Le {orme nominali del verbo. Si clicono forme norninali del verbo. f in/inito, tI poríicipio, I' gerttndio e gerrndíao, tI sttputo, perchè p:rrtecipano cle1la doppia lratLlra deÌ r'erbrl e c1el nome o dell'aggettivo. a) Sono forme verbali, pcrchè dcl r-ei'brt hanno, non solo (cioè il caso che gli è proprio), ma anche i generi e ìtempi. la reggenza ó) Partecipano della natura del norne, Pcrchè sono decli'nabili e nel periodo sono adoperati in fttnzione di sostantivi (infinìto, gerttndio, srtpino') o cli aggcttivt (l>articipio e gerundiito). Uso norninale dell'infinito. I-'infinito sernplice aìla I) culntr soggetto, trri -stregua :rHU, llii di un sostantivo può Cr.i essere usato: : a) con i1 r'crbu sitrrl in unionc con un aggettivo ner:tro o con un sosta-ntir-o come: ittstu,tn est, le:r est, tnos est, ccnt,stt,etttdo est, irt'Lperatoris esl..., ecc. Ttrrpe est ó) con rnentiri i (.,=- ttanduc'iunt) È r'ergognoso mcntir-e r-ci'bi irnpersonali, come'. decet, dedècet, pigel, poenítet, oportet, intèrest, llecesse est, o1>tts est, crtndúcit, placet, delectat, ecc. Confidére (: .uumL il conr-cniente a'er flducia, disdice ti(Cic.). teucre conrttlentia) decet, rnére (- titnor) tton tlecet . z) come predicato, con il vrybo surn che abbia pe'r' soggetto un proo un cltru inlìnit". (Juesto non è r'ir.erc. Hoc non esl vivére (- t'ilti). f)aclo /'tontini t,it,ère es! cogitare lter' l'uomo dotto vivere è pensare (Cic.). -i +J tI : ;:ii::rt:, r=! I. Se all'infinito in funzione di soggetto o minale o úr\ conx|lenxento predicatiuo, essi vanno ternperantern (Cic.). Mario consll'lern fieri ualde utile uiSapi.ent,is est esse debatur (Cic.). di predicato è unito ún pled,icato no- in accusal,iuo (e non in nominativo). È del sapiente l'esser moderato. A Nlario il divenire console sembrava cosa molto utile- :'..', z. Con licet accornpagnato da un d,ali.uo di persona, il predicato nominale o i1 predicativo dopo l'infinito non va in accusativo, ma si orrorlo comunemente cor datiuo. Es.: Licuit assa otioso Themistòct'i (Cic.) (ma anche assa otioswnc) ;in assenza del dativo dirai poi sempre: non li,cet oLíosum esse. 3) come complemento oggetto, nei seguenti casi: a) con i verbi servili come: possum, debeo, soreo, que,, nequeo, íncípio, aolo, ol0, malo, expèto (: desidero), aveo, ecc.; ó) con altri verbi, usati in funzione servile, che hanno nell'rnfinito cui si accompagnano il necessario compimento, come.. qssuesco, assuerto, clnsLLesco : mi avvezzo, so7'to solito; stah,t,o, constitr.,t.o, decerno: delibero, sta_ bilisco ; sct,o, nescio : so, non so', f estîno, propèro, nx&trirl .: mi affretto pergo, perseaèro : continuo ; desíno, des,isto : cesso, lascio, audeo : oso';; clnor : tento; clntendo, nitoy : mi sforzo; dubito: esito ; disco : imparo; doceo - l'accusativo e ì'inf zioni, .infi,nitive. In italiano, le pr ((che) e f indicatir-c finito. Es.: So càe st In latino, in enrr e cioè: a) 1l u che r o ó) ii soggetto italiano fosse sottin c) il verbo sr Adnuére te i i; Confi.clo ,l::..::-: mortem) nemo sap,iens mi- serum d.uxit (Cic.). Petímus bene viv&e (Or.). Nessun sapiente il doiorosa ,- Sc'io rrte asir:ti (Cic.). ha stimato cosa di vivere es Spesso nell'in: che, quando essa è esp,; srzlone reggente. Cwlfia caruisse morire. Desideriamo ti. te hoc J: r. insegno, ecc. Mori (: te aliqt::. Credo t< bene. i 2. I pronomi di tt ',, 1. Il predicato nominale o il complemento predicativo in unione con un infinito in funzione oggettiva va in nomtinatiuo (veó,i Nominativo, $ rr), purchè vi sia identità. di soggetto tra i1 verbo reggente e quello all'infinito. Es.'. Non possint ovnnes esse patricii (cic.) : Non tutti possono essere patrizi. cwpi.o esse cleàens (pero: cwpio te clementern asse, perchè c'è diversità. di soggetto). .. z. con i verbi servili di volontà. uolo, nolo,malo,cupio, ecc., si può avere I'accusatiuo er"infi'n'ito anche con l'identità. di soggetto fra Ie due proposizioni. F;s.: sapientem civern rrre esse uolo (Cic.\ : Desidero essere un citta<lino saggio. si rendono con eum, ea?i: finitiva e della reggent€ Dico eurn niii;. Ma si dirà: *A'it piso t 3. ln proposizio:t causa dell'accu,alii.o :. persone: in tal caso ,si r :-r Dat iwyn cot.t.sÍai a ratufn uso verbale dell' infinito (in proposizioni dipendenti soggettíve :.:. Si er iterà cioè di rr., lanto u che Alessandr,, , . e oggettíye). :: : : .r'i j Oltre al semplice infinito, può fare da soggetto o da oggetto anche un,in_ tera ppoposizione che, in virtù delia sua funzione, si denomina soggettiaa o oggettiaa. Entrambe le specie di tali proposizioni si rendono in latino con 346 esse. Premettiamo tutte le anz;r. proposizioni cioè non vanno conÈid proposizione reggentÈ l'accusativo e f infinito, donde 1a loro denominazione comune di proposizíoni infLnitiue. In italiano, le proposizioni infinitive sono espresse in forma esplicita con ,r che r e f indicativo (o il congiuntivo), in forma implicita con rr di rr c l'infinito. Es. : So clle sei clemente ; so di esseze clemente. In latino, in cntrambi i casi, esse si costruiscono con l'acctLsatiuo el'tn./inito, e cioè: a) il r, che l o i1 rr di l si sopprimono; ó) il soggetto dell'infinitil'a va in acntsatiuo e si esprime, anche se in italiano fosse sottinteso; c) i1 verbo si pone all'infiltito nel tempo douttto. Veclo che tu acconsenti' Adnuére te a'ideo (Crc.). Credo che tu abbia udito qualche Credct te al'iqnitl audisse (Cic.). Confidote /zoc esse factururn (Cic.). iÌ-,tfoo" che tu farai cio. r. Spesso nell'infinitiva italiana iI soggetto è sottinteso; ìn particolare si osservi che, quanclo essa è espressa con ( ch tt e l"infinilo, i1 suo soggetto è lo slasso della proposizione reggente. Scio rne asirm.rn gernta,nunt. iuisse (Cic.1. Cwlpa cat,ui'sse te avbitrazls (Cic.). di essere stato (=. un \ rro asino. So ch.e io sot'to stato) Tu crecli cli non aver iLvltto (non hai ttrnto) colpa. che z. I pronomi dt terza persona <i egli, el1a, essi, esse )), ecc. , soggetti di una infinitiva, ru*, ed4n, eos, ea,s, ma invariabilmente con se, qualora il soggetto delf infinitiva e della reggente sia Io slesso. l)rco che egli non sa niente, non h:r Dico er.l.rn nih'il scire, nthil audisse. si rendono óon uclito niente. si clirà: t Ait Piso se 'ttihil scíve, nihil audisse,r (Cic.). 3. ln proposizioni infinitive di forma atti,ua prò nascere ambiguità di senso a causa dell'accusatiuo (soggetto) e dell'accusaliuo (oggetto), specie trattandosi di due persone: in tal caso si volge la frase al passivo. Si sa che Alessarndro vrnse Ilarro I)avltnn cllistat ab Alexamd,vo superaturn esse. N{a Si evrterà. cioc dr tradurre'. ,4lexandrum. Davium slrpevasse (che potrebl-'e interpretarrsi tilnto < che Alessandro vinse l):irio I qu:rnto r, che Dario vinse .\lessandro r). Premettiamo anzitutto che i tempi delle proposizioni infinitive, come di tutte le ploposizioni dipenclenti, non hannct ualore assoluto, 1na relat'ivo, jn relazionc'a'1 ten-ipo de11a cioè non o-unto.censiderati in se stessi, ma scmPie proposizíone reggente. .1+ / L'infinito ha tre ternpi: presente , perletto, fu.turo. r) L'infinito presente denota azione contentporanea a quel\a dcl verbo . i 5S,, Credo (ora) che tu abbia pawa (ora). Cletlevo lnllural chc tu ;r\ r'-<i p311.1-* Eqtites ex statione n:urÍia'rrt x'ilia venire (Ces.). Nuntiabatur auxilía nlîLgna (Ces.)' Enniun't, ancilla domi dixit 1Cic.;. venire nan esse _ z) L'infinito perfetto nuntiaverunt i'.i Credo (ora) chc gliato (allora). dcbatn /c erravisse. Legat'i Parlltos L'.ncella rispose che Ennio dcnota azione passata in lapporto a qriclla Credo te erravisse. in tu hai Syyiam, transisse (Cic.). passati in erano Siria. rère (Cic.). 3) L'infinito ftrturo denota reggente. est disse- cmtequatm r rr i 'TCseU c)l t tt..:; $r'n1t., q,rrr il Cutt.t -. ra I'purl O ild Lln ;, ;;._^ n) La cirtottl, c :--: ll' lt' -,, r\ d'ubbligo. -I'infinilo 1'rtlttro e t. " Iici pio f tt/ttt,o, conrsi ha il ( uttgttutlt; sizi.nc reggt.ntr.:l soslil uzione,1, 3 ccln rnernini o rnernorià teneo : < ricordo ,r, si ha I'infinito presente in luogo del perfetto, anche trattandosi di latti passati, secolui che ricorda eiprime un,arioie abitrra.le a crt fw presente. In casi cliversi, si ha regolarmente il perlefto Memini catomem .'ttno )ri ricorclo che catone un anno prlma della morte discuteva con ,.e e con Httitts ilre caiis._t; mumqtnnt paeni Scipione. azione ftttura te negaturum esse (Cic.). credebant (rr) eonilctm in atiis rllbibus solihtd'inent. inventuros esse (Liv.). Credo ln ra.pporto a quella dcl verbcr H tr i rts m( ut Credo che tu negherai. "a'rebbrro credevano che trovato la stessa desolazione nelÌe altre citta. cotÌ r:,r t.. numquaiit pae z) d i Prelet, tt -., l.r più evitalo, e tal\ che hanno regula rnlr._ li, vu i'idca di ar r -;:- Puto fore ut veatur sen,atiis Sull' uso dell' infinito {uturo. .,.. senatum conutici .:; l{untqrmnt, putar.i 'l 1J:;" Premettiamo anzitutto che l'infinito futuro latino rende f idea acl solo crede, del lnturo sentplice itariano e non già, come comunemente si lnche quella del futuro anteriore, ir qualé non può rendersi ailatto coll,in_ f.nito futu,ro, ma nel modo che diremo più avantl al 5 r5f 348 v Si noti corn- r,=;'ettlttrttnt essd, c.,r'riPaolo sarebbe ven-,-r: In italiano, d'Lrr,,_; cìcl '::.; tmortuus nleÒuw et cwm, scipioza Parituu non (abbia) sba- i Parti Cyedo Cred,ettam Pttiti ,:; Credcvo (aLlora) chc tu avevi lavessi) sbagliato (prim,a). i iegati riferirono che espressione è dor-uta da un tempo preseÌl arrivo (.ra in ca'r. verbo reggente. e y, in q:. -1nrico, avrcmn d,tsostanzialmente sorr, I crvalieri dal po:to di o:.rlr,zione riferiscono chc sono in arrir.o gli aiuti. Si annunziava che erano grandi rinforzi. e, si voglia esprimere (ullora). au- :.lgle Vul,-ndo r.sprinr:t ittlttro sempl ice pd reggente. Cyrdo 1,' tirnère. C redrh,utt 1r tirnère. l-.' le venirern (1) La perifrasi er,e iort o i::. -. Il \olA, tto r on or.ort congiuntivo dipendente da :r r T ciel \,'olendo esprimere in itirliano, in una propt.rsiziorle cl,pendente, i'ii'1ca chc sec.nd. r-c..ta c1i Pao1.), frúttro setnptici (ac1 esempio: c1-11a pros-sima c1a lin temPo princillale cl da uncr in clipenclenza iclca tluesta esprimere voglia .si ma st.ric., o"r.-,, c1uà cspressirni, le qr-ralì fornlaltllcitt* r1''a1"no dit'crse, l'altr:r e l'una tl-a Îortnale sostiÌnziaÌmcnte sono e:quivaien'ti Là cliversità' dello stt::(ì crrllCLtto eSpreSSiOr-tg r) c1Or,r-rta Scmillicemente alla traSposizirlnt' clir un temptl llrescnte lld un tenpo pass:rto' Crcdo PattltLTl? venturur:fl esse' Cved.ebnn't Pttttltttt't ventururn esse Credo che PtoTo t:ttrYtì. Clerlevo che Paolo sarebbe t'et'tttlrt PtLtt/ttttt co1ne nella lingr-riL latina si abil;:r uir'rinica csixt-"'sittn': Paolo r-err:ì (lLr-alllo il- '( che i;errtu.rttttt, d.)^.sd, corrispoi-rclcnte t:l-llto a '' che Paolo sarebbel vcnuto ;'. In italjano, clunc1uc, f icleir clei {utÚr-tl sctlplicc iil prclprl-sizroni clillt'l'idcnti Si rrotj e:rprcssi,' t:oL itLtttrri indícoii't'o in rlritporto :rcÌ ;.;*, cor-r i1 ct.,rLcJizt'.nole possttio (ra.i:.mente eì tentpo prittcit'ttle nella teg- 'n cill c,nclizir)1lalt i. 'r\'st'n1c) un temPo sttrictt. non) a) Ltr cívccttilrtctLzitt'ne f,ore o futururn esse ut (cotl ncgazione sostittt:ictne dtlt' itt,/i'rtifti fttttro si usa"' rirpptrrto ac1 ?'l? coll it'obbtigo,se il verbo cleli:r p:oposizirlnr: ìllhnitir-iL clcr-t] rcrlclcrsi pttrdi tftanconte i'erbtt utr r-i corrisptincle latina lingua ),infini|t ftittrct t; Dell:r es'se ttl ticípío lt.rttLro, cctn.e tiiltei, disco, pttettilet, ccc. I)opo lore o itttLrrutt ncIIa llrop')si lra i1' cott,gi.trulii,0 preseute in rapport0 ad iin terttpo f-'rittcipale st"ttc't' rirr luttprt nt1 lappclrttl in ittiperletlo cottgitútti't'o 1l sizione rc.ggentc, \ H tti,tLs tttt constatttitta puto fore ut nut?1qtt(un paeniteat ((ìic.). Httùrs me cott'stunlitte putabarn fore wt tLLt tllqu (|ill Paenitéret Crt.do che lloll tnì ptttlirit mai c1i que st ir co-stanzi't. non rni sareL ina'i fett' litr) dr cltrcsta costallz-l-t. LÌ'eder)o che _irt, per z) di t'relere.n'zi'., 11- sostitrrzione cl.t.Il'inhlrrtu itttttt,,', pLt:si.uo ill ítttttro alll"i''o dei Verbi lr-i pirì er,itnto,'c tirivolta aDchc in luogo clell'ìnhnrftt in pa'rtìt:cllare rimettere r-urll si rFranclo che hannrt regolarmc.r-rtc ìl supino, (1). hcvo f iclca cli avvenimento Putoforeutaliquandocofnlno-Cyetl,Lclrei]senatorÌniìbuonir voltir sarr) scosso' veatur selTalL{s (Cic ; meglio chc sattaLr.nrr cornmotrttn iri). \on r'rl sarei rnat in't'n't'agi.nato clrtt NltrtqtLttn't' putavi fore ut sttppler atl le venirern (Cic.). sttt ILrt, rtut,tclttlo clrc io ; a4lsrl rlll)- piice d:r tc. (') La periÎrasi lt-'rt o ftLlLtrttnt r,s.sr itl vale gr:rttlrlatice.llnetrle L chc' livr-crrà, perchè esso di\.ellta soggetrtl' t'he r. ll soliSctto nolL :rrrclril ccrto :iil ac.usatiYc, coiigiutrtivo rlipeliclettte cla che sarebhc 2\\'crlLltll clopO 1a petilrasi' clcl zrl' .319 b) Con i verbi (potere, dovere, volerer, poichè l'idea del futuro è insita nel loro stesso significato, nelle proposizioni inf,nitive f idea del fwtu,ro sencplice viene resa in latino con l"infinito presenle, quella del frúuro anteyiore conl'in- linito perfetto. Credo hoc te facere posse (debére, velle). Cred,o te hoc facere potuisse (debuisse, voluisse). Credo che polrai (d.oarai, uorrai) fare cio. Credo che ta aurai potwto (douuto, aolu.to) fare ciò. c) I condizionali delle espressioni italiane indicanti possìbilità, necessità e clnaenienza (cfr. $ r+r), cadendo in proposizioni infinitive, si comportano nel modo seguente: t) i condizional.í presenli dei tipo r potrei > : possttm; a sarebbe necessario ) - necesse esl; rr sarebbe troppo lun.go r : longum dsl; ( sarebbe lecito - licet, ecc., si rendono tutti con I'infi,nito presente. Censeo te hoc lacèye non posse. Penso che tu non pcttresti fare rr Censeo tibi hoc non ticéte. $XlJJ.n. a te questo non sayebbe lecito. z) i condizionali passatl dei tipo (avrei potuto r - polèram, (pototi, porr sarebbe stato meglio )) - m.elius erat (fuit, fuerat); rr sarebbe stato lecito r - licebat (licttit, Iictterat), rr si sarebbe dovuto rnorire tt e16yip4fltt* tu,eram), erat (fuit, fuerat), ecc., si rendono conl'infi,nito perfetto. Censeo tibi hoc non licuisse. Penso che a te non sayebbe stato lecito qtesto. Censeo Pau,lo rnoriendum fuisse. Penso che Paolo aayebbe douwto :'iia:;. :l.i I verbi spelo e si spera o si giura app {Cic.) : invero io spe: (Ter.) : speravo che -'l -;,'i: J In italiano, I'idt cspressa col futuro nella proposizione r storico. Infatti, se io dic futuro anteriore è ( in un tempo passa esplorato ). Osserviamo perr ll cond,izionale passa futuro in latino), qu diremo più oltre. Per distinguere l'una o l'altra idea con un tenopo prtnci futuro anteriore. Pensavo che subito tito il Pensavo che in morire. 1'opera. r., Si faccia però attenzione che gli stessi comd'izionali passali, quando sono in dipendenza da un tempo storico, rispetto al quale esprimono ueya idea d,i lwtwro, si rendono con l"in/inilo presente- Così avviene in espressioni del tipo: n credevo che avrei potuto sopportare 1a tua manca(rza,, : putaui me posse (errato sarebbe potwi.sse) ferre d,esideriw+n tui' (cic.); perchè < zrvrei potuto r, rispetto a putaui., esprime vera idea <1i futuro. Chiarito questo. r) In una proi latino sia d,epanente sato del verbo stesso d) con i verbi e 1e espressioni che significano (sperare), come spero, despero, conftdo, spes mihi est, spes me tenet; <minacciare), come nxinlr, nt,inítor; (promettere), come promitto, pollicèor, aoaèo (- prometto in voto), e rrgiurare)), come iurl, iwre iuyando adígo (-= costringo a giurare), si usa semprc 7'in/inito futttro, perchè l'oggetto di una speratza, di una minaccia e di una promessa non può riferirsi che al futuro rispetto al verbo reggente. Sperat adulescens se diw esse vicIl fanciullo s.pera di uiuere a hngo. tururn (Cic.). Veientes Roruam ipsatn se oppagnaturos esse rninabantur (Liv.). 350 I Veienti minacciaL)ano dí la stessa Roma. assalire Spero paucis i; fecturn (1) fore Sperabam pauc;. Ìoriam adeptun (1) Si noti la struirura ecc., risultano formati dall: il luturo; infatti i1 fL:: struttura morfologica si r: rizza stanno a significare idea latino, ad esempio i: amdtit?..1 potrà mai esprimere I'idea r avere anche f infinito presente o passato, se ciò che o al passato. F;s.: Equidem spero te recordari al presente appartienì giuia si spera o si Sperabam iant. defervlsse adulescentiam (Ci;.) : inveio io spèro che tu ii ricordi. - sbollita' (Ter.) : speîavo che la giovinezza {osse già I verbi spero e irzro possono In italiano, f idea del futuro anteriore in una proposizione dipendente è cspressa col futuro &ixterilye indicatíuo in rapporto ad un tempo principale nella proposizione reggente ', col condizionale pcLssalo in rapporto ad un tempo storico. Infatti, se io dico : ( credo che in brer.'e avrai tutto esplorato ;,, I'idea del futuro anteriore ò chiar-issima. Se però voglio trasportare 1o stesso concetto in un tempo passato, io debbo dire: ,, credevo che in brer.e avresti tutto esplorato ). osserviamo pertanto che, in italiano, in una proposizione dipendente, tI condizionale passato può esprìmere tanto l'idea del fltturo semplice (: infinito futuro in iatino), quanto quella del futwro arxteriore, che in latino si rende come diremo più oltre. Per distinguere con relativa facilità se i1 condizionale passato esprima l'una o l'altra idea, sz sostituisca mentalmente il tempo storico della reggente can un tempo princ.ipate; si vedrà così se ne risulta un futuro semplice o un futuro anteriore. (Idea di futuro semplice) ; infatti: Pensavo che il console sarebbe parrr Penso che il console Partirà svtito subito. bito '' (Idea di futuro anteriore); infatti: Pensavo che in breve avresti finito r Penso che in breve attrai fi,nito l'opera. l'opera ,,. Chiarito questo. si tenga presente che: r) In una proposizione infinitiva, f idea del fwtwro anteriIre, se il verbo latino sia d.eponente-o passiuo, si rende con fore in unione col participio pas.salo del vcrbo stesso. Spero che entro pochi mesi l'oPera Spero paucis mensibtts optt,s per' sarti stata cotnt'irtta. fecturn (t) fore tCic.). Speravo che entro Pochi mesi egli Sperabam paucis mensibr'ts eutn 'i:ic' at,rebbe otlet't'utu la vittoria. loriarn adeptum (1) fore (Liv.). (') Si noti la struttura morlologica del luturo attterìote nell'indicativo: ad esenpio flrè/0, emeu-elo' ecc.,risultanoforrnatidalieraclicilri- earTau-,checaratterizzatollfussato, edalsuffisso -ero,checaratterrzzall iutwro; infatti i1 futuro anterìore ha in sè fuse le due icìee di futuro e di passato insieme' La stessa struttura rnorfologica si rnantiele passand.o irr uua proposizione irrfìnitiva; tîÎàlli feriectum e ade|tulll futuro stanno a sigrri{ìcaie iò.ea di passat, e lore iò,ea di futnro. Di qui ris,lterà chiaro come I'infinito 1I ftrturo, ton che carattelizza l'elernento solo emútulunr in dssr, averrte amatutuin ac1 esempio latino, potrà mai esprinere f idea dei futuro anteriore. o-- f l rl z) Qualora, invece, f idea del futuro anteriore in itarianu sia espressa con un verbo di forma qttiua, corne in un'espresslone del seguente tipo: ,, Penso che in bteve aurai scritto la lettera r,, si ricordi che gli scrtttorj lalini concepivano lo stesso concetto in forma passiua: < Penso che in breve la lettera sarà stata scritta da te r, (ricadendosi così nel caso precedcnte.. Censea breai' a le epistr,tlam scriptano fore) oppure trasform...^lru Ia proposizione da dipendente in principale, inserendo i1 r-trbo, prima reggenter, a guisa di inciso, così: < In breve, cotne penso, avrai scritta la lettera r, : IJreui, wt censeo (ut mihi videtur), epistttlam scripsèris. hYu,nc o'ptts esi (Cic.). Ontnihtts expèdíi publicam (Cic. : r. Cincinnato nuntí,r eurn esse factu. i{*ri:x" il congiuntivo. Es.: Mo : È tendenza degli uorr i4 Quando il verbo italiano sia futuro anteriore atti,uo, i grammatici suggeriscono di ricorrere a lore ut seguito dal congiuntiuo pertetto in rapporto ad, ut tempo principate nella reggente, e dal congiunti,uo pi,uccheperfetto in rapporto ad urt tempo tiorico. E z. Con oportet, rtet congiwntiuo senza ill. Es. cessario che la virtir sba Ctedo fore ut bvei;i epislu.lant. seripsèris. Credebarn fore ttt breui e.pistularn scripsisses. Crecio che in breve ar-rai scritto la iettera. Credevo che in breye ar.'resti scritto la 1ettera. NIa questo è r:n puro schen'ia grammatrcale, che non trovzr affatto riscontro negìi ,. 959. Froposizio scrittori latini. La proposizione a) dopo i verbi hilror, :fero, tfj5pero'. e Proposi zioni infinitive (con valore soggettiyo e i 359" T [i soggetto lvecîi 5 stesse espres- -5z, a). sicil,iarn L. cosa stolta che io vi (Cic.) ó) con tutta l,isola consacrata a Cerere. ,liynto - ... ó; do1,o i r.rl ,' - dico, a fier m con lesso', tttntli. : giuro, ecc. iu,ro H acd ttoyttttt C .t surnrnatn esse bat (Ces.). a ('ae.sar respondit rnurn (Ces.). c) dop,, i r'-rl expèlt', irtbèo.,tel,'. :, Noslrarn gloríarn i verbi impersonari: terest, e con le forme necesse est, oportet, opus est, d.ecet, ricet, inpassive dei verbi sentiendi e d,eclarind.i, usa.te imper-sonal- mente ínteltigítrLr, nrnttiatum JJ1 prescriva che cosa clobbiate fare. È antrca opinione che totatn esse C:rèri consecratam di Sicilia fosse -' ii'. slriclis fttgiott.: a) con le espressioni impersonali costituite da una voce del verbo srnn (ittstr,un est, veyisiutite est...) o con un sostantivo (tmcts est, lex est, lama est...) o con un genitivo cii pertinenza (patris est, consuli.s e.sl...) stulturn est fixa ptaecipére quícl .' ... Caesay anirnadv in unione con un aggettivo neutro agatis (C,ic.'1 . l'et.us est opinto insttlarn . . (Ces.). oggettivo). infinitiva ha valore soggettivo con queÌle sioni con cui i1 semplice inlìnùo ha vatrore . 1ìtl aesar f tr Suebos srs, F..::-:,;rr:si:,ia;.::i isafimitiE.rr {:*:-.: vsiLrt"É s+3;€*t,tír,,{r," a proposizione s piu. contf.,et'i,, cettseu, cretí acci est, tradíh1ru, est, tlici potest, uúettígi potest. (Cic.). d) dopo i ierb: glorior, miror, aclntir ,i i\-tt'n,c of Otnn'ibns exf èdit salvarn esse publicam (Cic.). C Ora bisogna che tu sia irnino. tts r.sl anirno te valére (Cic.). si.,Llcr .\ trrttigior:' ch- ì,, )1 rln:ì: reÍr ato rli sah',r). "\ Cincinnato Îu annunzia.tci che stato {irtto dittatorc. incinnato munlìatttm r.sl dictatorern eurn esse facturn (Cic.). cLii r.Conmosest,lexest,ueyi's,imileesledaitreespressioni,sipuo-avereatrche,ule e;vceLléve (cic') il congiuntivo. Es.: Mos est homi,num, ut nolint tuidu* plurittu,s rebu's piir cose' in eccella persona stessa Ia che volere - É iàna""ra degli uomini non z.Conoportet,ne\esseBsl,accantoai'l'i'nf'nitocoll'accusat'l'L-:osipuoavereancheil esl (cic') : E necongi.ttntiuo setLa ut. Es.: v,irtu's uoluptatis aditus interclitdat necesse piacere' via a1 ia sbarri virtù 1a cessario che La proposi ziqne infrnitiva h:l valore oggettivo: - SLrl1to, nì'accorgo; : collosclo; rì1lintendo, acclpi|, 1;eptfierio - íÌl)prenclo ; intellígrt, c0gnascÌ : o s|ei : giudicci bitrrtr, cerLsea, cledo, ptito, ittdtct'r stilno, cretio, ' tlespérrt ' sl)cro, dispero ; lido, conlitlr'', dilfido, ecc. f'.esare sePpe t1ag1i esplor.ntol i chir caesctr .f tr exftloratores cornpérit i Suebi si erano ritilati nel1e sclr-e' Suebos sg.sl i, siltas recepisse a) clopct i r,erbi sentiendi, collre: (Ccs.). SelLtia, se styictis t'trgíoníbtLs peti (SYei.). Caesar anirnadvertit tl11tl.íqttc anirn,iclt:erltt si accot-sc c1i esscre tla ogni con P1lgn2ììi sgriaina.ti' ass:rlito Pal'ti: Ces:Lre ó) clopo i I'erbi dicendi o declarandi, cor-ne. dico, ctio, atllì.rmo, cort-- clico che non', respondòo: 1i-'rltottclo crtttfi,tèor ,fitu,to : cliJo, aiicrmo; nega t'tol, rttt:nítor: mir-r:lccio; sc,'iho nlttltio, -- cìonfesso: - annl-1l12i0, Scri\'o', ccc. giuro, ittyo cesare siÌPeva chc in tutt:r la Gallia H aedttortmt cacsay in onmi (,allitt gr-anciissimur cril l',a.utorit:ì clegli esse auctoritatern sciesuÍtfilaln Edui. bat (Ces.). Cesarc rÌspose r:he sarcbbc stittcr aequissifore respondit se Cae.sar {j11;1 i<<j6o' rnurn 1L r:.7. 1771 i yerbi voluntatis, come: t:rtlo, ntalo, nr.tlct, ctt'pti o, opto, sttLdea, (:cc ' expèto , irthètt , teto , t't'ohihòct , stat1t0 , con'sttttLl , -\-oslrarn gl.oriarn augéri expéto Bt-nmo che 1:i nostÌ'a gLirl-il't cl-i:sc;r' c) cLopg (Cic.). d) clopo i Verbi affectuurrr, come: Ettttda t. ltr€,tu,r: goc1o, mi rallegro; (llteror, cottqtt;tt't gl,c;rior, rniyi,y, adnrîr.r - mi glorio, mi merar-ì glio, dttlèo, .).) ) mi c1o1go, mi lamento; uix (aegre, moleste) fero cuore. Cotid,ie querirnur rnalos esse lices (Sen.). fe- - sopporto a stento, a malin- Caesar statuit ex esse) classem \Cí Ogtli giorrro ci lamentiamo che i malvagi siano felici. Verbi di co : vieto; prohib, si costnriscono con i -.;) ueto ... : i !::i :i:ì::: :ì::l:: . : Con quasi tuttr í uerba affectwum., oltre I'accwsatiuo e l"inf.ni,lo si può avere una proposizione co| qwod, dichiaratjvo-causale. Per l'uso dell."ind,icatiuo o del congi,untiuo dopo il quod, si veda quanto e detto piìr innanzi al $ zro, c, osservazione r. Gaudeo te valère. Gaudeo, quod te tle prolincitt s.d nos sahutn recepisti. permette qualche ca Cacsar Helvetir verti iussit (Ce Godo che trr stia bene 1: deìla Legatos Caes,tr saluie). (Ces.). Godo perchè tu sei ritornzrto salvo clalla provincia. :r Qualora tlon sia : bizione, si rende f;z: : Si avverta che con questi verbi e in particolare con i uerba sentiend,i e d,eclarand'i, nell'infinitiva itaiiana è spesso sott'inteso, mentre in latino va di norma espresso, Es.: So di promettere una cosa quasi incredibile : Scio tne paene incredibilem rem 1l soggetto polliceri Caesar Ponte tii ít (Ces.). Caesar eo s:us :' si non dtt '-t: est tl. Iubeo, ecceziona tratti di ordini o dec iussit, ut Sullae uoltoiit r) Verbi di percezione. I verbi che esprimono una percezione, come aideo, aspicio, conspt'cio, anirnadaerto, inven,io, aud,io..., ecc., hanno dopo di sè |'accttsatiuo e I'inrt,nito, se indicano 1o stato di fatto che segue a1l'azione; hanno invece il pa,rticipio presente, se si mette irr risalto l'azione neiI'atto del svo silllgiilrento. vidi in tem (Cic.). Catonem, Video uos bibliolJteca gloriam mi,nime seden- appetére. Audio te rnaledicentern rui,h,i. Audio te mihi rnaledicére. Vidi cìre Catone era seduto (: *tn- tra staaa sedttlo) nel1a biblioteca. Vedo che voi non desiderate affatto la gloria. Ti sento dire male di me. Sento (dire) che tu dici male di me z) Verbi di deliberare. I verbi statu,o, constitu,o, decerno - stabilisco, delibero, hanno dr solito f infi,xíto selnplíce (cioè senza accusativo), se il soggetto della dipendente è lo slzs.so della reggente;ut (o ne) elI congiurtttuo, se Ie due prcrposizioni hanno soggetti diuersí', tl geru,nd,iuo e 1't'nlinitr.,, se si vuoftr dare all'infinito seguente f idea dt necessítà. Caesar in Htteduos {Ces.). Calli statruwnt ut proficiscistatuit de.cem nriLia nutn 'in ofp,itlLnn rnittantur 354 h,omi(Ces.). Cesare stabilì di partire verso il paese degli Edui. I Galii stabiliscono che siano mandati in città diecimila uomini. di Silla fosse legge. 4) Verbi sentie verbocenseoeiv uLlmonel, Perstttde '. che una cosl è . quando siano sestlli con essi la constataz 1- cioè si esprime ccn faccia o nln si iac... Résponsurn solos dies e r.--:; (Svet.). Deli'berttntil'its t ntoenibus /igtti:-' Poichè aicuni oi zione, cambiano not, a) Suadeo e pe lranno l'accz6atiL'o e I Cae stabilì di asPettere (, .sl rlort's.sc as'feltara) la flotta. Cesare sur statuit exspectandarn (sott' c.ssr,) c/a.s.sarz (Ccs.). che perrnettere'. Itilteo - comando' 3) Verbi di cornandare, vietare, síno, t'atíor .- pernetto' lascio' iinJhe ed ,.eto : \-ie t(i; prohtbeu - froibir.u, si Vie'ta tl si c1e11o persona a cui si comancla, (attir-o) c1el r-erlltl c1a cssi clipcnclente. I,inf|nittl e CoSiì,, Llesare comanclt'r agli Elr'ezi c'li riCncsdy Ílelvetios in firtr:s s?ros retornare nei ioro tcrr-ilc't.i verti iussit (Lìes') (,utsttrdíscedére vetuérat CesiLrc ilve'li r''ict'rto rri lt'g'Lti '1i -i costrrriscollo co1ì l'cLcctLsatit'o -rermette qiralchc Legatos allonta-niusi (Ces.). 7,t pers,-,tL,t rL-.crii sono Qualora non sia esl)rrSsa biziJne. si rcnclc passit"' l tntinit' r rl;p''n'1ente' riVrllti il c-'omanclo o ia i:rroi- )' flesale conanda di t:rgliare iL ponte' ( r'riLIil,rlrlrnrl;r ' h' il p"nt'' 'ia pas' Ccte strr eo tlie tubernacù/n statrui Ccsirre in qriel giorno non permlse Ca,esurfir,tntett'L srrs nol'L est iubet rescin<li (Ces (Ces.). t, rg lirrt o. di 1i:;sare le tende. Iubeo,eccezr<rnalmente,puoesserecostruitocanut(ne)eircongiunti,o,quando sitratticliorcliniodecretidelpopolo,delsenatoodimagistrati.Es.:PopulusRomanus : r1 poporoio-u.o decretò che la volontà iussi,t, ut sulrae uoluntar';J;;'prà kgí (cic.) di Silla {osse legge. con ut (ne) e itr congiuntivo' 11 4) Verbi sentiendi e declarandi, vespolldeo,,sc/ih/' 111'tntia, tnonec)' clicrt, I'trrbo censeo e i o*rru dectrarancli'. t)-dettrt' 1.'ttccusaltij ' t I'ittlittito' si glÌr Ércc., hanno, coln€l , persrtttde0 , ti ":lll-: .t"rtì.i" ri.{"o scgiliti cla unzr p.cposjziírne enLmciatil)al:l:è-,:1::t":1" pensierc) rn cl. enLrnclaz.one lli semplìce o f^ttn coil L:ss1 lu congtatazionc 11,.rìr tolilizttt' (: clte u110 cas(l è n,om r)) . Sc rnr.ecc'segr.rc acl essj Una prolli:)stztctttt' clte ttntt co\tt\t tttlrnotreo r-t la r-olontìr, rln ordine (s'i lra ut o ne c tI crtttgiunliito' cioè sj esprime con essi i^"rir r rir,rr ri loccia), ii dc'siclcrio, Responsrrrnest.ll'lgl'lslocc.nlLrll.L,AdAirgusttl{rrrislltlstclchesarebbe vissuto per soli ccl1l' r glortri so/o.s ttits \cttnt) victururn esse (Svct.) A cttlolo che lil consilltavano 1:L Delibayut"ttibt.ts Pt'lhitL respondit, ut Pizia r ispose c1'Le si diîende sscrcr rtrcenilttts Iigneis s,r r"*t'i'l"t (Nt'p')' ( un mlll,, 'li l-Èrro. l',altra coslmFoicht\ alcuni cli tluesti vcrbi, seconclo chtl lianno I'una o i zione, cambiancl notevoimente cli srgnificato, nc elcnchiamo llrincipali' a)Suadeocpersuadeo,nclscnsoditconvinco"(cl-reun:r.cosAèononèì esorto ' (lr f:rre una cosir) l,rzccr tsúlito e I'in/inito; nel stnso di < pi:rsuado, Ir:rnno 355 ut ,ì i,5.i. il congiuntiuo. Es.: persuade tibi (: convinciti) rnuxim,.rm rei in le esse (Cic.). Themístòcles persuasit (: consigiiò) poputo, ut c/assls centtun naaiu,tn aedificaretur (Nep.). lranno l>trbl,icae (o ne) e g:r,tn_irr. spew Richiamando cr I'infinito col non i a) con. videor ú) censeo, nel senso di rr penso, crcdo, stimo r (che una cosa è o non è) si co_ strrrisce coTI'accu,saliuo e I'inrt.nitc.t; ncl senso di < propongo, decreto D con. wt (o ne) e 11 congiunlit:o. Es.: Thrasybùltts ciues ciuiLtts p"rècr. aiqtrrn censebat iNep.) - Trasibulo riteneva giusto che i cittadini perclonassero ai cittadini. M. Catittitts censebat ut (: proponer.'a clie) Pom,peitts ín su.as prouincias proficisceretur (ces.). Se poi nell'espressione c'è inclusa f idea dr tloaeie, ii hn tu perifrastica passiva: calo Cartkag'inetn delendarn esse censehal: Catone pensava ihe si clovesse distnggere nrente, ccme dic.,i. (r'edi g r3). Aristaeus invet citur (Cic.). Piso ntagnatit lLdln consecwt r'artagine. c) Moneo e adrnoneo, nel senso di a ricordo, dico, avverto r (che una cosa ir o non ò) si costruiscono coll'accusaliao eI'in/inito; ne1 senso di uesorto, consiglio 1 (a fare una cosa) con ut (o ne) e 1I congirmLiuo. Es.: Caesar rnonuit yictar,iarn in cohort'ittnL. virttúe constare (Ces.) : Cesare ricordo che la vittoria_ stava nel valore delle coorti. Caesar Dutnnorlgem monet, ut olnnes Cesare esorta- l)umnorigc ad evitare ognì diffidenza. su.sp,iciones vitet ó) con i r-erbi dai r.erbi servili p,:, desíno, desisto, onii:. - penso, ecc., il cut (ces.) tnfinito in unione d) Auctor sum, ncl senso di ( narro, atte sto, alTermo r; si costruisce coll,ac_ ctt'satiao e I'infi,nito; nel senso di rr consiglio, istigo , con ut (o ne) e ir congiuntirLo. Es.: I'ab'ì.ns Rustictts alrctor est (: afierma, n:rrra) scripto" .""" atl Caecínau,t, cotlicillos (Tac.). ilIihi, wt absim, ueltetnenter auctor est (Òic.) NIi esorta calda- lontano. mente a starmene c,. humani esse rl.eèrunl bella ci. Sz Iatn omitto ira a) certiorem facio, nel senso di r informo, faccio consapevole, narro r, (che una cosa.è o non ò) si costruisce col|accttsatito e ).'in/iníto;.,É1 ,"r-r.o, irvece, di r ammonisccr, csorto r (L1no a-fare una cosa) con ut (ct ne) e 1l c,ongiunf,iro. Es. .. caesay certior factus est (: fu informato) tres iam copiartL,tn partes Heluetios flr,tmen traduxisse (Ces.). Caesar nt'ililes certiores fàcit, (ut) paulisper interrnittérent 'proelitLm (ces.) : cesare esorta i solclati a<1 i it1.;. ii::::1:;.:i:, s interrompere per un pà, iÌ combattimento. i; 3-*9, Fa"eF+sizÉ{ini à:tfinitÍ.y,:e LÍiGrÈt,oj in Si chiama infinit dagli storici per dar avvenimenti. Esso è non dipende da alrri rende per lo più cor f,u:::zj.q;.c}e di*hia:.*.,ti=;a. h'ih,il Sequani Si usa 7'accusatiuo e l'inlìnito con funzione dichiarativa in reiazione acL pronome rreutr-o (koc, illud, id), ad un avr.erbjo (sic, ila) o ad un ,sostantivo che preannu,nzta ll contenuto clell'ínfrnitiva :ìtessa. fllud, perliltemtcy audiai, te esse Caesari farniliarern (Cic.). Questo ho udito clirc con grande piacere, che tu sei :rmico c1i Ccsare. i{'rqa, 6 Se.la proposizione.in funzione dichiarativa, anziché esprimere un giudizio, ha introdotta da ut (ne) e ll congiuntiao. Es.: Clarnor e tota contiÒne orlus est, at artna repeterentur : Da tutta l'asser:rblea si levò il grido che si riprendessero le senso uolitiuo, è armi. 3.56 t spondeLant). s,.i u-n perrnanère , t't t - j r. li:-l r'r. - Si u.a I'inlinito c rnazioni, per significr Te in lanlas ,t;,. incidisse! (Cic Esseze quernqua praedìlrrmi 1Cic. rz' ó) ' si ha Richiamando cltranto si è clctto a.ltrove (r'erli Nominativo .s Ì'infinito col norninativo, anzichè coli' accttsati'uo r l)elsr)nàla) con. videor e cc.in tutti gli altli vcrbi chu ''i costluiscon' ttetor itthior nt'tvttior, or ' ccc ' ' ilì' F1, , r'. lìr, : dìc"r. ierot ' traiLor. ptttor, perhibe ' (r.edi Q r:). . Ayistnet.tsinventoro/eifwissed'i-Sidj.cecheAristeosiastatoloscopritore del1'o1io' cit'ttr (Cic.)' ' Pis:one avessc lti sembrava che glotid'ebatLs mihi ntagnr'tnt' Piso riatn consecot,,s esse (Cic ) -. conscguito grande gloria' appeltor; t'L'.ontíttor' etígor' iudicrrz' ecc ' retti ecc, oppure da r-crbi come: clai r.erbi servili prrrifn, d.rbro, iitro, itt'cipio, negtègo: trascuro '' cr'tgito' meditor tlesínr.t, d,esisto, omitto ;:: ceSso, tralascio ; un il cui.sd?rso, in determinati cmi' può essere completato da Ò) con i verbi copuiativi .: penSo, ecc., r:n/initr.t in unione con un nonli?1'ativ0' Sl hurnani esse uoltimus, deèrrmt beLla ciuilia (Cic')' I atn om,itto iratus esse nulnclttaim Se vogliamo (Plaut.). essere' clementi' non manchéranno mai le guerre civili' Ormai cesso di essere irato' Infinito indiPendente. Sichiamainfinitostoricoquell,infinitopresente.clre,r-ienespessousato1I rapìd'.o slrcredersi degli ciagli storici per dar vittezza all'azione e significare. usato in modo assoluto' perchè' avvenimenti. Esso è facilmente riconoscibiie' In italiano si notní*atiuo. irt non dipende da altri 'erbi ed ha il suo ,oggitto ,en.le pe, Io più con !'itnperfetto indicqtiuo' te (- vs- Nuiia i Sequani rispondevano: '*u À llll Sequani respondè -ii p.rr"""ru"o-'to neilr' stt-Sso triste edclem ìisillia sfond.úant), se,l(- pemt'anebant; C'es)' stato d'animo' f.".rr.tét" -ne, nelle esclaSi nsa I'ín/ìnito cctn I'accusalzuo, con tr sen.za l'enc'ltttca meravigha. rnazioni, per signihcare sdegno, sorl)resa-' Che tu sia caduto in così gr:rndi Te in lanlas aeruil1'nas prctpter me tribolazioni a catisa mìir incidisse ! l( ic.)' Possibilc che vi sia qualcuno fornito ottd'!cro 1n;t1li quernquam Esserz di tanta auclacia / (Cic.). ! I Prn'edílum 3J/