LA STORIA DELLA MONETA : L’ EURO
Nel maggio del 1998 i leader dei maggiori Paesi dell'UE misero
fine alla circolazione delle singole monete nazionali dando vita a
un'unica unità di cambio:L’EURO.
Un passaggio storico che ha rafforzato l'integrazione economica
tra i vari Stati membri , rendendo sempre meno evanescente
l'unione tra le nazioni che compongono l'UE; un processo graduale
che ha interessato all'inizio undici Stati sui quindici.
Questi ultimi , per poter entrare “nell’Euro zona” , furono soggetti a una serie di condizioni ,
parametri di Maastricht , una garanzia di stabilità della moneta nascente:
- un deficit pari o inferiore al 3 per cento del prodotto interno lordo;
- un tasso di inflazione non superiore di oltre 1,5 punti percentuali rispetto a quello medio dei tre
stati membri a più bassa inflazione;
- un rapporto debito/PIL inferiore al 60 per cento;
- tassi d'interesse a lungo termine non superiori di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media dei tre
stati membri a più bassa inflazione;
-appartenenza per almeno un biennio al Sistema monetario europeo.
Successivamente negli ultimi anni, dal 2007 ad oggi, li stati entrati nell’Eurozona sono saliti a
sedici, per un totale di 320 milioni di cittadini. Al di là delle regole e delle norme che hanno gestito
e condotto l'intero processo di nascita e sviluppo dell'Euro, quello che risalta a dieci anni dalla
nascita della moneta unica sono gli effetti prodotti sull'economia.
Un punto questo molto spesso oggetto di aspre critiche legate alla considerazione che l'introduzione
dell'Euro abbia innescato un processo di crescita dei prezzi di beni e servizi.
Da qui l'accusa di aver generato una spirale negativa con una perdita reale di potere d'acquisto dei
salari ed un impoverimento generale, in particolare delle famiglie.
In realtà l'Euro ha consolidato all'esterno il suo ruolo imponendosi come moneta forte e stabile, una
moneta di riferimento grazie alla sua solidità: questo ha consentito di difendere il sistema
economico e finanziario europeo dalle turbolenze internazionali degli ultimi mesi.
La prospettiva però cambia all'interno dell'Eurozona in quanto la moneta” new entry” ha imposto
delle condizioni di stabilità e solidità economica.
Ma la stabilità monetaria si è tradotta anche in benefici nei singoli Stati membri e per la
popolazione stessa, come nel caso della riduzione dei tassi di interesse di lungo periodo, scesi
sotto la soglia del 4 per cento, che hanno permesso alle famiglie di accendere mutui a condizioni più
favorevoli ed alle imprese di sostenere i propri piani di investimento che alla lunga hanno prodotto
nuovi posti di lavoro.
E proprio l'occupazione rappresenta un altro aspetto positivo di questo decennio di Euro. Sono
quasi sedici milioni i nuovi posti di lavoro realizzati dal 1999 ad oggi rispetto ai circa 12 milioni
degli anni '90 ed ai 2 milioni degli anni '80.
Oggi L’euro compie 10 anni ma non si respira aria di festa. le statistiche da Bruxelles segnalano il
quinto ribasso consecutivo dell’industria manifatturiera dell’area Ue.
Intanto i primi scambi sui listini asiatici segnalano la debolezza dell’euro a quota 1,29 sul dollaro e
ai minimi nei confronti dello yen.
La moneta unica soffre un’evidente crisi di fiducia, anche se è esagerato parlare di rischio default.
Ma, per la prima volta, la moneta unica ha accusato l’anno scorso un ribasso sia nei confronti del
dollaro che dello yen.
La debolezza delle ultime settimane è più legata al taglio dei tassi operato dalla Bce e alla iniezione
di liquidità nel sistema finanziario che non al fantasma del crack.
Ma la moneta, ancora nella sua giovinezza, è investita da previsioni nere.
Fiore Martina
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