www.provincia.roma.it Presidenza del Consiglio Provinciale Concorso di Composizione Musica e Arte VII Edizione - 2011 opere finaliste Laura - Daniel LO Ting-cheung American poems - Girolamo Deraco Betsabea - Marco Longo A thing of beauty is a joy for ever - Léo Collin Sara Borsarelli voce Piccola Orchestra ‘900 direttore Simone Veccia presenta Fabio Luzietti Roma - Auditorium Parco della Musica - Sala Teatro Studio - 26 novembre 2011 È con grande soddisfazione che, per il settimo anno consecutivo, sosteniamo il Concorso di Composizione organizzato dall’Associazione Musica e Arte. Una scommessa che abbiamo vinto nel tempo, come dimostra il successo delle precedenti Edizioni e una scelta che rinnoviamo ancora oggi, convinti che questa manifestazione rappresenti per i giovani un’importante occasione per mostrare il loro talento artistico, soprattutto in questo momento di profonda crisi in cui gli spazi per l’affermazione di giovani compositori si sono ulteriormente ridotti. Giuseppina Maturani Presidente del Consiglio Provinciale di Roma La partecipazione alla VII Edizione del Concorso internazionale di Composizione MeA è stata abbastanza soddisfacente: 26 opere di autori con un’età media di 35 anni, 20 italiani e 6 stranieri. Uno dei motivi che credo abbia stimolato gli autori è la presenza di un testo non cantato, un elemento che caratterizza lo schema narrativo dei brani, avvicinandolo al teatro musicale. Molti dei lavori pervenuti hanno utilizzato un testo originale, scritto dall’autore stesso, impegnando quindi i compositori ad una doppia scrittura. I quattro finalisti del Concorso hanno un’età media di 28 anni e credo che possano ben rappresentare le tendenze dei nuovi autori. Ringrazio con soddisfazione Giuseppina Maturani, la Presidente del Consiglio Provinciale di Roma per il sostegno che ha sempre dedicato a questa iniziativa, contribuendo a favorire la diffusione della cultura che rappresenta a mio avviso il motore del nostro paese. Emanuela Petitti Presidente di Musica e Arte A.C. Comitato d’onore del Concorso Francesco Antonioni Luis Bacalov Piero Bellugi Enrico Dindo Jay Anthony Gach Giuseppina Maturani Zubin Metha Uros Rojko Uto Ughi Agostino Ziino Giuria del Concorso Gianpiero Bernardini Stefano Centioni Daniele Corsi Manuela Kustermann Simone Veccia compositore compositore compositore attrice e regista teatrale direttore di orchestra Daniel LO Ting-cheung 1986 - Hong Kong Laura Laura Gli occhi di ch’io parlai sí caldamente, et le braccia et le mani e i piedi e ‘l viso, che m’avean sí da me stesso diviso, et fatto singular da l’altra gente; le crespe chiome d’òr puro lucente ‘l lampeggiar de l’angelico riso, che solean fare in terra un paradiso, poca polvere son, che nulla sente. Et io pur vivo, onde mi doglio e sdegno, rimaso senza ‘l lume ch’amai tanto, in gran fortuna e ‘n disarmato legno. Or sia qui fine al mio amoroso canto: secca è la vena de l’usato ingegno, et la cetera mia rivolta in pianto. Sonetto 292 “Il Canzoniere” di Francesco Petrarca Ho scelto come testo una triste e romantica lirica di Francesco Petrarca. Il poema, tratto da “Il Canzoniere”, esprime il dolore del poeta per la morte di una donna, Laura, che Petrarca amò. Il brano si apre con uno stato d’animo sognante. L’introduzione comprende un insieme di “materiali”, riprodotti prima dalle corde, scanditi dal piatto e dal triangolo, poi dai legni, lo xilofono e la batteria, con le percussioni metalliche che servono come punteggiatura. L’apertura prolungata del brano ha lo scopo di creare uno spazio sonico allucinatorio, preparando l’improvviso intervento del narratore con i versi del poeta. In tutta l’ottava, la lettura del narratore è scandita dai frammenti dall’introduzione fino alla penultima riga prima della divulgazione della notizia triste. Al momento dell’annuncio della morte di Laura, l’arrivo di un momento drammatico è annunciato musicalmente da una massa sonora prodotta da tutta l’orchestra. C’è un cambiamento di stato d’animo nel sestetto che rivela dolore e agonia. Per evidenziare il cambiamento di umore, il narratore declama le prime tre strofe senza musica prima che le corde e le percussioni intervengano, unendosi al testo. Alcuni dei materiali musicali del brano introduttivo sono riprodotti qui, ma sviluppati in un crescente umore malinconico. Con l’ultimo verso le corde gradualmente tacciono. Solo il triangolo, solitario, continua, morendo infine con una muta agonia. Daniel LO Ting-cheung è nato a Hong Kong nel 1986. Attualmente è impegnato in un master in composizione presso l’Università di Hong Kong, dove si è laureato con lode in musica, con la guida di Chan Hing-Yan. Ha studiato pianoforte e percussioni fin da bambino e ora è un appassionato pianista jazz. Ha ottenuto vari premi e borse di studio. Vincitore della Nuova Generazione 2010, concorso organizzato dalla Gilda dei Compositori di Hong Kong. Nell’estate del 2010 è stato invitato alla prima edizione del Concorso Internazionale di Composizione Antonín Dvorák a Praga per il suo lavoro per pianoforte, drum set e kebyar gamelan gong, intitolato Galactic Gala, conquistando il terzo premio e un premio speciale per la migliore musica da camera. La sua recente composizione Sojourner, per pipa (liuto cinese), flauto, contrabbasso, pianoforte e due percussioni si è aggiudicata nel 2011 il primo posto nel Migratory Journeys International Composition. Gli interessi musicali di LO spaziano dalla musica rinascimentale al jazz moderno, dalle opere di Gesualdo a quelle di Chick Corea. I suoi lavori sono stati eseguiti da ensemble di fama mondiale tra cui Bang on a Can (USA), l’Ensemble Nuova Musica (Hong Kong), Orchestra of Our Time (USA) e il violinista Yao Jue. American poems The eye(s) Eye of ice breakes the mirror. Why you watch the butterflies fly without understanding the flight? Your eyes’ echoes reflect your vision. American poems The color This huge white catchs a glance of something. Every white moment is hanging by a red thread. Air. Much air. Yellow lemons. The choice A huge silence laughs scornfully behind me. Fear of the woods it’s just a frog’s idea. Caducity of life surprises the leaf. The sound Rivers’ light through my mind’s leafs. Sing my hands I’m touching nothing. Silence. Solely. The hope Tonight... the scent of night is a dream... an hopes... thousand lights are whispers that run behind us... Puck smile of love and enjoy together! American poems, il titolo del brano, è una piccola raccolta di poesie scritte in un viaggio fatto in America qualche anno fa. Dalla raccolta cinque poesie vengono estratte ed utilizzate in questa composizione per voce recitante e piccolo ensemble. I testi fanno riferimento a “situazioni” immaginifiche che si legano molto al territorio americano, territorio che esprime ancora un forte fascino di “conquista”, soprattutto dove le “grandi distese” (siano esse desertiche, di pianura o di montagna...) lasciano immaginare “altro”. Così “panorami sonori” si distendono ad accompagnare la declamazione delle piccole poesie, panorami che diventano “grandi” se visti attraverso lo sguardo di un occhio interiore... Girolamo Deraco 1978 - Cittanova RC Girolamo Deraco, classe 1976, Cittanova (RC), è diplomato in composizione con il M° Rigacci presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Boccherini di Lucca, unico compositore, dal 1848 anno della fondazione dell’Istituto, ad aver conseguito il massimo dei voti, lode, menzione e borsa di studio. Ha frequentato corsi e seminari con grandi maestri internazionali tra cui: Andriessen, Corghi, Solbiati, De Pablo, Fedele e Gooch (Truman State University, Missouri, USA). Finalista e vincitore di numerosi concorsi tra cui: G.E.R.M.I., G. Martini, Anima Mundi, Operiamo Oggi, Musica e Arte, O.C.C., Rosolino Toscano, Concorso di Composizione EURITMIA, TIMUR. Diverse le borse di studio tra cui quella con il M° Corghi all’Accademia Chigiana di Siena nel 2008, 2009 e nel 2010 con diploma di merito. Molteplici le collaborazioni che lo portano a comporre per le più svariate formazioni con consensi e approvazioni unanimi. Da ottobre 2009 è compositore in residence dell’Accademia di Montegral del M° Kuhn. Da giugno 2011 è il nuovo Direttore Artistico dell’Orchestra Giovanile di fiati Delianuova. La sua musica è pubblicata da Sconfinarte. Marco Longo 1979 - Trento Betsabea Betsabea Chi è...? Smettila donna! Hhhhhhhhhi è....? Non saranno i tuoi mugolii a salvarlo. K!....K!......K!.......Hhhhhhhhh ......K!.......Hhhhhhhh.... Chi è quella donna meravigliosa? Chi è, chi è? Chi è quella donna meravigliosa? Smettila! Chi è quella donna meravigliosa Chi è? E’ Betsabea, moglie di Uria, l’Eteo Che dici?! E’ Betsabea, moglie di Uria, l’Eteo Vaneggi! E’ Betsabea, moglie di Uria, l’Eteo David! David! David m’ha presa! Taci! M’ha presa! M’ha ingravidata! Taci! Uria saprà vendicarsi Taci! David ha peccato contro Dio! Ti ha stuprato, ha ucciso tuo marito; ma l’altissimo nella sua infinita bontà, lo ha perdonato: lui non morirà; ma il figlio che gli hai partorito, lui morrà! Che muoia David! Lui ha peccato! Muoia lui! Taci! Non è a te che Dio si rivolge! Smettila! Zitta, E’ tutto deciso, non puoi fare nulla! Basta!! Calmati! Non puoi continuare a cullare un cadavere! Non è previsto! Dio non lo vuole! Davide ti attende nel letto nuziale! Dio ha deciso, Israele ha bisogno d’un capo. Avrai un altro figlio, egli regnerà su Israele, il mondo intero onorerà il suo nome! E’ lui mio figlio. Se ne sta fermo, non uccide, non tortura, non desidera, non scanna! Solo lui voglio come figlio…! Solo di lui ha bisogno il mondo! Il mondo....il monnnn.... .....nnnnessun assassino uscirà dal mio grembo. Nessun altro! Nessun maschio! .....nessun mmmmmm..... Tuo marito attende! .....nnnnnnnnnn..... Dio lo ordina! .....ooooooooo...... Alla chiamata di Dio nessuno può fuggire! .....aaaaaaaaaaaa...... Fatti ingravidare! ....aaaaaaaaaAh! Nel noto episodio biblico Betsabea è una giovane donna, di cui il vecchio re David si innamora; essendo lei moglie di un soldato dell’ esecito reale, il monarca fa in modo che egli muoia in battaglia e quindi ha un figlio con lei. Dio lo castiga facendogli perdere il primogènito, ma visto che la discendenza d’Israele è in pericolo, gli concede di avere un altro figlio da Betsabea, il futuro re Salomone. La figura di Betsabea emerge in questo caso come strumento impotente nelle mani di Dio e dell’uomo, venendo privata di ogni volontà indipendente ed essendo vittima di inaudite violenze fisiche e psicologiche. Il testo in questione tratteggia Betsabea come una donna fragilissima, nevrotica e schizofrenica; da un lato è piegata dalla violenza del potere e rassegnata al suo ruolo di vittima, dall’altro cerca di opporsi a ciò che le succede, tentando di ritrovare una propria voce. La voce recitante dovrà cercare di rendere al meglio questa “pluri-personalità”, con toni ed inflessioni diverse; in partitura si è voluto suggerire questa differenza “caratteriale” incorniciando alcune parti del testo a lasciando normali le altre. La recitazione del testo è abbastanza libera e indipendente rispetto all’andamento musicale, tranne in alcuni punti segnati in partitura, che dovranno essere concertati. Marco Longo è diplomato al Conservatorio di Trento in pianoforte ed in composizione con il massimo dei voti. Si è poi perfezionato con i M°i A. Corghi e M. Bonifacio presso l’Accademia Chigiana di Siena (Diploma di Merito 2008, 2009 e 2010), presso la Fondazione Romanini di Brescia e l’ Accademia Filarmonica di Bologna. Nell’anno in corso è stato ammesso alla Sommer Akademie Schloss Solitude a Stoccarda, dove ha potuto seguire le lezioni di Chaya Czernowin, Steven Takasugi e Amnon Wolman; ha seguito inoltre vari seminari e masterclass con A. Solbiati, S. Gervasoni e N. Vassena. Sue composizioni sono state eseguite in Italia e all’estero; tra i vari interpreti delle sue musiche vi sono il Dèdalo Ensemble, l’Ensemble dell’Accademia Chigiana, l’Ensemble SurPlus, Elena Bakanova, Alda Caiello, Maria Grazia Bellocchio, Stefano Malferrari, Lina Uinskyte ecc. Ha ottenuto il 3° premio al Concorso di Composizione “A. Manoni”, una menzione d’onore al Concorso Europeo di Composizione della G.A.M. di Milano e un suo lavoro è risultato finalista (nessun premio assegnato) al Concorso Internazionale della Gioventù Musicale di Bucarest. E’ stato inoltre recentemente selezionato per una commissione di un nuovo lavoro da camera, che sarà eseguito dal Divertimento Ensemble nel 2012. A thing of beauty is a joy for ever A thing of beauty is a joy for ever A thing of beauty is a joy for ever: Its loveliness increases; it will never Pass into nothingness; but still will keep A bower quiet for us, and a sleep Full of sweet dreams, and health, and quiet breathing. Therefore, on every morrow, are we wreathing A flowery band to bind us to the earth, Spite of despondence, of the inhuman dearth Of noble natures, of the gloomy days, Of all the unhealthy and o’er-darkened ways: Made for our searching: yes, in spite of all, Some shape of beauty moves away the pall From our dark spirits. Such the sun, the moon, Trees old and young, sprouting a shady boon For simple sheep; and such are daffodils With the green world they live in; and clear rills That for themselves a cooling covert make ‘Gainst the hot season; the mid forest brake, Rich with a sprinkling of fair musk-rose blooms: And such too is the grandeur of the dooms We have imagined for the mighty dead; All lovely tales that we have heard or read: An endless fountain of immortal drink, Pouring unto us from the heaven’s brink. Nor do we merely feel these essences For one short hour; no, even as the trees That whisper round a temple become soon Dear as the temple’s self, so does the moon, The passion poesy, glories infinite, Haunt us till they become a cheering light Unto our souls, and bound to us so fast, That, whether there be shine, or gloom o’ercast, They always must be with us, or we die. estratto da “Endymion” John Keats (London 1795-1821 Roma) Il brano è scritto con una semplice forma: LA-SI-LA’-LA. Le due parti sono contraddistinte da armonie di colori: molto scure per il LA, chiare per il DO diesis minore, e fondate verso diversi diagrammi accordi per la parte in SI. Un modo che cerca di descrivere il sentimento e la vacuità - nel senso migliore di questa parola, della poesia di John Keats. La bellezza è irreale, esponenziale, infinita, come i sogni, senza limiti. Trasmette tutto quando si è vicino a qualcosa. Questa musica non vuole illustrare il testo bensì tentare di tradurre con il suono il significato stesso del poema. Léo Collin 1990 - Estandeuil, France Léo Collin, compositore francese nato nel 1990 a Estandeuil, attualmente studia composizione, direzione di orchestra, pianoforte e viola presso il Conservatorio di Lione. Come compositore è influenzato da diversi autori tra cui Scelci, Bernard Herrmann, Danny Elfman, Igor Stravinsky, Olivier Messiaen, Aaron Copland, Sergei Prokovief e, a volte, da Alessandro Scarlatti e Palestrina. Formatosi come chitarrista in vari gruppi rock, Léo Collin ha deciso di dedicarsi interamente allo studio della musica colta dopo la laurea in arti applicate. Concorso di Composizione Musica e Arte una produzione di Musica e Arte Associazione Culturale Roma 00151 via Cosimo Giustini 9 www.musicaearte.it [email protected] Iniziativa sostenuta da: Partners: