Economia Politica II Lezione 3 Lezione 3

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Economia Politica II
Lezione 3
Sergio Vergalli
[email protected]
Vergalli - Lezione 1
Capitolo I.
Un viaggio intorno al mondo
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Che cos’è la macroeconomia? Il modo migliore per
rispondere a questa domanda non è cercare una definizione,
ma accompagnarvi in un “giro del mondo”.
ECONOMIA deriva dal greco οἴκος (oikos), "casa" + νόµος
(nomos), "norma" o "legge"
Tutta l’attenzione è concentrata sulla crisi finanziaria che, a partire
dall’estate del 2007, ha colpito gli Stati Uniti e l’Europa, prima di
estendersi al resto del mondo.
Nell’autunno del 2008, l’economia mondiale è entrata in quella che
sembra essere la peggiore recessione del secondo dopoguerra.
Tuttavia queste difficoltà, seppur gravi, rischiano di far passare in
secondo piano il fatto che da oltre vent’anni l’economia mondiale
cresce tanto rapidamente quanto mai era accaduto prima, non
soltanto nelle economie avanzate, ma anche nei paesi emergenti
e in via di sviluppo
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Quando gli economisti studiano l’economia, guardano per
prima cosa tre variabili:
• produzione: livello di produzione dell’economia e tasso di
crescita
• tasso di disoccupazione: proporzione di lavoratori non
occupati e in cerca di occupazione sulla forza lavoro
• tasso di inflazione: tasso di crescita del prezzo medio dei
beni nell’economia
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Le prospettive economiche degli Stati Uniti
Produzione: il tasso medio di crescita è stato del 3.3 %,
sostanzialmente più alto della media dal 1970
Occupazione: il tasso medio di disoccupazione è stato del
4.8%, sostanzialmente più basso della media dal 1970
Inflazione: il tasso medio di inflazione è stato del 2.8%,
leggermente più alto di quello europeo, ma più basso della
media dal 1970.
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Le prospettive economiche degli Stati Uniti
Negli ultimi anni l’economia statunitense ha rallentato. Il
tasso di crescita è stato del 1.1% nel 2008 e -2.8% nel 2009.
Di conseguenza il tasso di crescita medio tra il 2001 e il
2010 (pari al 1.6%) si è più che dimezzato rispetto al
decennio precedente.
Fra il 2007 e il 2008 le famiglie americane sono state colpite
da quattro shock economici:
1. brusco aumento del prezzo del petrolio;
2. diminuzione del prezzo delle abitazioni;
3. caduta della borsa;
4. restrizione del credito.
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Le prospettive economiche degli Stati Uniti
1. Aumento del prezzo del petrolio
Figura 1.3 Prezzo del petrolio in dollari del 2008: gennaio 1947-agosto
2008
Un aumento del prezzo del petrolio impoverisce le famiglie e contribuisce
a ridurre i loro consumi
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Le prospettive economiche degli Stati Uniti
2. Diminuzione del prezzo delle abitazioni
Figura 1.4 Prezzo delle abitazioni negli Stati Uniti a dollari costanti
Il valore delle case rappresenta circa i tre quarti della ricchezza delle
famiglie americane. Dall’estate del 2007 alla fine del 2009 il valore delle
abitazioni si è ridotto del 30%
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Le prospettive economiche degli Stati Uniti
3. La caduta della borsa ha ridotto ulteriormente il valore della
ricchezza delle famiglie americane investita in titoli azionari
4. La restrizione del credito ha reso più difficile e costoso
ottenere finanziamenti
Per completare l’analisi, gli Stati Uniti da metà degli anni
ottanta ogni anno hanno acquistato molti più beni e servizi
dall’estero di quanti non ne riuscissero a vendere. Al
crescere del disavanzo commerciale è cresciuto
l’ammontare di denaro preso a prestito (come paese,
hanno preso a prestito più di $720 miliardi all’anno dal
resto del mondo!). Tutto questo può continuare?
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2. I paesi dell’euro
Le performance economiche dei paesi europei dall’inizio
del nuovo millennio è stata meno soddisfacente di quella
registrata negli anni Novanta:
dal 2001 al 2010 la crescita media annua della
produzione è stata di circa il 2% inferiore rispetto al valore
registrato nel decennio precedente (-2,3% per la UE27 e 1,7% per l’area euro). Ciò riflette un significativo
rallentamento nelle principali economie europee a partire dal
2008 e una vera e propria recessione nel 2009;
disoccupazione persistente ed elevata (11.5% nell’area
euro) benché tra il 2001 e il 2010 la disoccupazione si sia
ridotta;
l’unica notizia positiva riguarda l’inflazione. Il tasso annuo è
stato in media pari al 2.2% nell’UE (2% nell’area euro).
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Crescita del PIL reale nelle economie avanzate, emergenti e
PVS (IMF, WEO 2009)
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
2. L’Europa e l’euro
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2. L’Europa e l’euro
I macroeconomisti europei si preoccupano di tre grandi
problemi:
1.l’elevata disoccupazione (approfondimento nel Cap.7);
2.la crescita del reddito pro-capite (approf. nel Cap.11);
3.l’introduzione della moneta unica (approf. nel Cap.26).
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
2. L’Europa e l’euro
Elevata disoccupazione
Un’elevata disoccupazione non è una tradizione Europea:
• all’inizio degli anni Settanta la disoccupazione nei 4 principali
paesi dell’Europa continentale (Germania, Francia, Italia e
Spagna) era inferiore a quella registrata negli Stati Uniti;
• alla fine degli anni Settanta il miracolo è svanito. La
disoccupazione in Europa è stata di circa due punti
percentuali superiore al tasso medio di disoccupazione negli
Stati Uniti.
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
2. L’Europa e l’euro
Elevata disoccupazione
Fig. 1.2 Il tasso di disoccupazione nell’Europa continentale e negli Stati
Uniti dal 1970
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I paesi dell’euro
Come ridurre la disoccupazione europea?
Non c’è pieno accordo sulle cause dell’elevata
disoccupazione europea.
- La maggior parte degli economisti crede che la fonte del
problema non sia la politica macroeconomica, ma le
istituzioni del mercato del lavoro.
- Alcuni economisti pensano che il problema principale sia
l’elevata protezione che i paesi accordano ai lavoratori.
Soluzione: rimuovere tali rigidità del mercato del
lavoro, per rendere il mercato del lavoro europeo più
simile a quello statunitense.
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
2. L’Europa e l’euro
Bassa crescita del reddito pro-capite
Perché il reddito pro capite in Europa è diminuito
relativamente agli Stati Uniti dal 1980 ad oggi?
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
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Perché il reddito pro capite in Europa è diminuito
relativamente agli Stati Uniti?
Il reddito pro capite può essere decomposto come
segue:
Y
L ore Y
=
N N L ore
Questa decomposizione può aiutarci a capire che ci
possono essere tre ragioni:
1. perché poche persone lavorano;
2. perché chi lavora, lavora poco (cioè poche ore);
3. infine perché chi lavora, quando lavora, produce
poco.
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
2. L’Europa e l’euro
Effetti dell’introduzione della moneta unica
• Quali sono le conseguenze dell’euro per l’Europa?
• Quali cambiamenti macroeconomici ha comportato?
• Come dovrebbe essere gestita la politica
macroeconomica in questo nuovo spazio economico?
• Quei paesi che hanno inizialmente deciso di non entrare
a far parte dell’area euro dovrebbero ora cambiare idea?
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Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
3. Effetti dell’introduzione della moneta unica
I sostenitori dell’euro sottolineano in primo luogo la sua enorme
importanza simbolica in un continente diviso da secoli di storia,
lingue e guerre.
Altri ritengono che il valore simbolico dell’euro potrebbe portare
con sé qualche costo economico, in termini di perdita della
sovranità monetaria.
In un paese come il nostro, l’importanza dell’entrata nell’Unione
deriva dalla diminuzione dei tassi d’interesse dovuta dalla
maggiore credibilità della Banca centrale europea rispetto a
quanta ne godesse la Banca d’Italia.
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Blanchard, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
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2. I paesi dell’euro
Che cosa farà l’euro all’Europa?
I sostenitori dell’euro sottolineano in primo luogo la sua
enorme importanza simbolica.
Altri ritengono che il valore simbolico dell’euro potrebbe
portare con sé qualche costo economico.
In un paese come il nostro, l’importanza dell’entrata
nell’Unione deriva dalla diminuzione dei tassi
d’interesse dovuta dalla maggiore credibilità della
Banca centrale europea rispetto a quanta ne godesse
la Banca d’Italia.
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3. I BRIC
Brasile Russia India e Cina (i cosiddetti BRIC) hanno
registrato una rapida crescita nel decennio scorso e
costituiscono attualmente le più grandi economie esistenti
accanto a quelle dei paesi avanzati.
Non vengono indicati i tassi di disoccupazione, in quanto nei
paesi poveri sono molto più difficili da misurare.
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3. I BRIC: La Cina
Durante i due decenni scorsi la produzione cinese è cresciuta
di circa il 10% all’anno e si stima che continui a farlo anche
in futuro.
Da dove proviene questa crescita?
Da una rapidissima accumulazione di capitale
Dall’apertura dei mercati al commercio e investimento
internazionali
E dal rapido progresso tecnologico
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Quota di PIL (PPP) mondiale di BRICS, USA, UE e resto del mondo
2,928
13,562
35,211
5,425
2,996
19,414
20,464
Brazil
China
India
Russia
United States
European Union
Resto del mondo
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