come preparare gli studenti per una visita ad un piccolo planetario?

I piccoli planetari e la didattica dell’Astronomia:
come preparare gli studenti per una visita ad un piccolo planetario?
Suggerimenti.
I piccoli planetari
Tutti i piccoli planetari, a causa delle loro ridotte dimensioni (o forse proprio
grazie a queste loro dimensioni), sono essenzialmente
inadatti a
rappresentazioni spettacolari; proprio per questo si configurano come strumenti
particolarmente idonei ad un utilizzo didattico.
Con questo non si vuole dire che per fare didattica occorre materiale povero o
poco spettacolare, ma semplicemente che fare didattica in genere implica avere
un numero limitato di studenti per poter verificare le conoscenze possedute
inizialmente e poter poi valutare l’efficacia del lavoro svolto.
L’ambiente ristretto di un piccolo planetario, il fatto che in genere l’uditorio è
costituito dagli studenti di una singola classe, fornisce a queste piccole
strutture, spesso inserite all’interno di scuole, una estrema versatilità sia per
lezioni classiche (come la precessione degli equinozi), che per brevi interventi
ben mirati allo scopo di affrontare singoli temi concordati con gli insegnanti: ad
esempio le stagioni, l’alternanza dì -notte. In particolare in questa situazione gli
studenti si conoscono, non sono inibiti dalla presenza di altri studenti che
potrebbero “far fare loro brutte figure” e quindi sono più disponibili ad una
interazione dialettica con chi gestisce il planetario; sono cioè più disponibili a
porre domande, a rispondere a domande poste, a prestarsi a “giochi di ruolo”.
Problemi didattici
E' opportuno aggiungere che i temi classici trattati sotto la cupola del planetario
(argomenti di geografia astronomica o astronomia di posizione) non sono di
facile comprensione
per gli
studenti senza l'ausilio di un'adeguata
strumentazione e senza la realizzazione di esperienze pratiche per svolgere le
quali occorrono strumenti di diverso tipo: dalla semplice palla di gommapiuma
inserita in uno spiedino di legno, ad un più complicato tellurio.
Un planetarista abituato a questo tipo di necessità ha a disposizione tutta una
semplice strumentazione spesso in materiali semplici come cartone, carta... che
permette di affrontare con tranquillità le possibili obiezioni poste da una classe di
ragazzi.
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In aggiunta a questo
le tematiche affrontate al Planetario spesso
richiederebbero osservazioni prolungate nel tempo; pertanto il miglior modo per
rendere proficua una lezione al planetario è di inserirla in una unità didattica
dedicata all'osservazione del cielo. La visita al Planetario si può quindi
presentare quindi come momento finale per consolidare alcuni concetti, oppure
come momento all’interno addirittura di un modulo didattico, in cui il planetario si
presta ad avviare gli studenti all’osservazione del cielo notturno oppure, più
semplicemente permette di accelerare il trascorrere del tempo.
L’Aula didattica Planetario del Comune di Bologna e il Planetario di Lumezzane
sono due piccoli planetari italiani che sono riusciti a crearsi un pubblico che
ripetutamente li frequenta nel corso dell’anno e nel corso degli anni; hanno cioè
la particolare situazione di avere contatti prolungati con gli stessi insegnanti,
questo permette quindi di poter avere con le singole classi più incontri durante
l’anno o anche nei successivi anni scolastici.
Momenti di attività nei due planetari in disegni di bambini
La possibilità di incontrare ripetutamente gli stessi studenti consente un
approfondimento successivo in momenti diversi.
Permette inoltre una
interazione con gli insegnanti che vedono nelle singole strutture e nei loro
operatori dei punti di riferimento per la didattica dell’Astronomia.
Questo rapporto permette inoltre di poter concordare con gli insegnanti attività
da svolgere all’interno delle classi prima e dopo la visita al Planetario in modo
che la visita stessa risulti momento fondamentale dell’attività, ma perfettamente
inserita all’interno delle attività didattica della classe e non un momento
estemporaneo di cui rimarrà ben poco.
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Proposte di attività
Tutte le attività proposte sono esperienze pratiche che stimolano gli studenti a
discutere e confrontare le loro diverse ipotesi ed idee.
Le attività osservative, essenziali e semplici, si pongono come obiettivo quello
di stimolare gli studenti a comprendere l'importanza del punto di vista e dei
sistemi di riferimento, ad apprendere come si osserva, a far nascere interrogativi
e a cercare risposte non banali. D’altra parte l’importanza del sistema di
riferimento e del punto da cui si osserva è fondamentale in un Planetario dove si
utilizzano modelli diversi: dal Planetario, al tellurio, a riproduzioni di diverso tipo.
E’ estremamente importante, in questa ottica, che i ragazzi abbiano ben chiaro
che a seconda del modello che stanno utilizzando vedono i fenomeni in modo
diverso.
Un esempio per tutti: quando lavoriamo con un tellurio il bambino vede tutto
come se fosse al di fuori della Terra, quindi vede “girare” Terra, Luna, Sole.
Quando invece guardiamo la volta di un planetario la Terra è l’oggetto che sta
fermo (noi ci siamo sopra) e vediamo ruotare la volta celeste. E’ importante
aver sempre chiaro il modello da cui stiamo osservando per poter poi
confrontare ciò che osserviamo in questo modello con quello che osserviamo
“nella realtà”.
Ci riferiamo in questa trattazione ad una classica visita al Planetario (quella che
normalmente viene fatta durante una visita standard): una carrellata di quello
che vediamo durante la nottata (quindi dal tramonto al sorgere del Sole), il
riconoscimento delle costellazioni principali, i pianeti che sono visibili e per finire
qualche diapositiva sui pianeti.
In una trattazione di questo tipo si dà per scontato il moto apparente diurno del
Sole e anche il moto apparente annuo del Sole (quello, per intenderci, che dà
origine alle stagioni).
Durante una visita al Planetario questi argomenti possono essere velocemente
trattati, ma solo velocemente; tale trattazione risulta più incisiva se prima della
visita sono stati trattati alcuni argomenti.
Attività da svolgere in classe prima della visita al Planetario
1) Orientamento e misura del tempo attraverso l'osservazione del movimento delle
ombre prodotte dal Sole.
L'osservazione del movimento apparente del Sole è la prima delle attività
proposte. L'esperienza di seguire l'ombra proiettata da un bastone posto
verticalmente nel terreno ci permette di porre in evidenza i cambiamenti nella
posizione del Sole in rapporto all'orizzonte, di scoprire come aumenta e
diminuisce l'altezza dell'astro e di determinare con molta precisione l'istante in
cui il Sole raggiunge la massima altezza giornaliera (linea meridiana e
culminazione). La ripetizione nel corso dell'anno della medesima esperienza ci
permette di tracciare un calendario sulla linea meridiana e pertanto di scoprire la
diversa altezza del Sole sull'orizzonte al momento della culminazione. Queste
attività possono terminare con la visita ad un orologio solare o meglio ancora ad
una meridiana.
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2) Osservazione del movimento apparente delle stelle nell’arco di una nottata
attraverso le "finestre astronomiche".
Allo scopo di mettere in evidenza come cambia il cielo durante la nottata e
durante l’anno si potrà proporre agli studenti di indicare su una finestra la
posizione di un astro e riosservarlo più tardi per notare il cambiamento della sua
posizione.
Durante i mesi invernali è particolarmente interessante proporre agli studenti
l'osservazione della costellazione di Orione, una delle più facili da riconoscere.
Osservando alla stessa ora, in date diverse, la costellazione di Orione si potrà
notare come cambia gradualmente l'aspetto del cielo.
3) Le costellazioni.
Le costellazioni sono solo il frutto della fantasia e pertanto con l'immaginazione,
come hanno fatto gli antichi, lo stesso gruppo di stelle può suggerire figure
differenti. Con i bambini più piccoli (6-8 anni) è interessante notare che le
costellazioni inventate all’inizio del lavoro non sono più riconosciute dopo
qualche settimana. Ma si può anche provare che i bambini non vedono le
costellazioni degli antichi, ma immaginano cose totalmente diverse (classico è
Orione in cui moltissimi vedono la macchinetta del caffè!)
Si può reinventare il cielo con disegni, realizzati con tecniche diverse, con carta
incollata su degli ombrelli o con materiali diversi.
Un momento di lavoro al Planetario (a sinistra) e il ricordo di
una lezione sulle comete
Attività da svolgere in classe dopo la visita al Planetario
1) La stella Polare.
L'osservazione della stella Polare non è facile per la maggior parte degli studenti.
E' indispensabile la collaborazione degli adulti e anche in questo caso
l'individuazione della stella non è certa. Inoltre solo osservazioni ripetute possono
mettere in evidenza che la posizione dell'astro rimane sempre la medesima.
Queste difficoltà rendono indispensabile la visita prelimina re al planetario che
potrà essere seguita da attività che sviluppano quanto osservato sotto la cupola
attraverso l'uso di astrolabi, ombrelli stellari e disegni animati.
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2) Gli altri corpi celesti.
In un programma che si prefigge di suggerire solo le osservazioni essenziali
l'attenzione per gli altri corpi celesti si riduce a fenomeni quali le fasi della Luna e
alla ricerca del pianeta più luminoso della sera, se visibile.
Una proposta più impegnativa, denominata "Pagine di stelle", è quella invece
promossa dall'Osservatorio Serafino Zani che avendo contatti con gli stessi
studenti di Lumezzane per più anni, chiede ai ragazzi in visita al Planetario di
registrare le loro osservazioni. Si tratta di un quaderno, che diventa come un
biglietto di ingresso per entrare al planetario, che viene richiesto solo agli studenti
della città che ogni anno visitano il planetario. In questo quaderno, utilizzato dagli
studenti per più anni (da 6 anni fino a quando completano la scuola obbligatoria),
vengono fatte annotazioni, incollate fotografie e aggiunti disegni riguardanti i corpi
celesti visibili ad occhio nudo. L'obiettivo è quello di poter collezionare, come in un
album di figurine, osservazioni, disegni e immagini riguardanti tutti i principali corpi
e fenomeni celesti visibili ad occhio nudo. La compilazione del quaderno verrà
stimolata anche attraverso piccoli premi e mostre a fine anno scolastico.
3) Sole e pianeti in scala.
E' difficile per gli studenti comprendere le dimensioni e le distanze dei pianeti del
sistema solare e del Sole. Le distanze sono troppo grandi, le cifre in gioco hanno
troppi zeri e a queste difficoltà si aggiungono a volte le imprecisioni dei libri di
testo e le idee errate sull'argomento.
Il punto di partenza è il sistema Terra-Luna -Sole per poi passare, attraverso
progressivi cambiamenti di scala
e quindi attraverso la diminuzione delle
dimensioni dei pianeti, all'intero sistema planetario.
Obiettivo di questa attività è far comprendere agli studenti che le masse in gioco
Sole – pianeti sono trascurabili in confronto alle distanze che ci sono tra di essi. In
questo modo apparirà evidente che tutta la materia è contenuta nel Sole e che se
vogliamo mantenere le dimensioni visibili dei corpi è inutile fare delle
rappresentazioni in scala.
Questo concetto colpisce ragazzi, genitori ed insegnanti: le dimensioni della Terra
se confrontata al Sole sono trascurabili e ancora più trascurabili le masse in gioco
se consideriamo anche le distanze.
Testo di
Loris Ramponi - “Centro Serafino Zani” – Lumezzane (Brescia)
Angela Turricchia -Aula Didattica Planetario - Comune di Bologna
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