MARTEDI 19 APRILE 2005-04-13 SEMINARIO Le Fonti di energia in Italia Intervento del Per. Ind. Giampiero Giovannetti “IL RUOLO DEL PROGETTISTA DELL’INVOLUCRO EDILIZIO” QUALI SONO LE ENERGIE ALTERNATIVE AGLI IDROCARBURI Generalmente la madre (o il padre) di tutte le fonti di energia è il sole che ha provveduto, provvede, e provvederà a fornire il nostro pianeta di energia (generalmente termica) fino alla fine della vita del nostro sistema solare. Tutta l’energia che si può sfruttare deriva infatti dal sole ed è così elencabile: Energia solare diretta Energia da biomasse (fotosintesi e processi fermentativi di zuccheri) Acqua in movimento ascendente (evaporazione ) Maree Acqua in movimento discendente (pioggia e fiumi in discesa fino al mare) Aria in movimento Geotermia (calore proveniente dal nucleo terrestre a sua volta eredità del sole) Luce solare da utilizzare per fotovoltaico Ecc. ecc. ecc. L’Italia in questo è fortemente favorita sia per la sua annualmente lunga esposizione solare, per la sua ricchezza di sorgenti geotermiche sia per la qualità dei suoi boschi adatti principalmente ad un legname da ardere Noi dobbiamo occuparci dell’uso e dell’applicazione corretta di tutte queste forme di energia possibilmente in forma associata ed integrata, in maniera da non rimanere mai dipendenti di una singola fonte. Le forme di energia che prenderemo in considerazione sono: Da biomasse ( legna, pellets, sansa, nocciolino, mais) Dal sole ( energia termica ed elettrica) Dalle sorgenti geotermiche (soffioni o piscine termali) Dalla cogenerazione con la produzione di elettricità Dalla termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani selezionati Dall’eolico (energia elettrica) Per biomasse si intendono principalmente la legna da ardere o le sostanze legnose risultanti dallo scarto di altre lavorazioni o impieghi, dalle produzioni di prodotti agricoli oleosi quali il mais, il girasole, la colza. Per questi si possono utilizzare una svariata tipologia di generatori termici e qui ne posso elencare alcuni: Termocamini Termocucine Termostufe Caldaie a legna Caldaie a gassificazione Caldaie a pellets Caldaie a mais Caldaie a legno sminuzzato Dal sole possiamo utilizzare sia il calore che la luce ed in questo caso utilizzeremo il calore trasmesso per irradiazione a mezzo di: Pannelli solari Bollitori solari Tubi solari, la luce per mezzo di pannelli fotovoltaici Dalle sorgenti geotermiche possiamo utilizzare il calore tramite scambiatori da inviare all’utilizzo a mezzo teleriscaldamento che non è altro se non una conduttura doppia ben coibentata da portare alle utenze di una città o di una piccola comunità o di un solo condominio. Dalla cogenerazione Pensiamo a tutte le centrali termoelettriche cittadine, fabbriche, fonderie, fornaci che normalmente emettono ngas di combustione a temperature ancora molto elevate tali da essere utilizzate per ricavarne calore. Dalla termovalorizzazione dei RSU Ultimamente si va facendo strada la giusta ipotesi di selezionare tutti quei rifiuti solidi urbani combustibili e utilizzarli come risorsa termica, da utilizzare anche questi con il sistema del teleriscaldamento Eolico Dove l’energia elettrica anche se impiegabile per usi più nobili può essere sempre considerata una soluzione in casi di emergenza termica. IL RUOLO DEL PROGETTISTA DELL’INVOLUCRO EDILIZIO Ovviamente in edilizia civile ed industriale sono sfruttabili solamente alcune delle fonti energetiche sopra richiamate ed a parere del sottoscritto quella che più può essere sfruttata è quella basata sullo sfruttamento dell’energia solare (calore e luce) oltre ovviamente a quella derivante dalle biomasse, per le quali abbiamo già abbastanza esperienze accumulate in secoli di applicazione durata fino circa alla metà del secolo scorso come fonte primaria di calore. Il tema che mi è stato affidato riguarda il ruolo che deve ricoprire il progettista dell’involucro edilizio nel processo di applicazione di questo tipo di fonti di energia alternativa alle costruzioni civili ed industriali. Tralasciamo il calore tratto da biomasse che è usato ma solo come ausilio di altro impianto per mezzo di termocamini o termostufe e concentriamoci sull’energia solare. Partiamo dall’inizio e della parte meno tecnica del ruolo del progettista. Di solito il progettista della parte edilizia ed architettonica del fabbricato è il primo professionista che interviene nel processo di costruzione dell’immobile, molto prima dei progettisti impiantistici, ed è quello che ha la piena fiducia del committente, quindi il suo è un ruolo fondamentale nell’indirizzare il committente in una scelta impiantistica o in un’altra. Ora, poi, qualche giorno dopo la pubblicazione della Legge Regionale della regione Toscana del 24 febbraio 2005, n. 39, pubblicata sul BURT del 7 marzo 2005, il suo compito è facilitato dall’art. 23, che prevede testualmente: Art. 23 Rendimento energetico degli edifici 1. Le nuove edificazioni e le ristrutturazioni delle unità immobiliari sono progettate e messe in opera in modo tale da contenere, in relazione al progresso della tecnica ed in modo efficiente sotto il profilo dei costi, le necessità di consumo di energia, nel rispetto dei requisiti minimi fissati con il regolamento di cui al comma 7, in attuazione della direttiva 2002/91 CE del 16 dicembre3 2002 (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul rendimento energetico in edilizia). 2. Per i nuovi edifici o ristrutturazioni urbanistiche vi è obbligo di installazione di impianti solari termici per la produzione dell’acqua calda sanitaria pari almeno al 50 per cento del fabbisogno annuale, fatto salvo documentati impedimenti tecnici. 3. L’obbligo di cui al comma 2 si applica a seguito di una intesa fra Regione, soggetti di distribuzione dell’energia elettrica e il gas in Toscana, e rappresentanze delle possibili utenze, promosso dalla stessa Regione e condiviso dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, ai fini della progressiva copertura del territorio regionale. 4. I contenuti minimi dell’intesa devono essere i seguenti: a) attribuzione del risparmio di energia primaria, ai fini dell’acquisizione dei “titoli di efficienza energetica” al soggetto di distribuzione; b) devoluzione da parte del soggetto di distribuzione, proporzionalmente al risparmio di energia primaria ad esso attribuito, di un corrispettivo ai soggetti proprietari che hanno proceduto alla installazione dell’impianto solare termico; c) definizione delle modalità di quantificazione e forme di attribuzione del corrispettivo di cui alla lettera b); d) definizione delle caratteristiche tecnico-economiche degli impianti; e) possibilità per coloro che, pur non soggetti all’obbligo di cui al comma 2, installano volontariamente un impianto solare termico, di accedere alle stesse condizioni previste dall’intesa per coloro che sottostanno all’obbligo succitato. 5. Ai fini di cui al comma 1 i progetti sono accompagnati da un’attestazione tecnica di rendimento energetico determinata con le modalità stabilite dal regolamento di cui al comma 7, tenuto conto delle norme tecniche definite nel rispetto dei principi nazionali e dell’Unione europea in materia di norme e specifiche tecniche dei prodotti e dei processi. L’attestazione tecnica di rendimento energetico può essere rilasciata anche per interi edifici o per aree residenziali di nuova edificazione o in ristrutturazione complessiva. In questi casi la progettazione deve prevedere, laddove possibile, forme innovative e centralizzate per la copertura dei fabbisogni energetici dell’edificio o dell’area e l’attestazione tecnica ha validità anche per le singole unità immobiliari. 6. Fatti salvi i casi di esclusione individuati con il regolamento di cui al comma 7, gli atti di compravendita e locazione dell’unità immobiliare sono accompagnati da una certificazione energetica della stessa, in attuazione della dir. 2002/91/CE. 7. Con regolamento, entro diciotto mesi dalla entrata in vigore della presente legge, vengono emanate norme di recepimento della dir. 2002/91/CE e individuate modalità e tempi di applicazione delle disposizioni di cui ai commi 5 e 6, definiti requisiti minimi di rendimento, modalità della attestazione di cui al comma 5 e della certificazione di cui al comma 6 professionisti abilitati alla attestazione e certificazione energetica dell’unità immobiliare, casi di esclusione e individuate norme e criteri tecnici di riferimento. 8. Nel caso in cui, ultimato un intervento di nuova edificazione o ristrutturazione, venga accertato il non rispetto dei requisiti minimi di rendimento energetico il proprietario dell’unità immobiliare è punito con una sanzione amministrativa in misura non inferiore al 5 per cento e non superiore al 30 per cento del costo dell’intervento, determinato a cura dell’ufficio tecnico comunale. Il comune irroga la sanzione e ordina al proprietario le modifiche necessarie per adeguare l’unità immobiliare ai requisiti minimi fissando un termine. Nel caso di inosservanza del termine la sanzione è raddoppiata. 9. Nel caso di esecuzione di opere in difformità con l’attestazione tecnica di cui al comma 5 ma nel rispetto dei requisiti minimi di rendimento energetico, si applicano le procedure e le sanzioni previste dalla l.r. 1/2005 per le opere eseguite in difformità dalla denuncia di inizio attività. 10. Il venditore che omette di allegare al contratto di compravendita la certificazione energetica di cui al comma 6 è soggetto ad una sanzione amministrativa non inferiore allo 0,5 per mille e non superiore al 3 per mille del valore venale dell’unità immobiliare, determinato a cura dell’ufficio tecnico comunale. 11. Il locatore che omette di allegare al contratto di locazione la certificazione energetica di cui al comma 6 è soggetto ad una sanzione amministrativa non inferiore allo 0,2 per mille e non superiore al 2 per mille del valore venale dell’unità immobiliare, determinato a cura dell’ufficio tecnico comunale. 12. Il professionista che rilascia una certificazione energetica non veritiera o dichiara un impedimento alla installazione dell’impianto solare termico non veritiero è soggetto ad una sanzione non inferiore allo 0,5 mille e non superiore al 3 per mille del valore venale dell’unità immobiliare, determinato a cura dell’ufficio tecnico comunale, fatti salvi i casi di responsabilità penale. In effetti è piuttosto chiaro l’orientamento del legislatore che a regime intende avere una certificazione energetica del fabbricato con almeno il 50% del fabbisogno dell’acqua calda sanitaria, prodotto con energia solare e pertanto i progettisti architettonici degli edifici devono per forza adeguarsi. Vediamo come. Gli edifici che dispongono di uno spazio soleggiato (tetto inclinato, tetto terrazzato, giardino, ecc.) possono essere dotati di un impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria. Il costo dell’installazione è tanto più basso quanto più facile è l’accesso a tali luoghi. Un tetto terrazzato o un giardino ben soleggiato sono in genere da preferire, ma va bene anche un tetto inclinato. Occorre prestare particolare attenzione a posizionare nel modo migliore il pannello solare. Bisogna scegliere la posizione che offre la migliore insolazione, ma anche le zone più facilmente accessibili e meno critiche negli ancoraggi, in questo modo si risparmia sui costi di installazione. I pannelli solari devono essere rivolti preferibilmente verso Sud, con una tolleranza di deviazione verso Est o verso Ovest di 30°, ed essere inclinati di circa 35-40° rispetto al piano orizzontale. Tale oscillazione terrà conto della posizione geografica: l’optimum è 30° per l’Italia meridionale e 35-40° per l’Italia settentrionale. Ogni installazione di pannelli solari presenta problemi specifici, nella loro maggior parte facilmente risolvibili, ma che vanno affrontati affidando l’installazione a imprese e installatori altamente qualificati. Pertanto il progettista del fabbricato deve studiare attentamente l’esposizione solare del terreno ove dovrà sorgere il fabbricato in progetto, orientando la nuova costruzione perché la sua esposizione solare sia la migliore possibile, soprattutto quella della porzione di edificio sulla quale devono essere installati i pannelli. Inoltre dovrà studiare una composizione architettonica del fabbricato compatibile con il montaggio dei pannelli stessi ad un costo che sia il più basso possibile, sia per quanto riguarda la prima installazione che per manutenzioni successive. Attualmente solo in provincia di Modena è stato realizzato un intero quartiere avente caratteristiche come quelle idealmente riportate nel paragrafo precedente. Il progetto. Il quartiere residenziale di Cognento è stato pensato come un intervento che nel “piano urbanistico” e nelle “realizzazioni edilizie” abbia le caratteristiche dell’ecosostenibilità: la scelta di materiali e degli impianti è stata mirata a garantire un basso impatto ambientale, risparmio energetico e risparmio delle risorse. Il Comparto Peep, ubicato lungo la via Jacopo da Porto Sud, ha una superficie territoriale complessiva di 117.164 metri quadrati, al fine di realizzare n. 220 alloggi per un numero di circa 700 abitanti (110 alloggi previsti nell’area soggetta ad intervento pubblico, ed i rimanenti 110 alloggi nell’area soggetta ad intervento privato); la superficie destinata a verde pubblico attrezzato a parco è di mq. 49.970 (all’interno dei quali è prevista anche la realizzazione di una scuola elementare per 5 classi di alunni). L’adozione del progetto in Consiglio Comunale di Modena è stata effettuata in data 23/12/1999, e l’approvazione in data 27/7/2000. Il tentativo è quello di un approccio complessivo, il più possibile vicino ad una metodologia di bilancio territoriale ed ambientale: “l’approccio per reti (mobilità, energia, acqua) e la città sostenibile”. • La valutazione dei fattori che concorrono a costituire il grado di sensibilità, la percezione ambientale e la promozione di comportamenti pro-ambiente e di partecipazione: “la percezione delle problematiche ambientali degli individui, i legami delle medesime con gli aspetti socio-economici della sostenibilità, lo scambio di informazioni fra gli operatori istituzionali che abbiano quest’ultima come obiettivo”. Le caratteristiche ecosostenibili del nuovo quartiere sono relative a: 1. impianto urbanistico viario: razionalizzazione della mobilità. 2. impatto ambientale degli edifici: uso di materiali ecologici e risparmio energetico. 3. risparmio della risorsa idrica: realizzazione di un “impianto integrato di fitodepurazione ”. 4. tutela dal rumore: sia in merito ai requisiti degli edifici sia delle aree attrezzate. Distribuzione urbanistica degli edifici L’orientamento prevalente degli edifici è in direzione est/ovest (con ampio affaccio a sud) - con flessibilità di angolazione di +/- 15° rispetto al sud. Il volume dell’edificio è compatto, con disposizione preferenzialmente allungata est-ovest per raggiungere obiettivi climatici ottimali. La collocazione urbanistica dei vari edifici rispetta il “diritto al sole” e verranno distribuiti sul territorio con una “distanza critica” per garantire il soleggiamento fra edifici paralleli e orientati a sud. L’ombra prodotta dalla prima costruzione, quella più a sud, non si dovrebbe sovrapporre al secondo edificio, (avendo come riferimento il 21 Dicembre - solstizio d’inverno - oltre alle altre angolazioni del percorso solare). Questa attenzione urbanistica consente di avere, nella facciata sud, il massimo soleggiamento invernale. Vengono collocati gli edifici più piccoli e bassi ( 2 - 4 -5 alloggi ) sulla fascia sud del Comparto, mentre gli altri edifici che arrivano ad avere 3 - 4 piani fuori terra sono ravvicinati per creare “ Unità di Vicinato”. I quattro fronti dell’edificio sono progettualmente diversificati per la massima rispondenza alle norme di contenimento energetico. A tal fine è stata effettuata la verifica delle prestazioni termiche - pareti verticali e orizzontamenti - e di luminosità, attraverso il “programma CLA” o programmi similari. Il guadagno energetico diretto del fronte sud nel periodo invernale può avvenire collocando finestre solari, appositamente protette per evitare dispersioni termiche durante la notte e progettate con elementi che evitino il surriscaldamento estivo, oppure dotando gli edifici di ampie serre vetrate non riscaldate e completamente apribili con funzione di captazione solare e giardino d’inverno. In qualunque caso non tutti gli edifici, o parti di essi, osservano l’orientamento generale per motivi urbanistico/compositivi, ma ciò avviene in minima parte. Il Piano Regolatore Generale ha previsto sia nel P.P. di iniziativa pubblica area 02 (intervento privato) sia nel P.P. di iniziativa pubblica area 01 (intervento pubblico), una quota pari a mq. 300 di attività aggiuntive, oltre alla residenza, per un totale di mq. 600 distribuiti di preferenza nella piazza del comparto. Le attività che si possono realizzare nell’area 01 sono: - A/10 uffici e studi privati - C/1/2/3 negozi, botteghe, locali per pubblici esercizi magazzini e locali di deposito, laboratori per arti e mestieri. • Impianto di riscaldamento Soprattutto nell’intervento pubblico sono state adottate soluzioni tecnologiche aventi come obiettivo un risparmio annuo di energia pari ad almeno il 30 per cento del Fabbisogno Energetico Normalizzato (FEN - ottenibile calcolando i consumi secondo il DPR 412). Sia nel caso di impianto autonomo (caldaia/alloggio singolo), sia nel caso di impianto centralizzato per edificio o gruppo di edifici (con “centralina di controllo dei consumi diretti ad unità) è verificata l’efficienza termica dell’impianto in rapporto al risparmio energetico. Per tale scopo, alla chiusura dei lavori, è stata effettuata la “firma energetica dell’edificio”. A tal fine il ventaglio di soluzioni suggerite include: 1. installazione di “caldaie (singole o centralizzate) a condensazione”, al posto di caldaie convenzionali ad alto rendimento. Queste caldaie consentono un elevatissimo rendimento energetico (attraverso il recupero del potere calorico dei fumi) ed assicurano una rilevante riduzione dei valori relativi all’emissione di ossidi di azoto e di monossido di carbonio. 2. uso di centrali termiche condominiali del tipo “a condensazione” che permettono di ottenere temperature dei fumi di scarico inferiori al punto di rugiada con apposito “ cronotermostato”, con programma giornaliero e settimanale, ed un “sistema individuale di contabilizzazione”. 3. installazione di “sistemi scaldacqua solari” per trasformare l’energia del sole in acqua calda sanitaria. E come supporto all’impianto tradizionale collegando il sistema a pannelli solari con una caldaia a condensazione. 4. inserimento di ”pompe di calore”: sistemi interessanti dal punto di vista della climatizzazione globale (riscaldamento per la stagione invernale e condizionamento estivo). 5. circuito dell’acqua calda a bassa temperatura sarà a max 50°C e le tecniche di riscaldamento il più simile possibile all’ipocausto (sistemi a pareti verticali - a “pannelli radianti” o a battiscopa o con irradiamento a pavimento). 6. si favorisce l’applicazione di tecnologie di “domotica” nel settore residenziale, soprattutto nel campo domestico (relativamente alla sicurezza , per servizi a disabili ed anziani), e con finalità di rilevazione dati/consumi ad opera di META Spa. Come si può vedere, il futuro energetico degli edifici è già iniziato.