13/10/2016 restauro architettonico gli inizi Rita Vecchiattini [email protected] Quatremere de Quincy … non bisogna restaurare quel che resta dei ruderi se non in vista di conservare ciò che è suscettibile di offrire modelli all’arte o testimonianze preziose alla scienza dell’antichità … Non si capisce quale pericolo potrebbe correre … se si integrasse, ad esempio, il suo peristilio con una o molte colonne fatte secondo il loro modello e con la stessa materia e le stesse misure. In un gran numero di casi, la natura dell’arte del costruire è tale che simili aggiunte possono farsi a un edifico semidistrutto senza cagionare alla parte conservata la minima alterazione. Voce Restauro dal “Dizionario storico di Architettura” 1832 1 13/10/2016 Eugene Emmanuel Viollet le-Duc (1814-1879) IL RESTAURO STILISTICO EUGENE EMMANUEL VIOLLET-LE-DUC (1814-1879) • attento e originale storico dell'architettura medievale e delle cosiddette arti minori • disegnatore, pittore, architetto e restauratore • teorico, divulgatore e polemista, avverso soprattutto all’Ecole des Beaux-Arts, produttrice di architetti fatti in serie, privi di personalità e ciechi ai monumenti nazionali, presi a guardare il passato greco e romano • personaggio chiave del restauro ottocentesco le sue teorie … influenzano l’evolversi successivo dell’intero campo disciplinare, con ripercussioni che ancora oggi obbligano a un costante riferimento intellettuale ai principi espressi … (Dalla Costa, 2001) 2 13/10/2016 È presente in ogni ambito dell’attività di tutela: istituzionale 1838 è aiuto al Consiglio degli edifici civili a Parigi e poi vice- ispettore degli Archivi 1846 Capo dell’Ufficio dei Monumenti Storici 1848 Ispettore generale dei Monumenti professionale 1840 restauro della Basilique de Sainte-Marie Madeleine de Vézelay 1845 restauro di Notre-Dame de Paris 1847 restauro della Basilique Cathédrale de Saint-Denis 1850 restauro della Cathédrale Notre-Dame d’Amiens 1852 restauro della cité de Carcassonne 1857 restauro di Pierrefonds teorico 1854 Dictionnaire raisonné de l’architecture française du XI au XVI sieclè 1863 Entretiens sur l’architecture 1873 Histoire d’une maison Presupponendo un ampio patrimonio culturale specifico, l’architetto-restauratore coltivò la convinzione che la sua capacità di padroneggiare la tecnica gli consentisse di intervenire su qualunque monumento e ricostruirne ogni mancanza. Restaurare un edificio non significa mantenerlo, ripararlo o rifarlo, ma ristabilirlo in uno stato d'integrità che può non essere mai esistito. (Viollet le-Duc, Dictionnaire raisonné de l’Architecture française du XI au XVI siècle, 1854-1866) 3 13/10/2016 Il metodo: • l’intervento di restauro è da considerare caso per caso. È fondamentale confrontarsi volta per volta con gli edifici sui quali si deve intervenire, senza assumere per assoluta alcuna regola teorica. Non sono posizioni definitive né quelle che propongono di riportare l’opera allo stato originale, né quelle che vogliono rivestirla con uno stile moderno, né quelle che richiedono di conservare tutte le aggiunte e le stratificazioni. Si tratta di stabilire un rapporto dialettico con l’opera antica. • l’intervento di restauro richiede uno spirito critico, la capacità di operare delle scelte. Procede dalla conoscenza filologica di tecniche, materiali e stili. Solo così, nei casi di sovrapposizioni storiche, diventa possibile decidere quali siano le informazioni storico-artistiche che è necessario salvaguardare, riconducendole al loro significato originale. • l’architetto-restauratore deve non solo conoscere ma fare proprio il temperamento che ha animato il costruttore originale. Tutto ciò è necessario nell’eventualità in cui egli si trovi a riproporre parti mancanti, ma anche in quella in cui sia necessario migliorare la funzionalità dell’edificio. Rimane fondamentale la destinazione d’uso dell’architettura, che giustifica interventi di ammodernamento della struttura. Aggiungere un impianto di riscaldamento a una cattedrale o a un palazzo comunale, non è cosa che contrasti con la natura di tali edifici. Se l’architetto che li ha realizzati ne avesse avuto la possibilità, avrebbe egli stesso previsto alcune comodità. • il restauro corregge i difetti di costruzione originali o successivi: sostituisce ad esempio grondaie e tetti non funzionali alla protezione degli interni. 4 13/10/2016 lo stile … Lo stile è per l’opera d’arte ciò che il sangue è per il corpo umano: lo sviluppa, lo nutre, gli dà la forza, la salute, la durata; e come si dice il sangue umano, benché ogni individuo abbia qualità fisiche e morali differenti, si deve dire lo stile, quando si tratta della potenza che dà corpo e vita alle opere d’arte, benché ciascuna di esse abbia un carattere proprio … (Viollet-le-Duc, L’architettura ragionata, 1846/47) C’è lo Stile e vi sono gli stili. Gli stili derivano dai gusti e dalle mode del tempo. Lo Stile è indipendente dal tempo e universale. Lo Stile: rispondenza a un programma iniziale fusione con i costumi del popolo che crea l’architettura chiarezza e verità date dal rispetto rigoroso dei principi Noi chiediamo che la nostra architettura del XIII secolo sia anzitutto studiata dai nostri artisti, ma studiata come si deve studiare la propria lingua, ovvero in modo da conoscerne non soltanto le parole, ma la grammatica e lo spirito … partendo da un’arte, di cui i principi siano semplici e applicabili nel nostro paese, di cui la forma è bella e razionale allo stesso tempo, i nostri architetti avranno abbastanza talento per apportare a questa arte, le trasformazioni necessarie alle nuove esigenze e ai nuovi costumi. Dapprima cominceremo ad avere delle copie; è inevitabile ed è anche necessario per conoscere tutte le risorse dell’architettura gotica. … Ma il principio essendo buono e quest’arte fonte inesauribile d’insegnamento, gli artisti ne avranno ben presto, colto il senso; le loro copie allora diventeranno intelligenti, ragionate e infine l’architettura nazionale, pur conservando la sua unità, il suo carattere potrà perfezionarsi tanto bene come già ha fatto la nostra lingua. 5 13/10/2016 Eugene Emmanuel Viollet le-Duc (1814-1879) I RESTAURI Basilique de Sainte-Marie Madeleine de Vézelay Eugene Emmanuel Viollet le-Duc (restauro 1840-1859) 6 13/10/2016 • Devastata da ripetuti assedi e trasformata, durante la Rivoluzione, in maneggio e scuderia, la chiesa presentava nel 1830 il contrasto tra un prestigio storico senza eguali e una situazione materiale prossima alla completa rovina. • Nel febbraio del 1840 si era alla ricerca di un architetto capace di intraprendere il restauro di un monumento dal quale cadeva una pioggia di pietre, come aveva potuto costatare lo stesso Ispettore quando vi si era soffermato ad eseguire alcuni schizzi. P. Mérimée incaricò Viollet-le-Duc, che allora aveva ventisei anni. • L'ordine d'incarico prescriveva di rispettare esattamente tutte le antiche disposizioni; la ricostruzione di qualche parte dell'edificio era consentita solo nel caso dell'accertata impossibilità di conservarla. Ma fra principi ed esecuzione si manifestò subito uno scarto. • I problemi: La chiesa, che segna il passaggio dal romanico al gotico, soffriva di vizi d'origine: contrafforti insufficienti nella vasta navata centrale; volte mal eseguite, indebolite e dunque poco solide, facilmente deformabili; catene inefficaci... Altri problemi derivavano da coro e nartece, costruiti in un momento diverso dalla navata; nel coro gli archi rampanti si appoggiavano ai contrafforti senza rispondere bene alle spinte interne. Questioni analoghe si ponevano anche per la facciata romanica ma con aggiunte più tarde (XIII secolo). Viollet-le-Duc presenta il suo progetto teso, senza che si alteri l'edificio ma evitando ogni palliativo, a restituirgli capacità statiche e di durata nel tempo. 7 13/10/2016 • Le scelte: Ricostruzione completa della quarta, quinta e sesta volta della navata principale compresi gli archi rampanti. Correzione della pendenza del tetto per migliorare il sistema di deflusso delle acque. “Restituzione della forma romanica” alla settima, ottava e nona volta della navata principale, con apertura di oculi nell’abside. Esecuzione di sottomurazione dei pilastri della navata e delle torri del prospetto. Smontaggio e “ricomposizione” del finestrone di facciata che si era inclinato di 50 cm con aggiunta, ai lati, di due contrafforti leggermente salienti. Inserimento, nel timpano della navata centrale in facciata, di Giudizio Universale (di Michel Pascal) per il quale prese come riferimento le tracce rimaste nel timpano rovinato durante la rivoluzione. 8 13/10/2016 • Nel 1842 Mérimée apprezza i risultati ottenuti. • L’unica riserva concerne la libertà che Viollet-le-Duc si è presa di eseguire, intorno alla chiesa, un complicato fregio secondo un modello forse non appartenente all’edificio primitivo, fregio che è costato molto senza nulla aggiungere a restauro. È una critica secondaria che non tocca il metodo seguito, il quale è accolto in pieno, anche se le parole di Mérimée lasciano già intendere una certa apprensione del conservatorearcheologo per la tendenza degli architetti a combinare gli indispensabili lavori di conservazione con altri, di ricostruzione, a volte azzardati. Notre-Dame de Paris Eugene Emmanuel Viollet le-Duc (restauro 1845-1864) Il restauro de La Madeleine fu una “rivelazione”, quello di NotreDame divenne l’“apoteosi‘”del giovane Viollet-le-Duc e del metodo che egli incarnava. La chiesa aveva rappresentato nei secoli il santuario della nazione e aveva subito molte devastazioni. Per motivazioni religiose, storiche e anche poetico-letterarie la generazione del tempo voleva mettere alla prova la propria capacità di rimediare alla precedente barbarie, lavorando sulla struttura e sulla decorazione, depauperate delle antiche statue, della stessa guglia, dei pinnacoli, degli altari e dei reliquiari. Si trattava di rendere alla cattedrale il suo apparato ornamentale, espressione della sua complessa storia. Incarico: i lavori furono affidati nel 1819 all’arch. Gadde. Nel 1830 fu accusato di incompetenza. Nel 1831 Notre-Dame di Parigi di Hugo porta l’attenzione nazionale sul restauro. Nel 1842 Gadde fu rimosso dall’incarico e fu proposto un concorso che vinsero Viollet-le-Duc e Lassus (1844). Dal 1857, alla morte di Lassus, Viollet-le-Duc diresse il cantiere da solo. 9 13/10/2016 Stampa del XVIII secolo la cattedrale prima del vandalismo rivoluzionario Lassus e Viollet-le-Duc presentarono il loro progetto nel 1843 proponendosi di superare definitivamente il vecchio sistema dei “palliativi”: l'intervento doveva eliminare il male, prodotto dall'uomo o dalla natura, alla radice e attuarsi con un largo impiego di pietra, di tecniche e di materiali antichi, sostituendo integralmente le parti ammalorate o danneggiate. – “Restauro” del rosone e del coro, delle finestre di navata e transetto (scelse di proseguire la costruzione di quelle del XIV secolo ed eliminare quelle del XIII “poco in armonia”) – Realizzazione della guglia distrutta durante la Rivoluzione (96 m) con statue in rame sbalzato rappresentanti gli apostoli. – Rifacimento delle sculture di facciata, del pilastro a sostegno dell’architrave del portale centrale e delle statue della Galleria dei Re, eliminate durante la Rivoluzione. Furono realizzate più di 70 nuove statue. – Aggiunta di nuove parti nella sacrestia – Correzione della pendenza dei tetti e inserimento di terrazze 10 13/10/2016 1844: la Commissione dei Monumenti si pronuncia a favore del progetto di Lassus e Viollet-le-Duc per il restauro di Notre-Dame L’artista deve eclissarsi completamente, dimenticare le proprie tendenze e i propri istinti per studiare il lavoro che deve svolgere, per ritrovare e seguire il pensiero che ha informato l’esecuzione dell’opera che egli intende restaurare. Per giungere a questo risultato [è] necessario decifrare i testi, consultare tutti i documenti esistenti sulla costruzione di questo edificio, sia descrittivi che pratici, studiare soprattutto le caratteristiche archeologiche del monumento e, infine, raccogliere le tradizioni scritte e orali spesso tanto preziose. Viollet-le-Duc Lassus, progetto di restauro (non realizzato) Notre-Dame con la guglia e i coronamenti delle due torri di facciata 11 13/10/2016 E. Viollet-le-Duc, rilievo dello stato di fatto Notre Dame, progetto della guglia realizzato da Viollet-le-Duc dopo la morte di Lassus Proponiamo il ripristino di tutte le sculture, perché ogni elemento è importante in questo insieme unitario di statue e bassorilievi. Non si può lasciare incompleta una pagina tanto mirabile, senza rischiare di renderla inintellegibile. Consolidò le parti esterne senza modificare l’insieme ma, quando si trovò a restaurare i pinnacoli dei contrafforti, sostituì alle forme esili del XV secolo moduli più larghi e possenti ispirati al XVI secolo. La guglia fu eseguita su un disegno precedente e arricchita con numerose statue raffiguranti persone del suo tempo (egli stesso, gli ispettori, gli imprenditori e parte del personale collaborante all'opera). Circa le sculture decise che, in assenza di vestigia antiche, si procedesse per trasposizione di elementi similari da chiese minori della provincia. Nel 1977 riemersero dalle acque della Senna 21 teste delle statue originali disperse dalla Rivoluzione, oggi conservate nel Musée de Cluny. 12 13/10/2016 I lavori condotti da Viollet-le-Duc, prima a Vézelay, poi a Parigi, rappresentarono, per la loro metodologia innovativa ma saldamente fondata sulla tradizione, un esempio di straordinaria efficacia, in grado di porre termine alla stagione dei “palliativi”, nonché della pratica dello smontaggio e del rimontaggio approssimativo dei monumenti pericolanti, ponendo il principio del restauro come accurato ripristino dei materiali e delle forme secondo le regole dello stile. Citè de Carcassonne (Aude) Eugene Emmanuel Viollet le-Duc (restauro 1852-1879) Incarico: affidatogli da P. Mérimée - 1849 presentò la relazione chiesta da Mérimee con uno studio storico-archeologico e una proposta di intervento. - Il restauro fu completato dall’allievo Boeswillwald alla morte di Viollet-le-Duc. - Cercò di conservare il carattere di ognuna delle fasi di costruzione della città, pur cadendo in errori di valutazione storica. Numerose ricostruzioni ideali: - Aumentò l’inclinazione di gran parte dei tetti. - Sostituì con la copertura in ardesia le tegole in cotto (da studi fatti sul medioevo aveva scoperto essere d’uso costante per le costruzioni fortificate a partire dal XIII secolo). 13 13/10/2016 Disegni in cui Viollet-le-Duc, partendo dai segni archeologici, ricostruisce nei minimi particolari le strutture delle mura 14 13/10/2016 Castello di Pierrefonds (Oise) Eugene Emmanuel Viollet le-Duc (restauro 1857-1884) grandioso esempio di architettura militare del XIV secolo, in gran parte demolito nel 1617 e ridotto a rovina. Nel 1848 fu dichiarato Monument historique • un primo progetto prevedeva l’adattamento del mastio ad abitazione e la conservazione di tutte le altre parti a rudere. • un nuovo progetto, su incarico di Napoleone III (1857), prevedeva il completamento dell’edificio per residenza dell’imperatore e della sua corte. • 1884 lavori interrotti in seguito alla caduta dell’impero: il castello non fu mai abitato. • Inventati, anche se sulla base di strutture medievali, tutti gli elementi decorativi, arredi, pitture e sculture e una gran parte dell’organizzazione spaziale interna. • il muro di cinta, le torri, i camminamenti di ronda furono invece ricostruiti rispettando antichi disegni e rilevando dai resti le disposizioni originarie delle parti. Castello di Pierrefond 15 13/10/2016 Castello di Pierrefond Castello di Pierrefond 16 13/10/2016 … la conoscenza della vasta produzione di progetti di Viollet-leDuc permette di affermare che l’architetto francese abbia modificato le sue concezioni sul restauro, spostandosi nell’arco della sua lunga attività sempre più dalla conservazione alla reintegrazione con un percorso non lineare, ma articolato e ricco di spunti diversi … (S.Casiello, 1996) Viollet-le-Duc operò una distinzione fra la progettazione di opere architettoniche nuove e il restauro degli antichi edifici. La fantasia necessaria per la creazione ex novo, diventava arbitrio nel restauro. Il restauro, infatti, doveva restituire le fabbriche del passato in maniera scientifica, non tramite un’interpretazione attuale ma secondo lo stile ad essa dovuto. ENTRETIENS SUR L’ARCHITECTURE 1 TOMO 1853 2 TOMO 1872 Tavola dell’Atlante dei disegni degli Entretiens in cui Viollet da un esempio di progetto di edificio, 1864 17 13/10/2016 La progettazione del nuovo 18 13/10/2016 Tavole tratte dagli Entretiens sur l’Architecture 1863 19 13/10/2016 l’influenza di Viollet le Duc sull’architettura di fine Ottocento: Anatole de Baudot, liceo Lakanal a Sceaux, 1882-85 Hector Guimard, Ecole du Sacre-Coeur, Parigi, 1895 20