LIFE09NAT/IT/000160 - ARCTOS
Azione C2
Implementazione del programma di gestione
sanitaria del bestiame domestico
Relazione relativa al
monitoraggio sanitario della popolazione
di cani presenti nel PR Sirente Velino e
nell’Area Contigua molisana del PNALM
a cura di
Massimo Fenati*
Antonio Liberatore§
Giuseppe Cotturone*
Adriano Argenio*
*
Medico veterinario libero professionista
§
ASREM (Agenzia Sanitaria Regione Molise)
maggio 2014
Ufficio Conservazione della natura
Servizio Conservazione della natura e APE
Direzione Affari della Presidenza, Politiche legislative
e comunitarie, Programmazione, Parchi, Territorio,
Valutazioni ambientali, Energia
Giunta Regionale d’Abruzzo
LIFE09NAT/IT/000160 - ARCTOS - Azione C2
Relazione relativa al monitoraggio sanitario della popolazione di cani presenti nel PR Sirente Velino e Area Contigua molisana del PNALM
RIASSUNTO
Nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 ed il 10 febbraio 2014 sono stati prelevati 100
campioni di sangue da cani residenti in due aree geograficamente distinte appartenenti
rispettivamente alle Regioni Abruzzo e Molise. Ogni campione è stato analizzato dall’IZS di
Abruzzo e Molise per verificare la presenza di anticorpi diretti nei confronti del cimurro (CDV),
epatite infettiva (CAV-1), parvovirus (CPV), Ehrlichia canis, Rickettsia conorii, Leishmania
spp. e Leptospira (fino a 8 sierovar). Gli emosieri campionati in Abruzzo sono stati sottoposti
anche a test sierologici per la ricerca di anticorpi IgM contro CDV e CPV, e per la ricerca
indiretta di Neospora. I risultati mostrano una esposizione del campione a tutti i patogeni
ricercati con prevalenze anche molto elevate (per il CDV è pari al 69% [95% IC: 59%-77%]).
La valutazione dell’immunità precoce (IgM) conferma una recente esposizione ai virus CDV e
CPV, con prevalenze rispettivamente del 24% (95%IC: 17%-40%) e 35% (95%IC: 19%-54%).
Limitatamente al CDV i dati sierologici sono stati analizzati con un modello di regressione
logistica che ha mostrato come all’aumentare dell’età dei cani aumenti pure la probabilità di
trovare animali sieropositivi e contemporaneamente come questa probabilità sia maggiore in
Abruzzo che in Molise. L’interpretazione dell’effetto legato all’età è stata fatta comparando i
risultati osservati con quelli attesi di un modello SIR che considera una incidenza costante ed
uguale per tutte le classi di età ed una immunità anticorpale persistente. L’assenza di differenze
significative tra i risultati osservati e quelli ottenuti da un modello SIR, che considera una
incidenza costante ed uguale per tutte le classi di età ed una immunità anticorpale persistente,
supporta l’ipotesi di una circolazione endemica di un CDV a bassa patogenicità nella
popolazione mantenuta dall’elevato turn-over della popolazione.
Si propone perciò che l’intervento di vaccinazione per il CDV sia mirato a ridurre la vera
frazione recettiva della popolazione principalmente rappresentata dagli individui giovani
residenti (< 12 mesi) e dai cani (di qualsiasi età) provenienti da aree esterne al PNALM.
Contemporaneamente, si ritiene molto utile l’adozione di tutte le misure idonee a combattere il
randagismo canino, essenziale per massimizzare l’efficacia e l’efficienza dell’intervento
vaccinale stesso.
La presenza di caratteri epidemiologici comuni tra CDV, CPV e CAV-1, la loro inclusione
contemporanea nei comuni vaccini commercializzati per il cimurro e la loro importanza per la
conservazione dell’Orso marsicano, sono tutti elementi che ci portano a ribadire la necessità di
intensificare le misure di vaccinazione e di controllo del randagismo canino, puntando ad una
loro estensione a tutto il territorio del PNALM e della ZPE.
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METODI
Nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 ed il 10 febbraio 2014 sono stati campionati
100 cani di proprietà residenti in differenti comuni appartenenti a due aree
geograficamente distinte, una appartenete alla Regione Abruzzo e l’altra alla Regione
Molise (Figura 1 e Tabella 1). La composizione del campione tra le aree non appare
particolarmente omogenea soprattutto per età (in Molise non sono rappresentati cani di
età < 2 anni), attitudine (in Abruzzo solo cani da guardiania) e periodo di
campionamento (in Abruzzo più della metà dei campioni sono stati prelevati in giugno,
mentre in Molise il prelievo si è concentrato soprattutto in ottobre). La sex-ratio
(MM:FF) del campione è pari a 1.9, mentre l’età media è di 3.4 anni (SD=2.9). I
campioni di sangue sono stati sottoposti ad esami sierologici, da parte dell’IZS di
Abruzzo e Molise, rispettivamente delle sezioni di Avezzano e Isernia, per verificare la
presenza di anticorpi diretti nei confronti del cimurro (CDV), epatite infettiva (CAV-1),
parvovirus (CPV), Ehrlichia canis, Rickettsia conorii, Leishmania spp. e Leptospira
(fino a 8 sierovar). Solo i cani campionati in Abruzzo sono stati sottoposti a test ELISA
per la ricerca di anticorpi IgM contro CDV e CPV, e ad un test sierologico per la ricerca
indiretta di Neospora.
Limitatamente al CDV è stata esplorata l’influenza di alcune variabili legate alla
popolazione canina sulla probabilità di esposizione al virus, attraverso un modello di
regressione logistica multivariata (Hosmer and Lemeshow, 2000). Le variabili incluse
nel modello iniziale sono state scelte in funzione sia della loro omogeneità tra le 2 aree
di campionamento, sia della loro rilevanza epidemiologica. Queste sono: l’area di
campionamento (Abruzzo e Molise), l’età, il genere ed il periodo di prelievo. Il criterio
di selezione delle variabili indipendenti, quindi del modello più performante, ha tenuto
conto del principio di parsimonia che prevede la minimizzazione dell’AIC (Akaike
information criterion).
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Figura 1. Aree di campionamento.
Area
Campioni
Regione
Aielli
5
Abruzzo
Celano
23
Abruzzo
Ovindoli
8
Abruzzo
Sirente
27
Abruzzo
Sirente/Ovindoli
2
Abruzzo
Castel San Vincenzo
5
Molise
Pizzone
10
Molise
Rocchetta Al Volturno
12
Molise
Scapoli
7
Molise
ND
1
Molise
Totale
65
35
Abruzzo
Molise
Tabella 2. Campioni prelevati per singoli comuni.
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RISULTATI
I risultati mostrano l’esposizione della popolazione canina a tutti i patogeni ricercati
(Tabella 2) e, per molti di questi, la prevalenza è piuttosto elevata: per il CDV è pari al
69% (95% IC: 59%-77%). Almeno per l’Abruzzo la valutazione dell’immunità precoce
(IgM) conferma una recente esposizione ai virus CDV e CPV, con prevalenze
rispettivamente del 24% (95%IC: 17%-40%) e 35% (95%IC: 19%-54%).
Il modello finale di regressione per il CDV ha incluso la variabile età, area di
campionamento e genere, ma quest’ultima sembra avere un semplice ruolo di variabile
di confondimento. Al contrario l’età e l’area di campionamento evidenziano un ruolo
diretto nella determinazione della variabile dipendente “stato sierologico dell’animale”:
l’aumento dell’età (una sua trasformata non lineare) è associata ad un significativo
aumento nella probabilità di trovare cani positivi nella popolazione in entrambe le aree
[OR (95% IC) = 2.34 (1.13-5.23)]. Contemporaneamente, l’esposizione al virus risulta
significativamente inferiore in Molise che in Abruzzo [OR (95% IC) = 0.12 (0.040.35)].
PATOGENI
PREVALENZA (IC95%)
CDV (cimurro)
0.687 (0.585-0.774)
CAV-1 (epatite infettiva canina)
0.571 (0.468-0.67)
PCV (parvovirus canino)
0.833 (0.74-0.899)
Ehrlichia canis
0.035 (0.006-0.132)
Rickettsia conorii
0.545 (0.419-0.667)
Leishmania spp.
0.044 (0.008-0.164)
Leptospira spp.
0.123 (0.058-0.234)
Neospora
0.75 (0.356-0.955)
Tabella 2. Prevalenze sierologiche ed intervalli di confidenza relativi ai
patogeni investigati nella popolazione canina del Parco Nazionale di
Abruzzo, Lazio e Molise
L’interpretazione dell’effetto legato all’età non è chiara o perlomeno non univoca. La
minore sieroprevalenza negli animali < 12 mesi potrebbe essere spiegata sia da una
minore esposizione al virus sia da una maggiore letalità dovuta all’infezione. Il
progressivo incremento della prevalenza per età potrebbe invece essere dovuto dalla
presenza di una immunità di non breve durata e comunque superiore all’anno di età.
Abbiamo quindi deciso di verificare l’ipotesi di una circolazione endemica del virus ma
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con un tasso di incidenza (forza d’infezione) costante e non dipendente dall’età, letalità
trascurabile ed immunità persistente, utilizzando una semplice stima compartimentale
basata su un modello di infezione di tipo Susceptible-Infected-Recovered (SIR)
descritto in Anderson e May (1991). La forza dell’infezione così stimata è pari ad un
tasso annuo piuttosto elevato (0.63; 95%IC: 0.22-1.32) e le prevalenze da essa derivate
non risultano significativamente diverse a quelle osservate nella popolazione per le
singole classi di età (p = 0.97) (Figura 2).
Figura 2. Comparazione tra prevalenze osservate ed attese (modello SIR) per classi di età relative al
CDV. Classi di età: 1 = 0-1 anno; 2 = 1-2 anni; 3 = 2-3 anni; 4 = 3-4 anni; 5 > 4 anni.
DISCUSSIONE
Indipendentemente dalla presenza di un focolaio di cimurro ad elevata patogenicità
nell’area di studio, nella popolazione canina campionata circola endemicamente un
ceppo di CDV poco patogeno che, probabilmente per questo, risulta molto contagioso
analogamente a quanto accade in altre aree iperendemiche dell’Italia Meridionale
(Corrain et al., 2007). L’immunità dovuta all’infezione naturale con il CDV sembra
avere una durata notevole non mostrando significative differenze con il modello teorico
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che prevede immunità persistente. Il mantenimento di una tale infezione richiede
pertanto un continuo turn-over della popolazione che, almeno nelle popolazioni di cani,
è legata principalmente al fenomeno delle nascite oppure all’introduzione di nuovi cani
da aree non infette. Il ruolo delle popolazioni di carnivori selvatici nell’epidemiologia
del CDV non è chiaro e comunque non modifica la valenza dell’intervento sui cani che
costituisce, ad oggi, l’unico modo per ridurre l’interfaccia tra ecosistema silvestre ed
urbano.
La presenza di positività sierologiche a tutti i patogeni ricercati, 4 dei quali rientrano
nelle Linee guida per un monitoraggio sanitario in linea con le esigenze di tutela delle
popolazioni di orso bruno (AAVV, 2012), fornisce un ulteriore supporto alla necessità
di controllare e gestire la popolazione canina del PNALM che rappresenta una
componente della biocenosi molto rilevante dal punto di vista epidemiologico, sia per la
tutela dell’Orso sia per quella di altre specie selvatiche (es. Lupo).
Una strategia di controllo dell’infezione da CDV dovrebbe prevedere un intervento di
vaccinazione mirato a ridurre la vera frazione recettiva della popolazione che, come si è
detto, è rappresentata principalmente dagli individui giovani (< 12 mesi), almeno in
Abruzzo, ma anche dagli animali (di qualsiasi età) introdotti da aree in cui la situazione
epidemiologica non è acclarata. Complementare e sinergico risulterebbe pure
l’inserimento di misure atte a ridurre il randagismo canino e ad incentivare l’iscrizione
all’anagrafe canina dei cani di proprietà che permetterebbero di censire con maggiore
accuratezza la popolazione canina residente garantendo una programmazione più
efficacie ed efficiente dell’intervento vaccinale.
Da questo studio pilota emergono anche indicazioni per l’impostazione del piano futuro:
a) Il monitoraggio dell’infezione richiede un campionamento più uniforme tra
diverse aree, almeno per quanto riguarda la classi di età ed in particolare di
quelle più giovani (< 24 mesi) che forniscono dati utili per stimare l’incidenza
annua e quindi l’andamento dell’infezione indispensabile per valutare l’efficacia
del piano di vaccinazione;
b) La differente dinamica del virus emersa dai dati disponibili tra le due aree
considerate andrebbe meglio verificata per escludere la presenza di un possibile
bias di campionamento legato anche all’esiguo campione. Nel caso fosse
accertata la componente spaziale, la mappatura del rischio da CDV
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richiederebbe una estensione del monitoraggio sia in termini geografici sia di
rappresentatività della popolazione (es. stratificazione per età).
Le indicazioni gestionali appena discusse, pur essendo state calibrate sul CDV
(utilizzato in questo caso come modello di infezione), hanno comunque una valenza più
ampia potendo essere estese anche a CPV e CAV-1, patogeni che riconoscono notevoli
similarità epidemiologiche con il CDV (ospiti recettivi, trasmissione, diffusione, etc.).
Trattandosi tutti e tre di patogeni prioritari per la conservazione dell’Orso marsicano
(AAVV, 2012) ed essendo sempre inclusi nelle valenze dei vaccini commerciali che
proteggono per il cimurro, si ribadisce l’importanza di continuare ed intensificare le
misure di vaccinazione e di controllo del randagismo canino, estendendole per quanto
possibile a tutto il territorio del PNALM e della ZPE.
BIBLIOGRAFIA
ANDERSON R.M., MAY R.M. (1991). Infectious Diseases of Humans: Dynamics and
Control, Oxford Science Publications.
AAVV. (2012) Linee guida per un monitoraggio sanitario in linea con le esigenze di
tutela delle popolazioni di orso bruno. Progetto Life09NAT/IT/000160 “Arctos”,
Azione A2. Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise,
Pescasseroli.
CORRAIN R., DI FRANCESCO A, BOLOGNINI M, CIUCCI P, BALDELLI R, GUBERTI V.
(2007). Serosurvey for CPV-2, distemper virus, ehrlichiosis and leishmaniosis in
free-ranging dogs in Italy. The Veterinary Record 20; 160, 91-92.
HOSMER D.W., LEMESHOW S. (2000). Applied logistic regression, 2nd ed. ed Wiley.
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