COME ALLA CORTE DI FEDERICO II OVVERO PARLANDO E RIPARLANDO DI SCIENZA ANCORA UNA NOTTE INSONNE A PARANAL PER LEGGERE IL GRANDE LIBRO DELLA NATURA di Massimo Capaccioli 9 LA MATERIA OSCURA di Nicola R. Napolitano 11 L’UNIVERSO VIOLENTO di Massimo Della Valle 13 UNA NUOVA DISCIPLINA: L’ASTROINFORMATICA di Giuseppe Longo 15 LA VOCAZIONE PROFONDA DEGLI ASTROFISICI di Pietro Greco 17 Gli articoli degli incontri si trovano all’indirizzo www.comeallacorte.unina.it "Dagli Appennini alle Ande: un telescopio napoletano nel deserto di Atacama scruta il cielo profondo a caccia delle origini" Massimo Capaccioli, maremmano, è ordinario di astrofisica all’Università degli Studi di Napoli Federico II. A lungo Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, è stato Presidente della Società Astronomica Italiana e Presidente generale della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli. Si occupa principalmente di dinamica ed evoluzione dei sistemi stellari e di cosmologia osservativa. È autore di oltre 400 articoli scientifici e di alcuni libri e manuali. I risultati più significativi delle sue ricerche riguardano la natura delle galassie ellittiche, la scala delle distanze e l’abbondanza cosmica della materia oscura. Ha concepito, e gestito in sinergia con l’Osservatorio Europeo Australe, la realizzazione del telescopio a grande campo denominato VST, il maggiore della sua classe nel mondo, che dal 2011 opera da Cerro Paranal in Cile. Giornalista pubblicista, si interessa di storia e divulgazione della scienza, anche in area Mediterranea, e di epistemologia. Commendatore della Repubblica per meriti scientifici, ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il titolo di Professore onorario dall’Università di Mosca Lomonosov nel 2010. Ha servito in vari comitati nazionali e internazionali. Attualmente è membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano ANCORA UNA NOTTE INSONNE A PARANAL PER LEGGERE IL GRANDE LIBRO DELLA NATURA disperatamente fredda o sbriciolata dal calore, Massimo Capaccioli di luce, hanno incrociato i più diversi sistemi Professore di Astronomia Università degli Studi di Napoli Federico II solari, con pianeti tanto grandi da competere hanno visto scontrarsi le galassie e gli astri nascere e morire, talvolta in un fulmineo lampo con le stelle o piccoli e solidi come la nostra Terra, forse brulicanti di vita. Infaticabili hanno scalato un universo in espansione che, dopo un Quando la notte insegue il tramonto e il buio già si mostra dietro la Cordillera, gli astronomi e gli ingegneri Di queste esperienze i postini luminosi raccogliere, sezionare e registrare la flebile portano con sé qualche segno, mescolato al pioggia di luce del cosmo. Le grandi cupole messaggio loro consegnato nel momento in cui d’acciaio, Leviatani, hanno lasciato il corpo celeste che li ha generati. spalancano le loro fauci e i telescopi, intelligenti Gli astronomi li raccolgono tutti con infinita robot destati dal diurno torpore, puntano i pazienza, uno a uno perché sono pochi e bersagli mietere preziosi. Poi cercano di leggere il codice con cui perché il complesso delle diverse informazioni è scritto. e si l’informazione pronti dall’energia del vuoto. a come sono lungo rallentamento, ha pigliato a correre spinto giganteschi apparecchiano che un cielo a avaro lontanissimo ci invia. Ciò richiede segnali sempre più forti, ossia reti A parlare di sé sono le stelle che a centinaia di miliardi convivono nella Via Lattea, e le innumerevoli galassie che a grappoli di varia ricchezza via via affondano negli abissi dello più grandi per pesche miracolose. È la ragione per cui si costruiscono telescopi sempre più grandi e sofisticati, in luoghi alti, deserti e incontaminati dall’uomo. spazio e del tempo per costruire la ragnatela Queste moderne trappole per fotoni sono della materia cosmica. I granelli di luce che occhi raffinati e aguzzi, sensibili e pazienti, impattano capaci di rimanere appostati per ore su un specchi gli tesi obiettivi telescopi, bersaglio per riempire il carniere quanto basta a per fare il pieno d’informazione o almeno a scalfire smisurati, un poco la nostra ignoranza. È così che l’uomo, anni. Per nell’arco di venticinque secoli, ha trasformato i spesso miti fantasiosi e poetici di una creatura primitiva attraversato le praterie della misteriosa materia e sbalordita dai prodigi della natura in teorie oscura, quasi senza accorgersene se non per scientificamente qualche piccolo cambiamento di rotta, hanno raccontare come tutto è nato e come tutto finirà, sfiorato titanici buchi neri, incrociato materia e sterminate qualcuno portarci astronomi hanno distanze persino il loro viaggiato e per per reti indenni tempi miliardi messaggio come grandi di bracconiere, dagli dei di hanno che fondate descrivono, che talvolta pretendono con di stupefacenti 9 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano dettagli, le caratteristiche e le storie dei diversi di cui parlava Kant. Arrampicati su lontani ingredienti di cui il cosmo è fatto. Un percorso di monti, su cime battute dal vento, nelle loro conoscenza appena avviato, sostenuto da una cattedrali misteriosa spinta di Ulisse che ci condanna a Lucrezio, ‘vegliano nelle notti serene’ per aiutarci cercare ‘virtute e canoscenza’ per trovare le a sciogliere il nodo gordiano dei nostri dubbi ragioni di quel cielo stellato sopra di noi, e sulle origini e i destini e sul nostro indecifrabile soprattutto di quella legge morale dentro di noi, ruolo in questo mondo. tecnologiche gli astronomi, come 10 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano LA MATERIA OSCURA sappiamo di cosa è composta e perché non può essere “vista”. Come sappiamo, allora, che c’è e Nicola R. Napolitano Ricercatore astronomo INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte che è così tanta? Perché, come ogni massa, esercita una forza gravitazionale che determina le velocità di stelle e galassie e che, come insegna Einstein, può modificare la geometria Come vi sentireste ritrovandovi a una dell’universo. festa dove, su cento persone, ne conoscete solo Quest’ultima proprietà è sicuramente la quattro? Le reazioni possibili sono due: ve ne più affascinante, perché genera dei fenomeni state in disparte con gli altri tre e aspettate, spettacolari che sono osservati con i nostri annoiati, che la festa finisca, o cercate di telescopi, quali il lensing gravitazionale (vedi conoscere quante più persone possibili e andate immagine). via dal party soddisfatti della bella serata. La situazione attuale nell’universo è circa la stessa: dopo decenni di Per capire intuitivamente questo fenomeno occorre pensare al nostro universo osservazioni come un lenzuolo ben teso, su cui fare scorrere astronomiche da terra e dallo spazio, dopo avere delle palline da ping pong che rappresentano i contato miliardi di galassie, ottenuto le immagini raggi di luce provenienti da galassie lontane e più antiche del nostro universo (vecchio circa che si muovono lungo direzioni rettilinee. Se al quattordici miliardi di anni) dove si scorgono i suo centro appoggiamo una biglia di ferro, la primi agglomerati di materia che daranno vita forma del lenzuolo si modifica e le palline alle stelle e le galassie che osserviamo oggi, ci cominciano a seguire traiettorie “incurvate”. La siamo accorti che solo il 4% del cosmo è fatto di biglia di ferro rappresenta un grosso alone di materia che conosciamo, i cosiddetti barioni materia oscura, come si pensa che ne esistano (ossia atomi, molecole e loro composti). intorno La restante parte è divisa tra un 72% di un’energia ignota che agisce come una pressione negativa, detta energia oscura, e un 24% di una materia di cui non conosciamo la natura, che non interagisce con la materia ordinaria e che non emette nessuna forma di radiazione, detta materia oscura. Nel grande party dell’universo, a deformato tutte le galassie, rappresenta la e il lenzuolo geometria del cosiddetto spazio-tempo, che obbliga i raggi luminosi su traiettorie non più rettilinee. Il risultato sono le immagini deformate di galassie lontane la cui analisi ci permette di ricostruire come la materia oscura è distribuita intorno alle galassie che fanno da lente gravitazionale. c’è un 96% d’invitati che è ignoto e gli scienziati Questa del lensing gravitazionale non è hanno deciso di conoscere quanto più possibile l’unica tecnica usata per scovare la materia di questa componente del cosmo. La materia oscura, ma è quella su cui stanno puntando i oscura è quindi doppiamente oscura, perché non grandi progetti astronomici europei e americani 11 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano dei prossimi trent’anni. L’Italia, e in particolare al alcuni istituti del Sud (tra cui l’Università di Southern Observatory, e con il futuro telescopio Napoli Federico II e l’INAF-Osservatorio Astro- spaziale Euclid. Con questi progetti si punta a nomico in ottenere una mappa tridimensionale della dis- programmi osservativi con il telescopio VST tribuzione della materia oscura nell’universo per (concepito e in parte realizzato a Napoli) istallato capire di più sulla sua natura intrinseca. di Capodimonte), è impegnata Cerro Paranal in Cile presso l’European Lente gravitazionale denominata LRG 3-757 osservata con l’Hubble Space Telescope. Si osserva, evidente, il grande arco gravitazionale di colore blu che è l’immagine deformata di una galassia lontana ad opera della materia oscura presente intorno alla galassia centrale di colore giallo/rosso. Nel caso di cerchi chiusi si parla anche di anelli di Einstein. [photo credits: ESA/Hubble & NASA] 12 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano L’UNIVERSO VIOLENTO all’orbita della Terra, e i nostri pronipoti per salvare la pelle dovranno emigrare per tempo Massimo Della Valle verso un altro Sistema Solare. Diverso è il Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte Istituto Nazionale di Astrofisica destino delle stelle che sono almeno otto volte più pesanti del Sole. Il collasso gravitazionale delle parti centrali provoca l’esplosione della stella che diventa una Supernova. L’esplosione Il senso di quiete profonda che stellare è accompagnata da un’emissione accompagna l’osservazione del cielo di notte non energetica senza pari: corrispondente a circa deve trarre in inganno. La bellezza di un cielo 1000 volte l’energia emessa dal Sole in dieci stellato nasconde in realtà l’azione di forze miliardi di anni. violente nell’universo stella esplosa rimane una “pulsar”: un globo di attraverso l’accadimento di eventi catastrofici. 15 km di diametro, ruotante su se stesso decine Pensiamo, per esempio, ai bombardamenti che di volte al secondo, e caratterizzato da una la Terra ha subito, in un passato remoto, da densità parte di comete e piccoli asteroidi. O al nostro peserebbe migliaia di Sole, un gigante volubile che dispensa luce e Supernova esplosa nella calore, osservata da Keplero e Galileo nel 1604. che ma terrificanti si nella manifestano cui esplosioni atmosfera e violente avvengono tempeste magnetiche, che scagliano verso la Terra sciami di particelle e radiazioni mortali. Fortunatamente il campo magnetico terrestre ci fornisce uno scudo protettivo sufficiente per preservare la vita. Da dove proviene tanta energia? Il Sole è un enorme reattore (a fusione) nucleare. Grande un milione di trasformare in volte la Terra energia, e ogni capace di secondo, l’equivalente di quattro milioni di tonnellate di idrogeno, che corrispondono a circa un milione di volte il consumo energetico annuale mondiale. Un numero enorme per gli standard terrestri, ma stiamo ancora parlando di piccolezze dal punto di vista cosmico. La nostra stella è una nana gialla che terminerà la sua vita tra circa cinque In qualche caso al posto della altissima: un cucchiaino di tonnellate. Via materia L’ultima Lattea venne Cosa succede quando muoiono stelle ancora più grandi, diciamo 30-40 volte la massa del Sole? In questi casi l’esplosione produce radiazione di altissima energia, osservata dai nostri satelliti. che viene Queste catastrofi stellari conosciute come “Lampi Gamma” sono le più potenti esplosioni cosmiche che possiamo studiare con i nostri telescopi. Emettono tanta energia da poter essere osservate negli spazi più remoti, quando l’universo aveva solo 500 milioni di anni. I prodotti finali del collasso delle stelle progenitrici sono i buchi neri: “sedimenti densissimi d’atomi stritolati” nei quali “la luce stessa ricade, rotta dal proprio peso…” così li descriveva Primo Levi. miliardi di anni e lo farà in modo del tutto Come se non bastasse, tutto è iniziato anonimo. Espanderà i suoi strati superficiali fino circa quattordici miliardi di anni fa, con il Big 13 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano Bang: cioè con la più grande di tutte le all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e esplosioni. Viviamo in universo popolato da che hanno utilizzato anche osservazioni effettua- miliardi di galassie che ospitano esplosioni cos- te in Cile con il telescopio VST. Per fortuna o per miche che si susseguono a ritmi frenetici: cinque disegno il secondo, come trovato da recenti studi fatti energia non è incompatibile con la vita. Anzi... tutto questo dispendio violento Una nube di gas e polveri, chiamata Crab Nebula (Nebulosa del Granchio) è quello che rimane dell'esplosione di Supernova avvenuta nel 1054 e osservata dagli astronomi cinesi e dai nativi americani. L'immagine è ottenuta combinando le osservazioni del telescopio spaziale Hubble (blu) con quelle del satellite infrarosso Herschel [photo credits: ESA / NASA] 14 di UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano UNA NUOVA DISCIPLINA: L’ASTROINFORMATICA siffatto in tempo reale, cioè nello stesso istante Giuseppe Longo tecnologica straordinaria e richiede l’adozione di in cui essi vengono acquisiti, pone una sfida procedure Professore di Astrofisica Università degli Studi di Napoli Federico II molto diverse da quelle che si utilizzavano in passato. Non più estenuanti ore di lavoro per pulire, calibrare e interpretare una singola immagine, ma procedure automatiche che permettono di delegare ai calcolatori ciò che I tempi in cui gli astronomi trascorre- non potrebbe essere fatto neppure da migliaia di vano le notti al freddo e con l’occhio al telesco- operatori impiegati a tempo pieno. Già nel 2000, pio sono passati da molto. I moderni strumenti, in un congresso che si tenne a Pasadena negli infatti, sono gestiti da calcolatori e spesso Stati Uniti, gli astronomi avviarono un enorme possono sforzo internazionale per la realizzazione del essere rimanendo cosiddetto “Osservatorio Virtuale”: un’infrastrut- immagini, acquisite con rivelatori digitali simili a tura informatica che, attraverso la federazione quelli fotografiche, dei centri di raccolta dati e delle strutture di vengono poi immagazzinati in grandi centri dati calcolo, oggi garantisce a chiunque la possibilità che li smistano ai gruppi di ricerca sparsi in giro di accedere ed utilizzare tutti i dati astronomici per raccolti il caldo uso mondo. del remotamente, Le in al controllati nelle In proprio macchine altre parole, studio. la ricerca dai vari telescopi. Ma una nuova astronomica attuale si fonda su un uso estremo tecnologia richiede anche nuove professionalità delle moderne tecnologie informatiche: dalle reti ed è per questa ragione che, in tutto il mondo, si in fibra ottica che debbono assicurare il flusso sta assistendo alla nascita di corsi di specializza- dei dati dagli strumenti ai centri di raccolta ed zione finalizzati alla creazione di “astroinforma- agli tici” cioè di ricercatori in grado di utilizzare al utenti, ai centri di supercalcolo che forniscono la potenza di elaborazione necessaria, meglio sino ad tecnologie informatiche. L’Ateneo Federico II e estrarre l’informazione in essi contenuta. Uno l’Osservatorio di Napoli sono stati tra i padri strumento come il VST produce ogni notte fondatori di questa nuova disciplina, specializ- l’equivalente ai programmi 25 calcolo ricerche le nuove zandosi nello sviluppo di tecniche di “Data Synoptic Survey Mining” che permettono di identificare e visualiz- Telescope) che entrerà in funzione nel 2019, in zare le complesse correlazioni che si nascondono una sola notte ne riempirà ben 250. Per non nei menzionare cui letteralmente significa “scavare nei dati” fa uso saranno necessarie alcune migliaia di DVD per di tecniche derivate dagli studi sull’intelligenza registrare un solo secondo di osservazione. È artificiale e la speranza è proprio che, a furia di evidente che l’elaborazione di un flusso di dati “scavare” nei dati del VST si possa giungere a il (Large di proprie mentre LSST DVD necessari le dati, l’americano di di per radiotelescopio SKA, per dati. Il “data mining”, che tradotto 15 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano quelle scoperte che sono il fine ultimo di tutti gli convinzione che la nostra intelligenza “naturale” sforzi sin qui fatti. Tutto ciò, ovviamente, nella possa essere in grado di capirle. 16 UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano LA VOCAZIONE PROFONDA DEGLI ASTROFISICI nomia che è duplice. Un’estetica: raccogliere Pietro Greco democratica: consegnarle “a noi tutti”. Come ha nuove e belle immagini dell’universo. L’altra fatto Scrittore e Giornalista Scientifico il telescopio spaziale Hubble, le cui immagini (bellissime) hanno riempito libri e pagine di giornale. E come sta facendo il VLT Qual è l’obiettivo del VLT Survey Survey Telescope di Capaccioli. Telescope, il telescopio collocato in Cile di cui Questa per l’estetica e la democrazia è Massimo Capaccioli è il Principal Investigator? È una vocazione profonda dell’astronomia. E per molto vocazione dimostrarlo basta richiamare alla mente quello profonda dell’astronomia e fornire a noi tutti che hanno fatto Galileo, lo scienziato scrittore, e nuove (e belle) immagini dell’universo. Dante, il poeta della scienza. Il primo ha fondato semplice: rispondere alla L’astronomia è da sempre fondata sul rapporto intimo con l’immagine. Anzi, è da sempre la scienza fondata per definizione sul rapporto con le immagini. Infatti gli astronomi non possono manipolare, rompere, ridurre a pezzetti, ricomporre, insomma sperimentare l’universo lontano come fanno i fisici e i chimici e i biologi con la materia, inorganica, organica o biologica, qui sulla Terra. Gli astronomi da sempre non possono fare altro che “vedere” l’universo da lontano. Raccogliere immagini. E la storia dell’astronomia è la storia della crescente capacità di raccogliere nuove (e belle) immagini del cosmo. Fino a Tycho Brahe questa capacità la moderna limitandosi a cannocchiale astronomia osservare che aveva scientifica il cielo non con il perfezionato, ma scrivendo un resoconto di quelle osservazioni, il Sidereus Nuncius, in cui le immagini (bellissime, da lui stesse disegnate) e il testo (essenziale, attentamente studiato) fanno un tutt’uno organico. Con quelle immagini e quel testo interpenetrati genere Galileo letterario: l’obiettivo di far il ha fondato report consegnare un nuovo scientifico. non Con solo ad astronomi e filosofi, ma a tutti coloro che hanno “occhi nella fronte e nel cervello” nuove (e belle) immagini dell’universo. era affidata agli occhi. E all’immaginazione. Con E cosa ha fatto Dante, nella Divina Galileo è arrivato il telescopio, che ci ha dato la Commedia? Basta rileggere il secondo canto del possibilità di vedere letteralmente cose mai viste Paradiso, per verificare la genialità con cui prima. Con l’astrofisica del XX secolo abbiamo rispetta il “principio estetico dell’astronomia” aperto nuovi occhi, capaci di “vedere” l’universo creando nuove immagini virtuali della luna ed di raggi ultravioletti, dei raggi X, dei raggi effettuando veri e propri esperimenti mentali per gamma, dell’infrarosso, delle radioonde. Tutte dimostrare che il nostro satellite è un corpo tecnologie che – lo ripetiamo – hanno consentito opaco. Ma perché fa questo? Per rispettare il di rinnovare la vocazione profonda dell’astro- “principio democratico” dell’astronomia: 17 far UNIVERSITÀ D STUDI DI NAPOLI FEDERICO II COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Dagli Appennini alle Ande. Un telescopio napoletano vedere tutto a tutti. Spezzare il pane degli angeli Forniscono a noi tutti nuove e (belle) immagini anche per chi non può sedere al tavolo dei cosmiche per aiutarci a capire (e a stare) nella sapienti. Questo fanno ancora oggi gli astrofisici. casa in cui siamo nati: “io dico l’universo”. 18