Milano, 22 agosto 2011 Materiali superconduttivi ad alta temperatura Uno studio sugli ossidi di rame pubblicato su Nature Physics Il Politecnico di Milano, in collaborazione con il Max Planck Institute di Stoccarda ed alcuni gruppi di ricerca del Sincrotrone Svizzero SLS, ha svolto una ricerca sugli ossidi di rame (cuprati), materiali superconduttori ad alta temperatura, e ha scoperto che l'interazione magnetica tra gli atomi di rame è molto più forte di quanto sinora pensato quando questi materiali sono nello stato superconduttivo, cioé quando la resistenza al passaggio di corrente elettrica è nulla. Dal momento che i cuprati sono gli unici superconduttori ad alta temperatura critica (+ di 77 kelvin), questa scoperta rappresenta un risultato di grande interesse generale nel campo della fisica dei solidi e, in prospettiva, della scienza dei materiali perché permetterà di “progettare” in laboratorio nuovi materiali superconduttori. La ricerca è stata pubblicata su Nature Physics a luglio. LA STORIA Esattamente 100 anni fa, nel 1911, il fisico olandese Heike Kamerlingh Onnes scoprì il fenomeno della superconduttività, la proprietà di taluni materiali di trasportare corrente elettrica senza nessuna resistenza. Molti materiali possono divenire superconduttivi, ma sempre a temperature bassissime (pochi gradi sopra allo zero assoluto di -273°C), così che l’uso pratico della superconduttività è stato sinora limitato dalla difficoltà e dal costo di raggiungere temperature così basse. E il sogno iniziale di poter trasportare l’energia elettrica su lunghe distanze “a costo zero” si è pian piano dissolto. Ciononostante i materiali superconduttori trovano oggi applicazioni importanti, anche se di nicchia, come la diagnostica medica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), le telecomunicazioni (centraline per telefonica cellulare, in USA), i laboratori di ricerca (dispositivi magnetometrici SQUID, magneti dell’accelaratore di particelle LHC del CERN di Ginevra). Non tutti i materiali superconduttori sono però uguali. Quelli cosiddetti tradizionali richiedono temperature molto basse, ottenibili solo con l’uso del costosissimo elio liquido. Quelli “ad alta temperatura critica”, scoperti esattamente 25 anni fa da Bednorz e Müller, sono superconduttivi anche a temperature ottenibili abbastanza facimente con l’uso dell’azoto liquido, molto più semplice da produrre ed enormemente meno caro dell’elio liquido. Questi materiali sono ossidi di rame, detti cuprati, dalla composizione chimica assai complessa e con proprietà meccaniche che complicano la produzione di “fili” per il trasporto di corrente, cosa che ne ha rallentato l’introduzione in ambito tecnologico. Dal punto di vista fondamentale, inoltre, i cuprati rappresentano la sfida più importante per la fisica dei solidi moderna. Infatti mentre una teoria per i superconduttori tradizionali esiste Politecnico di Milano Ufficio Relazioni con i Media Piazza Leonardo da Vinci, 32 20133 Milano Tel 02 2399 2229/2443/2441 Fax 02 2399 2237 E-mail [email protected] Web www.polimi.it dagli anni ’50 (teoria BCS, da Bardeen, Cooper e Schriffer che la formularono), per i cuprati un modello teorico soddisfacente non è stato ancora trovato. LA RICERCA Una possibile svolta arriva dalla scoperta, pubblicata su Nature Physics, che l'interazione magnetica tra gli atomi di rame è molto più forte di quanto sinora pensato quando questi materiali sono nello stato superconduttivo. Poiché in un materiale superconduttivo non solo la resistenza al passaggio della corrente è nulla, ma vi è anche la contemporanea espulsione dei campi magnetici presenti in esso, l’aver mostrato che, seppur nascosto, continua a vigere un ordine magnetico è di estrema importanza per la formualzione della teoria della superconduttività ad alta temperatura nei cuprati. Si tratta, quindi, di un risultato di grande interesse generale nel campo della fisica dei solidi e, in prospettiva, della scienza dei materiali. In particolare capire perché i cuprati diventano superconduttivi permetterà di “progettare” in laboratorio nuovi materiali superconduttori e di far aumentare la temperatura critica al di sopra dei 125 kelvin, record attuale dei cuprati. Lo studio è stato condotto dal Politecnico di Milano (gruppo guidato dai Proff. Lucio Braicovich e Giacomo Ghiringhelli, Dipartimento di Fisica) in collaborazione con il Max Planck Institute di Stoccarda ed alcuni gruppi di ricerca del Sincrotrone Svizzero SLS con l’utilizzo dello spettrometro SAXES, lo strumento di misura in gran parte progettato e costruito presso il Dipartimento di Fisica del Politecnico e installato presso il Sincrotrone SLS. Il metodo di indagine è basato sul bombardamento del materiale in esame con raggi x di energia scelta in modo da interagire unicamente con gli ioni di rame nel materiale. I raggi x “rimbalzano” così unicamente sugli atomi di rame, quelli più importanti per le proprietà fisiche dei cuprati. L’energia perduta nell’urto, misurata con lo spettrometro SAXES, ci fornisce l’informazione sulle proprietà magnetiche del materiale. La rivista “Physics today” (http://www.physicstoday.org/), bollettino di informazione scientifica dell’American Physical Society ha rilanciato la notizia sul proprio sito e pubblicherà un approfondimento nel prossimo numero a stampa.