BANCA POPOLARE DELL'ETNA (BPETNA) S.C. IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA PROGETTO DI INTEGRAZIONE CON LA IGEA FINANZIARIA S.P.A: "STIMA DEL VALORE DELLA BPETNA AL 31 MARZO 2015, VERIFICA CONGRUITÀ DEL VALORE ECONOMICO DI IGEA FINANZIARIA E CONSEGUENTE DETERMINAZIONE DEL RAPPORTO DI CAMBIO" AGGIORNAMENTO: 21 MAGGIO 2015 ,.VINIZIATIVA “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” CONTENUTI DEL DOCUMENTO 1 PREMESSA ................................................................................................................ 1 1.1 Oggetto e finalità dell’incarico ............................................................................... 1 1.2 Contesto di riferimento, fatti di rilievo e descrizione dell’operazione ................. 1 1.2.1 Provvedimento di Amministrazione straordinaria di BPEtna ..................... 1 1.2.2 Richiesta della licenza bancaria di Igea Finanziaria ................................... 3 1.2.3 Operazione di aggregazione tra la BPEtna e la Igea Finanziaria............... 3 2 3 1.3 Data di riferimento ................................................................................................. 6 1.4 Documentazione utilizzata e disclaimer ................................................................ 6 BREVE PRESENTAZIONE DELLA BANCA ........................................................................ 8 2.1 Assetto proprietario ................................................................................................ 8 2.2 Struttura organizzativa .......................................................................................... 8 2.3 Cause e gli effetti della crisi ................................................................................... 9 ANALISI E VALUTAZIONE DELLE BANCHE ................................................................... 14 3.1 Peculiarità del business bancario..........................................................................14 3.2 Modelli tradizionali di valutazione ........................................................................17 3.2.1 Dividend Discount Model .............................................................................18 3.2.2 Excess return ...............................................................................................22 3.2.3 UEC complesso .............................................................................................24 3.2.3.1 Calcolo del patrimonio netto rettificato ........................................................... 25 3.2.3.2 La determinazione del valore di avviamento sulla raccolta A ................. 26 3.2.3.3 La stima del reddito medio normale ................................................................. 28 3.2.3.4 La stima dei parametri i, i’, n .............................................................................. 29 3.2.4 Patrimoniale complesso ...............................................................................30 3.3 Valutazione relativa o di controllo ........................................................................34 3.3.1 Metodo dei multipli ......................................................................................34 3.3.1.1 P/E ................................................................................................................................. 36 3.3.1.2 P/BV............................................................................................................................... 38 3.3.2 La Value Map ................................................................................................39 4 PROCEDURA VALUTATIVA ADOTTATA E STIMA DEL VALORE DEL CAPITALE ECONOMICO DELLA BANCA POPOLARE DELL’ETNA S.C. AL 31 MARZO 2015 ................................. 40 4.1 Premessa ................................................................................................................40 4.2 Il metodo di valutazione adottato ........................................................................40 4.3 Assumption del modello e procedura seguita......................................................41 4.3.1 Determinazione del patrimonio netto rettificato .......................................41 4.3.1.1 Rettifiche alle componenti dell’attivo ................................................................ 42 4.3.1.2 Rettifiche alle componenti del passivo ............................................................. 47 4.3.2 Stima dell’avviamento sulla raccolta ..........................................................48 4.3.3 Ripresa fiscale latente .................................................................................49 4.4 Risultati della procedura valutativa ......................................................................50 i “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 5 PARERE DI CONGRUITÀ DEL VALORE ECONOMICO DI IGEA FINANZIARIA S.P.A. ......... 53 5.1 Premessa ................................................................................................................53 5.2 Valutazione di Igea Finanziaria S.p.A. resa dal Prof. Dott. Marco Lacchini ......59 5.3 Stima del capitale intellettuale di Igea Finanziaria S.p.A. ..................................61 5.4 Conclusioni .............................................................................................................69 6 DETERMINAZIONE DEL RAPPORTO DI CONCAMBIO ..................................................... 70 7 STIMA DEL VALORE DELLA QUOTA SOCIALE DI BPETNA NEL CASO DI RECESSO DI SOCI 72 ii “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 1 PREMESSA 1.1 Oggetto e finalità dell’incarico La Banca Popolare dell’Etna S.c. in Amministrazione Straordinaria ha conferito alla Società Iniziativa Cube S.r.l. l’incarico inerente l’attività di consulenza finanziaria e assistenza tecnica finalizzate alla stesura di una relazione peritale, con riferimento alla data del 31 marzo 2015, per la valutazione del rapporto di cambio delle quote sociali della Banca Popolare dell'Etna s.c. (la “Banca” o “BPEtna”) e della Igea Finanziaria S.p.A. (la “Finanziaria” o “Igea”) connesso con l'operazione di fusione per incorporazione di Igea Finanziaria S.p.A. nella Banca Popolare dell'Etna S.c. in amministrazione straordinaria, con preliminare trasformazione di quest'ultima in Società per Azioni. In particolare l’attività prevista si sostanzia in: 1. analisi delle situazioni economico-patrimoniali delle due società, Banca Popolare dell’Etna S.c. e Igea Finanziaria S.p.A., al 31.03.2015; 2. per la valutazione in ottica di continuità aziendale della BPEtna, individuazione dei criteri di valutazione e delle rettifiche positive e negative al patrimonio netto alla data di riferimento dell’analisi; 3. interlocuzione con i consulenti di controparte in merito ai criteri dagli stessi adottati per la determinazione del valore della Igea Finanziaria e verifica di congruità del valore economico della stessa anche in una ipotesi di uniformità di criteri di valutazione adottati; 4. determinazione del rapporto di cambio tra le quote di Igea e quelle di BPEtna con riferimento al 31.03.2015 in relazione ai valori determinati, come da precedente punto 2, e validati, come da precedente punto 3, e, specificamente, determinazione del numero di azioni della società incorporante (Banca Popolare dell’Etna) spettanti agli azionisti della società incorporata (Igea Finanziaria) in cambio delle vecchie azioni dagli stessi possedute; 5. stima del valore della quota sociale di BPEtna nello specifico caso di eventuale recesso di soci. 1.2 Contesto di riferimento, fatti di rilievo e descrizione dell’operazione 1.2.1 Provvedimento di Amministrazione straordinaria di BPEtna La Banca Popolare dell’Etna in Amministrazione Straordinaria nel periodo dal 24 ottobre 2012 al 24 dicembre 2012 è stata sottoposta ad accertamento ispettivo da parte della Banca d’Italia chiusosi con un giudizio “in prevalenza sfavorevole”. 1 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” I principali rilievi fatti dalla Banca d’Italia a seguito dell’anzidetto accertamento sono relativi a: • la presenza di alcune criticità gestionali; • un’elevata esposizione al rischio creditizio; • una capacità di reddito strutturalmente debole, “gravata da elevati costi di struttura”; • la scarsa dotazione patrimoniale “inferiore alla soglia minima per l’autorizzazione all’attività bancaria” conseguente alle perdite consuntivate negli anni nonché alla difficoltà di dotare la Banca di nuove risorse patrimoniali. Inoltre, nell’ambito dello stesso accertamento l’Organo di Vigilanza ha: • identificato una serie di posizioni di credito caratterizzate da rischi di deterioramento tali da necessitare una diversa classificazione e valutazione, anche alla luce delle garanzie nel tempo assunte dalla Banca a presidio delle stesse. • dichiarato che le criticità riscontrate denotano l’impossibilità della Banca di poter restare autonomamente sul mercato e quindi, dopo aver imposto la restrizione all’attività creditizia ai sensi dell’art. 53, comma 3, lettera d) del TUB, ha invitato gli amministratori della Banca ad attivarsi per la ricerca di un partner bancario di adeguato standing con il quale aggregarsi, al fine della tutela del maggiore interesse del mercato e dei depositanti. Tale processo aggregativo si sarebbe dovuto concludere entro il 3 maggio 2013. A fronte di quanto sopra, nell’ambito delle iniziative intraprese dal Consiglio di Amministrazione a salvaguardia della continuità della Banca, è stato dato incarico nel mese di settembre 2013 ad un advisor di ricercare ulteriori ipotesi di aggregazione, o, nell’impossibilità, altre soluzioni alternative, nonché di predisporre un piano industriale che potesse ipotizzare un ritorno della banca alla gestione ordinaria e quindi uno sviluppo autonomo della stessa. Nelle more della definizione delle modalità di applicazione del Piano Industriale, la Banca dal 21/11/2013 al 13/02/2014 è stata sottoposta ad una nuova ispezione da parte dell’Organo di Vigilanza. A valle di questa ulteriore verifica, è stato disposto, su proposta della Banca d’Italia e successivo Decreto n. 146 del 18 aprile 2014 dell’Assessore dell’Economia della Regione Siciliana, lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo della Banca Popolare dell’Etna Società Cooperativa, ai sensi dell’art. 70, comma 1, lett. a) e b), del Testo Unico Bancario per “gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni normative nonché per gravi perdite del patrimonio”. 2 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” La Banca d’Italia, con provvedimento n. 0447362/14 del 29.04.2014, ha quindi nominato gli Organi straordinari nelle persone del dottor Pasquale Roberto Santomassimo quale Commissario Straordinario, l’avv. Roberto Amagliani, il dott. Andrea Dara e l’avv. Salvatore Nicolosi quali componenti del Comitato di Sorveglianza. Gli Organi della Procedura si sono insediati in data 2 Maggio 2014 ed il Comitato di Sorveglianza ha nominato l’avv. Salvatore Nicolosi Presidente. La procedura di amministrazione straordinaria della BPEtna è stata successivamente prorogata di 6 mesi con Decreto dell'Assessore dell'Economia della Regione Siciliana n. 310 del 15.04.2015. 1.2.2 Richiesta della licenza bancaria di Igea Finanziaria La Igea Finanziaria S.p.A. è una società iscritta nell’elenco generale degli intermediari finanziari di cui all’art. 106 TUB la cui attività è incentrata sulla commercializzazione di prodotti finanziari volti a soddisfare le principali esigenze di cassa di soggetti privati operanti nel settore farmaceutico–sanitario. Già a partire dal 2013 l’attività della Igea Finanziaria S.p.A. si è fortemente focalizzata nella direzione di richiedere ed ottenere l’autorizzazione per l’esercizio dell’attività bancaria, ferma restando la propria attività finanziaria rivolta al mercato della sanità. Il 25 giugno 2014 è stata presentata all’Organo di Vigilanza la domanda per l’ottenimento della relativa licenza, corredata da piano industriale illustrativo dei risultati attesi per il triennio successivo. 1.2.3 Operazione di aggregazione tra la BPEtna e la Igea Finanziaria Preliminarmente e nelle more della valutazione da parte della Banca d’Italia della richiesta di rilascio della licenza, la Igea Finanziaria ha avviato già ad inizio 2014 un’attività di interlocuzione con la Banca Popolare dell’Etna finalizzata a valutare una eventuale operazione di aggregazione tra le due strutture con il duplice obiettivo di consentire: • alla Igea Finanziaria, di beneficiare di una struttura già operativa e di ridurre i tempi necessari all’ottenimento delle autorizzazioni da parte della Banca d’Italia; • alla Banca Popolare dell’Etna, di integrarsi con un soggetto: o patrimonialmente solido, riuscendo così a ripristinare i limiti minimi di patrimonializzazione necessari allo svolgimento dell’attività bancaria e, quindi, a fuoriuscire dalla situazione di difficoltà in cui la stessa si è venuta a trovare; o con al proprio interno un importante know how. 3 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Tale attività è sfociata nel febbraio 2014 in una due diligence propedeutica a tale eventuale operazione di aggregazione. La sottoposizione della Banca alla procedura di amministrazione straordinaria ha però temporaneamente interrotto tali contatti. Nel secondo semestre dell’anno le negoziazioni tra la Igea e la BPEtna si sono riavviate e la Igea stessa, constatata la volontà di addivenire ad un’aggregazione tra le due società, ha formalmente manifestato (C.d.A. del 24.10.2014) il proprio interesse all’avvio di una trattativa per la realizzazione di tale aggregazione attraverso un’operazione di integrazione tra Igea Finanziaria S.p.A. e Banca Popolare dell’Etna S.c. con fusione per incorporazione della prima in BPEtna e trasformazione di quest’ultima in società per azioni. Tale operazione di integrazione consentirebbe, come anticipato: • alla Banca Popolare dell’Etna di proseguire senza soluzioni di continuità la propria attività risolvendo lo stato di crisi in atto; • alla futura Banca Igea di diventare operativa senza subire un gap temporale tra autorizzazione ed entrata in funzionamento, nello specifico perseguendo i seguenti obiettivi: • ricapitalizzazione della società in misura sufficiente a garantirne l’autonoma operatività ed efficienza; • salvaguardia degli attuali livelli occupazionali del personale; • mantenimento dell’attuale rete territoriale degli sportelli. La rete commerciale della new-co sarà composta infatti da 4 filiali. Catania e Bronte, attuali sportelli della BPEtna e Palermo e Roma, per cui Igea Finanziaria ha sostenuto integralmente i costi di ristrutturazione dei futuri locali commerciali dove verrà insediata l’attività e che potranno essere immediatamente operativi; • • ampliamento della base societaria; possibilità di ottenere più rapide sinergie operative per lo sviluppo di IGEA Finanziaria S.p.A.; • salvaguardia del valore residuale della Banca Popolare dell'Etna. Rispetto agli obiettivi aggregativi anzidetti sono stati predisposti dal management e dai consulenti della Igea Finanziaria: • un piano industriale, formulato in una logica di aggregazione tra la Igea Finanziaria e la Banca Popolare dell’Etna, sviluppato in un’ipotesi di attività integrata che prevede l’innesto, rispetto all’attività attualmente inerziale della Banca Popolare dell’Etna, di una nuova operatività connessa con lo sviluppo economico e patrimoniale riconducibile all’attività che verrà svolta dalla Igea Finanziaria. In particolare, ed in sintesi, il piano industriale sviluppato prevede: 4 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” o una raccolta totale entro il terzo anno di attività pari a circa €/Mln 242,1 di cui diretta €/Mln 158,3 (€/Mln 34,78 riconducibile a BPEtna) ed indiretta €/Mln 83,9 (€/Mln 29,9 riconducibile a BPEtna); o impieghi per €/Mln 108,97 (€/Mln 26,97 riconducibili a BPEtna); o risultato netto positivo a partire dal secondo anno di attività e, a regime al terzo anno, margine di interesse superiore a €/Mln 5,5 e margine di intermediazione superiore a €/Mln 9,0. Tabella 1– Conto Economico previsionale risultante dall’aggregazione (scenario base – Valori in €/Mln) • una relazione circa la governance e la struttura organizzativa della banca risultante dalla fusione per incorporazione della Igea Finanziaria S.p.A. nella Banca Popolare dell’Etna. In tale relazione vengono disciplinati: o Sistema di amministrazione e controllo; o Struttura organizzativa e sistema dei controlli interni; o Gestione dei rischi; o Sistemi informativi e sicurezza informatica. 5 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 1.3 Data di riferimento La data che costituisce il punto di riferimento della stima valutativa della Banca Popolare dell’Etna S.C e la verifica di congruità del valore economico del capitale della Igea è quella del 31 marzo 2015. 1.4 Documentazione utilizzata e disclaimer Le elaborazioni effettuate si fondano sui dati acquisiti relativamente alla BPEtna ed alla Igea finanziaria e su previsioni e assumption formulate dagli analisti di Iniziativa sulla base di presupposti realistici e prudenziali. In ordine allo svolgimento dell’incarico e alla redazione della relazione, Iniziativa ha quindi acquisito ed esaminato i seguenti elementi contabili e informativi: 1. Per quanto attiene alla BPEtna: a. Bilanci relativi al periodo 2012-2013; b. Progetti di bilancio e relative Situazioni patrimoniali ed economiche di dettaglio al 31.12.2014 ed al 31.03.2015; c. Stima del valore del prestito obbligazionario al Fair value alla data del 31.03.2015; d. Stima del valore dei crediti al Fair value alla data del 31.03.2015, in particolare per quanto attiene a: i. mutui ipotecari, ii. mutui chirografari, iii. prestiti personali, e. perizia di stima del valore degli immobili relativi alla direzione generale di Bronte ed alla filiale di Bronte (datata dicembre 2009); f. dati di raccolta diretta ed indiretta al 31.12.2014 ed al 31.03.2015; g. conferma circa i valori di mercato degli ulteriori cespiti ammortizzabili iscritti a bilancio; h. Ulteriori informazioni inerenti i rilievi effettuati dalla Banca d’Italia a seguito delle ispezioni effettuate alla Banca. 2. Per quanto attiene alla Igea Finanziaria: a. Bilanci relativi al periodo 2012-2013; b. Progetti di bilancio e relative Situazioni patrimoniali ed economiche di dettaglio al 31.12.2014 ed al 31.03.2015; c. Verbali di incremento del capitale sociale relativi alle assemblee straordinarie del 24.06.2014, 24.10.2013, 18.11.2013, 06.05.2014, 28.05.2014, 16.06.2014, 25.08.2014, 24.10.2014. d. Relazione di stima del Valore economico di Igea Finanziaria S.p.A. alla data del 31.03.2015 redatta dal Prof. Dott. Marco Lacchini; 6 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” e. Relazione di stima del Valore economico di FarmaNuova S.p.A. (oggi Igea Finanziaria S.p.A.) alla data del 31.03.2013 redatta dalla società PKF; f. curriculum dei membri del top management; g. contratto di servizio che lega Igea e Sispa S.r.l. (outsourcer dei servizi amministrativi, contabili e di bilancio e di gestione delle risorse); h. contratti di locazione chiusi relativi agli immobili da adibire a filiali di Banca IGEA. 3. Progetto di integrazione tra la Igea Finanziaria e la Banca Popolare dell’Etna: a. Progetto di integrazione redatto dalla Igea Finanziaria; b. Relazione circa la governance e la struttura organizzativa della banca risultante dalla fusione per incorporazione della Igea Finanziaria S.p.A. nella Banca Popolare dell’Etna S.C. in amministrazione straordinaria. Nella predisposizione della Relazione, inoltre, Iniziativa ha assunto che: • tutte le informazioni, i dati, le dichiarazioni e le relazioni, di natura finanziaria o di altra natura, forniti o analizzati o discussi dal management e da altri consulenti di BPEtna e dal management e dai consulenti di Igea Finanziaria siano veri e completi. Sugli stessi alcuna verifica, accertamento e/o analisi indipendente è stata effettuata da parte degli analisti di Iniziativa; • nessuna informazione rilevante sia stata omessa o non sia stata fornita; • le valutazioni dell’attivo e del passivo al 31.03.2015 fornite a Iniziativa, che non ha condotto alcuna valutazione o perizia delle attività e passività di BPEtna e di Igea Finanziaria, siano congrue e ragionevoli. Iniziativa non si assume, pertanto, alcuna responsabilità in merito alla veridicità, completezza e accuratezza delle informazioni utilizzate, né fornisce alcuna garanzia, implicita o esplicita, al riguardo. 7 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 2 BREVE PRESENTAZIONE DELLA BANCA 2.1 Assetto proprietario Alla data di avvio della procedura (02.05.2014) la compagine sociale era costituita da n. 775 Soci per n. 1.863.500 quote sottoscritte di Euro 5,00 cadauna, costituenti un capitale sociale di Euro 9.317.500. Alla data del 30.09.2014 la compagine sociale è scesa a n. 767 Soci (- 8 soci classificati a sofferenza e, quindi, esclusi ai sensi dell’art. 17, comma 2, lettera b) dello Statuto) per n. 1.850.237 quote di Euro 5,00 cadauna costituenti un capitale sociale complessivo di Euro 9.251.185 (- 66.315 Euro). Il capitale sociale della banca è stato ulteriormente rideterminato: • alla data del 31.12.2014 in misura pari a € 9.241.185, corrispondenti a 1.848.237 quote; • alla data del 31.03.2015 in misura pari a € 9.226.175, corrispondenti a 1.845.235 quote. CAPITALE SOCIALE E NUMERO QUOTE Capitale sociale Valore unitario quote Numero quote 31.03.2015 31.12.2014 30.09.2014 02.05.2014 9.226.175 9.241.185 9.251.185 9.317.500 5,00 5,00 5,00 5,00 1.845.235 1.848.237 1.850.237 1.863.500 Tabella 2– Capitale sociale e numero quote al 02.05, 30.09, 31.12.2014 e 31.03.2015 2.2 Struttura organizzativa La Banca dispone di una struttura organizzativa articolata in una sede adibita ad uffici di Direzione Generale, sita in Bronte, e di 2 Filiali ubicate nel Comune di Bronte e nel Comune di Catania. Sono di proprietà aziendale: • la sede di Bronte, localizzata nel centro storico, in Corso Umberto 296, costituita da un piano (secondo) di 230 mq e da un piano (terzo) di 38 mq; • la filiale di Bronte, localizzata nel centro storico, in Corso Umberto 261, costituita da un piano terra di 185,3 mq e da un piano seminterrato di 58,1 mq. Ad oggi la banca ha alle proprie dipendenze 14 addetti di cui: • Uffici di Direzione, in cui sono impiegati 7 addetti: o Direzione Generale: 1 unità o Vice Direzione Generale: 1 unità o Risk Controller, Antiriciclaggio, Monitoraggio e compliance: 1 unità o Organizzazione: 1 unità 8 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • o Contabilità Generale e amministrazione del Personale: 1 unità o Crediti: 1 unità o Finanza e Segreteria di Direzione: 1 unità Filiali, in cui sono impiegati 7 addetti: o Bronte: 2 unità o Catania: 5 unità In termini di inquadramento il personale è composto da: • Dirigenti: n. 1 unità; • Quadri Direttivi: n. 8 unità; • Impiegati: n. 5 unità. 2.3 Cause e gli effetti della crisi Secondo quanto indicato dal rapporto informativo della Banca d’Italia susseguente agli accertamenti ispettivi effettuati nel periodo 24 ottobre 2012 – 24 dicembre 2012, le cause della situazione in cui si è trovata la BPEtna sarebbero riconducibili ai seguenti fattori: • lo sviluppo dell’attività bancaria è stato “realizzato in assenza di un coerente rafforzamento dei presidi, e si è riflesso negativamente sulla qualità del portafoglio prestiti”; • il rischio creditizio è originato “dalle significative debolezze presenti in tutte le fasi del processo del credito” prevalentemente incentrato sulle figure apicali dell’organizzazione della banca; • la capacità di reddito è “strutturalmente debole”; • la redditività è “gravata da elevati costi di struttura”; • la struttura organizzativa si è dimostrata “inidonea a gestire i rischi generati dalla pur contenuta dimensione con una compagine di personale sbilanciata verso le funzioni commerciali”; • il prevalente orientamento allo sviluppo dell’attività ha “inciso sull’assetto dei controlli risultato nel complesso inefficace”; • in materia di antiriciclaggio il processo di rilevazione delle operazioni potenzialmente anomale non è “apparso adeguatamente presidiato”. Il risultato dell’operato anzidetto è che a fronte delle perdite stimate dagli ispettori, il patrimonio di vigilanza sarebbe risultato inferiore alla soglia minima necessaria allo svolgimento dell’attività bancaria. Il deterioramento della situazione economico-patrimoniale della banca è rilevabile dall’analisi dei risultati infrannuali e definitivi, relativi ai periodi da giugno 2013 a marzo 2015. I dati esposti nei prospetti che seguono danno evidenza di: 9 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • volumi operativi in significativa contrazione rispetto ai dati del 31.12.2013, in misura pari ad oltre €/Mln 12,0, ciò riguarda: o principalmente i depositi; o in misura prevalente la Filiale di Catania. Raccolta (€/000) 50.000,0 36.763,2 €/000 40.000,0 42.955,2 43.444,7 47.400,2 29.123,3 30.000,0 36.164,0 35.078,0 35.765,6 35.310,9 20.000,0 10.000,0 - Figura 1– Andamento raccolta 2009-31.03.2015 • una raccolta indiretta (ancorché non immediatamente rilevabile dai dati di bilancio), di contro in aumento per effetto in gran parte della trasformazione della raccolta da diretta ad indiretta; • un rallentamento del fenomeno del deflusso che, tra settembre 2014 e gennaio del 2015, appare sostanzialmente stabilizzato rispetto a quanto invece rilevato nel corso dei mesi precedenti ed in particolare nel periodo immediatamente successivo all’apertura della procedura di amministrazione straordinaria; • una situazione di liquidità in peggioramento anche se, come per i depositi, anche tale fenomeno appare stabilizzato; • perdite nel biennio 2013-2014 per €/Mln 3,48, di cui €/Mln 2,4 nell’esercizio 2013 e €/Mln 1,1 nel 2014, ulteriormente appesantite di €/000 401,36 nel primo trimestre 2015, per effetto di: o forte contrazione nel periodo del margine di interesse e del margine di intermediazione; o rettifiche effettuate dalla procedura su partite deteriorate, per €/Mln 3,59 nel 2013, €/Mln 0,46 nel 2014 e €/Mln 0,1 a marzo 2015; o elevata incidenza delle spese amministrative e del personale. 10 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Indicatori economici 8,00% €/000 4.000,0 6,85% 2.520,5 4.202,0 7,31% 2.470,4 2.000,0 2.256,3 1.934,60 5,51% - -176,31 2009 -158,76 2010 5,10% 4,44% -395,81 2011 -2.000,0 -4.000,0 3.020,80 2012 -839,74 4,90% 2013 4,00% 31.12.2014 2,00% -1.094,13 -2.391,67 Margine di intermediazione (€/000) Margine di intermediazione/Totale Attivo (%) 6,00% % 6.000,0 0,00% Risultato netto (€/000) Figura 2– Indicatori economici 2009-31.12.2014 • un complessivo e progressivo deterioramento della situazione patrimoniale della banca con un patrimonio netto che si riduce, da giugno 2013 a dicembre 2014, di oltre il 60% riduzione che, a marzo 2015, arriva al 67,47%. Patrimonio netto (€/000) 7.000,0 80,00% 6.383,9 70,00% 6.000,0 3.555,66 3.000,0 44,30% €/000 4.000,0 54,78% 2.887,00 58,88% 61,85% 2.625,00 2.435,55 2.000,0 67,47% 60,00% 50,00% 40,00% 2.076,37 30,00% 20,00% 1.000,0 10,00% - 0,00% 30/06/2013 31/12/2013 30/06/2014 Patrimonio netto 30/09/2014 31/12/2014 31/03/2015 Riduzione % cumulata Figura 3– Patrimonio netto dal 30.06.2014 al 31.03.2015 Di seguito si riportano le situazioni patrimoniali ed economiche da giugno 2013 a marzo 2015. 11 % 5.000,0 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” STATO PATRIMONIALE - ATTIVO (€/000) Voci dell'attivo 10. Cassa e disponibilità liquide 20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 60. Crediti verso banche 70. Crediti verso clientela 110. Attività materiali 120. Attività immateriali 130. Attività fiscali a) correnti b) anticipate b1) di cui alla Legge 214/2011 150. Altre attività TOTALE DELL'ATTIVO 06/2013 1.666 420 8.257 10.812 33.643 926 1.065 62 1.003 711 1.159 57.947 12/2013 4.525 2.488 8.545 10.697 29.075 942 1.888 220 1.667 1.649 1.102 59.263 30/06/2014 743 30/09/2014 614 1.294 6.246 28.187 891 1.887 1.310 5.602 27.245 871 1.887 220 1.667 1.648 220 1.667 1.648 1.342 40.590 1.336 38.865 31/12/2014 798 1.326 6.517 27.028 850 1.741 220 1.520 1.502 1.193 39.451 31/03/2015 536 1.400 7.122 26.308 893 1.767 220 1.547 1.528 862 38.888 Tabella 3– Stato Patrimoniale attivo (dati in €/000) 30.06.2013, 31.12.2013, 30.06.2014, 30.09.2014, 31.12.2014 e 31.03.2015 STATO PATRIMONIALE - PASSIVO (€/000) Voci del passivo e del patrimonio netto Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione Passività fiscali a) correnti b) differite 100. Altre passività 110. Trattamento di fine rapporto del personale 120. Fondi per rischi ed oneri b) Altri fondi 130. Riserve da valutazione 160. Riserve 170. Sovrapprezzi di emissione 180. Capitale 200. Utile (Perdita) d'esercizio TOTALE DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO PATRIMONIO NETTO 10. 20. 30. 80. 06/2013 6.057 41.956 2.141 90 54 36 1.075 244 - 12/2013 30/06/2014 30/09/2014 31/12/2014 31/03/2015 6.076 45.694 34.637 33.448 34.559 34.032 1.706 1.527 1.630 1.206 1.279 58 58 58 85 113 47 54 47 47 47 11 36 11 37 66 1.935 1.249 864 943 1.157 173 167 175 158 166 65 65 65 65 65 65 65 65 65 65 41 30 75 91 81 138 - 3.408 - 3.408 - 5.800 - 5.800 - 5.800 - 6.894 8 8 8 8 8 8 9.318 9.318 9.271 9.251 9.241 9.226 426 - 2.392 - 667 - 925 - 1.094 - 401 57.947 59.263 40.590 38.865 39.451 38.888 6.384 3.556 2.887 2.625 2.436 2.076 Tabella 4– Stato Patrimoniale passivo (dati in €/000) 30.06.2013, 31.12.2013, 30.06.2014, 30.09.2014, 31.12.2014 e 31.03.2015 12 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” CONTO ECONOMICO (€/000) 10. 20. 30. 40. 50. 60. 80. 100. 120. 130. 140. 150. 160. 170. 180. 190. 200. 240. 250. 260. 270. Voci Interessi attivi e proventi assimilati Interessi passivi e oneri assimilati Margine di interesse Commissioni attive Commissioni passive Commissioni nette Risultato netto dell'attività di negoziazione Utili (Perdite) da cessione o riacquisto: b) attività finanziarie disponibili per la vendita Margine di intermediazione Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: a) crediti Risultato netto della gestione finanziaria Spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative Accantonamenti ai fondi rischi ed oneri Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Altri oneri/proventi di gestione Costi operativi Utili (perdite) da cessione di investimenti Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte Imposte sul reddito dell'esercizio dell'attività corrente Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 290. Utile (Perdita) d'esercizio 06/2013 12/2013 1.499 2.868 - 516 - 1.053 983 1.816 354 678 - 20 - 40 334 638 42 56 511 197 1.557 3.021 57 - 3.594 - 57 - 3.594 1.500 - 574 - 1.234 - 2.733 - 598 - 1.261 - 635 - 1.472 - 65 49 - 85 0 0 133 288 - 1.150 - 2.595 350 76 426 - 3.168 777 - 2.392 426 - 2.392 30/06/2014 30/09/2014 31/12/2014 1.192 1.687 2.149 - 512 - 670 - 828 680 1.017 1.321 276 392 525 - 17 - 24 - 37 259 368 488 2 2 2 128 128 128 128 128 1.065 1.511 1.935 - 592 731 - 459 - 459 473 780 1.475 - 1.194 - 1.776 - 2.606 - 572 - 887 - 1.312 - 622 - 889 - 1.294 - 44 - 92 - 1.146 6 - 667 - 130 1.711 6 925 - 667 - 925 86 265 - 2.427 6 - 946 - 148 - 1.094 - 667 - 925 - 1.094 - 65 - Tabella 5– Conto Economico (dati in €/000) 30.06.2013, 31.12.2013, 30.06.2014, 30.09.2014, 31.12.2014 e 31.03.2015 13 31/03/2015 404 - 157 247 114 9 105 352 - 105 - 105 248 - 751 - 396 - 355 - - 28 109 670 5 427 26 401 - 401 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 3 ANALISI E VALUTAZIONE DELLE BANCHE 3.1 Peculiarità del business bancario La peculiarità dei processi produttivi di tipo finanziario e, segnatamente, dei processi produttivi caratteristici della banca, nonché la rilevanza per ampiezza e profondità del contesto normativo di riferimento, si riflettono sulla metodologia applicativa dei modelli di valutazione del capitale economico delle banche. Tali modelli, pur coerenti con gli approcci teorici più accreditati e applicabili all’universo delle imprese, devono necessariamente essere adattati affinché possano recepire le informazioni tipicamente rilevanti in ambito settoriale, rinunciando anche, ove necessario od opportuno, alla rigida applicazione di quegli aspetti dei processi valutativi che potrebbero risultare incoerenti o addirittura distorsivi rispetto al fine ultimo della stima del valore di un soggetto operante nel settore finanziario. Risulta di immediata evidenza una prima importante differenza fra l’impresa bancaria e l’impresa industriale/commerciale. Per l’impresa bancaria, quanto meno nella sua configurazione tradizionale, le passività finanziarie non possono essere considerate estranee alla gestione caratteristica. Al contrario, per lo più costituiscono la necessaria commodity che alimenta il processo produttivo base: l’intermediazione creditizia e quindi l’attività di raccolta-impiego del denaro. Tale semplice constatazione appare sufficiente per ritenere che nella valutazione della banca potrebbe risultare incoerente l’applicazione di un approccio volto alla stima di un Enterprise o Firm value, vale a dire la stima del valore complessivo degli asset aziendali, dai quali sottrarre il debito in essere per pervenire alla stima del valore dell’equity e quindi eventualmente dell’azione/quota. Non si vuole affermare che ciò sia tecnicamente impossibile; piuttosto è diffuso il condivisibile convincimento che i flussi monetari rilevanti nel modello finanziario debbano considerarsi al netto del costo del debito, quindi se mai ponendo enfasi in primis sull’aggregato costituito dal margine di interesse e nella prospettiva della stima di un equity value. In sintesi, dal momento che la componente reddituale finanziaria (margine tra interessi attivi e passivi) costituisce generalmente l’elemento principale di valore di un intermediario finanziario, per questa tipologia di aziende la separazione tra gestione operativa e finanziaria diventa di difficile realizzazione e finisce comunque per avere uno scarso significato economico. Ciò implica generalmente l’inadeguatezza dei modelli di valutazione unlevered, normalmente utilizzati invece per le aziende industriali. L’importanza delle funzioni svolte dalle banche, quali attori principali del sistema finanziario, ha reso necessaria una vigilanza sul settore allo scopo di assicurare tutela del risparmio ed efficienza allocativa nonché stabilità di un sistema nevralgico per 14 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” l’intera economia. L’attuale normativa, allo scopo di rendere più stabile e solido il sistema bancario internazionale ed evitare l’arbitraggio regolamentare (leveling playing field), disciplina a livello internazionale l’attività bancaria, introducendo dei requisiti minimi di capitale a fronte dei rischi cui l’impresa è esposta. Il noto set di regole di Basilea rappresenta il quadro all’interno del quale può muoversi l’attività bancaria; le assumptions di qualsiasi attività di valutazione, in particolare quelle relative alla crescita, devono risultare coerenti con i limiti che il framework normativo impone alla banca oggetto di valutazione. La regolamentazione infatti prevede un accesso calmierato al business bancario e le stesse operazioni di crescita esterna sono controllate dalle autorità competenti. Inoltre le continue modifiche poste in essere dalle autorità sovranazionali, le disposizioni dell’EBA in materia di capitale regolamentare, che si sovrappongono all’impianto Basilea, aggiungono una componente di incertezza al prossimo futuro, rendendo più aleatoria la valutazione. Anche per questo motivo oggi molte analisi vengono condotte in un’ottica di breve termine. Le banche sono soggetti economici fortemente regolamentati sia per ciò che concerne la gestione operativa, in termini di limitazioni agli investimenti, sia, soprattutto, per quello che riguarda i livelli minimi di patrimonializzazione proporzionati all’entità e al grado di rischio degli impieghi effettuati. Questo aspetto è particolarmente rilevante, in quanto si riflette direttamente sulla determinazione del capitale di funzionamento della banca, vale a dire di quel livello di dotazione patrimoniale minima che ne consente l’attività. Infatti l’investimento in capitale di funzionamento per una banca può essere assimilato all’investimento in fixed asset per un’azienda industriale (Capex, in gergo) e rappresenta gli investimenti necessari per realizzare/mantenere quella capacità produttiva grazie alla quale è possibile generare i livelli di produzione ipotizzati nelle proiezioni e sottostanti i flussi di cassa. Analogamente, il capitale di funzionamento costituisce di fatto un vero e proprio limite alla disponibilità degli azionisti dei flussi di cassa generati, al fine di non compromettere l’operatività della banca. Una componente molto importante del flusso di cassa tradizionale è quella relativa al reinvestimento. Poiché la crescita degli intermediari è condizionata dalla necessità di detenere capitale a fronte dei rischi, alcuni modelli valutativi definiscono un flusso di cassa in cui la componente reinvestimento è intesa come reinvestimento in capitale regolamentare, ossia nel capitale che la banca deve mantenere per espandere la sua attività e ottemperare ai requisiti regolamentari. La difficoltà di identificare un tasso di reinvestimento diverso da quello appena proposto rende complessa l’applicazione dei modelli di valutazione tradizionale, su cui 15 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” pesa anche la difficoltà di stimare la componente relativa al capitale circolante netto, intesa come differenza tra le attività e la passività di breve termine, di natura non finanziaria. Nell’analisi del bilancio bancario infatti il capitale circolante netto è tradizionalmente inteso come la differenza tra attività e passività onerose, definizione ben diversa da quella afferente alle imprese non finanziarie, che viene utilizzata per la stima del flusso di cassa. Pertanto nel calcolo dei flussi occorre necessariamente considerare il peso dei vincoli patrimoniali; quindi tenere conto di un reinvestimento, in modo da assicurare nel tempo il rispetto di un livello di patrimonializzazione che garantisca l’operatività della banca e quindi la possibilità di generare i flussi di cassa previsti. Il livello di patrimonializzazione di una banca non dipende soltanto dal livello assoluto del patrimonio detenuto e da eventuali rettifiche agli elementi patrimoniali connesse a specifici aspetti di carattere regolamentare (ad esempio, la deduzione delle immobilizzazioni immateriali), ma anche dal grado di rischio delle proprie attività. Quindi una banca ha sostanzialmente due leve attivabili per raggiungere il livello obiettivo di patrimonializzazione: interventi sul capitale ed interventi sui rischi legati agli assets detenuti, nell’ambito dei quali essa può agire sia direttamente aumentando/riducendo le proprie esposizioni rischiose, sia rimodulando le proprie esposizioni tramite politiche di hedging. Il livello di patrimonializzazione rappresenta quindi una variabile decisionale strategica per la banca che determina la struttura del capitale e quindi implicitamente la politica di finanziamento e la politica dei dividendi. Pertanto la politica dei dividendi non può che essere residuale rispetto al target di patrimonializzazione. L’ipotesi contraria, ovvero la condizione in cui i dividendi costituiscono variabile esogena, implicherebbe un livello di patrimonializzazione indeterminato, rendendo a quel punto difficile immaginare un costo del capitale costante in quanto il rischio della banca sarebbe soggetto a cambiare in funzione del livello di patrimonializzazione che si verrebbe a creare in ogni periodo in funzione dei dividendi distribuiti, introducendo quindi una complicazione non da poco nel processo di valutazione. Il costante rispetto del target di patrimonializzazione determina modalità di sviluppo dei bilanci previsionali in cui la politica dei dividendi deve risultare endogena al modello di previsione stesso. Qualsiasi alternativa che violi questi vincoli non potrà che determinare distorsioni sul processo di valutazione della banca. La pressoché certa presenza nel bilancio bancario di strumenti finanziari quotati, e quindi con un mercato attivo, ha fatto sì che gli intermediari finanziari fossero il primo e naturale banco di prova della valutazione mark to market, uno dei criteri su cui si fondano i principi IAS/IFRS. Se da un lato la presenza di una percentuale sempre crescente di attivi valutati al fair value contribuisce ad offrire un’informativa 16 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” finanziaria più trasparente e corretta, dall’altro ciò crea evidentemente alcuni problemi pratici. Il valore contabile del patrimonio riportato in bilancio non è infatti misura del capitale investito inizialmente, quanto un suo aggiornamento che tiene conto dei valori di mercato dell’attivo e del passivo. Per ovviare a questo problema spesso i report di valutazione si riferiscono a valori tangible. Gli elementi dello stato patrimoniale valutati al costo ammortizzato prevedono invece un meccanismo di impairment. Qualora da questo test risulti una durevole perdita di valore, le banche devono effettuare delle svalutazioni (loan loss provision, per quel che riguarda il portafoglio crediti) che vengono iscritte a conto economico in riduzione del margine di intermediazione. La differenza di valore che emerge in fase di impairment è frutto di una stima, non essendosi effettivamente ancora realizzata al tempo della rilevazione la durevole perdita di valore. La soggettività di questa stima fa sì che dal suo esercizio possa derivare una manipolazione dei dati contabili; che la banca possa cioè utilizzare una politica più o meno aggressiva nella stima di tali perdite. La presenza nel conto economico degli intermediari finanziari di queste rettifiche inoltre acuisce il problema della pro-ciclicità degli utili bancari, in quanto le aziende di credito tendono a sottostimare il rischio di credito in fasi di espansione e a sovrastimarlo in fasi di recessione. 3.2 Modelli tradizionali di valutazione Le valutazioni condotte nell’ambito di operazioni di integrazione sollevano un complesso problema estimativo il cui obiettivo è la determinazione del rapporto di cambio, ovvero del rapporto tra il valore delle quote rappresentative del capitale delle società che promuovono l’operazione. In tale ottica, secondo un principio consolidato nella prassi valutativa, viene privilegiato il principio di omogeneità relativa dei criteri di valutazione applicati. Ciò in quanto la finalità delle valutazioni di fusione non è tanto la determinazione dei valori economici assoluti delle società interessate all’operazione, quanto l’ottenimento di valori tra loro confrontabili in sede di determinazione del rapporto di cambio. Per tale ragione, le valutazioni di integrazione assumono significato nel loro profilo relativo e non possono essere assunte quali stime del valore assoluto delle società coinvolte. Un secondo principio sovente richiamato nelle valutazioni di integrazione fa riferimento all’adozione di un’ottica stand alone, fondata cioè sulle attuali configurazioni e sulle prospettive future delle società autonomamente considerate, 17 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” senza tener conto cioè delle potenziali sinergie derivanti dalla business combination, suscettibili di creare valore aggiunto per i due gruppi di azionisti/quotisti. Presupposti fondamentali delle valutazioni di integrazione, finalizzate all’individuazione di valori economici funzionali alla determinazione di un rapporto di cambio, sono l’omogeneità e la comparabilità dei criteri di stima adottati, correlativamente al profilo economico, patrimoniale ed operativo delle società coinvolte nell’operazione. Le metodologie prescelte, di conseguenza, non sono mai analizzate singolarmente, bensì considerate come parte inscindibile di un unico processo di valutazione. Alla luce di ciò e tenuto conto della finalità delle stime, dei criteri comunemente impiegati nella prassi valutativa, nazionale ed internazionale, con particolare riferimento al settore bancario, si espongono di seguito i più comuni modelli di valutazione delle aziende di credito: - metodo dei flussi di dividendo attualizzati (dividend discount model o DDM); - modello dell’excess return; - metodo della stima autonoma dell’avviamento (UEC complesso); - metodo patrimoniale complesso. 3.2.1 Dividend Discount Model Nelle banche la gestione operativa e quella finanziaria sono compenetrate a tal punto da rendere difficile una loro separazione, di contro, piuttosto netta nelle aziende industriali per le quali il modello FCFO è concepito. Poiché l’attività finanziaria costituisce l’oggetto stesso del business bancario, non è opportuno utilizzare tale modello per la valutazione degli intermediari finanziari. I modelli di valutazione che maggiormente si adattano agli intermediari finanziari sono dunque quelli equity side. Tuttavia anche il modello FCFE tradizionale presenta delle incompatibilità con le specificità del business bancario. Si riscontra, infatti, una particolare difficoltà a stimare alcune componenti tipiche del flusso di cassa: in particolare, spese per investimenti e capitale circolante. Quest’ultimo viene identificato come la differenza tra l’attivo e il passivo (solitamente commerciale) a breve termine. Più precisamente, attività e passività a breve termine di natura non finanziaria, ricorrente nell’attività d’azienda, monetaria e non contabile. Le sue componenti principali, nel bilancio delle aziende industriali, sono rappresentate da crediti commerciali, magazzino e debiti commerciali. Tale entità, che nasce dalla riclassificazione del bilancio, ben si adatta alle caratteristiche delle imprese non finanziarie, nelle quali la gestione ordinaria è separata in modo piuttosto netto da quella a lungo termine. La riclassificazione dell’attivo in fisso e circolante non è per nulla adatta, invece, ad analizzare le aziende di credito, dove le attività di 18 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” natura finanziaria sono gli elementi su cui è basata l’attività ricorrente. Non a caso nell’analisi di bilancio bancario si fa riferimento al CCN come alla differenza tra attività fruttifere e passività onerose, che misura la capacità della banca di finanziare il suo attivo tramite passività non onerose. Il capitale circolante della banca, individuato così come per le aziende industriali, è una grandezza non significativa dal punto di vista analitico ed altamente variabile. La componente di interessi pagati sul debito, che nelle aziende industriali sottrae effettivamente risorse alla disponibilità degli azionisti, rappresenta parte fondamentale dell’attività bancaria, contribuendo alla formazione del margine di interesse, prima e fondamentale voce di ricavo nel conto economico di una banca. Ciò dimostra ancora di più come il FCFE tradizionale sia configurato tipicamente per un’azienda industriale e non sia applicabile alla valutazione degli intermediari finanziari. Appare più opportuno dunque che gli interessi passivi vengano inseriti nella gestione operativa piuttosto che in quella finanziaria. Le aziende che operano nel settore finanziario sono fortemente regolate, per cui devono detenere patrimonio netto a fronte delle loro attività in modo proporzionale alla rischiosità dell’investimento. Parte delle risorse generate devono pertanto essere destinate al presidio dei rischi assunti, non potendo perciò considerarsi disponibili. Per tale ragione, la prassi professionale impiega modelli equity side per la valutazione delle aziende bancarie; ma il flusso di cassa attualizzando non è il FCFE. La difficoltà di stimare il flusso di cassa, che deriva dall’impossibilità di quantificare le spese per reinvestimento e le variazioni di CCN, può essere superata definendo in modo diverso il concetto di reinvestimento. Il concetto tradizionale afferisce alle aziende industriali, per le quali le spese per investimenti si traducono in nuovi stabilimenti o macchinari. Le aziende di credito invece, per espandere la loro attività, devono detenere ulteriore capitale regolamentare. Il FCFE per gli intermediari finanziari può perciò essere descritto come πΉπΉπΉπΉ = πππππ πππππ − ππππππππππππππ ππ ππππππππ πππππππππππππ Gli obiettivi di capitale regolamentare possono essere individuati sulla base delle norme di Basilea ovvero nel piano strategico della banca, qualora i vertici dell’istituto abbiano deciso di imporsi dei coefficienti di capitale maggiori di quanto richiesto dalle Autorità. A ben vedere questo flusso di cassa può essere visto come un dividendo; il massimo dividendo che residua dopo patrimonializzazione. 19 aver soddisfatto gli obiettivi di “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Un efficace modello di valutazione delle aziende di credito è dunque il dividend discount model (DDM), la cui base teorica è molto semplice; quando gli investitori acquistano azioni quotate, essi si aspettano di ricevere dividendi durante il periodo di detenzione ed un prezzo finale: π·π·π·1 + π1 (1 + ππ ) π0 = Il prezzo finale a sua volta è funzione del dividendo e di un prezzo successivo; il modello esteso all’infinito afferma che il prezzo di oggi è la somma del valore attuale dei dividendi futuri. Poiché è impossibile stimare i dividendi all’infinito tutte le valutazioni si basano su versioni più o meno sofisticate della formula di Gordon-Shapiro in base alla quale: π0 = dove: π·π·π·1 (ππ − π) π·π·π·1 = πΈπΈπΈπΈππππ ∗ (1 − π) e π = πππππππππ πππππ Il modello di Gordon-Shapiro ha il difetto di essere utile solo per valutare aziende nell’ipotesi di crescita costante, ma ha il pregio di evidenziare i parametri che definiscono il valore dell’azione/quota: - dividendi, - costo del capitale, - crescita di lungo periodo. Nel DDM il dividendo è utilizzato come proxy del flusso di cassa. Nelle versioni più semplici del modello la base di partenza è costituita dai dividendi passati a partire dai quali il dividendo cresce ad un tasso coerente con il concetto di stabilità, mai superiore a quello di crescita dell’economia. Il modello a crescita stabile è pressoché inutilizzato, costituendo più che altro la base teorica di riferimento. Nella prassi gli operatori preferiscono modelli a due o tre fasi in cui la banca raggiunge lo scenario di crescita stabile solo dopo n anni. Il metodo più utilizzato consiste nella stima dell’utile per azione e nel calcolo di un payout ratio, per il quale si può alternativamente: • fare riferimento agli obiettivi di piano, dopo averne verificato la fattibilità alla luce dei dividendi passati e dei dividend yield medi di mercato; 20 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • individuare il massimo dividendo distribuibile una volta assolti gli obblighi di vigilanza o interni, in termini di capitale regolamentare. La prima impostazione è volta a costruire un vero e proprio dividendo che potrà poi essere confrontato con quello effettivamente distribuito; il secondo tipo di dividendo è molto più prossimo al concetto di flusso di cassa, potendo essere inteso infatti come la cassa generata nell’esercizio, residua dopo aver soddisfatto gli obiettivi in termini di capitale regolamentare. Costruendo il dividendo distribuibile come π·π·π·0 = πππππ πππππ − (πΆπΆπΆπΆ ππππ 1 π‘π‘π‘π‘π‘π‘ − πΆπΆπΆπ ππππ 1 ππππππππ) viene meno uno dei difetti tradizionalmente attribuiti al modello DDM, quello cioè di sottostimare il valore delle imprese che distribuiscono liquidità in misura inferiore a quanto possano permettersi e di sovrastimare le imprese che distribuiscono dividendi in misura maggiore di quanto sia loro strutturalmente consentito. Questo perché il dividendo costruito in questa seconda ipotesi non è confrontabile con i dividendi effettivi, essendo molto più simile ad un flusso di cassa che non ad un dividendo, basato non sui dividendi distribuiti in passato ma sui risultati economici ottenuti. Il modello inoltre offre una buona proxy del FCFE, che approssima senza la necessità di stimare il cosiddetto excess capital, vale a dire la cassa generata che la banca non destinata a patrimonio regolamentare e non distribuita. È raro osservare un modello di valutazione che utilizzi direttamente la formula di Gordon-Shapiro per stimare il valore di un’azione. Solitamente si ricorre a modelli a più fasi in cui ad una fase più volatile nei primi anni fa seguito un periodo di crescita stabile. Ciò nondimeno in tutti i modelli di flusso la maggior parte del valore dell’azione è insito nel terminal value, che viene calcolato proprio con la formula di Gordon-Shapiro. Il terminal value è fortemente influenzato dal tasso di crescita di lungo periodo, oggetto naturale dell’analisi di sensitività, che non può superare quello di crescita dell’economia in cui l’azienda opera, deve essere espresso in termini nominali o reali a seconda di come sia stata impostata la stima dei flussi e deve riflettere l’inflazione della valuta utilizzata, qualora i flussi siano nominali. Il tasso di crescita g deve inoltre assicurare coerenza interna con altri due parametri del terminal value: ROE e payout ratio. Infatti il tasso di crescita degli utili di un impresa uguale a: π ∗ π π π 21 g è necessariamente “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” dove b è, come detto, il tasso di ritenzione degli utili; il complemento ad uno del payout ratio. Gli utili dell’impresa, in assenza di fonti di finanziamento esterne, crescono nella misura in cui gli utili non vengono distribuiti ma reinvestiti al ROE. Per questo motivo il payout ratio di lungo termine deve essere tale che: ππππππ πππππ = 1 − π π π π Il modello a crescita costante non trova riscontri nelle applicazioni concrete, che vengono sviluppate solitamente in più fasi. Una prima fase, corrispondente ad un arco di tempo tra i cinque e i dieci anni, viene costruita sulla base di proiezioni puntuali derivanti dal piano strategico della banca di cui va testata la fattibilità alla luce dello scenario economico generale e delle risorse a disposizione dell’azienda. A questo periodo di stima puntuale fa seguito il calcolo del terminal value oppure, nei modelli a tre fasi, una fase di progressiva tendenza ai valori di crescita stabile, con il ROE marginale che tende ad eguagliare il costo del capitale. 3.2.2 Excess return L’impossibilità di far ricorso ai tradizionali metodi discounted cash flow per la valutazione degli intermediari finanziari ha indotto la ricerca di ulteriori modelli adatti alla valutazione delle banche. Un modello molto apprezzato è quello dell’excess return, la cui base teorica è simile a quella dell’EVA. Il valore della banca viene espresso come somma di due fattori: patrimonio netto iniziale e somma del valore attuale degli excess return generati dalla gestione bancaria, il valore cioè generato rispetto al rendimento richiesto dagli azionisti, espresso dal costo dell’equity, che tiene appunto conto della rischiosità dell’investimento nel capitale. La formula di calcolo dell’excess return può assumere due configurazioni: - πΈπΈπΈπΈπΈπΈ ππππππ = (π π π − ππ) ∗ π΅π΅π΅π΅ πππππ πΈπΈπΈπΈπΈπΈ ππππππ = πππππ πππππ − (π΅π΅π΅π΅ πππππ ∗ ππ ) 22 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Il modello supera il concetto di redditività contabile, basandosi sull’assunto che la gestione economica non sia quella che genera utili, bensì quella capace di offrire un rendimento in linea con quello richiesto dagli azionisti. π πΈπΈπΈπΈπΈπΈ π£π£π£π£π£ = ππ0 + οΏ½ π‘=1 dove: πΈπΈπ‘ + πΈπΈπΈπ (1 + ππ) ππ0= patrimonio netto all’anno 0 πΈπ π‘= excess return negli anni da 1 a n πΈπ ππ= excess return terminal value Nell’attuale congiuntura, in cui la maggior parte delle banche europee quotano a sconto rispetto al BV, la componente excess return assume nella maggior parte dei casi valori negativi. Essendo la redditività e il costo del capitale le determinanti di qualsiasi valutazione, la crisi sta producendo un effetto negativo sulla valutazione degli intermediari finanziari, attraverso la contemporanea diminuzione della redditività, legata a doppio filo all’andamento dell’economia, e l’aumento della rischiosità percepita, quindi del premio al rischio richiesto da chi investe in equity nel settore finanziario. L’incertezza insita nello scenario economico, a cui si aggiunge quella regolamentare prodotta dal contemporaneo agire dell’EBA e del passaggio a Basilea 3, inducono a concentrare le valutazioni delle banche nel breve termine, contribuendo a deprimere le rispettive quotazioni. I vantaggi connessi con l’utilizzo di questo tipo di modelli consistono nell’utilizzo di dati di tipo contabile, più facili da reperire e soggetti a minori elaborazioni, nella loro applicabilità ad aziende che non pagano dividendi o che generano DCF negativi, nella evidenza di una misura immediata dei reali ritorni economici del business rispetto alle mere misurazioni contabili che essi offrono. Per contro, i dati di natura contabile possono essere influenzati dalle politiche di bilancio del management, sono spesso necessari numerosi aggiustamenti per pervenire ad una configurazione di reddito normalizzato e per mantenere la coerenza tra utile e patrimonio, vale sempre la clean surplus relation, ossia il patrimonio netto di fine esercizio è sempre uguale a: πππ‘ = πππ‘−1 + πππ‘ − π·π·π·π‘ Ciò non è vero per le aziende di credito, dal momento che le variazioni dei titoli iscritti nel portafoglio AFS hanno la loro contropartita in una riserva di patrimonio netto, dove rimangono fino a che non diventano effettive. Un modello più accurato, in 23 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” presenza di un portafoglio AFS di notevoli dimensioni, richiederebbe una stima delle variazioni di valore del portafoglio per consentire una più precisa previsione del patrimonio finale. 3.2.3 UEC complesso Il metodo misto dell’avviamento, patrimoniale-reddituale denominato anche metodo con UEC valorizzazione complesso, autonoma giunge alla determinazione del valore economico di un’azienda sulla base del patrimonio netto espresso a valori correnti K’, inclusivo del valore dei beni immateriali, e l’avviamento positivo (goodwill) o negativo (badwill) attribuibile al patrimonio in relazione alla capacità dell’impresa di produrre un extra reddito, positivo o negativo, rispetto a un rendimento giudicato soddisfacente in relazione alla tipologia di investimento. Tale criterio consente, dunque, di comporre una sintesi dei profili di appetibilità correlabili sia alla dimensione patrimoniale che a quella reddituale. Il criterio in parola si fonda sull’applicazione della seguente formula: dove: π = πΎ ′ + (π − ππΎ ′ ) ∗ ππ¬i′ + ππ conπΎ ′ = πΎ + π΄ W è l’intrinsic value della banca oggetto di valutazione; K è il patrimonio netto rettificato ottenuto riesprimendo al fair value le attività e le passività della banca; A rappresenta il valore dell’avviamento della banca, commisurato alle consistenze della raccolta diretta e indiretta; K’ è il risultato della somma di K e A; R è il reddito medio normale atteso; SA sono i surplus assets; an¬i’è la funzione di attualizzazione di una rendita annuale posticipata; i è il tasso di rendimento del capitale di rischio investito, giudicato normale per il settore di appartenenza; i’ costituisce il tasso di attualizzazione del differenziale (R −iK’), goodwill, se positivo; n indica il numero definito e limitato di anni per i quali si ritiene che la banca continuerà a generare goodwill o badwill. Il metodo trova svolgimento in diverse fasi di lavoro, ciascuna tesa a individuare i componenti fondamentali dell’algoritmo. 24 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 3.2.3.1 Calcolo del patrimonio netto rettificato Per la stima del patrimonio netto rettificato occorre identificare il patrimonio netto di bilancio da porre a base dei propri ragionamenti valutativi. Esso deriva dalla sommatoria del capitale sociale, delle riserve e del risultato di esercizio ed è al netto delle azioni proprie possedute e degli eventuali importi per i quali è stata decisa o annunciata la distribuzione a titolo di dividendo o di compenso agli amministratori. Al patrimonio netto vanno aggiunte quelle poste esposte tra i debiti che invece presentano in sostanza una natura di patrimonio (gli equity equivalents), quali ad esempio accantonamenti effettuati a fronte di nessuno specifico rischio oppure in misura ritenuta superiore al rischio effettivo che devono coprire. Vanno inoltre sottratti tutti quegli assets di natura non operativa (ad esempio, elementi riferibili a crediti per imposte differite attive generati da perdite fiscalmente riportabili nel tempo), che vengono valutati in via separata e autonoma. Gli elementi contabili in parola sono tratti dall’ultima situazione patrimoniale contabile resa pubblica dalla banca o comunque disponibile. Occorre quindi riesprimere gli elementi attivi non monetari (immobili, partecipazioni, titoli, ecc.) a valori correnti ed attualizzare crediti e debiti. Peraltro l’adozione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS impongono già l’espressione di molte poste attive e passive al rispettivo fair value. Pertanto la verifica dei valori inerenti alle immobilizzazioni può far emergere delle plusvalenze o minusvalenze dovute al fatto che tali poste patrimoniali vengono valutate sulla base del valore di mercato. A tal proposito queste voci straordinarie, se accertate, vanno assoggettate a un prelievo fiscale figurativo. L’aliquota espressiva degli oneri fiscali potenziali – ove imputabili – è oscillante nell’intorno di un valore determinato dall’attualizzazione dell’aliquota di imposta effettivamente applicabile secondo la natura della plusvalenza, nonché dall’effettiva probabilità di manifestazione di tale onere nell’orizzonte temporale di riferimento secondo gli orientamenti gestionali e strategici dell’azienda stessa. Si procede quindi alla qualificazione degli eventuali oneri potenziali connessi a situazioni aziendali particolari non ritenute adeguatamente considerate nella situazione patrimoniale dell’impresa valutanda e all’eliminazione di poste contabili afferenti a cessioni di attività la cui dismissione è già decisa per scelta strategica del management o in quanto imposta dall’autorità di vigilanza. Tali assets trovano valutazione autonoma e separata. Le poste che, seppure risultino contabilizzate correttamente in base ai principi contabili, non presentano quella caratteristica di apportare benefici economici futuri, quali ad esempio spese capitalizzate per migliorie su beni di terzi sostenute per la ristrutturazione di immobili non di proprietà, vanno eliminate al netto del cosiddetto 25 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” tax amortization benefit (TAB), che rappresenta il risparmio fiscale connesso a tale attività, in quanto essa genera ammortamenti fiscalmente deducibili. Anche l’eventuale posta contabile iscritta a bilancio a titolo di avviamento va stralciata, dal momento che tali valori sono assorbiti nella valorizzazione della raccolta, definita con il simbolo A. Qualora l’eliminazione dell’avviamento comporti l’emergere di un tax asset (la normativa fiscale potrebbe ritenere tale elemento contabile deducibile secondo certe modalità), è preferibile intendere tale grandezza quale surplus asset e non inserirla tra le componenti che determinano K’. Quest’ultimo valore deve rappresentare il patrimonio netto rettificato operativo che serve per la produzione della raccolta e del reddito medio normale R. 3.2.3.2 La determinazione del valore di avviamento sulla raccolta A La raccolta è ritenuta essere espressiva di una serie di intangibles quali l’immagine, la posizione sul mercato, il grado di efficienza e il rapporto con la clientela: essa costituisce la premessa alla redditività della banca. L’identificazione della raccolta con un bene immateriale si basa sul rilievo che l’operatività tipica e le dinamiche gestionali di un’azienda bancaria conducono a ritenere che la banca si approvvigioni sul mercato a tassi di remunerazione inferiori ai tassi normalmente praticati attraverso strumenti di analoga durata, valuta e stabilità e che questa si traduca in impieghi capaci di generare ricavi superiori al costo di approvvigionamento. Invero, più gli aspetti qualitativi (efficienza, immagine, ecc.) sono accentuati, più la banca è in grado di meglio approvvigionarsi sul mercato. L’evoluzione dell’operatività delle banche ha portato a evidenziare che alla tradizionale raccolta diretta venga sommato il valore di quella indiretta. La raccolta, in funzione delle diverse classi di prodotto, è intesa racchiudere in sé un contributo al reddito futuro inespresso sotto un profilo meramente contabile. Il valore di avviamento è quindi commisurato alla raccolta diretta e indiretta, suddivise per le diverse forme tecniche. Si tratta dunque di identificare l’ammontare delle masse (per ciascuna forma tecnica) come indicate nell’ultimo documento contabile e finanziario ufficiale presentato al mercato oppure il valore medio da esse assunto nel corso dell’ultimo esercizio. Il valore di mercato delle forme tecniche di provvista della banca è individuato applicando un coefficiente di valorizzazione, secondo la seguente formula: ππ = πΌ1 ∗ π·1 + πΌ2 ∗ π·2 + πΌ3 ∗ π·3 + β― + πΌπ ∗ π·π dove i simboli presentano il seguente significato: 26 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Wr indica il valore complessivo della raccolta; α il coefficiente di valorizzazione (moltiplicatore) della specifica forma tecnica di provvista della banca; D rappresenta l’ammontare della specifica forma di provvista. I moltiplicatori vengono generalmente individuati avendo riguardo ai valori di scambio medi formatisi in recenti negoziazioni. I coefficienti sono differenti per ogni forma di raccolta in quanto tengono conto dei rispettivi differenti contributi reddituali. I coefficienti applicati nella prassi per operazioni di valutazione effettuate negli anni dal 2000 al 2010 sono risultati estremamente elevati e si attestavano su valori medi come riportati nella seguente tabella: Coefficienti intangibles su raccolta (valori in %) Coefficienti (min – max) Media 8 8 Depositi a risparmio 6–8 7,71 Pronti contro termine 1,50 1,50 Certificati di deposito 4 4 Obbligazioni 4 4 Commercial Paper 4 4 Raccolta gestita 3 – 3,5 3,21 Raccolta amministrata clientela privata 1 – 1,5 1,29 0,50 0,50 1 1 Raccolta Diretta Conti correnti Raccolta indiretta Raccolta amministrata clientela istituzionale Prodotti assicurativi Tabella 6– Coefficienti di valorizzazione degli intangibles sulla raccolta comunemente utilizzati nel periodo 2000-2010 Nel corso degli ultimi anni, in particolare in ragione del calo dei tassi di interesse, tali coefficienti hanno subito un forte ribasso ed oggi si attestano su valori mediamente tra lo 0,75% ed il 2% per la raccolta diretta e tra lo 0,20% e lo 0,75% per la raccolta indiretta. In particolare, sono evidenziati il valore minimo e massimo di ciascun moltiplicatore e il relativo valore medio. Il coefficiente di valorizzazione della raccolta può anche essere determinato in via analitica. Per ciascuna forma tecnica di provvista è possibile identificare il moltiplicatore come: 27 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” πΌ= dove π π α indica il coefficiente di valorizzazione della specifica forma tecnica di provvista della banca; r rappresenta il rendimento della specifica forma di provvista (rapporto tra redditività e ammontare della specifica raccolta); i costituisce il saggio di rendimento di investimenti alternativi aventi analoghi profili di rischio. È evidente la complessità dell’attività per ricavare i fattori r e i. Il primo richiede di identificare un conto economico per ciascuna forma di raccolta, al fine di misurarne il contributo reddituale. Il secondo impone un’analisi che risente inevitabilmente della soggettività del valutatore. Ciò premesso, il valore del patrimonio netto rettificato K aggiunto al valore dell’avviamento sulla raccolta A consente di determinare il fattore K’, cioè il cosiddetto patrimonio netto rettificato complesso. Spesso nella valorizzazione della raccolta sono utilizzati i coefficienti maggiormente impiegati dalla prassi senza procedere ad alcuna differenziazione degli stessi avendo riguardo alle caratteristiche della banca oggetto di valutazione. Ciò non conduce a errori di stima in quanto le differenti prospettive reddituali che contraddistinguono banche diverse sono poi recepite in sede di determinazione dei rispettivi extra rendimenti. In altri termini, la logica applicativa del metodo UEC complesso fa sì che, mentre il valore della raccolta è considerato come un bene immateriale ed è calcolato generalmente in base alle indicazioni espresse nelle operazioni di aggregazione, la componente goodwill o badwill risente delle diverse prospettive di redditività delle banche: ciò equivale, di fatto, a differenziare, sia pure indirettamente, il valore della raccolta in base alla redditività futura attesa delle banche. 3.2.3.3 La stima del reddito medio normale L’UEC complesso tiene conto delle prospettive reddituali attese della banca mediante la determinazione dell’elemento R. La prassi professionale identifica questo elemento riferendosi ad un concetto di reddito medio normale atteso, cioè di un reddito rappresentativo dell’intrinseca capacità dell’impresa di produrre stabilmente un flusso di ricchezza, tenuto conto dei fattori esterni e di quelli inerenti all’organizzazione interna. 28 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Esso viene calcolato considerando sia i risultati storici sia i risultati contenuti nel budget e nel business plan, in modo da consentire di fondare le stime delle capacità reddituali tanto sui risultati economici passati (sempreché all’epoca la configurazione operativa della banca fosse simile a quella attuale) quanto sulle attese di reddito futuro. Il processo di normalizzazione del reddito comporta l’eliminazione degli effetti contabili di natura straordinaria e non ricorrenti, e tenendo conto della fiscalità figurativa conseguente a tale rettifica. Di conseguenza, i proventi e gli oneri relativi ad attività in via di dismissione (per le quali è già avviato un processo di cessione) vanno eliminati. Tali attività sono valorizzate in via autonoma, costituendo di fatto dei surplus assets. Inoltre, gli elementi K’ e R devono essere determinati in modo coerente tra loro. Ciò significa che le rettifiche apportate al patrimonio netto di bilancio, qualora comportino effetti anche sul conto economico dell’impresa, considerazione per la determinazione di devono essere tenute in R. È ad esempio il caso degli immobili (valutati a bilancio al costo ammortizzato) rivalutati a fair value: gli ammortamenti riferibili ai maggiori valori individuati devono essere inseriti nel conto economico dell’impresa (come rettifica extracontabile) in modo da individuare un reddito che sia effettivamente attribuibile e coerente con il patrimonio investito dagli azionisti. Dal reddito netto vanno quindi eliminate le quote di pertinenza dei terzi (se si utilizzano per la stima dati consolidati) e le quote destinate per statuto agli amministratori o ai dipendenti. R è infine determinato mediante il calcolo di una media aritmetica (semplice o ponderata, nel caso siano stati attribuiti differenti pesi ai risultati storici e prospettici) dei redditi netti individuati mediante il processo esposto. 3.2.3.4 La stima dei parametri i, i’, n Il tasso i è comunemente definito come il rendimento atteso del capitale investito in una banca di caratteristiche normali (meglio, nel portafoglio costituito da più imprese aventi caratteristiche di rischio tra loro comparabili) inserita nel settore in cui si colloca l’impresa valutanda. Nella prassi operativa il tasso i è inteso quale rendimento dei mezzi propri ke ed è quindi calcolato in base al CAPM. La stima del tasso • i’ di attualizzazione può seguire due vie: quella che lo intende come puro compenso finanziario per il decorrere del tempo e riferito a un investimento senza rischio; 29 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • quella che si fonda sull’apprezzamento della diversità del rischio (di solito, maggiore) che può essere attribuito all’investimento nella banca considerata rispetto al rischio riferibile all’impresa normale appartenente al settore bancario. Se i flussi di reddito attesi sono stimati su fondamento prospettico e se si è consapevoli che non tutti gli aspetti di rischiosità particolare della singola banca sono integralmente scontati nell’apprezzamento delle grandezza di riferimento (R e i), allora i’ è un tasso di attualizzazione che deve tenere conto delle caratteristiche specifiche di rischio residuale della banca. Il tasso i’ può quindi essere determinato come sommatoria tra il tasso di rendimento di titoli privi di rischio più una maggiorazione a titolo di premio per il rischio residuo non apprezzato negli altri elementi considerati dal metodo. In tal caso, esso può risultare: • maggiore di i, in quanto è stato ritenuto che l’extra rendimento sia particolarmente volatile; • uguale a i, in quanto è stato attribuito all’extra rendimento un rischio pari a quello delle altre banche operanti nel settore. Si ritiene invece ragionevole avere il tasso i’ inferiore al tasso i ove si riconosca che il rischio particolare riferibile all’impresa in questione (e scontato da i’) sia chiaramente inferiore a quello delle altre banche che appartengono al settore e che hanno contribuito a definire il livello di i. n è una durata che deve essere compatibile con la qualità del flusso da attualizzare R e in base alla durata temporale in cui la banca è ritenuta in L’orizzonte temporale grado di mantenere tale risultato. n è in particolare legata alla grandezza di i’: occorre osservare se l’incertezza residuale viene tutta attribuita ad i’. In tal caso n deve solo essere La durata di compatibile con il livello di stabilità riconosciuto ai flussi attesi, altrimenti l’incertezza residua tende a ridurne la durata. Nelle applicazioni professionali, n in genere assume valori compresi tra 5 e 8. 3.2.4 Patrimoniale complesso Di fronte a un considerevole numero di procedure di stima del valore del capitale economico delle aziende bancarie, la prassi consolidata vede preferito il metodo patrimoniale, semplice o complesso. Il metodo patrimoniale semplice è applicato quando la valutazione è improntata ad un approccio conservativo ed è maggiormente 30 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” utilizzato in presenza di operazioni di ristrutturazione aziendale nelle quali si punta alla determinazione del patrimonio netto. Il metodo patrimoniale complesso invece aggiunge al valore del patrimonio rettificato il valore della raccolta. Essa costituisce il bene immateriale non strutturale caratteristico delle aziende di credito e ne sintetizza la capacità attrattiva, la forza di immagine, l’efficienza e il posizionamento di mercato. Partendo dalle considerazioni già esposte nel paragrafo 3.2.3.2 nel contesto della determinazione del fattore A del metodo UEC complesso, è possibile dettagliare gli argomenti alla base della qualificazione della fase intermedia del metodo di stima autonoma dell’avviamento quale specifico modello di valutazione a sé stante. Operativamente, come detto, dopo aver ottenuto il valore del patrimonio, si procede sommando a quest’ultimo il valore della raccolta al fine di ottenere un valore rettificato che sia idoneo per la negoziazione. Se si dovesse affrontare la valutazione degli sportelli bancari, il termine riferibile alla raccolta andrebbe ad assumere un significato determinante sul prezzo negoziato in base alle sue differenti tipologie: raccolta diretta, indiretta e interbancaria. Nella prima rientrano le classiche forme di provvista (depositi in conto corrente, libretti di risparmio, depositi vincolati, ecc.) e le fonti finanziarie tradizionali (titoli emessi dalle aziende di credito, certificati di deposito, pronti contro termine, riporti). Il calcolo del valore differisce a seconda delle scelte effettuate in termini di classificazione dei depositi nel fattore della raccolta. Se si considera la sola raccolta diretta pura, si sceglie un approccio prudente in quanto si considerano esclusivamente i depositi da clientela ordinaria (conti correnti, libretti di risparmio, depositi vincolati); altro valore si ottiene se a questa si aggiungono anche i valori della raccolta indiretta (valore dei titoli e della liquidità amministrata) ovvero si aggiunge la raccolta in valuta o si considera anche la raccolta interbancaria. A queste configurazioni classiche di raccolta se ne potrebbe affiancare un’altra che include anche la raccolta diretta non pura, cioè i titoli di debito emessi (obbligazioni, certificati di deposito a medio lungo termine, buoni fruttiferi, ecc.) e le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto a termine. Ad ogni modo è preferibile normalizzare il valore della raccolta ad un valore medio normale o ad un range di valori rappresentativi delle caratteristiche specifiche della banca oggetto di valutazione, differenziando il coefficiente moltiplicativo in ragione della diversa composizione della raccolta ordinaria. La prassi è tipicamente orientata ad attribuire al fattore raccolta valori espressi come coefficienti o percentuali differenziati in classi omogenee. Analiticamente possiamo definire la raccolta come la somma di fattori esposti nella formula: 31 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” A = C1 * D1 + C2 * D2 dove: D1 è l’ammontare della raccolta diretta in un dato momento (depositi e conti correnti) ovvero raccolta ordinaria dai clienti; D2 è la raccolta indiretta (valore dei titoli e delle liquidità amministrati); C1 è il coefficiente moltiplicativo applicato alla raccolta diretta; C2 è il coefficiente applicato alla raccolta indiretta. Osservando attentamente le diverse forme di provvista bancaria, i coefficienti moltiplicativi potrebbero essere ulteriormente suddivisi nelle seguenti categorie: - raccolta diretta pura e non pura; - raccolta indiretta gestita e non gestita. La filosofia dei coefficienti moltiplicativi risiede nel fatto che alcune componenti finanziarie di un’azienda di credito (tra cui, i depositi della clientela) incorporano un valore intangibile (lo spread sui tassi) legato all’onerosità della tipologia di raccolta. L’applicazione di percentuali più elevate per la raccolta pura rispetto a quella non pura (emissioni di titoli obbligazionari, per esempio) è giustificata dalla diversa remunerazione che la banca riconosce alla clientela rispetto al tasso che la stessa è in grado di ottenere impiegando le stesse risorse in attività finanziarie di pari rischiosità. Alla raccolta diretta pura sono, infatti, applicate percentuali più alte rispetto a quella non pura, data la minore onerosità dei depositi da clientela (raccolta pura) rispetto all’acquisizione di risorse tramite fonti non pure, quali emissioni di titoli e pronti contro termine con obbligo di successivo riacquisto. Distinzioni motivate dalla medesima ratio sono attuate per le forme indirette, ove la maggior redditività delle gestioni patrimoniali, giustifica l’adozione di coefficienti maggiori rispetto a quelli utilizzati per i titoli in amministrazione e custodia. Tali coefficienti incorporano quindi delle potenzialità che creano plusvalore. Il riferimento ai moltiplicatori, nelle trattative, può essere esplicito o implicito, ovvero rispettivamente, reso noto all’esterno o assorbito nella formulazione del valore complessivo. Elementi quantitativi che influiscono sul valore del coefficiente • C1 sono: le caratteristiche dei depositi, specie in termini di costo medio annuale, di stabilità (che a sua volta influisce sulle possibilità di impiego) e di tendenza evolutiva; • la capacità della banca di impiegare convenientemente la raccolta; 32 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • il grado di efficienza dell’istituto di credito, specialmente per quanto attiene al peso dei costi fissi rispetto ai mezzi amministrati. Agli elementi quantitativi si aggiungono considerazioni di tipo qualitativo come, ad esempio, la capacità di rendere determinati servizi alla clientela, l’immagine, l’ambiente socio-economico nel quale l’azienda bancaria opera. Da non trascurare è anche il fattore dimensionale: solitamente banche di grandi dimensioni presentano il vantaggio di riuscire a ridurre il rischio degli investimenti frazionando gli impieghi su di un più ampio paniere di settori, garantendo una maggiore stabilità e un contenimento delle riserve di liquidità. Se ci si limita a valutare la raccolta in base ai dati estrapolati in occasione di operazioni di negoziazione closed, si rischia di sottovalutare l’effetto di risultati ottenuti in determinati periodi temporali, e pertanto lordi di sopra o sottovalutazioni in termini di incremento di prezzi. Per questo motivo è preferibile optare per l’utilizzo di coefficienti standard non correlati ai caratteri distintivi della dinamica lucrativa dell’azienda oggetto di valutazione. Attraverso tali procedimenti, che aggiungono dei correttivi diretti, si possono utilizzare i seguenti metodi: 1. metodo del coefficiente variabile, in base al quale il moltiplicatore viene calcolato in funzione della redditività prodotta dalla raccolta; i parametri da cui dipende la misura del moltiplicatore sono pertanto costituiti dal reddito atteso rapportato al totale della raccolta e tasso di sconto; 2. metodo della correzione reddituale, il cui procedimento somma al risultato della stima patrimoniale complessa la quantità ottenuta attualizzando il sovrareddito; 3. metodo del valore medio, che considera il capitale economico quale media aritmetica del valore della raccolta quantificata su base empirica e del valore ottenuto applicando il metodo reddituale. Per l’applicazione di metodologie indirette, il correttivo viene stimato come differenza tra il valore economico dell’azienda bancaria nel suo complesso e la somma del patrimonio netto rettificato e degli altri beni immateriali rilevanti. Nel metodo della stima autonoma dell’avviamento, è necessario prestare attenzione alle caratteristiche oggettive del goodwill tra i quali è bene ricordare, a titolo non esaustivo, posizionamento competitivo, livello di fidelizzazione della clientela, efficacia delle attività di screening e monitoring dei soggetti affidati, presenza di posizioni di rendita per servizi di finanziamento e di investimento. 33 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Incide altresì il grado di apertura dell’intero settore da stimare in termini di acquisibilità di nuove licenze da parte di nuovi soggetti economici ed aperture di nuovi sportelli da parte di istituti già operativi. In questo senso l’attuale congiuntura del mercato dei capitali delle banche è influenzata da un regime particolarmente rigido e vincolistico. Inoltre non può trascurarsi che le negoziazioni avvengono in un circuito ristretto in cui l’acquirente di una banca è spesso un’altra banca, che soddisfa in tal modo le proprie esigenze di sviluppo dimensionale e territoriale. In questo contesto, i prezzi definiti in negoziazioni di banche non sono agevolmente parametrabili a quelli di investimenti finanziari alternativi, proprio in ragione delle motivazioni delle acquisizioni e dei vincoli istituzionali posti all’espansione interna. Il metodo patrimoniale complesso non può quindi essere applicato senza le dovute cautele. In particolare, le percentuali empiriche da applicare alla raccolta diretta ed indiretta al fine di determinare l’avviamento A vanno selezionate a fronte di un accurato raffronto tra la situazione della banca valutanda e quella espressa dal sistema, e di un’analisi interna tra i dati delle banche che più direttamente si confrontano nell’integrazione. Il raffronto in parola ha normalmente ad oggetto le posizioni competitive, il grado di efficienza operativa, gli indicatori di composizione e di concentrazione dei rischi, nonché i più significativi aggregati reddituali e patrimoniali. Le condizioni di competitività nel settore creditizio sono particolarmente accentuate e la crescita della singola azienda di credito trova alternative interne di soluzione che concorrono a costruire parametri di riferimento anche per apprezzare la convenienza ad assumere, a dati prezzi, partecipazioni di controllo in altre imprese bancarie. I profili di appetibilità strategica delle aziende di credito appaiono perciò collegabili al parametro dei volumi raccolti e intermediati e a condizioni di efficienza e redditività, se pur non disgiunte da circostanze espressive di dimensioni strutturali di processo, di risorse, di quote di mercato e così via. 3.3 Valutazione relativa o di controllo 3.3.1 Metodo dei multipli Il principio su cui si basa il metodo dei multipli, o della valutazione relativa, è che il valore di una società sia determinabile prendendo a riferimento le indicazioni relative a società comparabili riflesse nei prezzi di mercato. Appurato che nell’industry bancaria non si fa uso di valutazioni di tipo asset side, i multipli di riferimento non sono altro che un rapporto tra la capitalizzazione di borsa e alcune grandezze economico/patrimoniali. Nell’ipotesi di mercati efficienti, i valori impliciti nelle quotazioni di aziende comparabili forniscono una misura relativa delle aspettative che 34 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” gli operatori finanziari hanno circa il rischio e il rendimento futuro della società. La valutazione market based non porta ad una determinazione del valore intrinseco in termini assoluti, bensì ad una sua stima relativa perché effettuata rispetto alle indicazioni desumibili dal mercato. L’intrinsic value della banca è pressoché sempre diverso dal prezzo osservabile sul mercato e la sua stima effettuata esclusivamente utilizzando un metodo market based risulta con ogni probabilità imprecisa. Con il metodo dei multipli la valutazione non è frutto di ipotesi soggettive ma è più facilmente influenzabile dal sentiment di mercato. È il caso dell’odierna congiuntura di crisi (default greco e timori sul debito pubblico dei paesi deboli dell’Area Euro) che ha generato una diminuzione importante della capitalizzazione delle banche europee ed una conseguentemente contrazione dei multipli di quotazione. Tramite la sola valutazione relativa non è possibile affermare se questi timori siano, a livello aggregato, fondati oppure frutto della temporanea tensione sui mercati finanziari. Anche per questo motivo i report di valutazione non possono basarsi soltanto su una valutazione di tipo relativo ed anzi questo metodo va utilizzato come strumento di controllo della valutazione principale, effettuata con metodo analitico. Secondo il metodo dei multipli dunque, il valore di un’impresa viene così determinato: πΈπΈπΈπΈπΈπΈ π£π£π£π£π£ = ππππππππ ∗ πππππππππ πππππππππ Per giungere a questo risultato occorre procedere per fasi: • selezione dei comparables; • determinazione dell’orizzonte temporale a cui riferirsi per la misurazione della capitalizzazione di borsa; • identificazione delle grandezze principali e dei multipli più adatti ad esprimere le performance operative di un settore; • calcolo dei multipli e del relativo valore medio. Alla base della valutazione relativa vi è l’assunzione che il mercato sia efficiente e che attribuisca il valore corretto agli utili o alle altre grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie di società ritenute comparabili. La stessa assunzione di mercati efficienti è messa in discussione, in più la significatività di questo metodo è fortemente connessa alla precisione dell’attività di individuazione di società comparabili. Ogni multiplo ha le proprie determinanti, i propri driver del valore, per cui è fondamentale che le società inserite nel panel di valutazione presentino valori di queste variabili vicini a quelli della società oggetto di valutazione. Tuttavia da queste determinanti del valore è possibile estrapolare alcuni criteri di selezione, alcune affinità, che debbono essere riscontrate affinché una banca possa considerarsi comparabile ad un’altra: 35 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • tipologia di business model adottata; • business mix; • contributo delle aree alla formazione del risultato economico; • capitalizzazione di mercato; • quote del mercato del credito e della raccolta; • costo del capitale; • grado di leverage; • redditività. Gli aspetti da prendere in considerazione sono molteplici; da ciò si deduce che non esiste il comparable perfetto, anzi un problema di rilievo è proprio il riscontro di un’ampia gamma di valori differenti. Il valore medio di un campione molto vario tende a perdere di significatività, per cui un approccio spesso utilizzato è quello di ridurre il numero delle banche facenti parte del panel di valutazione. Approccio meno utilizzato è invece quello di trovare la banca ‘replica’; in uno scenario in cui gli intermediari finanziari operano a livello internazionale e in una pluralità di aree di business la possibilità di trovare banche gemelle è minima, quantomeno a livello di grandi gruppi bancari. Peraltro la presenza in un panel di diversi player arricchisce l’analisi, riflettendo ciascuna banca nella propria valutazione relativa le peculiarità del proprio business model. È perciò opportuno sfruttare le diversità piuttosto che nasconderle, tentando di spiegare le differenze tra i multipli delle banche nello stesso comparto, risalendo appunto a quelle variabili in grado di incidere sulle determinanti del multiplo. Questa soluzione offre casomai un ulteriore spunto per arricchire l’analisi dell’intrinsic value che così si qualifica distinguendosi dal mero tentativo di asseverare una precedente valutazione. Il multiplo non è altro che il rapporto tra la capitalizzazione di borsa e una grandezza, economica patrimoniale o finanziaria; è necessario mantenere omogeneo l’arco temporale nel quale calcolare il prezzo di borsa da utilizzare nel calcolo del multiplo. Il prezzo corrente è un buon compromesso, tuttavia il volatile andamento dei mercati azionari sconsiglia di utilizzare questo approccio. È preferibile utilizzare le medie a trenta, sessanta, novanta giorni, non trascurando gli impatti di eventuali eventi straordinari occorsi nel periodo di riferimento. 3.3.1.1 P/E Il multiplo P/E rapporta la capitalizzazione di borsa agli utili dell’impresa, offrendo una misura immediata della rischiosità che il mercato percepisce nel settore: a parità di altre condizioni, tanto più bassa quanto maggiore è il numero delle volte in cui l’utile è contenuto nella capitalizzazione. Nel calcolo di P/E sono utilizzati earnings passati, presenti e futuri. 36 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Tuttavia poiché il valore di un’impresa può approssimarsi al valore attuale di flussi di cassa futuri appare logico utilizzare risultati economici futuri. Rispetto agli utili passati e agli utili trailing, ossia quelli dell’ultimo dato ufficiale disponibile, dovendo essere stimato, è soggetto ad un certo grado di incertezza, ma la prassi professionale privilegia gli utili leading, o forward, normalizzati, netti cioè di componenti straordinarie di reddito, e utilizzato nella versione fully diluited. Il risultato d’esercizio deve essere cioè rettificato per tener conto di quella parte di utile che deve essere attribuita con precedenza ad alcune categorie di azioni (di risparmio, per esempio). Il numero di azioni tra le quali dividere il risultato per azione va quindi rettificato per tener conto della possibilità che i detentori di warrant o obbligazioni convertibili richiedano la conversione in azioni ordinarie. Le determinanti del multiplo P/E, i driver che influenzano il valore del rapporto, per i quali vanno riscontrati valori simili affinché le società possano definirsi comparabili, derivano dalla seguente formula: da cui: π= πΈ ∗ (1 − π) (ππ − π) π (1 − π) = πΈ (ππ − π) Vi è quindi una correlazione diretta tra valore del multiplo e tasso di crescita (il mercato paga di più per le aziende in crescita) e una relazione inversa con il costo del capitale; le conclusioni sono meno lineari per quel che riguarda il payout ratio, ossia il complemento a uno del tasso di ritenzione degli utili b. La correlazione sembra diretta, tuttavia tale tasso è una determinante anche del tasso di crescita, quindi il suo effetto e duplice e meno facilmente analizzabile. P/E rappresenta la metrica dominante, utilizzata soprattutto nei periodi a metà del ciclo economico. Generalmente le banche quotano in un range ristretto di P/E ratio; l’omogeneità di valori è infatti favorita dagli obblighi regolamentari comuni a tutti gli istituti di credito che lasciano sempre meno spazio a valutazioni estemporanee. È considerato normale un range di 10-12 volte gli utili, valori da cui gli istituti di credito sono oggi ancora lontani a causa dell’improvviso calo di redditività. In momenti di forte stress del settore si registrano valori intorno a 6-8 volte, osservabili, ad esempio, dopo il crack Lehman oppure nei report sulle banche europee esposte verso il debito dei Paesi PIGS. Anche le preoccupazioni sulla tenuta complessiva della zona Euro hanno portato ai minimi i corsi azionari del settore, facendo registrare multipli pari a 5-7 volte gli utili. 37 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 3.3.1.2 P/BV Il valore di mercato del capitale di un’impresa riflette le aspettative degli operatori sulla sua capacità di generare utili e flussi di cassa. Il valore contabile del patrimonio netto è dato dalla differenza tra il valore contabile dell’attivo e il valore contabile del passivo, determinato per lo più in ragione dei principi contabili adottati. Poiché le regole dell’accountancy bancaria prediligono l’utilizzo del fair value, la limitata presenza di attività valutate al costo storico fa sì che il valore del patrimonio contabile degli istituti di credito si avvicini molto al valore di mercato. Per rendere più omogenea la stima, lavorando su grandezze scevre da possibili manipolazioni contabili, è preferibile rapportare la capitalizzazione di mercato al tangible book value, impiegando il multiplo P/TBV, le cui determinanti sono redditività e costo del capitale: π0 = da cui: e, di conseguenza: π0 = π·π·π·1 (ππ − π) π΅π΅0 ∗ π π π ∗ (1 − π) (ππ − π) π π π π − π = π΅π΅0 ππ − π Imprese che presentino una redditività maggiore del rendimento richiesto dagli azionisti sono negoziate a valori del multiplo superiori all’unità. Viceversa imprese che non sono in grado di offrire un rendimento almeno pari a quello richiesto dagli azionisti quotano a sconto sul patrimonio netto contabile. Questo risultato è in linea con quanto restituisce il modello dell’excess return, per il quale il valore dell’equity di una banca è frutto della somma del patrimonio contabile e degli extra rendimenti, positivi o negativi, che la banca è in grado di generare. La formula che evidenzia le determinanti di P/TBV è utile per analizzare la situazione contingente degli istituti di credito europei che presentano multipli P/BV inferiori all’unità. Il calo precipitoso della redditività, imputabile alla situazione di crisi, ha infatti portato con sé un peggioramento dell’asset quality e una contestuale necessità di aumentare a scopo prudenziale le rettifiche su crediti. Se a ciò si unisce un aumento della rischiosità percepita, prima per la presenza di attivi tossici nei 38 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” portafogli delle banche, poi per le paure di default dei paesi europei più deboli, si può spiegare il crollo delle quotazioni delle aziende di credito e di conseguenza del valore dei multipli. Proprio per questo motivo il multiplo P/BV è uno degli indicatori dominanti in situazioni di flessione del ciclo economico, quando il multiplo P/E può risultare influenzato da svalutazioni o da bassi valori degli utili che lo rendano poco significativo. 3.3.2 La Value Map La relazione che lega P/BV al ROE è quindi esplicita. Ad un ROE maggiore si associano maggiori prospettive di crescita e un multiplo P/BV relativamente maggiore. Per questo motivo il valore di una banca può essere stimato sulla base della correlazione tra la redditività prospettica del patrimonio netto e il P/BV, che misura il premio o lo sconto del valore di mercato della banca rispetto al suo valore contabile. Questa correlazione è studiata mediante una regressione statistica in cui la redditività prospettica rappresenta la variabile indipendente e il P/BV quella dipendente e la cui formula è: π = πΌ ∗ π½ ∗ π π π π΅ Il ROE atteso utilizzato è solitamente un ROE forward a 12-24 mesi. Tuttavia, al fine di evitare errori di stima dovuti alle differenze di contabilizzazione dell’avviamento, che pure non viene ormai più computato nel calcolo del patrimonio di vigilanza, è prassi comune effettuare l’analisi di regressione utilizzando come variabili il ROTE (return on tangible equity) e il P/TBV. Tale indicatore è considerato dagli analisti finanziari un’ottima misura predittiva del comportamento delle azioni nel sistema bancario. Come ogni regressione la cosiddetta value map deve avere un certo grado di significatività, misurato dall’indice di Bravais-Pearson, ρ, che spiega la forza della relazione lineare che lega le due variabili. In condizioni di mercato normale la correlazione è piuttosto elevata, poiché la valutazione è fortemente influenzata dalla dinamica degli utili. In contesti di crisi finanziaria tuttavia si riscontrano, invece, valori piuttosto bassi, ulteriore prova del fatto che in periodi di crisi la valutazione tende ad allontanarsi dai fondamentali. 39 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 4 PROCEDURA VALUTATIVA ADOTTATA E STIMA DEL VALORE DEL CAPITALE ECONOMICO DELLA BANCA POPOLARE DELL’ETNA S.C. AL 31 MARZO 2015 4.1 Premessa Dopo un’accurata analisi delle informazioni disponibili, un’attenta considerazione della attuale specifica situazione in cui si trova la Banca Popolare dell’Etna, delle poste di bilancio e sulla base dei principi generali sopra esposti, si è ritenuto congruo effettuare la stima del valore economico utilizzando un unico metodo base di riferimento, il metodo patrimoniale rettificato, che risulta tra quelli maggiormente in uso nella prassi e sicuramente più adatti alla specificità della situazione oggetto di indagine. Gli eventi occorsi nel corso del periodo che va dalla seconda metà del 2012 ad oggi, hanno indotto, con il consenso del Commissario Straordinario dottor Pasquale Roberto Santomassimo, a: • escludete taluni metodi fondati su valutazioni di natura prospettica e previsionale, che nell’attuale situazione della Banca possono: o risultare di più difficile applicabilità, o fornire valori non appieno coerenti rispetto a: ο§ l’effettiva consistenza patrimoniale della banca, ο§ il valore degli attivi in dotazione e ο§ l’avviamento riconducibile in maniera prevalente alla raccolta in portafoglio; • prediligere invece una metodologia come detto, e meglio spiegato nel seguito, di natura patrimoniale che, ancorché assuma una valenza e connotazione di natura maggiormente conservativa, appare estremamente adatta a situazioni di tipo distressed quale quella in cui si trova la Banca Popolare dell’Etna. La data di riferimento della valutazione effettuata è quella del 31 marzo 2015. 4.2 Il metodo di valutazione adottato La valutazione inerente la scelta del metodo da utilizzare è stata, quindi, effettuata nella convinzione che in questo particolare periodo storico, generale in termini di congiuntura internazionale e della BPEtna in particolare, il valore riconducibile agli asset aziendali deve essere necessariamente valorizzato e avulso rispetto alla attuale difficoltà da parte della Banca di produrre risultati economicofinanziari positivi. Il metodo patrimoniale stima quindi il valore di una Banca come differenza tra il fair value delle sue attività al netto del fair value delle passività. A tale valore è 40 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” successivamente integrato il valore dell’avviamento, che nel caso specifico è inteso come espressione della capacità di raccolta della banca. Il metodo patrimoniale rappresenta, quindi e come anticipato, una procedura dovuta in specifiche fattispecie di tipo conservativo e presenta spiccate caratteristiche di: • obiettività (legata all’accertamento dei fatti e delle considerazioni storiche), • analiticità (in quanto spiega il significato del valore dell’azienda in funzione dei vari elementi del patrimonio), • generalità che lo rendono particolarmente valido qualora le finalità della valutazione siano connesse all’accertamento chiaro e univoco di un valore conservativo che tuteli comunque gli interessi delle parti nonché dei terzi coinvolti direttamente o indirettamente. Il metodo patrimoniale complesso definisce il valore economico del capitale aziendale rettificando opportunamente il valore del patrimonio netto e includendo nella determinazione del suddetto valore le risorse di tipo “intangibile”, ovvero i beni immateriali che compongono il patrimonio aziendale, e che nella metodologia semplificata non sono tenute in considerazione. Tali risorse, a differenza di quelle tangibili, sono autogenerate dall’azienda, e finalizzate a incrementare il vantaggio competitivo della stessa in modo duraturo e stabile. 4.3 Assumption del modello e procedura seguita 4.3.1 Determinazione del patrimonio netto rettificato Come detto in precedenza, il punto di partenza per l’applicazione del metodo patrimoniale complesso è la determinazione del patrimonio netto rettificato che viene, poi, integrato con il valore dell’avviamento determinato sulla base della stima del plusvalore insito nel valore della raccolta (patrimonio netto rettificato complesso). Il patrimonio netto rettificato (K) della Banca Popolare dell’Etna, alla data del 31.03.2015, è stato determinato mediante una riespressione (rettifica) a valori correnti (di mercato o di stima, a valori quindi di fair value) degli elementi attivi e passivi, determinando così una serie di plusvalenze e minusvalenze rispetto ai valori espressi dalla situazione contabile alla data del 31 marzo 2015. Tali rettifiche sono state inizialmente effettuate al netto dei relativi effetti fiscali e successivamente (vedasi paragrafo 4.3.3) ne è stato determinato il carico/beneficio fiscale latente connesso con le operazioni di rettifica effettuate. 41 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Nelle pagine che seguono, quindi, per ciascuna voce dell’attivo e del passivo viene riportato il valore contabile al 31.03.15, la rettifica in aumento o diminuzione della stessa voce e i valori: • di presumibile realizzo o sostituzione (per l’attivo), • di presunta estinzione (per il passivo) al 31.03.15, calcolati entrambi come saldo tra il valore contabile e la rettifica apportata. 4.3.1.1 Rettifiche alle componenti dell’attivo Le voci dell’attivo della Banca Popolare dell’Etna, alla data di riferimento, oggetto di rettifica, sono state le seguenti: Crediti verso la clientela La consistenza al 31.03.2015 della posta di “crediti verso la clientela” è pari a € 26.308.411 di cui la quota prevalente è rappresentata da: • mutui ipotecari per €/Mln 7,2; • conti correnti attivi. La rettifica al valore dei crediti è stata effettuata determinando i fair value relativi ai prestiti alla clientela specificatamente per quanto attiene a: • mutui ipotecari; • mutui chirografari; • prestiti personali. Tale determinazione è stata effettuata sulla base dei dati acquisiti dal CSE 1, outsourcer dei servizi bancari di BPEtna, elaborati dallo stesso con il fine di estrarre, con riferimento alle consistenze in essere al 31.03.2015, il fair value di mercato attraverso l’utilizzo della curva risky Eur/RF per l’attualizzazione del flusso. Sulla base delle elaborazioni anzidette, a fronte di prestiti alla clientela riportati a marzo 2015 per € 7.954.697, viene rideterminato un valore al fair value pari a € 10.239.344, con una rettifica incrementativa in termini di valore patrimoniale pari a € 2.284.647. FAIR VALUE SU CREDITI Prestiti alla clientela MUTUI IPOTECARI R/E MUTUI CHIROGRAFARI R/E 1 Valore contabile 7.954.697 7.214.825 380.275 Fair value 10.239.344 Rettifica 2.284.647 I dati acquisiti dal CSE non sono stati oggetto verifica da parte degli analisti di Iniziativa e, quindi, ancorché si ritengano affidabili, sulla veridicità degli stessi Iniziativa non assume alcuna responsabilità. In relazione ai medesimi dati Iniziativa non ha inoltre provveduto ad effettuare alcun tipo di rielaborazione. 42 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” FAIR VALUE SU CREDITI PRESTITI PERSONALI R/E TOTALE FAIR VALUE SU CREDITI Valore contabile 359.597 7.954.697 Fair value 10.239.344 Rettifica 2.284.647 Tabella 7– Calcolo fair value su prestiti alla clientela Attività materiali Per le attività materiali della Banca è stata seguita una procedura differenziata per: • immobili di proprietà aziendale, in particolare per quanto attiene alle sedi • ulteriori attivi immobilizzati relativi ad attrezzature (informatiche), arredi, della Direzione Generale di Bronte ed alla filiale parimenti sita in Bronte; casseforti, etc. Per quanto attiene agli immobili di proprietà la stima è stata effettuata partendo da: • perizie di stima degli immobili anzidetti redatte a dicembre 2009 che quantificavano in: o € 226.837, il valore dell’immobile in cui si trova la direzione generale della Banca; o • € 360.000, il valore dell’immobile in cui si trova la filiale di Bronte. Valori rilevati dall’osservatorio OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare) aggiornati al II semestre 2014 che, sia per quanto attiene agli immobili a destinazione residenziale che terziaria, esprimono un valore di €/Mq compreso tra 700,0 ed 850,0. Tabella 8– Valori di mercato immobili a destinazione “Terziaria” da Osservatorio Omi II semestre 2014 43 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Tabella 9– Valori di mercato immobili a destinazione “Residenziale” da Osservatorio Omi II semestre 2014 Anche in ragione del buono stato conservativo degli immobili, la determinazione del valore di mercato degli stessi è stata effettuata applicando una media ponderata tra: • valore di 850 Euro/Mq risultante dall’Omi, ponderato al 60%; • valore risultante dalle perizie di stima 2009, ponderato al 40%. Il valore di mercato risultante dall’applicazione di tale metodologia è pari a € 471.043, come da prospetto che segue. VALUTAZIONE IMMOBILI Immobile direzione generale Immobile filiale Bronte TOTALE RETTIFICHE DI VALORE VALORE DA OMI MQ 249,00 214,35 463,35 Prezzo unitario 850,00 850,00 VALORE DA PERIZIA Valore Ponderazio totale ne 211.650 60,0% 182.198 60,0% 393.848 Valore Ponderazio totale ne 226.837 40% 360.000 40% 586.837 VALORE DI VALORE DI MERCATO (per MERCATO mq) 217.725 874,40 253.319 1.181,80 471.043 Tabella 10– Stima valore di mercato immobili di proprietà Per quanto attiene agli altri attivi immobilizzati in dotazione della banca, sulla base di un confronto in tal senso con i vertici della BPEtna, in particolare nella persona del Commissario Straordinario dottor Santomassimo, si ritiene che il valore di mercato sia ben approssimato dal valore netto contabile a cui tali beni sono iscritti in contabilità al 31.03.2015. VALUTAZIONE ALTRI CESPITI Fondo di Valore netto VALORE DI Costo % di ammortamento contabile al MERCATO storico valutazione al 31.03.2015 31.03.2015 31.03.2015 MOBILI ORDINARI D’UFFICIO 91.229 71.757 19.473 100% 19.500 BANCONI E ARREDAMENTI VARI 96.254 94.764 1.490 100% 1.500 44 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” VALUTAZIONE ALTRI CESPITI MOBILI E ARREDI VARI DA COMITATO P IMP.MACCH.E ATTREZ. TECN.PER EAD Fondo di Valore netto VALORE DI Costo % di ammortamento contabile al MERCATO storico valutazione al 31.03.2015 31.03.2015 31.03.2015 2.142 2.128 15 100% - 57.867 50.666 7.200 100% 7.200 MACCH.X EAD DA COM.PROM. 3.981 3.981 - 100% - MACCHINE ORD. PER UFFICIO 30.315 19.925 10.390 100% 10.400 188.920 157.315 31.605 100% 31.600 AUTOVETTURE 67.700 41.396 26.304 100% 26.300 IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO 88.781 61.634 27.147 100% 27.100 IMPIANTI ELETTRICI E DI SOLLEVAMEN 99.122 41.202 57.920 100% 57.900 IMPIANTI DI ALLARME 69.172 58.008 11.164 100% 11.200 BANCONI E CRISTALLI BLINDATI 57.681 54.111 3.570 100% 3.600 IMPIANTI TELEFONICI E FAX CASSEFORTI 12.255 10.917 1.338 100% 1.300 INSEGNE 4.235 4.235 - 100% - IMPIANTI E MACCHINE DA COMITATO PR 2.160 2.160 - 100% - 871.813 674.198 197.615 TOTALE 197.600 Tabella 11– Stima valore di mercato altri attivi immobilizzati Attività fiscali Le attività fiscali iscritte a bilancio al 31.03.2015 sono pari a € 1.766.846 e risultano ascrivibili in misura prevalente (€ 1.546.512) ad imposte anticipate di cui € 1.527.896 relative ad imposte di cui alla Legge 214/2011. Come illustrato nella relazione sulla gestione relativa al bilancio 2013, “gli Amministratori hanno esaminato con particolare attenzione la composizione delle imposte anticipate iscritte nel bilancio al 31/12/2013, ed hanno rilevato che la componente principale della fiscalità differita iscritta, pari ad € 1.648 mila, deriva da eccedenze di svalutazione crediti rispetto ai limiti previsti dall’art. 106, comma 3 del TUIR che, come confermato dal parere rilasciato in data 16 settembre 2013 dallo Studio Fantozzi&Associati, rientrano nell’ambito della disciplina di trasformazione in credito d’imposta, introdotta dal decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225. Tali attività per imposte anticipate, quindi, sono interessate da un meccanismo di trasformazione automatica in credito d’imposta destinato ad attivarsi sia al verificarsi di una perdita di bilancio, sia al verificarsi di una perdita fiscale e comporta l’integrale trasformazione delle attività fiscali differite interessate in credito d’imposta sia qualora il bilancio finale per cessazione di attività, dovuta a liquidazione volontaria, fallimento o liquidazione coatta amministrativa evidenzi un patrimonio netto positivo sia qualora si verifichi una perdita di bilancio di ammontare pari o superiore al patrimonio netto contabile”. 45 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Il valore di effettivo realizzo della posta è stato, quindi, determinato stimando il valore attuale dei benefici derivanti dalle minori imposte che la banca verserà a fronte del credito vantato. Per la determinazione del valore anzidetto si sono stimati, per il periodo 2015-2019, gli utilizzi di tali imposte anticipate di cui la banca potrà beneficiare. La stima dell’utilizzo anzidetto è stata effettuata in ragione: • del prevedibile recupero di risultati positivi soprattutto per effetto del processo di aggregazione in atto con la Igea; • del fatto che l’utilizzo è consentito, senza limiti di importo, in compensazione c.d. orizzontale in F24 ai sensi dell’art. 17 del D. Lgs. 241/97. Le compensazioni anzidette sono state attualizzate ad un tasso del 5% determinando così un valore attuale del mancato versamento delle imposte pari a € 1.356.229, con una conseguente rettifica in decremento dell’attivo patrimoniale pari a - €190.283. ATTUALIZZAZIONE IMPOSTE ANTICIPATE UTILIZZO IMPOSTE ANTICIPATE PER ANNO Imposte anticipate tasso di attualizzazione VALORE ATTUALE NETTO Valore contabile al 31.12.2014 Rettifica di valore per applicazione Fair Value - VALORE CONTABILE 31.03.2015 1.546.512 5,00% 1.356.229 1.546.512 190.283 STIMA UTILIZZO PER ANNO IMPOSTE ANTICIPATE 2015 2016 2017 2018 2019 17,5% 27,5% 27,5% 20,0% 7,5% 270.640 425.291 425.291 309.302 115.988 Tabella 12– Stima valore attuale netto del credito per imposte anticipate Ad integrazione di quanto sopra, come ulteriore elemento rafforzativo rispetto alla determinazione del fair value relativo al credito per imposte anticipate si fa presente come il bilancio al 31 dicembre 2013 includeva attività fiscali per imposte anticipate per complessivi €/000 2.096, di cui Euro/000 447, prevalentemente relative a perdite fiscali maturate in esercizi precedenti, non rientranti nell’ambito di applicazione della disciplina di trasformazione in credito di imposta, introdotta dal Decreto Legge 29 dicembre 2010, n. 255 e successive modifiche. In presenza delle significative incertezze sul presupposto della continuità aziendale, gli Organi della procedura di amministrazione straordinaria, al momento del loro insediamento, hanno ritenuto non sussistere le condizioni per il mantenimento nel bilancio d’esercizio di tali attività e hanno proceduto con la svalutazione delle stesse che ha comportato una rettifica sul patrimonio netto di Euro 447 mila e sul conto economico di Euro 416 mila. A tal proposito è opportuno rilevare che i principi contabili di riferimento, in rispetto al principio di prudenza, consento il mantenimento in bilancio di tali attività a condizione che vi sia la ragionevole certezza del loro recupero tramite la realizzazione di redditi imponibili futuri capienti. Pertanto, in ottica di continuità aziendale postfusione e presupponendo la realizzazione di redditi imponibili futuri capienti (ad oggi 46 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” non ancora quantificati dalla BPEtna), la Banca potrebbe potenzialmente ripristinare le imposte anticipate precedentemente svalutate. Alla luce di tutto quanto esposto nelle precedenti pagine di seguito si riporta, per ciascuna posta dell’attivo, il valore contabile al 31.03.15, la rettifica in aumento o diminuzione della stessa voce e il valore di presumibile realizzo o sostituzione (fair value). VALORE RETTIFICA PER CONTABILE APPLICAZIONE FAIR ATTIVO 31.03.2015 FAIR VALUE VALUE Cassa e disponibilità liquide 536.176 536.176 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.399.605 1.399.605 Crediti verso banche 7.122.370 7.122.370 Crediti verso clientela 26.308.411 2.284.647 28.593.059 Attività materiali 892.931 -224.288 668.643 Attività immateriali Attività fiscali 1.766.846 -190.283 1.576.563 a) correnti 220.333 220.333 b) anticipate 1.546.512 -190.283 1.356.229 b1) di cui alla Legge 214/2011 1.527.896 -190.283 1.337.613 Altre attività 861.564 861.564 TOTALE ATTIVO RETTIFICATO 38.887.903 1.870.077 40.757.980 Tabella 13– Attivo al 31.03.2015: valori contabili, rettifiche applicate e fair value 4.3.1.2 Rettifiche alle componenti del passivo Le voci del passivo della Banca Popolare dell’Etna, alla data di riferimento, oggetto di rettifica, sono state le seguenti: Titoli in circolazione La consistenza al 31.03.2015 è pari a € 1.279.361 di cui: • certificati di deposito: € 526.773; • prestiti obbligazionari: € 752.588. La rettifica al valore della voce è stata effettuata determinando il fair value relativo al prestito obbligazionario. Tale determinazione è stata effettuata sulla base dei dati acquisiti dal CSE finalizzati ad estrarre, con riferimento alle consistenze in essere al 31.03.2015, il fair value di mercato attraverso l’utilizzo della curva risky Eur/RF, come tasso risk-free per l’attualizzazione del flusso. Sulla base delle elaborazioni anzidette, a fronte di un valore del prestito obbligazionario riportato a bilancio a marzo 2015 per € 752.588, viene rideterminato 47 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” un valore al fair value pari a € 749.837 con una rettifica decrementativa in termini di valore assoluto e, quindi, incrementativa in termini di valore patrimoniale corrispondente, pari a -€ 2.751. FAIR VALUE SU PRESTITO OBBLIGAZIONARIO Prestiti obbligazionari TOTALE FAIR VALUE SU PRESTITO OBBLIGAZIONARIO Valore contabile 752.588 Fair value 749.837 Rettifica -2.751 752.588 749.837 -2.751 Tabella 14– Calcolo fair value su prestito obbligazionario 4.3.2 Stima dell’avviamento sulla raccolta Come anticipato nelle precedenti pagine ed in particolare al paragrafo 3.2.3.2, la raccolta è ritenuta essere espressiva di una serie di intangibles quali l’immagine, la posizione sul mercato, il grado di efficienza e il rapporto con la clientela. L’applicazione del metodo richiede la stima del valore dei beni immateriali che nel caso specifico delle aziende bancarie è rapportato ai volumi di raccolta diretta ed indiretta. La valorizzazione della raccolta viene effettuata sulla base di coefficienti empirici differenziati a seconda delle diverse forme tecniche, in modo da rappresentare la diversa onerosità/redditività delle varie tipologie di raccolta. Gli elementi che influiscono sul valore dei coefficienti anzidetti sono: • di tipo quantitativo: o le caratteristiche dei depositi, specie in termini di costo medio annuale, di stabilità (che a sua volta influisce sulle possibilità di impiego) e di tendenza evolutiva; o la capacità della banca di impiegare convenientemente la raccolta; o il grado di efficienza dell’istituto di credito, specialmente per quanto attiene al peso dei costi fissi rispetto ai mezzi amministrati. • di tipo quantitativo, come, ad esempio, la capacità di rendere determinati servizi alla clientela, l’immagine, l’ambiente socio-economico nel quale l’azienda bancaria opera. Rispetto agli elevati coefficienti utilizzati negli anni passati (per dettagli vedasi Tabella 6) oggi è comune l’applicazione di coefficienti estremamente più contenuti, che in particolare recepiscono il calo dei tassi di interesse, con un range che va tra 0,75% e 2,5% per la raccolta diretta e 0,25% e 0,85% per la raccolta indiretta. In termini prudenziali, in ragione della specificità della situazione in cui si trova la Banca Popolare dell’Etna, si è optato per utilizzare dei livelli di coefficienti che si attestano sui limiti inferiori dei range anzidetti, in particolare: 48 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” • Raccolta diretta: 1,50% • Titoli in circolazione: 0,90% • Raccolta indiretta: 0,40% A fronte di quanto sopra, il valore dell’avviamento connesso con gli intangibles sulla raccolta al 31.03.2015, è stimabile in misura pari a € 638.094. VALORE CONTABILE 31.03.2015 34.031.564 1.279.361 29.026.690 64.337.615 VALORE RACCOLTA Raccolta diretta (conti correnti e depositi) Titoli in circolazione Raccolta indiretta TOTALE VALUTAZIONE INTANGIBLES SU Coefficienti RACCOLTA 1,50% 510.473 0,90% 11.514 0,40% 116.107 638.094 Tabella 15– Calcolo avviamento su raccolta 4.3.3 Ripresa fiscale latente Le rettifiche anzidette devono essere successivamente corrette in ragione del carico fiscale latente connesso con le stesse. In particolare, le plusvalenze nette derivanti dalla ripresa al fair value dei valori contabili al 31.03.2015, sono assoggettate a un prelievo fiscale figurativo in ragione di: • una aliquota fiscale pari al 33,07% (Ires=27,5%, Irap= 5,57%); • una ripresa della fiscalità latente in misura pari al 50% rispetto al carico fiscale pieno, come da prassi solitamente applicata sul mercato. RETTIFICHE DI VALORE 2.508.171 2.751 2.510.923 RECUPERO FISCALITA' LATENTE Rettifiche su poste attive Rettifiche su poste passive TOTALE RETTIFICHE DI VALORE Aliquota fiscale media (Ires=27,5%, Irap= 5,57%) Percentuale di ripresa fiscalità latente Recupero fiscalità latente 33,07% 50,00% 415.181 Tabella 16– Recupero fiscalità latente Alla luce di tutto quanto esposto al paragrafo 4.3.1.2 e di quanto detto alla presente sezione, di seguito si riporta, per ciascuna voce del passivo il valore contabile al 31.03.15, la rettifica in aumento o diminuzione della stessa voce e il valore di presunta estinzione. 49 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” VALORE RETTIFICA PER CONTABILE APPLICAZIONE FAIR PASSIVO 31.03.2015 FAIR VALUE VALUE Debiti verso banche Debiti verso clientela 34.031.564 34.031.564 Titoli in circolazione 1.279.361 -2.751 1.276.610 Passività fiscali 113.306 415.181 528.487 a) correnti 47.114 415.181 462.295 b) differite 66.192 66.192 Altre passività 1.156.640 1.156.640 Trattamento di fine rapporto del personale 166.034 166.034 Fondi per rischi ed oneri 64.630 64.630 b) Altri fondi 64.630 64.630 TOTALE PASSIVO RETTIFICATO 36.811.535 412.430 37.223.964 Tabella 17– Passivo al 31.03.2015: valori contabili, rettifiche applicate e fair value 4.4 Risultati della procedura valutativa Le rettifiche illustrate nelle precedenti pagine determinano: • una ripresa in aumento del valore dell’attivo in misura pari a € 1.870.077, riconducibile a: o maggior valore del fair value sui crediti rispetto al valore contabile in misura pari a € 2.284.647; o minor valore di mercato degli attivi immobilizzati rispetto al valore contabile in misura pari a -€ 224.288; o minor valore del fair value derivante dall’attualizzazione del beneficio connesso con le imposte anticipate rispetto al valore contabile in misura pari a -€ 190.283; • una ripresa in diminuzione del valore del passivo in misura pari a € 412.430, riconducibile a: o minor valore del fair value su titoli in circolazione (nello specifico sui prestiti obbligazionari) rispetto al valore contabile in misura pari a -€ 2.751; o maggior valore derivante dal recupero della fiscalità latente sulle plusvalenze determinate, in misura pari a € 415.181; • una stima dell’avviamento connesso con la raccolta pari a € 638.094. A valle delle rettifiche anzidette si determina, quindi, una COMPLESSIVA RETTIFICA DEL PATRIMONIO NETTO AL 2.095.742 50 31.03.2015 PARI A € “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” a cui corrisponde un valore di patrimonio netto rettificato complesso, corrispondente al VALORE ECONOMICO DEL CAPITALE DELLA BANCA POPOLARE DELL’ETNA, PARI A € 4.172.110 RETTIFICA PER VALORE CONTABILE APPLICAZIONE ATTIVO Note 31.03.2015 FAIR VALUE FAIR VALUE Cassa e disponibilità liquide 536.176 536.176 Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.399.605 1.399.605 Crediti verso banche 7.122.370 7.122.370 Crediti verso clientela 26.308.411 2.284.647 28.593.059 Fair value crediti OMI su consistenze immobiliari e stima Attività materiali 892.931 224.288 668.643 valore altri beni strumentali Attività immateriali Attività fiscali 1.766.846 190.283 1.576.563 a) correnti 220.333 220.333 b) anticipate 1.546.512 190.283 1.356.229 Attualizzazione imposte anticipate b1) di cui alla Legge 214/2011 1.527.896 190.283 1.337.613 Altre attività 861.564 861.564 TOTALE ATTIVO RETTIFICATO 38.887.903 1.870.077 40.757.980 Coefficienti di avviamento su Intangibles su raccolta 638.094 638.094 intangibles da raccolta diretta ed ind. TOTALE ATTIVO RETTIFICATO + AVVIAMENTO 38.887.903 2.508.171 41.396.075 VALORE RETTIFICA PER CONTABILE APPLICAZIONE PASSIVO Note 31.03.2015 FAIR VALUE FAIR VALUE Debiti verso banche Debiti verso clientela 34.031.564 34.031.564 Titoli in circolazione 1.279.361 2.751 1.276.610 Fair value prestito obbligazionario Passività fiscali 113.306 415.181 528.487 a) correnti 47.114 415.181 462.295 Recupero fiscalità latente b) differite 66.192 66.192 Altre passività 1.156.640 1.156.640 Trattamento di fine rapporto del personale 166.034 166.034 Fondi per rischi ed oneri 64.630 64.630 b) Altri fondi 64.630 64.630 TOTALE PASSIVO RETTIFICATO 36.811.535 412.430 37.223.964 TOTALE PATRIMONIO NETTO 2.076.369 2.095.742 4.172.110 Tabella 18– Patrimonio netto rettificato e valore economico del capitale al 31.03.2015 A fronte del valore anzidetto ed in ragione di un numero di quote del capitale della BPEtna pari a 1.845.235, viene riconosciuto un VALORE UNITARIO PER SINGOLA QUOTA PARI A € 2,261 51 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Valore patrimonio netto rettificato al 31.03.2015 (a) Numero quote (b) Valore unitario quote BPEtna al patrimonio netto rettificato al 31.03.2015 (=a/b) 4.172.110 1.845.235 2,261 Tabella 19– Patrimonio netto rettificato al 31.03.2015 e valore unitario quote BPEtna 52 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 5 PARERE DI CONGRUITÀ DEL VALORE ECONOMICO DI IGEA FINANZIARIA S.P.A. 5.1 Premessa Il presente parere ha per oggetto la verifica della congruità del valore economico della Igea Finanziaria come determinato attraverso la perizia di stima elaborata dal consulente della Igea, Prof. Marco Lacchini. In particolare, l’obiettivo è accertare la conformità del valore – in quella sede determinato attraverso l’applicazione di un metodo reddituale complesso – con il valore che risulterebbe dalla uniformizzazione dei criteri di valutazione (di Igea e di BPEtna) e applicando, quindi, anche ad Igea Finanziaria, una metodologia di natura patrimoniale. Il principio base delle valutazioni ai fini di operazioni di fusione, infatti, consiste nell’omogeneità dei criteri di analisi e di stima selezionati. Tale principio si traduce nella selezione dei criteri e metodi che rispondono ad una medesima logica valutativa e risultano più appropriati per le società oggetto di valutazione – tenuto comunque conto delle diversità che le caratterizzano – al fine di proporre valori confrontabili per la determinazione del Rapporto di Cambio. Le metodologie prescelte pur rappresentando criteri riconosciuti ed utilizzati dalla prassi internazionale non devono essere analizzate singolarmente bensì considerate come parte imprescindibile di un processo valutativo unitario. L’analisi dei risultati ottenuti da ciascuna metodologia in modo indipendente e non alla luce del rapporto di complementarietà che si crea con gli altri criteri comporta, infatti, la perdita di significatività dell’intero processo di valutazione. Il metodo impiegato dal consulente di Igea è quello reddituale complesso, che permette di valutare l’azienda oggetto di stima sulla base della redditività che essa sarà presumibilmente in grado di generare in futuro. Il valore di Igea è stato pertanto calcolato sul fondamento del seguente algoritmo: π ππ = οΏ½ π π‘ ∗ (1 − π)−π‘ + π‘=1 π οΏ½π ∗ (1 + π) ∗ (1 + π)−π π−π dove: Wr è il valore economico di Igea; Rt è il valore dei redditi futuri che Igea sarà presumibilmente in grado di produrre nei t anni di previsione esplicita; 53 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Rn è il reddito atteso costante di lungo periodo (post periodo di previsione esplicita); i è il tasso di attualizzazione; g è il tasso atteso di crescita dei redditi netti nel medio lungo periodo; n è l’orizzonte temporale di riferimento della stima. Con ruolo di controllo rispetto al valore a cui è pervenuto il consulente di Igea attraverso l’applicazione della metodologia reddituale anzidetta – e con l’obiettivo di validare l’omogeneità valutativa prevista nella prassi per operazioni analoghe – si è, come anticipato, optato per verificare l’effetto sulla valutazione di Igea Finanziaria derivante dall’applicazione del metodo patrimoniale complesso che viene proposto da Iniziativa secondo una particolare applicazione che restituisce il valore del capitale economico della Società, quale somma del patrimonio netto contabile, con l’ulteriore emersione e valorizzazione separata degli intangible assets non contabilizzati, che in questo contesto, possono essere definiti in termini di capitale intellettuale. Le metodologie di valutazione ed il conseguente valore del capitale economico sono stati individuati al solo scopo di indicare un valore ragionevole ai fini della integrazione ed in nessun caso le valutazioni riportate nel parere, ovvero in altri documenti forniti da Iniziativa, sono da considerare quali possibili indicazioni di prezzo di mercato, pre ovvero post business combination, o di valore di Igea in un contesto diverso da quello in esame. Infatti, presupposto essenziale per la stima delle condizioni finanziarie, nel contesto di un’operazione di integrazione è la quantificazione del valore relativo delle singole società oggetto di valutazione con l’obiettivo finale di addivenire, non tanto alla determinazione di un valore economico per ciascuna di esse, quanto piuttosto a valori omogenei e confrontabili ai fini della determinazione del rapporto di cambio. Coerentemente con quanto rappresentato alla precedente sezione 1.4 relativamente alla documentazione ed informazioni utilizzate, Iniziativa ha: • confidato: o sulla veridicità, completezza ed accuratezza dei documenti, dati e informazioni utilizzati, forniti dal management di Igea, senza effettuare né direttamente né indirettamente alcuna autonoma verifica, accertamento e/o analisi indipendente. Iniziativa non si assume pertanto alcuna completezza ed responsabilità accuratezza relativamente delle informazioni alla veridicità, utilizzate per l’elaborazione e la stesura del parere; o sul fatto che i dati previsionali siano stati predisposti da Igea sulla base di assunzioni ragionevoli e che gli stessi riflettano il giudizio più 54 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” accurato possibile del management di Igea circa il futuro sviluppo delle attività. In ogni caso con il presente parere Iniziativa non esprime alcun giudizio circa il valore economico e/o il prezzo di mercato che Igea potrebbe avere in futuro, né nulla di quanto indicato nel parere può o potrà essere considerato una garanzia o un’indicazione dei risultati economici, patrimoniali e finanziari prospettici di Igea. • analizzato la seguente documentazione, direttamente fornita dal management di Igea, utile ad esprimere un parere di congruità sulla valutazione economica della società ed in particolare: o il progetto di integrazione tra Banca Popolare dell’Etna in Amministrazione straordinaria (di seguito, anche la ‘Banca’) e Igea, preliminare al redigendo progetto di fusione delle due realtà da parte del Consiglio di Amministrazione di Igea e del Commissario straordinario della Banca ed illustrativo del piano industriale triennale post business combination della futura Banca Igea; o le relazioni di stima del valore economico di Farmanuova S.p.A. (oggi Igea Finanziaria S.p.A.) e Igea predisposte, rispettivamente, al 31/03/2013 da PKF Italia S.p.A. e al 31/03/2015 dal Prof. Dott. Marco Lacchini (di seguito, anche, il ‘Consulente’), in qualità di consulenti finanziari pro tempore di Igea. Tali relazioni espongono analiticamente i metodi di valutazione adottati, le ragioni della loro scelta, i valori risultanti dalla loro applicazione e le considerazioni formulate, al riguardo, dai consulenti richiamati; o il bilancio di esercizio al 31/12/2013 di Igea, corredato dalle relazioni degli amministratori e del Collegio sindacale. Tale bilancio, il cui progetto è stato predisposto dagli amministratori in data 28/05/2014, è stato assoggettato a revisione contabile completa da parte di KPMG; o estratto del verbale della seduta del Consiglio di Amministrazione di Igea del 12/05/2015, contenente la situazione economico-patrimoniale sintetica di Igea al 31/03/2015; o i verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione di Igea, delegato in data 18/04/2013 e per un quinquennio dall’Assemblea straordinaria ad effettuare uno o più aumenti del capitale sociale della società, occorse tra il mese di giugno 2013 ed il mese di ottobre 2014; o il contratto di somministrazione di servizi di elaborazione dati e centralizzati tra Sistemi Parabancari S.r.l. (ora Exprivia Digital Financial Solution S.r.l., quale fornitore), specializzata nella fornitura di servizi integrati a supporto dell’attività di factoring aventi natura esecutiva e di consulenza, e Sec Servizi S.C.p.A. (committente) per conto di Farmanuova S.p.A. (ora, Igea) del 15/02/2007, di originari 34 mesi e 55 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” rinnovabile tacitamente di anno in anno, confermato in data 19/12/2014 a valere fino al 30/06/2015 e successivamente rinnovabile a tempo indeterminato; o contratto preliminare di locazione sessennale rinnovabile tra Igea e il Prof. Guido Filosto, proprietario dell'immobile sito in Palermo, Via XX Settembre, 53, da destinare ad uffici finanziari ed attività bancaria aperta al pubblico e ad attività coerenti con l'oggetto sociale della nuova Banca Igea; o contratto di 01/03/2014 locazione tra Igea sessennale e Bellini rinnovabile Immobiliare decorrente S.r.l., dal proprietaria dell'immobile sito in Roma, Via Paisiello, 38, angolo Via Bellini, 24, da destinare a Sede della costituenda Banca Igea, con annesso sportello bancario e previsione dell’esercizio di attività aperta al pubblico; o note curriculari riferite al gruppo di dirigenti e funzionari, di indubbia esperienza e capacità gestionale relativamente al settore bancario, già fondatori di un istituto di credito, Banca Nuova S.p.A., che rappresenta la più importante impresa di servizi creata nel secondo dopoguerra nel Mezzogiorno d’Italia: ο§ Dott. Francesco Maiolini, già Vice Presidente di Confindustria Palermo e Presidente di Irfis S.p.A., Consigliere di Amministrazione di Sec Servizi S.p.A. e Direttore Generale di Banca Nuova S.p.A.; ο§ Dott. Gaspare Cacciatore, già Direttore del Segmento Retail di Banca di Sicilia e Responsabile della Direzione Pianificazione, Controllo di Gestione, Studi e Pubbliche Relazioni di Banca Nuova S.p.A.; ο§ Sig. Nicola Colabella, già Vice Direttore Generale Vicario a capo della Divisione Affari, quindi della Divisione Risorse/Funzionamento, e Responsabile della Divisione Mercati di Banca Nuova S.p.A.; ο§ Dott. Michelangelo Minnella, già Responsabile della Direzione Affari Generali, Legale e Contenzioso, quindi della Direzione Crediti di Banca Nuova S.p.A.; ο§ Dott. Giacomo Vitale, già Direttore Commerciale di Banca Nuova S.p.A., quindi di Unipol Banca S.p.A.. Iniziativa ha altresì mantenuto contatto con il management ed i consulenti di Igea instaurando un confronto con gli stessi circa i metodi e le procedure da seguire e chiedendo informazioni e ottenendo dettagli al fine di svolgere gli approfondimenti ritenuti opportuni. 56 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Gli interventi e le attività di seguito illustrate sono stati svolti nella misura necessaria per il raggiungimento delle finalità di produrre, ad utilità del Commissario straordinario della Banca, un parere di congruità circa il procedimento di valutazione di Igea adottato dal Consulente. In sintesi: INTERVENTI, ATTIVITÀ E VERIFICHE SVOLTE ANCHE DI CONCERTO CON I CONSULENTI DI CONTROPARTE o Relativamente alle proiezioni economico-patrimoniali lungo l’arco del piano industriale triennale post integrazione, alla base dell’applicazione del metodo di valutazione di Igea utilizzato, ferme le incertezze ed i limiti connessi ad ogni tipo di stato previsionale, Iniziativa ha discusso con gli amministratori ed il Consulente, i criteri e le assunzioni alla base della loro redazione. o Iniziativa ha avuto conferma dal Consulente che, per la redazione delle stime e delle proiezioni del piano industriale, sono state formulate, ove ritenuto ragionevole, assunzioni coerenti e omogenee con il metodo di valutazione patrimoniale complesso, utilizzato per la valutazione economica della Banca. Ciò in particolare al fine di accertare se i dati e le informazioni concernenti le società coinvolte dall’operazione di integrazione, utilizzate dai rispettivi consulenti, per l’applicazione dei metodi di valutazione, fossero confrontabili. o Iniziativa ha acquisito gli elementi necessari ad accertare che tali metodi fossero tecnicamente idonei, nelle specifiche circostanze, sotto un profilo di ragionevolezza e non arbitrarietà, alla determinazione del Rapporto di Cambio. o Iniziativa ha altresì ottenuto attestazione che, per quanto a conoscenza degli amministratori di Igea, non sono intervenute modifiche significative ai dati ed alle informazioni presi in considerazione nello svolgimento delle proprie analisi, tali da influenzare il Rapporto di Cambio determinato. o Iniziativa ha proceduto ad analizzare criticamente il progetto di integrazione tra Igea e la Banca e il resto della documentazione sopra richiamata, ottenuta anticipatamente da Igea onde consentire di esprimere un parere circa la procedura seguita per la valutazione della società, e ad esaminare le relazioni predisposte dai consulenti finanziari pro tempore di Igea. o Iniziativa si è sincerata che il valore economico di Igea, risultante dall’applicazione di un metodo di valutazione non uniforme a quello in base al quale è stata valutata la Banca, fosse tuttavia confermabile a fronte della proposizione di una valutazione di controllo effettuata sulla base della medesima metodologia analitica patrimoniale complessa, compatibilmente con gli elementi caratteristici della stessa 57 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Igea. o Iniziativa ha verificato la correttezza matematica del calcolo del valore economico e del Rapporto di Cambio effettuato mediante l’applicazione del metodo di valutazione adottato dal Consulente. Iniziativa ritiene opportuno sottolineare che la finalità principale del procedimento decisionale degli amministratori di Igea e del Commissario straordinario della Banca è quello di esprimere una stima del valore economico delle società, effettuata attraverso l’applicazione comparativa di criteri omogenei ai fini della determinazione del Rapporto di Cambio; la stima in argomento deve essere considerata in termini relativi e non è utilizzabile per finalità diverse. Le considerazioni espresse nel presente documento devono essere interpretate alla luce dei limiti che seguono: VERIFICHE SVOLTE E LIMITAZIONI DI RESPONSABILITÀ o La documentazione trasmessa è stata assunta facendo pieno affidamento sulla veridicità, accuratezza e completezza della stessa; nessun riscontro è stato svolto al riguardo da Iniziativa. In particolare, nessun riscontro è stato svolto circa la completezza delle poste rappresentate nella situazione contabile sintetica di Igea al 31/03/2015, nonché circa la conformità della valutazione di tali poste alla normativa contabile applicabile alla fattispecie. o Per quanto riguarda il progetto di integrazione tra Igea e la Banca, non è stata svolta alcuna analisi circa la ragionevolezza delle ipotesi sottese all’elaborazione delle proiezioni reddituali del triennio 2015-2017, che sono state assunte ed utilizzate sul presupposto che esse esprimano le migliori, più accurate e razionali stime oggi formulabili in merito alle dinamiche economiche attese, tenuto conto delle informazioni aziendali e di mercato disponibili e del contesto normativo (e in particolare di vigilanza) oggi in vigore. o Non sono state svolte analisi in merito alla validità e razionalità del disegno operativo e strategico sottostante l’evoluzione economica, patrimoniale e finanziaria di Igea, nonché sulla realizzabilità delle azioni manageriali ipotizzate nel piano. o Si è assunto che non vi siano elementi informativi, ulteriori rispetto a quelli forniti dal management di Igea, utili ai fini dell’elaborazione del presente parere. Iniziativa ha richiesto infatti ad Igea di rendere disponibile tutta la documentazione rilevante per l’elaborazione del giudizio di fairness. 58 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 5.2 Valutazione di Igea Finanziaria S.p.A. resa dal Prof. Dott. Marco Lacchini L’approccio metodologico adottato dal Consulente risulta in linea con la prassi valutativa e la tecnica professionale prevalente. La valutazione del capitale economico di Igea è stata effettuata per le finalità specifiche dell’operazione di integrazione con la Banca, utilizzando un metodo comunemente accettato nel contesto delle valutazioni di realtà imprenditoriali con caratteristiche similari a quelle di Igea. Nell’applicazione della metodologia valutativa prescelta, il Consulente ha inoltre considerato le caratteristiche ed i limiti in essa impliciti, sulla base della tecnica valutativa professionale, nazionale ed internazionale; sotto diverso profilo, la metodologia di tipo reddituale cui il Consulente è ricorso, risulta oggi tra le più diffusamente applicate, in considerazione sia della solidità e coerenza dei principi teorici di base, sia della maggiore familiarità presso investitori, esperti ed osservatori. Le valutazioni ai fini dell’individuazione del valore economico di Igea sono state effettuate dal Consulente non prescindendo da considerazioni concernenti le possibile sinergie derivanti dalla prospettata integrazione delle attività operative delle società. Tali sinergie sono state ritenute suscettibili di generare valore incrementale ed influenzano la definizione del valore economico di Igea, ai fini della determinazione del Rapporto di Cambio. Iniziativa ritiene la scelta ragionevole e in linea con l’orientamento consolidato dalla migliore dottrina aziendalistica e con la prassi in situazioni di liquidating concern: nell’eventualità della mancata concretizzazione dell’integrazione tra le due società, la configurazione di capitale appropriata alla valutazione delle stesse sarebbe infatti il rispettivo capitale di liquidazione, venendo per entrambe meno la prospettiva di prosecuzione dell’attività aziendale. La stima del valore economico di Igea effettuato con il metodo reddituale complesso ha richiesto, come si è detto, l’applicazione del seguente algoritmo: π ππ = οΏ½ π π‘ ∗ (1 − π)−π‘ + π‘=1 π οΏ½π ∗ (1 + π) ∗ (1 + π)−π π−π dove i simboli assumono il significato descritto supra. Si è quindi proceduto a determinare i flussi reddituali attesi, il saggio di crescita atteso ed il terminal value. 59 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Ai fini della previsione dei flussi di reddito netto attesi, il Consulente – disponendo del business plan relativo agli esercizi di Igea post business combination – ha ritenuto opportuno seguire il metodo dei risultati programmati. A tale riguardo, il piano industriale, oggetto di presentazione alla Banca d’Italia per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per l’esercizio di attività bancaria, è stato sviluppato tenendo conto esclusivamente dei primi tre esercizi successivi all’aggregazione tra Igea e la Banca. In esso i benefici tratti dai valori reddituali pianificati discendono prevalentemente dalla struttura organizzativa già in essere presso la filiale di Catania, già operativa, e da un costo del personale maggiormente contenuto. Ai fini dell’individuazione della redditività prospettica, il Consulente ha di contro ritenuto ragionevole sviluppare il piano su un orizzonte temporale decennale, in modo da diluire l’impatto delle performance aziendali della fase di start-up della nuova realtà aziendale, determinando i risultati della proiezione sulla base dei tassi di crescita pianificati delle principali grandezze economiche (margine di interesse, margine commissionale e margine finanziario netto) e del risultato netto d’esercizio. In sintesi, la crescita annua del risultato netto d’esercizio nel settennio, dal quarto al decimo anno, è stata ipotizzata costante e pari al 20%. Il tasso di attualizzazione, i, calcolato pari al 10,32%, rappresenta la somma del risk free rate (media aritmetica dei rendimenti 2014 netti di imposta dei BTp decennali, 2,44%), del premio per il rischio (risultato dell’applicazione del modello di capital asset pricing, con beta del settore ‘bank regional’ pari a 0,80x e premio per il rischio di mercato a 8,60%) e della quantificazione dei rischi specifici del complesso aziendale legati essenzialmente alla struttura finanziaria di Igea, alla tipologia della sua attività ed ai luoghi dove essa è esercitata nonché alla concentrazione della sua clientela (1%). Il terminal value è infine stato ricavato in funzione del reddito netto atteso dopo il periodo di previsione esplicita, stimato costante a partire dal decimo anno, del tasso di congrua remunerazione del capitale, i, e ipotizzando nullo il tasso di crescita, g. Alla luce delle considerazioni che precedono e delle ipotesi citate, il valore del capitale economico di Igea al 31/03/2015, calcolato con il metodo reddituale complesso, è risultato pari ad EUR 16.972.993, corrispondente ad un valore economico per singola azione (emesse in numero di 1.201.065) di EUR 14,13, in linea sostanziale con il prezzo per singola azione di EUR 14,05, al quale sono occorse le sottoscrizioni degli aumenti di capitale effettuati dal Consiglio di Amministrazione di Igea, all’uopo delegato, tra il mese di giugno 2013 ed il mese di ottobre 2014. 60 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 5.3 Stima del capitale intellettuale di Igea Finanziaria S.p.A. Con il supporto documentale ed informativo illustrato in premessa, Iniziativa ha proceduto alla conferma 'patrimoniale' del valore di Igea calcolato dal Consulente sulla base del metodo reddituale complesso, effettuando la stima del capitale intellettuale (di seguito, CI) della realtà post business combination. Il CI può essere pensato come il capitale della conoscenza di Banca Igea che include: • l’utilità intrinseca nella conoscenza e competenza del management, • la fiducia e la fedeltà dei clienti alla banca e ai suoi prodotti e marchio, • la dotazione di sistemi informativi, • i rapporti, anche commerciali, con fornitori ed outsourcer, • le procedure amministrative, e, in generale, l'efficienza dei processi di business aziendali. Gli asset intangibili che in questo paragrafo ci accingiamo a valutare sono quindi le risorse aziendali che non hanno consistenza fisica, ma che contribuiscono alla generazione di valore di Banca Igea, contribuendo al raggiungimento di vantaggi competitivi sostenibili e durevoli. Esistono in letteratura quattro diversi approcci per la misurazione degli asset intangibili: - i Direct Intellectual Capital Methods (DIC) che stimano il valore monetario degli intangibili identificando le loro diverse componenti e valutandole quindi sia singolarmente che nella loro globalità; - i Market Capitalization Methods (MCM) che calcolano il valore del capitale intellettuale dell'azienda come la differenza tra i suoi valori economico e contabile; - i Return on Assets Methods (ROA), in base ai quali viene prima calcolato il ritorno sugli asset tangibili (ROA) in termini di utili e flussi di cassa, in relazione agli indici standardizzati di settore di attività produttiva; per differenza si ottiene quindi il ROA degli asset intangibili; - gli Scorecard Methods che identificano le varie componenti del capitale intellettuale per poi riportare su scorecards, appunto, indicatori ed indici a tal fine generati, osservati e monitorati, senza tuttavia effettuare una valutazione monetaria degli asset intangibili. 61 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” In questo senso, il valore di mercato di Banca Igea può essere definito come la somma del suo valore contabile e del suo capitale intangibile: ππππππ πππππ = π΅π΅π΅π΅ πππππ + πΆπΆ L’equazione mostra che il valore delle azioni ha una parte tangibile (valore di bilancio) e una componente immateriale. Il valore contabile può essere definito: π΅πππ πππππ = ππππππππ πππππ + πβπ¦π¦π¦π¦π¦π¦ πππππ Supponendo che il capitale intellettuale sia maggiore di zero, il rapporto ππππππ πππππ π΅π΅π΅π΅ πππππ è maggiore di 1. Più knowledge-intensive intenderà qualificarsi Banca Igea, maggiore sarà il valore del rapporto, quindi del valore di mercato dell'impresa. Certo, politiche di ammortamento potrebbero influenzare il calcolo del valore di bilancio. Per tale ragione la prassi utilizza il costo di sostituzione e definisce il parametro q (chiamato, di Tobin) come il rapporto tra il valore di mercato di un asset e il suo replacement cost: π= ππππππ πππππ ππ π΄π΄π΄π΄π΄π΄ π π π π π π π π π π πΆπΆπΆπΆ ππ π΄π΄π΄π΄π΄π΄ Il concetto di costo di sostituzione definisce il costo per ricreare un asset con uguale livello di utilità rispetto a quello in esame. Una delle definizioni più praticabili di capitale intellettuale è quella che lo descrive come il valore economico di due categorie di attività immateriali dell’impresa: il capitale organizzativo (o strutturale) e il capitale umano. 62 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” La definizione distingue opportunamente il capitale intellettuale dall'attività immateriale complessiva di un business. Alcuni elementi di natura immateriale infatti non costituiscono capitale intellettuale di un’azienda: πΆπΆ = π»π»π»π»π» πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ (π»π») + ππππππππππ πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ (ππ) HC comprende le risorse umane dell’organizzazione; non appartiene tuttavia direttamente all’impresa in quanto rappresenta una immediata conseguenza della somma (meglio, sintesi) delle conoscenze e competenze dei propri managers. SC appartiene di contro all'impresa; rappresenta l’ambiente costruito dalla realtà imprenditoriale per gestire e generare adeguatamente la conoscenza e può, almeno teoricamente, costituire oggetto di scambio. Si riferisce ad utilità come sistemi di software, reti di distribuzione e catene di fornitura. Esso è costituito da tutti i processi interni ed esterni; dalle relazioni esistenti all’interno dell’impresa e tra questa e gli altri player. L’insieme di questi rapporti può definirsi capitale relazionale e concerne le relazioni con clienti, fornitori, subcontractor, ecc.; dal capitale innovativo, infine, diretta conseguenza della cultura d'impresa e della sua capacità di creare nuova conoscenza dalla rete esistente. Il capitale strutturale è la somma delle sue componenti: ππ = πππππππ πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ + π π π π π π π π π βππ πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ + πΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌ πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ Ai fini dell’analisi dei dati del piano industriale di Igea, il metodo di misurazione di CI che Iniziativa intende prendere in considerazione è il Value Added Intellectual Coefficient (VAIC) che offre il considerevole vantaggio di adottare come fonte di dati l’insieme delle informazioni contabili (nella fattispecie, le proiezioni economicopatrimoniali di Igea) relative all’impresa. Il metodo fornisce informazioni circa l’efficienza degli asset tangibili ed intangibili che possono essere utilizzati per generare valore per l’impresa. Occorre pertanto preliminarmente definire cosa è da intendersi per creazione di valore. Dal punto di vista degli stakeholder, una frazione del valore prodotto dall’impresa dovrebbe attribuirsi a ciascun gruppo d’interesse, in grado di influenzare ovvero, a sua volta, che si trovi nella posizione di essere influenzato dalla realizzazione degli obiettivi dell'impresa. 63 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Per cui nella misurazione della performance di Igea, è più corretto riferirsi al concetto di Valore Aggiunto (VA) piuttosto che a quello di utile d'esercizio, che attiene soltanto alla remunerazione degli azionisti: ππ = ππππππ − πΌπΌπΌπΌπΌ = π π π π π π ππππππππ£π − πΆπΆπΆπΆπΆ πππππππππ (πππππππ π π π π π π π π π π π π π π π ) In altri termini: ππ = πππππ πππππππππ πΌπΌπΌπΌπΌπΌ (πππ) − πππππ πππππππππ πΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈ (πππ) + πππππππππ πΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈ (ππ) Le singole componenti possono essere esplicitate facendo specifico riferimento al bilancio della nuova Banca IGEA: πππ = πππ πΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌ π π π π π π π + πππ πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ π π π π π π π + πππ πππππππ π π π π π π π + ππβππ πππππππππ πΌπΌπΌπΌπΌπΌ πππ = ππ + ππβππ π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄π΄ πΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈ + ππβππ πππππππππ πΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈπΈ + πΏπΏπΏπΏ πΏπΏπΏπΏ ππππππππππ (πΏπΏπΏπΏ) Definito il concetto di valore, affinché esso si realizzi, è necessario correlarlo alle risorse aziendali fondamentali, prendendole in considerazione tutte congiuntamente ad un indice che esprima sinteticamente il grado di efficienza del loro utilizzo. Infatti, CI crea valore solo se combinato con le altre risorse a disposizione dell’impresa. Le risorse espresse in bilancio possono essere di due tipi: - asset tangibili e finanziari (asset employed) oppure - intellectual asset (nelle sue componenti del capitale umano e del capitale strutturale). In particolare, si ipotizza che valgano tra le risorse aziendali le seguenti relazioni: 64 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” πΆπΆ = πβπ¦π¦π¦π¦π¦π¦ πΆπΆπΆπΆπΆπΆπΆ + πΉπΉπΉπΉπΉπΉπΉπΉπΉ π΄π΄π΄π΄π΄π΄ = πππππ π΄π΄π΄π΄π΄π΄ − πΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌπΌ π΄π΄π΄π΄π΄π΄ πΆπΆ = π»π» + ππ π»π» = ππ (πππππππππππ, ππ ππππ πππ ππππππππ ππππππ ππππ ππππππππππππ) ππ (ππππππππ πππ ππππππππππ) = ππ − π»π» Il coefficiente rappresenta un indice di misurazione dell’efficienza nell’uso delle risorse; raffigura cioè l’efficienza di CI nella creazione di valore, impiegando tutte le risorse aziendali ossia quanto valore viene creato dall’impiego di un’unità aggiuntiva di ciascuna risorsa interna. Il VAIC può essere scomposto nella somma di tre indicatori di efficienza: ππππ = π»π»π» + πΆπΆπΆ + πππ CEE e HCE possono essere considerati indicatori di misurazione del valore aggiunto prodotto da un’unità monetaria di input di capitale fisico e di capitale umano rispettivamente. SCE rappresenta la proporzione di VA totale imputabile al capitale strutturale. In particolare, gli indicatori di efficienza presi in esame sono esprimibili come segue: - indicatore di efficienza del capitale tangibile e finanziario (Capital Employed Efficiency): πΆπΆπΆ = - ππ πΆπΆ indicatore di efficienza del capitale umano (Human Capital Efficiency): π»π»π» = 65 ππ π»π» “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” - indicatore di efficienza del capitale strutturale (Structural Capital Efficiency): πππ = - indicatore di efficienza del ππ ππ capitale intellettuale (Intellectual Capital Efficiency): πΌπΌπΌ = π»π»π» + πππ VAIC rappresenta una misura di efficienza di CI, ovvero della capacità dell’impresa di usare il suo CI per produrre profitti maggiori di altre imprese dello Pertanto, il stesso settore industriale. I vantaggi di questa metodologia sono i seguenti: - la metodologia crea una misura standard e coerente che permette di effettuare analisi comparative tra imprese differenti; - tutti i dati di input di calcolo sono basati su informazioni oggettive e verificabili, in particolare se ricavabili da bilanci consuntivi certificati; - la metodologia è massimamente obiettiva, nel significato che l'attributo assume nell'ambito della tecnica professionale di valutazione d'azienda. Il primo passo che Iniziativa ritiene opportuno compiere ai fini della misurazione del capitale intellettuale esprimibile e sfruttabile dalla business combination è quello di: - consolidare i risultati consuntivi al primo trimestre 2015 delle società coinvolte dall'operazione di integrazione, prudenzialmente considerando gli stessi al lordo degli eventuali costi duplicati (essenzialmente, spese del personale ed altre spese amministrative) in assenza, ancora oggi, di strategie di efficienza operativa implementate apprezzabili, e - impiegare la proiezione tendenziale a fine 2015 dei risultati figurativi al primo quarto 2015 in luogo della prima annualità del base case incluso nel piano industriale triennale 2015-2017 che costituisce fondamento della valutazione condotta dal Consulente. La misurazione dell'efficienza di CI nella creazione del valore della nuova realtà imprenditoriale si baserà quindi sulla media aritmetica delle performance realizzabili nel corso del triennio di piano così revisionato. 66 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Alla luce delle assumptions richiamate, gli esiti della rielaborazione del valore di Igea effettuata da di Iniziativa sono i seguenti: Tabella 20- Revisione Base Case piano industriale Banca Igea con dati in €/000 tendenziali a fine 2015 ricavati dai figurativi al 31.03.2015 Da cui, in applicazione delle relazioni sopra richiamate, si ricava: Tabella 21- Net Operating Income e Capitale Intellettuale di Banca Igea A questo punto dell’analisi è necessario procedere alla determinazione del grado di efficienza potenziale con cui la struttura sarà in grado di sfruttare il proprio capitale intellettuale, mediante il calcolo del VAIC dell’ideale combinazione imprenditoriale esistente già a fine 2014: 67 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” Tabella 22- Coefficiente di Pulic (VAIC™) Per poter completare l’analisi e dare conto del grado di efficienza con cui una struttura che replichi al 31/03/2015 la futura combinazione imprenditoriale sfrutta il proprio CI è indispensabile confrontare il dato estratto con un opportuno benchmark di mercato. Si propone a tal fine l’esito di uno studio condotto dal Prof. Gimede Gigante, edito in data 30/10/2013 sulla rivista scientifica Accounting and Finance Research: Summary of Bank Variable Across Countries CEE HCE SCE VAIC Italy 0,32 1,99 0,53 2,84 Germany 0,25 1,40 0,24 1,89 Tabella 23- Estratto da Gigante G., Accounting and Finance Research, Vol. 2, No. 4, 2013, "Intellectual Capital and Bank Performance in Europe", p. 124 L’underperformance di circa il 24% rispetto alla media (2,37) dei due dati riportati si giustifica con la natura figurativa del dato relativo al primo trimestre 2015, in forza del quale non è possibile apprezzare alcuna sinergia operativa riveniente dalle due realtà imprenditoriali, non essendosi al 31/03/2015, come del resto neppure ad oggi, perfezionata l’integrazione delle due strutture; ciononostante, il dato può essere considerato un significativo e confortante indicatore del potenziale esprimibile dalla costituenda Banca Igea (inferiore di appena il 4% rispetto al dato medio riferito agli istituti bancari tedeschi). Per completare la nostra revisione in chiave patrimoniale della valutazione di Igea condotta dal Consulente, resta da rettificare il valore di libro di Igea, pari ad € 13.948.815 (derivante dalla correzione del patrimonio netto contabile al 31/03/2015 del valore della perdita di esercizio di € 1.027.307 e dell'aumento di capitale sottoscritto e versato di € 400.000), con il dato relativo al proprio capitale intellettuale (€ 2.860.000). Per tale via, la “riedizione” patrimoniale del valore di Igea al 31/03/2015 risulta pari a € 16.808.815. Alla medesima data di riferimento, il valore economico per singola azione di Igea (emesse in numero di 1.201.065), è 68 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” pari ad € 13,99, assolutamente in linea con il prezzo al quale i nuovi azionisti hanno da ultimi sottoscritto l’aumento di capitale del mese di ottobre 2014, rientrando lo scarto dello 0,43% nell’intervallo di confidenza e di discrezionalità concesso nella prassi al perito ai fini del calcolo degli algoritmi valutativi e pari a circa il 5% in aumento ovvero in diminuzione rispetto al valore economico a cui conduce il processo estimativo. 5.4 Conclusioni All’esito del lavoro svolto, nel quadro delle informazioni disponibili e dei limiti richiamati nel presente parere ed illustrati in premessa, si ritiene che: • la determinazione del prezzo delle azioni di Igea da parte del Prof. Lacchini sia stata effettuata in termini coerenti, sotto il profilo metodologico, con quanto previsto dalla più autorevole dottrina aziendalistica e più ricorrentemente praticato nella realtà professionale, nazionale ed internazionale; • il metodo di valutazione adottato dal Consulente, sia adeguato, in quanto nella circostanza ragionevole e non arbitrario, e che lo stesso sia stato correttamente applicato ai fini della determinazione del valore relativo di Igea in funzione della determinazione del rapporto di cambio alla base del progetto di integrazione tra Igea e la Banca; • il valore determinato con la anzidetta metodologia reddituale sia a tutti gli effetti coerente e allineato con il valore che si ottiene applicando, al fine di uniformare il metodo con quello utilizzato per la stima di Banca Popolare dell’Etna, il metodo patrimoniale complesso. In questo senso, subordinatamente a quanto sopra espresso, è opinione di Iniziativa che il rapporto di cambio espresso alla successiva sezione sia congruo rispetto alle analisi condotte da Iniziativa tramite l’applicazione ed il confronto dei metodi valutativi illustrati e sulla base dei limiti e delle difficoltà di valutazione richiamate. 69 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” 6 DETERMINAZIONE DEL RAPPORTO DI CONCAMBIO Le operazioni di fusione presuppongono la determinazione del rapporto di concambio che esprime il numero di azioni della nuova società a cui ha diritto il socio della società incorporata (in cambio delle vecchie azioni dallo stesso possedute) per effetto dell’operazione di fusione e dei relativi valori economici delle due (o più) società partecipanti all’operazione. Il concambio nel caso di incorporazione è quel valore che indica il rapporto di scambio tra le azioni della società incorporata e le azioni della incorporante. Per calcolarlo bisogna determinare, con apposite valutazioni, il valore delle azioni della vecchia società incorporata e della incorporante. Il rapporto di concambio può essere espresso dalla seguente relazione: Rdc = Dove: Wa Nb π₯ ππ ππ • Rdc è il rapporto di concambio • Wa è il valore del capitale economico della società incorporante • Wb è il valore del capitale economico della società incorporata • Na è il numero delle quote del capitale della società incorporante • Nb è il numero delle quote del capitale della società incorporata. Parimenti il rapporto di concambio può essere espresso attraverso la seguente relazione: Rdc = Wb Wb / ππ ππ Questa ultima esprime il concambio come il rapporto tra il valore economico unitario delle quote della società incorporata (nel caso specifico Igea Finanziaria) ed il valore economico unitario della società incorporante (nel caso specifico BPEtna). Sulla base dei valori esposti nei precedenti paragrafi in relazione a: • Valore economico del capitale, determinato dagli analisti di Iniziativa, della Banca Popolare dell’Etna (paragrafo 4.4), pari a € 4.172.110; • Valore economico del capitale, validato dagli analisti di Iniziativa, della Igea Finanziaria (paragrafo 5) pari a € 16.972.993, è stato determinato il rapporto di concambio tra le azioni di Igea e le azioni (a valle dell’operazione di trasformazione in società per azioni) della BPEtna. Ai valori anzidetti corrisponde un 70 “Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio” RAPPORTO DI CONCAMBIO PARI A 6,25 (CIOÈ OGNI AZIONISTA IGEA HA DIRITTO A 6,25 AZIONI DELLA BPETNA PER OGNI PROPRIA AZIONE ATTUALMENTE DETENUTA NELLA RAPPORTO DI CONCAMBIO Numero quote Valore nominale quote Capitale sociale Valore economico del capitale (Equity value) Valore economico unitario IGEA 1.201.065 10,00 12.010.650 16.972.993 14,132 BPETNA 1.845.235 5,00 9.226.175 4.172.110 2,261 14,132 2,261 6,25 Rapporto di concambio Tabella 24– Rapporto di concambio 71 IGEA) "Stima del valore della BPEtna al 31.03.2015, verifica congruità del valore economico di Igea Finanziaria e conseguente determinazione del rapporto di cambio" 7 1 11!_1111 B PfTNA Online STIMA DEL VALORE DELLA QUOTA SOCIALE DI BPETNA NEL CASO DI RECESSO DI SOCI L'articolo 2473 del codice civile prevede che, nelle società a responsabilità limitata, il socio che recede ha diritto al rimborso del valore della propria partecipazione. Tale valore è determinato in proporzione al valore di mercato del patrimonio aziendale al momento della dichiarazione di recesso. Il comma 3 dell'anzidetto articolo 2473 prevede che "I soci che recedono dalla società hanno diritto di ottenere il rimborso della propria partecipazione in proporzione del patrimonio sociale. Esso a tal fine è determinato tenendo conto del suo valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso; in caso di disaccordo la determinazione è compiuta tramite relazione giurata di un esperto nominato dal tribunale, che provvede anche sulle spese, su istanza della parte più diligente". Il dettato normativa specificamente previsto in relazione alla disciplina delle società a responsabilità lim itata deve essere, e nella prassi è, applicato per analogia alle altre fattispecie societarie e, comunque nelle ulteriori possibili ipotesi di recesso . Il valore delle quote sociali di soci che recedono dalla compagine deve essere quind i determinato secondo due principi generali universalmente applicabili: • • valore di mercato dell'azienda; criterio di proporzionalità della partecipazione, escludendo quindi eventua li sconti di minoranza/illiqu idità o premi di maggioranza . Qu indi per ciascun socio, che si avvalga o meno della facoltà di recesso, il procedimento di stima del valore delle quote segue le medesime procedure e, quindi, il valore unitario riconosciuto alle quote detenute assume la medesima consistenza ed il medesimo valore. Alla luce di quanto sopra è possibile confermare che ANCHE PER I SOCI CHE SI AWALGONO DELLA FACOLTÀ DI RECESSO IL VALORE UNITARIO PER SINGOLA QUOTA È PARI A ,VINIZIATIVA C 2,261