L’OFFERTA AGGREGATA.
IL TRADE-OFF DI BREVE PERIODO
TRA DISOCCUPAZIONE E
INFLAZIONE
CHAPTER 13
Aggregate Supply
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COSA IMPAREREMO
Un modello di offerta aggregata in cui la
produzione dipende positivamente dal livello
dei prezzi nel breve periodo.
Il tradeoff di breve periodo tra inflazione e
disoccupazione: la curva di Phillips.
Introduzione
Finora abbiamo ipotizzato – estremizzando il
concetto di “breve periodo” – che il livello dei
prezzi P fosse completamente fisso nel breve
periodo.
Ecco perchè avevamo una curva SRAS (ShortRun-Aggregate-Supply) orizzontale.
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Ora abbiamo bisogno di modellare in modo un
po’ più realistico l’offerta aggregata (AS) nel
breve periodo.
Perché sappiamo che nel lungo periodo l’offerta
aggregata è verticale. Cioè, a causa
dell’adeguamento dei prezzi alle condizioni di
mercato, il livello di produzione naturale non
dipende dai prezzi o dalle condizioni della
domanda, bensì dalle caratteristiche
strutturali dell’economia (offerta di capitale e
lavoro, e produttività totale dei fattori)
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E come modelliamo l’offerta aggregata nel breve
periodo?
Tramite i due modelli più importanti:
Il modello dei prezzi vischiosi
Il modello dell’informazione imperfetta (leggere)
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Entrambi implicano:
Y = Y + α (P − EP )
Prezzi attesi
PIL
PIL naturale
Un
parametro
>0
Livello dei
prezzi
A parità di altre condizioni, Y e P sono
positivamente correlati, quindi la SRAS ha
inclinazione positiva.
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1. Il modello dei prezzi vischiosi
Perchè i prezzi sono vischiosi?:
ci sono accordi di lungo periodo tra venditori e
compratori
costi di menù
Non cambiare prezzi frequentemente è una
strategia commerciale.
Ipotesi:
Le imprese sono price-maker
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RIMEMBRI ANCORA…..
In Microeconomia abbiamo studiato che in
concorrenza perfetta le imprese sono pricetaker…..ciascuna è troppo piccola rispetto alla
dimensione complessiva dell’offerta, quindi le
sue decisioni di produzione non possono
influenzare il prezzo di mercato.
Che è invece determinato dall’incrocio tra
domanda di mercato (=settore) e offerta di
mercato (=settore).
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Quando si devia dalla concorrenza perfetta, le
imprese diventano price-maker.
Noi abbiamo studiato una sola forma di mercato
diversa dalla concorrenza perfetta (il monopolio,
in cui le imprese producono fino al punto in cui
MR=MC)
In realtà ce ne sono altre: oligopolio (pochi
produttori) e concorrenza monopolistica (tanti
produttori, ma ognuno vende un prodotto
leggermente diverso).
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Al fine di poter anche solo iniziare a parlare di
imprese che decidono se cambiare i prezzi o no,
dobbiamo necessariamente essere in una
condizione di non-concorrenza perfetta…..
Altrimenti il problema non si porrebbe
neppure…..il prezzo non lo decidono loro!!!!
Quindi, il modello di prezzi vischiosi implica una
struttura di mercato diversa dalla concorrenza
perfetta (di solito, la concorrenza monopolistica).
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Il modello dei prezzi vischiosi
Il prezzo che un’impresa vorrebbe fissare:
p = P + a (Y − Y )
dove a > 0.
Ci sono due tipi di imprese:
• Imprese con prezzi flessibili, fissano i prezzi come
abbiamo visto
• Imprese con prezzi vischiosi, devono fissare I prezzi
prima di sapere il valore effettivo di P e Y :
p = EP + a( EY − EY )
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p = EP + a( EY − EY )
Se le imprese con prezzi vischiosi si aspettano
che il PIL sia uguale a quello naturale, allora:
p = EP
Per derivare la SRAS, dobbiamo però trovare
un’espressione per P, il livello generale dei prezzi.
0<s<1 =
CHAPTER 13
frazione di imprese con prezzi vischiosi.
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Quindi il livello dei prezzi è:
P = s[ EP ] + (1 − s )[ P + a (Y − Y )]
Prezzo scelto
dalle imprese
“vischiose”
Prezzo scelto dalle
imprese “flessibili”
Sottraiamo (1−s)P da entrambi i lati:
sP = s[ EP ] + (1 − s )[a (Y − Y )]
Dividiamo entrambi i lati per s :
(1− s )a
P = EP +
(Y − Y )
s
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(1− s )a
P = EP +
(Y − Y )
s
Più alto è EP ⇒ più alto è P
Se le imprese si aspettano un livello dei prezzi alto,
allora le imprese che – essendo “vischiose” – fissano i
prezzi in anticipo, sceglieranno prezzi
corrispondentemente alti.
Più alto è Y ⇒ più alto è P
Quando il reddito è alto, la domanda per beni e servizi
è alta. Le imprese con prezzi flessibili fissano quindi
prezzi più alti..
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Maggiore è la frazione di imprese con prezzi
flessibili……
Minore è s……
Maggiore l’effetto di Y su P.
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L’intuizione
Le imprese che sono libere di muovere il prezzo
in risposta a cambiamenti della domanda…..lo
fanno!
Le imprese che hanno già fissato i loro prezzi, lo
hanno fatto sulla base di come si aspettavano
che i prezzi fossero in futuro (visto che il loro
prezzo sarebbero poi rimasto fisso per un po’).
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(1− s )a
P = EP +
(Y − Y )
s
Infine, deriviamo la AS risolvendo per Y :
Y = Y + α (P − EP ),
s
dove α =
> 0
(1 − s )a
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Da cui deriva l’inclinazione positiva della SRAS (se
cresce P, cresce anche Y).
Nel lungo periodo….
I prezzi sono flessibili, quindi s=0
E quindi, nell’equazione precedente, vediamo che il
reddito è uguale al suo valore di lungo periodo.
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2. Il modello dell’informazioneimperfetta (leggere)
E’ una spiegazione che NON NECESSITA DI
PREZZI VISCHIOSI per derivare una curva di
offerta di breve periodo inclinata positivamente.
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Inflazione, Disoccupazione e la Curva
di Phillips
La curva di Phillips è una relazione secondo cui
l’inflazione (π ) dipende da:
L’inflazione attesa Eπ.
Disoccupazione ciclica: la deviazione del tasso
effettivo di disoccupazione dal suo tasso naturale.
Shock di offerta, ν (si pronuncia “nu”).
π = Eπ − β (u − u n ) + ν
dove β > 0 è una costante esogena.
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Derivare la curva di Phillips partendo dalla SRAS
(1)
Y = Y + α (P − EP )
(2)
P = EP + (1 α )(Y − Y )
(3)
P = EP + (1 α ) (Y − Y ) + ν
(4)
(P − P−1 ) = ( EP − P−1 ) + (1 α )(Y − Y ) + ν
(5)
π = Eπ + (1 α )(Y − Y ) + ν
(6)
(1 α )(Y − Y ) = − β (u − un )
(7)
π = Eπ − β ( u − u n ) + ν
CHAPTER 13
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SRAS Vs La Curva di Phillips
SRAS:
Y = Y + α (P − EP )
Phillips curve:
π = Eπ − β (u − u n ) + ν
SRAS : Mette in relazione le deviazioni del
PIL (Y) dal suo livello naturale con i
movimenti inattesi nel livello dei prezzi (P)
Curva di Phillips: Mette in relazione le
deviazioni della disoccupazione (u) dal
suo livello naturale con movimenti inattesi
dell’inflazione (π)
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Ma gli agenti economici come
formano le loro aspettative ?!
La teoria economica prevede due impostazioni
alternative:
a) aspettative adattive
b) aspettative razionali
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a) Aspettative adattive
Aspettative adattive: le persone si formano
un’aspettativa di inflazione futura sulla base
dell’inflazione passata.
Una versione semplice:
inflazione attesa = l’inflazione effettiva dell’anno
scorso
Eπ = π
−1
In questo caso la Phillips Curve diventa:
π = π −1 − β (u − un ) + ν
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Inerzia nelle dinamiche inflazionistiche
π = π −1 − β (u − un ) + ν
In questa forma, la curva di Phillips prevede la
presenza di un’inerzia inflazionistica:
In assenza di shock di offerta o di
disoccupazione ciclica, l’inflazione rimane
stabile al suo livello attuale.
Se l’inflazione del 2012 è, ad esempio, al
3%.....se non ci sono shock di offerta e se la
disoccupazione è al suo livello naturale, allora
l’inflazione del 2013 sarà ancora al 3%.
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L’intuizione è semplice:
Se gli agenti economici si formano l’aspettativa
sull’inflazione 2013 semplicemente osservando
quella del 2013 (=3%), allora nelle loro decisioni di
price-making (salari e prezzi) incorporeranno
quell’inflazione.
E allora l’inflazione sarà effettivamente al 3%!
La “chiave” quindi è che l’inflazione che la gente si
attende nel 2013 (e in base a cui prende le proprie
decisioni) è la stessa del 2012.
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Le due cause delle dinamiche
inflazionistiche
π = π −1 − β (u − un ) + ν
Inflazione da costi:
inflazione che risulta da shock di offerta
Shock negativi di offerta aumentano i costi di
produzione e inducone le imprese ad alzare I
prezzi, spingendo così al rialzo l’inflazione.
Inflazione da domanda :
inflazione che risulta da shock di domanda.
Shock positivi di domanda spingono la
disoccupazione sotto al suo tasso naturale, il che
aumenta l’inflazione.
CHAPTER 13
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Disegniamo la curva di Phillips
Nel breve periodo,
π
la politica
macroeconomica
affronta un
tradeoff tra π e u.
Eπ + ν
π = Eπ − β ( u − u n ) + ν
β
1
Curva di
Phillips di
breve periodo
u
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n
u
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Quando si sposta la curva di Phillips?
Le persone
aggiustano le
loro aspettative
col tempo,
quindi il tradeoff vale solo nel
breve periodo.
π
Eπ 2 + ν
Eπ 1 + ν
Un aumento di
Eπ sposta la
P.C. di breve
periodo verso
l’alto.
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π = Eπ − β ( u − u n ) + ν
Aggregate Supply
u
n
u
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Il “sacrifice ratio”
Per ridurre l’inflazione,la politica
macroeconomica può ridurre la domanda
aggregata, portando così la disoccupazione al di
sopra del suo livello naturale.
Il sacrifice ratio misura i punti di PIL reale che
devono essere abbandonati allo scopo di ridurre
l’inflazone di un punto percentuale.
Una tipica stima empirica di questo rapporto è 5.
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Inflazione 2012: 6%
Per ridurla al 2%, bisogna sacrificare il 20% del Pil
reale del 2012.
Perdita PIL = (riduzione inflazione) x (sacrifice ratio)
=
4
x
5
Questa perdita può essere concentrata in un unico
anno, o distribuita su più anni (ad esempio 5% di
perdita annuo in 4 anni).
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Il modo “microeconomico” di ridurre
l’inflazione…..
VI VIENE IN MENTE…..?
CHAPTER 13
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Riforme che aumentino la concorrenzialità
dei mercati fanno sì che aumenti l’impiego
strutturale di capitale e lavoro (perché più ci
muove verso la concorrenza perfetta, più prezzi
diminuiscono e output aumenta).
Riforme che aumentino le possibilità che le
persone si offrano sul mercato del lavoro
(=aumentino il tasso di attività) aumentano
l’offerta di lavoro.
In pratica stiamo parlando di….
CHAPTER 13
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Riforme che aumentano il PIL naturale (o di
lungo periodo).
Le tanto citate riforme strutturali.
Di cui tutti parlano, ma nessuno è pronto né a
dire esattamente quali siano in concreto né –
soprattutto – ad accettarne le conseguenze.
CHAPTER 13
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b) Aspettative razionali
Per modellare la formazione delle aspettative:
Aspettative adattive:
Gli agenti economici (famiglie, imprese,
sindacati) formano le aspettative sull’inflazione
futura sulla base dell’inflazione passata.
Aspettative razionali:
Gli agenti economici si formano le aspettative
sulla base di tutte le informazioni disponibili,
comprese quelle sulle politiche
macroeconomiche attuali e attese.
CHAPTER 13
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Esempio
La BCE annuncia che d’ora in poi non baderà
soltanto all’inflazione, ma anche alla
disoccupazione (come la FED).
Se le aspettative sono adattive, non succede
nulla.
Se le aspettative sono razionali, l’inflazione sale
subito.
PERCHE’?
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Disinflazione indolore?
Le aspettative razionali implicano che il sacrifice
ratio può essere molto piccolo o nullo.
Ipotizziamo u = un e π = Eπ = 6%,
La BCE annuncia che farà “tutto quello che
serve” (RICORDATE!) per ridurre l’inflazione al
2%.
Se l’annuncio è credibile, in virtù delle
aspettative razionali, Eπ scenderà di 4 punti.
Così π scenderà senza aumenti di u.
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Ma quindi….
Il fatto che un annuncio di politica
macroeconomica (abbiamo fatto l’esempio
monetario, ma potevamo anche fare quello
di….politica fiscale) sia credibile assume
un’importanza cruciale…..?!
Permette ad una determinata politica
economica futura di avere effetti immediati.
Ammesso che la gente creda ai politici che
annunciano la manovra….!
CHAPTER 13
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Nella quarta parte del corso, vedremo le
importantissime implicazioni di questo concetto:
A) perché le banche centrali sono state rese
indipendenti dal potere politico
B) l’importanza della credibilità della politica
fiscale durante la crisi dei debiti sovrani
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La nostra analisi sui costi della disinflazione si
basa sull’ ipotesi del tasso naturale di
disoccupazione:
Movimenti della domanda aggregata
influenzano la produzione e l’occupazione solo
nel breve periodo.
Nel lungo periodo, l’economia ritorna ai livelli
naturali di produzione e occupazione descritti
dal modello classico (cap.3-8).
CHAPTER 13
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Un’ipotesi alternativa: Isteresi
Isteresi: l’influenza persistente della storia su
variabili quali il tasso naturale di disoccupazione.
Gli shock negativi potrebbero influenzare un: in
altre parole, l’economia subirebbe un danno
permanente.
E’ quello che forse sta capitando ora con la crisi.
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Come e perchè?
I disoccupati ciclici, durante il loro periodo di
disoccupazione, potrebbero perdere competenze….così,
anche quando il ciclo economico si riprende, potrebbero
non trovare un nuovo lavoro.
I disoccupati ciclici potrebbero perdere la loro influenza
sui processi di negoziazione del salario; così, gli insider
(gli occupati) possono ottenere salari più alti per loro
stessi, e gli outsider (i disoccupati ciclici) potrebbero
diventare disoccupati strutturali quando la recessione
finisce.
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COSA ABBIAMO IMPARATO
1. L’offerta aggregata di breve periodo:
Il modello dei prezzi-vischiosi
(il modello a informazione imperfetta)
Conceto: il PIL sale oltre il suo livello naturale
quando il livello dei prezzi sale oltre il suo livello
atteso.
2. La curva di Phillips
Deriva dalla SRAS
Implica che l’inflazione dipende da:
Inflazione attesa
Disoccupazione ciclica
Shock di offerta aggregata
Offre alla politica macroeconomia un tradeoff di
breve periodo tra disoccupazione e inflazione.
3. Come si formano le aspettative di inflazione?
Aspettative adattive
Basate sull’inflazione recentemente osservata
Implica inerzia nelle dinamiche inflazionistiche
Aspettative razionali
Basata su tutte le informazioni disponibili
Implica che la disinflazione può non essere
dolorosa, se gli annunci di policy sono
credibili.
4. Il tasso naturale di disoccupazione e l’isteresi
L’ipotesi del tasso naturale
Afferma che movimenti della domanda
aggregata influenzano PIL e occupazione
solo nel breve periodo.
L’ipotesi dell’isteresi
afferma che i movimenti della domanda
aggregata possono avere effetti permanenti
su PIL e occupazione.