Programma - Società del Quartetto di Milano

Primavera
’05
in collaborazione con
Comune di Milano
Assessorato
Cultura e Musei - Spettacolo
Con il sostegno di
Fondazione CARIPLO
Regione Lombardia
Provincia di Milano
Settimane
23° CICLO
17 marzo 2005
ore 19.30
San Simpliciano
Wiener Akademie
Martin Haselböck direttore
Doerthe Maria Sandmann, soprano
Lydia Vierlinger, contralto - Andreas Karasiak, tenore
Wolfgang Bankl e Christian Hilz, bassi
J.S. Bach – Passione secondo Giovanni BWV 245
Consiglieri di turno
Dott. Maria Majno
Prof. Alberto Conti
Sponsor istituzionali
Con il patrocinio e il sostegno di
Con il sostegno di
FONDAZIONE CARIPLO
Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione
e al pubblico il clima più favorevole all’ascolto, si prega di:
• spegnere i telefoni cellulari e altri apparecchi con dispositivi acustici;
• limitare qualsiasi rumore, anche involontario (fruscio di programmi, tosse ...);
• non lasciare la sala prima del congedo dell’artista.
Si ricorda inoltre che registrazioni e fotografie non sono consentite.
Wiener Akademie
Martin Haselböck direttore
Doerthe Maria Sandmann soprano
Lydia Vierlinger contralto
Andreas Karasiak tenore
Wolfgang Bankl basso
Christian Hilz basso
Johann Sebastian Bach
(Eisenach 1685 - Lipsia 1750)
Passione secondo Giovanni BWV 245
per soli, coro e orchestra
Prima parte
Intervallo
Seconda parte
Johann Sebastian Bach
Passione secondo Giovanni BWV 245
per soli, coro e orchestra
A ribaltare la graduatoria della popolarità fra le due grandi passioni di Bach, sia
pure a modo suo, ci ha provato anche il nostro contemporaneo e geniale autore
di musical Andrew Lloyd Webber, quando ha impostato tutto il suo celeberrimo Jesus Christ Superstar sul tema (modificato il minimo necessario, solo
accentuando il ritmo) del penultimo coro della Passione secondo Giovanni.
Probabile che gli amanti della musica “seria” non se ne siano neppure accorti,
perché non seguono normalmente la musica “leggera”. E il reciproco vale per
gli altri ascoltatori, che continuano a fischiettare (e amare) un motivo bellissimo
senza sapere che è di Johann Sebastian Bach e non di un musicista pop, come
appunto Lloyd Webber. Di sicuro il primato in popolarità e il prestigio dell’altra
Passione di Bach, quella secondo Matteo, non è stato scalfito. Non sono serviti
neppure gli sforzi degli studiosi e musicologi, che hanno cercato di spiegare in
tanti modi perché l’impostazione della Passione secondo Giovanni è più flessibile e varia, certo più imprevedibile, forse più stimolante sotto l’aspetto intellettuale.
Forte della grandiosità della concezione e del taglio quasi teatrale degli episodi
cruciali, la Passione secondo Matteo mantiene salda la sua egemonia. Peraltro,
un vero confronto alla pari non è possibile, tante e tali sono le differenze di concezione e di elaborazione fra i due capolavori. Conta poco il fatto che abbiano
avuto la medesima destinazione: la pubblica esecuzione nel corso del vespero
del Venerdì Santo nelle grandi chiese di San Tommaso e San Nicola di Lipsia.
E che siano state composte a breve distanza di tempo, nel 1724 quella secondo
Giovanni, nel 1727 quella secondo Matteo. Di sicuro la seconda sente l’influenza delle tecniche teatrali moderne i cui echi arrivavano al curiosissimo Bach da
Dresda, città non lontana ma ben più vivace e cosmopolita di Lipsia. Mentre la
prima trova i suoi modelli nelle Passioni della Germania del nord e comunque
nella tradizione barocca. Non a caso la musicologia più aggiornata sostiene che
la Passione secondo Giovanni potrebbe aver avuto una prima stesura addirittura nel 1717, sette anni prima del trasferimento di Bach a Lipsia, negli ultimi
mesi del soggiorno a Weimar e quando non era ancora cominciato il fertilissimo
periodo d’impiego come maestro di cappella alla corte del principe di Koethen.
Non ci sono prove irrefutabili a sostegno di questa tesi, ma tanti indizi e solide
considerazioni storiche e stilistiche. Si sa che Bach non si trasferì volentieri a
Lipsia e che lo fece solo perché costretto dalle circostanze: il brusco venir
meno dell’interesse per la musica alla corte di Koethen, la necessità di mandare i figli all’università, la mancanza di una vera alternativa. Fino alla soglia degli
anni Quaranta, Bach sperava di potersi impiegare alla corte di Dresda, di nuovo
come laico maestro di cappella, per dedicarsi di nuovo alla prediletta musica
strumentale e magari all’opera, abbandonando il genere sacro che non lo stimolava più. Arrivando a Lipsia nel maggio del 1723, sapeva di doversi sottoporre, per contratto, a una massacrante routine di creazione musicale di cantate e oratori per tutte le festività religiose e civili dell’anno. Portò con sé tanti
manoscritti di musica religiosa giovanile, per riciclarla appunto a Lipsia. Erano
partiture degli anni di Weimar (1708-1717) o addirittura precedenti, dato che a
Koethen (1717-1723) Bach praticamente smise di scrivere musica da chiesa.
È molto probabile che si sia rivolto ai propri archivi anche per realizzare rapidamente la sua passione d’esordio a Lipsia, il 7 aprile 1724, appunto quella
secondo Giovanni come ormai sappiamo con certezza. Fino a qualche anno fa si
riteneva che la prima esecuzione fosse avvenuta un anno dopo, il 30 marzo 1725.
Invece si era trattato di una nuova versione dello stesso lavoro. Una terza versione fu eseguita il 26 marzo 1728 e una quarta l’8 aprile 1746. Le differenze fra
le quattro versioni sono molte: spostamento di cori, sostituzione di arie, cambiamenti nella strumentazione. Sono modifiche funzionali, che non alterano la
sostanza della Passione e neppure il magnifico impianto a simmetria centrale
attorno al corale “Durch dein Gefängnis” (n. 40). E che neppure diluiscono i
rapporti con i modelli della Passione-oratorio della tradizione luterana tedesca,
soprattutto con quella più recente, sviluppata a partire dal 1704 ad Amburgo
quando fu pubblicato Der für die Sünde der Welt gemartierte und sterbende
Jesus (Il martirio e la morte di Gesù per i peccati del mondo) del consigliere
municipale Barthold Heinrich Brockes, una parafrasi del testo evangelico con
interpolati commenti e riflessioni originali di indubbia sostanza poetica, che
servì da libretto per la musica di autori importanti come Keiser (1712), Händel
(1716), Telemann (1716), Mattheson (1718). Per la sua Passione secondo
Giovanni, Bach non utilizzò direttamente il testo di Brockes, ma una parafrasi
redatta da uno sconosciuto e probabilmente riadattata da lui stesso.
L’impostazione rimase inalterata, con una netta distinzione fra il piano del racconto e quello del commento. La storia della Passione è raccontata da un
Evangelista, con interventi diretti di Cristo e degli altri protagonisti, utilizzando fedelmente le parole del testo evangelico declamate con la tecnica musicale
del recitativo accompagnato da basso continuo e con efficaci interventi corali.
Nei momenti cruciali, il racconto si interrompe per lasciare spazio alle pie considerazioni poetiche, affidate al canto dei solisti vocali (soprano, alto, tenore,
basso), al controcanto dei solisti strumentali, al libero discorso concertante dell’orchestra. Ammorbidiscono il passaggio dal testo del Vangelo e quello del
moderno poeta, le parole e le musiche dei padri cinquecenteschi della Chiesa
luterana cristallizzate nei grandi corali che vengono interpolati secondo un disegno semplice e grandioso.
Una descrizione analitica di ciascuno dei 68 numeri della partitura (che con i
diversi raggruppamenti della nuova edizione critica sono diventati 40) porterebbe troppo lontano. Mentre la comunicativa di queste pagine è tale da rendere comunque difficile una semplice descrizione a parole. Però si badi alla dimensione sempre intima entro cui viene mantenuta la grande tragedia della
Passione, la sublimazione del dramma, la rinuncia all’urlo e all’invettiva. Si
ripensi ai bagliori della Passione secondo Matteo, con i suoi doppi cori, la grande orchestra, il piglio teatrale delle arie vocali. Si capirà subito che le due
Passioni stanno sui versanti opposti di uno spartiacque stilistico e ideale. Che
quella secondo Matteo (1727) porta Bach fuori dall’orbita religiosa, soprattutto
luterana, che tanta parte aveva avuto nei suoi primi anni di creazione musicale
e che si ridurrà a nulla nell’ultimo decennio. E che quella secondo Giovanni
(1724) è la sintesi di quanto precede e la testimonianza di una simbiosi fra musica, fede e teologia a suo modo perfetta; l’ultima in Bach, dato che nella Passione
secondo Marco preparata per la Pasqua del 1731 e ora perduta, era nuovo il
testo ma la musica era stata riciclata da lavori precedenti e che, per quanto ne
sappiamo ora, di altre e successive non esistono tracce.
Probabilmente fu lo stesso Bach, per primo, a rendersi conto che con la
Passione secondo Giovanni, stava cambiando qualcosa nel profondo, nella sua
musica e nella sua vita. Sappiamo che lavorò a lungo alla preparazione di questa partitura, che doveva essere il consuntivo del lavoro fatto nel primo anno del
suo servizio a Lipsia, il punto di arrivo dei decenni dell’apprendistato e della
prima maturazione a Weimar e a Koethen, il fondamento per il futuro.
Sappiamo anche che Bach non fu del tutto convinto del risultato, proprio perché tornò più volte sulla stessa partitura per modificare, rifare, riordinare.
Forse non fu mai del tutto soddisfatto del testo, che anche ai nostri occhi appare relativamente poco omogeneo. Manca infatti quell’intenso lavoro in comune
con il concittadino poeta e teologo Picander (pseudonimo di Christian
Friederich Henrici, 1700-1764) che portò alla perfezione unitaria il testo della
Passione secondo Matteo.
Scopriamo così che non è il caso di insistere più di tanto nel tentare di ribaltare
il giudizio della storia e di andare controcorrente. Che comunque ha poco senso
stabilire una scala di valori estetici assoluti fra le due grandi Passioni di Bach.
Perché, pur così vicine nella forma, nel tempo e nel luogo, sono due lavori che
nascono in una fase creativa profondamente diversa. Perché la Passione secondo Giovanni è figlia della transizione, con un’architettura proiettata al futuro
ma con le radici ancora affondate nel passato, con tutte le inquietudini e le ambiguità che ciò comporta. E forse per questo, magari quando anche noi semplici
ascoltatori abbiamo la sensazione di attraversare una nostra personale linea
d’ombra, vogliosi di cambiare e incapaci di dimenticare, ci scopriamo profondamente innamorati proprio della Passione secondo Giovanni, e vogliamo che sia
la più bella.
Enzo Beacco
MARTIN HASELBÖCK direttore
Direttore d’orchestra, organista e compositore, dopo gli studi a Vienna e
Parigi, dove ha meritato diversi premi, Martin Haselböck si è affermato ben
presto come solista suonando sotto la direzione di direttori quali Abbado,
Maazel, Muti e Stein. Organista di corte a Vienna, ha poi intrapreso un’intensa attività come direttore, dedicandosi all’immenso repertorio della musica da chiesa. Nel 1985 ha fondato l’ensemble Wiener Akademie con il quale ha
avviato un ciclo annuale di concerti al Musikverein di Vienna. Con un repertorio che spazia da Bach alla musica del ventesimo secolo, direttore e ensemble
sono stati ospiti dei più importanti centri musicali in Europa, Giappone e
negli Stati Uniti. Insieme hanno realizzato più di sessanta registrazioni discografiche che hanno meritato premi quali il Deutsches Kritik Preis e il premio Liszt in Ungheria.
Martin Haselböck è inoltre ospite regolare di orchestre quali Wiener
Symphoniker, Deutsches Symphonieorchester, Berliner e Dresdner
Philharmoniker, Orchestra nazionale spagnola, Orchestra filarmonica ceca,
Orchestra filarmonica ungherese, St. Paul Chamber Orchestra, Flemish
National Philharmonic Orchestra e Radiophonic Hilversum Orchestra, con le
quali si è dedicato in egual misura al repertorio barocco e classico. Con
l’Orchestra sinfonica di Amburgo ha realizzato un ciclo dedicato ai capolavori classici viennesi.
Con la Wiener Akademie è stato invitato quale artista “in residence” alla
Philharmonie di Colonia, alla Tokyo Suntory Hall e al Festival Mozart di
Würzburg. Dopo il debutto negli Stati Uniti con la Messa in si minore di Bach
eseguita a Seattle, è stato invitato a dirigere importanti orchestre statunitensi quali la Philadelphia Orchestra, la Pittsburgh Symphony e la San
Francisco Symphony. È stato inoltre direttore ospite al Händel Festival di
Göttingen e a Zurigo. In Germania ha presentato le grandi opere di Mozart
eseguite per la prima volta su strumenti originali al Teatro Pfalzbau di
Ludwigshafen. Per il Don Giovanni ha meritato nel 1991 a Praga il premio
Mozart. Tra gli impegni recenti Il Trionfo del tempo e del disinganno di
Händel a Salisburgo e Bath, Il Re pastore di Mozart al festival Klangbogen a
Vienna, Radamisto di Händel a Salamanca, Bilbao, Istanbul, Tel Aviv e
Amsterdam.
WIENER AKADEMIE
Fondata nel 1985 da Martin Haselböck, la Wiener Akademie è conosciuta a
livello internazionale per il virtuosismo delle sue esecuzioni e la sua particolare inflessione stilistica dallo speciale sapore austriaco. Sin dall’inizio l’ensemble si è concentrato sul repertorio barocco e del primo romanticismo eseguendo i capolavori dei grandi compositori, pur dedicandosi nello stesso
tempo alla riscoperta di lavori di rara esecuzione e capisaldi di raro ascolto
quali La Deposizione della Croce di Fux, Il Gedone di Porpora e la musica
massonica di Mozart.
Dal 1991 anima una propria serie di concerti, “Wiener Klassik”, al
Musikverein di Vienna. L’ensemble è inoltre ospite regolare di festival internazionali quali Primavera di Praga, Schleswig-Holstein, Wiener Festwochen,
Festival di Cuenca, Internationale Bachakademie Stuttgart, Händel Festival
a Halle, e di importanti istituzioni musicali quali Suntory Hall a Tokyo, Alte
Oper Frankfurt, Philharmonie di Colonia, Palau de la Musica a Barcellona,
Concertgebouw di Amsterdam e Izumi Hall a Osaka.
In campo operistico ha realizzato un ciclo di spettacoli mozartiani tra i quali
Il ratto dal serraglio, Don Giovanni, Il sogno di Scipione e Le nozze di Figaro.
Inoltre l’orchestra ha ottenuto particolare successo con l’interpretazione di
opere barocche. Nel maggio 2002 la Wiener Akademie ha presentato
Radamisto di Händel al Festival di Salisburgo e Il buon marito di Benda al
Festival di Schwetzingen. Tra gli impegni recenti l’oratorio Il trionfo del
Tempo e del Disinganno e Ariodante di Händel a Salisburgo, un nuovo allestimento di Zaïde di Mozart a Schwetzingen, Istanbul e Barcellona.
In campo discografico ha al suo attivo più di trenta dischi.
Direttore e complesso sono stati ospiti del 20° ciclo delle Settimane Bach.
Vittorio Ghielmi, viola da gamba
Theresa Dlouhy, Ursula Baumgartl, Claudia Meller, Theresa Gruber,
Agnes Scheiblreiter, Katrin Kriegl, soprani
Daniela Wacha, Astrid Krammer, Katharina Starl, Elisabeth Sturm,
Anna Hau, Lydia Trogbacher, contralti
Peter Koene, Bernd Hemedinger, Florian Ehrlinger, Andreas Peterl,
Florian Maierl, Holger Kirsten, tenori
Jörg Espenkott, Christoph Brandner, Viktor Kletzer, Jörg Reddin,
Markus Jandrisits, Alex Koller, bassi
Hubert Hoffmann, liuto
Christian Gurtner, Marie-Celine Labbé, flauti
Emma Davislim-Black, Eva Endel, oboi
Katalin Sebella, fagotto
Hans v. Busch, controfagotto
Ulli Engel, Agnes Stradner-Dubrovsky, Gerlinde Sonnleitner, Diana Kiendl,
Inigo Aranzasti, violini primi
Martina Warecka-Tjuvajev, Christiane Bruckmann-Hiller, Regine Schröder,
Katherina Brzoza, Thomas Trsek, violini secondi
Peter Aigner, Eva Posvanecz, Martina Reiter, viole
Balázs Máté, Katie Stephens, violoncelli
Hector Castillo, contrabbasso
Jeremy Joseph, organo
DOERTHE MARIA SANDMANN soprano
Nata a Berlino, Doerthe Maria Sandmann ha intrapreso giovanissima gli
studi musicali presso la Hochschule für Musik “Hanns Eisler” della sua città.
È ospite frequente presso festival di livello internazionale quali Oude Muziek
di Utrecht, Musikfestspielen Potsdam al castello di Sanssouci,
Händelfestspiele a Halle, Dresdner Musikfestspiele, Carinthischer Sommer,
Styriarte Graz, Festspielsommer Bad Kissingen, Wiener Festwochen,
Massachussetts International Festival of the Arts. Nel 2001 ha debuttato al
Musikverein di Vienna.
Con un repertorio che comprende gli oratori, le passioni e le cantate di Bach,
il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi e le messe di Mozart, collabora
regolarmente con orchestre di primo piano quali Berliner Barock Company,
Combattimento Consort Amsterdam, Armonia Tributo Austria, Wiener
Akademie, Rheinischer Kantorei, Thomanerchor Leipzig, Bach Ensemble con
Joshua Rifkin, Ensemble Oriol e Berliner Philharmoniker.
È stata ospite del 17° ciclo delle Settimane Bach nel 2002.
LYDIA VIERLINGER contralto
Lydia Vierlinger è nata a Linz dove ha iniziato la formazione musicale studiando violino e pianoforte. Dopo la maturità si è trasferita a New York e in
seguito a Vienna dove ha studiato canto e pedagogia vocale. Si è poi perfezio-
nata con Diane Forlano e Londra e Herwig Reiter a Vienna. Dal 2004 è docente di canto all’Università di Vienna.
Specialista nell’esecuzione del repertorio sacro, collabora con ensemble e direttori quali Nova, Voces e Arnold Schönberg Chor, Adam Fischer, Ingo
Metzmacher, René Clemencic, Adrian Leaper, Erwin Ortner, Michael
Radulescu e Jörg Zwicker.
Ospite regolare di festival quali Salisburgo, Haydn a Eisenstadt, Wiener
Festwochen, Wien Modern, Klangbogen e Osterklang a Vienna e Styriarte, ha
partecipato al concerto di inaugurazione di “Salamanca, capitale culturale
nel Mondo”. Si è inoltre esibita a Barcellona, Venezia (Grande Scuola di San
Rocco), Francoforte (Alte Oper, Passione secondo Matteo di C.P.E. Bach),
Perugia (Stabat Mater e Paukenmesse di Haydn), Amsterdam
(Concertgebouw), Madrid (Nona Sinfonia di Beethoven) e in Belgio,
Germania, Francia, Grecia, Israele, Giappone, Russia e negli Stati Uniti.
In campo operistico ha partecipato alla prima esecuzione in tempi moderni dell’opera dimenticata di Telemann Pastorelle en musique al Festival di Gmunden
ripresa, nel 2004, al Musikverein a Vienna. Ha inoltre al suo attivo recital a
Linz, Vienna, Eisenstadt (Castello Esterhazy), Praga, Berlino e Sarajevo.
In campo discografico ricordiamo il CD “Vedo il ciel” dedicato ad arie di
Händel registrato alla Hofkapelle a Vienna nel febbraio 2004.
È per la prima volta ospite della nostra Società.
ANDREAS KARASIAK tenore
Andreas Karasiak è nato nel 1968 a Francoforte. Ha compiuto gli studi con
Claudia Eder all’Università “Johannes Gutenberg” di Magonza e a Basilea
con René Jacobs. Ha inoltre partecipato a masterclass tenute da Werner
Hollweg, James Wagner e Leonard Hokanson. Nel 1998 ha vinto il “Gesang
Bundeswettbewerb” (Concorso federale di canto) di Berlino.
Collabora regolarmente con orchestre e direttori di primo piano quali
Dresdner Kreuzchor e Roderich Kreile, Münchner Bach-Chor und Orchester e
Hanns-Martin Schneidt, Collegium Vocale Gent e Philippe Pierlot,
Knabenchor Hannover e Akademie für Alte Musik Berlin con Heinz Henning,
RIAS-Kammerchor, Concerto Köln e Marcus Creed, La Stagione Frankfurt
con Michael Schneider, Bach-Collegium Stuttgart e Frieder Bernius,
Freiburger Barockorchester, Helmuth Rilling, Philippe Herreweghe, Ton
Koopman e David Zinman.
Apprezzato interprete mozartiano, dal 1999 al 2002 ha fatto parte del Teatro
Nazionale di Mannheim. Tra gli impegni recenti Il sogno di Scipione di
Mozart al festival Klangbogen a Vienna e Il ritorno di Ulisse in patria di
Monteverdi con la compagnia del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles
al Melbourne International Arts Festival.
Ha partecipato inoltre a numerose registrazioni radiofoniche. Recente è l’incisione dell’Innocenza giustificata di Gluck con Bruno Weil e dell’Oratorio di
Natale di Cartellieri con Christoph Spering.
È stato ospite del 15° ciclo delle Settimane Bach nel 2001 (Passione secondo
Giovanni).
WOLFGANG BANKL basso
Nato a Vienna nel 1960, Wolfgang Bankl ha iniziato la sua formazione musicale studiando il violino. Parallelamente agli studi di fisica all’Università di
Vienna, ha collaborato con orchestre sia come violinista sia come bassista in
gruppi jazz. Nel 1984 ha iniziato gli studi di canto al Conservatorio di Vienna
con Dominique Weber, approfondendo il repertorio liederistico e oratoriale
con David Lutz e operistico con Waldemar Kmentt.
Dopo il debutto nelle Nozze di Figaro alla Kammeroper di Vienna, dal 1989 al
1993 ha fatto parte dell’Opera di Kiel. Nel 1992 ha collaborato con Brigitte
Fassbaender al Tiroler Landestheater di Innsbruck. Dal 1993 è membro della
Wiener Staatsoper dove è stato protagonista anche di numerose prime. Con un
repertorio che si estende dalle cantate e passioni di J.S. Bach fino alla musica
contemporanea, è stato inoltre ospite di teatri d’opera e festival a Vienna
(Osterklang, Wiener Festwochen), Zurigo, Amburgo, Francoforte (Alte Oper),
Roma (Santa Cecilia), Colonia, Barcellona, Salisburgo, Lubecca, Bregenz,
Tokyo, Tel Aviv, Salamanca e Parigi. Recentemente ha interpretato il ruolo di
Kingsor nel Parsifal alla Staatsoper di Vienna diretto da Sir Simon Rattle.
Con il pianista e direttore Norbert Pfafflmeyer ha fondato nel 2000 il festival
errante di musica da camera “Giro d’arte”.
In campo discografico ricordiamo Der Rosenkavalier con Carlos Kleiber,
Winterreise con Norbert Pfafflmeyer e Der Riese von Steinfeld di Friedrich
Cerha e Peter Turrini con Michael Boder.
È per la prima volta ospite della nostra Società.
CHRISTIAN HILZ basso
Christian Hilz, nato a Erlangen, ha intrapreso gli studi musicali con Jakob
Stämpfli. Si è poi perfezionato con Elisabeth Schwarzkopf, Kurt Moll, Jan
Hendrik Rootering e Joshua Rifkin.
Con un repertorio che si estende dalle grandi opere barocche a Mozart e
Rossini, è ospite di festival quali Schleswig–Holstein, BBC London Proms,
Festival Oude Muziek di Utrecht, Salisburgo, Lucerna, Festival Bach a Lipsia,
Rheinischer Musikfest, Würzburg Mozart Festival, Primavera di Praga e
Ansbacher Bachwochen. È stato inoltre protagonista di concerti al
Musikverein di Vienna, Herkulessaal di Monaco di Baviera, Stuttgart
Musikfest, Alte Oper di Francoforte e Royal Albert Hall di Londra.
Collabora con complessi quali London Mozart Players, New York Bach
Ensemble, Berliner Philharmoniker, Orchestra sinfonica di Stavanger,
Tafelmusik Ensemble, Norwegian Baroque Orchestra, Bayerischer Rundfunk
Sinfonieorchester, Mozarteum di Salisburgo e con direttori quali Andrew
Parrott, Nicolas McGegan, Joshua Rifkin e Ivor Bolton.
In campo operistico affianca ai grandi ruoli del periodo barocco e classico
anche lavori di Britten, Berg, Menotti e Penderecki. Tra gli impegni recenti
una nuova edizione dell’Isola disabitata di Jommelli ai Ludwigsburger
Schlossfestspiele.
È stato ospite del 17° ciclo delle Settimane Bach nel 2002.
Prossimo concerto:
martedì 22 marzo 2005, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Radu Lupu pianoforte
Per il suo graditissimo ritorno alla nostra Società, Radu Lupu propone un
programma pieno di sfaccettature, che altro non sono che contrasti insiti in
scelte stilistiche che nascono nel segno della continuità, ovvero del dialogo.
Per esempio Beethoven, che negli ultimi anni dialoga con il Bach delle
variazioni (la sua op. 80, di rarissimo ascolto) e del contrappunto (la sonata op.
101). E anche Alban Berg, che intitola Sonata la sua opera prima che però
sonata non è in senso classico, ma in senso barocco, rinascimentale.
O Schubert, che con la sua immensa (anche in senso quantitativo)
Sonata in si bemolle, guarda al futuro romantico mantenendosi ancorato ai
modelli mozartiani. Il tutto sarà esaltato dalla perfezione tecnica, dal tocco
inconfondibilmente vellutato, dalla tastiera piena di colori di uno dei più
affascinanti interpreti pianistici del nostro tempo.
Programma (Discografia minima)
L. van Beethoven
32 Variazioni in do minore
op. 80
(Brendel, Vox
C03X 3017)
A. Berg
Sonata op. 1
(Gould, Sony Classical
SMK 52661)
L. van Beethoven
Sonata n. 28 in la
maggiore op. 101
(Richter, Philips
438824-2)
F. Schubert
Sonata n. 23 in si bemolle
maggiore D 960
(Lupu, London
440295-2)
I Soci del Quartetto a Palazzo Reale
Grazie ad un accordo privilegiato, i nostri Soci potranno visitare la mostra
Il Cerano (1573-1632)
protagonista del Seicento lombardo
Palazzo Reale, 24 febbraio – 5 giugno 2005
acquistando il biglietto al costo ridotto di € 6 anziché € 8.
Per l’acquisto dei biglietti si prega di rivolgersi direttamente alla biglietteria di
Palazzo Reale esibendo la tessera associativa.
Berliner Philharmoniker - Teatro alla Scala, 4 maggio 2005
Modalità di ritiro dei biglietti
Si informano i Soci che i biglietti prenotati per il concerto dei Berliner
Philharmoniker e Sir Simon Rattle al Teatro alla Scala il 4 maggio 2005, devono essere tassativamente ritirati dal 21 marzo al 6 aprile, con esclusione di
venerdì 25 e lunedì 28 marzo, presso la nostra sede (da lunedì a venerdì dalle
ore 13.30 alle 17.30).
Il pagamento dovrà essere effettuato in contanti o con assegno senza indicazione di “non trasferibile” intestato a Croce Rossa Italiana.
Polittico della Madonna della Misericordia, formella di Piero della Francesca,
Sansepolcro - Pinacoteca Comunale
Barthold Heinrich Brockes, mezzatinta incisa e pubblicata da
Johann Jacob Haid, Augsburg
Settimane Bach
Direzione: Maria Majno
Ufficio stampa: Nicoletta Geron
Consulenza: Sandro Boccardi
Società del Quartetto di Milano
Via Durini 24 - 20122 Milano
Tel. 02.7600.5500 / 02.795393
Fax 02.7601.4281
e-mail: [email protected]
www.quartettomilano.it
Ufficio Musica - Comune di Milano
Assessorato alla Cultura
Via Marino 7 - 20121 Milano
Tel. 02.8846.2322
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