in rialzo del 2,14% a 55,95 dollari, la segretezza
dell’investimento ha stimolato una serie di ipotesi sulla cifra
messa sul piatto, che potrebbe variare dagli 1,2 ai 3 mld,
che lo porterebbe a rientrare nella top 5 o nella top 10 degli
azionisti considerati i 92 mld della capitalizzazione della società. Icahn, secondo fonti informate dei fatti, deterrebbe una
partecipazione rilevante, per quanto non sia chiara la dimensione, e ritiene che Bristol-Myers Squibb abbia una buona
pipeline che la rende un interessante target per operazioni di
M&A. Ieri la società ha annunciato un nuovo programma di
buy-back da 2 mld. (riproduzione riservata)
finanziamento di 300 milioni già messo a disposizione dalla Cdp, a cui
andrà ad aggiungersi un
importo analogo (con le
garanzie del Fondo europeo per gli investimenti
strategici Feis). Prima
della firma del contratto la società guidata dal
presidente Maurizio Castagna ha convocato per
domani l’assemblea dei
soci che dovrà procedere
all’approvazione di una
serie di clausole tecniche
propedeutiche alla sottoscrizione. In ogni caso
all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio c’era anche
lo stato di avanzamento del
budget che, alla voce traffico, presentava dati positivi.
Nel semestre luglio-dicembre
2016 i chilometri percorsi
sono stati 1,4 miliardi (contro 1,35 dello stesso periodo
dell’esercizio precedente),
per un incremento del 3,7%
e un conseguente maggiore
introito di circa 3 milioni.
(riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/autovie
Infracapital e Infravia entrano nei porti italiani
di Nicola Capuzzo
istituzionali britannici e il mondo imprenditoriale e politico locale. Secondo quanto risulta a
fondi d’investimento Infracapital (inglese) e MF-Milano Finanza, il valore dell’operazione
Infravia (francese) sono sbarcati ufficialmente dovrebbe aggirarsi intorno a 150 milioni ma il
nei porti italiani di Genova, Livorno e Vene- prezzo potrà salire al verificarsi di determinate
zia. Ieri si è tenuto il closing dell’affare che ha condizioni e soprattutto al raggiungimento di
portato all’acquisizione del 95% di Gip 2.0, la alcuni risultati da parte delle aziende terminanuova società costituita ad hoc per essere ceduta listiche cedute. Nella vecchia Gip-Gruppo Investimenti Portuali rimangono
da parte dai soci di Gip-Grupdunque, non essendo oggetto
po Investimenti Portuali, ossia
di cessione, le partecipazioFinsea (Luigi Negri), Gastaldi
Holding (Giovanni Cerruti),
ni in Logtainer (società di
trasporto merci ferroviario
Tcip (famiglia Magillo, cui
controllata all’80%) e Ngi,
fa capo l’agenzia marittima
la holding di partecipazioni
Thos Carr & Son) e I.L. Inlivornese detenuta in partvestimenti (Giulio Schenone).
A passare di mano saranno
nership al 50% con il gruppo
toscano Neri. Dall’ultimo biil 60% del terminal Sech di
lancio d’esercizio disponibile
Genova, l’80% del Terminal
si apprende che Gip nel 2015
Darsena Toscana di Livorno
aveva ricevuto proventi da
e il 35% di Sinport Sinergie
Portuali, società cui fanno capartecipazioni per complessivi 17,6 milioni di euro, di
po il Voltri Terminal Europa
cui 13,1 da imprese collegate
di Genova e il Vecon di MarIl porto di Genova
ghera. Questi sono quattro dei
e 4,4 da imprese controllate.
L’impresa collegata è Sinport
maggiori terminal container
esistenti in Nord Italia. Il Sech inoltre detiene a (dunque i terminal Vte e Vecon) mentre fra le
sua volta il 35% del Consorzio Bettolo (il resto è imprese controllate, come detto, figuravano il
in mano al Gruppo Msc), società che dovrebbe terminal Sech, Terminal Darsena Toscana, Logprendere in concessione (una volta ultimato) tainer e Ngi. Il fondo Infravia in queste settimail nuovo terminal container di Calata Bettolo ne sta portando a termine anche l’acquisizione,
a Genova. Il quarto socio, Giulio Schenone, tramite la società olandese Alkion Terminals, di
resta dentro la nuova Gip 2.0 con il 5% e sarà Petrolig, società controllata da Eni che opera i
il nuovo amministratore delegato fungendo di depositi costieri del porto di Vado Ligure (Safatto anche da trait d’union fra gli investitori vona). (riproduzione riservata)
I
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