DIP.TO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE PROGRAMMA AUTISMO SPOKE REGGIO EMILIA HUB AREA VASTA EMILIA NORD Responsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio Emilia Segreteria: Tel. 0522/339038 Corso di formazione-azione: PERCORSI DIDATTICI E PEDAGOGICI PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DI BAMBINI CON ASD COME LAVORARE NELLA PRATICA QUOTIDIANA I COMPORTAMENTI PROBLEMA 4 Novembre 2010 Virginia Giuberti, Roberta Sala DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE PROGRAMMA AUTISMO SPOKE REGGIO EMILIA HUB AREA VASTA EMILIA NORD Responsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio Emilia Segreteria: Tel. 0522/339038 Ci siamo detti che… I Disturbi dello Spettro Autistico sono disturbi evolutivi biologicamente determinati, con esordio nei primi 3 anni di vita, caratterizzati da anomalie qualitative in tre aree fondamentali: 1. intersoggettività e abilità sociali, 2. linguaggio e comunicazione, 3. presenza di interessi stereotipati, rigidi e ripetitivi. Eterogeneità dei quadri clinici: notevole variabilità tra i soggetti con ASD (per caratteristiche cognitive, sociali e comportamentali) Punti di forza: pensiero ‘visivo’, memoria visuo-spaziale, adesione a routine, talenti circoscritti; Difficoltà: comprensione del linguaggio verbale, integrazione sensoriale, regolazione delle emozioni, teoria della mente, prassie, funzioni esecutive. Intervento basato su difficoltà e punti di forza del bambino con ASD e del singolo bambino: PROGETTO ABILITATIVO INDIDUALIZZATO TRATTAMENTO: Finalità a lungo termine del progetto terapeutico: massima autonomia del bambino miglioramento qualità di vita per il bambino e la sua famiglia Scelta degli obiettivi: principio di “ciò che è possibile” e “ciò che è utile” individualizzazione del programma abilitativo coinvolgimento di tutti i contesti e le figure (famiglia, scuola) APPROCCIO EVOLUTIVO (Denver Model): - Si basa sulle tappe evolutive dello sviluppo tipico nelle varie aree, in particolare della comunicazione e socializzazione; - Approccio interattivo, l’intervento è centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione; - Intervento basato su obiettivi definiti e verificabili, ma non rigidamente strutturato. APPROCCIO COMPORTAMENTALE (ABA): - Si basa sull’osservazione sistematica del comportamento; - Suddivide l’apprendimento di una abilità in piccole parti, insegnando ogni parte passo dopo passo; - Utilizza tecniche specifiche di insegnamento: rinforzo, aiuto; - Verifica dell’insegnamento attraverso raccolta dati. Integrare necesse est: L’operatore esperto ha a sua disposizione una ricca cassetta degli attrezzi: nella valutazione di ogni singolo bambino e nell’organizzazione generale del progetto sceglierà quali tecniche e strategie utilizzare MODELLO INTEGRATO DI INTERVENTO STRATEGIE PER STRUTTURARE L’INTERVENTO nella QUOTIDIANITA’: • CONOSCERE L’AUTISMO • CONOSCERE IL SINGOLO BAMBINO • AUMENTARE PREVEDIBILITA’ E COMPRENSIBILITA’ UTILIZZANDO ROUTINE E PROGRAMMI STRATEGIE PER STRUTTURARE L’INTERVENTO (segue) • CHIARIRE ISTRUZIONI E ASPETTATIVE PER COMPENSARE LE DIFFICOLTA’ DI LINGUAGGIO RICETTIVO • STRUTTURARE LE ATTIVITA’ ED I COMPITI • MOTIVARE IL BAMBINO FACENDO LEVA SUI SUOI INTERESSE PARTICOLARI DOMANDE CHIAVE PER IL BAMBINO CON ASD • Che cosa devo fare? • Dove? • Quando mi è richiesto di fare qualcosa? Per quanto tempo? • … e dopo? Cosa devo fare? • Come fare e da cosa incominciare? • Con chi? Strategie d’intervento in risposta • STRUTTURAZIONE - dello spazio - del tempo - del materiale di lavoro • Risponde alle domande: Dove? Quando? Per quanto tempo? Che cosa? • RINFORZO naturale/sociale • Risponde alla domanda: Perché? • AIUTO (prompt) verbale, visivo, fisico • Risponde alla domanda: Come fare? • GENERALIZZAZIONE collaborazione fra i diversi ambienti di vita • Risponde alla domanda: Con chi? Struttura facilitante: Significa organizzare sempre ed in modo preciso e dettagliato, le attività, gli spazi di lavoro ed il materiale, così da rendere chiaro, leggibile, visivamente evidente e quindi comprensibile e prevedibile, ciò che viene chiesto al bambino: “una immagine vale mille parole” Non significa rigidità, ma tutto il contesto deve essere flessibile, individualizzato, modificabile Tutto ciò tende a contenere i comportamenti problema e le limitazioni comunicative e sensoriali STRUTTURARE LO SPAZIO: • Significa rispondere alla domanda “Dove?”: l’ambiente deve essere organizzato in spazi chiaramente e visivamente delimitati, ognuno con funzioni specifiche, per consentire al bambino di sapere con precisione ciò che ci si aspetta da lui in ogni luogo • Esempio: individuare un luogo preposto per le attività a tavolino ed uno per il gioco libero (o riposo) e tenerli distinti; alternare lavoro – gioco • Ambiente il più possibile privo di stimoli distraenti ORGANIZZARE IL TEMPO: Significa rispondere alla domanda “Quando? Per quanto tempo?”: la giornata può essere strutturata attraverso una “agenda” visiva, costituita da una sequenza di immagini (foto o disegni) e/o di parole scritte, per scandire visivamente la sequenza delle attività proposte/dei luoghi dove andranno svolte/delle persone coinvolte. In questo modo il bambino è informato in ogni momento su ciò che sta accadendo, ciò che è accaduto e ciò che accadrà, aumentando la prevedibilità e il controllo della situazione, e diminuendo l’incertezza fonte di ansia e di comportamenti problematici. “AGENDA” Rende chiara la comunicazione informando il bambino rispetto a: • attività giornaliere regolari • attività giornaliere straordinarie • mancato svolgimento di qualche attività • successione degli eventi • momento in cui finisce un’attività e ne inizia un’altra “AGENDA” - Preparazione materiale: cartellone, tasche di plastica trasparente, foto/disegni/scritte corrispondenti alle attività - “Agenda” posta in un luogo accessibile al bambino; compilazione accurata con spostamenti e riponimento della carta a fine attività - Apprendimento inizialmente guidato dall’adulto per poi passare gradualmente all’uso autonomo Esempio AGENDA “MINI AGENDA” • Scheda contenente informazioni su ciò che avviene in un arco di tempo più breve o in un luogo specifico STRUTTURARE LE ATTIVITA’: • Significa rispondere in modo chiaro e concreto alla domanda “Che cosa?”: i compiti devono essere proposti in modo evidente, utilizzando il canale visivo, in modo che il bambino comprenda ciò che deve fare senza bisogno di tante spiegazioni verbali. STRUTTURAZIONE ATTIVITA’: ogni attività può essere contenuta in una scatola, contrassegnata da un simbolo del compito; a sinistra si può riporre il lavoro da fare e a destra il lavoro finito. All’inizio il bambino dovrà essere aiutato dall’adulto, ma ben presto è possibile raggiungere l’autonomia LE REGOLE: • Istruzioni visive per sapere “come comportarsi” LE ISTRUZIONI/REGOLE SCRITTE: • Istruzioni visive per sapere come svolgere l’attività; in questo modo vengono chiarite le aspettative per compensare le difficoltà di linguaggio ricettivo DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE PROGRAMMA AUTISMO SPOKE REGGIO EMILIA HUB AREA VASTA EMILIA NORD Responsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio Emilia Segreteria: Tel. 0522/339038 I COMPORTAMENTI PROBLEMA COMPORTAMENTI PROBLEMA: manifestazioni - Stereotipie: il bambino emette ripetitivamente per lunghi periodi di tempo comportamenti non funzionali (per es. agitare le mani, dondolarsi ritmicamente, ciondolare il capo, ecc.); - Opposizione sistematica, rifiuto delle richieste dell’adulto, rifiuto di accettare qualsiasi cambiamento nei programmi stabiliti; - Comportamenti verbali: ecolalie, ripetizioni bizzarre. CP gravi: - comportamenti autolesivi - comportamenti aggressivi - comportamenti dirompenti: distruzione di oggetti - eccessi di collera: movimenti violenti non funzionali (gettarsi a terra, saltare) o vocalizzazioni che superano, per tono o volume, la parlata normale (urlare, gemere). I COMPORTAMENTI PROBLEMA: Due prospettive: • quella dell’adulto: i CP causano un vissuto di disagio, preoccupazione o paura • quella del bambino che manifesta il CP per il quale questi comportamenti sono strettamente correlati a: 1. incapacità di comprendere le richieste e comunicare i propri bisogni e desideri; 2. gravi difficoltà nell’iniziare e nel mantenere le interazioni e le relazioni sociali; 3. impegno in comportamenti ed interessi restrittivi e ripetitivi. FUNZIONE DEI CP: • La forma di un comportamento problematico solitamente non aiuta a decidere quale sia il suo scopo Un’unica forma, per es. battere la testa, può svolgere molte funzioni differenti • Per i bambini con ASD, che spesso hanno scarse modalità per comunicare attraverso parole o gesti convenzionali, gli scoppi d’ira e i comportamenti dirompenti, sia aggressivi sia autolesivi, possono diventare un modo efficace per trasmettere un messaggio FUNZIONI DEI CP: • Esistere con un repertorio limitato: ‘Non si può non comportarsi’ • Ottenere rinforzi dal proprio corpo, dall’ambiente fisico e/o sociale • Evitare sofferenze e fatiche • Comunicare METAFORA DELL’ICEBERG PER I COMPORTAMENTI PROBLEMA - STEREOTIPIE - COMPORTAMENTI AGGRESSIVI - COMPORTAMENTI DIROMPENTI - ACCESSI DI COLLERA - RIPETIZIONI BIZZARRE FRUSTRAZIONE DERIVATA DA: - problemi di comunicazione - difficoltà nella consapevolezza di sé e degli altri - fraintendimento percettivo Che cosa fare? • Descrivere in modo oggettivo il comportamento • Considerare la storia del comportamento (recente o di lunga durata) • Considerare se è una priorità cambiare comportamento • Considerare la funzione del comportamento per il soggetto • Considerare i risultati del comportamento per il soggetto • Valutare la gravità del quadro autistico e il livello di sviluppo ANALISI FUNZIONALE del CP Analisi Funzionale del Comportamento Problema (CP) ANTECEDENTI COMPORTAMENTO CONSEGUENZE - Quando accade? - In quale situazione? - Con chi? - Cosa precede il CP? - Come si manifesta esattamente? - Cosa succede subito dopo? - Come reagisco? - Come reagiscono gli altri? Tabella ABC per l’osservazione del comportamento: Nome del bambino: ___________________ Data dell’osservazione: ________ Osservatore: ________________ Situazione:____________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ ANTECEDENTE (A) COMPORTAMENTO (B) CONSEGUENZA (C) COMPORTAMENTI PROBLEMA: prevenzione 1. Insegnare abilità funzionali e di comunicazione 2. Controllo e gestione dell’ambiente di vita, insegnare buone abitudini COMPORTAMENTI PROBLEMA: prevenzione o Valutazione delle abilità: compiti e richieste adeguati alle capacità reali del bambino o Chiarezza e prevedibilità dell’ambiente, delle richieste, delle transizioni: cura del contesto, visualizzazione, etc. o Insegnamento di specifiche abilità: comunicazione e autonomia o Esposizione ad una complessità e prossimità sociale adeguate o Controllo dell’ambiente dal punto di vista sensoriale (rumori, colori, etc.) o Tempo ben occupato e ben ritmato, adeguato al livello di sviluppo, con ampia possibilità di esercizio delle abilità possedute e degli interessi o Esercizio fisico e attività sportive Il concetto di ALLEANZA Gli adulti devono allearsi fra di loro per combattere il comportamento problema, portando avanti con coerenza e condivisione la modalità scelta per affrontare il CP.