25 DICEMBRE NATIVITÀ SECONDO LA CARNE DEL SIGNORE, DIO E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO Al Vespro Al Signore a te ho gridato, sostiamo allo stico 6 e cantiamo le stichirà idiòmela. V Tono 2. Di Germano. enite, esultiamo nel Signore, esponendo questo mistero: il muro di separazione che era frammezzo è abbattuto, la spada di fuoco retrocede e i cherubini si ritirano dall’albero della vita e anch’io partecipo del paradiso di delizia da cui ero stato scacciato per la disobbedienza; poiché l’Immagine perfetta del Padre, l’impronta della sua eternità, prende forma di servo, procedendo da Madre ignara di nozze, senza subir mutamento: ciò che era è rimasto, Dio vero e ciò che non era ha assunto, divenendo uomo per amore degli uomini. A lui acclamiamo: O Dio, nato dalla Vergine, abbi pietà di noi (2). Di Anatolio. Nascendo il Signore Gesù dalla Vergine santa, tutto s’illumina: i pastori infatti vegliano nei campi, i magi adorano e gli angeli cantano, Erode si agita, perché è apparso nella carne Dio, Salvatore delle nostre anime (2). Il tuo regno, Cristo Dio, è regno di tutti i secoli e il tuo potere di generazione in generazione. Tu che ti sei incarnato per opera del Santo Spirito e sei divenuto uomo dalla Semprevergine Maria, come luce su di noi sei rifulso, o Cristo Dio, col tuo avvento: luce da luce, riflesso del Padre, hai illuminato ogni 1 creatura. Ogni spirito ti loda come immagine della paterna gloria. Tu che sei e che eri e che come Dio dalla Vergine sei rifulso Dio, abbi pietà di noi! Che cosa ti offriremo, o Cristo? Tu per noi sei apparso uomo sulla terra. Ciascuna delle creature da te create ti offre la sua riconoscenza: gli angeli l’inno, i cieli la stella, i magi i doni, i pastori lo stupore, la terra la grotta, il deserto la mangiatoia; ma noi una Madre Vergine! O Dio che sei prima dei secoli, abbi pietà di noi! A Gloria. E ora. Stesso Tono. Di Kassia. ugusto divenne monarca sulla terra e cessò la pluralità dei poteri umani; e con la tua incarnazione dalla Pura, fu annientato il politeismo idolatra. Le città furono poste sotto un unico governo universale e le genti credettero a un unico dominio della Divinità. Furono registrati i popoli per decreto di Cesare e noi fedeli siamo stati segnati con il nome della tua Divinità, di te, nostro Dio fatto uomo. Grande è la tua misericordia, Signore, gloria a te. Ingresso con il Vangelo, Luce gioiosa e subito, senza Prokìmenon della sera, le letture con i tropari e i loro stichi. I 1. Lettura dalla Genesi. (1, 1-13). n principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era invisibile e informe tenebra ricopriva l’abisso; e lo Spirito di Dio aleggiava sopra l’acqua. E Dio disse: Sia luce e fu luce. E Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. E Dio disse: Ci sia firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque. E Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che son sopra il fir2 mamento. E così avvenne. E Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. E Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto e così avvenne. E Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie e così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. B 2. Lettura dai Numeri (24, 2-3, 5-9, 17-18). alaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli pronunziò il suo poema e disse: Oracolo di Balaam, figlio di Beor e oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante; come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Sono come torrenti che si diramano, come giardini lungo un fiume, come aloe, che il Signore ha piantati, come cedri lungo le acque. Fluirà l’acqua dalle sue secchie e il suo seme come acqua copiosa. Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà celebrato. Dio, che lo ha fatto uscire dall’Egitto, è per lui come le corna del bufalo. Egli divora le genti che lo avversano, addenta le loro ossa e spezza le saette scagliate contro di lui. Si è rannicchiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa, chi oserà farlo alzare? Chi ti benedice sia benedetto e chi ti maledice sia maledetto! Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro 3 sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set, Edom diverrà sua conquista e diverrà sua conquista Seir, suo nemico, mentre Israele compirà prodezze. I 3. Lettura dalla Profezia di Michea (4, 6-7; 5, 1-3). n quel giorno - dice il Signore - radunerò gli zoppi, raccoglierò gli sbandati e coloro che ho trattato duramente. Degli zoppi io farò un resto, degli sbandati una nazione forte. E il Signore regnerà su di loro sul monte Sion, da allora e per sempre. E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele. Egli starà là e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio. Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. S Quindi ci alziamo dicendo: Tropario. Tono pl. 2. ei nato nascosto in una grotta, ma il cielo ti ha annunziato a tutti, usando come bocca la stella, o Salvatore. * Ed essa ti condusse i magi che con fede ti adorano: con loro abbi pietà anche di noi (si ripete ad ogni stico). Stico 1. Le sue fondamenta sono sui monti santi: il Signore ama le porte di Sion più di tutte le tende di Giacobbe. Stico 2. Cose gloriose sono state dette di te, città di Dio. Ricorderò Raab e Babele a coloro che mi conoscono. 4 Stico 3. Ed ecco gli stranieri, Tiro e il popolo degli Etiopi. Stico 4. Tutti là sono nati. Madre Sion, dirà l’uomo; e l’uomo è nato in lei e lo stesso Altissimo l’ha fondata. Stico 5. Il Signore lo registrerà nel libro dei popoli e dei principi che sono nati in lei. Come di gente in festa, è in te la dimora di tutti. S Gloria. E ora. ei nato nascosto in una grotta, ma il cielo ti ha annunziato a tutti, usando come bocca la stella, o Salvatore. Ed essa ti condusse i magi che con fede ti adorano: con loro abbi pietà anche di noi. Quindi le seguenti letture. U 4. Lettura dalla Profezia di Isaia (11, 1-10). n germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastul5 lerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare. In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa. E 5. Lettura dalla Profezia di Baruc (3, 36- 4, 4). gli è il nostro Dio e nessun altro può essergli paragonato. Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. Per questo apparve sulla terra e visse fra gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio, è la legge che sussiste nei secoli; quanti si attengono ad essa avranno la vita, quanti l’abbandonano moriranno. Ritorna, Giacobbe e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. Non dare ad altri la tua gloria, né i tuoi privilegi a gente straniera. Beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato. 6. Lettura dalla Profezia di Daniele (2, 31-36 e 44-45). T u stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. Aveva la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla e li frantumò. Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come la pula sulle aie d’estate; il 6 vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione. Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione. S Tropario. Tono pl. 2. ei sorto, o Cristo, dalla Vergine, spirituale sole di giustizia; la stella ha indicato te, che nulla può contenere, racchiuso in una grotta, guidando i magi, perché venissero ad adorarti: * con loro anche noi ti magnifichiamo, datore di vita, gloria a te (si ripete ad ogni stico). Stico 1. Il Signore ha instaurato il suo regno, si è rivestito di splendore; si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto. Stico 2. E così ha reso saldo il mondo, che non sia scosso. Pronto è il tuo trono fin da allora. Stico 3. Hanno alzato i fiumi, Signore, hanno alzato i fiumi le loro voci. I fiumi hanno alzato i loro flutti nel fragore di molte acque. Stico 4. Mirabili i sollevamenti del mare; mirabile nelle altezze il Signore! Le tue testimonianze sono degne di fede molto 7 Stico 5. Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni. S Gloria. E ora. ei sorto, o Cristo, dalla Vergine, spirituale sole di giustizia; la stella ha indicato te, che nulla può contenere, racchiuso in una grotta, guidando i magi, perché venissero ad adorarti: con loro anche noi ti magnifichiamo, datore di vita, gloria a te. Quindi le seguenti letture. P 7. Lettura dalla Profezia di Isaia (9, 5-6). oiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti. 8. Lettura dalla Profezia di Isaia (7, 10-16; 8, 1-4, 9-10). I l Signore parlò ancora ad Acaz: Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto. Ma Acaz rispose: Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore. Allora Isaia disse: Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, 8 sarà abbandonato il paese di cui temi i due re. Il Signore mi disse: Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A Mahèr-salàl-cash-baz. Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Iebarachìa. Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: Chiamalo Mahèr-salàl-cash-baz, poiché, prima che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria. Sappiatelo, genti e siate vinte, udite, fino ai confini della terra, anche se vi rafforzerete sarete vinte e se di nuovo troverete forza, di nuovo sarete vinte, se formulerete un piano il Signore lo sventerà e del discorso che farete tra voi non resterà nulla, perché Dio è con noi. Segue la piccola ectenia, il Trisagio e il resto della Liturgia di san Basilio. I Prokìmenon dell’Apostolo. Tono 1. l Signore mi ha detto: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato. Stico. Chiedi a me e ti darò le genti in eredità e in possesso i confini della terra. F Lettura dall’Epistola agli Ebrei (1, 1-12). ratelli, Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, alla fine dei giorni, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche i mondi. Questi, essendo irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, che sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto egli stesso la purificazione dei peccati, si è assiso alla destra della maestà nelle altezze ed 9 è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli come i venti e i suoi liturghi come fiamme di fuoco, del Figlio invece afferma: Il tuo trono, Dio, per l’eternità dell’eternità e scettro di rettitudine è lo scettro del tuo regno; hai amato la giustizia e odiato l’iniquità; perciò ti unse Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza più dei tuoi compagni. E ancora: Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un abito saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso e i tuoi anni non verranno meno. Alliluia. Tono pl. 4. Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Stico. Lo scettro della potenza ti manderà il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici. I Vangelo secondo Luca (2, 1-20). n quei giorni uscì il decreto di Cesare Augusto perché fosse censita tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirino era governatore della Siria e tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Ora anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì alla città di David che si chiama Betlemme, perché egli era della casa e del- 10 la famiglia di David, per essere censito con Maria sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano là, si compirono per lei i giorni del parto e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in una mangiatoia perché per loro non c’era posto all’albergo. C’erano in quella regione dei pastori che vegliavano di notte per custodire il loro gregge. Un angelo del Signore si presentò loro e la gloria del Signore rifulse intorno a loro e furono presi da gran timore. L’angelo disse loro: Non abbiate paura! Ecco infatti vi annunzio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo, perché oggi, nella città di David, è stato generato per voi il salvatore, Cristo Signore. Questo è il segno per voi: troverete il bambino avvolto in bende e adagiato nella mangiatoia. E subito ci fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio negli eccelsi, pace sulla terra e per gli uomini benevolenza. Appena gli angeli partirono da loro per i cieli, i pastori dicevano tra loro: Passiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Vennero in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. Dopo aver visto, fecero conoscere la parola che era stata detta loro circa questo bambino. Quanti udivano si meravigliavano delle cose che i pastori dicevano loro. Maria conservava tutti questi avvenimenti meditandoli nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quel avevano udito e visto, come era stato detto loro. Segue la Divina Liturgia di san Basilio Magno. Kinonikòn. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo negli eccelsi. Alliluia. 11 O Alla Litì. Stichirà idiòmela. Tono 1. Del monaco Giovanni. ggi con i profeti terra e cielo gioiscono. Angeli e uomini concelebrano questa festa spirituale. Il nostro Dio, infatti, nato da donna, è apparso a quanti sedevano nelle tenebre e nell’ombra di morte. Una grotta e una greppia l’hanno accolto, mentre pastori proclamavano il prodigio e magi dall’oriente si presentavano a Betlemme. E noi, pur con labbra di terra, con gli angeli ci raduniamo per cantare: Gloria a Dio negli eccelsi e pace sulla terra, perché è giunto colui che le nazioni attendono, è venuto a salvarci dalla schiavitù del nemico. Oggi cielo e terra son riuniti per la nascita di Cristo; oggi Dio è venuto sulla terra e l’uomo è salito al cielo; oggi l’invisibile per natura per amore dell’umanità si è lasciato vedere nella carne; per questo glorificandolo a lui inneggiamo dicendo: Gloria a Dio negli eccelsi e pace sulla terra, perché ci ha concesso il suo avvento; Salvatore nostro, gloria a te. Oggi a Betlemme odo gli angeli cantare: Gloria a Dio negli eccelsi, perché ha voluto pacificare la terra. La semprevergine è apparsa più vasta dei cieli; la luce è sorta sui cuori oscurati innalzando gli umili che con gli angeli cantano: Gloria a Dio negli eccelsi. Vedendo inaridita per il peccato la sua immagine e somiglianza, Gesù, piegando i cieli, discese e dimorò nel grembo verginale senza subire mutamento per rinnovare Adamo corrotto, che acclama: Gloria alla tua manifestazione, mio liberatore e Dio. Gloria. Tono pl. 1. Del monaco Giovanni. I Magi, re della Persia, saputo con certezza che era nato in terra il Re dei cieli, condotti da una stella 12 luminosa, giunsero a Betlemme portando doni preziosi: oro, incenso e mirra. Prostrandosi, adorarono: videro infatti giacere bambino nella mangiatoia il Signore del tempo. E ora. Tono pl. 2. Di Germano. Danzano in coro tutti gli angeli del cielo e si rallegrano gli uomini oggi; tutto il creato tripudia per la nascita a Betlemme del Salvatore e Signore; perché è cessata la vanità degli idoli e Cristo regna nei secoli. Apòstica Idiòmela. Tono 2. Di Germano. ggi s’è compiuto un grande e straordinario prodigio; la Vergine partorisce e il suo grembo resta incorrotto; il Verbo si fa carne e non si separa dal Padre: gli angeli glorificano con i pastori e noi con loro acclamiamo: Gloria a Dio negli eccelsi e pace sulla terra. Stico. Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Tono 3. Dello stesso. Oggi la Vergine partorisce il Creatore di tutti; l’Eden offre la grotta e la stella indica Cristo, sole per quanti sono nelle tenebre. I Magi hanno adorato con doni, illuminati dalla fede. I pastori han visto il prodigio, mentre gli angeli inneggiano e dicono: Gloria a Dio negli eccelsi. Stico. Dal seno prima della stella del mattino ti ho generato. Il Signore ha giurato e non si pentirà. Stesso Tono. Di Anatolio. Nato il Signore Gesù in Betlemme di Giudea, i magi, giunti dall’Oriente, adorarono Dio fatto uomo O 13 e aperti subito i loro scrigni, offrirono doni preziosi: oro puro per il Re dei secoli; incenso per il Dio dell’universo; mirra per l’Immortale, come morto di tre giorni. Genti tutte, venite, adoriamo Colui ch’è nato per salvare le nostre anime. Gloria. Tono 4. Di Giovanni, monaco. allegrati Gerusalemme, tripudiate, voi tutti che amate Sion; oggi è sciolto l’antico vincolo della condanna di Adamo, aperto per noi il paradiso, il serpente è disarmato; ora infatti ha visto colei che un tempo ingannò divenire Madre del Creatore. O abisso della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Colei che aveva procurato la morte a ogni carne, come strumento del peccato, divenne primizia di salvezza per tutto il mondo mediante la Madre di Dio, poichè da lei nasce bambino Dio perfettissimo: con la sua nascita egli sigilla la verginità di lei, con le fasce scioglie le catene dei peccati e sana con la sua infanzia le penose doglie di Eva. Danzi dunque tutto il creato ed esulti, perchè Cristo è venuto a richiamarlo dall’esilio e salvare le nostre anime. E ora. Stesso tono. Di Anatolio. Dimorasti in una grotta, Cristo Dio, una mangiatoia ti accolse, pastori e magi ti adorarono. Si compiva allora l’annunzio dei profeti e le potenze angeliche stupivano acclamando e dicendo: Gloria alla tua condiscendenza, o solo amico degli uomini. Apolytìkion. Tono 4. a tua nascita, Cristo nostro Dio fece sorgere al mondo la luce della conoscenza: con essa, gli adoratori degli astri furono istruiti da una stella ad adorare te, sole di giustizia e a conoscere te, Oriente dall’alto. Signore, gloria a te (3). R L 14 Al Mattutino. Dopo la prima sticologia, kàthisma. Tono 4. Resto attonito Giuseppe. V enite, fedeli, andiamo a vedere dove Cristo è nato; seguiamo con i magi, re d’oriente, la direzione che indica la stella. Là gli angeli senza sosta inneggiano; i pastori vegliano nei campi, elevando il degno cantico: Gloria negli eccelsi a colui che oggi in una grotta è stato partorito dalla Vergine e Madre di Dio, a Betlemme di Giudea (2). Dopo la seconda sticologia, kàthisma, uguale. P erché stupisci, Maria, perché sei sbigottita per l’accaduto? Perché, dice, ho generato nel tempo il Figlio precedente il tempo, senza conoscer per lui concepimento. Come, ignara d’uomo, partorisco un figlio? Chi mai vide un concepimento senza seme? Quando Dio vuole è superato l’ordine della natura, com’è scritto. Cristo è partorito dalla Vergine, a Betlemme di Giudea (2). L’ Dopo il polyèleos, kàthisma, uguale. assolutamente incontenibile come fu contenuto in grembo? Colui che è nel seno del Padre, come sta fra le braccia della Madre? Ma come seppe, volle e gli piacque: senza carne, s’incarnò volontariamente; per noi Colui che è divenne ciò che non era e non uscendo dalla natura, partecipò della nostra argilla. Duplice fu partorito Cristo, volendo riempire il mondo superno (2). D Anavathmì. Antifona 1 del tono 4. Prokìmenon. Tono 4. al seno prima della stella del mattino ti ho generato; il Signore ha giurato e non si pentirà. 15 Stico. Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finche io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Ogni spirito e il vangelo secondo Matteo (1,18-25). L’ origine di Gesù Cristo era così: Maria, la madre di lui, essendo stata data in sposa a Giuseppe, prima che venissero a stare insieme, si trovò in grembo incinta dallo Spirito Santo. Giuseppe, il marito di lei, era giusto e non voleva farne pubblico spettacolo e così decise di rimandarla in segreto. Mentre però stava pensando queste cose, ecco che gli appare in sogno un angelo del Signore e gli dice: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei è dallo Spirito Santo. Partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai loro peccati. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che fu annunciato dal Signore per mezzo del profeta che dice: Ecco, la vergine avrà in grembo e partorirà un figlio e lo chiameranno Emmanuele, che è tradotto: Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio. E gli diede nome Gesù. T Salmo 50. Quindi Gloria. Tono 2. utto l’universo è oggi ricolmo di gioia. Cristo è nato dalla Vergine. E ora. Lo stesso tropario. Poi: Pietà di me, o Dio e il seguente idiòmelon. G Tono pl. 2. loria a Dio negli eccelsi e pace sulla terra. Oggi Betlemme riceve colui che sempre è assiso con 16 il Padre. Oggi gli angeli glorificano in modo degno di Dio il bimbo che è nato: Gloria a Dio negli eccelsi, pace sulla terra e per gli uomini benevolenza. Seguono i canoni, senza stichi. Il seguente canone, di Cosma, ha questo acrostico: Cristo, fatto mortale, rimane, qual era, Dio. C Ode 1. Tono 1. Irmòs. risto nasce, glorificate; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi. Cantate al Signore da tutta la terra e con letizia celebratelo, o popoli, perché si è glorificato. Colui che, fatto a immagine di Dio era perito per la trasgressione, divenendo del tutto preda della corruzione, decaduto dalle altezze della vita divina, il sapiente Artefice di nuovo lo plasma, perché si è glorificato. Il Creatore, vedendo perdersi l’uomo che con le sue mani aveva fatto, piegati i cieli, discende e ne assume tutta la sostanza dalla divina Vergine pura, prendendo veramente carne, perché si è glorificato. Il Cristo Dio, sapienza, Verbo, potenza, Figlio e splendore del Padre, restando nascosto a tutte le potenze ultramondane e terrestri, fatto uomo ci ha riacquistati, perché si è glorificato. H Altro canone giambico. Del monaco Giovanni. Stesso tono. Irmòs. a salvato il suo popolo tra i prodigi, il Sovrano, riducendo un tempo a terra asciutta l’umida onda del mare. Ma nascendo volontariamente dalla Vergine, apre per noi un sentiero praticabile per i cieli. Noi dunque glorifichiamo lui, per essenza uguale al Padre e ai mortali. 17 Viscere santificate, chiaramente prefigurate dal roveto che non si consumava, hanno portato il Verbo Dio unito alla natura degli uomini per liberare il seno di Eva menomato dall’antica maledizione; e noi mortali lo glorifichiamo. O Verbo il cui splendore precede il sole e che sei venuto a mettere fine al peccato, la stella ti ha mostrato chiaramente ai Magi in una povera grotta, Dio compassionevole; e nelle fasce che ti avvolgevano ti videro, pieni di gioia, insieme mortale e Signore. Katavasìe. I due irmì. A Ode 3. Irmòs. l Figlio che prima dei secoli immutabilmente dal Padre è stato generato e negli ultimi tempi dalla Vergine, senza seme, si è incarnato, a Cristo Dio acclamiamo: Tu che hai innalzato la nostra fronte, santo tu sei, Signore. L’Adamo fatto di terra, che aveva partecipato di quel soffio superiore, ma era caduto nella corruzione, sedotto dalla donna, scorgendo il Cristo nato di donna, grida: O tu che per me sei divenuto come me, santo tu sei, Signore. Ti sei reso simile a un vile oggetto di fango, o Cristo; partecipando della realtà inferiore della carne, ci hai dato di comunicare alla divina natura, divenendo uomo e rimanendo Dio; tu hai sollevato la nostra fronte, santo tu sei, Signore. Rallegrati, Betlemme, regina dei capoluoghi di Giuda: poiché colui che pasce Israele e sta sulle spalle dei cherubini, Cristo, uscendo manifestamente da te e sollevando la nostra fronte, è divenuto re di tutti. 18 A Irmòs giambico. ccetta, benefattore, gli inni dei tuoi servi e umilia lo sguardo altero del nemico; porta al di sopra del peccato, tu che tutto vedi, i tuoi cantori, o beato, saldamente confermati sul fondamento della fede. Il coro dei pastori, ammesso a contemplare l’augustissimo parto della Sposa senza macchia, stupì per il prodigio che supera la comprensione, quando la schiera degli angeli incorporei cantava il Cristo, Re verginalmente incarnato. Colui che regna nei cieli altissimi nella sua misericordia giunge tra noi dalla Vergine non sposata; essendo prima immateriale, il Verbo in questi ultimi tempi si è gravato della nostra carne, perché dopo la sua caduta il primo creato possa elevarsi fino a lui. Katavasìe. I due irmì. Ypakoí. Tono pl. 4. l cielo ha portato la primizia delle genti a te, bambino che giaci in una mangiatoia, chiamando i magi per mezzo di una stella: ed essi rimasero stupiti non alla vista di scettri o troni, ma della povertà estrema; che cosa infatti più misero di una grotta? Che cosa più umile delle fasce? Qui risplendeva la ricchezza della tua divinità, Signore, gloria a te. Quando leggiamo l’Ypakoí il kàthisma viene omesso come riportato nei Typikà liturgici. I Kathisma. Tono pl. 4. Dell’incarico. l cielo si rallegra e la terra esulta di gioia, poiché è nato sulla terra l’Agnello di Dio, donando al mondo la redenzione: il Verbo, che è nel seno del Padre, infatti, è sorto senza seme dalla Vergine; i Magi stupirono, vedendolo nascere a Betlemme come un bambino: l’universo lo glorifica. I 19 V Ode 4. Irmòs. irgulto dalla radice di Iesse e fiore da essa procedente, o Cristo, dalla Vergine sei germogliato, dal boscoso monte adombrato, o degno di lode: sei venuto incarnato da una Vergine ignara d’uomo, tu, immateriale e Dio. Gloria alla tua potenza, Signore. Giacobbe un tempo ti aveva predetto come attesa delle genti, o Cristo, sorto dalla tribù di Giuda e venuto a predare le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria, mutando l’errore in fede a Dio gradita. Gloria alla tua potenza, Signore. Sorgendo come stella da Giacobbe, o Sovrano, colmasti di gioia gli iniziati alle parole dell’antico indovino Balaàm, i sapienti scrutatori degli astri, a te condotti come primizia delle genti e li hai accolti pubblicamente con i loro doni accetti. Sei sceso nel grembo della Vergine come pioggia sul vello, o Cristo e come gocce stillanti sulla terra; gli etiopi, la gente di Tarsis, le isole dell’Arabia, di Saba e della Media, i capi di tutta la terra, ti adorarono, Salvatore. Gloria alla tua potenza, Signore. I Irmòs giambico. l profeta Avvacùm, con i suoi canti, prediceva un tempo la riplasmazione della stirpe umana, fatto degno di vederla in figura, ineffabilmente. Come bimbo neonato è uscito infatti il Verbo dalla montagna della Vergine per riplasmare i popoli. Volontariamente simile agli uomini, Dio altissimo, sei nato dalla Vergine assumendone la carne, per distruggere il veleno della testa del serpente e condurre ogni mortale dalle porte senza sole alla luce e alla vita. 20 Nazioni un tempo affondate nell’abisso della corruzione, scampati tutti i colpi del nemico, levate le mani, ritmate i vostri canti per onorare Cristo, unico benefattore, che viene per misericordia in mezzo a noi. Vergine sorta dalla radice di Iesse, oltrepassasti gli orizzonti della natura dei mortali partorendo il Verbo Dio precedente tutti i tempi, quando lui stesso volle varcare nella sua incomprensibile discesa la soglia chiusa del tuo grembo. Katavasìe. I due irmì. Ode 5. Irmòs. io della pace, Padre delle misericordie, tu ci hai inviato l’angelo del tuo gran consiglio per donarci pace; guidati dunque alla luce della conoscenza di Dio, vegliando sin dai primi albori, noi ti glorifichiamo, amico degli uomini. Per ubbidire al decreto di Cesare ti registrasti tra gli schiavi e liberasti noi, schiavi del nemico e del peccato, o Cristo, divenendo del tutto povero come noi e divinizzando ciò che era di terra con questa stessa unione e comunione. Ecco, come un tempo fu detto, la Vergine ha concepito e partorito il Dio fatto uomo e vergine rimane. Grazie a lei con Dio riconciliati, cantiamola dunque con fede, noi peccatori, come vera Madre di Dio. Irmòs giambico. ieni, o Cristo, a noi che dalla notte di tenebroso inganno, ora in veglia, a te inneggiamo, come a benefattore; donaci il perdono, appianandoci il cammino per cui ascendere e trovare la gloria. Il Sovrano, che con la sua venuta nella carne spezzò la crudele inimicizia tra gli uomini e Dio, di- D V 21 strusse la funesta forza dell’omicida, riunendo il mondo con gli esseri immateriali e ristabilendo il favore del Padre verso il creato. Il popolo un tempo ottenebrato ha visto in pieno giorno la luce degli splendori altissimi: il Figlio infatti porta in eredità a Dio le genti e distribuisce la grazia ineffabile anche dove il peccato fioriva molto. Katavasìe. I due irmì. Ode 6. Irmòs. I l mostro marino dalle sue viscere, ha espulso come embrione Giona, quale lo aveva ricevuto; il Verbo, dopo aver dimorato nella Vergine e avere assunto la carne, da lei è uscito, custodendola incorrotta: poiché egli ha preservato la madre indenne dalla corruzione cui non era sottostata. E’ venuto incarnato Cristo nostro Dio, dal Padre generato prima della stella del mattino; colui che tiene le redini delle potenze immacolate è deposto nella greppia di animali senza ragione, avvolto in povere pezze, ma scioglie le aggrovigliate catene delle colpe. Il Figlio fu partorito come neonato dall’argilla di Adamo e venne dato ai fedeli: egli è padre e principe del secolo futuro ed è chiamato angelo del gran consiglio, Dio forte e con potenza domina il creato. S Irmòs giambico. tando Giona nei penetrali marini, ti pregava di venire e di fermare la tempesta. E io, ferito dal dardo del tiranno, o Cristo, ti chiedo di venire, come distruttore del male, prevenendo la mia indolenza. Dio Verbo, in principio presso Dio, vedendo che un tempo la nostra natura non poté custodirsi, la consolida oggi, scendendo lui stesso per una seconda comunione, mostrandola di nuovo impassibile. 22 Sorto per noi dalla discendenza di Abramo per rialzare i suoi figli caduti nelle tenebre del peccato, che li aveva piegati a terra, colui che abita la luce volle giacere, malgrado la sua dignità, nella greppia per la salvezza dei mortali. Katavasìe. I due irmì. L Kontàkion. Tono 3. Autòmelo. a Vergine oggi partorisce il sovrasostanziale e la terra offre all’inaccessibile la grotta. Gli angeli cantano gloria con i pastori e i magi viaggiano con la stella perché per noi è nato, piccolo bimbo, il Dio che è prima dei secoli. Ikos. Betlemme ha aperto l’Eden, venite a vedere: troviamo nel nascondimento le delizie; venite, riceviamo nella grotta le gioie del paradiso. Là è apparsa la radice non innaffiata che fa germogliare il perdono; là si è trovato il pozzo da nessuno scavato, a cui Davide un tempo aveva desiderato bere: là è la Vergine che, partorito il bambino, ha subito estinto la sete di Adamo e Davide: affrettiamoci dunque al luogo dove è stato partorito piccolo bimbo, il Dio che è prima dei secoli. Sinassario. Il 25 di questo mese Natale secondo la carne del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Stichi. Dio stesso è il neonato, la Madre una Vergine: il creato non ha mai visto novità maggiore. Il venticinquesimo giorno Dio ha il suo natale dalla Vergine Maria e la grotta lo alberga. Lo stesso giorno, adorazione dei magi. Stichi. Prostrati davanti a te, i principi delle nazioni prefigurano l’adorazione delle genti. 23 Lo stesso giorno, memoria dei pastori che hanno contemplato il Signore. Stichi. Trascurando i loro greggi, i pastori sollecitamente vengono a contemplare Cristo, buon Pastore. A lui gloria per i secoli dei secoli. Amìn. I Ode 7. Irmòs. fanciulli allevati nella pietà, disprezzando un empio comando, non si lasciarono atterrire dalla minaccia del fuoco, ma stando tra le fiamme cantavano: O Dio dei padri, tu sei benedetto. I pastori che vegliavano nei campi ricevettero una luminosa visione che li stupì: la gloria di Dio rifulse intorno a loro e un angelo gridava: Inneggiate, perché è nato Cristo. O Dio dei padri, tu sei benedetto. Subito, mentre ancora l’angelo parlava, le schiere del cielo presero ad acclamare: Gloria a Dio negli eccelsi, pace sulla terra e per gli uomini benevolenza: Cristo è rifulso. Dio dei padri, tu sei benedetto. Che discorso è questo? Si dissero i pastori; andiamo a vedere l’evento, il Cristo divino. Raggiunta Betlemme, con la Madre adoravano cantando: O Dio dei padri, tu sei benedetto. A Irmòs giambico. descàti dall’amore per il Re dell’universo, i fanciulli sdegnarono l’empio vaniloquio del tiranno che tremendamente infuriava. Si ritirò il fuoco incessante davanti ad essi che dicevano al Sovrano: in eterno tu sei benedetto. Brucia i servi senza pietà, ma risparmia i fanciulli, la fiamma ardente e crepitante ardendo sette volte di più, poiché su coloro che essa avvolgeva il Signore effuse per la loro pietà l’abbondante rugiada. 24 Tu che ci vieni in aiuto, Gesù Cristo, prendendo ineffabilmente come scudo l’incarnazione, hai svergognato l’avversario dei mortali donando loro in questa forma la divinizzazione il cui desiderio ci aveva fatto cadere dall’alto nei marosi della tenebra. Di un mondo dominato dalle passioni, Altissimo, hai distrutto il peccato con il suo feroce sguardo, il suo infinito orgoglio, il suo delirio indecente; quanti un tempo aveva sedotto, oggi, Benefattore, li salvi dalle sue reti incarnandoti volontariamente. Katavasìe. I due irmì. Ode 8. Irmòs. a fornace che effondeva rugiada è stata immagine di una meraviglia che oltrepassa la natura: essa infatti non bruciò i giovani che aveva ricevuto, come neppure il fuoco della divinità bruciò il grembo della Vergine in cui era disceso; noi dunque inneggiando cantiamo: Tutta la creazione benedica il Signore e lo sovresalti per tutti i secoli. La figlia di Babilonia trascinò via da Sion i figli di Davide presi in guerra; ma le inviò poi i magi suoi figli, per supplicare la figlia di Davide che accolse Dio. Perciò inneggiando cantiamo: Tutto il creato benedica il Signore e lo sovresalti per tutti i secoli. Il lutto aveva fatto deporre gli strumenti del canto: non cantavano fra i barbari i figli di Sion: ma il Cristo, sorto da Betlemme, scioglie ogni inganno di Babilonia e mette fine all’armonia delle sue musiche; perciò inneggiando cantiamo: Tutto il creato benedica il Signore e lo sovresalti per tutti i secoli. Babilonia ricevette le spoglie della regina Sion e le sue ricchezze conquistate con la lancia; ma Cristo, con la guida della stella, trae a Sion i suoi tesori e i suoi re astrologi. Per questo inneggiando cantiamo: L 25 Tutto il creato benedica il Signore e lo sovresalti per tutti i secoli. Irmòs giambico. fanciulli dell’antico patto, avvolti dalle fiamme senza venir consumati, sono figura del grembo della Vergine che genera oltre natura, restando sigillato. Compiendo questo e quello con un unico prodigio, la grazia fa sorgere le genti ad inneggiare. Liberato dall’impura tentazione di esser divinizzato per la seduzione, tutto il creato come i fanciulli canta con tremore il Verbo eterno e la sua discesa, temendo di offrire una lode senza credito, essendo corruttibile, malgrado la sapienza che lo sostiene. Vieni a riportare, o risveglio delle nazioni, l’umanità errante dalle colline desolate ai pascoli pieni di fiori e porre fine alla forza brutale dell’omicida, mostrandoti nella tua compiacenza allo stesso tempo uomo e Dio. I Katavasìe. I due irmì. Ode 9. Irmòs. Magnifica, anima mia, colei che è più venerabile e gloriosa delle superne schiere. V edo un mistero strano e portentoso: cielo, la grotta, trono di cherubini, la Vergine e la greppia, spazio in cui venne posto a giacere l’Incontenibile Cristo Dio, che noi celebriamo e magnifichiamo. Magnifica, anima mia, il Dio che nella carne dalla Vergine fu partorito. Vedendo l’insolito corso di una stella del cielo luminosissima, inconsueta e nuova, appena apparsa, i magi compresero che nella terra di Betlemme era nato Cristo Re per la nostra salvezza. 26 Magnifica, anima mia, il Re partorito nella grotta. Dicevano i magi: Dov’è il Re bambino neonato, la cui stella è apparsa? Siamo venuti infatti a venerarlo. Il folle Erode, nemico di Dio, si turbò, pensando di uccidere Cristo. Magnifica, anima mia, il Dio adorato dai magi. Erode precisò il tempo della stella, che guidò i magi a Betlemme per adorare con doni Cristo, ma da lui guidati in patria, essi lasciarono il crudele infanticida, prendendosene gioco. Irmòs giambico. Oggi la Vergine, dentro alla grotta, partorisce il Sovrano. E’ facile, perché privo di pericolo, accontentarci del silenzio, per timore; mentre è cosa difficile intessere per amore, o Vergine, inni di ardente fervore. Donaci dunque, o Madre, forza adeguata all’intenzione. Oggi da Madre Vergine, il Sovrano è partorito come piccolo bimbo. E’ facile, perché privo di pericolo (come sopra). Gloria. Magnifica anima mia, la forza della divinità trisipostatica e indivisibile. Contemplate le immagini oscure e le ombre passate del Verbo, o Madre pura, ora che egli è apparso dalla porta chiusa, fatti degni della luce della verità, giustamente benediciamo il tuo grembo. E ora. Magnifica anima mia, colei che ci ha riscattati dalla maledizione. 27 Raggiunto l’oggetto del suo desiderio e ottenuta la venuta di Dio, il popolo che gioisce in Cristo implora ora la rigenerazione, perché questa gli dà la vita: tu dunque, Vergine senza macchia, concedi la grazia di adorarne la gloria. Katavasìe. I due irmì. Magnifica, anima mia, colei che è più venerabile e gloriosa delle superne schiere. Vedo un mistero strano e portentoso, ecc. Magi e pastori sono venuti ad adorare Cristo, nato nella città di Betlemme. E facile ecc. C Exapostilarion. Autòmelo. i visitò dall’alto il nostro Salvatore, oriente degli orienti e noi, nelle tenebre e nell’ombra, trovammo la verità: dalla Vergine infatti è nato il Signore (3). Alle lodi sostiamo allo stico 4 e cantiamo le stichirà idiòmela. R Tono 4. Di Andrea di Gerusalemme. allegratevi, giusti, esultate, cieli, sussultate, monti, perchè Cristo è nato; la Vergine sta assisa imitando i cherubini, perchè porta sul seno Dio Verbo incarnato, i pastori adorano il neonato, i magi offrono doni al Sovrano, gli angeli inneggiano dicendo: Incomprensibile Signore, gloria a te. Il Padre lo volle, il Verbo si fece carne e la Vergine partorì Dio fatto uomo; una stella lo indica, i magi adorano, i pastori stupiscono e il creato esulta. Vergine Madre di Dio, partorendo il Salvatore, rovesciasti l’antica maledizione di Eva, perché divenisti Madre del beneplacito del Padre, portando in seno Dio Verbo incarnato; non può questo mistero esser 28 scrutato; con la sola fede tutti lo glorifichiamo e con te acclamiamo: Imperscrutabile Signore, gloria a te. Venite, celebriamo la Madre del Salvatore, apparsa ancora vergine dopo il parto: salve, città vivente del Re e Dio, in cui Cristo dimorò per operare la salvezza; con Gabriele ti celebriamo, con i pastori ti glorifichiamo acclamando: Madre di Dio, prega per la nostra salvezza colui che da te si è incarnato. Gloria. Tono pl. 2. Di Germano. il primo censimento dell’ecumène segnò Q uando l’ora della tua venuta sulla terra, tu ti accingevi a registrare i nomi degli uomini che credono alla tua nascita; per questo fu promulgato da Cesare questo decreto, perchè si inaugurava il tuo regno eterno e senza principio; anche noi dunque ti offriamo, Dio e Salvatore delle nostre anime, più che un tributo in denaro, la ricchezza della retta teologia. E ora. Tono 2. Di Giovanni monaco. Oggi Cristo nasce a Betlemme dalla Vergine, oggi colui che è senza principio assume un principio e il Verbo si incarna; le potenze dei cieli esultano e la terra si rallegra con gli uomini, i magi offrono doni, i pastori proclamano il prodigio e noi senza fine acclamiamo: Gloria a Dio negli eccelsi, pace sulla terra e per gli uomini benevolenza. Grande dossologia, apolytìkion e congedo. Alla Divina Liturgia. I Antifona. Tono 2. Stico. Ti loderò, Signore, con tutto il cuore, proclamerò tutte le tue meraviglie. Per le preghiere della Madre di Dio. 29 Stico. Nel consiglio dei retti e nell’assemblea, grandi le opere del Signore, scelte in tutto ciò che egli vuole. Per le preghiere della Madre di Dio. Stico. Gloria e magnificenza l’opera sua e la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli. Per le preghiere della Madre di Dio. Gloria. E ora. Per le preghiere della Madre di Dio. II Antifona. Tono 2. Stico. Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi comandamenti porrà tutto il suo volere. Salva, Figlio di Dio, nato dalla Vergine, noi che ti cantiamo: Alliluia. Stico. Potente sulla terra sarà la sua stirpe. Salva, Figlio di Dio, nato dalla Vergine, noi che ti cantiamo: Alliluia. Stico. Gloria e ricchezza nella sua casa e la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli. Salva, Figlio di Dio, nato dalla Vergine, noi che ti cantiamo: Alliluia. Stico. E’ sorto nelle tenebre, luce per i retti. Gloria. E ora. O Unigenito Figlio di Dio. III Antifona. Tono 4. Stico. Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. La tua nascita, Cristo Dio nostro, fece sorgere al mondo la luce della conoscenza: con essa gli adoratori degli astri furono ammaestrati da una stella ad adorare te, sole di giustizia e a conoscere te, Oriente dall’alto. Signore, gloria a te. 30 Stico. Lo scettro della tua potenza ti manderà il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici. La tua nascita, o Cristo Dio. Stico. Con te il principato nel giorno della tua potenza tra gli splendori dei tuoi santi. La tua nascita, o Cristo Dio. Issodikòn. Dal seno prima della stella del mattino ti ho generato. Il Signore ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek. Salva, Figlio di Dio, nato dalla Vergine, noi che ti cantiamo: Alliluia. L Quindi a voce più alta a tua nascita, Cristo nostro Dio fece sorgere al mondo la luce della conoscenza: con essa gli adoratori degli astri furono ammaestrati da una stella ad adorare te, sole di giustizia e a conoscere te, Oriente dall’alto. Signore, gloria a te. L Kontàkion. Tono 3. Autòmelo. a Vergine oggi partorisce il sovrasostanziale e la terra offre all’inaccessibile la grotta. Gli angeli cantano gloria con i pastori e i magi viaggiano con la stella perché per noi è nato, piccolo bimbo, il Dio che è prima dei secoli. Invece del Trisagio in Cristo siete stati battezzati, di Cristo vi Q uanti siete rivestiti. Alliluia. Kinonikòn. Il Signore inviò al suo popolo la liberazione. Alliluia. 31